Sveltina nella Cantina
di
Patrizia V.
genere
tradimenti
Il mattino dopo, a colazione, la Franci appare provata dall’ordalia notturna.
Giulia sembra averci preso gusto, a pestarle il suo cazzo di gomma nel culo, e la quattrocchi milanese non ha la forza fisica di opporsi: praticamente, l’ha violentata per tutta la notte, ma lei è troppo orgogliosa per ammetterlo, e ostenta normalità a onta delle occhiaie e dell’evidente disagio a stare seduta.
La Giulia ha anche lei l’aria di non aver dormito molto, ma almeno è bella soddisfatta. Sorride a me e alla Mara quando le raggiungiamo in cucina che è quasi mezzogiorno, e ha la sua classica espressione da “missione compiuta”.
Mara afferra il messaggio, e bacia entrambe, poi si sofferma ad accarezzare il viso teso della sua ragazza.
- Franci, tesoro... Non hai dormito bene?
Una smorfia: - Non ho dormito affatto. Però devo dire che ci siamo divertite. E voi due?
La Franci non cambierà mai.
- Oh, io non ho più l’energia di voi ragazze – dichiaro allegramente, versandomi il caffè preparato dalla Giulia – Mara e io abbiamo dormito benissimo... A parte svegliarci un paio di volte per le grida che venivano dalla vostra stanza.
Franci storce il naso, e Giulia mi guarda con aria innocente. Beh, almeno si è finalmente tolta lo strapon...
Ci ricomponiamo appena in tempo prima che rincasino Elena e Guido, di ritorno da un viaggio in Svizzera dove lui ha dovuto andare per lavoro.
C’è stato un equivoco, Mara si è sbagliata a dir loro che saremmo arrivate un giorno dopo, ma non ci sono stati problemi: ce la siamo cavata perfettamente la sera prima...
Franci non dice niente, Elena mi guarda con espressione interrogativa e io faccio finta di niente prima di abbracciare la mia vecchia amica e il mio vecchio amante che se l’è sposata.
Passiamo il resto della giornata nella rilassatezza, chiacchierando e rivangando il passato, mentre le ragazze escono a fare acquisti al centro.
Elena comincia a preparare la cena e io cerco di defilarmi più che posso, terrorizzata all’idea che possa chiedermi di aiutarla con i fornelli. Così quando Guido mi chiede di aiutarlo a scegliere il vino in cantina non mi sembra vero di seguirlo, anche se la scusa mi sembra davvero infantile.
Per stare dentro ho indossato un vestitino leggero da casa che oltre a scoprirmi le spalle mi arriva sì e no a mezza coscia: ho notato gli sguardi interessati del padrone di casa, che ben conosco per essere stata la sua amante per quasi un anno quando ero ancora sposata, quindi non mi sorprende che decida di provarci.
Infatti quando siamo di sotto e mi mostra la cantinetta, non ci mette molto a mettermi una mano sul culo mentre controllo l’etichetta del prosecco.
- Ma voi due non eravate una coppia aperta? – gli chiedo mentre mi palpa le chiappe e io ripongo il Valdobbiadene sulla rastrelliera – Non c’era bisogno di portarmi qui sotto...
- Vero – mi sussurra lui all’orecchio – Ma così è più eccitante, non trovi?
Hmmm... Una mano sempre sul culo e l’altra su una tetta da sotto l’ascella; e il fiato caldo sul collo.
Guido è stato uno dei maschi migliori della mia collezione, e forse l’amante che ho tenuto ininterrottamente più a lungo: elegante, sano, intelligente, discretamente simpatico e decisamente aitante, ha anche un bel cazzo e lo sa usare piuttosto bene. Sprecato per la sua prima moglie frigida (a cui l’ho portato via), e una vera manna per quella ninfomane scatenata della Elena, che infatti se lo tiene stretto.
- Quindi vuoi scoparmi qui di nascosto, anche se lei non avrebbe niente in contrario a lasciartelo fare con comodo in camera da letto? – gli chiedo, incuriosita.
- C’è tempo anche per quello – mi fa, facendomi sentire la sua erezione quasi completa fra le chiappe, mentre mi afferra anche la seconda tetta e comincia a pastrugnare, strofinandosi arrapato.
Il bisogno di trasgredire, anche senza motivo: gli uomini non finiscono di stupirmi...
Beh, se è questo che gli serve per eccitarsi, per me va bene: anch’io ho voglia, e la cantina è un ambiente idoneo quanto un altro...
