Avvolta nel buio
di
Lizbeth Gea
genere
orge
Ora ho voglia di raccontare una delle mie avventure più affascinanti, mentre svolgevo il mio lavoro di escort e, visto le mie ultime prestazioni, era una cosa di cui avevo bisogno.
Credo che mi ricorderò per sempre quel 16 Marzo. Fui contattata da una nota società organizzatrice di eventi, mi avevano chiamata perché serviva una donna, di larghe vedute, per una festa che si doveva tenere in un noto privè milanese.
Non mi fu detto nulla di quale lavoro dovessi svolgere, ma i mille euro di compenso erano molto allettanti. Quindi accettai a scatola chiusa.
Non sapendo cosa indossare, rimasi sul neutro. Presi un vestito assimmetrico nero, il lato destro della gonna era più lungo di quello sinistro, senza maniche e spalline, uno dei tanti regali della signora Capaldi. Un collarino di seta e delle decolte scamosciate.
Giunsi al locale alle 22 precise, come mi era richiesto, e fui rinchiusa dentro a uno scabuzzino, lo trovai al quanto strano. Dopo quella attesa mi raggiunsero due donne, mi dissero di alzarmi e iniziarono a armeggiare con il mio corpo, mi tolsero il vestito e l’intimo, mi levarono le scarpe. Rimasi nuda, all’infuori del collare, a quanto pare quell’accessorio piaceva. Mi accarezzarono il corpo con un unguento profumato alla cannella, la cosa mi piacque.
Poi, nuda, mi dissero di attraversare una porta. Abbassai la maniglia e spinsi. Entrai in una stanza completamente buia. Istintivamente cercai un interruttore, ma non lo trovai.
Una delle donne si avvicinò a me e accarezzandomi le spalle mi disse di dirigermi fin dove arrivava la luce che proveniva dalla porta aperta, di inginocchiarmi, di attendere e, soprattutto, di non parlare.
Eseguii, mi inginocchiai e la porta dietro di me si chiuse. Il buio mi avvolse.
Ero leggermente intimorita ed avevo freddo. Percepii di non essere sola, sentivo un altro respiro, anzi era più di uno, ma non capii da dove provenissero.
Volevo chiedere se ci fosse qualcuno, ma mi era stato proibito di parlare.
Davanti a me, si aprii un'altra porta, vedetti una figura femminile in contro luce. Notai accanto a me, anche un corpo maschile. La ragazza si avvicinò verso il centro, compiendo i miei stessi movimenti di poco prima. Si inginocchio davanti a me, a circa due metri, e di nuovo fummo investiti dal buio.
Sentivo distintamente tre profumi: limone, vaniglia e gelsomino. Questo mi fece pensare che nella stanza, oltre a me, c’erano altre tre persone.
Cercai di allungare le mani, ma non incontrai nessun ostacolo.
Sentii chiaramente un respiro avvicinarsi a me, profumava di limone. Delle labbra si appoggiarono sulla mia spalla, visto la peluria era chiaramente un uomo.
Delle mani rugose si appoggiarono sul mio seno, era indecise, probabilmente per il buio. Sentii distintamente qualcuno gemere davanti a me. Tirando a indovinare, pensai che qualcuno si stesse gustando un bel pompino.
Delle dita mi strinsero un capezzolo, sentivo il suo alito sul collo. Una lingua mi accarezzò la guancia destra. Sentii un ginocchio premere contro la mia gamba, e cercai di accarezzarlo. Toccai quella pelle, stranamente liscia. Risalii e trovai qualcosa di morbido, erano sicuramente i suoi testicoli, li strinsi.
Il suo respiro divenne affannoso. Accarezzai con la mano destra la sua pancia, per fortuna era piatta, non l’avrei sopportato. Odio i ciccioni, ora lo sapete.
Risalii con le dita sull’asta, accarezzai la cappella, intanto avevo lo sguardo perso nel buio.
La sua bocca si trascinava sul mio corpo in cerca di qualcosa, raggiunse i miei capezzoli e me li succhiò.
Con quel buio, il mio udito si amplificò e sentii chiaramente qualcosa sbattere ritmicamente. Probabilmente l’altra coppia era già molto avanti.
