Mare mare 1 parte
di
RSG69
genere
tradimenti
Intanto volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto i miei racconti, momenti della mia vita vissuta negli ultimi quindici anni, e dire a coloro che hanno commentato un doppio grazie ma per il momento non mi sento in grado di poter rispondere, forse in futuro, al momento posso mettermi al computer solo in momenti molto fugaci così ne approfitto per scrivere e sfogarmi. Sfogarmi è il termine adatto perché mi viene da raccontare solo episodi in cui mi sono “vendicata” dell’arroganza di mio marito cornificandolo anche quando proprio non ci pensavo, mentre se mi suonassero ora al campanello gliele metterei subito.
Purtroppo sono da sola e la mia trasgressione è stare nuda e scrivere al pc; qualche settimana dopo il precedente racconto decidiamo di andare anche noi al mare a trovare mia sorella al mare, anche se la casa è piccola per un fine settimana ci saremmo adattati sperando che non ci sarebbero state discussione fra i nostri mariti. Arrivati, facciamo un salto a casa a lasciare la borsa e li raggiungiamo in spiaggia ed appena in costume, in particolare quando erano presenti altre persone che venivano a salutarci, frequentiamo il lido da molti anni così ogni anno rivediamo sempre le stesse persone con alcune delle quali siamo cresciute insieme, iniziò a criticarmi con fare arrogante e sprezzante con frasi del tipo “ma guarda quanto sei grassa!”, “hai un’abbronzatura a chiazze che proprio non ti si può guardare”, “forse è meglio se ti copri” anche esagerando tanto che qualcuno si sentì anche in dovere di intervenire dicendo “Stefania, non lo stare a sentire, sei molto bella così come sei”. Ero furiosa così decisi che non sarei andata a casa a pranzo ma sarei rimasta a prendere il sole in spiaggia ma sarei andata dopo la spiaggia libera, un po’ nascosta dalle dune così avrei preso il sole in topless in modo da sistemare un po’ l’abbronzatura che a lui faceva tanto schifo. Quando loro decisero di andare a casa, Massimo a malincuore ma Francesca non lo avrebbe mai lasciato perché voleva che l’aiutasse a casa con i due figli, e si incamminarono verso casa io presi il telo e la crema protettiva e mi diressi verso la spiaggia libera, mentre cecavo dome mettermi pensavo a quanto cattivo fosse stato verso di me e rimuginavo come fargliela pagare. Trovai un posticino niente male, praticamente a fine spiaggia, oltre l’ultima duna, dopo si doveva tornare indietro, stesi il telo che mi ero sistemata in vita come fosse un pareo, mi sistemai lo slip dentro il solco del sedere facendolo diventare quasi un tanga, slacciai il filo del reggiseno e liberai le tette, una terza abbondante, molto abbondante, con due bei capezzoli grossi e scuri quasi sempre duri. Mi sedetti e mi misi la crema con dei sensuali massaggi facendola assorbire bene sia alle cosce che alle tette poi mi buttai giù di schiena a cuocere al sole ed in mostra a chi avesse voluto camminare fino là in fondo e a dir la verità ogni tanto sentivo qualche voce ed i commenti di quello che mi avrebbero fatto ma rimasi distesa e con gli occhi chiusi, cullata dalla brezza e dal rumore del mare mi assopii. Dopo pochi minuti sentivo delle voci molto vicine di persone che si erano sedute al mio fianco, aprendo gli occhi vidi che si trattava di due uomini del nostro stabilimento balneare, conoscenti della nostra cerchia di amicizie, mi tirai un poco su appoggiandomi sui gomiti ma rimanendo sdraiata e chiesi loro cosa ci facevano, la risposta mi fece risalire la rabbia che il bagno di sole aveva placato “abbiamo incrociato tuo marito mentre andava a casa, gli abbiamo chiesto come mai fosse solo e lui ci ha detto che andava a casa, poi senza che glielo chiedessimo ci ha detto che te invece eri venuta quaggiù a prendere il sole nuda quasi fosse un invito a venire ed a noi non pareva il vero di venirti a guardate le tue tettone favolose” disse uno, mentre l’altro continuò “poi Stefania ti volevo dire che tuo marito mi sembra matto, non può trattarti in quel modo come stamani e poi non è vero, non c’è uomo al bagno che non ti salterebbe subito addosso!”. Li ascoltavo e rimuginavo su cosa gli avrei detto quando lo rivedevo d’altra parte però la situazione mi eccitava moltissimo tanto che i capezzoli mi si erano induriti come chiodi e lo slip bianco non riusciva a celare il lago che la fica produceva, agii d’istinto e gli dissi che “visto che siete venuti fin qua per vedere, allora guardate bene”, mi alzai andando coi piedi in acqua finché non arrivò al ginocchio, mi piegai a 90 gradi mostrando loro anche il culo, mi sciacquai le mani e tornai da loro son le braccia alte a sistemarmi i capelli dietro la testa in modo da mettere ancora più in evidenza il seno, uno mi disse, di fermarmi per farmi una foto col telefonino, appena scattata tornai a sedermi accanto a loro. Quando ero andata sulla battigia avevo potuto notare che oltre la duna non c’era nessuno, le prime persone saranno state a più di cento metri così la troia che è in me prese il sopravvento, “ho le mani bagnate, mi aiutate con la crema?” spruzzandomela sulle tette e sulle gambe; non ci fu bisogno di altri inviti, i due iniziarono a massaggiarmi il corpo, uno mi strizzava le tette ed incominciò a baciarmi i capezzoli, l’altro mi massaggiò l’interno coscia fino ad arrivare a toccarmi la fica, prima da sopra il costume poi, spostando la stoffa direttamente a pelle. Pochi minuti e mi tolse completamente le mutandine buttandosi a capo fitto in una gran leccata di fica che in poche slinguate mi fece raggiungere il primo orgasmo.
