Otto Marzo
di
Mr.Goodbye
genere
etero
Ieri sera, alla festa di carnevale, non eri bella, eri molto di più. Semplicemente meravigliosa.
Una gonna nera, lunga fino ai piedi, con riprese asimmetriche che la rendevano assai particolare, ti copriva le gambe. I seni, stretti in un push-up, hanno attirato ben più di uno sguardo soltanto. Come se poi, non avessi avuto bisogno di metterli abbastanza in risalto, la camicia, anch’essa nera, era ampiamente slacciata, regalando una scollatura più che abbondante. A completare, una bella giacchina, sempre nera, molto elegante. Solo io e te sapevamo che sotto indossavi le autoreggenti. E niente mutande. Quando te l’ho chiesto, non mi ero aspettato che esaudissi questo mio desiderio. Avevi poi raccolto i lunghi capelli un in affascinante chignon e accentuato i tratti del viso con un trucco leggero. Soprattutto gli occhi.
Infine una maschera, veneziana, nera, rosso e oro, che, dalla fronte, scendeva sugli zigomi, sulle guance, ma lasciava scoperta la bocca.
Meravigliosa. Affascinante. Seducente.
“Non l’abbiamo mai fatto a viso coperto.”
Ho cercato di abbracciarti, ma mi hai respinto puntandomi una mano sul petto, ridendo.
“Sei il solito pervertito. Ma non ci pensare neanche. Non voglio che mi rovini il vestito.”
“Presto o tardi sarai mia, non puoi scappare.”
“Sarò tua quando sarà il momento.”
La serata è stata un successo. Abbiamo bevuto, ballato e riso. Ti ho guardata fare la sciocca con un altro. Mi hai visto mentre facevo il bello con un’altra. Entrambi sapevamo, e sappiamo, che erano solo giochi, chiacchiere e nulla più.
Ci siamo divertiti e tutto nel nome della leggerezza.
Quando siamo tornati a casa, inevitabilmente, abbiamo fatto l’amore e così ci siamo addormentati, nudi, l’uno nelle braccia dell’altra.
Apro gli occhi.
Non ho idea di che ore siano, ma il sole è già e illumina pigramente la nostra stanza. Un singolo raggio filtra dalle persiane e risplende sulla curva della tua spalla scoperta, mentre ancora dormi profondamente. Mi piace la tua schiena, le curve che la riempiono come una preziosa e sensuale tela d'arte. L'incavo del collo, il contorno della scapola, il fianco... e il tuo corpo che scompare sotto il lenzuolo. Conosco bene quello che non vedo. Il tuo fondo schiena, tondo e perfetto. Le tue cosce, piene e seducenti. Le tue ginocchia, sensuali e provocanti. Le tue caviglie, sottili ed eleganti.
Un brivido mi scuote e il pensiero di te mi scalda l'animo.
Non so se riuscirò mai a stancarmi di te.
Ti accarezza la spalla scoperta. La tua pelle è così morbida... così profumata…
Un istante dopo mi ritrovo a pensare al tuo sesso, ancora pieno del mio seme.
Ho voglia di te.
Ti accarezzo la schiena, lentamente, gustandomi ogni centimetro della tua pelle. Scendo lungo la colonna vertebrale, quasi volessi contare le vertebre una per una. Arrivo fin sotto le scapole, poi torno su, questa volta sfiorandoti con il dorso della mano però. Scosto i capelli, poso il palmo alla base del collo. Con questo semplice gesto è come se volessi possederti. Ora. Una leggera pressione e inizio a scendere.
Mugoli, ti muovi appena, non ti sottrai dalla mia carezza.
Scendo. Giro attorno a una natica, ne gusto la rotondità e risalgo. Questa volta, a metà schiena mi fermo. Torno verso il basso. Scivolo sul tuo fianco e poi ancora più giù, sulla coscia, fino al ginocchio. Con due dita doppio la rotula e salgo, scivolando lungo il retro della tua gamba.
Mugoli qualcosa.
Eccomi di nuovo al tuo meraviglioso culo. Perché questo è quello che è: un meraviglioso culo. Bisogna chiamare le cose con il loro nome, non girarci attorno. Lentamente ne prendo possesso e stringo una natica nella mia mano. Che sublime piacere sentire la tua pelle, la tua carne, tra le mie dita!
