La prima volta
di
scopertaeros69
genere
trio
Conobbi Heater ad uno di quei convegni a tema organizzati dalle associazioni professionali, nel nostro caso si trattava di orafi, né io nè tantomeno lei ci occupavamo di gioielli, ma eravamo al seguito dei rispettivi conpagni dell’epoca e, aggiungo io, con situazioni piuttosto simili.
Mentre loro partecipavano a monotone conferenze e workshop, io ingannavo il tempo uscendo dall’hotel per girellare per la città, e fu durante un pomeriggio per Fiuggi che riconobbi Heater, un altro viso noto dentro il convegno, due chiacchere, quattro passi insieme e facemmo amicizia.
Vivevamo ad appena una cinquantina di chilometri di distanza, quindi ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di risentirci presto, ma per sei mesi non avvenne nulla.
Parallelamente le nostre situazioni sentimentali iniziarono a naufragare, non che le cose non fossero già in moto ai tempi del convegno, semplicemente fecero il loro corso.
Fu così che una sera di Dicembre, mentre trafficavo con gli scatoloni nel bilocale che sarebbe diventato la mia nuova casa da single, che il telefono squillò.
Il resto è storia, ci si trovò per bere un caffè insieme, poi fu la volta di un uscita serale, poi una cena e poi finimmo a letto insieme.
Heater era una giunonica ragazza italosvizzera dal temperamento piuttosto focoso a letto, cosa che non mi dispiacque affatto facendo evolvere il nostro rapporto di scopamicizia, dal semplice sesso a qualcosa di più.
Io però ero dubbioso, la mia relazione era naufragata per diverse ragioni, non ultimo il sesso che era divenuto saltuario, ripetitivo e privo di stimoli, tra le altre cose, quindi misi subito con Heater, le cose in chiaro: se si diveniva una coppia ufficiale il sesso era importante, la gelosia asfissiante un problema che nessuno dei due aveva voglia di dover nuovamente affrontare.
La mia nuova compagna fu chiara e diretta, mi disse che era bisex, che era attratta sia da uomini che da donne, che però era la mia di donna e che quindi questo doveva essere ben presente ad entrambi.
Quanto a me, potevo scoparmi chi volevo se ne avevo voglia, ma non dovevo farle mancare sessualmente nulla.
Cambiammo casa e andammo a vivere insieme , le cose funzionavano.
Ora voi penserete che avrei dovuto darmi alla pazza gioia, intrallazzandomi con partner occasionali a go go, ma quel che non sapete è che Heater aveva sempre voglia, con lei il sesso era giornaliero, vario e mai lo stesso; avrei potuto avere altri partner, ma non ne avevo ne il tempo ne la voglia di cercarmi altro…insomma avevo tutto a portata di mano nel senso più completo del termine.
Con lei era uno sperimentare continuo, si provava di tutto tra noi e si decideva se approfondire o derubricare…insomma tutto perfetto; fin dalle prime volte iniziò a saggiare il mio culo con le dita, cosa che debbo dire non mi dispiacque, insistette fino a vincere la mia ritrosia di educazione eterocattolica di essere penetrato analmente, cosa che fece con falli via via più grandi.
Il passaggio allo strapon fu naturale, e gradito per due ragioni: Heater era insaziabile quindi il fatto che potesse usare uno strapon a due punte che le permetteva di fottersi mentre mi inculava l’aiutava a calmarle i bollori, e in secondo luogo mi permetteva di riposarmi dalle fatiche amatorie godendo passivamente.
Spesso mi faceva fare una fellatio al fallo simulando un pompino, cosa che la faceva eccitare terribilmente, poi colante della mia stessa saliva mi penetrava, più volte durante questi amplessi espresse il desiderio di vedermi penetrato da un uomo, ma io non rispondevo…sebbene la cosa mi procurasse una scarica lungo la spina dorsale.
Non avevamo troppe regole circa il piacere, spesso mi sono chiesto quanti uomini potevano permettersi di stare in spiaggia con la propria donna e commentare le altre donne che passavano senza troppi filtri e gelosie, si lei commentava anche gli uomini, e se da una parte questo mi dava una punta di gelosia dall’altra spesso mi trasmetteva una certa eccitazione.