E’ difficile descrivere quello che successe, perché so già che le mie parole non riusciranno a spiegare l’atmosfera che si respirava in quella stanza.
Una mano mi spinse per terra. Rimasi stranamento inginocchiata. Le solite mani callose mi accarezzarono le cosce e me la aprirono. Mi sentii indifesa e mi proteggei il seno con le mani.
Sentii delle dita premere contro il mio fiore innocente e mi penestrarono. Contemporanemante sentii qualcosa strisciare verso di noi, come mi sarebbe piaciuto capire cosa stesse succedendo.
Un dolce e soffocato respiro si avvicinò al mio corpo, delle piccole mani trovarono il mio seno e delle labbra si appoggiarono sopra, era sicuramente una donna, e mi baciò il petto. Sentii qualcosa di umido sfiorare la mia faccia.
Era tutto buio e silenzio.
Quelle labbra si staccarono dal mio corpo e le sentii sulla mia bocca. Fu il baciò più delicato del mondo, mi succhiò il labbro superiore.
In quella posizione le gambe mi facevano male, ma non sapevo come reagire. Qualcosa di umido e grosso mi accarezzo il clito. Era titubante, come se stesse cercando qualcosa. Quella cosa enorme, era sicuramente l’oscurità a darmi quella sensazione, trovò uno spiraglio e mi penetrò lentamente. Aveva raggiunto la sua missione.
Intanto la donna sopra di me era decisamente eccitata, lo intuivo dal ritmo del suo respiro.
Il pene al mio interno raggiunse la fine del mio cavo vaginale e si ritrasse. Sentivo chiaramente il glande scorrermi all’interno. Qualcos’altro mi penetrò, era la lingua della tipa, che cercava disperatamente la mia gola.
Sentii distinquamente due mani accarezzarmi il corpo, i fianchi, i seni. Sembravano due mani diverse. Quella più grande mi strinse il seno destro, quella piu piccola mi accarezzava la pancia.
Sentivo chiaramente delle gocce scorrere sul mio inguine, mi stavo lubrificando.
Sarà stato il buio, sarà stata quella situazione, sta di fatto che la mia immaginazione vagò e immagai il corpo sensuale di quella donna, immaginai lui muscoloso e possente e immaginai, l’altro sconosciuto, come un uomo maturo.
I miei sensi si svilupparono così velocemente, che partecipii chiaramente il preservativo, ne fui sollevata.
Improvvisamente quelle labbre delicate al sapore di vanilia sparirono e ne fui delusa. Per qualche secondo percepii solamente quel maschio arrapato dentro di me.
Una mano straniera mi accarezzò il viso e poi sentii un bastone appoggiarsi sulle mie labbre, istintivamente aprii la bocca e riconobbi il sapore di un pene, lo leccai.
L’asta scorse sulle mia labbra e poi la cappella si insinuò dentro di esse e io l’accolsi. iniziai a succhiarlo. Al tatto capii che era molto più grosso di quello che mi stava penetrando e non so per quale ragione, pensai che fosse molto più giovane.
Le mani delicati di vanilia, mi accarezzarono il seno, ero in mezzo a tre fuochi. Un cazzo mi scorreva in gola e un cazzo nella figa.
Qualcuno, probabilmente l’uomo che mi stava scopando, sussurrò qualcosa e improvvisiamente rimasi da sola. Mi accarezzai la passera. Ero delusa da quel abbandono.
Silenzio, solo silenzio, se almeno qualcuno mi dicesse qualcosa.
Dopo quel momento di vuoto, sentii delle palle in faccia, una lingua femminile leccarmi la passera e, in lontananza, lo schiocco di un pene che entrava in una figa stretta. Pracitamente mentre lei me la leccava, qualcosa se la stava scopando.
Lei gemeva con passione ogni volta che mi penetrava con la sua lingua. Io succhiai le palle gonfie dell’altro sconosciuto. Sentivo chiaramente, sopra di me, una mano scorrere sopra il pene, ma chissa se si stava masturbando da solo, oppure veniva aiutato dalla tipina.
Allungai le mani lungo il mio corpo e finalmente trovai una massa di capelli, chissa di che colore erano, li accarezzai e spinsi la sua faccia sul mio pube. Era una leccatrice esperta.
