Florina la prostituta innamorata

di
genere
etero

Il mio nome è Florina, sono di Bucarest, quando è iniziata questa storia avevo 24 anni.
Ho contratto un debito con uno strozzino per aiutare i miei genitori in difficoltà economiche, stentando a pagarlo con il mio stipendio da commessa lo strozzino mi propose di andare a lavorare in uno strip club svizzero dove mi disse che potevo guadagnare anche 500 euro al giorno.
La notte della proposta non dormii, il pensiero di guadagnare quella cifra a fronte dei quasi 400 euro mensili del mio lavoro da commessa era molto allettante, ma io non ero spudorata e non sapevo se fossi riuscita a mostrarmi nuda in pubblico.
Per convincermi lo strozzino mi disse che potevo andare e fare un periodo di una settimana di prova e che se non mi piaceva sarei potuta tornare ed essendo lontana da casa nessuno della mia famiglia sarebbe venuto a sapere la natura del mio lavoro, quindi decisi di provare.
Dopo una settimana partii per Lugano, ad attendermi in stazione c’era Vera, un’amica dello strozzino che mi portò nella casa dove avrei vissuto, una specie di hotel da 10 camere, ognuna delle quali aveva 2 letti singoli ed un solo bagno per piano.
Lena, la mia compagna di stanza veniva da Costanza, aveva 19 anni, magrissima, bionda, era simpatica e lavorava nello stesso Club dove avrei lavorato io.
Entrammo subito in confidenza e mi spiegò come funzionava al locale, dovevamo stare al bar vestite solo con intimo o addirittura nude, andare dai clienti a parlare con loro permettendogli di toccarci a loro piacimento e cercare di passare più tempo possibile con loro, perché ogni 10 minuti dovevano pagarci una consumazione per poterci tenere con loro, più consumazioni riuscivamo a farci offrire più riuscivamo a guadagnare.
Oltre a questo ad un orario prestabilito dovevamo fare uno spettacolo di spogliarello, dandoci il cambio sul palco quando rimanevamo nude, inoltre c’era la possibilità di fare spettacoli privati, all’interno del locale c’erano delle stanzette con divenenti dove il cliente pagava per uno spogliarello privato, Lena mi disse che se ero disposta a fare sesso nel privè le mance erano molto cospicue, ma andavano divise con il proprietario del locale.
Le prime serate al Club nonostante mi limitassi alle consumazioni al tavolo e a qualche spogliarello casto nei privè mi sentivo strana, sporca, giù di morale, a volte quando ero con un cliente e questo mi faceva proposte sessuali in cambio di denaro mi veniva quasi il vomito, poi con il passare dei giorni andavo al lavoro come quando si deve prendere una medicina dal cattivo sapore, la prendi cercando di non pensare al sapore sapendo che ti farà bene.
Al secondo mese di quel lavoro avevo iniziato anche a fare sesso orale nei privè, riscuotevo un certo successo tra i clienti, avevo la fila tutte le sere, devo ammettere che anche il lato economico era piacevole, sommando la percentuale che mi spettava dalle consumazioni alle mance per i servizietti nel privè riuscivo a guadagnare anche 700 euro a notte.
In quei giorni Lena mi disse che si trasferiva in Italia, Vera le aveva proposto di andare a lavorare come escort in una città del nord, le disse che si poteva arrivare a guadagnare fino a 1500 euro al giorno a saperci fare con i clienti, disse che per fare bene quel lavoro bisogna essere belle, Lena era molto bella, saperci fare con gli uomini concedendo tutte se stesse e con qualche consiglio riuscire a scucirgli più soldi possibile facendogli credere che li vali tutti quelli che spendono perché quello che concedi loro è speciale.
Prima Lena partisse Vera lo propose anche a me di andare a fare la escort, la prima reazione fu rifiutare ma quella sera e la seguente al Club mi concessi ad un paio dei clienti più belli e con i quali c’era più feeling, con il primo fu traumatico , ma con i successivi non ci feci più caso, mentre mi scopavano io fingevo mi piacesse facendoli sentire degli stalloni mentre nella realtà non provavo nulla, al punto di pensare che questo lavoro mi avesse fatto diventare insensibile.
Continua…..
scritto il
2019-09-21
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