Il bar
di
anna rizza
genere
etero
Il locale si trovava su una piazza al nostro arrivo era in pratica vuoto, un paio di tavolini con degli anzianotti che giocavano a carte e un signore distinto seduto ad un tavolino e stava mangiando un toast sorseggiando una bibita si leggeva il giornale, Laura era dietro il lungo bancone che leggeva una rivista, quando ci vide entrare si illuminò: “Ciao bamboline allora siete arrivate” scambiammo i saluti ed lei ci preparò due caffè, ci accomodammo al bancone su due degli alti sgabelli, per salirci entrambe dovemmo tirare un po’ su la gonna.
Continuammo a ciarlare includendo nei nostri discorsi Laura alla quale raccontai l’avventura con i vigili, suscitando la sua ilarità, intanto che parlavo notai l’immagine riflessa nella vetrata Di alcuni clienti che erano seduti ai tavolini, continuavano imperterriti a guardare verso di noi, più precisamente guardavano le gambe di Monica che senza accorgersene aveva appoggiato un piede a terra provocando la salita del vestito, dalla posizione di alcuni di loro sicuramente si poteva vedere gli slip, gli dissi guardando Monica: “ Oggi mi sa che i clienti si stanno godendo anche una vista niente male sulle tue mutande.” Nuovamente ci mettemmo a ridere, poi la Momy rispose: “Non siamo venute per tirare su il morale a questo posto?! E poi mica mi sono tappata da corsa per stare ferma ai box, se dobbiamo correre corriamo”.
“Ma sentila la maestrina” disse Laura: “Cosa direbbero i tuoi allievi se ti vedessero ora?”
Lei gli rispose: “Sono certa che imparerebbero a memoria la divina commedia se mi vedessero così.”
Ci mettemmo a ridere pensando al vecchio detto “ tira più un pelo di figa che una copia di buoi.”
Cosi decisi di fare anche io la mia parte, mi alzai e visto che davo le spalle ai clienti, lasciai che il mio abito salisse sino a scoprire i glutei, ora erano tutti perfettamente a conoscenza del colore rosso delle mie mutande ben piantate tra le natiche e il bianco candido delle mutande di Monica.
Ma a parte le occhiate nulla sembrava sbloccarsi più di tanto, così fu Monica a lanciare un idea: “Perché non organizzi una serata di promozione della birra o di qualche cos’altro, ti fai dare i gadget dai fornitori, poi be ci pensiamo noi a tirare su il morale, secondo voi Lara e Norma ci darebbero una mano?”.
Laura ci guardo pensierosa poi esordì: “be potrei chiamare il fornitore della “Moretti” che poi è l’unica che bevono qui, però come la organizziamo?”
A quel punto la Momy era partita: “Dunque dovresti prima di tutto chiamare il fornitore per farti mandare i gadget, e magari un premio un po’ più bello, poi stampare dei volantini con esempio una gara di carte, poi prendere il vecchio detto tira più un pelo di figa che una copia di buoi, organizziamo qualcosa noi ragazze, tipo il premio a chi beve di più, si guadagna una lap dance, oppure il bagno nella birra, però bisognerebbe trovare una piscinetta riempirla di birra e infilarci una di noi dentro, più se ne beve e più si scopre la ragazza, alla fine rimane solo la schiuma, oppure la gara di gavettoni di birra su noi ragazze”
Laura guardo Monica e gli disse: “ Certo che se ti metti sei una miniera di depravazione …”.
Poi guardò me e disse: “Mi piace la ragazza ha ingegno e non solo quello.”
La risata fu scontata, le idee c’erano ora serviva mettere in pratica quelle teorie.
Erano quasi le Durante il nostro summit, erano arrivati 4 operai per un aperitivo, si erano accomodati ad un tavolino di fronte al nostro.
Mi alzai scavallando le gambe in un gesto degno di basik instint, nella quale offrii anche ai nuovi arrivati la visione delle mie mutande, un paio di loro quelli seduti di pronte a noi drizzarono le orecchie come cani da punta.
Non ci feci caso subito, poi uscii dal locale con il telefono e chiamai Lara, mentre parlavo con lei spiegandogli la situazione del bar, vidi dalla vetrata che Laura era passata dietro il bancone, mentre Monica approfittando dell’arrivo dei 4 operai ed essendo lei seduta di fronte a loro come, aveva scavallato le gambe ed ora le teneva un po’ aperte sotto il tavolino, i quattro operai si erano messi praticamente tutti dallo stesso lato del tavolo, sembrava di vedere del muratori che stanno per leggere il telegiornale.
