Il Dominatore - Capitolo I

di
genere
dominazione

Mark era seduto a gambe incrociate, completamente nudo, su un tappeto di cui non sapeva decidersi se la fantasia rappresentata fosse indiana, o araba. Lo aveva trovato in un vecchio casolare, in mezzo ad un mucchio di robaccia e lo aveva fatto portare fino al suo alloggio perché quella grossa e polverosa stuoia gli ricordava un ornamento tipico utilizzato dai re ed imperatori orientali e quindi, ricollegandolo a simbolo di potere e supremazia, lo aveva voluto ad ogni costo nella sua abitazione.

Davanti a lui, due delle sue mogli preferite giocavano tra loro, anch’esse completamente nude. Anne, la più robusta dai fianchi larghi e dal prosperoso seno, stava strofinando uno dei suoi turgidi capezzoli proprio all’altezza del clitoride di Milly, la più magra, esile e giovane delle mogli di Mark.

Le due donne, entrambe bionde, amavano con sincerità e spontaneità trastullarsi in quel modo davanti a loro marito, imbastendo ogni volta spettacolini accattivanti ed eccitanti. Mentre il capezzolo di Anne si strofinava lentamente sul clitoride di Milly facendola gemere e ansimare, Mark sgranocchiava degli snack di frutta essiccati, gustandosi la scena. Pochi secondi dopo, Anne smise di torturare la ragazza e si avvicinò alle sue labbra per baciarla appassionatamente, lanciando nel frattempo un’occhiata provocatoria a Mark attraverso quei suoi due occhioni da famme fatale che tanto lo estasiavano.

“Ohhh, vai così porcona! Dacci dentro!” Fece l’uomo con soddisfazione.

Anne chiuse gli occhi continuando a baciare con immenso trasporto mentre le sue mani scorsero sul corpo della giovane amante, palpandole da prime le sue sensuali ed insolite tettine, poi i dolci e stretti fianchi, finendo con una violenta strizzata dei glutei con la quale Anne digrignò i denti a dimostrazione della prepotenza che aveva infuso in quell’azione.

Milly si sentiva alla mercé di quella donna, più grande di lei non solo fisicamente ma anche d’età. Tra le due c’era una differenza di almeno dieci anni. Lei era poco più che adolescente mentre la sua amante aveva superato i trent’anni. Seppure i loro fisici non mostrassero questa differenza, rendendo entrambe toniche e dalla pelle libera da rughe ed imperfezioni, il temperamento dei loro spiriti era completamente differente. Anne era una tigre adulta, consapevole della propria sensualità, esplosiva come la dinamite e sicura di sé nella sua dirompente femminilità. Mark adorava l’indomabilità di quella donna che non gli ubbidiva mai completamente, che rimaneva sempre con il suo invalicabile briciolo di indipendenza nel quale lui non poteva penetrare. Milly invece, al contrario, era timida, impacciata, focosa ma impaurita di quel suo stesso fuoco che l’ardeva dall’interno. Di lei Mark amava i mille modi diversi con i quali la sottometteva, rendendola non solo un suo giocattolo, ma un’amabile passatempo anche per altri suoi sottoposti come Anne. Mark era fiero di aver creato quell’intricato triangolo nel quale lui era il padrone indiscusso e le sue quattro mogli si alternavano in diversi equilibri tra loro e nei suoi confronti.

Anne non aveva perso tempo e si era seduta sulla faccia di Milly esortandola a leccarle la vagina. Con le mani palpava i seni della ragazza mentre con una certa decisione faceva avanti e indietro sul volto della sua amante, ridendo e gioendo di quella performance. Milly nel frattempo, aveva tirato fuori la lingua e la spalmava ovunque potesse, bagnandosi nel contempo stesso tutto il volto di umori vaginali e propria saliva.

Mark aveva preso a masturbarsi furiosamente ma dopo qualche secondo cercò di ritrovare la calma per non eiaculare troppo presto. Voleva penetrare almeno una delle sue mogli, ma proprio non riusciva a decidersi chi avrebbe avuto il privilegio del suo pene, così decise di chiederlo a loro.