Sculetto all’indietro per sentirgli il cazzo, e lui gioca con i miei capezzoli che protrudono già belli duri attraverso il vestitino color pesca (lo so, sempre lo stesso colore: ma sono nella fase “pesca” della mia vita, fatevene una ragione!).
Siamo alti uguale, quindi è tutto abbastanza agevole: giro la testa e gli offro la lingua mentre lui mi tira le punte che sa essere il mio punto debole.
Mentre facciamo lingua in bocca sento una sua mano che scende lungo il mio corpo fino a raggiungere l’orlo del vestito, e poi risale sollevandomelo quanto basta: ora sento le dita sulla pelle nuda dell’addome.
- Che muscoli hai messo su, Patrizia... Fai body building, adesso?
- Hmmm… - mugolo io, compiaciuta – No: solo nuoto e karate... Più tanto esercizio a bordo. Ma sei in forma anche tu, lo sai?
Mai dimenticarsi di allisciare le piume del maschio quando ti fa un complimento: rischia di perdere sicurezza in sé stesso, specie se tu sei una tipa tendenzialmente dominante.
Sento il cazzo duro che sussulta mentre la mano scivola nuovamente verso il basso sul mio pancino, fino ad infilarmisi nelle mutandine.
Allungo anch’io una mano, all’indietro fra i nostri corpi: non è facile in quella posizione, ma io sono un’esperta nel campo, così quando trovo alla cieca l’apertura dei pantaloni riesco ad aprirli e ad infilare una mano dentro.
Lui si è infilato nelle mie mutande, io ho il suo cazzo in pugno: siamo nelle condizioni ideali per fornicare.
- Ce l’hai già duro – osservo – Vuoi che te lo ciucci lo stesso?
- No – mi fa lui, arrapato – Voglio scoparti subito...
Decisamente la cantina lo eccita. Bene...
Sento le sue ditaccia slabbrarmi la fica e sditalinarmi con facilità grazie ai miei abbondanti umori che inzuppano le mutandine: sono eccitata come una cagna in calore.
Sospiro e mi piego leggermente in avanti, appoggiandomi alla rastrelliera dei vini mentre lui mi solleva il vestitino e mi tira da parte gli slip.
Poi sento la cappella larga e rovente che mi si appoggia alla spacca bagnata e spinge dentro con decisione mentre due mani robuste mi afferrano le anche.
- Aahhh... – gemo, sentendomi penetrare da dietro da un attrezzo ben dimensionato e durissimo – Avanti, scopami! Fammi gridare...
Lui spinge con forza, e la mia fica si riempie di maschio.
- Owww... Cazzo che duro, Guido!
- Sì, grida – mi fa lui, ingrifato – Tanto qui non ci può sentire nessuno.
Con i suoi colpi mi manda a sbattere contro la cantinetta; speriamo di non rompere nessuna bottiglia, sarebbe un peccato.
Accidenti, era almeno una settimana che non avevo un uomo: mi ci voleva proprio, una bella sveltina...
Il ritmo coitale di Guido si fa regolare, e lui non ha più bisogno di tenermi per i fianchi; sento le sue mani raggiungermi nuovamente i seni e riprendere a torcermi i capezzoli gonfi di voglia.
- Aah! Sì, tirali... Mi piace...
Una classica sveltina: siamo tutti e due eccitatissimi, e non abbiamo troppo tempo. In fondo la povera Elena è di sopra che cucina, e non sarebbe giusto lasciarla sola troppo a lungo.
No, non ho la sensazione di farle le corna scopandomi suo marito: siamo troppo complici per una cosa così squallida. Diciamo che glie lo sto scaldando per dopo...
Mi porto una mano fra le gambe e comincio a masturbarmi il clito mentre il maschio mi scopa in fregna e mi tormenta i capezzoli; cazzo come mi piace il cazzo...
Di solito ci metto un po’ a far montare il bollore, ma stavolta – sarà la situazione, sarà il ricordo dell’orgetta lesbica con le ragazze – raggiungo l’orgasmo ancora più in fretta di Eva, che è una dal climax davvero facile.
- Aahhh! Sì, sì: godo. Godooo...
Stretto dalle contrazioni orgasmiche della mia fica, anche il cazzo supera il punto di non ritorno, e Guido mi sborra dentro con un rantolo soddisfatto: avverto l’eiaculazione che mi riempie la vagina di schizzi caldi e densi, raddoppiando il piacere del mio orgasmo.
