Una Pantera su tre Cerbiatte
di
Patrizia V.
genere
saffico
Mara ci ha precedute in camera da letto, accendendo la lampada sul comodino che diffonde una luce tenue e diffusa nella stanza che divide more uxorio con la sua compagna ormai da anni.
Franci e io entriamo che le due ragazze più giovani sono già sul lettone: Mara sta aiutando con entusiasmo Giulia a indossare lo strapon, ansiosa di subirne la potenza.
La sua compagna è meno entusiasta di lei, e mi osserva con espressione preoccupata mentre io indosso il mio con pochi gesti esperti.
- Non farmi male, ti prego...
Che sciocca.
Sa bene che glie ne farò, e tanto...
Si stende di schiena accanto alla sua ragazza, con movimenti lenti, quasi rassegnati. Le due si guardano un momento: Mara è raggiante, Franci ha quasi le lacrime agli occhi.
La napoletana prende la mano della milanese nella sua, come per farle coraggio, poi si rivolge alla sua amante del momento: - Avanti, Giusy: prendimi!
Mara è rimasta la sola a chiamare mia figlia con il suo nome da bambina: chiunque altra provasse a chiamarla così si prenderebbe un calcio nei denti, ma la Giulia ha un debole per la sua amichetta con cui ha condiviso i primi baci e le prime leccate di fica...
La Giulia sorride, afferra l’amica per le caviglie aprendole ulteriormente le gambe, e la penetra rapidamente con il suo robusto arnese di silicone.
Mara caccia uno strillo di gioia sentendosi riempire la vagina e stringe con forza la mano della Franci, che sobbalza alla stretta.
Poi la Franci sobbalza di nuovo quando sente il mio dildo che le entra lentamente nella pancia.
- Oh mio dio...
Quante invocazioni al padreterno! Pensare che la credevo un’atea convinta...
Affondo con calma nella sua fica fradicia, godendomi lo spettacolo della verga color carne che scivola dentro, scomparendo nel pelo nerissimo.
Ora ce l’ha tutto dentro, proprio come Mara.
Giulia e io ci scambiamo uno sguardo soddisfatto: lei mi mostra il pollice alzato, e allora cominciamo a scopare all’unisono le rispettive ragazze, facendole squittire di gioia e di piacere.
Affondi ritmici, decisi, rigorosamente sincronizzate fra noi; madre e figlia che si sbattono insieme le rispettive amanti: cosa può esserci di meglio per stringere il rapporto fra di noi?
Risposta facile: scambiarci le ragazze.
L’idea è della Giulia, ma io afferro al volo perché stavo maturando la stessa sudicia idea.
Basta uno sguardo per capirci: lei ammicca e io mi stacco dalla povera Franci che stava quasi per godere. Ci scambiamo un’altra strizzata d’occhio fra Visentin, e siamo già ognuna fra le gambe spalancate della ragazza dell’altra.
Infilzo Mara che mi guarda con gli occhioni sbarrati dalla gioia nel sentirsi riempire di nuovo, e sento il grugnito di dolore di Franci che si becca l’arnese della Giulia, chiaramente inserito troppo in fretta secondo lei...
La Mara è più morbida e burrosa della Franci: ha quattro o cinque anni di meno della sua compagna, e almeno altrettanti chili in più, che ne fanno una bella ragazza formosa là dove la meneghina è decisamente magrolina. La terza piena della Franci è esaltata dal suo fisico esile, mentre la quarta della Mara è perfettamente adeguata al resto delle sue curve voluttuose: mentre la scopo le sue tette ballonzolano su e giù che è un piacere guardarle...
Mi sono sempre chiesta che effetto faccia sentirsi ondeggiare i seni sul petto, e immagino che non lo saprò mai; ma forse proprio perché sono piatta come una tavola lo spettacolo di quei globi di carne pieni e sodi mi affascina e mi eccita quanto e più che se fossi un uomo. Allungo entrambe le mani per afferrare quelle polpe morbide e calde, e stringo con forza le dita per gustarne la consistenza.
- Aah! – guaisce la Mara, estatica – Oh sì, strizzamele...
La accontento, e glie le spremo più forte.
Lei ha un sussulto, e io lo avverto nella fica attraverso il dildo interno dello strapon. Hmmm... Mi sto avvicinando anche io al piacere: mi chiedo quanto sia vicina lei...
