Quasi un incesto

di
genere
etero



Uno dei principali motivi per cui Roberta M. prese la decisione di farsi pagare dagli uomini che occasionalmente si portava a letto, era quello di tener sotto controllo le sue pulsioni emotive.
In parole povere ciò le permetteva di non farsi coinvolgere più di tanto sul piano affettivo;
Era come se, attraverso i soldi tracciasse un confine e, di volta in volta, scegliesse se stare da una parte o dall'altra.
Non voleva rischiare di trovarsi in balìa di sentimenti per lei difficili da gestire e poi magari scoprire,
a posteriori, di aver commesso un errore.
Avrebbe dovuto comportarsi così anche nei riguardi di Lorenzo ma non lo fece, non le passò neanche per la testa. Perché?
Forse fu attratta dalla sua giovinezza; impazziva per quella forma di timidezza che faceva si che lui le desse del 'lei' anche nei momenti sentimentalmente più coinvolgenti, ciò la riportava agli anni in cui era più giovane, spensierata e allegra; oppure può essere che tra le sue fantasie sessuali sia contemplato anche l'incesto. Chissà?
E poi, punto importante da non sottovalutare: il ragazzo scopa da uomo navigato.
Sa pure di essergli tutt'altro che indifferente e ciò la turba; non vuole coinvolgerlo e illuderlo circa sentimenti che anche lei non ha ben chiari dentro di se.

Così dopo la serata in casa sua, gli telefonò dicendogli che avrebbe avuto bisogno di prendersi un po' di tempo per riflettere; che si sarebbe fatta viva lei, più avanti.
Perciò niente telefonate, niente appuntamenti, niente!
Trascorrono diversi giorni e si fece dura anche per lei resistere in quella forzata castità; finché un venerdì mattina ricevette un suo messaggio particolarmente accorato:
- Roberta ho bisogno di vederla; sono anche venuto a casa sua ma lei non c'era.
Da quella sera non ci siamo più né visti, né sentiti; se le ho fatto qualcosa di male la prego di scusarmi, ma per favore mi risponda, prenda una decisione, non mi lasci così sulle spine.
La notte dormo poco e male, sul lavoro sono distratto, non faccio che pensare a lei e ai bei momenti che abbiamo passato assieme. Se non dobbiamo più vederci sia chiara o almeno mi dica il perché.

Sarà stata quella la goccia che fece traboccare il vaso, o forse in cuor suo Roberta volle sfidare Cupido, ma quella situazione le stava facendo perdere la sua sicumera e questo la sconcertava.
Com' era possibile che una donna navigata come lei, che ha avuto decine di esperienze con uomini maturi si lasciasse coinvolgere sentimentalmente in questo modo da uno 'sbarbatello' ?
La questione la confondeva ancora di più.
- Basta, tagliamo la testa al toro. Dobbiamo chiarirci!

- Ciao Lorenzo, ho ricevuto il tuo messaggio e mi dispiace di averti creato tanta ansia ma non voglio che tu ti faccia idee sbagliate sulla nostra relazione. Se vieni da me, domani sera sulle dieci, ne potremo parlare.
Immediata la risposta :
- OK. Verrò senz'altro.

Manca ormai un'ora. Dopo una cenetta frugale, Roberta si cambia per indossare la tuta da ginnastica che solitamente porta per casa e si strucca come dovesse andare a dormire; non vuole in alcun modo provocarlo né rendersi desiderabile ai suoi occhi.
Puntuale come sempre, Lorenzo suona al campanello.

- Ciao, accomodati. Ha una rosa rossa in mano. Grazie, è molto bella! Vieni, sediamoci sul divano.
Come avrai capito dal mio silenzio, avevo bisogno di riflettere, da sola. Ma ti voglio dire una cosa:
da un po' di tempo mi faccio pagare dagli uomini che mi porto a letto, ma con te non l' ho fatto perché mi piaci e mi piace fare sesso con te, anche se, come anni, potrei essere tua madre e tu mio figlio.
So di piacerti e non voglio illuderti; voglio restare una donna libera, anche nei sentimenti; per questo credo sia meglio che la finiamo qui.
Lorenzo ascoltava in silenzio, deglutendo; aveva le mani fredde e lo sguardo chino.
- Se è questo il problema, anch'io posso pagarla, così non avrà sensi di colpa; ma sinceramente io proprio non la capisco, potremmo divertirci quanto e come ci pare, siamo liberi entrambi, c'è intesa fra noi; e poi che palle la storia della mamma...si, certo ma chi non ne vorrebbe avere una come lei.
Comunque, non sono certo venuto qui ad implorarla e a fare storie, se ha già deciso così.
Fanculo ! Okey, finiamola qui!
Scuotendo la testa, si alza e si avvia verso la porta.
Roberta tentenna, si morde un labbro:
- Aspetta Un momento, ti prego!...Forse ho esagerato, anch'io trovo che tutto questo sia anormale. Capisci che è difficile per me? Ma voglio che resti ancora.
Lasciò che le sue parole aleggiassero per qualche istante.
Allunga una mano ad accarezzargli il viso, lo guarda con tenerezza; (negli occhi di lui passa un guizzo di speranza).
Si protende a baciarle il polso; le labbra si avvicinano, si schiudono mentre gli accarezza il corpo gli slaccia i bottoni della camicia; sente i muscoli sodi dell'uomo sotto il tessuto, percepisce il profumo di maschio eccitato.
È in questi frangenti che Roberta ha scarsa tenuta; la vibrazione che l'assale sta a significare che le sue difese hanno ceduto; un cenno di sguardi a suggellare l'intesa ritrovata ma è ormai morbida creta nelle mani dell'altro che, con garbo le abbassa la cerniera del top di spugna mettendo in mostra, e baciando, il prosperoso volume dei seni racchiusi in uno scrigno di pizzo viola.
Ed ecco che...Colpo di scena!
Roberta muta espressione e timbro di voce, gli parla in falsetto come se si rivolgesse, con tono premuroso e seduttivo, al proprio bambino.
Ecco forse svelato il vero motivo dell'attrazione che prova verso Lorenzo; oltre al piacere di cimentarsi con lui in questo nuovo, eccitante gioco erotico:

