Sul filo dell'eros

di
genere
esibizionismo

Dal negozio al parcheggio c'erano circa quattrocento metri che mi volli godere appieno, tenendo sotto controllo lo stimolo ad evacuare serrando il più possibile i glutei.
L' orgasmo di Pino con le sue siringate di sperma doveva essere stato copioso per determinare una pressione così forte; che comunque riuscivo a gestire. L'espediente funzionava, diffondendo dallo sfintere al resto del corpo una notevole scarica erotizzante.
Ogni tanto, non vista, mi sistemavo il vestito e premevo a fondo il cotone per ricollocarlo bene fra le chiappe. Non volevo rischiare che la gonna si macchiasse.
Seduta in macchina la pressione sull'ano diminuì concedendomi di riprendere fiato.
Non pensai più di tanto a quanto era successo nel congedarmi da Pino ma...
Avevo appena girato la chiave nella toppa di casa che il telefonino si mise a vibrare.

- Sono uno stronzo e ti chiedo scusa. Prima, non volevo offenderti...è solo che non mi era mai capitata una donna come te...disinibita, voglio dire.
È passata appena mezz'ora e già mi manchi da morire. Avrei già voglia di saltarti addosso di nuovo.
Sai? Oggi mi hai fatto impazzire. Sono ancora nella stanza sul retro e non ho ancora ripulito perché voglio ancora sentire il tuo profumo che pervade l'aria, che mi avvolge, la tua pelle incollata alla mia, gli occhi che mi fissano mentre scopiamo. Assieme a te il mondo scompare sul serio, mi sembra di essere leggero, di essere tornato bambino.
Non faccio che pensare a poco fa; ai baci, ai morsi sul collo, ai tuoi pompini, alla sborra nel tuo culo e...al cotone idrofilo. Ti prego, non fare caso a ciò che mi è scappato detto. La verità è che queste tue iniziative sono benzina sul fuoco della passione che nutro per te. L'ho capito appena sei uscita.
Scusami ancora.

Ho un costante bisogno di cazzo. Ne necessito per vivere meglio e più ne ho, più ne voglio.
E Pino è ciò di cui ho bisogno adesso.
Anche senza le sue affermazioni pornografiche, sono perfettamente consapevole di essere una gran troia.
E poi, le scuse a una donna fanno sempre piacere.

- Okkey Pino, sei carino a dirmi queste cose. E non c'è bisogno di scusarsi.
Come ti ho già ripetuto, sono una donna libera e non voglio tra i piedi uomini che non apprezzino il mio stile di vita. E, come dice un proverbio:
"Patti chiari amicizia lunga" Mi sono spiegata? E poi se avremo ancora modo di vederci ti dovrai abituare a certe mie "bizzarrie" a cominciare da ora...devo correre in bagno.
Sono ancora eccitata per via del succo della tua passione che non riesco più a trattenere.
- Allora, ascolta Roberta...vai e portati il cellulare voglio partecipare anch'io.
Apri WhatsApp, poi videochiamata. Io vedrò te e tu vedrai me. Sarà come se fossi lì con te.
Ah. Dimenticavo accendi il WI-FI altrimenti le immagini procederanno a scatti. Ok?
Adesso ti chiamo.
- Ecco sta squillando...ti vedo. Ma è magico.
In questo momento stai aprendoti la zip dei pantaloni e te lo stai prendendo in mano…
E bravo Pino. Vedo che stai imparando. Aspetta che sistemo il telefono...ecco, mi vedi...?
- Forte e chiaro!! Adesso toccati, solleva il vestito...così. Girati voglio vedere il tuo culo...c'è ancora la bambagia, toglila...
- Ecco fatto. Per quella che mi hai infilato nel culo dovrai attendere ancora un po'.

Entrata in bagno mi dirigo sul bidet e, sempre trattenendo i muscoli dello sfintere Mi affretto ad infilare una mano sotto il vestito; scoscio il più possibile davanti alla telecamera in modo che Pino possa gustarsi lo spettacolo e anche per creare più spazio per poter divaricare le labbra con indice e anulare, infilando velocemente il medio.