- Oohhh... Oohhh... OOHHH!!!
Guardo la Mara che si contorce di piacere sotto i miei colpi, scossa dai fremiti dell’orgasmo che si ripercuotono deliziosamente dentro di me.
Adoro scopare le ragazzine: la loro vitalità è esplosiva, così come i loro orgasmi.
Mara non ha ancora finito di venire, che anche Franci gode rumorosamente accanto a lei, sfiancata dai colpi micidiali che la Giulia le scarica fra i lombi.
Io e mia figlia ci guardiamo negli occhi, sudate e soddisfatte: entrambe abbiamo fatto godere le nostre amanti improvvisate e ci sentiamo giustamente orgogliose della nostra opera. Ora può toccare a noi.
- Voltatevi, adesso! – esclamo, smettendo di spremere le mozzarelle di Mara e sferrandole un gioioso sculaccione – Fatevi fottere da dietro come due cagne...
La mia partner si affretta ad obbedire con aria contenta: si gira a quattro zampe e sculetta invitante offrendomi le sue rotondità posteriori.
Franci è più lenta a reagire, forse perché ha appena goduto, e la Giulia per riscuoterla le molla un bello scapaccione in piena faccia: - Muoviti, stronza! Cosa aspetti?
Quella quasi perde gli occhiali per il colpo e si affretta a obbedire.
Mia figlia e io penetriamo nuovamente le nostre rispettive vacche facendole muggire di gioia mentre sprofondiamo le nostre protesi nelle loro carni bollenti: le afferriamo per i fianchi e cominciamo a scoparle con forza alla pecorina, ricercando entrambe il nostro piacere piuttosto che il loro.
Le cavalchiamo all’unisono, con furia crescente, e io comincio a sentire dentro di me le prime avvisaglie di un orgasmo imminente.
Tengo la Mara per il fianco con una mano e per i capelli con l’altra, come se fossero briglie e lei una giovane puledra da montare; vorrei avere altre due mani per afferrarle anche le tette che ballano voluttuose sotto di lei al ritmo della cavalcata impetuosa che le sto imponendo, e spremerle fino a farne uscire il latte...
Poi la Giulia mi distrae, e il mio orgasmo si allontana di colpo.
La vedo succhiarsi due dita e infilarle proditoriamente nello sfintere della Franci, che squittisce sorpresa e un po’ indignata. Il buchetto cede facilmente, anche perché l’avevo ammorbidito io poco prima in salotto, e così la studentessa riottosa si ritrova con il dildo di Giulia nella fica e le sue dita nel culo.
- No, così non mi piace... – protesta, girando il capo verso la sua cavallerizza.
- Chi se ne frega – è la spietata risposta della Giulia – Deve piacere a me, non a te: tu hai già goduto...
Eva ha ragione: la Giulia diventa sempre più autoritaria a letto.
Però la sua idea non è mica male: il buchetto della Mara occhieggia invitante mentre la chiavo in fregna, e in effetti una bella sodomia a questo punto ci starebbe bene.
Mi insalivo anche io due dita e le infilo delicatamente nell’ano della morettona che sto possedendo. Anche questo buchetto è bello stretto: decisamente le due cerbiatte non praticano spesso i piaceri di Sodoma...
La Mara non è scema, e capisce subito l’antifona.
- Oohhh... È proprio necessario? Il tuo arnese è enorme...
- Tua madre si è presa tutto il mio braccio nel culo, te lo ricordi? – le faccio osservare, rammentandole l’episodio di tre anni prima sulla Serenissima – Tu stringi i denti e vedrai che andrà tutto bene...
Roteo le dita nel buchetto per allargarlo quanto basta, poi estraggo la verga grondante di umori vaginali e la accosto al forellino grinzoso della diciottenne.
Un urlo raccapricciante accanto a me mi fa capire che la Giulia mi ha preceduta: la Franci si è appena beccata nel culo la protesi di gomma di mia figlia, e non sembra apprezzarla troppo. Beh, peggio per lei: Giulia ha ragione, adesso è il suo turno di godere...
Io con la Mara ci vado più leggera: continuo a vellicare per un po’ l’orifizio ammorbidendolo con la saliva, poi ci caccio dentro altre due dita con l’altra mano e tiro lateralmente da entrambi i lati con un movimento a forcipe per aprirle l’ano il più possibile.
