La signora Mirella 4° - Racconti notturni
di
Lizbeth Gea
genere
tradimenti
Ormai la signora Mirella ci aveva preso gusto e, come mi disse lei una volta, le pareva di esser tornata giovane. Mi invitava a casa ogni volta che sua figlia andava dal padre e, ogni tanto, mi chiamava pure durante la sua pausa pranzo. Io ovviamente correvo subito da lei. Lo sapete, sono affamata di sesso, e lei, in quel momento, era la mia amante speciale.
Questa volta però non sono io la protagonista del mio racconto ma lei, o meglio è una cosa che mi ha confidato una sera, mentre parlavamo nel suo letto.
La nostra sintonia a letto stava migliorando sempre di più, era diventata più di un’amica e sicuramente qualcsoa di più di una seconda madre. Aveva solo il terrore che sua figlia ci trovasse a letto assieme. Comunque quella sera, dopo aver fatto sesso, decisi di dormire da lei. Ho sempre adorato addormentarmi accanto alla mia partner, secondo me aiuta a migliorare il rapporto.
Stò perdendo tempo. Quella specifica notte lei si girò verso di me, mi baciò delicatamente la bocca e mi chiese se stessi dormendo. Come potevo dormire con il suo seno enorme in faccia.
Si mise le braccia dietro la testa, fissando il soffitto – “Sai ti devo confessare una cosa”
“Che cosa signora mia?” – Le baciai il seno.
D’ora in poi scriverò piu o meno quello che mi disse.
“Sai piccolina mia, da quanti mesi ormai mi hai fatto scoprire il sesso lesbo?, diciamo sei mesi?.
Bhe ti devo confessare che era da qualche settimana che volevo provare questa esperienza anche con altre donne. Volevo capire se eri te la mattarella, oppure dentro di me era nato il desiderio di andare a letto con altre donne.”
Io ascoltavo in silenzio.
“Ti devo confessare che venerdì scorso è successo, e da allora che lo voglio confessare a qualcuno e ovviamente tu sei la persona giusta”
Io l’ascoltai ancora con più attenzione.
“Come ben sai io e Silvia siamo state invitate al matrimonio della figlia di una mia collega di lavoro. Io di solito mi annoio in quelle occasioni ed è successo pure l’altra sera. Il ricevimento si svolgeva in una villa/ristorante fuori città. L’unica cosa che mi distraeva era una signora con i capelli rossi. Non sapevo per quale motivo continuava a fissarmi. Forse notava che continuavo a sbadigliare. Invece quella stronza della tua amica, si divertiva a ballare con tutti i maschietti della festa.”
“Tipico di lei” – Mi limitai a commentare.
“Io volevo andarmene, ma purtroppo ero andata in macchina con Silvia. Quindi presi il mio bicchiere di champagne e vagai per la villa. Almeno la sua architettura era molto più interessante.
Notai un terrazzino isolato e, dato che fa ancora caldo, aprii la portafinestra e mi sedetti sulla prima sdraio che incontrai. Li stavo in pace con i miei pensieri. Ogni tanto pensavo pure a te, sciocchina.
Ero li da almeno dieci minuti, quando sentii aprirsi la soglia di vetro. Era la signora dai capelli rossi.
Non era una donna di una bellezza eccelsa, ma come spesso mi dici, chi se ne frega. Aveva un semplice vestito bianco corto, che metteva in evidenza i suoi numerosi tatuaggi. Lei mi chiese se mi stessi annoiando come lei, e ovviamente le risposi in modo affermativo. Ci presentammo. All’inizio era una semplice conversazione tra due sconosciute, e si parlammo pure del tempo. Ogni tanto mi buttava li dei complimenti, era molto interessata al mio seno, dato che lei era decisamente piatta.
Di aspetto aveva tutto del maschiaccio, aveva pure i capelli rasati a lato, con una piccola coda di cavallo, in quel contesto sembrava fuori posto. Non che sia una cosa negativa, anzi.
Mi sono fatta più coraggiosa e le ho chiesto come mai mi fissava per tutta la sera, e la sua risposta fu secca e decisa: semplicemente sei la donna più attraente della serata. Stranamente la sua frase non mi stupì, non perché fossi la più bella della serata, intendiamoci, ma il suo aspetto e il suo carattere indicava la sua omosessualità, per me l’abito fa il monaco.
Non so, forse per quello che ti ho detto prima, o perché avevo bevuto in quella serata, la ringraziai baciandola.
Lei apprezzò molto e ricambiò, affermando che finalmente quella serata si stava facendo interessante.