Ti sento trattenere il respiro per un istante.
E ora…
Mi muovo, scivolo verso il basso e ti costringo ad aprire le gambe.
“Amore...”
Mormori con un filo di voce, nemmeno apri gli occhi.
“Shhh...”
Eccoti, davanti a me, nuda e meravigliosa. I tuoi capezzoli sono così invitanti…
Poso le mani sul tuo ventre e resto fermo un lungo istante. Assaporo il calore del tuo corpo, la morbidezza della tua pelle, il leggero movimento del tuo respiro. È con decisione che spingo le mani verso l’alto, fino al tuo costato e poi ancora più su. È con sublime meraviglia che avvolgo i tuoi seni con le mie dita e li stringo, senza esagerare, per gustarne la pienezza. Scivolo coi polpastrelli sui capezzoli e… mi chino su di te, poso un leggero bacio sul primo. Dischiudo le labbra, lo succhio appena, lo sfioro con la punta della lingua.
Ansimi.
Tocca all’altro. Ripeto questo semplice rituale e sentirne la pelle sulla lingua, tra le labbra… è terribilmente eccitante.
E, da come respiri, lo deve essere per entrambi.
Le mie mani tornano sui tuoi fianchi, fino alle creste iliache, fino alle cosce. E qui, con garbo, ti faccio aprire le gambe. Esiti, ti muovi piano, ancora ti vergogni.
Ecco la tua nudità davanti ai miei occhi golosi. Neanche un pelo ostacola questo paradiso carnale. Non mi sazierò mai di questa vista.
Accarezzo la tua pelle morbida fino all'ombelico, scendo fino al ventre, mi avvicino al tuo sesso, ma non lo tocco, devio sull'inguine, scivolo sull'interno coscia. Mio Dio quanto ho voglia di te, quanta voglia ho di prenderti e di godere di te.
Ma oggi...
Torno su, allungo i pollici che sfiorano le tue labbra più seducenti e delicate. Massaggio il Monte di Venere e scendo. Aspetto un istante, prima di ripetere il movimento, ma questa volta le punte dei pollici si toccano. Inevitabilmente la mia pelle sul tuo sesso.
Sento i polpastrelli umidi. Sorrido.
Mugoli qualcosa di incomprensibile, indubbio che la mia coccola ti sia gradita.
Ripeto questo movimento lento e leggero non so qualnte volte. E per altrettante volte accenni un leggero movimento del bacino. Adoro questi momenti in cui gioco con il tuo piacere, come se lo nutrissi, piano piano, con attenzione. Adoro vedere come, lentamente, ti lasci andare e ti abbandoni.
Ecco i pollici sulle labbra del tuo sesso. Li piego.
Ti scappa un gemito quanto scivolano tra le labbra e il tuo sesso si dischiude.
Quale meraviglia!
Le allargo ancora un poco, non voglio farti male.
Sei umida.
Le mie dita riescono a scorrere su quella carne tenera con facilità, su e giù, lentamente, come a studiarne ogni minima curva, ogni più sottile reazione. Dal punto più alto, così vicino al clitoride, al punto più basso. Risalgo.
Il tuo sesso pulsa, mi invita a osare. Come resistere? Spingendo con le mani ti invito ad allargare ancora un poco le cosce. Ecco, così. Che splendore... questa visione andrebbe immortalata.
I pollici a fianco del tuo sesso, nella stessa direzione. Li chiudo uno contro l'altro, faccio pressione e li allargo. Le labbra seguono il movimento e si aprono assieme alle mie dita. Il tuo sesso è bagnato e invitante. Il clitoride svetta fiero.
Il tuo sospiro è capace di far resuscitare i morti.
"Ora sei mia."
Mi chino su di te.
Per un fugace istante la mia lingua sfiora il clitoride.
Quello che sentono le mie orecchie non può essere descritto a parole con la dovuta giustizia.
Lo faccio di nuovo. Un tocco fugace e leggero. Ancora. E ancora.
Poni le mani sulle cosce, apri le gambe ancora di più. So cosa significa questo tuo gesto.
Le mie labbra si chiudono sul clitoride. Inizio a succhiarlo, leccarlo, stringerlo. Ogni mio gesto un tuo gemito. So che potresti venire solo così, ma voglio darti di più.
