Eva 1
di
Miss Serena
genere
saffico
Il mio nome è Eva Valentine, trentasette anni, programmatrice informatica, single e lesbica, con una passione smodata per tutto ciò che è fetish.
Di me dicono che sono una perfetta Mistress per donne a cerca di sensazioni forti, ma non è vero dato che considero il Bdsm 'classico' troppo limitativo per le mie fantasie.
La dominazione fine a se stessa, il procurare dolore solo per piacere, non hanno per me alcun senso, e preferisco a queste pratiche una sana serata di sesso saffico.
A me piace condurre il gioco, per portare la mia compagna verso nuovi orizzonti, ancor meglio se sconosciuti anche a me. La continua ricerca di nuove fantasie è la mia vera ossessione, certo se capita qualche 'novizia' il tutto è ancor più semplice, ma per trovare oggi una donna poco smaliziata bisogna andare negli asili, e la pedofilia non fa per me.
Al momento ho sotto le mani un bell'esemplare di femmina, Tara, al cui burroso corpo fa da contraltare un cervello non proprio da Nobel.
E' arrivata a me dopo aver raccolto solo delusioni dal genere maschile, ma del resto come dar torto a chi ragiona solo col pene, un culo come il suo è un richiamo irresistibile, e poco conta per loro se per arrivarci devono raccontare le solite fantasie dell'amore eterno.
Le esperienze negative e una totale mancanza di autostima, hanno portato Tara a credere che per lei l'unica via di 'salvezza' sia il sottomettersi ad un'altra donna, e da gran bastarda quale sono non ho mai cercato di farle comprendere che ciò è falso.
In poco tempo è diventata bravissima a donarmi piacere, potrebbe rimanere per ore inginocchiata a leccarmi la fica, chiedendo quasi con vergogna, un orgasmo dopo che mi ha sfinito, e poco conta se le do un dildo col quale masturbarsi davanti a me.
Ultimamente mi sto però dedicando con grande soddisfazione al suo culo, scoprendo quanto alla cagna piaccia farsi sodomizzare anche con forza, e lasciando uscire fuori il suo lato masochista, che non è certo marginale.
Quella sera avevo deciso di andare con Tara al Dietrich, un locale fetish per lesbiche e gay, dove si poteva bere o chiacchierare, guardando spettacoli a tema.
La serata però era iniziata col piede sbagliato, sia io che Tara c'eravamo trovate la macchina fuori uso, così era dovuta passare lei a prendermi con un taxi. L'autista si era poi rivelato un completo idiota, incapace anche di seguire una rotta tracciata da un navigatore satellitare, e così il viaggio era stato lungo e carico di stress.
Giunte davanti al Dietrich notai un paio di furbetti, i soliti schiavetti etero in cerca di una Mistress, buona a soddisfare le loro voglie, e finii col litigare con loro prima che se ne andassero minacciati anche dal servizio d'ordine interno.
Arrivate finalmente all'interno, dopo i consueti saluti con Sara la proprietaria, una carissima amica per certi aspetti simile a me, vidi con una certa sorpresa, che seduta al bancone c'era Angelica Keys, l'ereditiera più famosa del paese.
"E' inutile che la guardi." mi disse Sara con un pizzico d'ironia "E' almeno un'ora che se ne sta seduta li da sola, rifiutando chiunque le vada vicino. Per me è venuta solo a vedere il locale, non certo a cercare compagnia."
"Cosa ti vuoi giocare che verrà via con me ?"
"Scommettere con te è sin troppo rischioso." mi rispose mentre pensava alla posta da mettere sul piatto "Se vinci hai la serata gratis, altrimenti una sera ti esibisci per me gratis."
"Va bene, affare fatto."
In realtà si trattò di una scommessa quasi simbolica, Sara sapeva benissimo che ho sempre bevuto con molta moderazione, ed io mi ero già 'esibita' sul palco con una ragazza che voleva festeggiare in modo diverso il raggiungimento della maggiore età.
"Tara per una volta cerca di essere donna e non un pappamolla." dissi alla mia amica dirigendomi con lei verso Angelica "Non ti chiedo di cercar d'essere una dominante, ma neanche la schiavetta che sei di solito."
"Va bene Eva, stai tranquilla anch'io ho una gran voglia di rompere il culo a quella stronza piena di soldi."
"Sally facci due caipirinha belli tosti e mettili in conto alla signorina." dissi alla barista una volta giunte al bancone del bar.
"Perchè dovrei pagarvi da bere ?" mi chiese Angelica guardandomi con un certo disprezzo.
"E' il prezzo per passare poi la serata a leccarci i culi." le risposi fissandola negli occhi.
Lei cercò d'alzarsi, ma fui lesta a metterle una mano sulla gola e portarle il viso ad un palmo dal mio.
