La Luna di Fiele: Epilogo

di
genere
saffico

Il mattino dopo mi risveglio pesta e dolorante, con il buco del culo che brucia ancora, umido e slabbrato dopo il brutale trattamento subito durante la notte.
Ho dormito con la camicia e gli stivali addosso, e il letto è completamente disfatto dopo la battaglia: ci siamo addormentati senza neppure ripulirci, e soprattutto io faccio davvero schifo: ho una pozza di liquame fra le gambe, risultato di tutta la sborra che Fulvio mi ha rovesciato dentro quando mi ha scopata in tutti i buchi, e ho paura che ci addebiteranno il materasso.
Mi alzo con la schiena a pezzi, e penso con orrore alla corsa in moto che mi aspetta fino a Venezia.
Sento il rumore della doccia, e mi rendo conto di essere sola: Fulvio mi ha preceduta in bagno.
Mi sfilo stivali e camicia e lo raggiungo per darmi una ripulita.
Ci baciamo sotto il getto dell’acqua, e sento subito la sua erezione contro lo stomaco...
Mi prende lì, in piedi sotto la doccia: una sveltina deliziosa, con io che mi reggo su un piede solo e con l’altra gamba allacciata ai suoi fianchi, mentre lui mi regge con le braccia e mi bacia in bocca.
Godiamo un’altra volta così, all’unisono...

Scendiamo al bar per la colazione e troviamo Giulia e Giorgia che mangiano a quattro palmenti, chiacchierando tutte contente.
La Giulia indossa già la tuta da motociclista di Eva con il casco appoggiato accanto, e la Giorgia la guarda con evidente ammirazione: decisamente la ragazzina oltre che una sorella ha trovato anche un modello da seguire...
Anch’io sono già in tuta: la camicetta bianca è da buttare dopo l’exploit della sera prima, e comunque per noi veneziane è ora di ritornare in Laguna.
Facciamo colazione con calma, godendoci gli ultimi minuti insieme, poi ci salutiamo con un ultimo abbraccio.
Fulvio e Giorgia ci salutano con la mano mentre metto in moto e poi parto rombando con la Giulia stretta alle mie spalle...

Mentre guido giù dalle Alpi discendendo il Piave, torno a riflettere sulla mia luna di miele: a distanza di tanti anni torna a farmi godere come quando ero giovane, anzi ancora di più.
Non provo più niente per il Mauri: il disprezzo di un tempo è svanito, e anche il vago senso di colpa che vi era subentrato dopo il divorzio. Il mio inutile marito era destinato fin dall’inizio ad essere cornuto, e io sono stata un’ingenua a pensare di poter vivere con uno come lui fra i piedi ed essere felice lo stesso, cercando il piacere alle sue spalle.
Però, da quell’errore sono anche venute delle conseguenze positive: sono maturata sia interiormente che sessualmente, ho avuto modo di conoscere molte delle persone che oggi amo e rispetto, e perfino il mio perverso viaggio di nozze continua a darmi soddisfazioni, pur a quasi vent’anni di distanza...
Una vera e propria Luna di Fiele, consumata con una certa perfidia ai danni del cornuto, ma che alla fine mi sono goduta da sola, e che ancora oggi mi ha dato alcuni fra i suoi frutti migliori...
Certo, il frutto di gran lunga più prezioso è quello che ho attaccato alla schiena: la Giulia, con le sue splendide mele che mi premono dietro distraendomi continuamente...
Mia figlia è felice, lo sento: non solo ha finalmente conosciuto suo padre, ma ha anche scoperto di avere una sorellina, di cui è entusiasta.
Non sta più nella pelle all’idea di averla ospite sulla Serenissima, di conoscerla meglio e di passare del tempo con lei. Anche suo padre le è piaciuto più di quanto sperassi, e questo significa che finalmente anche lei ha una vera e propria famiglia a cui rapportarsi. Non dovrò più essere io a ricoprire entrambi i ruoli genitoriali: essere il suo unico esempio di “padre” era un po’ mortificante per la mia femminilità, e probabilmente non l’ideale per la sua maturazione come donna.
Il lato negativo della cosa è che adesso probabilmente vorrà passare del tempo con il padre e con la sorellina in montagna, e questo vorrà dire che la vedrò ancora di meno... Però è anche giusto così.
E poi, visto come leghiamo bene insieme a letto, direi che anche a me farà piacere rivedere Fulvio, di tanto in tanto...