- Hmmm... – ansimo – Bello... Bello...
Ci ricomponiamo in fretta. Io mi sistemo le mutandine e alliscio il vestito mentre lui recupera una bottiglia a caso, e torniamo rapidamente di sopra.
Io ho urgente bisogno di andare in bagno a ripulirmi, ma prima dobbiamo passare in cucina da Elena, sempre alle prese con i fornelli.
- Ce ne avete messo di tempo – sbuffa lei infastidita – Qui ho quasi finito!
- Scusa – le faccio, mentre Guido mette la bottiglia in frigo – Tuo marito ha voluto scoparmi in cantina, e ci abbiamo messo un po’più del previsto.
Guido tossisce imbarazzato mentre Elena controlla il forno.
- Ma scusa, Guido: dovevi fartela proprio in cantina? Sarebbe stato più carino portarla in camera da letto e fare le cose con comodo, non ti pare? Ricordati che non hai più vent’anni: poteva venirti un crampo, e poi non avresti potuto soddisfare me.
Guido ha le orecchie basse. Mi guarda anche un po’ storto; davvero pensava che mi sarei fatta scopare così alle spalle della mia più vecchia amica?
Elena lo toglie dall’imbarazzo: - Non fare quella faccia, Guido. Patty e io ne abbiamo fatte più che Carlo in Francia, sia da ragazzine che da adulte, e spesso lavorando in coppia: non credo che sia possibile che una di noi possa scandalizzare l’altra... E poi il trucco di farti accompagnare in cantina era così ovvio, conoscendo sia te che lei! Se non te la fossi scopata, avrei pensato che uno di voi stesse male...
Lui ci resta male: la sua ardita trasgressione non ha funzionato.
Decido di consolarlo: - Comunque non è stato niente male, giù in cantina... Devo dire che il tuo Guido è ancora in gamba come me lo ricordavo.
Il padrone di casa appare parzialmente rinfrancato e raddrizza di nuovo le spalle.
- Sì, non mi lamento – fa Elena, aggiungendo un filo d’olio nella casseruola – Mi ha anche fatto fare bella figura con un paio di amiche a cui l’ho prestato. Peccato che i loro mariti che ho avuto in cambio non fossero alla sua altezza.
- Oh. Fate scambi di coppia? – chiedo, incuriosita.
Guido interviene, definitivamente rinfrancato dopo la gaffe: - Sai com’è: la coppia aperta... Ho sempre saputo che una donna come Elena non potrebbe resistere sempre con la stessa pietanza. E anche io non riuscirei a evitare le tentazioni, così...
- Si, ma non funziona sempre così bene, specie con lo swapping – commenta Elena, aggiungendo un pizzico di sale – Succede troppo spesso che lui si diverte con le mie amiche, e io mi annoio con i loro mariti imbolsiti. Preferisco lo swinging.
(Nota per quei pochissimi fra i miei pochi lettori che non conoscono abbastanza l’inglese o il lifestyle per apprezzare la differenza: Swapping è lo scambio completo in ambienti separati; Swinging è lo scambio fra partners nello stesso ambiente, senza che le coppie si separino)
(Nota di colore: l’accento napoletano con cui Elena pronuncia le due parole inglesi purtroppo non è riproducibile per iscritto, ma è tale da strapparmi un sorriso discreto ma divertito)
- Fra l’altro quando fai swinging tutti insieme nel lettone, si possono anche fare delle belle variazioni – commenta Guido rilassandosi un po’ – Diventano delle piccole ammucchiate.
- Sì – dice Elena richiudendo il forno – Non male. Così, anche se l’altro maschio è da buttare, io mi diverto lo stesso... E poi così Guido me ne deve una.
- Cosa intendi? – faccio io, senza capire.
Guido sospira: - Beh, quando lo scambio si trasforma in poco più di una partita a tre, Elena pretende la compensazione.
Continuo a non capire.
Elena sbuffa: - Lo sai che a me le donne non interessano... Sì, insomma: di solito non mi interessano, tu sei un’eccezione perché sei tu. Comunque, quando finisce a trio io-lui-l’altra, con il marito in fuorigioco, per me diventa un po’ noioso. Così la volta successiva ci organizziamo per un trio io-lui-l’altro. Capisci?
Scoppio a ridere: - Guido! Mi congratulo, questo è molto femminista da parte tua.
Lui scrolla le spalle: - A me piace farlo con due donne, quindi capisco che a lei piaccia farlo con due uomini. Quindi, purché io sia uno dei due...
