Paolo Cap.: V - b - In un'altra casa
di
bepi0449
genere
pulp
Paolo, ovvero dalle tenebre dell’asservimento … alla libertà.
Cap V.: B In un’altra casa
Non vedeva più i suoi amici, ingurgitati dalle curve della strada, allorquando una mano si posò sulle sue spalle e un richiamo gli ricordò l’appuntamento.
“Ciao pulcino! Noto che sei un po’ teso. Su, rilassati! Stiamo andando da amici, anche se non li conosci ancora. Ti troverai bene, non temere; e poi devi fidarti di me. Ho con me delle foto: prendile e, visto che abbiamo un po’ di strada, le puoi vedere e cosi farti un’idea su chi ti ospiterà. Le prime ritraggono e presentano un uomo, molto avanti con gli anni, bagnato sul davanti in alcune immagini e in altre discinto con il membro un po’ svigorito, che viene coccolato dalla lingua di un giovane che conosci.”
“Federico!”
“Bravo. Ogni qualvolta che entriamo in quella casa, Fede porge suoi omaggi in primis al Signor Nicola e poi agli altri. Con lui siamo comunque tutti riverenti sia per l’età che ha, sia per quello che era nelle gerarchie dello Stato e anche per quello che ci riferisce e narra tuttora. Egli afferma spesso che anche un anziano, molto avanti con gli anni, ha una sua sessualità, che, a volte, si esprime in modi, per noi, non consoni. Per lui il bagnarsi nel letto è la conseguenza di sogni o di eccitazioni visive, olfattive, tattili. È successo che ad un incontro di amici, lui, ancora vestito, dopo aver accompagnato e pilotato un membro in un culetto come il tuo, si è infradiciato, per chiedere dopo di essere asciugato dalla lingua del giovinetto. In quella festa lui affermò che il suo fisico reagiva in quel modo agli impulsi sessuali. Concordo con lui anch’io, poiché sono pienamente convinto che anche un nonno, molto avanti con gli anni, ha un suo esprimersi carnale e ha diritto alla sessualità. Un giorno, sono stato testimone di due fatti in casa di mia sorella: in uno, un anziano si pisciò addosso, quando la nuora, inginocchiata, gli infilava i calzini stando in una postura che lasciava intravedere parzialmente le poppe; nell’altro il figlioletto di questa donna, ridendo durante il bagno, aperse la vescica e poi nel corso dell’insaponatura se lo ritrovò duro, in orizzontale attraendo il compiacimento della madre con l’espressione -Oh, … inizi presto! – a cui seguì un puffo sul sedere e un suo bacino sulla nuca del piccolo. Ti ho descritto questi due episodi per dirti che in qualsiasi momento della vita, la nostra sessualità, se stimolata, si palesa; … e noi non dobbiamo nasconderla o negarla. È da stupidi il vergognarsene o l’inculcare vergogna, poiché serve solo a creare tabù o problematiche. Vedo che, osservando le foto, il tuo desiderio si manifesta; … il tuo sguardo malizioso di birba rivela pensieri. La tua mente probabilmente sogna l’alcova, … la festa a te dedicata e le innumerevoli sgorgate, zampilli che gli invitati ti avranno riservato e le sodomizzazioni di cui sarai oggetto. Sono estasiato nell’osservare i tuoi occhi che brillano mentre ti passi da una mano all’altra quelle immagini. Puoi bagnarti tranquillamente, … il patriarca di quella famiglia, nell’accorgersene, ne sarà felice, entusiasta. Sarà lui il tuo prossimo pederasta e tutti ti vorranno conoscere, esaminare, possedere, godere e …”
L’auto filava sull’asfalto della strada tra due ali di abeti rossi frammisti a larici e a pascoli, in cui qualche mucca, nel suo lento procedere, faceva tintinnare, rimbombare il suo campanaccio. Dal suo finestrino aperto penetrava nell’abitacolo l’aria pura e frizzante dell’alta montagna, mentre dal fondo valle salivano grigie nubi, messaggere di un’imminente, burrascoso temporale. Era felice perché aveva il suo maestro a fianco, ma anche preoccupato e confuso visto che si sarebbe trovato da solo in balia di estranei e di un omosessuale molto anziano per precettore.