Dalla mia posizione potevo anche notare che un paio di loro approfittando della tuta larga si erano infilati una mano dentro e probabilmente se lo stavano pastrugliando.
Anche Momy probabilmente aveva notato il gesto, ma quanto era scaltra sta ragazza, infatti aveva alzato la gamba appoggiando il polpaccio sul ginocchio, come se invece di una minigonna indossasse un normale paio di pantaloni, in quel modo poteva offrire ai 4 uomini la completa visione delle sue esigue mutandine.
Finii la telefonata con Lara, con la quale rimasi d’accordo che sarebbe passata a prendere Norma e ci avrebbero raggiunto e rientrai nel locale.
Avevo voglia di esibirmi un po’ anch’io, così mi avviai verso il bagno, passando dietro agli operai e ne approfittai per poggiare una mano sulla spalla di uno di loro, un semplice tocco, sa basto per far si che si voltassero tutti verso di me, guardandomi mentre entravo in bagno, per quei pochi passi sentii gli occhi tutti puntati sul mio fondoschiena e sulle mie gambe, un brivido mi sferzò la schiena.
Nel bagno non feci altro che togliermi gli slip, infondo dovevo giocare “contro” una splendida ragazza con 5 o 6 anni meno di me e che sapeva il fatto suo, e quindi se prima avevano visto il colore rosso del mio intimo ora avrebbero visto solo il colore della mia pelle.
Quando tornai al tavolino con Momy gli strizzai l'occhio: "Vedo che hai già cominciato a tirare su il morale!".
Mi rispose:"Che ti devo dire, questo posto è proprio scarno, ma anche tu non hai perso tempo... " indicandomi la passeggiata verso il bagno e poi guardandomi li basso ventre, scommetto la pizza che sotto non ci sono più le mutande rosse?!" ma quanto è sveglia la ragazza pensai immediatamente, mentre gli rispondevo con una risatina, dicendogli: "Certo che siamo proprio delle gran troie! Ma infondo è per una buona causa no?"
Così dicendo mi alzai ed andai al bancone e rivolgendomi a Laura: "Ai bisogni di una mano?"
Lei mi indicò il vassoio con le birre e le patatine dicendomi: " Ci sarebbe da portare questo ai ragazzi..." non me lo feci ripetere, mi allungai al di là del banco per afferrare il cabarè, consapevole che il vestito si sarebbe alzato dietro, ciò che volevo, ed infatti, l’abito salì sino a scoprire la rotondità delle natiche, fu un attimo ma bastò, per accentrare su di me tutti gli sguardi compreso quello di Monica, mi trentenni un attimo in quella posizione, osservano fugacemente, riflessi nello specchio dietro il bancone tutti i presenti nella sala, le gomitate tra i 4 operai si sprecavano, stavamo pian piano scaldando l’ambiente.
Posai il vassoio sul tavolo a fianco al operaio che mi sembrava più giovane, quindi con molta probabilità era anche quello che ritenevo più timido, o per meglio dire più innocuo, e infatti era così, mi poggiai con il bacino al tavolo,proprio a fianco al giovane che mi accarezzo con il solo sguardo tutta la figura, dalla schiena sino alle scarpe, porsi le birre agli altri tre, sporgendomi per sistemarle davanti ad ognuno, naturalmente nel piegarmi, il vestito da dietro salì nuovamente sino alla rotondità delle natiche, offrendo al giovane una ottima visione ravvicinata delle gambe e del sedere, mentre ai tre che si trovavano di fronte fu la scollatura a offrire una visione del pizzo del mio reggiseno.
La cosa non sfuggì a nessuno dei ragazzi, che diventarono quasi paonazzi in volto, io mi voltai e mi allontanai dietro il bancone per raggiungere Laura e Monica che ne frattempo era passata anche lei dietro il banco, anche a loro la scena non era sfuggita.
A quel punto fù Momy che guardandoci ci disse: “Capito ora tocca a moua!” e prendendo il vassoio con una spugnetta si avvio verso il tavolo dove il signore di prima aveva mangiato un toast.