"Stammi bene a sentire stronzetta che non sei altro." continuai senza mai smettere di fissarla mostrandole tutta la mia superiorità "Hai due possibilità, la prima è di bere con noi, fare quattro parole e poi finire da me dove godrai come la porca che sei. La seconda è uscire come una ladra da questo locale, andartene nel tuo bell'appartamento e masturbarti pensando a quello che ti sei persa."
Seguì un lungo silenzio dove ci fu un'autentica battaglia di sguardi, nessuna delle due voleva cedere, ma alla fine lei abbassò il viso.
"Va bene, come vuoi tu." mi disse sottovoce.
Andammo a sederci in un tavolino un po' appartato, dove potei osservare con calma l'eleganza ed il lusso di tutto ciò che Angelica aveva indosso. Ogni dettaglio metteva ben in mostra il suo grande potere economico, ma anche una notevole classe nel portarlo, come il vestito, che pur essendo molto semplice, lasciava intuire un corpo sinuoso e perfetto.
Angelica confessò che non sapeva neanche lei perchè fosse venuta al Dietrich, forse un mix di delusioni amorose, unite al desiderio di sperimentare nuove vie al piacere. Quello che più traspirava dalle sue parole, era la voglia di sentirsi una donna normale, e non una ricca signora da cui spremere più soldi possibili.
Tara per quanto non l'avesse presa subito in simpatia, si riconobbe in parte in lei, finendo per non mostrare più alcun astio nei suoi confronti, anzi forse un piccolo desiderio di emularne gli atteggiamenti, così tanto più nobili dei suoi.
"Angelica come sei venuta qui, intendo sei in macchina ?" le chiesi poco prima di andarcene.
"No in taxi, non so perchè ma avevo un po' di paura a venire con la mia."
"Allora sarà meglio che ce ne chiamino uno, noi abbiamo tutte e due le auto fuori uso, si vede che questa sera bisogna proprio pagare per muoversi." conclusi sorridendo.
Dato che i drink erano stati offerti da Sara, Angelica pagò il taxi che ci condusse al mio loft, un open-space dove ad ogni angolo c'era un computer.
"Scusa ma che lavoro fai ?" mi chiese Angelica stupita.
"Sono una programmatrice un po' particolare, cerco i buchi nei programmi, insomma quello che non funziona." le risposi cercando d'esser il più coincisa possibile.
In realtà odio parlare del mio lavoro, perchè finisce sempre che mi faccio prendere la mano, per addentrarmi in particolari tecnici spesso incomprensibili ai più. Inoltre avevo una gran voglia di scoparmi le due donne, anche se con modi e tempi molto diversi.
"Tara prepara Angelica sul baldacchino mentre io prendo da bere."
Me ne andai quindi in cucina da dove, tramite un gioco di specchi, potevo vedere quel che accadeva nella zona notte.
Tara spogliò Angelica lasciandole solo le mutandine, poi le legò con delle corde rosse i polsi e le caviglie ai montanti del letto, mettendole braccia e gambe leggermente in trazione, ed infine si tolse il vestito per aspettarmi seduta in poltrona.
Prima di andare da loro tolsi anch'io il mio vestito, rimanendo con un bustino nero e oro in stile ottocento, e un perizoma ridottissimo, oltre alle immancabili autoreggenti nere.
Portai con me un secchiello del ghiaccio che avevo riempito, quindi mi misi al fianco di Angelica, seguita a ruota da Tara sempre più eccitata da quell'insolita situazione.
"Ma guarda com'è fica la signorina miliardi !" dissi con un po' d'ironia, ma anche d'invidia "Chissà quanto avrà speso per diventare così. Troia invece lo eri ancor prima di nascere." continuai sfiorandole il collo con le labbra "Per me non lo sai neanche tu quanti cazzi ai preso in tutti i buchi, e quanta fica hai leccato per soddisfare la tua voglia di sesso."
Presi un cubetto di ghiaccio che succhiai brevemente prima di poggiarglielo appena sotto il capezzolo, che divenne turgido all'istante, seguita a ruota da Tara che fece la stessa cosa sull'altro seno.
Con la mia schiavetta mi divertii a lungo a torturarle le tette col ghiaccio, mentre gliele baciavamo per dare ancora più contrasto al freddo dei cubetti, baciandole i lobi ed il collo.
Angelica si sciolse proprio come il ghiaccio, abbandonandosi completamente alle nostre mani, le sue mutandine di pizzo divennero tanto bagnate da far spiccare in modo fin troppo esplicito, la macchia dì umori che si era formata in mezzo alle gambe.
"Ma qui c'è un vulcano in piena eruzione." dissi a Tara dopo aver portato una mano sopra gli slippini della donna legata "Forse sarà meglio spegnerlo subito, prima che causi dei danni !"
Presi un paio di cubetti, che ormai avevano perso quella poco simpatica patina che hanno appena usciti dal freezer, e li feci scivolare dentro le mutandine di Angelica, che emise subito un piccolo gemito di dolore.
