Il Prete Bello. (IV)
di
Tibet
genere
pulp
L’amante del sindaco morto non si dava pace. Gli mancava troppo. Pensava a lui in ogni attimo della giornata. Si caricava sempre più di un livore vendicativo. Si mise al tavolo di cucina e scrisse una lettera anonima, poi la imbucò.
Al Prete Bello non bastò l’incontro. Appena fuori dell’uscio della casa del sindaco morto la voglia di lei lo riprese. Ora la libidine lo mordeva, ma non solo, voleva dividere con lei ogni attimo del giorno, affrontare ogni problema quotidiano assieme, da molto si era reso conto di essere innamorato. Pazzamente innamorato e che per lei sarebbe stato disposto ad ogni gesto, anche il più inconsulto.
Ricordò mentre tornava in chiesa il colloquio avuto con il sindaco, il marito... qualche giorno prima della sua morte. Le sue minacce, il suo atteggiamento ultimativo. Era presto detto: non sapeva se fosse vera o meno la cosa, ma doveva far cessare le molte chiacchiere che circolavano in paese sulla relazione con sua moglie o avrebbe avvertito il Vescovo di quanto accadeva.
Ciò avrebbe causato il suo allontanamento e lui non poteva più concepire la vita senza di lei.
Il maresciallo dubitava delle cose troppo semplici. Spesse volte si prendono delle cantonate enormi a dar credito alle prime convinzioni. Per dovere d’ufficio scrisse un rapporto per il Giudice per le indagini preliminari, presentandogli i fatti rilevati fino al momento attuale.
E andò a parlare con il parroco.
Il Prete Bello accolse il maresciallo in sagrestia.
Il maresciallo si rendeva conto che era una cosa inconsueta sospettare un prete di un omicidio e partì da lontano con le domande. Presto dovette arrivare al dunque. Intanto doveva convenire che poche volte aveva visto un uomo così bello. Gli occhi verdi contrastavano con i capelli corvini. Il fisico sembrava quello di un atleta e la tonaca non faceva altro che evidenziare il tutto.
Ecco le domande e le risposte del Prete Bello.
-Risponde al vero che ha una relazione intima con la moglie del defunto?
Sono solo il suo assistente spirituale, nulla di più, lei è una donna sposata e con figli, una buona cristiana.
-Dove era il pomeriggio del delitto?
Ero impegnato in una visita pastorale ad un’inferma.
-La signora X.?
Si, proprio lei.
-Per quanto tempo?
Non ricordo esattamente, so che era nel pomeriggio.
-Ritornò in paese dopo che il delitto era avvenuto?
Si... al ritorno seppi del fatto, intervenni sul luogo per dare l’estrema unzione.
-Cosa aveva usato per raggiungere il luogo della visita?
La moto, la mia moto.
-Non aveva avuto una relazione sessuale con la figlia del sig. X?
No, solo contatti di tipo parrocchiale.
-Questo non collima con quanto afferma l’interessata, che parla di una relazione sessuale, da lei interrotta causa la nuova relazione con la moglie del sindaco.
L’interessata lavora troppo di fantasia. Lei ha provato delle avance e io le ho respinte.
-Sapeva che il sig. X. aveva diverse armi? E fra le tante anche un fucile carabina Remington 40SX tactical?
Ho visto l’armadio delle armi, ma non conosco i vari tipi di fucile.
-Non lo ha mai usato?
Una volta ho partecipato ad una partita di caccia con il sig X. Ma non ricordo l’arma che ho usato.
-Il sig X, a detta della figlia, ha affermato che lei è un ottimo tiratore e che ha una buona conoscenza delle armi, conferma?
Solo una coincidenza fortunata in quell’occasione e no, non conosco bene le armi.
-Sa dove il Sig. X teneva la chiave dell’armadio delle armi?
Non lo so.
-Il sindaco defunto sospettava di una relazione intima fra lei e sua moglie? Non gliene ha mai chiesto spiegazioni?
No, mai è accaduto qualcosa del genere.
-Risulta che lei, come parroco o come subordinato, sia stato allontanato diverse volte dai luoghi dove esercitava il suo compito, si parla sempre di cose sessuali, cosa c’è di vero?-
Sono solo chiacchiere e maldicenze. Nulla di vero.
Finì così il loro colloquio.
Il maresciallo mentre tornava alla stazione dei carabinieri si chiedeva quanto e in cosa il Prete Bello avesse mentito. Scrisse il rapporto e lo mandò al magistrato, chiedeva un mandato per acquisire il fucile, una perquisizione per l’alloggio del parroco e l’autorizzazione ad interrogare il religioso in caserma. Di poterlo torchiare un po’. A breve gli pervenne la risposta da parte del Giudice per le indagini preliminari. No alla perquisizione in parrocchia. Si all’interrogatorio e all’acquisizione dell’arma, all’incontro voleva partecipare anche il magistrato.
Il maresciallo continuava a provare una strana sensazione sentiva che qualcosa non quadrava, che gli sfuggiva.