La ragazzotta si lamenta piano ma non oppone resistenza: l’idea di essere sodomizzata la eccita.
Spingo lentamente con il dildo nel buco che tengo aperto con le mani; poi sfilo le dita e affondo lo strapon dentro le viscere della ragazza.
- Aarghhh! – grida la Mara, con gli occhi fuori dalla testa per il dolore – Cazzo, mi stai spaccando in due...
- Shash! – le faccio io, sculacciandola piano mentre sprofondo nel retto fino alla base del dildo esterno – Non piagnucolare, è fatta: ce l’hai tutto dentro...
Lei smette di protestare e si porta una mano in mezzo alle cosce per masturbarsi mentre la inculo.
Il lettone cigola dolorosamente mentre Giulia e io sodomizziamo le rispettive partner coi nostri cazzi artificiali, strappando loro lamenti strazianti mentre facciamo di loro carne di porco.
Le due disgraziate amanti si afferrano per mano per darsi coraggio a vicenda mentre subiscono la bestiale violenza che usiamo loro con gli strapon.
Io mi sento rombare le orecchie mentre l’orgasmo torna a farsi imminente dentro di me: il dildo interno adesso è orientato nell’angolazione giusta, e il mio punto G sussulta sempre più piacevolmente...
Giulia sta trapanando il culo della povera Franci con furia infernale: i suoi seni sono madidi di sudore che le cola lungo i fianchi e i suoi occhi invasati dalla furia erotica mandano lampi.
Mi sorride eccitata, e allunga a sua volta una mano: glie la afferro e lei la stringe forte mentre mi strizza un occhio con complicità. L’idea che mia figlia stia facendo il culo alla mia ex mentre io rendo lo stesso servizio alla sua mi eccita da impazzire...
- Ecco... – la sento annaspare – Godo...
- Sborro! Sborrooo... – rantolo io, sentendomi esplodere il cervello.
- Oohhh... Vengo ancora... – guaisce la Mara dimenandosi tutta, con le dita che stropicciano il ciccetto e la faccia affondata nel cuscino.
Mi sento svuotata di ogni energia e la testa mi gira vorticosamente mentre inalo disperatamente in cerca di ossigeno per i miei neuroni asfissiati dal piacere. Mi reggo a stento sulle ginocchia, aggrappata con le mani alla groppa sussultante della Mara che sembra svenuta a sua volta per lo sforzo di subire prima la mia monta e poi il suo stesso orgasmo.
Roteo lentamente i fianchi, rimestando il dildo esterno nelle budella di Mara, e quello interno nei recessi più profondi della mia fica, spremendo le ultime gocce di piacere da quell’accoppiamento contro natura che mi ha lasciata esausta ma soddisfatta.
Peccato non aver potuto depositare qualcosa di me dentro la mia amante; quella è una cosa che ho sempre invidiato agli uomini: la capacità di impregnare la loro femmina con il proprio seme, facendola in qualche modo loro per sempre... Purtroppo questo è un privilegio dei maschi, e dovrò accettarlo. Peccato.
Mi sfilo lentamente dal corpo ancora palpitante di passione di Mara, e la sento lamentarsi per l’improvvisa sensazione di vuoto.
Accanto a me, la Giulia fa lo stesso, e vedo che il suo strapon appena estratto dal culo di Franci è sporco di sangue: mia figlia c’è andata giù pesante peggio di me.
Lei mi sorride di nuovo, contenta, e mi stampa un bacio sulla bocca. Poi si china a baciare anche la Mara, ignorando completamente la disgraziata a cui ha appena sgarrato il culo e che singhiozza in silenzio poco più in là. Le due si scambiano un paio di parole e una risatina, poi Giulia si distende di schiena fra le due padrone di casa e si stiracchia, senza curarsi di slacciare lo strapon, che quindi svetta orgogliosamente verso il soffitto stillante di sangue e di altri liquami vari.
Guardo l’orologio, che ormai è rimasto l’unica cosa che indosso, e vedo che è quasi mezzanotte.
Mi stiracchio e sbadiglio, rendendomi conto di essere cotta: - Ragazze, cosa ne direste di passare direttamente alla fase due e farci una bella dormita?