Ma lo scambismo non era ancora nel nostro orizzonte neppure dopo due anni insieme, non che ne sentissimo la mancanza, Heater era da un certo punto di vista assatanata, tale da farmi sospettare che fosse ninfomane, avevamo un comodino zeppo di sex toys, e non si contavano le volte in cui rientrando a casa la sorprendevo nel nostro letto o nella doccia con uno di questi a godere senza nessuna vergogna.
Mi eccitava da morire, ma le mie energie erano solo umane… fu nell’ultimo periodo, a primavera che con l’arrivo dei primi caldi precoci prese a frequentare Irene.
Da quel che mi disse seppi che era una sua amica del passato, e si ci era stata a letto molte volte, e ci sarebbe tornata volentieri, me lo disse chiero e tondo…datemi del matto, ma il mio primo pensiero non fu di fare una cosa a tre, ma che quella ninfomane della mia donna si sarebbe sfogata con l’amica alleggerendomi di un po’ di pressione.
Irene era una bionda con i capelli mossi (sicuramente non naturali) di circa quarantanni forse di più, me la ritrovai in casa a prendere il sole in giardino con Heater in topless; seni rifatti, ma rifatti bene e faceva la sua porca figura, devo dire che si faceva desiderare.
Il nostro letto disfatto, fu l’indicatore che erano passate dalle parole ai fatti, io non ero geloso, semmai eccitato.
Quando scopavamo chiedevo alla mia donna di raccontarmi, ma lei non andava oltre qualche accenno, quel tanto che serviva per scatenare la mia libido mentre la montavo.
Poi, un giorno, la svolta… mi chiese a bruciapelo se mi sarei fatto Irene, fui sincero e le risposi che non mi era indifferente, sebbene mi sembrasse un po’ altera e mascolina a volte, Heater ridacchiò, poi soggiunsi che comunque soddisfare lei era un lavoro a tempo pieneo, farmi anche Irene non era cosa.
Questa mia risposta forse la colse alla sprovvista, perchè rimase immobile per un attimo, prima di balzarmi addosso e baciarmi con passione, mi disse che era la cosa più carina che potevo dirle, che per questo, proprio per questo meritavo un premio.
Superfluo dire che finimmo a scopare, come al solito, ma questa volta mi scopò con lo strapon in modo sostenuto, tanto da lasciarmi un certo indolenzimento, che mi fece ricordare come una volta avessi riservato a lei lo stesso trattamento nella vana speranza di sfiancarla.
Un paio di giorni dopo tornai nel primo pomeriggio dal lavoro, era un venerdì di un luglio piuttosto afoso, rientrando in casa sentì il vociare delle due in giardino, probabilmente prendevano il sole mezze nude come al solito, decisi prima di raggiungerle di andare direttamente in doccia, ero tutto sudaticcio.
L’acqua mi riportò rapidamente alla vita e con un asciugamano in vita andai in camera da letto per cercare qualcosa da mettermi, probabilmente avrei optato per un costume da bagno e avrei finito per prendere il sole anch’io con loro.
Sul letto però mi attendeva una sorpresa: c’erano disposti in bell’ordine alcuni dildi e il nostro strapon … mille pensieri e fantasie si fecero strada nella mia testolina, mentre un erezione prendeva il sopravvento, cosa che non mi facilitò il compito di infilarmi il costume da bagno, scartai quindi gli slip e optai per dei più comodi boxer.
Raggiunsi Heater e la sua amica in giardino, come avevo intuito erano entrambe in brasiliana e basta, tette al vento, la cosa non mi dispiacque, ma io ero già piuttosto eccitato: uscì dalla porta finestra sul prato, salutai entrambe, che si scambiarono uno sguardo d’intesa dietro gli occhiali da sole.
Fu Irene ad alzarsi e a venire verso di me, cingendomi con le braccia, rivolgendosi all’amica le fece i complimenti per me e poi senza troppi preamboli schiacciandomi le sue tette contro il petto incollò la lingua alla mia in una profonda limonata.
La mia donna dalla sdraio sogghignava godendosi la scena del mio primo imbarazzo, ma visto che ero in ballo, ballai e risposi con trasporto al bacio e lascia che le mani prendessero possesso del culo e delle tette.