Mentre la mia lingua scivola su quel piccolo bottoncino di carne, i miei pollici si insinuano dentro di te. Entrambi. Uno per lato.
Ansimi. Inarchi la schiena. Godi.
Restano lì, tenendo il tuo sesso meravigliosamente dischiuso. Devo fermarmi per contemplare un simile spettacolo.
Stai colando. Sì, proprio così, i tuoi umori colano fuori dal tuo sesso. Poche volte ti ho visto in simile condizioni, ma è meraviglioso sapere che sono capace di farti giungere a tali condizioni...
Allungo la lingua nel punto più in basso che riesco a raggiungere e inizio a salire. Raccolgo ogni goccia del tuo piacere, fino al clitoride. Chiudo la bocca e deglutisco.
"Ne voglio ancora."
Ricomincio dal basso.
Questa volta, però, quando arrivo al tuo intimo ingresso mi fermo. La mia lingua ci gira attorno. Si spinge all'interno. Poi risale. Arrivo al clitoride, lo lecco, lo avvolgo con le labbra e lo succhio.
I tuoi gemiti mi faranno impazzire.
"Ancora...", mormori.
Sono qui per te.
Scendo in basso, appoggio la lingua alla tua pelle e salgo. La tua carne è così morbida che vorrei morderla. Magari... un altro giorno lo farò davvero. Non oggi.
La tua mano sul mio capo, tra i miei capelli.
Ecco il tuo ingresso. Inizio a leccarlo lentamente, raccogliendo ogni goccia del tuo piacere.
Adoro ascoltare il tuo corpo, sentire quale mio gesto ti dia più piacere, quale tocco ti scaldi di più. A volte per dartene ancora. Altre per starci lontano e risalcadarti lentamente.
Spingo la lingua all'interno del tuo sesso, strappandoti un gemito.
Mi fermo. Mugoli qualcosa in protesta.
I tuoi capezzoli sono irti come chiodi.
Tolgo le mani dal tuo sesso e lascio che si richiuda. Questa volta, però, rimane una piccola fessura tra le labbra.
Appoggio l'indice sul clitoride. Lentamente scendo. Le tue labbra si schiudono con facilità.
Spingo.
Il tuo sesso quasi divora il mio dito.
Gemi.
Spingo fino in fondo.
Resto fermo un istante.
Curvo leggermente il dito, così che il polpastrello scivoli contro la parete.
Torno fuori.
Gemi. Chiudi le braccia sui seni.
Questa volta le dita sono due.
Anche questa volta entrano senza difficoltà.
Come prima, faccio per uscire, ma mi fermo prima. Resto dentro di te.
Inizio a masturbarmi in questo modo, sempre con movimenti lenti.
Il tuo piacere aumenta. Lo si capisce dal respiro, dalla pelle, dal tuo corpo che si muove.
Potrei farti godere così.
Potrei leccarti il clitoride e farti godere in quel modo.
In effetti... è da un po' di tempo che non lo faccio.
Tuttavia... oggi... voglio il tuo orgasmo.
E sento che ci sei vicina.
Tolgo le dita.
Quasi ti pieghi su te stessa in segno di protesta.
Ti concedo un attimo di riposo.
Con l'indice e il medio di una mano ti dischiudo le labbra.
Inizio a leccare lentamente.
Gemi di piacere.
Resti senza fiato quando, con il pollice, inizio a massaggiarti il clitoride.
Adesso entrambe le mani sono sul mio capo. Non vuoi che smetta, che mi allontani. E non lo farò.
Succhio più forte i tuoi umori. Aumento anche il ritmo del dito.
Hai la bocca aperta. Puntelli i piedi sul letto e spingi il bacino contro la mia bocca.
"Amore..."
Aumento la velocità. Spingo la lingua più a fondo. Sempre più. Non ti concedo pace, tregua né clemenza. Voglio il tuo orgasmo.
Stringi le cosce. Ti scappa un urletto.
Continuo a leccarti e accarezzarti. Anche se fatico a respirare. Non importa. Ti voglio.
Il tuo corpo si irrigidisce.
Il tuo respiro si ferma.
Il tuo piacere esplode sulla mia lingua, nella mia bocca.
Per un lungo momento il mondo si ferma.
Ed è meraviglioso.
Torno su.
Ti abbraccio e tu ti accoccoli contro di me.