- Dio sì, vi prego... – mugola la Franci con la faccia ancora affondata nel cuscino e il culo in aria.
Io mi slaccio le cinghie dello strapon ed estraggo con cura il dildo interno mentre Mara si gira sul fianco per abbracciare Giulia e darle un bacio sulle labbra.
- Non avrei potuto dirlo meglio – sbadiglia poi rivolgendosi alla sua ragazza – Non ti dispiace se passo la notte con Pat, vero? Così la accompagno nella camera degli ospiti e ti lasciamo riposare nel tuo letto assieme a Giusy...
Mi coglie del tutto di sorpresa. Pensavo che Mara volesse dormire con Giulia, dopo tanto tempo che non si vedevano, e io ero pronta a passare la notte con la Franci... Oppure la coppietta sarebbe rimasta insieme e io avrei dormito con mia figlia come sarebbe normale.
Ma chiaramente, la Mara ha altri progetti, e in fondo è la festeggiata.
Leggo la sorpresa e anche il dolore nello sguardo di Franci, che evidentemente si sente abbandonata dalla sua compagna, ma non nel modo a cui era preparata.
Mara bacia nuovamente Giulia e si alza in piedi prendendomi per mano, poi mi trascina via gettando un bacio da lontano anche alla Franci, quasi con indifferenza.
- Buonanotte, eh?
Prima di uscire appresso a lei, vedo Giulia, sempre stesa di schiena con un braccio dietro alla testa, che mi fa ciao-ciao, mentre Franci ci guarda uscire con espressione un po’ avvilita e un po’ preoccupata.
Mara mi porta nella camera degli ospiti e si butta sul letto per prima, chiaramente esausta.
- Quanto tempo è che noi due non dormiamo insieme? – mi fa, con gli occhi che brillano.
- Parecchio – sospiro, appoggiando lo strapon sulla mia sacca e raggiungendola sul letto – Però anche con Giulia...
- Con lei è stato l’anno scorso. Ma questa è un po’ una notte speciale per me, e volevo passarla con te perché tu sei stata la mia prima... Lo ricordo come fosse ieri, sai? Sei stata molto dolce...
Sorrido, imbarazzata: - Beh, sai, non mi capita spesso...
- Di deflorare una ragazzina o di essere dolce? – ridacchia lei – Scommetto che la seconda cosa è la meno frequente!
Effettivamente...
Ci infiliamo sotto le lenzuola e ci abbracciamo, nude. Ci baciamo in bocca, e le nostre lingue s’incontrano di nuovo per una breve danza d’amore, calde e umide.
- Hmmm... – fa lei, staccandosi dolcemente – Scusami, sono troppo stanca per fare l’amore un’altra volta.
- Non c’è problema – le accarezzo i capelli nerissimi e folti – Vuoi dormire?
- Fra un momento. Prima volevo ringraziarti per essere venuta assieme a Giusy.
- Figurati. Anch’io ti voglio bene, cosa credi?
- Sì. Lo so... Però è anche che avevo bisogno di te. Non solo per fare sesso insieme, ma anche...
- Cosa?
Un sospiro: - Ecco, vedi... Ultimamente Franci si è fatta un po’ stronza. Fa quella più grande con me, rompe con le sue idee politiche, se la tira perché è brava negli studi e io no, ed è sempre lì a fare la gelosona per via della mia amicizia con Giusy.
- E allora? Io cosa c’entro?
- Avevo pensato di darla in pasto a te per darle una lezione mentre io facevo l’amore con Giusy. Poi però mi sono resa conto che ormai tua figlia è diventata ancora più cattiva di te, e ho pensato che fosse meglio lasciarla a lei mentre tu e io rinverdiamo i ricordi di Rimini.
Ma guarda! Mi scappa da ridere... La Giulia mi ha superata di fama in quanto cattiva da letto.
Però è anche carino che Mara voglia passare la notte con me...
Ci accoccoliamo a cucchiaio come piace a me, con la Mara fra le mie braccia, morbida e tiepida...
Prima di addormentarmi ripenso all’ultima immagine di Giulia nel letto di Franci: stesa di schiena con l’aria sicura di sé... E con lo strapon ancora indossato.
Povera Franci...
Infatti passa poco più di un’ora, quando ci svegliamo di soprassalto, sentendola urlare di dolore.
