La segretaria (3) - Spingendosi oltre
di
Leo71
genere
dominazione
Era difficile gestire la relazione con la mia segretaria. Ed anche pericoloso. Da una parte avrei voluto smettere, evitare il rischio continuo che qualcosa andasse storto e.. lo ammetto, mi ero fatto dei film su perdita di lavoro, ricatti e cose simili.
Però le cose continuavano, soprattutto perchè viaggiavamo spesso insieme e allora eravamo scatenati. Sul lavoro invece lei era molto brava a fingere distacco ed un rapporto estremamente professionale. Le avevo detto chiaramente che non ci saremmo mai incontrati durante il nostro tempo libero, ma come al solito quando faccio dei buoni propositi poi…
In ufficio si era sparsa la voce che potevo portare qualcuno a fare giri in aereo e alcuni colleghi erano venuti a godersi la Lombardia dall’alto, mentre altri iniziavano a chiedere informazioni per prenotarsi.
Quel venerdì mattina Francesca entrò nel mio ufficio come al solito per rivedere il programma della giornata e mi chiese se la proposta fosse aperta anche a lei.
Le risposi che era la benvenuta, e che non le avrei chiesto come agli altri di pagare il carburante, ma la cosa avrebbe avuto comunque un prezzo.
Mi guardò sorridente.
Si avvicinò in modo da poter parlare sottovoce
- E cosa vorresti in cambio?
- Questo
le dissi passandole una mano sul culo
Fece quasi un salto.
Mi guardò come per capire se stavo scherzando o cosa
- Io domani decollo alle 10 di mattina. Poi ti mando l’indirizzo. A te decidere se venire o no. Puoi andare.
Uscì dall’ufficio con un’aria abbastanza sconvolta.
Speravo non se ne fosse accorto nessuno.
La mattina dopo ero al campo volo piuttosto presto, per poter fare tutti i controlli sul velivolo, studiarmi un po’ i bollettini meteo e altre cose utili.
Fui francamente un po’ stupito di vederla arrivare.
Ci salutammo e chiacchierammo un po’ del più e del meno, quando lei se ne uscì con un
- Non ho capito se ieri stavi scherzando…
- Su certe cose sono molto serio, ragazzina. Puoi ancora tirarti indietro.
- No… te l’ho già detto…. Farò tutto quello che vuoi tu…. Ieri ho guardato un video su internet. Una donna si faceva penetrare lì da un uomo….. sembrava le facesse molto male…
- E ti è piaciuto guardarlo?
- Si…. Lei voleva far godere il suo uomo…. Si è lasciata… usare… e sembrava le piacesse…
- E tu?
- Io….
Era davvero imbarazzatissima
- Io… ecco… a me piace quando facciamo l’amore.
- ora andiamo in volo. Poi ti farò godere tanto, ragazzina.
Facemmo un giro sopra i laghi, un classico tour molto scenografico.
Si rilassò e si divertì molto. Scattò anche un sacco di foto.
Poi atterrammo e mangiammo un boccone al bar.
- Dammi un documento e sali in macchina con me. La tua la lasciamo qui.
Ubbidì senza dire una parola.
Guidai fino ad un motel lì vicino e presi una stanza.
Entrammo e la spinsi subito contro il muro, infilandole la lingua in bocca.
Rispose a quel bacio abbracciandomi forte. Le mie mani erano sul suo culo
- Lo voglio. Adesso.
Mi piaceva vederla in quello stato tra la paura, l’ansia e l’eccitazione.
- Togliti i pantaloni.
La guardavo mentre si sfilava i jeans e le calze, rimanendo con una felpa e un paio di mutande.
- Anche gli slip. Poi chinati sul letto.
Intanto mi stavo spogliando anche io.
Mi misi dietro di lei, il cazzo già in tiro.
Lo passai qualche volta sulle grandi labbra.
Sapevo che questa attesa l’avrebbe fatta eccitare da morire. Ormai la conoscevo bene.
- Non così… entrami dentro….
- Allarga bene le gambe
Lo fece, e scivolai dentro di lei.
In mano avevo un flacone di gel lubrificante e iniziai a farglielo colare in mezzo alle natiche.
Si girò a guardarmi.
Gli occhi sgranati, la bocca aperta mentre godeva delle mie lente penetrazioni.
Un dito iniziò a forzarle il buco.
- Rilassati… vedrai che ti piacerà. Se ti rilassi non fa male.
Ci stava provando, ma come sempre era molto tesa.
Il mio indice scivolava con fatica dentro e fuori da quel pertugio stretto che continuava a contrarsi.