Anche l’ la scena fu da “sturbo” la Momy prima di andare si era sistemata il vestitino ora era come si dice “giro passera” cioè un paio di dita sotto il pelo.
Arrivata al tavolino poggio il vassoio e ci mise sopra il bicchiere vuoto, poi si appoggio come avevo fatto io con il basso ventre al bordo del tavolino e si allungo con la spugnetta per pulirlo, l’abito da dietro salì sino a far vedere gli il sottile filo del tanga bianco, in quella posizione complice il movimento che faceva per pulire il tavolo il suo corpo sussultava come su una pedana vibrante, furono pochi attimi, poi con il vassoio in mano si volto e si incamminò verso i vecchietti per prendere altri bicchieri vuoti.
Nel voltarsi non fece assolutamente nulla per riportare all’altezza originaria il vestito, così che le rotondità delle sue perfette natiche rimasero ben in vista, lasciando intravedere anche il bianco del perizoma.
Quando si avvicinò agli arzilli vecchietti, tutti e quattro smisero di giocare per poter ammirare cotanta prosperosa avvenenza.
Lei raccolse i bicchieri vuoti sfoggiando un sorriso che avrebbe sciolto anche “Attila”, poi si volto e si allontanò, uno dei quattro gli disse sorridendo: “Ma come già ci abbandona?” e lei pronta come non mai, rimanendo di spalle si fermò, facendo in modo di poter essere ancora ammirata dal suo lato b, e rispose: “ Si purtroppo, ma se ordinate qualcosa torno volentieri.”
Così fu i quattro si guardarono in viso e quello che aveva parlato gli disse: “be allora mi porti un bianco” di rimando Momy: “”Subito signore” e l’arzillo nonnetto rispose: “chiamami Carlo, signore mi fa sentire così vecchio”.
“Bene Carlo arrivo subito con il bianco”
Pochi istanti dopo Momy si incammino con il bicchiere di bianco verso il tavolo dei nonnetti aveva tirato giù il vestito che era tornato a livelli di una parvente “decenza”.
Io e la Laura osservavamo distrattamente la scena da dietro il banco, quando Momy fù a fianco di “Carlo” poggio il bicchiere sul tavolo si trattenne un attimo e il “vecchietto” con la mano a penzoloni ne approfitto per accarezzarle il polpaccio Monica lo guardò sorridendo e gli disse: “Carletto, Carletto, ora basta, mi sembra che per un bianchetto tu abbia già avuto il tuo compenso extra, non dovrei neppure più portarti il resto”, stava tornando dietro il banco quando , uno degli altri vecchietti fece un altro ordine e lei tornado al tavolo disse: “Su tanto so che avete tutti sete, quanti bianchi devo portare?” tutti gli altri avventori del tavolino ordinarono una consumazione nuova e lei si allontanò.
Quando avviò dietro il banco Laura la guardo ridendo, dicendogli: “attenta Momy che questi hanno tutti una certa età, non vorrei che mi rimanessero secchi nel bar”.
Io intanto stavo preparando altre quattro birre per il mio tavolino degli operai, ma mi soffermai ancora per guardare Monica.
Si avvicinò nuovamente al tavolo dei vecchietti, ma invece di posare da una sola parte le tre consumazioni, lo fece girando intorno al tavolo e posando vicino ad ognuno dei tre la loro bevanda, naturalmente a parte il primo che sembrava un po’ più rincoglionito degli altri, infatti era quello più accanito nel gioco, gli altri due lasciarono penzolare la mano ed ebbero anche loro la razione extra come il Carletto, avvicinando la loro mano al polpaccio della Momy.
Quando Monica rientrò dietro il banco partii io, arrivata al tavolo degli operai mi piazzai a fianco de più anziano, volevo tastare la sua sfrontatezza, nuovamente mi appoggiai con il basso ventre al bordo del tavolo e nuovamente piegandomi, offrii agli altri tre di fronte la vista della mia scollatura, mentre il mio lato b era ben esaminato dal più anziano, che però a parte accarezzarmi con lo sguardo non si permise altro.
Tonai anch’io dietro il bancone e con Monica entrammo nel retro del bar, dove si trovava la cucina ed il magazzino.
Laura ci raggiunse e con una risatina sarcastica ci disse: “Certo devo dire ho raddoppiato l’incasso in mezz’ ora, prima avevo tirato su 4 birre e 4 caffè ora siamo già al doppio”.
