I Vizi Capitali - L'Accidia [Finale]
di
Raccontatore
genere
etero
Gargiulo è stato mandato qui dal maresciallo, per indagare.
Cosa vuole? Sentirsi dire che mi sono fatto una squallida sborrata, la più intensa della mia vita?
Non ho voglia di stare qui a dare stupide spiegazioni a Gargiulo, guardarlo annuire con quella faccia da ebete che sembra conservare gelosamente fin da quando è arrivato in paese mesi fa. Ci metterebbe due ore a capire tutto quello che è successo, dovrei starglielo a spiegare e rispiegare.
Tra tutte le persone che potevano capitarmi, proprio quella santa dell’Alberta mi ha assalito. Un po’ mi viene da ridere, mi si alza leggermente il labbro, devo avere anche io una strana espressione da questo letto d’ospedale, ma Gargiulo non coglierebbe nemmeno la risata sul viso di un clown per quanto è idiota.
“Allora Miche’ , me lo vuoi di’ chi è stato?”
Dio mio, Gargiulo parla sempre con quel noiosissimo accento, come se fosse appena uscito da una di quelle deprimenti serie per anziani che mandano a ripetizioni su rai uno ad ora di pranzo. Don Marco? Don Mattia?
“Forza Miche’ che ‘o dottore m’ha detto che ti sei ripreso. Fai il timido mo?”
Don Matteo. Ecco dove starebbe bene Gargiulo, a marcire in quel pantano della televisioni italiana tenuta in piedi con i soldi di noi contribuenti.
“Cosa vuoi che ti dica, mi hanno colpito in testa anche, non me lo ricordo chi è stato.”
“Ma come, ‘o dottore m’ha detto che…”
Lo interrompo per non dover perdere ulteriore tempo ad ascoltarlo.
“ ‘O dottore non può sapere tutto, a volte sbaglia pure lui.”
Lo so Gargiulo, è difficile per te capire che non sempre le autorità hanno ragione, ma sei la dimostrazione vivente di questa inaffidabilità. Ho di nuovo sonno, tutto questo trambusto di ieri sera, tra Alberta, l’aggressione e l’ospedale, non ho avuto modo di dormire decentemente. Sono stanco, sarebbe stato meglio morire piuttosto che ritrovarmi in questa situazione.
“Ma vuoi dirmi almeno che facivi al locale di Guido?”
“Mi ha chiesto lui di rimanere lì, ha detto che aveva un qualche affare da sbrigare e che sarebbe tornato in cinque minuto. Quell’essere inutile però, ci ha messo talmente tanto che alla fine mi sono addormentato lì dentro.”
“Ah! Sai, Guido probabilmente c’ha una tresca con quella là… Fiorella e…”
“Sìsì ne parlano tutti.”
Sei esattamente come il resto di questo buco di fogna. Sempre pronti a parlare delle vite degli altri, a giudicare a sparlare a puntare il dito, ad accusare, sentenziare, umiliare le perversioni altrui nascondendo le proprie senza parlarne nemmeno tra marito e moglie. Pervertiti frustrati e insoddisfatti, squallidi cuckold, deviati bisessuali e infoiati del cazzo.
“Beh, quindi non ricordi proprio nulla? Buio totale da quando ti sei addormentato fino all’ospedale?”
“Già, proprio così.”
Spero che con quest’ultima risposta sia soddisfatto e se ne vada. Viene a fare il quarto grado a me, che sono la vittima e non ho nemmeno sporto denuncia.
“Beh in tal caso, ci sarà da archiviare tutta ‘sta faccenda. E mo chi lo sente o’maresciallo? Buona guarigione Miche’ , rimettiti presto.”
Che squallore, era desolato di non poter chiudere il caso solo perché il maresciallo si sarebbe incavolato. Era interessato solo a far contento un superiore, come se bastasse questo nella vita.
Almeno finalmente se n’è andato. Mi ha lasciato solo.
Fuori dalla finestra è nuvoloso. Anzi, il cielo è completamente grigio, nemmeno si vedono le nuvole, solo un’intonsa tonalità grigiastra che sembra essere stata dipinta con un pennello molto grande. Non c’è segno di sole, nemmeno di pioggia, ma il cielo è grigio. La luce però c’è, sembra quasi blu. No, è il vetro dell’ospedale a fungere da filtro e a far sembrare blu tutto il mondo di fuori.
No.
Sono i miei occhi a filtrare il mondo con questa tonalità blu.
Ma perché solo io lo vedo così? Perché solo io vedo quest’opprimente blu ovunque?
Gargiulo, il maresciallo, Guido, Carlo, Alberta, Ada, Fabrizio. Sono tutti blu, ma solo io li vedo così. Perché? Perché?
Sento qualcosa di bagnato sulla guancia, ora su entrambe.
Non mi va di asciugarle, voglio solo riposare un po’. Penso che mi addormenterò, magari solo per altri cinque minuti.