- Certo che potevate fare un po’ meno di casino questa notte – commenta la Giulia quando ci fermiamo a bere un caffè a metà strada – Tu e papà sembrava doveste buttare giù la parete da un momento all’altro!
Sollevo lo sguardo su di lei dalla mia tazzina e la vedo sorridere da un orecchio all’altro, gli occhi verdissimi che splendono come smeraldi.
- Vi abbiamo tenute sveglie?
Lei arriccia il naso con una smorfia allegra: - Veramente no... Però è stato divertente. All’inizio ero un po’ imbarazzata per via della Giorgia, ma poi ho capito che anche lei lo trovava buffo. In fondo voi due siete i miei genitori: non c’è niente di sconveniente che facciate l’amore.
Giusto.
No, non devo preoccuparmi: la Giorgia non è più una bambina, e comunque loro due hanno parlato molto fra loro e Giulia non le ha nascosto niente... Beh, quasi niente.
Tiro un sospiro di sollievo: non mi sembra il caso che la piccola sappia del rapporto un po’ particolare fra sua sorella e me.
Giulia ridacchia: - Deve crescere ancora un po’ prima che le dica una cosa del genere... Immagino che dovrà almeno compiere i quindici anni.
La guardo storto: - Ma li compirà fra poco...
- Un paio di mesi – annuisce lei, contenta – Più o meno quando io ne faccio diciotto!

Scarico la Giulia all’imbarcadero davanti all’ingresso del collegio, e la osservo sculettare in tuta da motociclista verso l’ingresso, con il casco sottobraccio e il trolley al seguito.
Probabilmente anche con la mia telefonata di giustificazione per l’assenza di oggi le faranno una bella lavata di capo, ma ho la netta impressione che a lei non faccia né caldo né freddo.
Questo weekend per lei è stato importante, lo so.

***

La schiava mi fa trovare la doccia ben calda e la cena quasi pronta.
Mi rilasso grata sotto il getto d’acqua calda mentre lei mi apparecchia la tavola. Ho la schiena a pezzi dopo la corsa in moto, ma sono davvero soddisfatta: era da tempo che volevo andare a ritrovare luoghi e persone della mia luna di fiele, e sono grata alla Giulia che mi ha dato la spinta che mi serviva a farlo davvero... Anche se una schiena dolorante è il prezzo da pagare.
Mentre mangio la pasta all’amatriciana seduta da sola a tavola, osservo sorridendo le foto che mi ha mandato Eva sul cellulare.
Perché non sono sorpresa?
Astrid e Karin che si baciano teneramente in un letto disfatto... Al margine dell’immagine si vede anche il piedino malizioso della fotografa che fa capolino fra le gambe sfrontatamente aperte della bella contessa.
Nuova immagine: un piatto di aringhe crude; meno male che ho finito di mangiare, o perderei l’appetito: Eva lo fa apposta...
Uh, andiamo sul pesante... Questa è Astrid che lecca la passera di Karin. O viceversa? Non si capisce bene, la faccia è coperta dalla coscia dell’altra, e sono brune tutt’e due.
Torrido... Eva che ci dà di strapon con Karin; la foto deve averla presa Astrid.
Hmmm... Questa volta è Karin in azione con Astrid: la sua prima esperienza attiva con lo strap! Un evento da celebrare...
Infatti: Astrid ed Eva tutte e due addosso a Karin che le fanno la festa... Questo deve essere un autoscatto.
Cazzo, adesso sono in fregola anch’io!
Schiocco le dita e richiamo la schiava dal cucinino dove stava finalmente mangiando un boccone anche lei.
Mi guarda con i suoi occhioni dolci e sottomessi, e io allargo le gambe senza alzarmi dalla sedia.
- Mi è venuta voglia - le comunico – Leccami la fica, e vedi di farmi godere in fretta, che ne ho bisogno!
La Roby s’illumina tutta e si getta in ginocchio sotto il tavolo per raggiungere la mia passerotta spelacchiata e bollente: vorrà dire che invece delle patate bollite si mangerà la mia, di patatina...

Dopo che la schiava ha soddisfatto diligentemente le mie voglie mi distendo comoda sul divano e ricontrollo il cellulare.
Non ci sono altre foto dall’Olanda. In compenso ce n’è una dal collegio: la Giulia si è scattata un selfie nella sua cameretta. È raggiante e mi strizza un occhio.
Sotto c’è scritto: “Grazie Pat. È stato il più bel weekend della mia vita. Ti amo”.
Mi sento sciogliere dentro nel percepire la gioia della mia cucciola.
Sono così contenta che richiamo la schiava dal suo strapuntino, e le comunico che questa notte dormirà con me.
La Roby si fa la pipì addosso per quanto è contenta...

***

Il mattino dopo butto fuori la schiava a calci dal mio letto (come si è permessa di dormire accanto a me dopo che le ho fatto il culo con lo strapon?), poi mentre lei zoppica via singhiozzando a gambe larghe per il dolore (non ho sprecato lubrificante con lei, quando l’ho sfondata) mi stiracchio e mi accorgo che indosso ancora il mio giocattolo, che è sporco di sangue sul davanti.
Forse dovrei portare la Roby dal veterinario per vedere se l’ho danneggiata troppo?
Naah!
Faccio la doccia, poi vado a fare jogging mentre la schiava mi prepara la colazione.
Domani torna Eva: devo tenermi in forma per la mia donna...
scritto il
2019-04-16
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