Poggiai una mano su quell'ultimo lembo di stoffa che le era rimasto addosso, per far scendere i cubetti sino alla micina, che quasi li inghiotti tanto era aperta e pronta al piacere.
“Tara scommetto che hai sete ?” dissi maliziosamente alla mia schiavetta.
Lei mi guardò un attimo prima di inginocchiarsi fra le gambe di Angelica, spostarle la parte inferiore delle mutandine, e prendere con la lingua il cubetto di ghiaccio che la feticista neofita aveva nella passera.
Tara non si fermò al prendere solo il cubetto di ghiaccio, ma iniziò a leccarle i bordi esterni delle grandi labbra, eccitando ancor di più la miliardaria, che fremeva in continuazione.
Non volendo in alcun modo slegarla, le tolsi le mutandine tagliandole con delle forbici, per poi mettergliele in bocca a mo' di bavaglio.
“Mm ma qui ci entra di tutto !” le dissi infilandole senza alcuna difficoltà due dita nella passera “Ma stai tranquilla che ti farcirò la fica a dovere, ma solo quando lo vorrò io, prima devi bruciare dalla voglia di esser scopata. Tara mettiti sotto che ho voglia di te.”
Tara non perse un attimo, si tolse il reggiseno per donarmi la visione di quelle due bocce che tanto mi piacevano, per poi sedersi per terra e continuare a leccare l'intimità di Angelica. La sua lingua cercava ora gli anfratti più segreti del monte di Venere di Angelica, che mugolava con le sue mutandine strappate ancora in bocca.
Mi misi a cavalcioni sul corpo di Tara, una mano arrivò sul suo seno che strizzò delicatamente, prima che la mia bocca giungesse al capezzolo duro, pronto per essere succhiato, mentre l'altra s'intrufolava nel perizoma pregno d'umori.
Il suo corpo giunonico cominciò a sussultare sempre di più, sotto gli affondi delle mie dita nella passera della cavallona, che non smise un attimo di leccare quella di Angelica, ma senza mai portarla al picco del piacere.
Quando anch'io mi avvicinai alla sua bocca lei mi baciò, dandomi un antipasto del sapore degli umori di Angelica, che trovai mielosi oltre ogni immaginazione, per quanto erano dolci.
“Ora voglio la tua lingua solo per me.” le dissi prima d'andare a sedermi in poltrona, lasciando le gambe ben aperte.
Tara venne da me camminando a quattro zampe, come una gatta che s'avvicina alla sua ciotola di latte. La sua lingua iniziò col lambire l'inizio dello spacco, poi fece alcuni giri intorno alla mia micina, per passarci infine in mezzo, partendo dal basso e salendo lenta.
Lei ripeté più volte quella sequenza prima d'addentrarsi alla ricerca del clito, che ormai svettava imponente come un piccolissimo pene. Come le avevo ben insegnato, lo prese in bocca per succhiarlo con cura, prima di stringerlo delicatamente con due dita per passarmi la lingua dentro, sino a penetrarmi infinite volte e portarmi alla soglia dell'orgasmo.
Guardare Angelica che bruciava di passione mi fece godere ancor di più, facendomi venire mentre stringevo la testa di Tara contro di me, e schizzandole il mio piacere direttamente in bocca.
“Sei stata un amore come sempre.” le dissi dopo averle dato un lungo bacio in bocca “Adesso tocca a te godere, mettiti in piedi davanti a quella troia e appenditi a lei con le mani dietro il collo.”
Non appena Tara si mise in posizione, presi un lungo dildo dal cassetto, di quelli in plexiglas dalle forme insolite. Quello in particolare era come un lungo manganello non troppo sottile, ricoperto per una buona metà da cerchi, che lo facevano apparire ancor più grosso.
Feci scorrere la punta del dildo più volte nello spacco di Tara, prima di penetrarla quasi con violenza, infilandole quasi tutto il giocattolo dentro, poi tolsi l'improvvisato bavaglio dalla bocca di Angelica.
Tara alternava irruenti baci a frasi piene d'oscenità alla donna che aveva di fronte, portandola ad uno stato d'eccitazione tale, da farle perdere ogni pudore residuo.
“Ti prego fai godere anche me !” mi urlò in faccia “Non resisto più a vedervi.”
“Non adesso, per ora devi solo guardare, poi sarai mia come neanche immagini possa succedere.” le risposi dopo aver sfilato il dildo dalla passera di Tara per portarlo in mezzo alle loro bocche.
Lasciai il fallo nelle mani di Tara, la quale lo infilò senza alcun ritegno nella bocca della donna mentre le sfiorava la fica pregna di piacere, quindi tornai al mio cassetto dei giochi dove presi uno strap-on da legare alla coscia.
