Piede di fata
di
anna rizza
genere
etero
Devo comunque sottolineare che le trasgressioni più piccanti sono quelle che avvengono durante i periodo di vacanza, complice sicuramente il fascino stesso del dolce far niente, che stimola la fantasia, oppure, se si tratta di vacanze estive, anche il fatto che il caldo aiuta a scoprirsi senza particolari sospetti, o ancora la semplice lontananza dai luoghi di routine, nella quale si ha più timore di essere giudicati, inoltre figuriamoci, il fatto di essere tendenzialmente un inguaribile esibizionista già di per se nella quotidianità, nei luoghi di vacanza si amplifica, come ho già raccontato in precedenza, con le imprese del “budello di Alassio” e con il “garzone del pizza expres”, tutte e due avvenute durante le vecchie vacanze estive, diciamo che in vacanza amo scompigliare ancora di più, un altro degli episodi che io metto nella categoria “sconvolgere” è stato quello quando un estate al mare aspettando gli amici della ciurma e annoiandomi in spiaggia un pomeriggio diedi una strizzatina ad un perfetto sconosciuto che prendeva il sole vicino al mio lettino, Era la fine di luglio di li a qualche giorno saremmo tornati in città. Ma cominciamo dall’inizio:
- Sono gia due settimane che siamo al mare, Giorgio e Mirko sono andati in barca con dei pescatori del posto e probabilmente questa sera mangeremo pesce pescato da loro ed a me toccherà pulirlo, visto che arriveranno anche tutti gli altri della ciurma.
Le ore passate al sole hanno già offerto il loro contributo alla mia pelle che appare già abbronzata. La spiaggia non è fortunatamente troppo affollata e l’acqua appare limpida ed invitante.
Oggi pomeriggio si è alzata una lieve brezza ed al sole si sta benissimo.
Il mio sguardo si posa sulle persone che trascorrono come me le loro ore sulla spiaggia: una coppia con due bambini piccoli che si divertono a costruire improbabili castelli di sabbia, una donna anziana rannicchiata sulla sdraio sotto l’ombrellone, l’onnipresente venditore ambulante che pubblicizza le sue false borse griffate.
Alla mia destra, ad una decina di metri e tre ombrelloni da me un ragazzo sdraiato sul lettino legge un libro mentre il sole lo illumina per intero.
Deve essere molto alto visto che nonostante la testa sia poggiata sulla parte alta del lettino i piedi avanzano fuori. La sua pelle è molto abbronzata ed il fisico appare asciutto e muscoloso. Ha capelli corti neri ed il viso semicelato da un paio d'ampi occhiali da sole. Indossa un paio di boxer multicolore rimboccati un poco sotto per lasciar abbronzare la parte alta delle cosce ben fatte.
Dalla posizione in cui mi trovo non saprei dire se è un bel ragazzo o meno ma sicuramente il suo corpo emana un'indiscutibile virilità.
Prendo una rivista e comincio a sfogliarla. Ogni tanto il mio sguardo si posa sul ragazzo del libro che continua imperterrito a leggere.
E’ tempo di rinfrescarsi con una bella nuotata. Cammino a piedi nudi sulla sabbia infuocata raggiungendo velocemente il bagnasciuga. Il primo contatto con l’acqua mi fa rabbrividire e mi getto fra le onde godendo del fresco abbraccio.
Risalgo verso la spiaggia e faccio un giro più largo per passare vicino al ragazzo del libro. Ha smesso di leggere. Il libro è buttato sulla sacca da spiaggia e non riesco a capire se il ragazzo stia dormendo o no. Gli passo davanti ancheggiando leggermente.
“Che pezzo di gnocca!” E’ un sussurro più che una frase pronunciata e io fingo di non averla udita, proseguendo verso il mio ombrellone e sdraiandomi sul lettino.
Senza palesare il mio interesse sogguardo nella sua direzione e lo vedo osservarmi. La cosa mi fa molto piacere. Quando gli sono passata vicino, nonostante portasse ancora gli occhiali da sole, ho notato un bel viso dalla mascella forte e dalla bocca ben disegnata.
Il sole si è spostato e giro il lettino per seguirne la lenta discesa. Ora il ragazzo del libro è alle mie spalle e non posso più seguirne i movimenti.
Accendo una sigaretta e ne assaporo l’aroma prima di riprendere a sfogliare la rivista.
Trascorrono brevi minuti.
”Ciao, scusa, hai da accendere?”
Alzo lo sguardo e vedo il ragazzo del libro sorridente vicino a me con una sigaretta in mano.
“Certo” rovisto nella borsa e avvicino l’accendino acceso alla sua sigaretta.
Lui prende con le sue le mie mani e se le avvicina al viso.
“Grazie, io sono Sandro”
“Prego, io sono Anna”
”Sei qui da sola?” la domanda è un poco sfacciata ma rispondo comunque.
- Si, oggi si, e tu?”
“Anche io solo”
“ Vuoi sederti?” lo invito ritraendo i piedi in modo da fargli spazio sul fondo del lettino.