Ridacchiamo, sempre abbracciate a cucchiaio, e poi torniamo a dormire.
Franci e io entriamo che le due ragazze più giovani sono già sul lettone: Mara sta aiutando con entusiasmo Giulia a indossare lo strapon, ansiosa di subirne la potenza.
La sua compagna è meno entusiasta di lei, e mi osserva con espressione preoccupata mentre io indosso il mio con pochi gesti esperti.
- Non farmi male, ti prego...
Che sciocca.
Sa bene che glie ne farò, e tanto...
Si stende di schiena accanto alla sua ragazza, con movimenti lenti, quasi rassegnati. Le due si guardano un momento: Mara è raggiante, Franci ha quasi le lacrime agli occhi.
La napoletana prende la mano della milanese nella sua, come per farle coraggio, poi si rivolge alla sua amante del momento: - Avanti, Giusy: prendimi!
Mara è rimasta la sola a chiamare mia figlia con il suo nome da bambina: chiunque altra provasse a chiamarla così si prenderebbe un calcio nei denti, ma la Giulia ha un debole per la sua amichetta con cui ha condiviso i primi baci e le prime leccate di fica...
La Giulia sorride, afferra l’amica per le caviglie aprendole ulteriormente le gambe, e la penetra rapidamente con il suo robusto arnese di silicone.
Mara caccia uno strillo di gioia sentendosi riempire la vagina e stringe con forza la mano della Franci, che sobbalza alla stretta.
Poi la Franci sobbalza di nuovo quando sente il mio dildo che le entra lentamente nella pancia.
- Oh mio dio...
Quante invocazioni al padreterno! Pensare che la credevo un’atea convinta...
Affondo con calma nella sua fica fradicia, godendomi lo spettacolo della verga color carne che scivola dentro, scomparendo nel pelo nerissimo.
Ora ce l’ha tutto dentro, proprio come Mara.
Giulia e io ci scambiamo uno sguardo soddisfatto: lei mi mostra il pollice alzato, e allora cominciamo a scopare all’unisono le rispettive ragazze, facendole squittire di gioia e di piacere.
Affondi ritmici, decisi, rigorosamente sincronizzate fra noi; madre e figlia che si sbattono insieme le rispettive amanti: cosa può esserci di meglio per stringere il rapporto fra di noi?
Risposta facile: scambiarci le ragazze.
L’idea è della Giulia, ma io afferro al volo perché stavo maturando la stessa sudicia idea.
Basta uno sguardo per capirci: lei ammicca e io mi stacco dalla povera Franci che stava quasi per godere. Ci scambiamo un’altra strizzata d’occhio fra Visentin, e siamo già ognuna fra le gambe spalancate della ragazza dell’altra.
Infilzo Mara che mi guarda con gli occhioni sbarrati dalla gioia nel sentirsi riempire di nuovo, e sento il grugnito di dolore di Franci che si becca l’arnese della Giulia, chiaramente inserito troppo in fretta secondo lei...
La Mara è più morbida e burrosa della Franci: ha quattro o cinque anni di meno della sua compagna, e almeno altrettanti chili in più, che ne fanno una bella ragazza formosa là dove la meneghina è decisamente magrolina. La terza piena della Franci è esaltata dal suo fisico esile, mentre la quarta della Mara è perfettamente adeguata al resto delle sue curve voluttuose: mentre la scopo le sue tette ballonzolano su e giù che è un piacere guardarle...
Mi sono sempre chiesta che effetto faccia sentirsi ondeggiare i seni sul petto, e immagino che non lo saprò mai; ma forse proprio perché sono piatta come una tavola lo spettacolo di quei globi di carne pieni e sodi mi affascina e mi eccita quanto e più che se fossi un uomo. Allungo entrambe le mani per afferrare quelle polpe morbide e calde, e stringo con forza le dita per gustarne la consistenza.
- Aah! – guaisce la Mara, estatica – Oh sì, strizzamele...
La accontento, e glie le spremo più forte.
Lei ha un sussulto, e io lo avverto nella fica attraverso il dildo interno dello strapon. Hmmm... Mi sto avvicinando anche io al piacere: mi chiedo quanto sia vicina lei...
- Oohhh... Oohhh... OOHHH!!!