Dopo averlo sistemato sulla gamba destra, tornai alla mia poltrona, e Tara comprese al volo quello che avevo in mente. Così senza dire nulla bagnò il fallo con la saliva, prima di appoggiarcisi sopra il suo buchetto, e sodomizzarsi da sola.
Il rapporto fra il sesso anale e Tara è abbastanza complesso, lo ama perchè le dona un piacere unico, ma allo stesso tempo lo teme essendo stata troppe volte presa con violenza, e quindi con dolore.
Ma essendo lei stessa a dettare i tempi della scopata si lasciò andare, mentre io la sostenevo dopo averle afferrato i grossi seni che palpavo con gioia.
“Troia guarda come gode una donna !” disse Tara ad Angelica mentre faceva scivolare il dildo nella sua passera “Sai non vedo l'ora di sbatterti davanti e dietro, sfondarti fica e culo e vedere quanto sei puttana dentro !”
Angelica non rispose sapendo che era del tutto inutile, non le rimaneva che aspettare l'orgasmo di Tara per avere la sua dose di piacere, anche se non sarebbe stata carica di dolcezza.
Poco prima di venire, Tara prese una mia mano e la portò sul dildo, capii che voleva fossi io a donarle il piacere finale, così agguantai con forza il fallo e la masturbai sino a farla venire, in un crescendo di gemiti che esplosero con un urlo liberatore.
Le lasciai quindi tutto il tempo di riprendersi prima di farla alzare e liberarmi dello strap-on.
“Prendi un dildo dal cassetto, non credo voglia solo scoparla con le dita.” le dissi sorridendo.
Tara, dopo una veloce occhiata all'interno del mio piccolo sexy-shop, scelse un fallo abbastanza simile a quello che avevamo usato sino a poco tempo prima, con l'unica differenza che il corpo era completamente liscio, ma in compenso aveva una bella sfera alla sua punta.
“Slegala.” dissi alla mia compagna di giochi “E tu mettiti a pecora sul letto, e non provare a toccarti la fica o ti butto fuori di casa così come sei.”
Tara fu molto veloce a liberare la riccona, che da parte sua non perse tempo a mettersi carponi sul letto, mettendo in bella mostra uno splendido fondoschiena.
“Ma guarda un po' che bel culo !” dissi a Tara mentre ci sistemavamo una davanti all'altra dietro la donna “Chissà se anche questo è frutto del bisturi, o se la puttana ce l'ha proprio come dotazione di serie dalla nascita.”
Per eccitare ancor di più Angelica, neanche ce ne fosse bisogno, passammo a lungo le punte dei dildi nel suo spacco, coprendo presto i due falli dei suoi liquidi, poi bastò un solo sguardo prima del mio via.
“Ora !”
Sia io che Tara le infilammo dentro tutto d'un colpo quanto più plexiglas ci era possibile nei suoi buchi vogliosi, col risultato di farla venire quasi all'istante.
Non sarebbe stato però certo un veloce orgasmo a sopire le voglie di Angelica, da troppo tempo desiderosa di piacere, e noi infatti non ci fermammo, proseguendo a fotterla in tutte e due le sue entrate con immutato vigore.
Vedevo Tara provare quasi felicità nel sodomizzare quella donna, le fece uscire più volte la palla finale del dildo dal buchetto, per poi spingerla nuovamente dentro con cattiveria. Angelica però non protestò in alcun modo, anzi sembrava godere senza sosta, con orgasmi che si succedevano uno dopo l'altro, ma lasciandole sempre la forza di continuare.
Solo dopo che le afferrai il clito con le dita, strizzandolo sino a farla venire per l'ennesima volta, Angelica crollò sul letto esausta, non sapendo che l'avrei usata per il mio piacere.
“Girati, voglio che tu mi lecchi la fica !” le ordinai tirandole piano i capelli.
La vidi muoversi a fatica, ma appena fu a pancia all'aria mi sedetti con la passera sul suo visino.
“Tara scopami, fammi godere.” dissi quindi alla mia schiavetta.
Lei non solo mi penetrò con infinita dolcezza, ma poi mi scopò quasi con riverenza, leccandomi il buchetto mentre l'altra faceva lo stesso sulla mia passera.
Con due lingue che non pensavano altro che a farmi godere, e quel dildo che scorreva in me, ricoperto dai loro orgasmi, non impiegai molto a raggiungerlo anch'io, venendo in faccia ad Angelica che bevve tutto ciò che le arrivò fra le labbra.
Ormai tutte e tre esauste, e dopo quelle ore passate così intensamente non poteva essere altrimenti, ci rilassammo insieme sul letto, coccolandoci a vicenda con baci e carezze.
Quando fu il momento di lasciarci, Angelica s'offrì d'accompagnare Tara col taxi, prima di dirmi che ci saremmo viste a breve, ma lasciando il discorso in sospeso, quasi avvolto da un alone di mistero.
