All'Università
di
chiccoge
genere
gay
…mentre scendevo le scale…lentamente, dato che non avevo fretta…(quel giorno non avevo null’altro da fare)…ripensavo alla lezione che avevo appena tenuto all’Università…l’argomento era uno di quelli che mi appassionavano di più…Pirandello…il suo modo di scrivere, di usare il linguaggio in modo pregante, sempre appropriato…la sua ricchezza lessicale…lo stile originalissimo di svolgere le storie…
…certo, avevo tenuto proprio una bella lezione, ero contento di me…e sul volto dei miei studenti avevo letto l’ammirazione per il loro professore…avevano seguito senza fiatare tutta l’analisi delle novelle che avevo scelto di spiegare…e alla fine le domande che avevano posto dimostravano l’interesse approfondito che in qualche modo ero riuscito a suscitare in loro…normalmente spiegavo in modo un po’ impersonale…ma Pirandello mi appassionava tanto che quel giorno mi ero infervorato nel discorso…e anche un po’ dilungato…ma i ragazzi non sembravano essersi annoiati…
…ecco, mentre scendevo le scale…
…io quel ragazzo non lo avevo mai notato prima…le lezioni erano frequentate mediamente da una cinquantina di studenti e bene o male, almeno di vista, li conoscevo tutti…ma quel ragazzo, ero sicuro, non lo avevo mai visto prima…
…stava scendendo dietro di me…anche lui lentamente…e arrivati al piano dove si trova il mio ufficio…lo sentii schiarirsi la voce e chiamare da dietro…”Professore, scusi…”
…ogni giorno, al termine delle lezioni, gli studenti cercavano un colloquio con me per vari problemi di studio…esami, argomenti di tesi…pensai che anche lui volesse parlarmi di questo…e infatti...
...”Professore, scusi, avrei bisogno di parlarle un attimo…”
…la voce era bellissima…chiara, ma timbrata…senza un particolare accento ed estremamente gentile…
... “Mi dica…”
…anche se avevo quasi 56 anni, e potessi essere tranquillamente il loro padre, avevo conservato l’abitudine di dare del lei ai miei studenti…quando ero ragazzo io usava così….e in quello ero abbastanza convinto…serviva in qualche modo a mantenere le distanze...
…”Dica…”
…”Vorrei parlarle un attimo, chiederle per l’esame… Io purtroppo non posso frequentare, lavoro…e vorrei sapere del programma…lei ha parlato di Pirandello in un modo stupendo!”…mi aspettavo che mi chiedesse qualcosa di simile, ma l’ultima parte del discorso…detta da quella voce, mi entro nel cuore come una lama calda…inaspettata…provai improvvisamente per quella voce una tenerezza nuova…e mi soffermai a guardare meglio il ragazzo…
...ne sono sicuro, non lo avevo mai visto prima…e se anche lo avessi visto, mi sarebbe apparso ora sotto una luce nuova…i suoi occhi erano chiari e mi fissavano…
...ne sono sicuro…la voce usciva dagli occhi, non dalla bocca…perché erano gli occhi ad attrarmi…in quegli occhi sentivo che mi sarei perso…chiari e parlanti…e mi parlavano infatti…e non capivo più quello che mi dicevano…ero perso nella loro profondità…e nel loro suono…il ragazzo si accorse che non seguivo il senso del suo discorso…ma solo il suono…e si fermò…e sorrise…e tra i suoi occhi e i miei ci fu…...