Guardo la Mara che si contorce di piacere sotto i miei colpi, scossa dai fremiti dell’orgasmo che si ripercuotono deliziosamente dentro di me.
Adoro scopare le ragazzine: la loro vitalità è esplosiva, così come i loro orgasmi.
Mara non ha ancora finito di venire, che anche Franci gode rumorosamente accanto a lei, sfiancata dai colpi micidiali che la Giulia le scarica fra i lombi.
Io e mia figlia ci guardiamo negli occhi, sudate e soddisfatte: entrambe abbiamo fatto godere le nostre amanti improvvisate e ci sentiamo giustamente orgogliose della nostra opera. Ora può toccare a noi.
- Voltatevi, adesso! – esclamo, smettendo di spremere le mozzarelle di Mara e sferrandole un gioioso sculaccione – Fatevi fottere da dietro come due cagne...
La mia partner si affretta ad obbedire con aria contenta: si gira a quattro zampe e sculetta invitante offrendomi le sue rotondità posteriori.
Franci è più lenta a reagire, forse perché ha appena goduto, e la Giulia per riscuoterla le molla un bello scapaccione in piena faccia: - Muoviti, stronza! Cosa aspetti?
Quella quasi perde gli occhiali per il colpo e si affretta a obbedire.
Mia figlia e io penetriamo nuovamente le nostre rispettive vacche facendole muggire di gioia mentre sprofondiamo le nostre protesi nelle loro carni bollenti: le afferriamo per i fianchi e cominciamo a scoparle con forza alla pecorina, ricercando entrambe il nostro piacere piuttosto che il loro.
Le cavalchiamo all’unisono, con furia crescente, e io comincio a sentire dentro di me le prime avvisaglie di un orgasmo imminente.
Tengo la Mara per il fianco con una mano e per i capelli con l’altra, come se fossero briglie e lei una giovane puledra da montare; vorrei avere altre due mani per afferrarle anche le tette che ballano voluttuose sotto di lei al ritmo della cavalcata impetuosa che le sto imponendo, e spremerle fino a farne uscire il latte...
Poi la Giulia mi distrae, e il mio orgasmo si allontana di colpo.
La vedo succhiarsi due dita e infilarle proditoriamente nello sfintere della Franci, che squittisce sorpresa e un po’ indignata. Il buchetto cede facilmente, anche perché l’avevo ammorbidito io poco prima in salotto, e così la studentessa riottosa si ritrova con il dildo di Giulia nella fica e le sue dita nel culo.
- No, così non mi piace... – protesta, girando il capo verso la sua cavallerizza.
- Chi se ne frega – è la spietata risposta della Giulia – Deve piacere a me, non a te: tu hai già goduto...
Eva ha ragione: la Giulia diventa sempre più autoritaria a letto.
Però la sua idea non è mica male: il buchetto della Mara occhieggia invitante mentre la chiavo in fregna, e in effetti una bella sodomia a questo punto ci starebbe bene.
Mi insalivo anche io due dita e le infilo delicatamente nell’ano della morettona che sto possedendo. Anche questo buchetto è bello stretto: decisamente le due cerbiatte non praticano spesso i piaceri di Sodoma...
La Mara non è scema, e capisce subito l’antifona.
- Oohhh... È proprio necessario? Il tuo arnese è enorme...
- Tua madre si è presa tutto il mio braccio nel culo, te lo ricordi? – le faccio osservare, rammentandole l’episodio di tre anni prima sulla Serenissima – Tu stringi i denti e vedrai che andrà tutto bene...
Roteo le dita nel buchetto per allargarlo quanto basta, poi estraggo la verga grondante di umori vaginali e la accosto al forellino grinzoso della diciottenne.
Un urlo raccapricciante accanto a me mi fa capire che la Giulia mi ha preceduta: la Franci si è appena beccata nel culo la protesi di gomma di mia figlia, e non sembra apprezzarla troppo. Beh, peggio per lei: Giulia ha ragione, adesso è il suo turno di godere...
Io con la Mara ci vado più leggera: continuo a vellicare per un po’ l’orifizio ammorbidendolo con la saliva, poi ci caccio dentro altre due dita con l’altra mano e tiro lateralmente da entrambi i lati con un movimento a forcipe per aprirle l’ano il più possibile.