Con la coda dell’occhio cercai la mia compagna, per vedere come reagiva: continuava a sorridere e si accarezzava la fica sopra la mutandina del costume da bagno, la cosa le piaceva e la eccitava…
Dal canto suo Irene si dedicò al palpeggio minuzioso del mio culo e del pacco che ora minacciava di esplodere mentre le nostre e lingue si attorcigliavano… Heater gradiva la scena.
Non fui particolarmente sorpreso quindi, quando, ancora sdraiata, magnificò all’amica le mie qualità di leccatore di fica, cosa di cui confesso sono sempre stato piuttosto orgoglioso.
La mia donna allora si alzò per unirsi a noi, il bacio divenne a tre lingue ed io avevo ora i seni di entrambe su di me, pregustando l’evolversi di un menage a tre che avevo solo potuto immaginare.
Sentì le mani sottili di Heater accarezzarmi le spalle, scivolando tra le scapole, per poi risalire e cingermi la nuca, e poi spingermi verso il basso a mettermi in ginocchio.
Era un vezzo che prendevamo spesso nei confronti dell’altro, il sesso orale era il pezzo forte della nostra ricerca del piacere, non era mai una richiesta, noi ce lo prendevano e basta.
Il fatto che ora Heater lo facesse dinanzi alla sua amica mi causò una scarica di adrenalina, ma non mi opposi, e finì in ginocchio pronto a tuffare la faccia tra le gambe di Irene.
Le due amiche limonavano mentre, Heater iniziava a giocare con i bordi della brasiliana dell’amica, che doveva essere anche lei molto eccitata a giudicare dal turgore appena nascosto dal tessuto delle mutandine.
Heater si portò dietro di me… sentì la mia testa appoggiarsi contro la sua pancia, Irene infilò i pollici sotto i bordi sulle anche della brasialiana e con uno scatto risoluto l’abbassò, lasciando poi che trovassero la loro strada scivolando alle caviglie e poi a terra.
Dinanzi a me ora la sorpresa, non già del turgore delle grandi labbra, ma di un cazzo semieretto di più che rispettabili dimensioni.
No non me lo aspettavo, Irene era una trans, ebbi un attimo di esitazione, ero molto eccitato e pur sentendomi fortemente in imbarazzo, non sapevo decidermi su che fare.
Superfluo dire che le due avevano le idee chiare sul mio utilizzo del giorno e non tardarono a farmi capire le loro intenzioni.
Mentre Heater mi teneva la testa da dietro, Irene semplicemente si avvicinò con la cappella alle mia labbra, la appoggiò sopra ed iniziò a spingere; per alcuni secondi la mia bocca rimase serrata, poi semplicemente accolse la carne della trans dentro.
Da quel momento in poi rotto l’ultimo imbarazzo e certa della caduta di ogni mia ritrosia poco dopo si inginocchiò anche la mia donna di fianco a me.
Iniziammo un terrificante pompino a due bocche, che a giudicare dai mugolii di soddisfazione di Irene stava venendo apprezzato; Heater si era calata del tutto le mutandine rimanendo anche lei del tutto nuda per potersi più agevolmente titillare la fica.
Pur all’aperto intorno a noi l’aria sapeva di sesso, la trans fece i complimenti all’amica per come mi aveva insegnato bene a sbocchinare un cazzo; per quel che mi riguarda c’erano tante differenze tra il dildo e un cazzo di carne pulsante in bocca che non potei fare a meno di gustarmi quell’esperienza.
Quando sentii che stava tremando ed intui che Irene stesse per venire ebbi un piccolo moto all’indietro come per farla uscire dall mia bocca, ma Heater ancora una volta mi artigliò sopra la nuca, bloccandomi.
Irene si scaricò con almeno tre densi fiotti caldi sulla mia lingua, che mi affrettai a deglutire rapido, era la mia prima volta che ingoiavo sperma, ne conoscevo il sapore per aver baciato tante volte dopo un pompino la mia donna, ma quella volta fu diverso e niente affatto spiacevole.
Assicuratasi che avessi bevuto tutto, Heater mi lascò andare al testa e si rialzò per andare a baciare l’amica, io un po’ frasornato ed ancora eccitato ero rimasto in ginocchio, mi rialzai dopo un minuto.