…ebbi come un attimo di sbandamento, poi, non so perché, gli chiesi di accomodarsi nel mio ufficio…non ricevevo mai gli studenti nel mio ufficio…solo quelli che chiedevano di discutere la tesi con me…e sempre alla presenza di un assistente…
…lui mi seguì…senza parlare…finchè non fummo dentro…gli dissi di sedere su una delle due poltrone davanti alla scrivania…e io…invece di andare al mio solito posto, che mi avrebbe permesso di mantenere le giuste distanze, mi sedetti sull’altra poltrona, vicino a lui…
…”mi chiamo Andrea…e non sto a Genova, sto lontano e non posso frequentare…lavoro, come le dicevo…e vorrei fare l’esame…lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…”
…per la seconda volta quelle parole che uscivano dagli occhi, che non avevano nessun collegamento con quello che il ragazzo doveva dirmi…mi sconvolsero…
…”sei gentile, Andrea…”
…solo dopo aver respirato faticosamente mi accorsi che per la prima volta avevo dato del tu ad un ragazzo…ad un mio studente…e quando riudii nelle orecchie la mia voce che diceva quelle parole mi accorsi che non era la solita …ma che tremava…ed era molto più dolce della mia voce normale…Andrea mi fissò senza parlare…per un attimo che sembrò eterno…poi mi chiese se potevo aiutarlo a stendere un programma che gli fosse congeniale…senza sottrarre troppo tempo al suo lavoro…credo che se in quel momento mi avesse dato il suo libretto gli avrei firmato l’esame…ma di questo pensiero mi vergogno un po’…
…incominciammo a parlare dell’esame…del programma ridotto che potevo proporgli…mentre parlavamo, diverse volte mi accennò al suo lavoro, ma senza specificare mai quale fosse…disse solo che aiutava suo padre…perché erano in ristrettezze economiche…decisi allora di dargli due libri che gli sarebbero serviti….uno di critica letteraria, che prese e mise nella sua cartella…e uno su Pirandello…..che avevo scritto alcuni anni prima…Pirandello, la mia passione…
...quando capì che il libro lo avevo scritto io disse ancora una volta
...“Lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…voglio che mi scriva una dedica sul libro”…
...”Andrea…”
...riuscii appena a pronunciare il suo nome che già lui mi teneva davanti il libro aperto perché io potessi scrivere…anche la mia mano teneva il libro…e sfiorò la sua…e fra le due mani ci fu calore…e tenerezza …e io scrissi…
”A Andrea, ragazzo dagli occhi parlanti…con le mani di un piccolo angelo…”
…non avrei mai pensato di essere capace di scrivere una cosa simile…solo un pazzo avrebbe potuto scriverla ad uno studente…ma in quel momento ero pazzo…
…lui lesse…e mi guardò…i suoi occhi non stavano parlando…ma erano pieni di un suono che mi stordiva…non capivo più niente…lui si avvicinò a me …mi disse solo, sottovoce,
...“Grazie…”
...con una voce così dolce che…che......e mi baciò…leggermente, sulle labbra socchiuse…il più dolce dei baci che possano scambiarsi due creature umane…o meglio, il bacio di un angelo ad un uomo…che forse non sperava più nulla dalla vita…un bacio lieve…delicatissimo…di una forza dirompente…il primo bacio…
…si, quello fu solo il primo bacio… a cui ne seguirono altri…dolcissimi….delicati…e poi sempre più appassionati…e saporiti…e forti…
...la sua bocca dolcissima…le labbra delicate e calde…
...mi fece sedere sulla poltrona, si accoccolò su di me e mi disse:
...“Stai fermo, lascia fare a me…”
...e cominciò a leccare lentamente le mie labbra e il mio viso…a insinuare la punta morbida della lingua nella mia bocca e a esplorarla tutta con tenerezza…l’interno delle labbra, le guance, i denti…il palato…fino in fondo... dandomi sensazioni meravigliose che non avevo mai provato…riuscivo solo a sussurrare il suo nome tra i brividi dei suoi tocchi leggeri di lingua…
...”Andrea…Andreaaaaa…”
…il mio respiro era corto e il piacere intensissimo…Andrea mi abbracciò forte e mi diede un ultimo fortissimo eterno bacio…poi si alzo….e…lentamente…si tolse la maglietta…il respirò mi mancò…un angelo non sarebbe stato più bello…la sua pelle era delicatissima…chiara…senza un neo…perfetta…due piccoli capezzoli meravigliosamente delicati…le braccia stupende…appena muscolose, ma non volgari…e due soffici ciuffetti di morbido pelo sotto le ascelle…l’ombelico appena incavato…perfetto…e da quell’ombelico partiva verso il basso una sottile striscia di pelo biondo ricca di promesse…
...tornò ad abbracciarmi a petto nudo…era caldo, e tremante, e languido, e meraviglioso...
...mentre lo baciavo, accarezzavo la sua carne soda…la pelle di velluto…lo baciai sulla bocca, sul collo…sui capezzoli frementi che diventarono subito duri sotto il tocco della mia lingua…ogni punto della sua pelle aveva un diverso, inebriante sapore…gli sfilai i jeans…e le mutandine nere…
…la striscina di pelo che partiva dall’ombelico si allargava al pube in un morbido cespuglietto riccio e biondo…che sovrastava e incorniciava il più bel pene che io avessi mai visto…bianco, delicatissimo…solcato di vene azzurre…ma non rilevate…che scorrevano al di sotto della pelle di alabastro…
…quel bellissimo membro era piegato di lato e pendeva giù per una discreta lunghezza…che superava la lunghezza dei grossi testicoli…anch’essi chiari e poco pelosi…divisi al centro da una cucitura appena rilevata...sulla punta…la pelle di seta del prepuzio chiudeva completamente, verginalmente la cappella...