“Tesori miei, chi pensiate debba essere scopata da me oggi?” Dicendo ciò si alzò in piedi indicandosi con il pollice.

A parlare per prima fu Anne, dato che l’altra aveva la bocca alquanto occupata. “Ovviamente lo merito più io, Mark. Ti prego, scopa me!”

“Aaah! Brava, voglio sentirti supplicare per il mio cazzo! Andiamo, stronzette, fatemi sentire quanto volete la mazza!” Mark roteò il pene a pochi centimetri da Anne la quale tentò di afferrarlo con la bocca, rallentando il ritmo dell’oscillazione dei glutei sopra a Milly che ancora non riusciva a parlare.

“Vedi? Lei nemmeno ti risponde e tu vorresti darle la possibilità di essere scopata?”

Milly si liberò quanto bastava per rispondere a quell’accusa con degli insulti nei confronti di Anne che invece premeva più forte con il sedere sopra la faccia dell’altra donna.

“Sei proprio una vacca, Anne!” Rispose Mark per bilanciare gli equilibri tra le due donne. “Però anche tu Milly, preferisci stare lì sotto piuttosto che avere il mio cazzo? Che delusione!”

Finalmente Anne si scansò lasciando parlare anche Milly che con un gesto di stizza si alzò in piedi scattante. “Scopa me! Ti faccio sborrare in tre secondi se mi fai mettere sopra. Questa balena rischia di spiaccicarti altrimenti!”

Mark fece una risata quasi caricaturale e prese entrambe le donne per la vita tirandole a sé con irruenza. “Ho deciso! Vi scopo entrambe! Forza, a pecora sul letto, tutte e due!”
Le due mogli obbedirono posizionandosi sul letto sfatto e offrendo i loro sederi al marito. Mark si prese qualche secondo di contemplazione osservando entrambi i culi. Quello di Anne era veramente grosso e formoso, quattro mani non sarebbero bastate per afferrarlo tutto, mentre quello di Milly era piccolo ma estremamente tonico e decisamente più invitante agli occhi di Mark. Per iniziare, l’uomo infilò due dita in entrambe le donne, cominciando a stantuffare con prepotenza avanti e indietro.

“Ecco qua troione, godete un po’ con le dita prima che vi scopi per bene!”

Quando si ritenne soddisfatto e temendo che le sue due signore raggiungessero un prematuro orgasmo dato il baccano che facevano ansimando, decise finalmente di penetrare Milly. Giocò un po’ con il pene sull’entrata della vagina, poi si preparò per infilarlo con un colpo secco, ma qualcuno bussò alla porta.

“MAAAARK! CAZZO MARK, APRI!!”

Mark sbuffò infastidito e avvicinandosi alla porta, la aprì senza alcun timore. “Frank, spero sia importante perché stavo per farmi una fantastica scopata e sai che mi agito facilmente se non scopo per più di mezza giornata. Che cazzo vuoi?” Milly si coprì con il lenzuolo, mentre Anne, spavalda, rimase nuda anche di fronte al galoppino di suo marito.

“Cristo Mark, mi dispiace! Ma Billy si è messo alla testa di una rivolta di contadini e stanno minacciando di occupare il villaggio e spodestarti una volta per tutte!”

“Porca troia, Frank! Ora mi inculo loro!” Mark dicendo ciò si strinse il pene e lo allungò in avanti con un movimento del bacino. “In quanti sono?”

“Per ora solo una ventina di persone, ma stanno convincendo gli altri contadini ad unirsi a loro. Raduno l’esercito?”