Entrammo in casa dirigendoci verso la camera da letto, le due non mi permisero di arrivarci con i boxer che finirono per terra da qualche parte.
Sapevo cosa sarebbe successo, avrei avuto il pacchetto completo.
Irene mi disse che si era scopata sul nostro letto diverse volte la mia compagna e che avevano parlato di me, e che ad entrambe sarebbe piaciuto vedermi giocare con Irene.
Ero il loro giocattolo, tutt’altro che inconsapevole: Heater si mise sul letto sdraiata sulla schiena a gambe aperte in un chiaro invito a penetrarla, mentre l’amica si posizionava in piedi a fianco del letto per offirle il cazzo alla bocca.
Entrai dentro la mia compagna con rabbia ed eccitazione, per essere stato ingannato, eccitato dall’esperienza e dall’immaginare la mia donna scopata da questa splendida inusitata creatura.
La chiavavo con forza tenendo le sue cosce aperte afferrandone le caviglie, spinte violente e profonde, preso nella mia personale vendetta di piacere, di rivalsa per quell’inganno eccitante.
Mi avvidi dopo che Irene non era più dinanzi a riempire la bocca della sua amica, Heater aveva steso le braccia per tirarmi a sé, piegando nel contempo le sue gambe sulle mie per bloccarmi. Prima che me ne rendessi conto, sentì la saliva calda della trans insinuarsi tra le mie natiche, e poi mi prese.
Malgrado fossi già stato penetrato dietro, mi fece comunque un po’ male, mi lamentai, ma nessuna delle due ebbe pietà di me.
Heater la incitava a scoparmi duro, così da restituire vigore alla mia erezione che si era parzialmente smontata durante l’inculata.
L’eccitazione ebbe ragione di me e tornai a scopare la mia donna passivamente, spinto e sospinto dalle pompate della trans nel mio culo.
Godevamo tutti e tre come ossessi, nulla importava se non quello: godere.
Inaspettatamente fu Irene a godere per prima, segnado la mia schiena di una ragnatela lattea uscendo da me, io invece, piantando le unghie venni dentro Heater che sbatteva la testa all’indietro sul cuscino ripetutamente, mentre serrava i denti in un gemito strozzato.
Nulla sarebbe potuto continuare come prima.
Mentre loro partecipavano a monotone conferenze e workshop, io ingannavo il tempo uscendo dall’hotel per girellare per la città, e fu durante un pomeriggio per Fiuggi che riconobbi Heater, un altro viso noto dentro il convegno, due chiacchere, quattro passi insieme e facemmo amicizia.
Vivevamo ad appena una cinquantina di chilometri di distanza, quindi ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di risentirci presto, ma per sei mesi non avvenne nulla.
Parallelamente le nostre situazioni sentimentali iniziarono a naufragare, non che le cose non fossero già in moto ai tempi del convegno, semplicemente fecero il loro corso.
Fu così che una sera di Dicembre, mentre trafficavo con gli scatoloni nel bilocale che sarebbe diventato la mia nuova casa da single, che il telefono squillò.
Il resto è storia, ci si trovò per bere un caffè insieme, poi fu la volta di un uscita serale, poi una cena e poi finimmo a letto insieme.
Heater era una giunonica ragazza italosvizzera dal temperamento piuttosto focoso a letto, cosa che non mi dispiacque affatto facendo evolvere il nostro rapporto di scopamicizia, dal semplice sesso a qualcosa di più.
Io però ero dubbioso, la mia relazione era naufragata per diverse ragioni, non ultimo il sesso che era divenuto saltuario, ripetitivo e privo di stimoli, tra le altre cose, quindi misi subito con Heater, le cose in chiaro: se si diveniva una coppia ufficiale il sesso era importante, la gelosia asfissiante un problema che nessuno dei due aveva voglia di dover nuovamente affrontare.
La mia nuova compagna fu chiara e diretta, mi disse che era bisex, che era attratta sia da uomini che da donne, che però era la mia di donna e che quindi questo doveva essere ben presente ad entrambi.
Quanto a me, potevo scoparmi chi volevo se ne avevo voglia, ma non dovevo farle mancare sessualmente nulla.