...Andrea, con due dita ritrasse delicatamente la pelle mostrando la testa di quel bellissimo pene…e con i suoi occhi chiari mi sussurrò
...“Leccami…”
…lo feci adagiare nudo sulla scrivania e comincia a passare la punta della lingua sul suo corpo…bagnai di saliva i suoi peli e leccai tutto il pube…e poi, lentissimamente, ogni millimetro del suo cazzo…fino alla punta…cercando i punti che lo facevano godere di più…
...quanti meravigliosi sapori maschili in quella pelle…leccai il membro che si induriva sempre più...i testicoli, mordicchiandone leggermente la pelle e cercando la durezza delle due sfere…mi divertivo a seguire su e giù con la punta della lingua la sottile linea appena rilevata che parte dal filetto e scende piano piano lungo il pene fino a separare i due testicoli…la percorsi nei due sensi non so quante volte finchè provai a sorpassare il limite che mi ero fino ad allora imposto e scesi ancora più giù…gli sollevai le gambe, gli aprii le cosce e proseguii lungo quella linea fino alla rosellina nascosta…il punto più delicato e sensibile del corpo di Andrea...
...quando la lingua toccò la dolce mucosa ancora chiusa, il ragazzo si rilassò e sospiro un dolcissimo e lungo “Ohhhhh…” che mi invogliò a rimanere su quella parte...la leccai dolcemente, lentamente…tutto attorno…
...il buchino era piccolo…e chiuso…strettamente chiuso…delicatissimi peli lo circondavano…il suo sapore divino…il profumo inebriante...
...lo leccai, e leccai, e leccai per non so quanto tempo…attorno…e piano piano dentro…con la punta della lingua…si apriva elasticamente ed emanava calore…chiedeva quasi alla lingua di dargli dolce refrigerio…e la lingua non chiedeva di meglio che dargli il piacere che desiderava…
...Andrea respirava un po’ più affannosamente ora…e i suoi occhi facevano capire il piacere che riceveva e provava…le ondate di piacere si irradiavano dal piccolo ano per tutto il corpo…le sue mani stringevano le mie e mi facevano capire quanto forte stesse diventando il legame tra noi…baciavo il suo forellino desiderando di perdermi tutto dentro quell’angelo…lui capì che il desiderio mi stava facendo impazzire…e i suoi occhi pronunciarono solo queste due parole
...“Si…ora…”
…non aspettavo altro…ricevuta questa esortazione mi liberai rapidamente dei vestiti…e mi annullai in lui…oh, non avevo certo bisogno di lubrificare i bordi di quel meraviglioso sfintere…la lingua aveva già fatto molto…e la mia eccitazione aveva fatto il resto…ero bagnato, grondante di piccole gocce filanti…appoggiai la mia punta a lui...e mi sentii attrarre dentro da una forza nuova…non ero io a penetrarlo, ma lui a risucchiarmi dentro…mi aspirava con un desiderio folle e con liquido rumore di mucose bagnate…quando fui tutto dentro di lui…(il mio cazzo entrava molto lentamente, con un movimento costante, e ci mise un po’ ad arrivare in fondo, per tutta la lunghezza), bene, quando fui tutto dentro di lui sentii il paradiso…si muoveva su di me, intorno a me…si contraeva e rilassava, mi massaggiava il membro, srotolava la sua muscolatura e aderiva come un soffice caldo guanto al mio cazzo….non avevo mai provato nulla di simile…sentivo le sue contrazioni anali che spremevano il mio succo dentro di lui...e sentii che mi avviavo verso il piacere supremo…con lui…insieme a lui…
...si lasciò schizzare dentro tutta la mia gioia…fino all’ultima goccia…e mi disse:
...“Ti porterò con me per sempre”... contraendo lo sfintere quando io estrassi il mio pene, per non fare uscire neanche una goccia…
...anche lui aveva goduto con me, schizzando nel mio stesso istante, facendomi sentire fortissime le contrazioni del suo orgasmo…stringendo fino a strozzarmi il membro…
...finito il piacere…mi baciò ancora una volta…poi si rivesti…prese il libro con la dedica…
...isuoi occhi sussurrarono ancora:
...Lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…”
…e uscì senza dire altro…
...le sue ali furono l’ultima cosa che vidi di lui…