“L’esercito? Vuoi farmi ridere, Frank? Pensi che io abbia bisogno di voi massa di cazzoni?” Mark si vestì di fretta e furia, rimanendo però a petto nudo nonostante la stagione richiedesse quanto meno una felpa. Poi, prese la sua arma preferita, una riproduzione storica di un gladio romano e uno scudo rotondo facilmente maneggiabile e seguendo Frank, uscì da casa sua per imboccare poi la via principale del villaggio proseguendo verso i campi, quasi a confine con le mura esterne. Improvvisamente si creò una folla che si radunò intorno ai due uomini seguendoli lungo il tragitto. Il brusio cominciò a diventare fastidioso per le orecchie di Mark e il suo umore già suscettibile gli fece perdere le staffe.

“VOLETE STARE ZITTI?” Gridò a pieni polmoni. Il vociare terminò immediatamente, lasciando spazio solo al rumore dei passi e Mark se ne compiacque.

Da lontano, i due gruppi rivali cominciarono a vedersi e dal gruppetto di contadini si staccarono immediatamente quattro di loro per andare in contro a Mark chiedendo immediatamente perdono e rinunciando a combattere. Anche solo averlo visto aveva infuso in loro un terrore che prima non avevano. Dall’andatura decisa e oscillando le spalle, la figura di Mark si manifestava in tutta la sua aura omicida e vederlo così tanto su di giri bastò a quei quattro per decidere di arrendersi finché fossero in tempo. Mark li liquidò velocemente assolvendoli e incaricò Frank di tenere a bada l’esercito.

Il così detto esercito non era altro che un gruppetto di quaranta combattenti di cui solo venticinque erano al villaggio in quel momento. Venuti a sapere della rivolta, si erano comunque radunati lì intorno assetati di sangue e pronti ad intervenire in caso di necessità. Frank alzò il pugno teso verso l’alto e tutto l’esercito capì che l’ordine era di rimanere in attesa a distanza e di non intraprendere alcuna azione offensiva. I cinque arcieri che avevano già preso la mira verso Billy e i suoi contadini allentarono gli archi e rimasero con gli occhi fissi su Frank e Mark per attendere ulteriori indicazioni.

“Bene, bene, bene! Il buon vecchio Billy torna a rompere sempre i coglioni! Ero nel bel mezzo di un’epica scopata, ma a quanto pare tu, invidioso della mia vita sessuale e stanco di farti le pippe, vuoi infastidirmi!”

“Smettila Mark, il tuo dominio del terrore è finito. Libererò questa gente.” Billy aveva due grossa ascia in mano e la puntò verso il suo rivale avanzando a passo lento ma deciso.

“Mark… devo dirti una cosa. Billy ha fatto fuori Renold da solo, devi stare attento!”

A quelle parole, la folla emise un sospiro di stupore e incredulità. Nel frattempo, anche Milly e Anne erano sopraggiunte sul luogo della rissa. Milly aveva ancora il lenzuolo avvolto intorno, mentre Anne vestiva solo un paio di mutandine noncurante di essere soggetta al freddo e agli sguardi indiscreti di chiunque.

“Ma come ha fatto ad ammazzare Renold? Centoventi chili di puri muscoli battuti da quel mingherlino di Billy?” Anne aveva rivolto quella domanda all’altra moglie di Mark, ma quest’ultima non l’aveva neppure ascoltata. L’ultima volta che aveva visto Renold era stato quando senza l’aiuto di nessuno l’aveva salvata da un gruppo di dieci assalitori, quando ancora tre anni prima girovagava da sola nel mondo esterno alle mura del villaggio. Da quel momento, Renold l’aveva presa in custodia e portata al quartier generale dove Mark si era innamorato di lei e l’aveva sposata. Dopodiché, Renold era sempre stato in missione e non lo aveva più visto. Sapere della sua morte in quel momento, le riempì il cuore di tristezza essendogli in qualche modo affezionata.

“Incredibile. Renold era una vera e propria macchina da guerra!” Mark rimase sbalordito ma non ebbe il tempo di pensare ad altro perché Billy gli si scagliò contro come un treno, cominciando a correre verso di lui a piena potenza.
scritto il
2019-09-06
5 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Cuckold in vacanza?

racconto sucessivo

Il Dominatore - Capitolo II
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.