E poi fate l'amore

di
genere
etero

“ E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.”

Alda Merini


La stanza è accogliente nel suo singolare isolarsi in un tempo passato, nel suo insieme di istanti congelati che suppellettili, luce fioca e legno onnipresente richiamano in ogni istante.
L’atmosfera non è fredda, ma manca di quei pochi gradi che la renderebbero del tutto confortevole, amica, avvolgente, eppure ha un che di familiare, protettivo come una sorta di bozzolo.
Non fa propriamente caldo, per questo mi lasci interdetto per qualche secondo quando i vedo spogliarti, fuori dalle coltri totalmente e corri a rifugiarti al di sotto di esse; non sarò da meno, mi spoglio velocemente io pure, e ti raggiungo sotto le coltri.
E’ un abbraccio fresco, che trasmette qualche brivido, fatto di lenzuola, che danno qualche brivido, che fanno si che subito istintivamente cerchiamo l’uno il tepore dell’altro.
Le fioche luci si spengono, gli occhi cercano altri occhi nell’oscurità, guardandosi senza vedersi davvero, percependo l’uno l’altra, piccoli baci in punta di labbra, in carezze di lingua, ruvidi e bagnati al contempo.
Riesce sempre a sorprendermi la temperatura della tua pelle, così liscia e bollente al tatto.
Aderisco al tuo corpo, mi assecondi dandomi le spalle, offrendo le tue mele al contatto con il mio cazzo semi-eretto.
Le mie braccia ti circondano, i miei capezzoli si appoggiano sulla tua schiena, le tue vertebre contro la mia pancia, il mio naso tra i tuoi capelli, la tua mano afferra la mia e la porta sul tuo seno a cingerlo, ad accoccolarsi nel mio palmo.
Ti stringo a me, rispondi docile, stringendo la mia mano a tua volta, bacio una tua spalla, la tua nuca... aspetto che il tuo respiro diventi sommesso e regolare prima di raggiungerti là, dove mi stai aspettando nel tuo sonno.
La notte fredda e gelida fuori ci circonda, mentre la luna piena, illumina da una finestra fiocamente la stanza.
Entrambi nell’attesa di quel momento in cui mi sveglierò, destato da quel desiderio, brace sotto la cenere, che non si spegne mai… farti mia, anche nella carne.
scritto il
2020-01-16
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