La feci allora mettere a quattro zampe sul letto, e ricominciai a penetrarla.
Di nuovo il mio dito dentro di lei.
Ora sembrava più a suo agio. Si stava lasciando andare.
Ancora un po’ di gel e un secondo dito forzò con un po’ di fatica il suo ano, con un movimento opposto alle mie spinte ma con lo stesso ritmo.
Credo stesse cominciando a piacerle quella doppia penetrazione.
A me invece piaceva sentirla ansimare.
Smisi di scoparla e, mentre le dita proseguivano il loro lavoro, mi spalmai altro gel su tutta la lunghezza del cazzo.
Le dita si sfilarono, la cappella prese il loro posto.
Iniziai a spingere.
Lei si girò a guardarmi.
Il viso in parte coperto dai lunghi capelli, la bocca spalancata, il respiro veloce.
La accarezzai mentre mi facevo strada dentro di lei. Un po' per volta, ad ogni colpo.
Una smorfia di dolore appena accennata.
- Dimmi che lo vuoi
- Si… ti voglio… voglio tutto quello che vuoi tu….
- E cosa vuoi
- Voglio te… ti voglio dentro
- Dove…?
- Dietro… ti voglio dietro
- Mi vuoi nel culo?
Non rispose.
Entrai fino in fondo, rimanendo fermo così.
Si girò di scatto
- Non ce la faccio più…. Se lo vuoi allora scopami!
La cosa mi eccitò incredibilmente
Iniziai a muovermi dentro quel culo stretto e morbido mentre lei sembrava un’altra, quasi impazzita.
- si… si… scopami…. Così… dai….
Non durai molto.
Quando sentì che le stavo riempiendo l’intestino di sperma lanciò un urlo, poi si lasciò cadere sul letto con me sopra.
Uscii da lei ma non riuscii ad allontanarmi.
Si girò e mi prese quasi con violenza, abbracciandomi ed infilandomi la lingua in bocca.
Ci baciammo per diversi minuti, mentre lei mi teneva stretto quasi non volesse più lasciarmi andare.
Mi chiese se mi fosse piaciuto.
- Si, è stato bello. E a te è piaciuto?
- A me piaci tu….
- Non ti ho chiesto questo
Abbassò gli occhi, come faceva sempre quando era in forte imbarazzo
- Non credevo mi potesse piacere… ma…
-Ma?
- Mi hai fatto godere molto.
- Bene, perché lo rifaremo presto
Alzò gli occhi e mi sorrise.
m.amorini@libero.it
Però le cose continuavano, soprattutto perchè viaggiavamo spesso insieme e allora eravamo scatenati. Sul lavoro invece lei era molto brava a fingere distacco ed un rapporto estremamente professionale. Le avevo detto chiaramente che non ci saremmo mai incontrati durante il nostro tempo libero, ma come al solito quando faccio dei buoni propositi poi…
In ufficio si era sparsa la voce che potevo portare qualcuno a fare giri in aereo e alcuni colleghi erano venuti a godersi la Lombardia dall’alto, mentre altri iniziavano a chiedere informazioni per prenotarsi.
Quel venerdì mattina Francesca entrò nel mio ufficio come al solito per rivedere il programma della giornata e mi chiese se la proposta fosse aperta anche a lei.
Le risposi che era la benvenuta, e che non le avrei chiesto come agli altri di pagare il carburante, ma la cosa avrebbe avuto comunque un prezzo.
Mi guardò sorridente.
Si avvicinò in modo da poter parlare sottovoce
- E cosa vorresti in cambio?
- Questo
le dissi passandole una mano sul culo
Fece quasi un salto.
Mi guardò come per capire se stavo scherzando o cosa
- Io domani decollo alle 10 di mattina. Poi ti mando l’indirizzo. A te decidere se venire o no. Puoi andare.
Uscì dall’ufficio con un’aria abbastanza sconvolta.
Speravo non se ne fosse accorto nessuno.
La mattina dopo ero al campo volo piuttosto presto, per poter fare tutti i controlli sul velivolo, studiarmi un po’ i bollettini meteo e altre cose utili.
Fui francamente un po’ stupito di vederla arrivare.
Ci salutammo e chiacchierammo un po’ del più e del meno, quando lei se ne uscì con un
- Non ho capito se ieri stavi scherzando…
- Su certe cose sono molto serio, ragazzina. Puoi ancora tirarti indietro.
- No… te l’ho già detto…. Farò tutto quello che vuoi tu…. Ieri ho guardato un video su internet. Una donna si faceva penetrare lì da un uomo….. sembrava le facesse molto male…
- E ti è piaciuto guardarlo?
