Mio malgrado ad una festa di addio al celibato (1/2)
di
LanA
genere
fisting
Racconto 1/2
Chi già mi conosce sa che fin da ragazza ho sempre avuto una particolare attenzione per il mio fiorellino posteriore e quando mi masturbavo, non perdevo occasione di infilarci qualsiasi cosa che avesse, se pur vagamente una forma falloide.
Con il tempo il mio buchetto era diventato molto elastico, a tal punto che qualche ragazza o ragazzo ci infilavano anche una mano, seppur con qualche difficoltà.
Un giorno conobbi una bella ragazzona francese, bionda, alta circa 1,80 con 2 tettone finte ma bellissime, una carnagione ben abbronzata, un fisico tonico con un culo da sballo e facemmo amicizia.
Lei ripeteva di essere stufa di farsi scopare dagli uomini e cercava qualcuno a cui piacesse fare qualcosa di diverso; praticamente ero perfetta per i suoi desideri.
Un giorno andai a casa sua e mi mostrò che era fornitissima di falli di ogni dimensione e forma. Quel giorno incominciò a scoparmi con i suoi falli e anche con lo strap-on; si divertiva moltissimo, mi girava e rigirava in varie posizioni e mi trattava come se fossi la sua troia personale.
Era molto attenta ai particolari; iniziava infilando qualche dito, poi i vibratori più piccoli e via sempre più grossi.
Quando vedeva che lo sfintere dava segni di cedimento, prendeva i falli, li lubrificava per bene e li infilava in un sol colpo, fino a farli sparire completamente nel mio culo.
Poi li estraeva, indugiava spingendo leggermente sullo sfintere e quando vedeva che il desiderio cresceva in me, lo riaffondava e girava su se stesso pompando dentro e fuori.
Insomma, un vero piacere, quasi da svenire per la goduria. Così facendo facemmo amicizia e entrammo un po’ in confidenza. Un giorno le chiesi una cosa alla quale stavo pensando da tempo ma che non sapevo come organizzare. Le chiesi se avesse delle richieste da parte di altre ragazze o ragazzi che volessero usare lo strap-on su qualcuno.
Lei inizialmente fu titubante ma poi ripensandoci mi disse che si poteva fare, a patto che il compenso andasse a lei che mi ospitava per la serata. Io ripartii per Roma con il cuore in gola per l'emozione e per qualche giorno non mi allontanai dal telefono in attesa di sue comunicazioni.
Finalmente un pomeriggio mi chiamò, dandomi appuntamento per due giorni dopo e dicendomi che avrei dovuto fare il possibile per accontentare ben quattro ragazze che erano da lei per un addio al celibato di una di loro. Unica condizione era di indossare una mascherina per non essere facilmente riconoscibili.
Due giorni dopo mi recai all'appuntamento e mio malgrado arrivai in ritardo a causa del traffico. Suonai e la mia amica mi venne ad aprire, mi infilò subito una mascherina nera e iniziò a spogliarmi.
Poi mi porto in salotto, dove trovai le quattro signore già armate dei loro strap-on e di mascherina. Valutai che due erano probabilmente trentenni, ein buona forma fisica, mentre le altre erano più giovani e con fisici longilinei, bei seni e bellissimi culetti.
Subito iniziò la giostra; non vollero sapere il mio nome e tantomeno facemmo due chiacchiere per sciogliere il naturale imbarazzo. Evidentemente erano avvezze a certi giochi o forse non volevano perdere tempo.
Subito mi ritrovai a 90 gradi sul tappeto al centro del salotto e la prima cercava di già di saltarmi a dosso. Fortunatamente la mia amica la bloccò per permettermi di essere lubrificata a dovere. Prese il flacone dell'olio, si unse una mano e ben bene le dita. Poi passò alle altre ragazze che unsero i loro falli.
Quindi la prima iniziò la mia amica a dilatarmi il culo con le dita, aumentandone sempre più il numero, e cercò di infilarci la mano, senza riuscirvi completamente.