Ma io ben sapevo che lei mi sarebbe venuta a cercare prima di quanto credesse, perché ormai era ben chiaro che una parte di me le era entrata dentro, e non l'avrebbe lasciata tanto facilmente.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Di me dicono che sono una perfetta Mistress per donne a cerca di sensazioni forti, ma non è vero dato che considero il Bdsm 'classico' troppo limitativo per le mie fantasie.
La dominazione fine a se stessa, il procurare dolore solo per piacere, non hanno per me alcun senso, e preferisco a queste pratiche una sana serata di sesso saffico.
A me piace condurre il gioco, per portare la mia compagna verso nuovi orizzonti, ancor meglio se sconosciuti anche a me. La continua ricerca di nuove fantasie è la mia vera ossessione, certo se capita qualche 'novizia' il tutto è ancor più semplice, ma per trovare oggi una donna poco smaliziata bisogna andare negli asili, e la pedofilia non fa per me.
Al momento ho sotto le mani un bell'esemplare di femmina, Tara, al cui burroso corpo fa da contraltare un cervello non proprio da Nobel.
E' arrivata a me dopo aver raccolto solo delusioni dal genere maschile, ma del resto come dar torto a chi ragiona solo col pene, un culo come il suo è un richiamo irresistibile, e poco conta per loro se per arrivarci devono raccontare le solite fantasie dell'amore eterno.
Le esperienze negative e una totale mancanza di autostima, hanno portato Tara a credere che per lei l'unica via di 'salvezza' sia il sottomettersi ad un'altra donna, e da gran bastarda quale sono non ho mai cercato di farle comprendere che ciò è falso.
In poco tempo è diventata bravissima a donarmi piacere, potrebbe rimanere per ore inginocchiata a leccarmi la fica, chiedendo quasi con vergogna, un orgasmo dopo che mi ha sfinito, e poco conta se le do un dildo col quale masturbarsi davanti a me.
Ultimamente mi sto però dedicando con grande soddisfazione al suo culo, scoprendo quanto alla cagna piaccia farsi sodomizzare anche con forza, e lasciando uscire fuori il suo lato masochista, che non è certo marginale.
Quella sera avevo deciso di andare con Tara al Dietrich, un locale fetish per lesbiche e gay, dove si poteva bere o chiacchierare, guardando spettacoli a tema.
La serata però era iniziata col piede sbagliato, sia io che Tara c'eravamo trovate la macchina fuori uso, così era dovuta passare lei a prendermi con un taxi. L'autista si era poi rivelato un completo idiota, incapace anche di seguire una rotta tracciata da un navigatore satellitare, e così il viaggio era stato lungo e carico di stress.
Giunte davanti al Dietrich notai un paio di furbetti, i soliti schiavetti etero in cerca di una Mistress, buona a soddisfare le loro voglie, e finii col litigare con loro prima che se ne andassero minacciati anche dal servizio d'ordine interno.
Arrivate finalmente all'interno, dopo i consueti saluti con Sara la proprietaria, una carissima amica per certi aspetti simile a me, vidi con una certa sorpresa, che seduta al bancone c'era Angelica Keys, l'ereditiera più famosa del paese.
"E' inutile che la guardi." mi disse Sara con un pizzico d'ironia "E' almeno un'ora che se ne sta seduta li da sola, rifiutando chiunque le vada vicino. Per me è venuta solo a vedere il locale, non certo a cercare compagnia."
"Cosa ti vuoi giocare che verrà via con me ?"
"Scommettere con te è sin troppo rischioso." mi rispose mentre pensava alla posta da mettere sul piatto "Se vinci hai la serata gratis, altrimenti una sera ti esibisci per me gratis."
"Va bene, affare fatto."
In realtà si trattò di una scommessa quasi simbolica, Sara sapeva benissimo che ho sempre bevuto con molta moderazione, ed io mi ero già 'esibita' sul palco con una ragazza che voleva festeggiare in modo diverso il raggiungimento della maggiore età.
"Tara per una volta cerca di essere donna e non un pappamolla." dissi alla mia amica dirigendomi con lei verso Angelica "Non ti chiedo di cercar d'essere una dominante, ma neanche la schiavetta che sei di solito."
"Va bene Eva, stai tranquilla anch'io ho una gran voglia di rompere il culo a quella stronza piena di soldi."
"Sally facci due caipirinha belli tosti e mettili in conto alla signorina." dissi alla barista una volta giunte al bancone del bar.
"Perchè dovrei pagarvi da bere ?" mi chiese Angelica guardandomi con un certo disprezzo.
"E' il prezzo per passare poi la serata a leccarci i culi." le risposi fissandola negli occhi.
Lei cercò d'alzarsi, ma fui lesta a metterle una mano sulla gola e portarle il viso ad un palmo dal mio.
"Stammi bene a sentire stronzetta che non sei altro." continuai senza mai smettere di fissarla mostrandole tutta la mia superiorità "Hai due possibilità, la prima è di bere con noi, fare quattro parole e poi finire da me dove godrai come la porca che sei. La seconda è uscire come una ladra da questo locale, andartene nel tuo bell'appartamento e masturbarti pensando a quello che ti sei persa."