Ingoiai l’ultimo sorso di champagne e le dissi, con mia grande sorpresa, che li accanto c’era una stanza. Dove potevamo parlare con più intimità.”
Mentre ascoltavo le sue parole io ero molto orgogliosa di lei.
“Comunque, dopo esserci preoccupate che la stanza fosse vuota, ci sdraiammo sul letto. Non smettevamo mai di fissarci, ogni tanto ci davano dei piccoli baci e ridevamo. Nessuna voleva fare la prima mossa.
Ho immaginato cosa avresti fatto tu al mio posto, e mi sono alzata in piedi e ho abbassato la slip per far cadere il mio inutile vestito per terra, e rimasi li in piedi seminuda. Lei continuava a fissarmi. Si sedette sul bordo del letto, si alzò il vestito, si sfilò le mutandine e si masturbò.
Non credevo che vedere una donna masturbarsi fosse così sexy, tesoro un giorno lo dobbiamo fare. Comunque io rimanevo li in piedi e lei si infilava due dita nella figa fissandomi. Ovviamente non ci misi molto a fare la stessa cosa alla mia passera. Me ne stavo davanti a lei con le gambe aperte, con una mano nelle mutandine e una sul seno. Lei si è alzata in un attimo, si è avvicinata e mi ha sussurato che lo aveva capito subito che ero interessata alle donne, e mi baciò in modo delicato. Farlo con una sconosciuta mi ha sempre agitata, ma con lei mi sembrava tutto naturale, forse per merito tuo tesorino.”
Ovviamente per me era un complimento e la baciai
“Dopo quel lungo e, dolce bacio, mi ha letteralmente sbattuta sul letto, tolto le mutandine e ha iniziato a leccarmela in profondita, sembrava che stesse assaggiando il gelato più buono della sua vita. Ovviamente io stavo in estasi, come mi ha insegnato tu amore mio, non c’è cosa piu sexy che farsela leccare da una donna.
Aveva le unghie cosi lunghe che le sentivo penetrarmi nelle cosce. Probabilmente, visto i segni che mi ha lasciato, ho pure sanguinato. La sua lingua mi leccò, con una linea continua, dalla passera al seno. Mi implorò di togliermi il reggiseno ovviamente me lo sfilai. Mi ha alzato leggermente le gambe e ha iniziato a sbattermi la sua figa contro la mia. Ero molto emozionata ed eccitata, ma cercavo di non urlare per non attrarre le persone di sotto. Le sue mani erano costantemente sul mio seno, stranamento non mi voleva baciare.
Io ero persa nei miei pensieri, in quel momento mi dimenticai completamente del matrimonio, della sposa e di mia figlia, volevo solo godere con lei. Questa volta mi baciò e mi disse che dovevamo fare in fretta per non far sospettare nessuno.
Ora, tesorino, non era la prima volta che facevo sesso a un matrimonio, ma la prima con una donna. Forse è colpa tua.
Comunque, tornando a quella serata. Mi ha fatto sedere sulle sue gambe, le abbiamo incrociate e abbiamo continuto a fare sesso, faccia a faccia.
Io le accarezzavo il viso e lei il mio seno. Io la cavalcavo come se avesse un bel cazzo tra le gambe. Appena mi ha chinato leggermente all’indieto sono venuta. Non so come, ma sono riuscita a trattenere i miei urli, mi conosci.
Ovviamente non l’ho voluta lasciare insoddisfatta. Lei era ancora li seduta sul letto, mi sono precipitata tra le sue gambe e l’ho leccata, poi mi ha chiesto una cosa che tu non hai mai fatto. Si è voluta far scopare dalla mie tette. Quindi imbarazzata gli ho passato il mio seno sulla sua umidità. Lei intanto mi accarezzava il corpo e mi ha infilato due dita in bocca, che ovviamente le ho leccate subito.
Improvvisamente mi ha spinto via, si è penetrata con due dita, non ho mai visto una donna masturbarsi così velocemente, mi ha ordinato di palparmi le tette. In meno di un minuto, dalla sua vagina sono usciti piccoli getti di umori e mi ha guardato soddisfatta.
Solo allora mi ha baciata appassionatamente, ci siamo scambiate il numero, rivestite e siamo tornate di sotto come se nulla fosse successo.
L’unico problema, della serata, è stato quando mia figlia ci ha viste scendere, e ha salutato la mia avventura, come se si conoscessero.”
Finito il suo racconto mi fissava insicura e poi mi chiese dolcemente – “La posso rivedere?”