- Ohh, ma allora il mio bimbo ha sete?
E gli mostra i seni slacciandosi il reggiseno e sollevandoli con le mani.
- Ecco tieni amore, succhia forte, vedi come sono gonfi...
Per lui solo un attimo d'incertezza, poi capisce l' antifona e le sue labbra si stampano avide sui capezzoli duri a poppare improbabili stille di latte.
- Bravo! Ora la mamma ti fa vedere un'altra bella cosa.
Abbandonatasi sul divano, punta i piedi e inarcando la schiena si sfila le inutili brachette e mutandine allargando nel contempo le cosce.
Simile a una grossa cicatrice la spacca della vulva si mostra in tutta la sua primitiva attrazione sotto il pube peloso, irresistibile pesca matura.
- Ecco guarda amore, questa ce l'hanno tutte le mamme: la fica. Si può chiamarla in tanti modi ma è un giocattolo meraviglioso che fa impazzire tutti i papà, però visto che non abbiamo un papà a portata di mano, la mamma permetterà al suo bimbo di giocarci quanto vuole.
Ormai la congestione all'interno dei pantaloni del ragazzo si sta facendo insopportabile e ciò non sfugge a Roberta.
- Ohh, ma anche il mio passerotto ha qualcosa di bello da mostrare alla sua mammina...vieni, fammi vedere.
Sedutasi sul divano, diligente provvede a liberarlo dall'impaccio; ora l'uccello può finalmente respirare.
- Ma che meraviglia il tuo pisellone! Anche questo è un bel giocattolo, per le mamme. Ora ti faccio vedere...bisogna iniziare tirando indietro la pelle con le mani e si continua andando su e giù poi lo si può anche prendere in bocca, ecco così, guarda...
Roteando le pupille la cappella turgida scompare nella bocca di Roberta mentre lo scroto gonfio è fatto oggetto di amorevoli palpeggi e strizzatine.
Peccato che dopo pochi minuti l'astinenza forzata giochi un brutto scherzo al ragazzo che, messo sotto pressione sia dalla nuova schermaglia erotica che dall'appassionante lavorio di bocca della "madre", non può più trattenersi e viene anzitempo, scaricando ad ogni scappellata, guizzanti e copiose volute di liquido seminale sul viso e sul petto dell'amata.
- Oddio mammina che bello che è stato. Hai visto quanto latte usciva dal mio pisello?
Roberta gli sorride col volto tempestato di gemme perlacee:
- Ma che bravo il mio bimbo! Si, è il succo del tuo amore per me; ce ne era proprio tanto nel tuo pisellone! Adesso si è un po' scaricato ma ci pensa mamma a farlo ritornare bello grosso, stai a vedere!
Desiderosa di non darsi per vinta e decisa a continuare la tenzone, sempre da seduta, Roberta gli fagocita fino ai coglioni l'asta ammorbidita carezzandogli nel contempo i glutei e sondando con un dito le crespe dello sfintere.
- É vero mammina, le tue leccate me lo stanno facendo tornare dritto, non ti fermare ti prego... continua così...mi piace tanto!
Succhia avida Roberta, sentendo crescere oltre alle dimensioni, anche il sapore acre di maschio che si sprigiona dal glande ancora sporco di godimento.
- Mmmh, lo sai Lorenzo che ha proprio un buon sapore il tuo pisello...
Rivoli di saliva colano lungo l'asta per poi venire raccolti da sapienti colpi di lingua nell'affondo successivo.
Dopo una decina di minuti di quel trattamento il ragazzo sarebbe di nuovo giunto al capolinea se non si fosse sfilato in tempo dalla fornace umida di quella bocca.
Ma era giunto il momento di ricambiare il "favore", continuando anche a stare al gioco.
- Su, vieni mamma, alzati. Voglio giocare anch'io!
Le porge la mano e, dopo una rapida scorsa alla sala, si dirige con lei verso la tavola in vetro acciaio su cui Roberta, docile, accomoda le sontuose chiappe.
- Che cosa vuoi fare, birichino?
Chiede incuriosita mentre intanto spalanca le cosce.
Il polposo frutto gravido di piacere è un invito al quale nessun uomo può facilmente rinunciare e Lorenzo men che meno, ma senza fretta, vuole godersi ogni attimo prolungando il più possibile l'eccitazione.
L' aria intorno profuma di sesso, il ragazzo ne aspira l'afrore tiepido avvicinandosi, come se a guardarla più da vicino mostrasse qualche segreto nascosto; giocherella con le piccole labbra come un fanciullo curioso, le separa violando l'apertura della vagina con le dita; si bea dei sospiri che ciò produce in questa donna che ora gioca a fare la madre.
Lecca le proprie dita bagnate, assaporandone con curiosa voluttà puberale il gusto asprigno.
S'inginocchia come un chierichetto con la bocca socchiusa e la lingua avida, proteso verso una comunione carnale con l'oggetto del suo desiderio.
- Che bella fica che hai mamma, ma perchè è così bagnata?
- Perché alla tua mamma piace tanto quello che le stai facendo. Puoi anche leccarla amore mio! Sentirai com'è buona.
Non si fa pregare; lunga e rumorosa, dal perineo su su fino al clitoride; il volto paonazzo di Lorenzo grufola in quella meraviglia mentre con moto circolare della mano le stimola il clitoride.
- Ecco si, bravo il mio bimbo, proprio lì, alla mamma piace da morire...
Roberta è preda ormai di una deliziosa agonia lo trattiene per la nuca affondando le unghie fra i capelli e graffiandogli il cuoio capelluto.
Mai come in questo momento a Lorenzo sembra di tornare quel bambino felice che era quando giocava e scherzava insieme a sua madre.