- Mi sembra giusto. E come fate a scegliere “l’altro”?
- Internet, club privé... Quello che capita. Elena sceglie, io approvo, lei lo abborda, e noi ce la facciamo in due. Devo ammettere che non è male.
Sogghigno: - Già... Elena ha sempre avuto una vera passione per i tramezzini...
Lei sbuffa: - Già. Specialmente da quella volta che una certa amica mia mi ha fistata in tutti e due i buchi contemporaneamente...
Guido sospira ancora, questa volta con aria sognante: - Accidenti, avrei proprio voluto esserci! Magari potreste rifarlo, cosa ne dici, amore?
- Non se ne parla nemmeno! – fa Elena, un po’ incazzata – Dopo quella volta non mi sono potuta sedere per due settimane. E il mio buco di dietro non è mai tornato quello di prima.
- Ehm... Mi dispiace – sono un po’ imbarazzata – Quel giorno mi sono lasciata un po’ trasportare...
Lei mi scocca un’occhiataccia: - Già, direi.
Sono un po’ a disagio. Quella è stata anche la volta che Eva ha violentato la Franci... Non credo che Guido conosca anche quel particolare, così riporto il discorso sul loro attuale stile di vita trasgressivo: - Così frequentate i locali per scambisti, navigate sui siti di scambio, fate incontri a tre e a quattro... Che altro?
- Oh, abbiamo un piccolo giro di amici – risponde Guido – Alcuni contattati in rete, altri incontrati nella vita reale.
- Già, a questo proposito...
Elena si volta e mi squadra pensosa.
Sorrido: pericolo scampato, e adesso se conosco la mia amica, potrebbe arrivare una proposta intrigante...
Non mi sbaglio.
Insomma: la storia raccontata da Elena dura un’oretta buona, ma la sostanza è abbastanza semplice. Attraverso il lavoro di Guido hanno conosciuto questa coppia del Canton Ticino che sono andati a trovare due giorni prima, e che adesso stanno venendo a Milano per firmare l’accordo e anche per passare un paio di notti in città a divertirsi. Sono una coppia abbastanza disinvolta da poter fare discorsi trasgressivi e battute spinte, e non si sono scandalizzati quando Elena e Guido si sono proposti per giocare a quattro, ma la loro “lei” ha messo in chiaro che per quanto la riguarda si può parlare solo di soft swing.
(Nota per quei pochissimi di cui sopra: Soft Swing è il gioco a quattro nello stesso ambiente in cui ciascuno gioca esclusivamente con il proprio partner abituale; in sostanza le due coppie si esibiscono una davanti all’altra senza scambiarsi i partner)
In sostanza, il loro “lui” ci starebbe, la “lei” no. Pazienza, se non fosse che Elena si è davvero invaghita del tipo, e vuole assolutamente farselo. Fra l’altro, lei è in credito di uno di quegli swing sfortunati finiti in trio lei-lui-l’altra, e Guido le deve un trio lei-lui-l’altro, per cui...
- Sì, ma io che c’entro?
Elena e Guido mi fissano sornioni. Hanno una stima delle mie capacità di seduzione femminile davvero lusinghiera. Secondo loro, io dovrei partecipare alla seratina osé facendo da “quinto incomodo”, così l’algida svizzerotta si tranquillizzerebbe; poi dovrei procedere a “distrarla” mentre gli altri tre giocano fra loro in un classico trio di quelli che piacciono tanto a Elena.
Hmmm... Una sfida. Mi interessa...
- Ma lei com’è?
Guido scuote le spalle: - A me piace. Me la farei volentieri, ma non voglio forzare troppo la mano: potrei far saltare l’affare, e sarebbe un guaio.
Hanno una foto di gruppo scattata il giorno prima a Lugano: lui è biondiccio, distinto, atletico... Non mi sorprende che Elena voglia farselo: lo voglio anch’io... Lei invece è castana, fortemente mesciata, snella, pallida; occhi nocciola, capelli ricci... Entrambi sui quaranta-quarantacinque, eleganti quanto possono esserlo degli svizzeri.
- Cosa te ne sembra?
Mi lecco le labbra: - Sì, mi piace... A dire la verità, mi piacciono tutti e due, ma mi intriga la sfida. Come si chiamano?
- Carla e Piero.
- Hmmm... Okay, Elena: tu goditi il tuo tramezzino, che a questa Carla ci penso io. Adesso scusatemi, che devo andare in bagno a darmi una ripulita. Comincio ad essere un po’ a disagio con la sborra di Guido che mi cola giù dalle cosce...