…certo, avevo tenuto proprio una bella lezione, ero contento di me…e sul volto dei miei studenti avevo letto l’ammirazione per il loro professore…avevano seguito senza fiatare tutta l’analisi delle novelle che avevo scelto di spiegare…e alla fine le domande che avevano posto dimostravano l’interesse approfondito che in qualche modo ero riuscito a suscitare in loro…normalmente spiegavo in modo un po’ impersonale…ma Pirandello mi appassionava tanto che quel giorno mi ero infervorato nel discorso…e anche un po’ dilungato…ma i ragazzi non sembravano essersi annoiati…
…ecco, mentre scendevo le scale…
…io quel ragazzo non lo avevo mai notato prima…le lezioni erano frequentate mediamente da una cinquantina di studenti e bene o male, almeno di vista, li conoscevo tutti…ma quel ragazzo, ero sicuro, non lo avevo mai visto prima…
…stava scendendo dietro di me…anche lui lentamente…e arrivati al piano dove si trova il mio ufficio…lo sentii schiarirsi la voce e chiamare da dietro…”Professore, scusi…”
…ogni giorno, al termine delle lezioni, gli studenti cercavano un colloquio con me per vari problemi di studio…esami, argomenti di tesi…pensai che anche lui volesse parlarmi di questo…e infatti...
...”Professore, scusi, avrei bisogno di parlarle un attimo…”
…la voce era bellissima…chiara, ma timbrata…senza un particolare accento ed estremamente gentile…
... “Mi dica…”
…anche se avevo quasi 56 anni, e potessi essere tranquillamente il loro padre, avevo conservato l’abitudine di dare del lei ai miei studenti…quando ero ragazzo io usava così….e in quello ero abbastanza convinto…serviva in qualche modo a mantenere le distanze...
…”Dica…”
…”Vorrei parlarle un attimo, chiederle per l’esame… Io purtroppo non posso frequentare, lavoro…e vorrei sapere del programma…lei ha parlato di Pirandello in un modo stupendo!”…mi aspettavo che mi chiedesse qualcosa di simile, ma l’ultima parte del discorso…detta da quella voce, mi entro nel cuore come una lama calda…inaspettata…provai improvvisamente per quella voce una tenerezza nuova…e mi soffermai a guardare meglio il ragazzo…
...ne sono sicuro, non lo avevo mai visto prima…e se anche lo avessi visto, mi sarebbe apparso ora sotto una luce nuova…i suoi occhi erano chiari e mi fissavano…
...ne sono sicuro…la voce usciva dagli occhi, non dalla bocca…perché erano gli occhi ad attrarmi…in quegli occhi sentivo che mi sarei perso…chiari e parlanti…e mi parlavano infatti…e non capivo più quello che mi dicevano…ero perso nella loro profondità…e nel loro suono…il ragazzo si accorse che non seguivo il senso del suo discorso…ma solo il suono…e si fermò…e sorrise…e tra i suoi occhi e i miei ci fu…...
…ebbi come un attimo di sbandamento, poi, non so perché, gli chiesi di accomodarsi nel mio ufficio…non ricevevo mai gli studenti nel mio ufficio…solo quelli che chiedevano di discutere la tesi con me…e sempre alla presenza di un assistente…
…lui mi seguì…senza parlare…finchè non fummo dentro…gli dissi di sedere su una delle due poltrone davanti alla scrivania…e io…invece di andare al mio solito posto, che mi avrebbe permesso di mantenere le giuste distanze, mi sedetti sull’altra poltrona, vicino a lui…
…”mi chiamo Andrea…e non sto a Genova, sto lontano e non posso frequentare…lavoro, come le dicevo…e vorrei fare l’esame…lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…”
…per la seconda volta quelle parole che uscivano dagli occhi, che non avevano nessun collegamento con quello che il ragazzo doveva dirmi…mi sconvolsero…
…”sei gentile, Andrea…”
…solo dopo aver respirato faticosamente mi accorsi che per la prima volta avevo dato del tu ad un ragazzo…ad un mio studente…e quando riudii nelle orecchie la mia voce che diceva quelle parole mi accorsi che non era la solita …ma che tremava…ed era molto più dolce della mia voce normale…Andrea mi fissò senza parlare…per un attimo che sembrò eterno…poi mi chiese se potevo aiutarlo a stendere un programma che gli fosse congeniale…senza sottrarre troppo tempo al suo lavoro…credo che se in quel momento mi avesse dato il suo libretto gli avrei firmato l’esame…ma di questo pensiero mi vergogno un po’…