“ho voglia dei vostri cazzi – dissi loro – controlla che non arrivi nessuno”, l’uomo che mi stava lavorando le tette si alzò, dette un occhiata e tornando giù si calò il costume mettendo in mostra un gran bell’arnese duro, disse: ”No! Non arriva nessuno, puoi fare la troia quanto ti pare”. Le parole mi fecero infoiare, in effetti volevo fare la troia e non avevo intenzione di fermarmi. Iniziai a divorare il suo cazzo, glielo leccai tutto lungo l’asta prendendogli in cocca anche le palle facendolo gemere dal desiderio, poi tutto in bocca fino alla gola fino a rimanere quasi soffocata, mi girai mettendomi a pecorina continuando a spompinarne uno ed agevolando la penetrazione dell’altro che subito mi penetrò con vigore senza trovare resistenza e sferrando forti colpi col bacino provocando un gran rumore al contatto dei nostri corpi. Raggiunsi un nuovo orgasmo e li feci cambiare posizione, volevo sentire il sapore anche dell’altro cazzo anche se mischiato al sapore dei miei umori. Quando uno mi disse che stava per sborrare, mi sdraiai e lo feci salire sopra di me facendoli inserire l’uccello fra le tette così che mi sborrasse sopra il seno, faccia e bocca, uno, due, tre colpi di spagnola e mi riempì del suo liquido, lasciò il posto all’altro che a sua volta mi sborrò addosso una quantità incredibile di sperma. Mi lascia cadere indietro, prima stetti qualche minuto ad occhi chiusi come per assaporare la scopata appena fatta poi mi sedetti guardando i due che erano entrati in acqua fino alla vita sia per lavarsi che probabilmente per urinare, mi guardavano sorridendomi mentre io mi ripulivo il viso ingollando quanto più sperma potessi e poi spalmandomi sui seni come fosse una crema protettiva la sborra depositata ed una volta ben stesa in modo che solo un occhio attento se ne potesse accorgere , li raggiunsi, ancora senza costume ad espletare anche io il miei bisogni ci rivestimmo e ci incamminammo verso il nostro bagno. …. continua …. (RSG69)
Purtroppo sono da sola e la mia trasgressione è stare nuda e scrivere al pc; qualche settimana dopo il precedente racconto decidiamo di andare anche noi al mare a trovare mia sorella al mare, anche se la casa è piccola per un fine settimana ci saremmo adattati sperando che non ci sarebbero state discussione fra i nostri mariti. Arrivati, facciamo un salto a casa a lasciare la borsa e li raggiungiamo in spiaggia ed appena in costume, in particolare quando erano presenti altre persone che venivano a salutarci, frequentiamo il lido da molti anni così ogni anno rivediamo sempre le stesse persone con alcune delle quali siamo cresciute insieme, iniziò a criticarmi con fare arrogante e sprezzante con frasi del tipo “ma guarda quanto sei grassa!”, “hai un’abbronzatura a chiazze che proprio non ti si può guardare”, “forse è meglio se ti copri” anche esagerando tanto che qualcuno si sentì anche in dovere di intervenire dicendo “Stefania, non lo stare a sentire, sei molto bella così come sei”. Ero furiosa così decisi che non sarei andata a casa a pranzo ma sarei rimasta a prendere il sole in spiaggia ma sarei andata dopo la spiaggia libera, un po’ nascosta dalle dune così avrei preso il sole in topless in modo da sistemare un po’ l’abbronzatura che a lui faceva tanto schifo. Quando loro decisero di andare a casa, Massimo a malincuore ma Francesca non lo avrebbe mai lasciato perché voleva che l’aiutasse a casa con i due figli, e si incamminarono verso casa io presi il telo e la crema protettiva e mi diressi verso la spiaggia libera, mentre cecavo dome mettermi pensavo a quanto cattivo fosse stato verso di me e rimuginavo come fargliela pagare. Trovai un posticino niente male, praticamente a fine spiaggia, oltre l’ultima duna, dopo si doveva tornare indietro, stesi il telo che mi ero sistemata in vita come fosse un pareo, mi sistemai lo slip dentro il solco del sedere facendolo diventare quasi un tanga, slacciai il filo del reggiseno e liberai le tette, una terza abbondante, molto abbondante, con due bei capezzoli grossi e scuri quasi sempre duri. Mi sedetti e mi misi la crema con dei sensuali massaggi facendola assorbire bene sia alle cosce che alle tette poi mi buttai giù di schiena a cuocere al sole ed in mostra a chi avesse voluto camminare fino là in fondo e a dir la verità ogni tanto sentivo qualche voce ed i commenti di quello che mi avrebbero fatto ma rimasi distesa e con gli occhi chiusi, cullata dalla brezza e dal rumore del mare mi