Al casello, marcondirondirondello

di
genere
etero


Il caldo non sembra mollare e l’idea che l’imbianchino non avesse potuto prendere iniziative vista la parentela con il suo giovane collega, mi aveva di nuovo fatto il solletico alla schiena.
Erano appena passate le 2 l’idea era quella di passare in ufficio da mio marito e fargli una sorpresina, ma al telefono mi dicono che era in riunione, il caldo non accennava a calare ed io avevo la maglia inzuppata di sudore, così mi fermai me la tolsi, infilandomi una casacca aderente con maniche corte e cerniera sul davanti, entrambi i finestrini della mia auto abbassati, mi godevo l’aria che entrava.
Non avevo alcuna meta, semplicemente vagavo per la rete stradale decidendo di cambiare direzione seguendo l’istinto.
Guidando ripensavo agli imbianchini, a quei momenti, mi sali eccitazione.
Rialzai i finestrini e accesi il climatizzatore nella speranza che questo potesse combattere le ondate di calore che divampano.
Sulla destra intravidi il cartello che indica il casello d'ingresso all’autostrada e senza pensarci troppo impegnai lo svincolo dirigendomi verso il casello.
L’autostrada era quasi deserta e restai sulla corsia centrale sempre pensando ai miei due imbianchini ed al fatto che avrei ancora avuto una possibilità prima che i miei suoceri tornassero dalla vacanza, ormai era diventata una questione di principio.
L’eccitazione non era certo diminuita e la mia mano scese ad accarezzare le cosce nude, risalendo poi verso l’inguine che sfioro con le dita sempre più vogliose.
I miei capezzoli si indurirono finirono per spuntare chiaramente dalla casacca leggera. Abbassai la cerniera sino a slacciare la casacca e liberare il seno che accarezzo voluttuosamente.
Un’autovettura mi sorpasso e mentre sfilava lentamente al mio fianco notai lo sguardo incredulo del passeggero che osserva il mio seno totalmente esposto.
La cosa mi fece rabbrividire dal piacere.
Vidi un cartello che indicava la prossima uscita e decisi di prenderla.
Il casello era piccolo, con un solo gabbiotto in uscita e lo sguardo dell’uomo sull’autovettura in sorpasso mi aveva davvero intrigata.
Non riallacciai la giubba e arrivo al casello dove porgo il biglietto al cassiere.
E’ un uomo di mezza età, segaligno, dallo sguardo spento di chi vorrebbe trovarsi in un altro luogo.
Prese il biglietto senza nemmeno girare il viso o rispondere al mio saluto.
Digitò non so quali cose sulla tastiera ed ecco comparire l’importo del pedaggio sul display. Gli porsi una banconota ed ecco che, voltandosi finalmente verso di me, realizzò che cosa si era perso.
I suoi occhi ebbero un guizzo e la sua bocca si apri lasciando penzoloni il labbro inferiore.
Gli sorrisi sventolandogli davanti la banconota e lui, ripresosi solo un poco, la prese.
I secondi passarono e vedevo il suo sguardo muoversi veloce tra il mio seno e la cassa.
Impiego un tempo incredibilmente lungo a contare il resto e a porgermelo.
Sorridendogli gli chiesi “sino a che ora lavora?” Per un attimo credo di aver parlato qualche lingua incomprensibile perchè mi guardo un poco stordito. “Sino alle 7 di stasera” rispose poi titubante.
“Buon lavoro allora, arrivederci.” lo salutai allontanandomi lentamente.
Erano appena le 3 e continuavo a guidare per le campagne a me sconosciute.
I chilometri si susseguivano ed io ripensavo al casellante sbalordito, alla sua espressione, mi immaginavo quello che in quel momento gli poteva essere passato per la mente.
Mi balenò l’idea bislacca di continuare a stupire mostrandomi.
Alle 4 decisi di dirigermi verso casa e quando vedo l’ingresso autostradale penso che se imboccassi l’autostrada mi dirigerei nuovamente verso il casello della mia esibizione.
Mentre guidavo veloce speravo che il casello fosse ancora deserto e che soprattutto non ci fosse alcun veicolo dietro di me quando fossi arrivata.
A poco più di un chilometro dalla mia meta, mi fermai sulla corsia d'emergenza il tempo necessario per sfilarmi il perizoma.
Mentre stavo per imboccare lo svincolo mi accorsi che una macchina mi seguiva, così in prossimità del casello mi accostai a destra per lasciarla passare, rialzai un po’ la cerniera della casacca ed attesi che il veicolo si allontanasse, prima di riabbassarla ed esporre il seno.
Il casellante evidentemente mi aveva già notata perché quando arrivo alla sua altezza era già rivolto verso di me.
Presi il biglietto che avevo appoggiato sul sedile del passeggero e volutamente lo lasciai cadere sul tappetino. Per raccoglierlo feci in modo di sollevare il sedere, lasciando che la gonna si alzasse in modo che si vedesse che nulla vi era a precludere la sua vista dalla mia intimità.
Restai in quella posizione per qualche secondo più del necessario, certa che lui scrutasse i miei glutei.
Quando mi rialzai sul sedile la gonna restò ben sollevata, gli porsi il biglietto con il denaro contato.
Lui allungo il collo per cercare di vedere tra le mie gambe ma evidentemente la portiera gli impediva la vista.
Guardai lo specchietto retrovisore non vi era alcun veicolo dietro di me, così aprii lo sportello allargando le gambe e mettendo un piede sul piano di chiusura della portiera.
Ora il mio sesso completamente depilato era chiaramente visibile dalla sua postazione e guardandolo in viso lo vidi umettarsi le labbra.
Un secondo controllo al retrovisore e scesi veloce dalla macchina.Lui arrossi.
Compresi il perché della sua reazione, il suo pene eretto che fuoriusciva dai calzoni slacciati.
Guardandolo negli occhi allungai un braccio e con la mano impalmai il suo sesso già pronto ad esplodere.
Lo masturbai lentamente, sempre attenta a che non arrivasse nessuno e dopo poco lui vene abbondantemente.
Gli sorrisi, mi sporsi verso di lui baciandolo sulla guancia.
Risalii in auto attendere risposta ripartii elettrizzata da quanto appena accaduto.
Quella sera quando Giorgio arrivo l’ho bloccai nel vialetto di casa erano quasi le 9 nessun vicino in vista, mi tirai su la minigonna e mi impalai su di lui, pochi energici colpi e venimmo entrambe, lì nel vialetto davanti al garages, poi siamo entrammo in casa abbracciati e soddisfatti, lui entusiasta di avere una femmina come me ed io di aver assaporato nuovamente l’unico uomo che sa soddisfarmi ogni volta.
scritto il
2011-07-15
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