In effetti, nonostante la avvenente mignottaggine dimostrata, poco si era smosso; era logico infondo era soltanto il primo giorno che andavamo, ma sviluppando le idee di Momy, potevamo cercare di far rifiorire quel posto, o forse trasformarlo in una casa chiusa??
Quella sera dopo la chiusura ci trovammo tutte e cinque a fare il punto della situazione, certamente potevamo tirare su l’incasso con le idee di Momy ma il problema era che avremmo creato non poco scompiglio nel paese, senza contare che la cosa sarebbe potuta arrivare alle orecchie dei nostri consorti, e addio al “club dell’uncinetto”, così abbandonate le idee se pur seducenti del bagno nella birra, delle magliette bagnate e della miriade di idee che aveva tirato su Monica, decidemmo di adottare il locale, in modo più sobrio, avremo cominciato a lavorarci a turno dando una mano a Laura. Dopo circa un mese il locale aveva preso vitalità, la clientela prettamente maschile era aumentata a dismisura, tanto che avevamo dovuto istituire dei turni.
Laura da buona commerciante, dopo aver visto che gli incassi salivano, aveva anche istituito il fondo mance, che sarebbe servito per una cena a fine dell’impegno.
Il perché la clientela fosse aumentata, era quasi implicito, 5 “signore” di gran bell’aspetto che si aggiravano tra i tavoli e dietro il bancone di quel bar non si erano mai viste, inoltre si sa come si comportano i maschietti nei bar, soprattutto se le bariste sono attraenti e apparentemente disponibili.
Noi cinque naturalmente lo eravamo, sia attraenti sia all’apparenza molto disponibili, e sì perché quale luogo migliore, per un’esibizionista come la sottoscritta per mettersi in mostra con un mucchio di accavallamenti sugli sgabelli, piegamenti eccetera, eccetera, si poteva sfoggiare tutto il repertorio, il bagaglio di esperienze accumulate negli anni, faceva si che le mie performance e non solo le mie, fossero attese più di una puntata di biutiful.
Naturalmente non ero la sola a divertirmi, infatti, c’era Lara che l’aveva presa come palestra per allenarsi alla sottile arte dell’esibizionismo, ma sovente andava anche più in là, accompagnando a casa qualche cliente, soprattutto quelli più giovani, da quando si era sciolta comunque, era un’altra persona, più solare, più felice, sicuramente più soddisfatta, e a sentire Laura anche il marito era particolarmente appagato dalla nuova Lara; che anzi era diventata amica di Laura al punto che si scambiavano le informazioni sulle performance amatorie di Max.
Poi c’era Norma, la più sfavillante e sfacciata, si esibiva con la naturalezza di una farfalla che volteggiava leggiadra tra i tavolini, con indosso vestitini a volte leggeri come carta velina, altre volte con short così corti da lasciare scorgere le perfette rotondità delle natiche, altre volte ancora con tutine che sembravano dipinte direttamente sulla pelle.
Monica purtroppo con il suo lavoro non poteva esserci con la stessa frequenza di noi quattro, ma quando si presentava solitamente la chiusura, si posticipava anche sino alla mezzanotte inoltrata, si poteva dire che lei era l’attrazione visto e considerato che quando si presentava nel locale solitamente partiva una “table dance” per i clienti più spendaccioni, e sovente qualcuno di loro veniva anche invitato a fermarsi per una spazzolata dopo l’orario di chiusura.
Naturalmente Laura in tutto questo “postribolo” si divertiva e si troiggiava come una perfetta “maitresse” dividendosi tra la cassa e i rifornimenti dei commessi, anche lei concedendo alla vista, a volte anche lei non solo a quella, le sue burrose forme.
Le battute ed anche qualche toccatina, si sprecavano, seguite da un sorriso a volte da un rimprovero tutt’altro che severo, altre volte erano semplicemente il preludio per il dopo, che tranne la sottoscritta, tutte le mie tre compagne avevano già concesso.
Insomma avevamo trovato un passatempo che ci svagava dalla monotona vita di casalinghe inquiete, al punto che ci stava balenando l’idea di prendere in gestione il locale a tempo pieno.