- Mi vedi? Sono così bagnata che sento scivolare lungo il polso gli umori.
- Brava. Ora dovresti vedere com’è rossa la mia cappella e quanto ce l’ho duro.
Sto pensando a stamattina, alla tua lingua, e a come me lo succhiavi bene.
Sei troppo fica, mi fai impazzire...ecco guarda...

Adesso lo vedeva. Sistemato il cellulare ora l'inquadratura appariva nitida.
Era l'immagine ravvicinata del cazzo di lui, con il glande perfettamente a fuoco e l'asta sfumata.
La zona appariva fortemente vascolarizzata e l'uretra schiusa sembrava stesse per eruttare sperma da un momento all'altro.

- Cristo! Pino. Hai un cazzo meraviglioso. Sei di nuovo in tiro...mi fa piacere che ti eccito tanto.
Non sai quanto te lo vorrei succhiare, in questo momento. Adoro la tua cappella.
In mezzo alle gambe sono già bollente e il tremore sta aumentando.
Ecco, guarda; mi sono tolta il reggiseno e mi sto palpando una tetta. Ho i capezzoli duri come chiodi e la punta della mia lingua su di loro, mi sta mandando in paradiso.
La mia passera sta colando come un favo di miele...la vedi...?
- Dio! Ma perché non sono lì??

Trattengo il fiato, mentre sento che il respiro si rompe e l’orgasmo si avvicina.
Mi sposto verso il lavandino e con la spalla sinistra appoggiata al muro osservo il mio riflesso nello specchio.
Ho le guance arrossate e il viso stravolto.
L’eccitazione riesplode annientando ogni altro pensiero, smascherando una natura depravata e viziosa.

- Ora viene il pezzo forte. Quanto vorrei che tu fossi qui; ti bloccherei le mani a terra, accovacciandomi sulla tua faccia e, finalmente rilasciati i muscoli, cagherei tutta la sborra che ho dentro facendoti colare i succhi in bocca...

Mi sistemai a gambe aperte sul bidet.

- Il tuo buco. Le chiappe, la fica; li vedo,...che meraviglia. Guarda com'è duro il mio uccello...mi sto masturbando per te.
Dai, ora spingi!

Le crespe del culo palpitarono liberando una sonora pernacchia che diede, nel vero senso del termine, la stura al tappo di cotone idrofilo che avevo nel culo.
Per ristabilirne l'elasticità e aiutare lo svuotamento dell'ampolla rettale spinsi, ruotandolo, il dito medio all'interno ed ecco..., una spuma scoppiettante con tante bollicine annaffiò il palmo della mia mano.
- Dio. Cosa riesco a fare con il mio culo !
- Mi fa impazzire! Vorrei essere il tuo bidet. Cazzo, cazzo, cazzo, siii!
Ecco. Sto sborrando, Roberta! Che magnifica troia che sei...
- Ti piace eh porco. Lo vedi? Anch'io sto sborrando. Cago il tuo seme per berlo tutto.

Mentre con la mano mi portavo alla bocca il succo spremuto dai coglioni di Pino, lappandone lentamente il palmo, con l'altra premevo le dita sul clitoride e le muovevo in piccoli cerchi concentrici.
- Mmmh! Sperma stagionato in culo di vacca romagnola. Delizioso!

Lo sentivo ansimare dall’altra parte del telefono.
Ormai anch'io stavo per godere. Mi palpavo accarezzandomi le tette, me le portai alla bocca per leccarle ma ormai ero giunta nei pressi del traguardo che tagliai con un intenso orgasmo viscerale e liberatorio.

- Mioddio Roberta. Cosa stavo per perdere se tu non mi avessi aperto gli occhi sui miei beceri pregiudizi
in fatto di sesso. Ora sono qui che mi spugnetto come un adolescente e non vedo l'ora di rivederti.
- Ci saranno altre occasioni, non temere...un bacio...

Chiusi il collegamento e non potei fare a meno di soffermarmi su come l'essere umano perda completamente il senso di autostima e dignità difronte ad una passione, come quella del sesso, che lo divora.
Pino, (per non parlare di me)...da uomo posato, creativo, impegnato nel suo lavoro non esiterebbe a diventare un gabinetto e farsi cacare in bocca pur di placare anche solo per un minuto, la perversione spudorata e insanabile che alberga nel suo animo più profondo.
scritto il
2018-12-18
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