Giulia sembra averci preso gusto, a pestarle il suo cazzo di gomma nel culo, e la quattrocchi milanese non ha la forza fisica di opporsi: praticamente, l’ha violentata per tutta la notte, ma lei è troppo orgogliosa per ammetterlo, e ostenta normalità a onta delle occhiaie e dell’evidente disagio a stare seduta.
La Giulia ha anche lei l’aria di non aver dormito molto, ma almeno è bella soddisfatta. Sorride a me e alla Mara quando le raggiungiamo in cucina che è quasi mezzogiorno, e ha la sua classica espressione da “missione compiuta”.
Mara afferra il messaggio, e bacia entrambe, poi si sofferma ad accarezzare il viso teso della sua ragazza.
- Franci, tesoro... Non hai dormito bene?
Una smorfia: - Non ho dormito affatto. Però devo dire che ci siamo divertite. E voi due?
La Franci non cambierà mai.
- Oh, io non ho più l’energia di voi ragazze – dichiaro allegramente, versandomi il caffè preparato dalla Giulia – Mara e io abbiamo dormito benissimo... A parte svegliarci un paio di volte per le grida che venivano dalla vostra stanza.
Franci storce il naso, e Giulia mi guarda con aria innocente. Beh, almeno si è finalmente tolta lo strapon...
Ci ricomponiamo appena in tempo prima che rincasino Elena e Guido, di ritorno da un viaggio in Svizzera dove lui ha dovuto andare per lavoro.
C’è stato un equivoco, Mara si è sbagliata a dir loro che saremmo arrivate un giorno dopo, ma non ci sono stati problemi: ce la siamo cavata perfettamente la sera prima...
Franci non dice niente, Elena mi guarda con espressione interrogativa e io faccio finta di niente prima di abbracciare la mia vecchia amica e il mio vecchio amante che se l’è sposata.
Passiamo il resto della giornata nella rilassatezza, chiacchierando e rivangando il passato, mentre le ragazze escono a fare acquisti al centro.
Elena comincia a preparare la cena e io cerco di defilarmi più che posso, terrorizzata all’idea che possa chiedermi di aiutarla con i fornelli. Così quando Guido mi chiede di aiutarlo a scegliere il vino in cantina non mi sembra vero di seguirlo, anche se la scusa mi sembra davvero infantile.
Per stare dentro ho indossato un vestitino leggero da casa che oltre a scoprirmi le spalle mi arriva sì e no a mezza coscia: ho notato gli sguardi interessati del padrone di casa, che ben conosco per essere stata la sua amante per quasi un anno quando ero ancora sposata, quindi non mi sorprende che decida di provarci.
Infatti quando siamo di sotto e mi mostra la cantinetta, non ci mette molto a mettermi una mano sul culo mentre controllo l’etichetta del prosecco.
- Ma voi due non eravate una coppia aperta? – gli chiedo mentre mi palpa le chiappe e io ripongo il Valdobbiadene sulla rastrelliera – Non c’era bisogno di portarmi qui sotto...
- Vero – mi sussurra lui all’orecchio – Ma così è più eccitante, non trovi?
Hmmm... Una mano sempre sul culo e l’altra su una tetta da sotto l’ascella; e il fiato caldo sul collo.
Guido è stato uno dei maschi migliori della mia collezione, e forse l’amante che ho tenuto ininterrottamente più a lungo: elegante, sano, intelligente, discretamente simpatico e decisamente aitante, ha anche un bel cazzo e lo sa usare piuttosto bene. Sprecato per la sua prima moglie frigida (a cui l’ho portato via), e una vera manna per quella ninfomane scatenata della Elena, che infatti se lo tiene stretto.
- Quindi vuoi scoparmi qui di nascosto, anche se lei non avrebbe niente in contrario a lasciartelo fare con comodo in camera da letto? – gli chiedo, incuriosita.
- C’è tempo anche per quello – mi fa, facendomi sentire la sua erezione quasi completa fra le chiappe, mentre mi afferra anche la seconda tetta e comincia a pastrugnare, strofinandosi arrapato.
Il bisogno di trasgredire, anche senza motivo: gli uomini non finiscono di stupirmi...
Beh, se è questo che gli serve per eccitarsi, per me va bene: anch’io ho voglia, e la cantina è un ambiente idoneo quanto un altro...