Ti bacio la fronte.
"Buon otto marzo amore mio."
Una gonna nera, lunga fino ai piedi, con riprese asimmetriche che la rendevano assai particolare, ti copriva le gambe. I seni, stretti in un push-up, hanno attirato ben più di uno sguardo soltanto. Come se poi, non avessi avuto bisogno di metterli abbastanza in risalto, la camicia, anch’essa nera, era ampiamente slacciata, regalando una scollatura più che abbondante. A completare, una bella giacchina, sempre nera, molto elegante. Solo io e te sapevamo che sotto indossavi le autoreggenti. E niente mutande. Quando te l’ho chiesto, non mi ero aspettato che esaudissi questo mio desiderio. Avevi poi raccolto i lunghi capelli un in affascinante chignon e accentuato i tratti del viso con un trucco leggero. Soprattutto gli occhi.
Infine una maschera, veneziana, nera, rosso e oro, che, dalla fronte, scendeva sugli zigomi, sulle guance, ma lasciava scoperta la bocca.
Meravigliosa. Affascinante. Seducente.
“Non l’abbiamo mai fatto a viso coperto.”
Ho cercato di abbracciarti, ma mi hai respinto puntandomi una mano sul petto, ridendo.
“Sei il solito pervertito. Ma non ci pensare neanche. Non voglio che mi rovini il vestito.”
“Presto o tardi sarai mia, non puoi scappare.”
“Sarò tua quando sarà il momento.”
La serata è stata un successo. Abbiamo bevuto, ballato e riso. Ti ho guardata fare la sciocca con un altro. Mi hai visto mentre facevo il bello con un’altra. Entrambi sapevamo, e sappiamo, che erano solo giochi, chiacchiere e nulla più.
Ci siamo divertiti e tutto nel nome della leggerezza.
Quando siamo tornati a casa, inevitabilmente, abbiamo fatto l’amore e così ci siamo addormentati, nudi, l’uno nelle braccia dell’altra.
Apro gli occhi.
Non ho idea di che ore siano, ma il sole è già e illumina pigramente la nostra stanza. Un singolo raggio filtra dalle persiane e risplende sulla curva della tua spalla scoperta, mentre ancora dormi profondamente. Mi piace la tua schiena, le curve che la riempiono come una preziosa e sensuale tela d'arte. L'incavo del collo, il contorno della scapola, il fianco... e il tuo corpo che scompare sotto il lenzuolo. Conosco bene quello che non vedo. Il tuo fondo schiena, tondo e perfetto. Le tue cosce, piene e seducenti. Le tue ginocchia, sensuali e provocanti. Le tue caviglie, sottili ed eleganti.
Un brivido mi scuote e il pensiero di te mi scalda l'animo.
Non so se riuscirò mai a stancarmi di te.
Ti accarezza la spalla scoperta. La tua pelle è così morbida... così profumata…
Un istante dopo mi ritrovo a pensare al tuo sesso, ancora pieno del mio seme.
Ho voglia di te.
Ti accarezzo la schiena, lentamente, gustandomi ogni centimetro della tua pelle. Scendo lungo la colonna vertebrale, quasi volessi contare le vertebre una per una. Arrivo fin sotto le scapole, poi torno su, questa volta sfiorandoti con il dorso della mano però. Scosto i capelli, poso il palmo alla base del collo. Con questo semplice gesto è come se volessi possederti. Ora. Una leggera pressione e inizio a scendere.
Mugoli, ti muovi appena, non ti sottrai dalla mia carezza.
Scendo. Giro attorno a una natica, ne gusto la rotondità e risalgo. Questa volta, a metà schiena mi fermo. Torno verso il basso. Scivolo sul tuo fianco e poi ancora più giù, sulla coscia, fino al ginocchio. Con due dita doppio la rotula e salgo, scivolando lungo il retro della tua gamba.
Mugoli qualcosa.
Eccomi di nuovo al tuo meraviglioso culo. Perché questo è quello che è: un meraviglioso culo. Bisogna chiamare le cose con il loro nome, non girarci attorno. Lentamente ne prendo possesso e stringo una natica nella mia mano. Che sublime piacere sentire la tua pelle, la tua carne, tra le mie dita!
Ti sento trattenere il respiro per un istante.