Lui si siede e si toglie gli occhiali. Ha uno sguardo profondo e due occhi di un nero limpido.
Le solite due chiacchiere, a dire il vero scontate, ma la cosa che mi colpisce è il modo sfrontato con il quale scruta il mio corpo. Il suo sguardo si posa sui miei seni coperti dal leggero costume, scende lungo l’addome risalendo alle cosce piegate.
“Ti va di bere qualcosa?” propone lui.
“Si, volentieri”
guardo l’ora sono quasi le 5 e trenta, tra poco dovrò andare a casa a preparare tutto per i miei pescatori, ci alziamo, io calzo le ciabattine rigorosamente con il tacco, prendo la borsa e ci metto dentro il telo mare ci incamminiamo verso il vicino bar della spiaggia dove lui sceglie un tavolino all’ombra e seminascosto. seduto di fronte a me ed il piccolo tavolino quadrato ci separa.
Torna a guardarmi in maniera sfacciata. Sono convinta che con il suo modo di fare si diverta a cercare di mettermi in imbarazzo e subito decido di prevenirlo ed imbarazzarlo a mia volta.
Il cameriere ci porta da bere: io ho scelto una granita all’anice, lui una coca-cola.
”Ma una bella donna come te non si annoia tutta sola in spiaggia?” non mi piace il suo modo di proporsi, lo trovo scontato e poco intrigante. Decido di provocarlo e di sconvolgerlo.
Sfilo il piede destro dalla ciabattina e lo alzo, stendo la gamba e appoggio il piede direttamente sui suoi boxer, prendendo a muoverlo con delicatezza.
Il mio sguardo è fisso nel suo e vedo i suoi occhi ingrandirsi mentre dal suo viso appare lo stupore.
Il mio piede disegna spirali concentriche sul suo sesso che sento crescere ed indurirsi.
“Vuoi farmi diventare il cazzo duro qui al bar?”
L’ovvietà della sua affermazione mi fa sorridere.
”Si, voglio farti diventare il cazzo duro come un sasso.”
So che a molti uomini piace sentire una donna usare termini volgari e non esito a farlo ora:
“Ti piace il mio piede sul tuo cazzo vero?”
“Da morire… sta... sta diventando duro.”
In effetti, sento sotto il mio piede il suo sesso indurirsi e sono piacevolmente impressionata dalle sue dimensioni.
“Andiamo a scopare dai.” mi propone lui.
“Vorresti scoparmi? E come mi scoperesti?” “Ti scoperei tutta, ti farei godere.”
Modifico il movimento del mio piede. Comincio a muovere le dita su e giù, masturbandolo.
“Dai su andiamo, ho voglia di riempirti la fica.” E’ davvero sconvolto e un po’ mi fa pena.
“mmmm, e il culetto no?” lo sollecito.
“oh siiii, che troia sei!!! te lo metto anche su per il culo!!!.”
“si, sono troia. Lo adoro nel culo… mi piace sentirlo entrare… sentire che mi riempie.” Non sono eccitata ma desidero sconvolgerlo all’inverosimile.
Il mio piede continua a muoversi sul suo sesso che pulsa sotto il mio tocco: “Ho voglia di succhiarti il cazzo, spompinarti prima di farmi scopare da te.”
Evoco in lui l’immagine che ho appena descritto e sento il suo sesso muoversi sotto il mio piede, aiutato dai movimenti un poco scoordinati del suo bacino.
Il suo viso si tende e la bocca si torce in una buffa smorfia.
Sento qualcosa di caldo sotto la pelle del mio piede e capisco che sta venendo.
Le sue mani si posano sul mio piede fermandolo e spingendolo contro il suo sesso che sta eiaculando. E’ sconvolto.
Ritraggo il piede, infilo la ciabattina, do un ultimo assaggio alla granita quasi intatta e, recuperando il mio borsone, mi alzo e mi avvicino a lui avvicinando la mia bocca al suo orecchio.
“Grazie per la cola, forse è meglio se ti fai una doccia ora.”
La mia lingua scivola veloce sul suo orecchio prima che mi rialzi allontanandomi.
Fatti pochi passi mi volto a guardarlo e sul suo viso leggo lo stupore e l’incredulità per quell’avventura e per il modo in cui si è conclusa. Solo allora comincio ad eccitarmi, ho già in testa cosa fare con Giorgio appena arrivo a casa.
Infatti entro in casa e Mirko e Giorgio sono già in cortile pronti a dare il via alla grigliata, lancio uno sguardo a Giorgio e gli dico, “vado a farmi una doccia, puoi venire un attimo…” probabilmente il caldo ma Giorgio non se lo fa ripetere, entriamo entrambe sotto la doccia e in un attimo, lui è già eccitato, facciamo l ‘amore lì in piedi con la paura che Mirko salga e ci becchi, dura pochi minuti ma per me è nuovamente sconvolgente, attendevo quell’ momento da quando mi ero allontanata dal bar della spiaggia.
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