Seguì un lungo silenzio dove ci fu un'autentica battaglia di sguardi, nessuna delle due voleva cedere, ma alla fine lei abbassò il viso.
"Va bene, come vuoi tu." mi disse sottovoce.
Andammo a sederci in un tavolino un po' appartato, dove potei osservare con calma l'eleganza ed il lusso di tutto ciò che Angelica aveva indosso. Ogni dettaglio metteva ben in mostra il suo grande potere economico, ma anche una notevole classe nel portarlo, come il vestito, che pur essendo molto semplice, lasciava intuire un corpo sinuoso e perfetto.
Angelica confessò che non sapeva neanche lei perchè fosse venuta al Dietrich, forse un mix di delusioni amorose, unite al desiderio di sperimentare nuove vie al piacere. Quello che più traspirava dalle sue parole, era la voglia di sentirsi una donna normale, e non una ricca signora da cui spremere più soldi possibili.
Tara per quanto non l'avesse presa subito in simpatia, si riconobbe in parte in lei, finendo per non mostrare più alcun astio nei suoi confronti, anzi forse un piccolo desiderio di emularne gli atteggiamenti, così tanto più nobili dei suoi.
"Angelica come sei venuta qui, intendo sei in macchina ?" le chiesi poco prima di andarcene.
"No in taxi, non so perchè ma avevo un po' di paura a venire con la mia."
"Allora sarà meglio che ce ne chiamino uno, noi abbiamo tutte e due le auto fuori uso, si vede che questa sera bisogna proprio pagare per muoversi." conclusi sorridendo.
Dato che i drink erano stati offerti da Sara, Angelica pagò il taxi che ci condusse al mio loft, un open-space dove ad ogni angolo c'era un computer.
"Scusa ma che lavoro fai ?" mi chiese Angelica stupita.
"Sono una programmatrice un po' particolare, cerco i buchi nei programmi, insomma quello che non funziona." le risposi cercando d'esser il più coincisa possibile.
In realtà odio parlare del mio lavoro, perchè finisce sempre che mi faccio prendere la mano, per addentrarmi in particolari tecnici spesso incomprensibili ai più. Inoltre avevo una gran voglia di scoparmi le due donne, anche se con modi e tempi molto diversi.
"Tara prepara Angelica sul baldacchino mentre io prendo da bere."
Me ne andai quindi in cucina da dove, tramite un gioco di specchi, potevo vedere quel che accadeva nella zona notte.
Tara spogliò Angelica lasciandole solo le mutandine, poi le legò con delle corde rosse i polsi e le caviglie ai montanti del letto, mettendole braccia e gambe leggermente in trazione, ed infine si tolse il vestito per aspettarmi seduta in poltrona.
Prima di andare da loro tolsi anch'io il mio vestito, rimanendo con un bustino nero e oro in stile ottocento, e un perizoma ridottissimo, oltre alle immancabili autoreggenti nere.
Portai con me un secchiello del ghiaccio che avevo riempito, quindi mi misi al fianco di Angelica, seguita a ruota da Tara sempre più eccitata da quell'insolita situazione.
"Ma guarda com'è fica la signorina miliardi !" dissi con un po' d'ironia, ma anche d'invidia "Chissà quanto avrà speso per diventare così. Troia invece lo eri ancor prima di nascere." continuai sfiorandole il collo con le labbra "Per me non lo sai neanche tu quanti cazzi ai preso in tutti i buchi, e quanta fica hai leccato per soddisfare la tua voglia di sesso."
Presi un cubetto di ghiaccio che succhiai brevemente prima di poggiarglielo appena sotto il capezzolo, che divenne turgido all'istante, seguita a ruota da Tara che fece la stessa cosa sull'altro seno.
Con la mia schiavetta mi divertii a lungo a torturarle le tette col ghiaccio, mentre gliele baciavamo per dare ancora più contrasto al freddo dei cubetti, baciandole i lobi ed il collo.
Angelica si sciolse proprio come il ghiaccio, abbandonandosi completamente alle nostre mani, le sue mutandine di pizzo divennero tanto bagnate da far spiccare in modo fin troppo esplicito, la macchia dì umori che si era formata in mezzo alle gambe.
"Ma qui c'è un vulcano in piena eruzione." dissi a Tara dopo aver portato una mano sopra gli slippini della donna legata "Forse sarà meglio spegnerlo subito, prima che causi dei danni !"
Presi un paio di cubetti, che ormai avevano perso quella poco simpatica patina che hanno appena usciti dal freezer, e li feci scivolare dentro le mutandine di Angelica, che emise subito un piccolo gemito di dolore.