- Si…. Lei voleva far godere il suo uomo…. Si è lasciata… usare… e sembrava le piacesse…
- E tu?
- Io….
Era davvero imbarazzatissima
- Io… ecco… a me piace quando facciamo l’amore.
- ora andiamo in volo. Poi ti farò godere tanto, ragazzina.
Facemmo un giro sopra i laghi, un classico tour molto scenografico.
Si rilassò e si divertì molto. Scattò anche un sacco di foto.
Poi atterrammo e mangiammo un boccone al bar.
- Dammi un documento e sali in macchina con me. La tua la lasciamo qui.
Ubbidì senza dire una parola.
Guidai fino ad un motel lì vicino e presi una stanza.
Entrammo e la spinsi subito contro il muro, infilandole la lingua in bocca.
Rispose a quel bacio abbracciandomi forte. Le mie mani erano sul suo culo
- Lo voglio. Adesso.
Mi piaceva vederla in quello stato tra la paura, l’ansia e l’eccitazione.
- Togliti i pantaloni.
La guardavo mentre si sfilava i jeans e le calze, rimanendo con una felpa e un paio di mutande.
- Anche gli slip. Poi chinati sul letto.
Intanto mi stavo spogliando anche io.
Mi misi dietro di lei, il cazzo già in tiro.
Lo passai qualche volta sulle grandi labbra.
Sapevo che questa attesa l’avrebbe fatta eccitare da morire. Ormai la conoscevo bene.
- Non così… entrami dentro….
- Allarga bene le gambe
Lo fece, e scivolai dentro di lei.
In mano avevo un flacone di gel lubrificante e iniziai a farglielo colare in mezzo alle natiche.
Si girò a guardarmi.
Gli occhi sgranati, la bocca aperta mentre godeva delle mie lente penetrazioni.
Un dito iniziò a forzarle il buco.
- Rilassati… vedrai che ti piacerà. Se ti rilassi non fa male.
Ci stava provando, ma come sempre era molto tesa.
Il mio indice scivolava con fatica dentro e fuori da quel pertugio stretto che continuava a contrarsi.
La feci allora mettere a quattro zampe sul letto, e ricominciai a penetrarla.
Di nuovo il mio dito dentro di lei.
Ora sembrava più a suo agio. Si stava lasciando andare.
Ancora un po’ di gel e un secondo dito forzò con un po’ di fatica il suo ano, con un movimento opposto alle mie spinte ma con lo stesso ritmo.
Credo stesse cominciando a piacerle quella doppia penetrazione.
A me invece piaceva sentirla ansimare.
Smisi di scoparla e, mentre le dita proseguivano il loro lavoro, mi spalmai altro gel su tutta la lunghezza del cazzo.
Le dita si sfilarono, la cappella prese il loro posto.
Iniziai a spingere.
Lei si girò a guardarmi.
Il viso in parte coperto dai lunghi capelli, la bocca spalancata, il respiro veloce.
La accarezzai mentre mi facevo strada dentro di lei. Un po' per volta, ad ogni colpo.
Una smorfia di dolore appena accennata.
- Dimmi che lo vuoi
- Si… ti voglio… voglio tutto quello che vuoi tu….
- E cosa vuoi
- Voglio te… ti voglio dentro
- Dove…?
- Dietro… ti voglio dietro
- Mi vuoi nel culo?
Non rispose.
Entrai fino in fondo, rimanendo fermo così.
Si girò di scatto
- Non ce la faccio più…. Se lo vuoi allora scopami!
La cosa mi eccitò incredibilmente
Iniziai a muovermi dentro quel culo stretto e morbido mentre lei sembrava un’altra, quasi impazzita.
- si… si… scopami…. Così… dai….
Non durai molto.
Quando sentì che le stavo riempiendo l’intestino di sperma lanciò un urlo, poi si lasciò cadere sul letto con me sopra.
Uscii da lei ma non riuscii ad allontanarmi.
Si girò e mi prese quasi con violenza, abbracciandomi ed infilandomi la lingua in bocca.
Ci baciammo per diversi minuti, mentre lei mi teneva stretto quasi non volesse più lasciarmi andare.
Mi chiese se mi fosse piaciuto.
- Si, è stato bello. E a te è piaciuto?
- A me piaci tu….
- Non ti ho chiesto questo
Abbassò gli occhi, come faceva sempre quando era in forte imbarazzo
- Non credevo mi potesse piacere… ma…
-Ma?
- Mi hai fatto godere molto.
- Bene, perché lo rifaremo presto
Alzò gli occhi e mi sorrise.
m.amorini@libero.it
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