Due dita mi scorsero tra le chiappe e appena raggiunsero l’ano, mi penetrarono. Io intanto facevo scorrere la mia lingua su un asta dura. Abbandonai la testa della ragazza deliziosa e iniziai ad accarezzare la cappella del tipo, almeno credetti, ma ne ero sicura.
Le mie dita trovarono le sue, e lo segai al suo posto. Le falangi che prima erano dentro il mio culo, ora entrarono nella mia figa, riependomi tutta e proprio nel momento che stavo per raggiungere l’orgasmo, sparirono ancora una volta.
Qualcuno, probabilmente gelsomino, mi si sdraio acconto e sentii la sua mano sul mio seno. Le mani delicate di vanilia mi preserò per un braccio e mi sollevarono. Mi abbracciò, mi bacio. I nostri seni si sfiorarono. Sentivo chiaramente il battito del suo cuore. Mi accarezzò la nuca, e annegammo in un bacio passionale.
Sentii una mano prendermi la caviglia destra. La sentivo che mi attraeva a se. Aiutata dallal mia compare, mi chinai in cerca del corpo a cui apparteneva quella mano. Dopo diversi tentativi, trovai il suo petto che accarezzai, era assai villoso.
Appoggiai anche l’altra mano e mi ritrovai sopra di lui. Cercai il cazzo con la mia mano destra. Lo trovai, aveva il preservativo ed era quello piu grosso e giovane. In principio lo segai, poi lo feci introdurre, a fatica, dentro di me.
Mi sentii letteralmente impalata. Raggiunsi il massimo dell’eccitazione e mi scopai violentamente quell’asta. Intanto sentivo della mani indistinte toccarmi il culo, visto i calli, era sicuramente limone.
Mi schiaffeggiò, e poi quacosa mi penetrò il mio ano, visto la forma era sicuramente il suo cazzo. Cosi mi ritrovai avvolta in una doppia, mentre fissavo il vuoto.
Mi bastarono pochi colpi per farmi raggiungere l’orgasmo, ma ovviamente dovevo continuare e la cosa non mi dispiaceva.
Forse fu solo una sensazione, forse fu solo una mia impressione legata al buio, ma sentii chiaramente le due cappelle toccarsi dentro di me.
Intorno a me sentivo chiaramente dei passi felpati, era sicuramente lei. Le sue mani delicate trovarono il mio viso e mi baciò. Di sicuro in quel momento il mio viso era rosso fuoco.
Qualcosa di morbido e peloso, mi si appoggiò al viso e, sapendo di cosa si trattasse, leccai. Introdussi dentro di lei la mia lingua, assaggiando quel nettera celestiale.
Il pene che mi stava scopando il sedere, svani e al suo posto, sentii un liguido caldo invadermi la schiena. Sentii dei passi pensanti, una porta aprirsi alle mie spalle, una luce tenue avvolgerci. Grazie a quella penombra vidi le forme di lei. Rimanemmo in tre.
Dopo un altro minuto, percepiii chiaramente, la sacca anticocezionale riempiesi, e fui appoggiata violentemente a terra. Alche lui aveva concluso e svanì dalla stessa porta dalla quale era uscito limone.
Allungando la mano sinistra trovai le gambe di lei, le sfruttai per rimettermi in piedi. La baciai, l’abbracciai e trasgredii una regola.
“Mamma mia quanto è stato bello e intenso”
Rimasi attaccata a lei fino a quando la porta da cui ero entrata non si spalancò e una luce invase la stanza e la vidi per la prima volta. Una sensuale e bellissima signora bionda, sui 40 anni.
Ci baciammo ancora.
Poi fummo invitate, dalla due signore di prima, ad uscire e rivestirci. Nello spogliatoio, fissai quella signora, quel corpo caldo. Presi coraggio.
“Non le va di venire a casa mia?”
Lei mi guardò entusiasta e leccandosi le labbra.
“Perché no, principessa”
Cosi passai l’intera notte con quella donna bellissima.
Avrei voluto possedere un italiano migliore, avrei potuto descrivere la situazione con più enfasi, per farvi capire la bellezza di quella serata, ma l’unica cosa che posso fare è di invitarmi a passare una serata come la mia, in una stanza buia, magari con degli sconosciuti.