Poggiai una mano su quell'ultimo lembo di stoffa che le era rimasto addosso, per far scendere i cubetti sino alla micina, che quasi li inghiotti tanto era aperta e pronta al piacere.
“Tara scommetto che hai sete ?” dissi maliziosamente alla mia schiavetta.
Lei mi guardò un attimo prima di inginocchiarsi fra le gambe di Angelica, spostarle la parte inferiore delle mutandine, e prendere con la lingua il cubetto di ghiaccio che la feticista neofita aveva nella passera.
Tara non si fermò al prendere solo il cubetto di ghiaccio, ma iniziò a leccarle i bordi esterni delle grandi labbra, eccitando ancor di più la miliardaria, che fremeva in continuazione.
Non volendo in alcun modo slegarla, le tolsi le mutandine tagliandole con delle forbici, per poi mettergliele in bocca a mo' di bavaglio.
“Mm ma qui ci entra di tutto !” le dissi infilandole senza alcuna difficoltà due dita nella passera “Ma stai tranquilla che ti farcirò la fica a dovere, ma solo quando lo vorrò io, prima devi bruciare dalla voglia di esser scopata. Tara mettiti sotto che ho voglia di te.”
Tara non perse un attimo, si tolse il reggiseno per donarmi la visione di quelle due bocce che tanto mi piacevano, per poi sedersi per terra e continuare a leccare l'intimità di Angelica. La sua lingua cercava ora gli anfratti più segreti del monte di Venere di Angelica, che mugolava con le sue mutandine strappate ancora in bocca.
Mi misi a cavalcioni sul corpo di Tara, una mano arrivò sul suo seno che strizzò delicatamente, prima che la mia bocca giungesse al capezzolo duro, pronto per essere succhiato, mentre l'altra s'intrufolava nel perizoma pregno d'umori.
Il suo corpo giunonico cominciò a sussultare sempre di più, sotto gli affondi delle mie dita nella passera della cavallona, che non smise un attimo di leccare quella di Angelica, ma senza mai portarla al picco del piacere.
Quando anch'io mi avvicinai alla sua bocca lei mi baciò, dandomi un antipasto del sapore degli umori di Angelica, che trovai mielosi oltre ogni immaginazione, per quanto erano dolci.
“Ora voglio la tua lingua solo per me.” le dissi prima d'andare a sedermi in poltrona, lasciando le gambe ben aperte.
Tara venne da me camminando a quattro zampe, come una gatta che s'avvicina alla sua ciotola di latte. La sua lingua iniziò col lambire l'inizio dello spacco, poi fece alcuni giri intorno alla mia micina, per passarci infine in mezzo, partendo dal basso e salendo lenta.
Lei ripeté più volte quella sequenza prima d'addentrarsi alla ricerca del clito, che ormai svettava imponente come un piccolissimo pene. Come le avevo ben insegnato, lo prese in bocca per succhiarlo con cura, prima di stringerlo delicatamente con due dita per passarmi la lingua dentro, sino a penetrarmi infinite volte e portarmi alla soglia dell'orgasmo.
Guardare Angelica che bruciava di passione mi fece godere ancor di più, facendomi venire mentre stringevo la testa di Tara contro di me, e schizzandole il mio piacere direttamente in bocca.
“Sei stata un amore come sempre.” le dissi dopo averle dato un lungo bacio in bocca “Adesso tocca a te godere, mettiti in piedi davanti a quella troia e appenditi a lei con le mani dietro il collo.”
Non appena Tara si mise in posizione, presi un lungo dildo dal cassetto, di quelli in plexiglas dalle forme insolite. Quello in particolare era come un lungo manganello non troppo sottile, ricoperto per una buona metà da cerchi, che lo facevano apparire ancor più grosso.
Feci scorrere la punta del dildo più volte nello spacco di Tara, prima di penetrarla quasi con violenza, infilandole quasi tutto il giocattolo dentro, poi tolsi l'improvvisato bavaglio dalla bocca di Angelica.
Tara alternava irruenti baci a frasi piene d'oscenità alla donna che aveva di fronte, portandola ad uno stato d'eccitazione tale, da farle perdere ogni pudore residuo.
“Ti prego fai godere anche me !” mi urlò in faccia “Non resisto più a vedervi.”
“Non adesso, per ora devi solo guardare, poi sarai mia come neanche immagini possa succedere.” le risposi dopo aver sfilato il dildo dalla passera di Tara per portarlo in mezzo alle loro bocche.
Lasciai il fallo nelle mani di Tara, la quale lo infilò senza alcun ritegno nella bocca della donna mentre le sfiorava la fica pregna di piacere, quindi tornai al mio cassetto dei giochi dove presi uno strap-on da legare alla coscia.
Dopo averlo sistemato sulla gamba destra, tornai alla mia poltrona, e Tara comprese al volo quello che avevo in mente. Così senza dire nulla bagnò il fallo con la saliva, prima di appoggiarcisi sopra il suo buchetto, e sodomizzarsi da sola.