Sculetto all’indietro per sentirgli il cazzo, e lui gioca con i miei capezzoli che protrudono già belli duri attraverso il vestitino color pesca (lo so, sempre lo stesso colore: ma sono nella fase “pesca” della mia vita, fatevene una ragione!).
Siamo alti uguale, quindi è tutto abbastanza agevole: giro la testa e gli offro la lingua mentre lui mi tira le punte che sa essere il mio punto debole.
Mentre facciamo lingua in bocca sento una sua mano che scende lungo il mio corpo fino a raggiungere l’orlo del vestito, e poi risale sollevandomelo quanto basta: ora sento le dita sulla pelle nuda dell’addome.
- Che muscoli hai messo su, Patrizia... Fai body building, adesso?
- Hmmm… - mugolo io, compiaciuta – No: solo nuoto e karate... Più tanto esercizio a bordo. Ma sei in forma anche tu, lo sai?
Mai dimenticarsi di allisciare le piume del maschio quando ti fa un complimento: rischia di perdere sicurezza in sé stesso, specie se tu sei una tipa tendenzialmente dominante.
Sento il cazzo duro che sussulta mentre la mano scivola nuovamente verso il basso sul mio pancino, fino ad infilarmisi nelle mutandine.
Allungo anch’io una mano, all’indietro fra i nostri corpi: non è facile in quella posizione, ma io sono un’esperta nel campo, così quando trovo alla cieca l’apertura dei pantaloni riesco ad aprirli e ad infilare una mano dentro.
Lui si è infilato nelle mie mutande, io ho il suo cazzo in pugno: siamo nelle condizioni ideali per fornicare.
- Ce l’hai già duro – osservo – Vuoi che te lo ciucci lo stesso?
- No – mi fa lui, arrapato – Voglio scoparti subito...
Decisamente la cantina lo eccita. Bene...
Sento le sue ditaccia slabbrarmi la fica e sditalinarmi con facilità grazie ai miei abbondanti umori che inzuppano le mutandine: sono eccitata come una cagna in calore.
Sospiro e mi piego leggermente in avanti, appoggiandomi alla rastrelliera dei vini mentre lui mi solleva il vestitino e mi tira da parte gli slip.
Poi sento la cappella larga e rovente che mi si appoggia alla spacca bagnata e spinge dentro con decisione mentre due mani robuste mi afferrano le anche.
- Aahhh... – gemo, sentendomi penetrare da dietro da un attrezzo ben dimensionato e durissimo – Avanti, scopami! Fammi gridare...
Lui spinge con forza, e la mia fica si riempie di maschio.
- Owww... Cazzo che duro, Guido!
- Sì, grida – mi fa lui, ingrifato – Tanto qui non ci può sentire nessuno.
Con i suoi colpi mi manda a sbattere contro la cantinetta; speriamo di non rompere nessuna bottiglia, sarebbe un peccato.
Accidenti, era almeno una settimana che non avevo un uomo: mi ci voleva proprio, una bella sveltina...
Il ritmo coitale di Guido si fa regolare, e lui non ha più bisogno di tenermi per i fianchi; sento le sue mani raggiungermi nuovamente i seni e riprendere a torcermi i capezzoli gonfi di voglia.
- Aah! Sì, tirali... Mi piace...
Una classica sveltina: siamo tutti e due eccitatissimi, e non abbiamo troppo tempo. In fondo la povera Elena è di sopra che cucina, e non sarebbe giusto lasciarla sola troppo a lungo.
No, non ho la sensazione di farle le corna scopandomi suo marito: siamo troppo complici per una cosa così squallida. Diciamo che glie lo sto scaldando per dopo...
Mi porto una mano fra le gambe e comincio a masturbarmi il clito mentre il maschio mi scopa in fregna e mi tormenta i capezzoli; cazzo come mi piace il cazzo...
Di solito ci metto un po’ a far montare il bollore, ma stavolta – sarà la situazione, sarà il ricordo dell’orgetta lesbica con le ragazze – raggiungo l’orgasmo ancora più in fretta di Eva, che è una dal climax davvero facile.
- Aahhh! Sì, sì: godo. Godooo...
Stretto dalle contrazioni orgasmiche della mia fica, anche il cazzo supera il punto di non ritorno, e Guido mi sborra dentro con un rantolo soddisfatto: avverto l’eiaculazione che mi riempie la vagina di schizzi caldi e densi, raddoppiando il piacere del mio orgasmo.
- Hmmm... – ansimo – Bello... Bello...