…incominciammo a parlare dell’esame…del programma ridotto che potevo proporgli…mentre parlavamo, diverse volte mi accennò al suo lavoro, ma senza specificare mai quale fosse…disse solo che aiutava suo padre…perché erano in ristrettezze economiche…decisi allora di dargli due libri che gli sarebbero serviti….uno di critica letteraria, che prese e mise nella sua cartella…e uno su Pirandello…..che avevo scritto alcuni anni prima…Pirandello, la mia passione…
...quando capì che il libro lo avevo scritto io disse ancora una volta
...“Lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…voglio che mi scriva una dedica sul libro”…
...”Andrea…”
...riuscii appena a pronunciare il suo nome che già lui mi teneva davanti il libro aperto perché io potessi scrivere…anche la mia mano teneva il libro…e sfiorò la sua…e fra le due mani ci fu calore…e tenerezza …e io scrissi…
”A Andrea, ragazzo dagli occhi parlanti…con le mani di un piccolo angelo…”
…non avrei mai pensato di essere capace di scrivere una cosa simile…solo un pazzo avrebbe potuto scriverla ad uno studente…ma in quel momento ero pazzo…
…lui lesse…e mi guardò…i suoi occhi non stavano parlando…ma erano pieni di un suono che mi stordiva…non capivo più niente…lui si avvicinò a me …mi disse solo, sottovoce,
...“Grazie…”
...con una voce così dolce che…che......e mi baciò…leggermente, sulle labbra socchiuse…il più dolce dei baci che possano scambiarsi due creature umane…o meglio, il bacio di un angelo ad un uomo…che forse non sperava più nulla dalla vita…un bacio lieve…delicatissimo…di una forza dirompente…il primo bacio…
…si, quello fu solo il primo bacio… a cui ne seguirono altri…dolcissimi….delicati…e poi sempre più appassionati…e saporiti…e forti…
...la sua bocca dolcissima…le labbra delicate e calde…
...mi fece sedere sulla poltrona, si accoccolò su di me e mi disse:
...“Stai fermo, lascia fare a me…”
...e cominciò a leccare lentamente le mie labbra e il mio viso…a insinuare la punta morbida della lingua nella mia bocca e a esplorarla tutta con tenerezza…l’interno delle labbra, le guance, i denti…il palato…fino in fondo... dandomi sensazioni meravigliose che non avevo mai provato…riuscivo solo a sussurrare il suo nome tra i brividi dei suoi tocchi leggeri di lingua…
...”Andrea…Andreaaaaa…”
…il mio respiro era corto e il piacere intensissimo…Andrea mi abbracciò forte e mi diede un ultimo fortissimo eterno bacio…poi si alzo….e…lentamente…si tolse la maglietta…il respirò mi mancò…un angelo non sarebbe stato più bello…la sua pelle era delicatissima…chiara…senza un neo…perfetta…due piccoli capezzoli meravigliosamente delicati…le braccia stupende…appena muscolose, ma non volgari…e due soffici ciuffetti di morbido pelo sotto le ascelle…l’ombelico appena incavato…perfetto…e da quell’ombelico partiva verso il basso una sottile striscia di pelo biondo ricca di promesse…
...tornò ad abbracciarmi a petto nudo…era caldo, e tremante, e languido, e meraviglioso...
...mentre lo baciavo, accarezzavo la sua carne soda…la pelle di velluto…lo baciai sulla bocca, sul collo…sui capezzoli frementi che diventarono subito duri sotto il tocco della mia lingua…ogni punto della sua pelle aveva un diverso, inebriante sapore…gli sfilai i jeans…e le mutandine nere…
…la striscina di pelo che partiva dall’ombelico si allargava al pube in un morbido cespuglietto riccio e biondo…che sovrastava e incorniciava il più bel pene che io avessi mai visto…bianco, delicatissimo…solcato di vene azzurre…ma non rilevate…che scorrevano al di sotto della pelle di alabastro…
…quel bellissimo membro era piegato di lato e pendeva giù per una discreta lunghezza…che superava la lunghezza dei grossi testicoli…anch’essi chiari e poco pelosi…divisi al centro da una cucitura appena rilevata...sulla punta…la pelle di seta del prepuzio chiudeva completamente, verginalmente la cappella...