Il rapporto fra il sesso anale e Tara è abbastanza complesso, lo ama perchè le dona un piacere unico, ma allo stesso tempo lo teme essendo stata troppe volte presa con violenza, e quindi con dolore.
Ma essendo lei stessa a dettare i tempi della scopata si lasciò andare, mentre io la sostenevo dopo averle afferrato i grossi seni che palpavo con gioia.
“Troia guarda come gode una donna !” disse Tara ad Angelica mentre faceva scivolare il dildo nella sua passera “Sai non vedo l'ora di sbatterti davanti e dietro, sfondarti fica e culo e vedere quanto sei puttana dentro !”
Angelica non rispose sapendo che era del tutto inutile, non le rimaneva che aspettare l'orgasmo di Tara per avere la sua dose di piacere, anche se non sarebbe stata carica di dolcezza.
Poco prima di venire, Tara prese una mia mano e la portò sul dildo, capii che voleva fossi io a donarle il piacere finale, così agguantai con forza il fallo e la masturbai sino a farla venire, in un crescendo di gemiti che esplosero con un urlo liberatore.
Le lasciai quindi tutto il tempo di riprendersi prima di farla alzare e liberarmi dello strap-on.
“Prendi un dildo dal cassetto, non credo voglia solo scoparla con le dita.” le dissi sorridendo.
Tara, dopo una veloce occhiata all'interno del mio piccolo sexy-shop, scelse un fallo abbastanza simile a quello che avevamo usato sino a poco tempo prima, con l'unica differenza che il corpo era completamente liscio, ma in compenso aveva una bella sfera alla sua punta.
“Slegala.” dissi alla mia compagna di giochi “E tu mettiti a pecora sul letto, e non provare a toccarti la fica o ti butto fuori di casa così come sei.”
Tara fu molto veloce a liberare la riccona, che da parte sua non perse tempo a mettersi carponi sul letto, mettendo in bella mostra uno splendido fondoschiena.
“Ma guarda un po' che bel culo !” dissi a Tara mentre ci sistemavamo una davanti all'altra dietro la donna “Chissà se anche questo è frutto del bisturi, o se la puttana ce l'ha proprio come dotazione di serie dalla nascita.”
Per eccitare ancor di più Angelica, neanche ce ne fosse bisogno, passammo a lungo le punte dei dildi nel suo spacco, coprendo presto i due falli dei suoi liquidi, poi bastò un solo sguardo prima del mio via.
“Ora !”
Sia io che Tara le infilammo dentro tutto d'un colpo quanto più plexiglas ci era possibile nei suoi buchi vogliosi, col risultato di farla venire quasi all'istante.
Non sarebbe stato però certo un veloce orgasmo a sopire le voglie di Angelica, da troppo tempo desiderosa di piacere, e noi infatti non ci fermammo, proseguendo a fotterla in tutte e due le sue entrate con immutato vigore.
Vedevo Tara provare quasi felicità nel sodomizzare quella donna, le fece uscire più volte la palla finale del dildo dal buchetto, per poi spingerla nuovamente dentro con cattiveria. Angelica però non protestò in alcun modo, anzi sembrava godere senza sosta, con orgasmi che si succedevano uno dopo l'altro, ma lasciandole sempre la forza di continuare.
Solo dopo che le afferrai il clito con le dita, strizzandolo sino a farla venire per l'ennesima volta, Angelica crollò sul letto esausta, non sapendo che l'avrei usata per il mio piacere.
“Girati, voglio che tu mi lecchi la fica !” le ordinai tirandole piano i capelli.
La vidi muoversi a fatica, ma appena fu a pancia all'aria mi sedetti con la passera sul suo visino.
“Tara scopami, fammi godere.” dissi quindi alla mia schiavetta.
Lei non solo mi penetrò con infinita dolcezza, ma poi mi scopò quasi con riverenza, leccandomi il buchetto mentre l'altra faceva lo stesso sulla mia passera.
Con due lingue che non pensavano altro che a farmi godere, e quel dildo che scorreva in me, ricoperto dai loro orgasmi, non impiegai molto a raggiungerlo anch'io, venendo in faccia ad Angelica che bevve tutto ciò che le arrivò fra le labbra.
Ormai tutte e tre esauste, e dopo quelle ore passate così intensamente non poteva essere altrimenti, ci rilassammo insieme sul letto, coccolandoci a vicenda con baci e carezze.
Quando fu il momento di lasciarci, Angelica s'offrì d'accompagnare Tara col taxi, prima di dirmi che ci saremmo viste a breve, ma lasciando il discorso in sospeso, quasi avvolto da un alone di mistero.
Ma io ben sapevo che lei mi sarebbe venuta a cercare prima di quanto credesse, perché ormai era ben chiaro che una parte di me le era entrata dentro, e non l'avrebbe lasciata tanto facilmente.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
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