Anche ora, con il cazzo duro in mano, gioisce del godimento di quest'altra mamma che ama altri giochi; triviale e disponibile come una puttana ma dolce come il miele che le sta lappando dalla spacca e che rapprendendosi gli pizzica la pelle delle labbra.
Lei intanto, insaziabile continua ad incitarlo con frasi sconnesse e puerili sproloqui...finché:
- Mammina facciamo basta? Sono stanco, andiamo a letto!
Mossa calcolata per poter cambiare setting e tirare un po' il fiato.
- Certo amore caro. Andiamo a finire di giocare nel lettone, così dopo potremo dormire assieme.
Infatti l'eccitazione erotica in ambedue è alle stelle e ancora insoddisfatta; lei continua a grondare come una spugna, Lorenzo ha il cazzo indurito e dolorante, i coglioni sono in procinto di esplodere ma vuol tener fede fino in fondo al suo ruolo di ragazzino curioso e seduttivo.

Riacquistando per un momento un tono di voce normale Roberta si rivolge al ragazzo:
- Lo' hai visto che ore sono? Devi rientrare, i tuoi ti aspettano?
Sempre con voce infantile:
- No mammina, ho detto che dormivo da amici. Abbiamo tutta la notte per giocare.

Raggiungono la camera da letto che Lorenzo ha già visitato ma che ora finge di non conoscere.
- Che bella camera e che lettone grande! Chissà quanti babbi ci hanno dormito?
Roberta ignora la battuta.
- É una delle cose più belle al mondo e ora la mamma ti insegna come si fa. Ecco, stenditi così, di fianco, come me e rilassati.
Come un'amante premurosa gli accarezza l'interno cosce accogliendo nel palmo della mano le palle indurite dal desiderio, gli scappella l'asta tornata immensamente dura.
Si abbracciano forte, i corpi sudano dal desiderio; sente l'uccello sfregarle la pelle, allora schiude le cosce indirizzando il bacino verso quella cappellona bramosa.
- Ecco passerotto mio, lo senti l'umido della fica?
- Si mamma lo sento e ho una gran voglia di entrarci.
- Sei proprio un monellaccio, cosa aspetti. Bacia la tua mamma e spingi più che puoi!
L'impatto é da mozzare il fiato, tanto da ricacciarle in gola deglutendo perfino un rigurgito di cibo.
Il randello del ragazzo sprofonda completamente fino a battere coi coglioni contro il buco del culo di lei.
- Che meraviglia! Ecco, bravo proprio così, avanti e indietro, non ti fermare!
E non si ferma Lorenzo finché il cazzo, finalmente domato, non si arrende fradicio fra le cosce di lei.
scritto il
2018-08-05
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