Poi era nata la cosi detta sfida per le mance, all’inizio era un semplice vasetto di vetro sopra il bancone con scritto “il personale ringrazia” dentro c’erano poche monete da 1 2 e 5 centesimi, ma un giorno Norma aveva messo in atto un nuovo modo per i pagamenti, quel giorno indossava un paio di leghins grigi a vita bassa aderentissimi al punto che sotto aveva messo soltanto un salva slip e una canotta coordinata a top grigia e bianca, con un paio di sandali, già era eccitante di suo poi ancora così messa la sua sensualità arrivava ai massimi termini, mentre passava tra i tavoli uno dei clienti gli aveva sporto un biglietto da 10 euro per pagare, avendo lei le mani impegnate con un vassoio, non aveva fatto altro che sporgere in avanti il bacino e si era fatta infilare la banconota nell’elastico dei pantaloni, modello ballerina da lap dance, non contenta era andata in cassa aveva preso una banconota da cinque l’aveva messa nello stesso posto e tornando dal cliente con un altro vassoio aveva rifatto la stessa scena e con un sorriso malizioso gli aveva detto: “ ora ti porto anche le monete” naturalmente l’uomo prendendo la banconota dalla cinta molto bassa di Normy gli aveva detto: “Tieni pure il resto” lei gli aveva sorriso e si era allontanata sculettando; la cosa non era sfuggita agli altri avventori che avevano cominciato tutti a pagare con banconote sperando nello stesso trattamento.
Trattamento che non era tardato, perché sempre la Normetta il giorno dopo, indossando un vestitino corto tipo t-short, un copricostume praticamente, con un disegno azzurro sul davanti per celare velatamente la trasparenza del cotone e un paio di sabot trasparenti con un tacco 8, con lo stesso cliente quando questi aveva aspettato il momento propizio e cioè quando lei era con le mani impegnate mostrandogli la banconota da 5 euro, le aveva detto: “Devo pagare… “ e nel tempo in cui Norma gli si avvicinava per prendere il denaro lui continuava quasi lamentandosi: “… peccato che oggi non sei più vestita come ieri” naturalmente la norma sorridendogli aveva capito il perché di quella lagna e quando gli era arrivata a pochi centimetri, tenendo il vassoio con una sola mano aveva sollevato il vestito sino agli slip dicendogli: “Su, dai infila qui che ti porto il resto” all’uomo non era parso vero di poter vedere cotanto paesaggio, considerando anche i ridottissimi slip azzurri di un costume da bagno che quel giorno la Normetta indossava sotto i vestitino, naturalmente aveva nuovamente confermato di tenere il resto.
Lara invece si era concentrata su un gruppetto di più giovani, tutti dai 18 ai 25, tra loro si sentiva una dea, non erano molto blandi con le mance, in compenso erano dei consumatori non indifferenti, anche lei ormai si era rifatta il guardaroba, con vestitini a fiori pantaloni attillati ecc ecc., che comunque visto il suo portamento le stavano d’incanto, rendendola sexy ed elegante allo stesso tempo, dandogli un aria di avvenente sfrontatezza, che sapientemente usava con i pischelli, concedendo anche ad un paio di loro la posa della mano sul suo fondoschiena o tra le gambe; infatti quando prendeva le ordinazioni si metteva sempre a fianco di due dei ragazzi Ed in più di un occasione, Laura mi aveva fatto notare come la mano del ragazzo si posava sul sedere o s’insinuava lungo le gambe sotto le pieghe della gonna, in un paio di occasione avevo visto anche uscire il giovane dal bagno con un sorriso di beatitudine, poco dopo dal retro era spuntata Lara rigogliosa come la primavera, poi si veniva a confessare i suoi piccanti peccati ed io mi rendevo conto sempre di più di aver creato “un mostro”.
Le idee di Monica non erano comunque state abbandonate, diciamo che erano diventate la cosi detta casualità; sovente la birra finiva sulle magliette, quando veniva Monica una Lap dance per il miglio bevitore della serata era quasi assicurata, l’idea di fare una super festa della birra, con ricchi premi, cioè noi, era comunque stata accantonata, anche se a malincuore, poiché c’era stata una specie di discussione accesa tra Norma e Lara per chi delle due avrebbe fatto il bagno nella birra.
La situazione comunque si era ben delineata, al punto che ormai tutte avevamo i nostri clienti e addirittura era stato esposto il calendario delle nostre quasi sempre sicure presenze.
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