Pedagogia dell’arte di esibirsi

di
genere
etero

Ora invece voglio raccontare un'altra stravagante storiella che ha come protagonista oltre la sottoscritta anche la “perfetta” Lara, che da allora così perfetta non lo è più, non lo era già più dai tempi della gita alla “Biuoty Farm” ma quel giorno ne ebbi la conferma nonché la sua complicità. Dunque tutto è inizia perché Lara doveva far restaurare una casetta in montagna ereditata da una sua prozia, così quel pomeriggio mi chiese di andare con lei a vedere il posto. Venne da me verso le due di pomeriggio, a bordo del suo X5, quando arrivò notai subito il suo abbigliamento, era vestita in modo particolarmente seducente per una gita in montagna, probabilmente era solo una mia sensazione, colpa di ciò che avevo visto in quel camerino per massaggi, “però..”, anche se solitamente era vestita sempre in modo impeccabile, quel giorno con quel vestitino svasato corto color sabbia le zeppe di corda con il tacco allacciate alla schiava, ed il giubbino in jeans corto, mi sembrava la scopiazzatura, per altro ben riuscita di me stessa, ed anche i suo movimenti sembravano imitare i miei; comunque sia, mi infilai la minigonna in jeans ed una maglietta i sabot, presi una giacchetta salariata e partimmo. Durante il viaggio Lara mi fece alcune confessioni che non avrei mai immaginato, mi disse che gli piaceva il mio modo di fare al punto di aver copiato alcuni dei miei louk, cosa che mi fece molto piacere anche perché l’avevo sempre vista come una donna bellissima, ma nascosta dietro un paravento di irreprensibilità, che la rendeva fredda, non solo snob. Poi mi disse che aveva notato come gli uomini della compagnia mi guardavano e soprattutto ammirava il mio modo di tenerli sulla corda senza concedere nulla, insomma capii che era una fanatica del controllo con una certa invidia per quelle donne che riuscivano a esercitare il controllo ma divertendosi, visto che si stava aprendo con me ma che non era comunque ancora abbastanza convinta gli dissi senza giri di parole: “Sai Lara io so che cosa è successo alla Biuoty Farm…” Lei mi guardò come se le avessi dato uno schiaffo ma io continuai “….. ti ho vista nel camerino con quel massaggiatore e devo dire che mi sei sembrata tutto tranne che una donna fredda e calcolatrice...” lei mi interruppe: “quindi tu sai ….” mentre parlava accosto l’auto al ciglio della strada e quasi con gli occhi pieni mi disse: “… io non so cosa mi sta prendendo, ho un marito bello come un “apollo” dotato come un pornostar…eppure provo piacere solo se mi faccio dei tipi che sono l’opposto di lui poi da quando so che Max si scopa Laura la mia ossessione sta ingigantendosi…” “ come si scopa Laura?” gli risposi quasi scandalizzata, ma lei mi guardò con aria di chi sa che gli stai mentendo: “dimmi che tu non ne sai nulla, è la tua miglio amica e non sai che si scopa mio marito?” la domanda venne fatta con un tono di sfida ma io dovevo tenere la mia versione: “no non sapevo nulla, io ero ferma a Tore, di Max non lo sapevo, ai capito Laura, me lo stai dicendo per mettermi in guardia? Devo far attenzione anche al mio Giorgio?” “No ma che hai capito, non centra nulla tuo marito, Laura e Max si scopano e basta, quella troia non ne ha mai abbastanza e anche Max starebbe sempre con il cazzo dentro qualcuna, almeno se si scopa Laura so che non porta a casa malattie…” mentre lo diceva “ mi scappo quasi da sorridere, conoscendo Laura non ne sarei stata così sicura, si asciugo gli occhi rimise la marcia e continuo a parlare: “ … sai ho visto come a volte tu ti comporti con quei assatanati, li fai morire ma li tieni tutti sulla corda, parlando con Norma, a proposito lo sai che ha una venerazione per te, mi ha raccontato di una certa esibizione di voi due in un bar e in un negozio di scarpe…” hai capito la