Cambiammo casa e andammo a vivere insieme , le cose funzionavano.
Ora voi penserete che avrei dovuto darmi alla pazza gioia, intrallazzandomi con partner occasionali a go go, ma quel che non sapete è che Heater aveva sempre voglia, con lei il sesso era giornaliero, vario e mai lo stesso; avrei potuto avere altri partner, ma non ne avevo ne il tempo ne la voglia di cercarmi altro…insomma avevo tutto a portata di mano nel senso più completo del termine.
Con lei era uno sperimentare continuo, si provava di tutto tra noi e si decideva se approfondire o derubricare…insomma tutto perfetto; fin dalle prime volte iniziò a saggiare il mio culo con le dita, cosa che debbo dire non mi dispiacque, insistette fino a vincere la mia ritrosia di educazione eterocattolica di essere penetrato analmente, cosa che fece con falli via via più grandi.
Il passaggio allo strapon fu naturale, e gradito per due ragioni: Heater era insaziabile quindi il fatto che potesse usare uno strapon a due punte che le permetteva di fottersi mentre mi inculava l’aiutava a calmarle i bollori, e in secondo luogo mi permetteva di riposarmi dalle fatiche amatorie godendo passivamente.
Spesso mi faceva fare una fellatio al fallo simulando un pompino, cosa che la faceva eccitare terribilmente, poi colante della mia stessa saliva mi penetrava, più volte durante questi amplessi espresse il desiderio di vedermi penetrato da un uomo, ma io non rispondevo…sebbene la cosa mi procurasse una scarica lungo la spina dorsale.
Non avevamo troppe regole circa il piacere, spesso mi sono chiesto quanti uomini potevano permettersi di stare in spiaggia con la propria donna e commentare le altre donne che passavano senza troppi filtri e gelosie, si lei commentava anche gli uomini, e se da una parte questo mi dava una punta di gelosia dall’altra spesso mi trasmetteva una certa eccitazione.
Ma lo scambismo non era ancora nel nostro orizzonte neppure dopo due anni insieme, non che ne sentissimo la mancanza, Heater era da un certo punto di vista assatanata, tale da farmi sospettare che fosse ninfomane, avevamo un comodino zeppo di sex toys, e non si contavano le volte in cui rientrando a casa la sorprendevo nel nostro letto o nella doccia con uno di questi a godere senza nessuna vergogna.
Mi eccitava da morire, ma le mie energie erano solo umane… fu nell’ultimo periodo, a primavera che con l’arrivo dei primi caldi precoci prese a frequentare Irene.
Da quel che mi disse seppi che era una sua amica del passato, e si ci era stata a letto molte volte, e ci sarebbe tornata volentieri, me lo disse chiero e tondo…datemi del matto, ma il mio primo pensiero non fu di fare una cosa a tre, ma che quella ninfomane della mia donna si sarebbe sfogata con l’amica alleggerendomi di un po’ di pressione.
Irene era una bionda con i capelli mossi (sicuramente non naturali) di circa quarantanni forse di più, me la ritrovai in casa a prendere il sole in giardino con Heater in topless; seni rifatti, ma rifatti bene e faceva la sua porca figura, devo dire che si faceva desiderare.
Il nostro letto disfatto, fu l’indicatore che erano passate dalle parole ai fatti, io non ero geloso, semmai eccitato.
Quando scopavamo chiedevo alla mia donna di raccontarmi, ma lei non andava oltre qualche accenno, quel tanto che serviva per scatenare la mia libido mentre la montavo.
Poi, un giorno, la svolta… mi chiese a bruciapelo se mi sarei fatto Irene, fui sincero e le risposi che non mi era indifferente, sebbene mi sembrasse un po’ altera e mascolina a volte, Heater ridacchiò, poi soggiunsi che comunque soddisfare lei era un lavoro a tempo pieneo, farmi anche Irene non era cosa.
Questa mia risposta forse la colse alla sprovvista, perchè rimase immobile per un attimo, prima di balzarmi addosso e baciarmi con passione, mi disse che era la cosa più carina che potevo dirle, che per questo, proprio per questo meritavo un premio.