Poi dette il segnale e le altre donne mi si buttarono addosso come un branco di lupi affamati. Una di loro iniziò a masturbarmi, Un’altra mi prese i seni ed iniziò a mordicchiarli e tirarli a dismisura. La terza mi salì sulla schiena, rivolta verso il mio culo, cercando di dilatare al massimo le chiappe per far entrare la mano della quarta.
Iniziò la prima penetrazione con un fallo rosa, di medie dimensioni, credo circa 18 centimetri, come il mio cazzo ma un po’ più stretto che infatti non ebbe alcuna resistenza ad entrare.
Poi presa dalla foga, la ragazza iniziò con affondi sempre più decisi, ma il mio culo accoglieva facilmente quel cazzetto lasciandola pompare senza ritegno.
Io nel frattempo mi girai verso la mia amica che si era accomodata su un divano e si masturbava infilandosi almeno quattro dita nella figa. Mi guardava negli occhi e sorrideva compiaciuta.
Dopo circa cinque minuti toccò alla seconda, una delle più giovani che aveva indossato un paio di guanti di gomma già ben lubrificati e iniziò a fistarmi il culo. Il mio sfintere fece un po’ di resistenza all'ingresso ma dopo qualche sberla ben assestata sulle mie chiappe, mi decisi a rilassarmi del tutto e a prendermi così quel bel pezzo di gomma che entrava dilatandomi al massimo.
Sentivo lo sfintere allargarsi sempre più per ospitare la sua mano fin su al braccio, mentre la ragazza si era messa a cavalcioni su di me cavalcandomi come fosse una amazzone in una gara di galoppo.
I suoi affondi erano così decisi che sentivo sbattere la mano in fondo al mio intestino che quasi mi faceva male. La cavalcata continuò fino a che la mia amica, mi vide spossata e decise di fermarla per darmi un po’ di respiro.
Non mi era mai capitato di ospitare nel mio culetto mani ed falli, inseriti da donne così assatanate.
... continua 2/2
Chi già mi conosce sa che fin da ragazza ho sempre avuto una particolare attenzione per il mio fiorellino posteriore e quando mi masturbavo, non perdevo occasione di infilarci qualsiasi cosa che avesse, se pur vagamente una forma falloide.
Con il tempo il mio buchetto era diventato molto elastico, a tal punto che qualche ragazza o ragazzo ci infilavano anche una mano, seppur con qualche difficoltà.
Un giorno conobbi una bella ragazzona francese, bionda, alta circa 1,80 con 2 tettone finte ma bellissime, una carnagione ben abbronzata, un fisico tonico con un culo da sballo e facemmo amicizia.
Lei ripeteva di essere stufa di farsi scopare dagli uomini e cercava qualcuno a cui piacesse fare qualcosa di diverso; praticamente ero perfetta per i suoi desideri.
Un giorno andai a casa sua e mi mostrò che era fornitissima di falli di ogni dimensione e forma. Quel giorno incominciò a scoparmi con i suoi falli e anche con lo strap-on; si divertiva moltissimo, mi girava e rigirava in varie posizioni e mi trattava come se fossi la sua troia personale.
Era molto attenta ai particolari; iniziava infilando qualche dito, poi i vibratori più piccoli e via sempre più grossi.
Quando vedeva che lo sfintere dava segni di cedimento, prendeva i falli, li lubrificava per bene e li infilava in un sol colpo, fino a farli sparire completamente nel mio culo.
Poi li estraeva, indugiava spingendo leggermente sullo sfintere e quando vedeva che il desiderio cresceva in me, lo riaffondava e girava su se stesso pompando dentro e fuori.
Insomma, un vero piacere, quasi da svenire per la goduria. Così facendo facemmo amicizia e entrammo un po’ in confidenza. Un giorno le chiesi una cosa alla quale stavo pensando da tempo ma che non sapevo come organizzare. Le chiesi se avesse delle richieste da parte di altre ragazze o ragazzi che volessero usare lo strap-on su qualcuno.