La ragazzotta si lamenta piano ma non oppone resistenza: l’idea di essere sodomizzata la eccita.
Spingo lentamente con il dildo nel buco che tengo aperto con le mani; poi sfilo le dita e affondo lo strapon dentro le viscere della ragazza.
- Aarghhh! – grida la Mara, con gli occhi fuori dalla testa per il dolore – Cazzo, mi stai spaccando in due...
- Shash! – le faccio io, sculacciandola piano mentre sprofondo nel retto fino alla base del dildo esterno – Non piagnucolare, è fatta: ce l’hai tutto dentro...
Lei smette di protestare e si porta una mano in mezzo alle cosce per masturbarsi mentre la inculo.
Il lettone cigola dolorosamente mentre Giulia e io sodomizziamo le rispettive partner coi nostri cazzi artificiali, strappando loro lamenti strazianti mentre facciamo di loro carne di porco.
Le due disgraziate amanti si afferrano per mano per darsi coraggio a vicenda mentre subiscono la bestiale violenza che usiamo loro con gli strapon.
Io mi sento rombare le orecchie mentre l’orgasmo torna a farsi imminente dentro di me: il dildo interno adesso è orientato nell’angolazione giusta, e il mio punto G sussulta sempre più piacevolmente...
Giulia sta trapanando il culo della povera Franci con furia infernale: i suoi seni sono madidi di sudore che le cola lungo i fianchi e i suoi occhi invasati dalla furia erotica mandano lampi.
Mi sorride eccitata, e allunga a sua volta una mano: glie la afferro e lei la stringe forte mentre mi strizza un occhio con complicità. L’idea che mia figlia stia facendo il culo alla mia ex mentre io rendo lo stesso servizio alla sua mi eccita da impazzire...
- Ecco... – la sento annaspare – Godo...
- Sborro! Sborrooo... – rantolo io, sentendomi esplodere il cervello.
- Oohhh... Vengo ancora... – guaisce la Mara dimenandosi tutta, con le dita che stropicciano il ciccetto e la faccia affondata nel cuscino.
Mi sento svuotata di ogni energia e la testa mi gira vorticosamente mentre inalo disperatamente in cerca di ossigeno per i miei neuroni asfissiati dal piacere. Mi reggo a stento sulle ginocchia, aggrappata con le mani alla groppa sussultante della Mara che sembra svenuta a sua volta per lo sforzo di subire prima la mia monta e poi il suo stesso orgasmo.
Roteo lentamente i fianchi, rimestando il dildo esterno nelle budella di Mara, e quello interno nei recessi più profondi della mia fica, spremendo le ultime gocce di piacere da quell’accoppiamento contro natura che mi ha lasciata esausta ma soddisfatta.
Peccato non aver potuto depositare qualcosa di me dentro la mia amante; quella è una cosa che ho sempre invidiato agli uomini: la capacità di impregnare la loro femmina con il proprio seme, facendola in qualche modo loro per sempre... Purtroppo questo è un privilegio dei maschi, e dovrò accettarlo. Peccato.
Mi sfilo lentamente dal corpo ancora palpitante di passione di Mara, e la sento lamentarsi per l’improvvisa sensazione di vuoto.
Accanto a me, la Giulia fa lo stesso, e vedo che il suo strapon appena estratto dal culo di Franci è sporco di sangue: mia figlia c’è andata giù pesante peggio di me.
Lei mi sorride di nuovo, contenta, e mi stampa un bacio sulla bocca. Poi si china a baciare anche la Mara, ignorando completamente la disgraziata a cui ha appena sgarrato il culo e che singhiozza in silenzio poco più in là. Le due si scambiano un paio di parole e una risatina, poi Giulia si distende di schiena fra le due padrone di casa e si stiracchia, senza curarsi di slacciare lo strapon, che quindi svetta orgogliosamente verso il soffitto stillante di sangue e di altri liquami vari.
Guardo l’orologio, che ormai è rimasto l’unica cosa che indosso, e vedo che è quasi mezzanotte.
Mi stiracchio e sbadiglio, rendendomi conto di essere cotta: - Ragazze, cosa ne direste di passare direttamente alla fase due e farci una bella dormita?
- Dio sì, vi prego... – mugola la Franci con la faccia ancora affondata nel cuscino e il culo in aria.