Fui sincera – “Signora per me può fare quello che vuole, non sono gelosa”
Rise, mi baciò e ci addormentando abbracciate. Il mattino dopo abbiamo rifatto sesso, ma questa prestazione è prima di interessi, quindi evito di raccontarvela.
Questa volta però non sono io la protagonista del mio racconto ma lei, o meglio è una cosa che mi ha confidato una sera, mentre parlavamo nel suo letto.
La nostra sintonia a letto stava migliorando sempre di più, era diventata più di un’amica e sicuramente qualcsoa di più di una seconda madre. Aveva solo il terrore che sua figlia ci trovasse a letto assieme. Comunque quella sera, dopo aver fatto sesso, decisi di dormire da lei. Ho sempre adorato addormentarmi accanto alla mia partner, secondo me aiuta a migliorare il rapporto.
Stò perdendo tempo. Quella specifica notte lei si girò verso di me, mi baciò delicatamente la bocca e mi chiese se stessi dormendo. Come potevo dormire con il suo seno enorme in faccia.
Si mise le braccia dietro la testa, fissando il soffitto – “Sai ti devo confessare una cosa”
“Che cosa signora mia?” – Le baciai il seno.
D’ora in poi scriverò piu o meno quello che mi disse.
“Sai piccolina mia, da quanti mesi ormai mi hai fatto scoprire il sesso lesbo?, diciamo sei mesi?.
Bhe ti devo confessare che era da qualche settimana che volevo provare questa esperienza anche con altre donne. Volevo capire se eri te la mattarella, oppure dentro di me era nato il desiderio di andare a letto con altre donne.”
Io ascoltavo in silenzio.
“Ti devo confessare che venerdì scorso è successo, e da allora che lo voglio confessare a qualcuno e ovviamente tu sei la persona giusta”
Io l’ascoltai ancora con più attenzione.
“Come ben sai io e Silvia siamo state invitate al matrimonio della figlia di una mia collega di lavoro. Io di solito mi annoio in quelle occasioni ed è successo pure l’altra sera. Il ricevimento si svolgeva in una villa/ristorante fuori città. L’unica cosa che mi distraeva era una signora con i capelli rossi. Non sapevo per quale motivo continuava a fissarmi. Forse notava che continuavo a sbadigliare. Invece quella stronza della tua amica, si divertiva a ballare con tutti i maschietti della festa.”
“Tipico di lei” – Mi limitai a commentare.
“Io volevo andarmene, ma purtroppo ero andata in macchina con Silvia. Quindi presi il mio bicchiere di champagne e vagai per la villa. Almeno la sua architettura era molto più interessante.
Notai un terrazzino isolato e, dato che fa ancora caldo, aprii la portafinestra e mi sedetti sulla prima sdraio che incontrai. Li stavo in pace con i miei pensieri. Ogni tanto pensavo pure a te, sciocchina.
Ero li da almeno dieci minuti, quando sentii aprirsi la soglia di vetro. Era la signora dai capelli rossi.
Non era una donna di una bellezza eccelsa, ma come spesso mi dici, chi se ne frega. Aveva un semplice vestito bianco corto, che metteva in evidenza i suoi numerosi tatuaggi. Lei mi chiese se mi stessi annoiando come lei, e ovviamente le risposi in modo affermativo. Ci presentammo. All’inizio era una semplice conversazione tra due sconosciute, e si parlammo pure del tempo. Ogni tanto mi buttava li dei complimenti, era molto interessata al mio seno, dato che lei era decisamente piatta.
Di aspetto aveva tutto del maschiaccio, aveva pure i capelli rasati a lato, con una piccola coda di cavallo, in quel contesto sembrava fuori posto. Non che sia una cosa negativa, anzi.
Mi sono fatta più coraggiosa e le ho chiesto come mai mi fissava per tutta la sera, e la sua risposta fu secca e decisa: semplicemente sei la donna più attraente della serata. Stranamente la sua frase non mi stupì, non perché fossi la più bella della serata, intendiamoci, ma il suo aspetto e il suo carattere indicava la sua omosessualità, per me l’abito fa il monaco.
Non so, forse per quello che ti ho detto prima, o perché avevo bevuto in quella serata, la ringraziai baciandola.
Lei apprezzò molto e ricambiò, affermando che finalmente quella serata si stava facendo interessante.
Ingoiai l’ultimo sorso di champagne e le dissi, con mia grande sorpresa, che li accanto c’era una stanza. Dove potevamo parlare con più intimità.”
Mentre ascoltavo le sue parole io ero molto orgogliosa di lei.