Io vi consiglierei uno scambio di coppia.
Credo che mi ricorderò per sempre quel 16 Marzo. Fui contattata da una nota società organizzatrice di eventi, mi avevano chiamata perché serviva una donna, di larghe vedute, per una festa che si doveva tenere in un noto privè milanese.
Non mi fu detto nulla di quale lavoro dovessi svolgere, ma i mille euro di compenso erano molto allettanti. Quindi accettai a scatola chiusa.
Non sapendo cosa indossare, rimasi sul neutro. Presi un vestito assimmetrico nero, il lato destro della gonna era più lungo di quello sinistro, senza maniche e spalline, uno dei tanti regali della signora Capaldi. Un collarino di seta e delle decolte scamosciate.
Giunsi al locale alle 22 precise, come mi era richiesto, e fui rinchiusa dentro a uno scabuzzino, lo trovai al quanto strano. Dopo quella attesa mi raggiunsero due donne, mi dissero di alzarmi e iniziarono a armeggiare con il mio corpo, mi tolsero il vestito e l’intimo, mi levarono le scarpe. Rimasi nuda, all’infuori del collare, a quanto pare quell’accessorio piaceva. Mi accarezzarono il corpo con un unguento profumato alla cannella, la cosa mi piacque.
Poi, nuda, mi dissero di attraversare una porta. Abbassai la maniglia e spinsi. Entrai in una stanza completamente buia. Istintivamente cercai un interruttore, ma non lo trovai.
Una delle donne si avvicinò a me e accarezzandomi le spalle mi disse di dirigermi fin dove arrivava la luce che proveniva dalla porta aperta, di inginocchiarmi, di attendere e, soprattutto, di non parlare.
Eseguii, mi inginocchiai e la porta dietro di me si chiuse. Il buio mi avvolse.
Ero leggermente intimorita ed avevo freddo. Percepii di non essere sola, sentivo un altro respiro, anzi era più di uno, ma non capii da dove provenissero.
Volevo chiedere se ci fosse qualcuno, ma mi era stato proibito di parlare.
Davanti a me, si aprii un'altra porta, vedetti una figura femminile in contro luce. Notai accanto a me, anche un corpo maschile. La ragazza si avvicinò verso il centro, compiendo i miei stessi movimenti di poco prima. Si inginocchio davanti a me, a circa due metri, e di nuovo fummo investiti dal buio.
Sentivo distintamente tre profumi: limone, vaniglia e gelsomino. Questo mi fece pensare che nella stanza, oltre a me, c’erano altre tre persone.
Cercai di allungare le mani, ma non incontrai nessun ostacolo.
Sentii chiaramente un respiro avvicinarsi a me, profumava di limone. Delle labbra si appoggiarono sulla mia spalla, visto la peluria era chiaramente un uomo.
Delle mani rugose si appoggiarono sul mio seno, era indecise, probabilmente per il buio. Sentii distintamente qualcuno gemere davanti a me. Tirando a indovinare, pensai che qualcuno si stesse gustando un bel pompino.
Delle dita mi strinsero un capezzolo, sentivo il suo alito sul collo. Una lingua mi accarezzò la guancia destra. Sentii un ginocchio premere contro la mia gamba, e cercai di accarezzarlo. Toccai quella pelle, stranamente liscia. Risalii e trovai qualcosa di morbido, erano sicuramente i suoi testicoli, li strinsi.
Il suo respiro divenne affannoso. Accarezzai con la mano destra la sua pancia, per fortuna era piatta, non l’avrei sopportato. Odio i ciccioni, ora lo sapete.
Risalii con le dita sull’asta, accarezzai la cappella, intanto avevo lo sguardo perso nel buio.
La sua bocca si trascinava sul mio corpo in cerca di qualcosa, raggiunse i miei capezzoli e me li succhiò.
Con quel buio, il mio udito si amplificò e sentii chiaramente qualcosa sbattere ritmicamente. Probabilmente l’altra coppia era già molto avanti.
E’ difficile descrivere quello che successe, perché so già che le mie parole non riusciranno a spiegare l’atmosfera che si respirava in quella stanza.