troietta di Normy, la credevo più furba, ma probabilmente era ancora troppo giovane per saper godere di certi segreti, intatto Lara continuava a parlare: “… ecco io ho bisogno di quello ho bisogno di sentirmi gli occhi addosso da parte degli uomini, ho bisogno di sentirmi ammirata, ma ho un educazione troppo puritana per riuscirci…” intervenni: “ ma guarda che tu lo sei già tra la ciurma che frequentiamo, solo che ti vorrebbero scopare con cattiveria, sai hanno dato nomignoli a tutte io sono “annarrizacazzi” tu sei la “figastronza” quella che tutti vorrebbero scoparsi ma solo per sfregio, questo almeno ho scoperto da fonti ben informate” le mi guardò con un sorriso misto a stupore: “così io sarei la figastronza?” ormai eravamo entrate in una completa confidenza almeno per lei, così continuai: “si tu sei quella ricca con il vestito sempre perfetto mai fuori luogo mai un cedimento sempre controllata e sempre con tutto ciò che fai sotto controllo, però questo spaventa gli uomini, perché loro vogliono avere donne che non siano in competizione con loro, ma soprattutto in fatto sessuale hanno i loro stereotipi, Laura è chiamata la Scopaiola e solo perché si è scopata anni fa Tore che poi l’ha raccontato a tutti, ma del fatto che Laura si scopasse tuo marito nessuno ne è al corrente, a meno che tu non l’ho abbia raccontato a qualcuno, Paola è chiamata la Sciacquapiatti, tu sei la Figastronza, io l’Annarizzacazzi, Norma la chiamano la “Ciupa Ciupa”, Monica è la “Proff.ona” e potei andare avanti con tutte le altre, tutte noi abbiamo un nomignolo, legato ad uno stereotipo sessuale e a cosa vorrebbero farci a letto, è il loro modo per sentirsi più potenti, in realtà, ognuna di noi potrebbe tenerli a bada con un solo sguardo; e poi sai tutte noi abbiamo le corna anche io che ti credi, Giorgio qualche anno fa se fatto beccare e da allora che lo tengo sulla corda…” insomma il discorso prosegui sino a quando fu lei a chiedermi di insegnarle a sciogliersi, e qui le dissi di fermarsi, accosto nuovamente l’auto e quando fu ferma quasi le ordinai di scendere e lasciarmi il posto di guida, quando fu seduta dalla parte del passeggero le dissi “bene ora togliti gli slip” lei mi guardo con la facci quasi scandalizzata, io gli ripetei: “senti vuoi che ti aiuti, allora togliti gli slip” mentre lo dicevo mi sfilai il perizoma anche io e glielo mostrai “… vedi non è difficile forza fallo” con una certa apprensione obbedì, presi il mio ed il suo intimo e lo riposi nel cruscotto dell’ auto, poi incuriosita le dissi: “dai tira su fa vedere?” lei obbedì nuovamente: “ per la miseria ma sei bionda naturale!?!” la cosa ci fece ridere entrambe, poi ripartimmo guidavo io e gli spiegai quale sarebbe stata la sua prima prova. Subito mi sembro un pò perplessa e per nulla convinta ma quando arrivammo al distribuitone di benzina io imboccai la piazzola e mi fermai vicino alla pompa, le avevo dato precise istruzioni su ciò che doveva fare e appena si avvicinò il benzinaio per fare rifornimento inizio il nostro show. Quando l’uomo sui quarant’anni un po’ stempiato con una divisa blu e gialla sporca che nascondeva un fisico tozzo e soprappeso, comincio a far rifornimento io scesi dall’ auto e feci il giro dell’auto andando proprio ad aprire la portiera posteriore dell’auto che stava davanti a lui, poi mi accovacciai dentro facendo finta di cercare il portafogli nella borsa, in quel modo le mie rotondità posteriori vennero messe praticamente a nudo dalla minigonna che sapientemente era salita quasi sopra l’inguine, ora l’uomo poteva godere del mio fondo schiena quasi nella sua totalità, ma la cosa non basto, mi voltai e dissi: “non ho contati puoi pagare tu?” Mentre lo dicevo scesi dall’auto e chiusi la porta, Lara spalancò lo sportello e mettendo le gambe giù dall’ auto si volto per prendere