...Andrea, con due dita ritrasse delicatamente la pelle mostrando la testa di quel bellissimo pene…e con i suoi occhi chiari mi sussurrò
...“Leccami…”
…lo feci adagiare nudo sulla scrivania e comincia a passare la punta della lingua sul suo corpo…bagnai di saliva i suoi peli e leccai tutto il pube…e poi, lentissimamente, ogni millimetro del suo cazzo…fino alla punta…cercando i punti che lo facevano godere di più…
...quanti meravigliosi sapori maschili in quella pelle…leccai il membro che si induriva sempre più...i testicoli, mordicchiandone leggermente la pelle e cercando la durezza delle due sfere…mi divertivo a seguire su e giù con la punta della lingua la sottile linea appena rilevata che parte dal filetto e scende piano piano lungo il pene fino a separare i due testicoli…la percorsi nei due sensi non so quante volte finchè provai a sorpassare il limite che mi ero fino ad allora imposto e scesi ancora più giù…gli sollevai le gambe, gli aprii le cosce e proseguii lungo quella linea fino alla rosellina nascosta…il punto più delicato e sensibile del corpo di Andrea...
...quando la lingua toccò la dolce mucosa ancora chiusa, il ragazzo si rilassò e sospiro un dolcissimo e lungo “Ohhhhh…” che mi invogliò a rimanere su quella parte...la leccai dolcemente, lentamente…tutto attorno…
...il buchino era piccolo…e chiuso…strettamente chiuso…delicatissimi peli lo circondavano…il suo sapore divino…il profumo inebriante...
...lo leccai, e leccai, e leccai per non so quanto tempo…attorno…e piano piano dentro…con la punta della lingua…si apriva elasticamente ed emanava calore…chiedeva quasi alla lingua di dargli dolce refrigerio…e la lingua non chiedeva di meglio che dargli il piacere che desiderava…
...Andrea respirava un po’ più affannosamente ora…e i suoi occhi facevano capire il piacere che riceveva e provava…le ondate di piacere si irradiavano dal piccolo ano per tutto il corpo…le sue mani stringevano le mie e mi facevano capire quanto forte stesse diventando il legame tra noi…baciavo il suo forellino desiderando di perdermi tutto dentro quell’angelo…lui capì che il desiderio mi stava facendo impazzire…e i suoi occhi pronunciarono solo queste due parole
...“Si…ora…”
…non aspettavo altro…ricevuta questa esortazione mi liberai rapidamente dei vestiti…e mi annullai in lui…oh, non avevo certo bisogno di lubrificare i bordi di quel meraviglioso sfintere…la lingua aveva già fatto molto…e la mia eccitazione aveva fatto il resto…ero bagnato, grondante di piccole gocce filanti…appoggiai la mia punta a lui...e mi sentii attrarre dentro da una forza nuova…non ero io a penetrarlo, ma lui a risucchiarmi dentro…mi aspirava con un desiderio folle e con liquido rumore di mucose bagnate…quando fui tutto dentro di lui…(il mio cazzo entrava molto lentamente, con un movimento costante, e ci mise un po’ ad arrivare in fondo, per tutta la lunghezza), bene, quando fui tutto dentro di lui sentii il paradiso…si muoveva su di me, intorno a me…si contraeva e rilassava, mi massaggiava il membro, srotolava la sua muscolatura e aderiva come un soffice caldo guanto al mio cazzo….non avevo mai provato nulla di simile…sentivo le sue contrazioni anali che spremevano il mio succo dentro di lui...e sentii che mi avviavo verso il piacere supremo…con lui…insieme a lui…
...si lasciò schizzare dentro tutta la mia gioia…fino all’ultima goccia…e mi disse:
...“Ti porterò con me per sempre”... contraendo lo sfintere quando io estrassi il mio pene, per non fare uscire neanche una goccia…
...anche lui aveva goduto con me, schizzando nel mio stesso istante, facendomi sentire fortissime le contrazioni del suo orgasmo…stringendo fino a strozzarmi il membro…
...finito il piacere…mi baciò ancora una volta…poi si rivesti…prese il libro con la dedica…
...isuoi occhi sussurrarono ancora:
...Lei ha parlato in modo stupendo di Pirandello…”
…e uscì senza dire altro…
...le sue ali furono l’ultima cosa che vidi di lui…
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Dal fioristaracconto sucessivo
Lezioni di latino - cap. 3
Commenti dei lettori al racconto erotico