Lei inizialmente fu titubante ma poi ripensandoci mi disse che si poteva fare, a patto che il compenso andasse a lei che mi ospitava per la serata. Io ripartii per Roma con il cuore in gola per l'emozione e per qualche giorno non mi allontanai dal telefono in attesa di sue comunicazioni.
Finalmente un pomeriggio mi chiamò, dandomi appuntamento per due giorni dopo e dicendomi che avrei dovuto fare il possibile per accontentare ben quattro ragazze che erano da lei per un addio al celibato di una di loro. Unica condizione era di indossare una mascherina per non essere facilmente riconoscibili.
Due giorni dopo mi recai all'appuntamento e mio malgrado arrivai in ritardo a causa del traffico. Suonai e la mia amica mi venne ad aprire, mi infilò subito una mascherina nera e iniziò a spogliarmi.
Poi mi porto in salotto, dove trovai le quattro signore già armate dei loro strap-on e di mascherina. Valutai che due erano probabilmente trentenni, ein buona forma fisica, mentre le altre erano più giovani e con fisici longilinei, bei seni e bellissimi culetti.
Subito iniziò la giostra; non vollero sapere il mio nome e tantomeno facemmo due chiacchiere per sciogliere il naturale imbarazzo. Evidentemente erano avvezze a certi giochi o forse non volevano perdere tempo.
Subito mi ritrovai a 90 gradi sul tappeto al centro del salotto e la prima cercava di già di saltarmi a dosso. Fortunatamente la mia amica la bloccò per permettermi di essere lubrificata a dovere. Prese il flacone dell'olio, si unse una mano e ben bene le dita. Poi passò alle altre ragazze che unsero i loro falli.
Quindi la prima iniziò la mia amica a dilatarmi il culo con le dita, aumentandone sempre più il numero, e cercò di infilarci la mano, senza riuscirvi completamente.
Poi dette il segnale e le altre donne mi si buttarono addosso come un branco di lupi affamati. Una di loro iniziò a masturbarmi, Un’altra mi prese i seni ed iniziò a mordicchiarli e tirarli a dismisura. La terza mi salì sulla schiena, rivolta verso il mio culo, cercando di dilatare al massimo le chiappe per far entrare la mano della quarta.
Iniziò la prima penetrazione con un fallo rosa, di medie dimensioni, credo circa 18 centimetri, come il mio cazzo ma un po’ più stretto che infatti non ebbe alcuna resistenza ad entrare.
Poi presa dalla foga, la ragazza iniziò con affondi sempre più decisi, ma il mio culo accoglieva facilmente quel cazzetto lasciandola pompare senza ritegno.
Io nel frattempo mi girai verso la mia amica che si era accomodata su un divano e si masturbava infilandosi almeno quattro dita nella figa. Mi guardava negli occhi e sorrideva compiaciuta.
Dopo circa cinque minuti toccò alla seconda, una delle più giovani che aveva indossato un paio di guanti di gomma già ben lubrificati e iniziò a fistarmi il culo. Il mio sfintere fece un po’ di resistenza all'ingresso ma dopo qualche sberla ben assestata sulle mie chiappe, mi decisi a rilassarmi del tutto e a prendermi così quel bel pezzo di gomma che entrava dilatandomi al massimo.
Sentivo lo sfintere allargarsi sempre più per ospitare la sua mano fin su al braccio, mentre la ragazza si era messa a cavalcioni su di me cavalcandomi come fosse una amazzone in una gara di galoppo.
I suoi affondi erano così decisi che sentivo sbattere la mano in fondo al mio intestino che quasi mi faceva male. La cavalcata continuò fino a che la mia amica, mi vide spossata e decise di fermarla per darmi un po’ di respiro.
Non mi era mai capitato di ospitare nel mio culetto mani ed falli, inseriti da donne così assatanate.
... continua 2/2
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una serata diversa dal solito (2/2)racconto sucessivo
Mio malgrado ad una festa di addio al celibato (2/2)
Commenti dei lettori al racconto erotico