“Comunque, dopo esserci preoccupate che la stanza fosse vuota, ci sdraiammo sul letto. Non smettevamo mai di fissarci, ogni tanto ci davano dei piccoli baci e ridevamo. Nessuna voleva fare la prima mossa.
Ho immaginato cosa avresti fatto tu al mio posto, e mi sono alzata in piedi e ho abbassato la slip per far cadere il mio inutile vestito per terra, e rimasi li in piedi seminuda. Lei continuava a fissarmi. Si sedette sul bordo del letto, si alzò il vestito, si sfilò le mutandine e si masturbò.
Non credevo che vedere una donna masturbarsi fosse così sexy, tesoro un giorno lo dobbiamo fare. Comunque io rimanevo li in piedi e lei si infilava due dita nella figa fissandomi. Ovviamente non ci misi molto a fare la stessa cosa alla mia passera. Me ne stavo davanti a lei con le gambe aperte, con una mano nelle mutandine e una sul seno. Lei si è alzata in un attimo, si è avvicinata e mi ha sussurato che lo aveva capito subito che ero interessata alle donne, e mi baciò in modo delicato. Farlo con una sconosciuta mi ha sempre agitata, ma con lei mi sembrava tutto naturale, forse per merito tuo tesorino.”
Ovviamente per me era un complimento e la baciai
“Dopo quel lungo e, dolce bacio, mi ha letteralmente sbattuta sul letto, tolto le mutandine e ha iniziato a leccarmela in profondita, sembrava che stesse assaggiando il gelato più buono della sua vita. Ovviamente io stavo in estasi, come mi ha insegnato tu amore mio, non c’è cosa piu sexy che farsela leccare da una donna.
Aveva le unghie cosi lunghe che le sentivo penetrarmi nelle cosce. Probabilmente, visto i segni che mi ha lasciato, ho pure sanguinato. La sua lingua mi leccò, con una linea continua, dalla passera al seno. Mi implorò di togliermi il reggiseno ovviamente me lo sfilai. Mi ha alzato leggermente le gambe e ha iniziato a sbattermi la sua figa contro la mia. Ero molto emozionata ed eccitata, ma cercavo di non urlare per non attrarre le persone di sotto. Le sue mani erano costantemente sul mio seno, stranamento non mi voleva baciare.
Io ero persa nei miei pensieri, in quel momento mi dimenticai completamente del matrimonio, della sposa e di mia figlia, volevo solo godere con lei. Questa volta mi baciò e mi disse che dovevamo fare in fretta per non far sospettare nessuno.
Ora, tesorino, non era la prima volta che facevo sesso a un matrimonio, ma la prima con una donna. Forse è colpa tua.
Comunque, tornando a quella serata. Mi ha fatto sedere sulle sue gambe, le abbiamo incrociate e abbiamo continuto a fare sesso, faccia a faccia.
Io le accarezzavo il viso e lei il mio seno. Io la cavalcavo come se avesse un bel cazzo tra le gambe. Appena mi ha chinato leggermente all’indieto sono venuta. Non so come, ma sono riuscita a trattenere i miei urli, mi conosci.
Ovviamente non l’ho voluta lasciare insoddisfatta. Lei era ancora li seduta sul letto, mi sono precipitata tra le sue gambe e l’ho leccata, poi mi ha chiesto una cosa che tu non hai mai fatto. Si è voluta far scopare dalla mie tette. Quindi imbarazzata gli ho passato il mio seno sulla sua umidità. Lei intanto mi accarezzava il corpo e mi ha infilato due dita in bocca, che ovviamente le ho leccate subito.
Improvvisamente mi ha spinto via, si è penetrata con due dita, non ho mai visto una donna masturbarsi così velocemente, mi ha ordinato di palparmi le tette. In meno di un minuto, dalla sua vagina sono usciti piccoli getti di umori e mi ha guardato soddisfatta.
Solo allora mi ha baciata appassionatamente, ci siamo scambiate il numero, rivestite e siamo tornate di sotto come se nulla fosse successo.
L’unico problema, della serata, è stato quando mia figlia ci ha viste scendere, e ha salutato la mia avventura, come se si conoscessero.”
Finito il suo racconto mi fissava insicura e poi mi chiese dolcemente – “La posso rivedere?”
Fui sincera – “Signora per me può fare quello che vuole, non sono gelosa”
Rise, mi baciò e ci addormentando abbracciate. Il mattino dopo abbiamo rifatto sesso, ma questa prestazione è prima di interessi, quindi evito di raccontarvela.
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