E ora…
Mi muovo, scivolo verso il basso e ti costringo ad aprire le gambe.
“Amore...”
Mormori con un filo di voce, nemmeno apri gli occhi.
“Shhh...”
Eccoti, davanti a me, nuda e meravigliosa. I tuoi capezzoli sono così invitanti…
Poso le mani sul tuo ventre e resto fermo un lungo istante. Assaporo il calore del tuo corpo, la morbidezza della tua pelle, il leggero movimento del tuo respiro. È con decisione che spingo le mani verso l’alto, fino al tuo costato e poi ancora più su. È con sublime meraviglia che avvolgo i tuoi seni con le mie dita e li stringo, senza esagerare, per gustarne la pienezza. Scivolo coi polpastrelli sui capezzoli e… mi chino su di te, poso un leggero bacio sul primo. Dischiudo le labbra, lo succhio appena, lo sfioro con la punta della lingua.
Ansimi.
Tocca all’altro. Ripeto questo semplice rituale e sentirne la pelle sulla lingua, tra le labbra… è terribilmente eccitante.
E, da come respiri, lo deve essere per entrambi.
Le mie mani tornano sui tuoi fianchi, fino alle creste iliache, fino alle cosce. E qui, con garbo, ti faccio aprire le gambe. Esiti, ti muovi piano, ancora ti vergogni.
Ecco la tua nudità davanti ai miei occhi golosi. Neanche un pelo ostacola questo paradiso carnale. Non mi sazierò mai di questa vista.
Accarezzo la tua pelle morbida fino all'ombelico, scendo fino al ventre, mi avvicino al tuo sesso, ma non lo tocco, devio sull'inguine, scivolo sull'interno coscia. Mio Dio quanto ho voglia di te, quanta voglia ho di prenderti e di godere di te.
Ma oggi...
Torno su, allungo i pollici che sfiorano le tue labbra più seducenti e delicate. Massaggio il Monte di Venere e scendo. Aspetto un istante, prima di ripetere il movimento, ma questa volta le punte dei pollici si toccano. Inevitabilmente la mia pelle sul tuo sesso.
Sento i polpastrelli umidi. Sorrido.
Mugoli qualcosa di incomprensibile, indubbio che la mia coccola ti sia gradita.
Ripeto questo movimento lento e leggero non so qualnte volte. E per altrettante volte accenni un leggero movimento del bacino. Adoro questi momenti in cui gioco con il tuo piacere, come se lo nutrissi, piano piano, con attenzione. Adoro vedere come, lentamente, ti lasci andare e ti abbandoni.
Ecco i pollici sulle labbra del tuo sesso. Li piego.
Ti scappa un gemito quanto scivolano tra le labbra e il tuo sesso si dischiude.
Quale meraviglia!
Le allargo ancora un poco, non voglio farti male.
Sei umida.
Le mie dita riescono a scorrere su quella carne tenera con facilità, su e giù, lentamente, come a studiarne ogni minima curva, ogni più sottile reazione. Dal punto più alto, così vicino al clitoride, al punto più basso. Risalgo.
Il tuo sesso pulsa, mi invita a osare. Come resistere? Spingendo con le mani ti invito ad allargare ancora un poco le cosce. Ecco, così. Che splendore... questa visione andrebbe immortalata.
I pollici a fianco del tuo sesso, nella stessa direzione. Li chiudo uno contro l'altro, faccio pressione e li allargo. Le labbra seguono il movimento e si aprono assieme alle mie dita. Il tuo sesso è bagnato e invitante. Il clitoride svetta fiero.
Il tuo sospiro è capace di far resuscitare i morti.
"Ora sei mia."
Mi chino su di te.
Per un fugace istante la mia lingua sfiora il clitoride.
Quello che sentono le mie orecchie non può essere descritto a parole con la dovuta giustizia.
Lo faccio di nuovo. Un tocco fugace e leggero. Ancora. E ancora.
Poni le mani sulle cosce, apri le gambe ancora di più. So cosa significa questo tuo gesto.
Le mie labbra si chiudono sul clitoride. Inizio a succhiarlo, leccarlo, stringerlo. Ogni mio gesto un tuo gemito. So che potresti venire solo così, ma voglio darti di più.
Mentre la mia lingua scivola su quel piccolo bottoncino di carne, i miei pollici si insinuano dentro di te. Entrambi. Uno per lato.