il suo portafoglio, la gonna le salì sino all’ inguine ed io mi scostai per fare in modo che il fortunato benzinaio potesse ammirare la mia allieva in tutta la sua figura, Lara sembrava un po’ impacciata ma si riprese subito, appena mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio: “guardalo negli occhi poi guardagli il cazzo” e lei prontamente fece il contrario, vide il bozzo che si stava irrigidendo sotto la tutta poi lo guardo negli occhi e lui quasi paonazzo in viso abbasso lo sguardo ma senza distoglierlo dalle nostre gambe che ora erano affiancate io di schiena le sue di fronte, era un panorama che difficilmente avrebbe dimenticato. Lara allungo il denaro all’uomo che lo prese si destreggio per darle il resto ma cercando sempre di non distogliere lo sguardo da ciò che lo stava facendo arrapate, io dissi a Lara: “ ti va di guidare sono un po’ stanca….” Poi continuai rivolgendomi al benzinaio: “ potrebbe mica darci un colpo al vetro?” la risposta dell’uomo fu immediata anche perché Lara aveva rimesso le gambe dentro e stava scavalcando per mettersi alla guida ed io stavo salendo sull’auto accentuando la salita in modo particolarmente eccessivo, l’aria tiepida che mi colpì nell’ intimo, mi fece venire i brividi lungo la schiena. Quando fummo entrambe sedute ai nostri posti e l’uomo comincio a lavare i vetri, entrambe ci sistemammo la gonna ma senza mai tirarla troppo giù, anzi notai che Lara aveva accennato un timido allargamento delle gambe ma che non bastava allo scopo, così mi lascia andare su di lei per prendere la bottiglietta d’acqua che si trovava nel portaoggetti della portiera e così anche la mia di gonna salì nuovamente e quando tornai al mio posto avevo tirato su la gonna anche a Lara che ora si trovava con il pube ben esposta all’ aria, le lanciai un occhiata che significava non muovere neppure un muscolo, così il nostro spettatore fini di lavare il vetro con la lentezza di un bradipo, ma in calore, quando ripartimmo ci vollero almeno due minuti buoni prima che Lara si decidesse a parlare. “Cazzo, cazzo, cazzo, Anna, non so se sono più spaventata, imbarazzata o eccitata…” stava ancora parlando quando le infilai una mano sotto la gonna arrivando sino a toccargli le labbra della vagina e le bloccai la frase dicendogli sorridente: “mi sa che sei parecchio eccitata e si sente, coli come una fontana, meglio che ti fermi e ti dai una pulita altrimenti macchi il vestito e il sedile”. Accosto l’auto per l’ennesima volta ed io le passai un pacco di salviettine umidificate, ormai senza più freni inibitori, cominciò ad asciugarsi, ma il movimento circolatorio che compiva con la mano e la pressione che esercitava tra le labbra della vagina, tradivano il suo vero intento, non si stava semplicemente asciugando gli umori si stava masturbando lì dinnanzi a me, anche se so che un coitus interruptus non è per niente piacevole ma non me la sentivo di guardare la mia amica mentre si sditalinava in auto con me, la interruppi dicendogli: “non è che arriviamo in riardo per l’appuntamento?” cercai di dire la cosa in modo più naturale possibile. Lei si fermò e guardandomi mi disse: “hai ragione forse è meglio se mi do una calmata, ma tu come fai, io per provare un eccitazione del genere ho praticamente sempre dovuto pagare?” La guardai quasi esterrefatta: “come pagare?” E lei mi racconto che le sue avventure erano state quasi tutte a pagamento da parte sua naturalmente, non aveva neppure mai pensato che potesse essere così eccitante il solo mostrarsi; gli risposi che una come lei avrebbe dovuto farsi pagare per scopare non pagare lei comunque sia chiacchierando, chiacchierando arrivammo al casolare.
scritto il
2011-07-15
8 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il Ristorante
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.