Io mi slaccio le cinghie dello strapon ed estraggo con cura il dildo interno mentre Mara si gira sul fianco per abbracciare Giulia e darle un bacio sulle labbra.
- Non avrei potuto dirlo meglio – sbadiglia poi rivolgendosi alla sua ragazza – Non ti dispiace se passo la notte con Pat, vero? Così la accompagno nella camera degli ospiti e ti lasciamo riposare nel tuo letto assieme a Giusy...
Mi coglie del tutto di sorpresa. Pensavo che Mara volesse dormire con Giulia, dopo tanto tempo che non si vedevano, e io ero pronta a passare la notte con la Franci... Oppure la coppietta sarebbe rimasta insieme e io avrei dormito con mia figlia come sarebbe normale.
Ma chiaramente, la Mara ha altri progetti, e in fondo è la festeggiata.
Leggo la sorpresa e anche il dolore nello sguardo di Franci, che evidentemente si sente abbandonata dalla sua compagna, ma non nel modo a cui era preparata.
Mara bacia nuovamente Giulia e si alza in piedi prendendomi per mano, poi mi trascina via gettando un bacio da lontano anche alla Franci, quasi con indifferenza.
- Buonanotte, eh?
Prima di uscire appresso a lei, vedo Giulia, sempre stesa di schiena con un braccio dietro alla testa, che mi fa ciao-ciao, mentre Franci ci guarda uscire con espressione un po’ avvilita e un po’ preoccupata.
Mara mi porta nella camera degli ospiti e si butta sul letto per prima, chiaramente esausta.
- Quanto tempo è che noi due non dormiamo insieme? – mi fa, con gli occhi che brillano.
- Parecchio – sospiro, appoggiando lo strapon sulla mia sacca e raggiungendola sul letto – Però anche con Giulia...
- Con lei è stato l’anno scorso. Ma questa è un po’ una notte speciale per me, e volevo passarla con te perché tu sei stata la mia prima... Lo ricordo come fosse ieri, sai? Sei stata molto dolce...
Sorrido, imbarazzata: - Beh, sai, non mi capita spesso...
- Di deflorare una ragazzina o di essere dolce? – ridacchia lei – Scommetto che la seconda cosa è la meno frequente!
Effettivamente...
Ci infiliamo sotto le lenzuola e ci abbracciamo, nude. Ci baciamo in bocca, e le nostre lingue s’incontrano di nuovo per una breve danza d’amore, calde e umide.
- Hmmm... – fa lei, staccandosi dolcemente – Scusami, sono troppo stanca per fare l’amore un’altra volta.
- Non c’è problema – le accarezzo i capelli nerissimi e folti – Vuoi dormire?
- Fra un momento. Prima volevo ringraziarti per essere venuta assieme a Giusy.
- Figurati. Anch’io ti voglio bene, cosa credi?
- Sì. Lo so... Però è anche che avevo bisogno di te. Non solo per fare sesso insieme, ma anche...
- Cosa?
Un sospiro: - Ecco, vedi... Ultimamente Franci si è fatta un po’ stronza. Fa quella più grande con me, rompe con le sue idee politiche, se la tira perché è brava negli studi e io no, ed è sempre lì a fare la gelosona per via della mia amicizia con Giusy.
- E allora? Io cosa c’entro?
- Avevo pensato di darla in pasto a te per darle una lezione mentre io facevo l’amore con Giusy. Poi però mi sono resa conto che ormai tua figlia è diventata ancora più cattiva di te, e ho pensato che fosse meglio lasciarla a lei mentre tu e io rinverdiamo i ricordi di Rimini.
Ma guarda! Mi scappa da ridere... La Giulia mi ha superata di fama in quanto cattiva da letto.
Però è anche carino che Mara voglia passare la notte con me...
Ci accoccoliamo a cucchiaio come piace a me, con la Mara fra le mie braccia, morbida e tiepida...
Prima di addormentarmi ripenso all’ultima immagine di Giulia nel letto di Franci: stesa di schiena con l’aria sicura di sé... E con lo strapon ancora indossato.
Povera Franci...
Infatti passa poco più di un’ora, quando ci svegliamo di soprassalto, sentendola urlare di dolore.
Ridacchiamo, sempre abbracciate a cucchiaio, e poi torniamo a dormire.
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