Una mano mi spinse per terra. Rimasi stranamento inginocchiata. Le solite mani callose mi accarezzarono le cosce e me la aprirono. Mi sentii indifesa e mi proteggei il seno con le mani.
Sentii delle dita premere contro il mio fiore innocente e mi penestrarono. Contemporanemante sentii qualcosa strisciare verso di noi, come mi sarebbe piaciuto capire cosa stesse succedendo.
Un dolce e soffocato respiro si avvicinò al mio corpo, delle piccole mani trovarono il mio seno e delle labbra si appoggiarono sopra, era sicuramente una donna, e mi baciò il petto. Sentii qualcosa di umido sfiorare la mia faccia.
Era tutto buio e silenzio.
Quelle labbra si staccarono dal mio corpo e le sentii sulla mia bocca. Fu il baciò più delicato del mondo, mi succhiò il labbro superiore.
In quella posizione le gambe mi facevano male, ma non sapevo come reagire. Qualcosa di umido e grosso mi accarezzo il clito. Era titubante, come se stesse cercando qualcosa. Quella cosa enorme, era sicuramente l’oscurità a darmi quella sensazione, trovò uno spiraglio e mi penetrò lentamente. Aveva raggiunto la sua missione.
Intanto la donna sopra di me era decisamente eccitata, lo intuivo dal ritmo del suo respiro.
Il pene al mio interno raggiunse la fine del mio cavo vaginale e si ritrasse. Sentivo chiaramente il glande scorrermi all’interno. Qualcos’altro mi penetrò, era la lingua della tipa, che cercava disperatamente la mia gola.
Sentii distinquamente due mani accarezzarmi il corpo, i fianchi, i seni. Sembravano due mani diverse. Quella più grande mi strinse il seno destro, quella piu piccola mi accarezzava la pancia.
Sentivo chiaramente delle gocce scorrere sul mio inguine, mi stavo lubrificando.
Sarà stato il buio, sarà stata quella situazione, sta di fatto che la mia immaginazione vagò e immagai il corpo sensuale di quella donna, immaginai lui muscoloso e possente e immaginai, l’altro sconosciuto, come un uomo maturo.
I miei sensi si svilupparono così velocemente, che partecipii chiaramente il preservativo, ne fui sollevata.
Improvvisamente quelle labbre delicate al sapore di vanilia sparirono e ne fui delusa. Per qualche secondo percepii solamente quel maschio arrapato dentro di me.
Una mano straniera mi accarezzò il viso e poi sentii un bastone appoggiarsi sulle mie labbre, istintivamente aprii la bocca e riconobbi il sapore di un pene, lo leccai.
L’asta scorse sulle mia labbra e poi la cappella si insinuò dentro di esse e io l’accolsi. iniziai a succhiarlo. Al tatto capii che era molto più grosso di quello che mi stava penetrando e non so per quale ragione, pensai che fosse molto più giovane.
Le mani delicati di vanilia, mi accarezzarono il seno, ero in mezzo a tre fuochi. Un cazzo mi scorreva in gola e un cazzo nella figa.
Qualcuno, probabilmente l’uomo che mi stava scopando, sussurrò qualcosa e improvvisiamente rimasi da sola. Mi accarezzai la passera. Ero delusa da quel abbandono.
Silenzio, solo silenzio, se almeno qualcuno mi dicesse qualcosa.
Dopo quel momento di vuoto, sentii delle palle in faccia, una lingua femminile leccarmi la passera e, in lontananza, lo schiocco di un pene che entrava in una figa stretta. Pracitamente mentre lei me la leccava, qualcosa se la stava scopando.
Lei gemeva con passione ogni volta che mi penetrava con la sua lingua. Io succhiai le palle gonfie dell’altro sconosciuto. Sentivo chiaramente, sopra di me, una mano scorrere sopra il pene, ma chissa se si stava masturbando da solo, oppure veniva aiutato dalla tipina.
Allungai le mani lungo il mio corpo e finalmente trovai una massa di capelli, chissa di che colore erano, li accarezzai e spinsi la sua faccia sul mio pube. Era una leccatrice esperta.