Solo per altri cinque minuti.
Cosa vuole? Sentirsi dire che mi sono fatto una squallida sborrata, la più intensa della mia vita?
Non ho voglia di stare qui a dare stupide spiegazioni a Gargiulo, guardarlo annuire con quella faccia da ebete che sembra conservare gelosamente fin da quando è arrivato in paese mesi fa. Ci metterebbe due ore a capire tutto quello che è successo, dovrei starglielo a spiegare e rispiegare.
Tra tutte le persone che potevano capitarmi, proprio quella santa dell’Alberta mi ha assalito. Un po’ mi viene da ridere, mi si alza leggermente il labbro, devo avere anche io una strana espressione da questo letto d’ospedale, ma Gargiulo non coglierebbe nemmeno la risata sul viso di un clown per quanto è idiota.
“Allora Miche’ , me lo vuoi di’ chi è stato?”
Dio mio, Gargiulo parla sempre con quel noiosissimo accento, come se fosse appena uscito da una di quelle deprimenti serie per anziani che mandano a ripetizioni su rai uno ad ora di pranzo. Don Marco? Don Mattia?
“Forza Miche’ che ‘o dottore m’ha detto che ti sei ripreso. Fai il timido mo?”
Don Matteo. Ecco dove starebbe bene Gargiulo, a marcire in quel pantano della televisioni italiana tenuta in piedi con i soldi di noi contribuenti.
“Cosa vuoi che ti dica, mi hanno colpito in testa anche, non me lo ricordo chi è stato.”
“Ma come, ‘o dottore m’ha detto che…”
Lo interrompo per non dover perdere ulteriore tempo ad ascoltarlo.
“ ‘O dottore non può sapere tutto, a volte sbaglia pure lui.”
Lo so Gargiulo, è difficile per te capire che non sempre le autorità hanno ragione, ma sei la dimostrazione vivente di questa inaffidabilità. Ho di nuovo sonno, tutto questo trambusto di ieri sera, tra Alberta, l’aggressione e l’ospedale, non ho avuto modo di dormire decentemente. Sono stanco, sarebbe stato meglio morire piuttosto che ritrovarmi in questa situazione.
“Ma vuoi dirmi almeno che facivi al locale di Guido?”
“Mi ha chiesto lui di rimanere lì, ha detto che aveva un qualche affare da sbrigare e che sarebbe tornato in cinque minuto. Quell’essere inutile però, ci ha messo talmente tanto che alla fine mi sono addormentato lì dentro.”
“Ah! Sai, Guido probabilmente c’ha una tresca con quella là… Fiorella e…”
“Sìsì ne parlano tutti.”
Sei esattamente come il resto di questo buco di fogna. Sempre pronti a parlare delle vite degli altri, a giudicare a sparlare a puntare il dito, ad accusare, sentenziare, umiliare le perversioni altrui nascondendo le proprie senza parlarne nemmeno tra marito e moglie. Pervertiti frustrati e insoddisfatti, squallidi cuckold, deviati bisessuali e infoiati del cazzo.
“Beh, quindi non ricordi proprio nulla? Buio totale da quando ti sei addormentato fino all’ospedale?”
“Già, proprio così.”
Spero che con quest’ultima risposta sia soddisfatto e se ne vada. Viene a fare il quarto grado a me, che sono la vittima e non ho nemmeno sporto denuncia.
“Beh in tal caso, ci sarà da archiviare tutta ‘sta faccenda. E mo chi lo sente o’maresciallo? Buona guarigione Miche’ , rimettiti presto.”
Che squallore, era desolato di non poter chiudere il caso solo perché il maresciallo si sarebbe incavolato. Era interessato solo a far contento un superiore, come se bastasse questo nella vita.
Almeno finalmente se n’è andato. Mi ha lasciato solo.
Fuori dalla finestra è nuvoloso. Anzi, il cielo è completamente grigio, nemmeno si vedono le nuvole, solo un’intonsa tonalità grigiastra che sembra essere stata dipinta con un pennello molto grande. Non c’è segno di sole, nemmeno di pioggia, ma il cielo è grigio. La luce però c’è, sembra quasi blu. No, è il vetro dell’ospedale a fungere da filtro e a far sembrare blu tutto il mondo di fuori.
No.
Sono i miei occhi a filtrare il mondo con questa tonalità blu.
Ma perché solo io lo vedo così? Perché solo io vedo quest’opprimente blu ovunque?
Gargiulo, il maresciallo, Guido, Carlo, Alberta, Ada, Fabrizio. Sono tutti blu, ma solo io li vedo così. Perché? Perché?
Sento qualcosa di bagnato sulla guancia, ora su entrambe.
Non mi va di asciugarle, voglio solo riposare un po’. Penso che mi addormenterò, magari solo per altri cinque minuti.
Solo per altri cinque minuti.
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