Ci ricomponiamo in fretta. Io mi sistemo le mutandine e alliscio il vestito mentre lui recupera una bottiglia a caso, e torniamo rapidamente di sopra.
Io ho urgente bisogno di andare in bagno a ripulirmi, ma prima dobbiamo passare in cucina da Elena, sempre alle prese con i fornelli.
- Ce ne avete messo di tempo – sbuffa lei infastidita – Qui ho quasi finito!
- Scusa – le faccio, mentre Guido mette la bottiglia in frigo – Tuo marito ha voluto scoparmi in cantina, e ci abbiamo messo un po’più del previsto.
Guido tossisce imbarazzato mentre Elena controlla il forno.
- Ma scusa, Guido: dovevi fartela proprio in cantina? Sarebbe stato più carino portarla in camera da letto e fare le cose con comodo, non ti pare? Ricordati che non hai più vent’anni: poteva venirti un crampo, e poi non avresti potuto soddisfare me.
Guido ha le orecchie basse. Mi guarda anche un po’ storto; davvero pensava che mi sarei fatta scopare così alle spalle della mia più vecchia amica?
Elena lo toglie dall’imbarazzo: - Non fare quella faccia, Guido. Patty e io ne abbiamo fatte più che Carlo in Francia, sia da ragazzine che da adulte, e spesso lavorando in coppia: non credo che sia possibile che una di noi possa scandalizzare l’altra... E poi il trucco di farti accompagnare in cantina era così ovvio, conoscendo sia te che lei! Se non te la fossi scopata, avrei pensato che uno di voi stesse male...
Lui ci resta male: la sua ardita trasgressione non ha funzionato.
Decido di consolarlo: - Comunque non è stato niente male, giù in cantina... Devo dire che il tuo Guido è ancora in gamba come me lo ricordavo.
Il padrone di casa appare parzialmente rinfrancato e raddrizza di nuovo le spalle.
- Sì, non mi lamento – fa Elena, aggiungendo un filo d’olio nella casseruola – Mi ha anche fatto fare bella figura con un paio di amiche a cui l’ho prestato. Peccato che i loro mariti che ho avuto in cambio non fossero alla sua altezza.
- Oh. Fate scambi di coppia? – chiedo, incuriosita.
Guido interviene, definitivamente rinfrancato dopo la gaffe: - Sai com’è: la coppia aperta... Ho sempre saputo che una donna come Elena non potrebbe resistere sempre con la stessa pietanza. E anche io non riuscirei a evitare le tentazioni, così...
- Si, ma non funziona sempre così bene, specie con lo swapping – commenta Elena, aggiungendo un pizzico di sale – Succede troppo spesso che lui si diverte con le mie amiche, e io mi annoio con i loro mariti imbolsiti. Preferisco lo swinging.
(Nota per quei pochissimi fra i miei pochi lettori che non conoscono abbastanza l’inglese o il lifestyle per apprezzare la differenza: Swapping è lo scambio completo in ambienti separati; Swinging è lo scambio fra partners nello stesso ambiente, senza che le coppie si separino)
(Nota di colore: l’accento napoletano con cui Elena pronuncia le due parole inglesi purtroppo non è riproducibile per iscritto, ma è tale da strapparmi un sorriso discreto ma divertito)
- Fra l’altro quando fai swinging tutti insieme nel lettone, si possono anche fare delle belle variazioni – commenta Guido rilassandosi un po’ – Diventano delle piccole ammucchiate.
- Sì – dice Elena richiudendo il forno – Non male. Così, anche se l’altro maschio è da buttare, io mi diverto lo stesso... E poi così Guido me ne deve una.
- Cosa intendi? – faccio io, senza capire.
Guido sospira: - Beh, quando lo scambio si trasforma in poco più di una partita a tre, Elena pretende la compensazione.
Continuo a non capire.
Elena sbuffa: - Lo sai che a me le donne non interessano... Sì, insomma: di solito non mi interessano, tu sei un’eccezione perché sei tu. Comunque, quando finisce a trio io-lui-l’altra, con il marito in fuorigioco, per me diventa un po’ noioso. Così la volta successiva ci organizziamo per un trio io-lui-l’altro. Capisci?
Scoppio a ridere: - Guido! Mi congratulo, questo è molto femminista da parte tua.
Lui scrolla le spalle: - A me piace farlo con due donne, quindi capisco che a lei piaccia farlo con due uomini. Quindi, purché io sia uno dei due...
- Mi sembra giusto. E come fate a scegliere “l’altro”?