Due dita mi scorsero tra le chiappe e appena raggiunsero l’ano, mi penetrarono. Io intanto facevo scorrere la mia lingua su un asta dura. Abbandonai la testa della ragazza deliziosa e iniziai ad accarezzare la cappella del tipo, almeno credetti, ma ne ero sicura.
Le mie dita trovarono le sue, e lo segai al suo posto. Le falangi che prima erano dentro il mio culo, ora entrarono nella mia figa, riependomi tutta e proprio nel momento che stavo per raggiungere l’orgasmo, sparirono ancora una volta.
Qualcuno, probabilmente gelsomino, mi si sdraio acconto e sentii la sua mano sul mio seno. Le mani delicate di vanilia mi preserò per un braccio e mi sollevarono. Mi abbracciò, mi bacio. I nostri seni si sfiorarono. Sentivo chiaramente il battito del suo cuore. Mi accarezzò la nuca, e annegammo in un bacio passionale.
Sentii una mano prendermi la caviglia destra. La sentivo che mi attraeva a se. Aiutata dallal mia compare, mi chinai in cerca del corpo a cui apparteneva quella mano. Dopo diversi tentativi, trovai il suo petto che accarezzai, era assai villoso.
Appoggiai anche l’altra mano e mi ritrovai sopra di lui. Cercai il cazzo con la mia mano destra. Lo trovai, aveva il preservativo ed era quello piu grosso e giovane. In principio lo segai, poi lo feci introdurre, a fatica, dentro di me.
Mi sentii letteralmente impalata. Raggiunsi il massimo dell’eccitazione e mi scopai violentamente quell’asta. Intanto sentivo della mani indistinte toccarmi il culo, visto i calli, era sicuramente limone.
Mi schiaffeggiò, e poi quacosa mi penetrò il mio ano, visto la forma era sicuramente il suo cazzo. Cosi mi ritrovai avvolta in una doppia, mentre fissavo il vuoto.
Mi bastarono pochi colpi per farmi raggiungere l’orgasmo, ma ovviamente dovevo continuare e la cosa non mi dispiaceva.
Forse fu solo una sensazione, forse fu solo una mia impressione legata al buio, ma sentii chiaramente le due cappelle toccarsi dentro di me.
Intorno a me sentivo chiaramente dei passi felpati, era sicuramente lei. Le sue mani delicate trovarono il mio viso e mi baciò. Di sicuro in quel momento il mio viso era rosso fuoco.
Qualcosa di morbido e peloso, mi si appoggiò al viso e, sapendo di cosa si trattasse, leccai. Introdussi dentro di lei la mia lingua, assaggiando quel nettera celestiale.
Il pene che mi stava scopando il sedere, svani e al suo posto, sentii un liguido caldo invadermi la schiena. Sentii dei passi pensanti, una porta aprirsi alle mie spalle, una luce tenue avvolgerci. Grazie a quella penombra vidi le forme di lei. Rimanemmo in tre.
Dopo un altro minuto, percepiii chiaramente, la sacca anticocezionale riempiesi, e fui appoggiata violentemente a terra. Alche lui aveva concluso e svanì dalla stessa porta dalla quale era uscito limone.
Allungando la mano sinistra trovai le gambe di lei, le sfruttai per rimettermi in piedi. La baciai, l’abbracciai e trasgredii una regola.
“Mamma mia quanto è stato bello e intenso”
Rimasi attaccata a lei fino a quando la porta da cui ero entrata non si spalancò e una luce invase la stanza e la vidi per la prima volta. Una sensuale e bellissima signora bionda, sui 40 anni.
Ci baciammo ancora.
Poi fummo invitate, dalla due signore di prima, ad uscire e rivestirci. Nello spogliatoio, fissai quella signora, quel corpo caldo. Presi coraggio.
“Non le va di venire a casa mia?”
Lei mi guardò entusiasta e leccandosi le labbra.
“Perché no, principessa”
Cosi passai l’intera notte con quella donna bellissima.
Avrei voluto possedere un italiano migliore, avrei potuto descrivere la situazione con più enfasi, per farvi capire la bellezza di quella serata, ma l’unica cosa che posso fare è di invitarmi a passare una serata come la mia, in una stanza buia, magari con degli sconosciuti.
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