Il Prete Bello aveva un solo ed unico interesse, tenere fuori da questa brutta storia lei. Il resto era sopportabile. Era disposto a subire anche un calvario pur di salvare la sua immagine. Avrebbe negato tutto... anche davanti ad un crocefisso.
Al Prete Bello non bastò l’incontro. Appena fuori dell’uscio della casa del sindaco morto la voglia di lei lo riprese. Ora la libidine lo mordeva, ma non solo, voleva dividere con lei ogni attimo del giorno, affrontare ogni problema quotidiano assieme, da molto si era reso conto di essere innamorato. Pazzamente innamorato e che per lei sarebbe stato disposto ad ogni gesto, anche il più inconsulto.
Ricordò mentre tornava in chiesa il colloquio avuto con il sindaco, il marito... qualche giorno prima della sua morte. Le sue minacce, il suo atteggiamento ultimativo. Era presto detto: non sapeva se fosse vera o meno la cosa, ma doveva far cessare le molte chiacchiere che circolavano in paese sulla relazione con sua moglie o avrebbe avvertito il Vescovo di quanto accadeva.
Ciò avrebbe causato il suo allontanamento e lui non poteva più concepire la vita senza di lei.
Il maresciallo dubitava delle cose troppo semplici. Spesse volte si prendono delle cantonate enormi a dar credito alle prime convinzioni. Per dovere d’ufficio scrisse un rapporto per il Giudice per le indagini preliminari, presentandogli i fatti rilevati fino al momento attuale.
E andò a parlare con il parroco.
Il Prete Bello accolse il maresciallo in sagrestia.
Il maresciallo si rendeva conto che era una cosa inconsueta sospettare un prete di un omicidio e partì da lontano con le domande. Presto dovette arrivare al dunque. Intanto doveva convenire che poche volte aveva visto un uomo così bello. Gli occhi verdi contrastavano con i capelli corvini. Il fisico sembrava quello di un atleta e la tonaca non faceva altro che evidenziare il tutto.
Ecco le domande e le risposte del Prete Bello.
-Risponde al vero che ha una relazione intima con la moglie del defunto?
Sono solo il suo assistente spirituale, nulla di più, lei è una donna sposata e con figli, una buona cristiana.
-Dove era il pomeriggio del delitto?
Ero impegnato in una visita pastorale ad un’inferma.
-La signora X.?
Si, proprio lei.
-Per quanto tempo?
Non ricordo esattamente, so che era nel pomeriggio.
-Ritornò in paese dopo che il delitto era avvenuto?
Si... al ritorno seppi del fatto, intervenni sul luogo per dare l’estrema unzione.
-Cosa aveva usato per raggiungere il luogo della visita?
La moto, la mia moto.
-Non aveva avuto una relazione sessuale con la figlia del sig. X?
No, solo contatti di tipo parrocchiale.
-Questo non collima con quanto afferma l’interessata, che parla di una relazione sessuale, da lei interrotta causa la nuova relazione con la moglie del sindaco.
L’interessata lavora troppo di fantasia. Lei ha provato delle avance e io le ho respinte.
-Sapeva che il sig. X. aveva diverse armi? E fra le tante anche un fucile carabina Remington 40SX tactical?
Ho visto l’armadio delle armi, ma non conosco i vari tipi di fucile.
-Non lo ha mai usato?
Una volta ho partecipato ad una partita di caccia con il sig X. Ma non ricordo l’arma che ho usato.
-Il sig X, a detta della figlia, ha affermato che lei è un ottimo tiratore e che ha una buona conoscenza delle armi, conferma?
Solo una coincidenza fortunata in quell’occasione e no, non conosco bene le armi.
-Sa dove il Sig. X teneva la chiave dell’armadio delle armi?
Non lo so.
-Il sindaco defunto sospettava di una relazione intima fra lei e sua moglie? Non gliene ha mai chiesto spiegazioni?
No, mai è accaduto qualcosa del genere.
-Risulta che lei, come parroco o come subordinato, sia stato allontanato diverse volte dai luoghi dove esercitava il suo compito, si parla sempre di cose sessuali, cosa c’è di vero?-
Sono solo chiacchiere e maldicenze. Nulla di vero.
Finì così il loro colloquio.
Il maresciallo mentre tornava alla stazione dei carabinieri si chiedeva quanto e in cosa il Prete Bello avesse mentito. Scrisse il rapporto e lo mandò al magistrato, chiedeva un mandato per acquisire il fucile, una perquisizione per l’alloggio del parroco e l’autorizzazione ad interrogare il religioso in caserma. Di poterlo torchiare un po’. A breve gli pervenne la risposta da parte del Giudice per le indagini preliminari. No alla perquisizione in parrocchia. Si all’interrogatorio e all’acquisizione dell’arma, all’incontro voleva partecipare anche il magistrato.
Il maresciallo continuava a provare una strana sensazione sentiva che qualcosa non quadrava, che gli sfuggiva.
Il Prete Bello aveva un solo ed unico interesse, tenere fuori da questa brutta storia lei. Il resto era sopportabile. Era disposto a subire anche un calvario pur di salvare la sua immagine. Avrebbe negato tutto... anche davanti ad un crocefisso.
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