- Internet, club privé... Quello che capita. Elena sceglie, io approvo, lei lo abborda, e noi ce la facciamo in due. Devo ammettere che non è male.
Sogghigno: - Già... Elena ha sempre avuto una vera passione per i tramezzini...
Lei sbuffa: - Già. Specialmente da quella volta che una certa amica mia mi ha fistata in tutti e due i buchi contemporaneamente...
Guido sospira ancora, questa volta con aria sognante: - Accidenti, avrei proprio voluto esserci! Magari potreste rifarlo, cosa ne dici, amore?
- Non se ne parla nemmeno! – fa Elena, un po’ incazzata – Dopo quella volta non mi sono potuta sedere per due settimane. E il mio buco di dietro non è mai tornato quello di prima.
- Ehm... Mi dispiace – sono un po’ imbarazzata – Quel giorno mi sono lasciata un po’ trasportare...
Lei mi scocca un’occhiataccia: - Già, direi.
Sono un po’ a disagio. Quella è stata anche la volta che Eva ha violentato la Franci... Non credo che Guido conosca anche quel particolare, così riporto il discorso sul loro attuale stile di vita trasgressivo: - Così frequentate i locali per scambisti, navigate sui siti di scambio, fate incontri a tre e a quattro... Che altro?
- Oh, abbiamo un piccolo giro di amici – risponde Guido – Alcuni contattati in rete, altri incontrati nella vita reale.
- Già, a questo proposito...
Elena si volta e mi squadra pensosa.
Sorrido: pericolo scampato, e adesso se conosco la mia amica, potrebbe arrivare una proposta intrigante...
Non mi sbaglio.
Insomma: la storia raccontata da Elena dura un’oretta buona, ma la sostanza è abbastanza semplice. Attraverso il lavoro di Guido hanno conosciuto questa coppia del Canton Ticino che sono andati a trovare due giorni prima, e che adesso stanno venendo a Milano per firmare l’accordo e anche per passare un paio di notti in città a divertirsi. Sono una coppia abbastanza disinvolta da poter fare discorsi trasgressivi e battute spinte, e non si sono scandalizzati quando Elena e Guido si sono proposti per giocare a quattro, ma la loro “lei” ha messo in chiaro che per quanto la riguarda si può parlare solo di soft swing.
(Nota per quei pochissimi di cui sopra: Soft Swing è il gioco a quattro nello stesso ambiente in cui ciascuno gioca esclusivamente con il proprio partner abituale; in sostanza le due coppie si esibiscono una davanti all’altra senza scambiarsi i partner)
In sostanza, il loro “lui” ci starebbe, la “lei” no. Pazienza, se non fosse che Elena si è davvero invaghita del tipo, e vuole assolutamente farselo. Fra l’altro, lei è in credito di uno di quegli swing sfortunati finiti in trio lei-lui-l’altra, e Guido le deve un trio lei-lui-l’altro, per cui...
- Sì, ma io che c’entro?
Elena e Guido mi fissano sornioni. Hanno una stima delle mie capacità di seduzione femminile davvero lusinghiera. Secondo loro, io dovrei partecipare alla seratina osé facendo da “quinto incomodo”, così l’algida svizzerotta si tranquillizzerebbe; poi dovrei procedere a “distrarla” mentre gli altri tre giocano fra loro in un classico trio di quelli che piacciono tanto a Elena.
Hmmm... Una sfida. Mi interessa...
- Ma lei com’è?
Guido scuote le spalle: - A me piace. Me la farei volentieri, ma non voglio forzare troppo la mano: potrei far saltare l’affare, e sarebbe un guaio.
Hanno una foto di gruppo scattata il giorno prima a Lugano: lui è biondiccio, distinto, atletico... Non mi sorprende che Elena voglia farselo: lo voglio anch’io... Lei invece è castana, fortemente mesciata, snella, pallida; occhi nocciola, capelli ricci... Entrambi sui quaranta-quarantacinque, eleganti quanto possono esserlo degli svizzeri.
- Cosa te ne sembra?
Mi lecco le labbra: - Sì, mi piace... A dire la verità, mi piacciono tutti e due, ma mi intriga la sfida. Come si chiamano?
- Carla e Piero.
- Hmmm... Okay, Elena: tu goditi il tuo tramezzino, che a questa Carla ci penso io. Adesso scusatemi, che devo andare in bagno a darmi una ripulita. Comincio ad essere un po’ a disagio con la sborra di Guido che mi cola giù dalle cosce...
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