assopii. Dopo pochi minuti sentivo delle voci molto vicine di persone che si erano sedute al mio fianco, aprendo gli occhi vidi che si trattava di due uomini del nostro stabilimento balneare, conoscenti della nostra cerchia di amicizie, mi tirai un poco su appoggiandomi sui gomiti ma rimanendo sdraiata e chiesi loro cosa ci facevano, la risposta mi fece risalire la rabbia che il bagno di sole aveva placato “abbiamo incrociato tuo marito mentre andava a casa, gli abbiamo chiesto come mai fosse solo e lui ci ha detto che andava a casa, poi senza che glielo chiedessimo ci ha detto che te invece eri venuta quaggiù a prendere il sole nuda quasi fosse un invito a venire ed a noi non pareva il vero di venirti a guardate le tue tettone favolose” disse uno, mentre l’altro continuò “poi Stefania ti volevo dire che tuo marito mi sembra matto, non può trattarti in quel modo come stamani e poi non è vero, non c’è uomo al bagno che non ti salterebbe subito addosso!”. Li ascoltavo e rimuginavo su cosa gli avrei detto quando lo rivedevo d’altra parte però la situazione mi eccitava moltissimo tanto che i capezzoli mi si erano induriti come chiodi e lo slip bianco non riusciva a celare il lago che la fica produceva, agii d’istinto e gli dissi che “visto che siete venuti fin qua per vedere, allora guardate bene”, mi alzai andando coi piedi in acqua finché non arrivò al ginocchio, mi piegai a 90 gradi mostrando loro anche il culo, mi sciacquai le mani e tornai da loro son le braccia alte a sistemarmi i capelli dietro la testa in modo da mettere ancora più in evidenza il seno, uno mi disse, di fermarmi per farmi una foto col telefonino, appena scattata tornai a sedermi accanto a loro. Quando ero andata sulla battigia avevo potuto notare che oltre la duna non c’era nessuno, le prime persone saranno state a più di cento metri così la troia che è in me prese il sopravvento, “ho le mani bagnate, mi aiutate con la crema?” spruzzandomela sulle tette e sulle gambe; non ci fu bisogno di altri inviti, i due iniziarono a massaggiarmi il corpo, uno mi strizzava le tette ed incominciò a baciarmi i capezzoli, l’altro mi massaggiò l’interno coscia fino ad arrivare a toccarmi la fica, prima da sopra il costume poi, spostando la stoffa direttamente a pelle. Pochi minuti e mi tolse completamente le mutandine buttandosi a capo fitto in una gran leccata di fica che in poche slinguate mi fece raggiungere il primo orgasmo.
“ho voglia dei vostri cazzi – dissi loro – controlla che non arrivi nessuno”, l’uomo che mi stava lavorando le tette si alzò, dette un occhiata e tornando giù si calò il costume mettendo in mostra un gran bell’arnese duro, disse: ”No! Non arriva nessuno, puoi fare la troia quanto ti pare”. Le parole mi fecero infoiare, in effetti volevo fare la troia e non avevo intenzione di fermarmi. Iniziai a divorare il suo cazzo, glielo leccai tutto lungo l’asta prendendogli in cocca anche le palle facendolo gemere dal desiderio, poi tutto in bocca fino alla gola fino a rimanere quasi soffocata, mi girai mettendomi a pecorina continuando a spompinarne uno ed agevolando la penetrazione dell’altro che subito mi penetrò con vigore senza trovare resistenza e sferrando forti colpi col bacino provocando un gran rumore al contatto dei nostri corpi. Raggiunsi un nuovo orgasmo e li feci cambiare posizione, volevo sentire il sapore anche dell’altro cazzo anche se mischiato al sapore dei miei umori. Quando uno mi disse che stava per sborrare, mi sdraiai e lo feci salire sopra di me facendoli inserire l’uccello fra le tette così che mi sborrasse sopra il seno, faccia e bocca, uno, due, tre colpi di spagnola e mi riempì del suo liquido, lasciò il posto all’altro che a sua volta mi sborrò addosso una quantità incredibile di sperma. Mi lascia cadere indietro, prima stetti qualche minuto ad occhi chiusi come per assaporare la scopata appena fatta poi mi sedetti guardando i due che erano entrati in acqua fino alla vita sia per lavarsi che probabilmente per urinare, mi guardavano sorridendomi mentre io mi ripulivo il viso ingollando quanto più sperma potessi e poi spalmandomi sui seni come fosse una crema protettiva la sborra depositata ed una volta ben stesa in modo che solo un occhio attento se ne potesse accorgere , li raggiunsi, ancora senza costume ad espletare anche io il miei bisogni ci rivestimmo e ci incamminammo verso il nostro bagno. …. continua …. (RSG69)
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