Superfluo dire che finimmo a scopare, come al solito, ma questa volta mi scopò con lo strapon in modo sostenuto, tanto da lasciarmi un certo indolenzimento, che mi fece ricordare come una volta avessi riservato a lei lo stesso trattamento nella vana speranza di sfiancarla.
Un paio di giorni dopo tornai nel primo pomeriggio dal lavoro, era un venerdì di un luglio piuttosto afoso, rientrando in casa sentì il vociare delle due in giardino, probabilmente prendevano il sole mezze nude come al solito, decisi prima di raggiungerle di andare direttamente in doccia, ero tutto sudaticcio.
L’acqua mi riportò rapidamente alla vita e con un asciugamano in vita andai in camera da letto per cercare qualcosa da mettermi, probabilmente avrei optato per un costume da bagno e avrei finito per prendere il sole anch’io con loro.
Sul letto però mi attendeva una sorpresa: c’erano disposti in bell’ordine alcuni dildi e il nostro strapon … mille pensieri e fantasie si fecero strada nella mia testolina, mentre un erezione prendeva il sopravvento, cosa che non mi facilitò il compito di infilarmi il costume da bagno, scartai quindi gli slip e optai per dei più comodi boxer.
Raggiunsi Heater e la sua amica in giardino, come avevo intuito erano entrambe in brasiliana e basta, tette al vento, la cosa non mi dispiacque, ma io ero già piuttosto eccitato: uscì dalla porta finestra sul prato, salutai entrambe, che si scambiarono uno sguardo d’intesa dietro gli occhiali da sole.
Fu Irene ad alzarsi e a venire verso di me, cingendomi con le braccia, rivolgendosi all’amica le fece i complimenti per me e poi senza troppi preamboli schiacciandomi le sue tette contro il petto incollò la lingua alla mia in una profonda limonata.
La mia donna dalla sdraio sogghignava godendosi la scena del mio primo imbarazzo, ma visto che ero in ballo, ballai e risposi con trasporto al bacio e lascia che le mani prendessero possesso del culo e delle tette.
Con la coda dell’occhio cercai la mia compagna, per vedere come reagiva: continuava a sorridere e si accarezzava la fica sopra la mutandina del costume da bagno, la cosa le piaceva e la eccitava…
Dal canto suo Irene si dedicò al palpeggio minuzioso del mio culo e del pacco che ora minacciava di esplodere mentre le nostre e lingue si attorcigliavano… Heater gradiva la scena.
Non fui particolarmente sorpreso quindi, quando, ancora sdraiata, magnificò all’amica le mie qualità di leccatore di fica, cosa di cui confesso sono sempre stato piuttosto orgoglioso.
La mia donna allora si alzò per unirsi a noi, il bacio divenne a tre lingue ed io avevo ora i seni di entrambe su di me, pregustando l’evolversi di un menage a tre che avevo solo potuto immaginare.
Sentì le mani sottili di Heater accarezzarmi le spalle, scivolando tra le scapole, per poi risalire e cingermi la nuca, e poi spingermi verso il basso a mettermi in ginocchio.
Era un vezzo che prendevamo spesso nei confronti dell’altro, il sesso orale era il pezzo forte della nostra ricerca del piacere, non era mai una richiesta, noi ce lo prendevano e basta.
Il fatto che ora Heater lo facesse dinanzi alla sua amica mi causò una scarica di adrenalina, ma non mi opposi, e finì in ginocchio pronto a tuffare la faccia tra le gambe di Irene.
Le due amiche limonavano mentre, Heater iniziava a giocare con i bordi della brasiliana dell’amica, che doveva essere anche lei molto eccitata a giudicare dal turgore appena nascosto dal tessuto delle mutandine.
Heater si portò dietro di me… sentì la mia testa appoggiarsi contro la sua pancia, Irene infilò i pollici sotto i bordi sulle anche della brasialiana e con uno scatto risoluto l’abbassò, lasciando poi che trovassero la loro strada scivolando alle caviglie e poi a terra.
Dinanzi a me ora la sorpresa, non già del turgore delle grandi labbra, ma di un cazzo semieretto di più che rispettabili dimensioni.
No non me lo aspettavo, Irene era una trans, ebbi un attimo di esitazione, ero molto eccitato e pur sentendomi fortemente in imbarazzo, non sapevo decidermi su che fare.