Ansimi. Inarchi la schiena. Godi.
Restano lì, tenendo il tuo sesso meravigliosamente dischiuso. Devo fermarmi per contemplare un simile spettacolo.
Stai colando. Sì, proprio così, i tuoi umori colano fuori dal tuo sesso. Poche volte ti ho visto in simile condizioni, ma è meraviglioso sapere che sono capace di farti giungere a tali condizioni...
Allungo la lingua nel punto più in basso che riesco a raggiungere e inizio a salire. Raccolgo ogni goccia del tuo piacere, fino al clitoride. Chiudo la bocca e deglutisco.
"Ne voglio ancora."
Ricomincio dal basso.
Questa volta, però, quando arrivo al tuo intimo ingresso mi fermo. La mia lingua ci gira attorno. Si spinge all'interno. Poi risale. Arrivo al clitoride, lo lecco, lo avvolgo con le labbra e lo succhio.
I tuoi gemiti mi faranno impazzire.
"Ancora...", mormori.
Sono qui per te.
Scendo in basso, appoggio la lingua alla tua pelle e salgo. La tua carne è così morbida che vorrei morderla. Magari... un altro giorno lo farò davvero. Non oggi.
La tua mano sul mio capo, tra i miei capelli.
Ecco il tuo ingresso. Inizio a leccarlo lentamente, raccogliendo ogni goccia del tuo piacere.
Adoro ascoltare il tuo corpo, sentire quale mio gesto ti dia più piacere, quale tocco ti scaldi di più. A volte per dartene ancora. Altre per starci lontano e risalcadarti lentamente.
Spingo la lingua all'interno del tuo sesso, strappandoti un gemito.
Mi fermo. Mugoli qualcosa in protesta.
I tuoi capezzoli sono irti come chiodi.
Tolgo le mani dal tuo sesso e lascio che si richiuda. Questa volta, però, rimane una piccola fessura tra le labbra.
Appoggio l'indice sul clitoride. Lentamente scendo. Le tue labbra si schiudono con facilità.
Spingo.
Il tuo sesso quasi divora il mio dito.
Gemi.
Spingo fino in fondo.
Resto fermo un istante.
Curvo leggermente il dito, così che il polpastrello scivoli contro la parete.
Torno fuori.
Gemi. Chiudi le braccia sui seni.
Questa volta le dita sono due.
Anche questa volta entrano senza difficoltà.
Come prima, faccio per uscire, ma mi fermo prima. Resto dentro di te.
Inizio a masturbarmi in questo modo, sempre con movimenti lenti.
Il tuo piacere aumenta. Lo si capisce dal respiro, dalla pelle, dal tuo corpo che si muove.
Potrei farti godere così.
Potrei leccarti il clitoride e farti godere in quel modo.
In effetti... è da un po' di tempo che non lo faccio.
Tuttavia... oggi... voglio il tuo orgasmo.
E sento che ci sei vicina.
Tolgo le dita.
Quasi ti pieghi su te stessa in segno di protesta.
Ti concedo un attimo di riposo.
Con l'indice e il medio di una mano ti dischiudo le labbra.
Inizio a leccare lentamente.
Gemi di piacere.
Resti senza fiato quando, con il pollice, inizio a massaggiarti il clitoride.
Adesso entrambe le mani sono sul mio capo. Non vuoi che smetta, che mi allontani. E non lo farò.
Succhio più forte i tuoi umori. Aumento anche il ritmo del dito.
Hai la bocca aperta. Puntelli i piedi sul letto e spingi il bacino contro la mia bocca.
"Amore..."
Aumento la velocità. Spingo la lingua più a fondo. Sempre più. Non ti concedo pace, tregua né clemenza. Voglio il tuo orgasmo.
Stringi le cosce. Ti scappa un urletto.
Continuo a leccarti e accarezzarti. Anche se fatico a respirare. Non importa. Ti voglio.
Il tuo corpo si irrigidisce.
Il tuo respiro si ferma.
Il tuo piacere esplode sulla mia lingua, nella mia bocca.
Per un lungo momento il mondo si ferma.
Ed è meraviglioso.
Torno su.
Ti abbraccio e tu ti accoccoli contro di me.
Ti bacio la fronte.
"Buon otto marzo amore mio."
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