Superfluo dire che le due avevano le idee chiare sul mio utilizzo del giorno e non tardarono a farmi capire le loro intenzioni.
Mentre Heater mi teneva la testa da dietro, Irene semplicemente si avvicinò con la cappella alle mia labbra, la appoggiò sopra ed iniziò a spingere; per alcuni secondi la mia bocca rimase serrata, poi semplicemente accolse la carne della trans dentro.
Da quel momento in poi rotto l’ultimo imbarazzo e certa della caduta di ogni mia ritrosia poco dopo si inginocchiò anche la mia donna di fianco a me.
Iniziammo un terrificante pompino a due bocche, che a giudicare dai mugolii di soddisfazione di Irene stava venendo apprezzato; Heater si era calata del tutto le mutandine rimanendo anche lei del tutto nuda per potersi più agevolmente titillare la fica.
Pur all’aperto intorno a noi l’aria sapeva di sesso, la trans fece i complimenti all’amica per come mi aveva insegnato bene a sbocchinare un cazzo; per quel che mi riguarda c’erano tante differenze tra il dildo e un cazzo di carne pulsante in bocca che non potei fare a meno di gustarmi quell’esperienza.
Quando sentii che stava tremando ed intui che Irene stesse per venire ebbi un piccolo moto all’indietro come per farla uscire dall mia bocca, ma Heater ancora una volta mi artigliò sopra la nuca, bloccandomi.
Irene si scaricò con almeno tre densi fiotti caldi sulla mia lingua, che mi affrettai a deglutire rapido, era la mia prima volta che ingoiavo sperma, ne conoscevo il sapore per aver baciato tante volte dopo un pompino la mia donna, ma quella volta fu diverso e niente affatto spiacevole.
Assicuratasi che avessi bevuto tutto, Heater mi lascò andare al testa e si rialzò per andare a baciare l’amica, io un po’ frasornato ed ancora eccitato ero rimasto in ginocchio, mi rialzai dopo un minuto.
Entrammo in casa dirigendoci verso la camera da letto, le due non mi permisero di arrivarci con i boxer che finirono per terra da qualche parte.
Sapevo cosa sarebbe successo, avrei avuto il pacchetto completo.
Irene mi disse che si era scopata sul nostro letto diverse volte la mia compagna e che avevano parlato di me, e che ad entrambe sarebbe piaciuto vedermi giocare con Irene.
Ero il loro giocattolo, tutt’altro che inconsapevole: Heater si mise sul letto sdraiata sulla schiena a gambe aperte in un chiaro invito a penetrarla, mentre l’amica si posizionava in piedi a fianco del letto per offirle il cazzo alla bocca.
Entrai dentro la mia compagna con rabbia ed eccitazione, per essere stato ingannato, eccitato dall’esperienza e dall’immaginare la mia donna scopata da questa splendida inusitata creatura.
La chiavavo con forza tenendo le sue cosce aperte afferrandone le caviglie, spinte violente e profonde, preso nella mia personale vendetta di piacere, di rivalsa per quell’inganno eccitante.
Mi avvidi dopo che Irene non era più dinanzi a riempire la bocca della sua amica, Heater aveva steso le braccia per tirarmi a sé, piegando nel contempo le sue gambe sulle mie per bloccarmi. Prima che me ne rendessi conto, sentì la saliva calda della trans insinuarsi tra le mie natiche, e poi mi prese.
Malgrado fossi già stato penetrato dietro, mi fece comunque un po’ male, mi lamentai, ma nessuna delle due ebbe pietà di me.
Heater la incitava a scoparmi duro, così da restituire vigore alla mia erezione che si era parzialmente smontata durante l’inculata.
L’eccitazione ebbe ragione di me e tornai a scopare la mia donna passivamente, spinto e sospinto dalle pompate della trans nel mio culo.
Godevamo tutti e tre come ossessi, nulla importava se non quello: godere.
Inaspettatamente fu Irene a godere per prima, segnado la mia schiena di una ragnatela lattea uscendo da me, io invece, piantando le unghie venni dentro Heater che sbatteva la testa all’indietro sul cuscino ripetutamente, mentre serrava i denti in un gemito strozzato.
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