“Tra non molto arriveremo alla meta, … come ti senti? -tastandolo- sembra che il tuo fratellino pianga e si ribelli a rimanere compresso nell’avvolgente body. Gli altri che osservi sono il figlio con la moglie e i due nipoti con il pronipote. Quest’ultimo sarà contento di incontrarti per cederti molto volentieri il posto nel letto con il bisnonno e, da come lo osservi, ha un fisico molto diverso dal tuo; mentre il tuo è fanciullesco, con natiche sporgenti e culetto a mandolino, sodo, quasi femmineo, con pochissimi peli biondi e serici sul pube e tra le natiche, … tu sei tenero, dolce, quasi ingenuo, di una ingenuità colma di malizia che attrae e calamita uomini e, te ne accorgerai, … anche donne, … il suo è quello di uno sportivo, di un nuotatore, di un maschio con uno strumento di proporzioni non indifferenti, anche se ha qualche anno meno di te. Tu hai un fisico quasi femminile, senza peluria con un culetto profumato, vellutato, … ami essere passivo e dopo, se spinto e invitato, attivo e noi omosessuali preferiamo i ragazzini come te; mentre lui è soprattutto attivo; però entrambi siete dei fiori pieni di rugiada, caldi e umidi nell’anfratto che conduce all’ingresso del piacere più intenso ed appagante. Fra le vostre cosce, pieghe e recessi più nascosti le nostre lingue amano guazzare, picchiettare e turbinare. Sii gentile anche con la Signora: essa sarà quella che ti presenterà e ti offrirà, ma vorrà anche la tua lingua, il tuo naso sulla sua passera, sul suo slabbrato sfintere; gradirà e vorrà la suzione delle poppe intanto che ti fotteranno con foga e, dopo che ti avranno riempito, ti chiederà di versarle lo sperma sul serico imbianchito pube e sulle pendenti grandi labbra vaginali per farsele lappare, preparandole cosi al pronipote.”
“… ma Lei che centra con me, … con il mio pigiama?” … sempre più turbato e impacciato
“Lei lo fa per eccitare i presenti … e le donne … sono maestre, … molto rodate e tanto abili in questo, e poi sarà una fine, raffinata, impagabile precettrice.”
“Ma!”
Si era dato con dolcezza, per un rapporto soave, leggiadro, candido, puro e casto, delicato, fatto di carezze appena accennate, di sfioramenti lievi, di baci morbidi, di lunghi ed affannosi respiri, con passione non invasiva e brutale, condita da una sensualissima colonna sonora. Era stato penetrato e deflorato dolcemente, dopo una lunga preparazione e un’invocazione sua urlata di essere preso, posseduto, lacerato. Il temporale sovrastava ormai la valle e le cime; lo scroscio della pioggia non permetteva di vedere; l’asfalto era un fiume con vortici, scorrimenti e aloni nebbiosi. L’acqua scorreva tumultuosa e rumorosa verso il torrente sottostante con spruzzi giallastri accompagnati da detriti. Che spettacolo, ma lui era altrove con la mente. Si era concesso a don Roberto, … attratto, … per capire, … per dare e prendere, … aveva iniziato ad amarlo e ad esserne geloso, anche se non doveva, … anche se gli era stato consigliato di fare altre esperienze e poi … parlarne, ma …
“… e che arrossisco a lasciarmi toccare, conoscere e presentare da una femmina e per di più, sarà molto oscena, depravata, sporca.”
“Sei un angelo, … con quelle piccole labbra! Lei si divertirà nel presentarti al patriarca, … e anche quello non sarà meno immorale e pervertito; ma son sicuro che ti divertirai, … che appagherai i tuoi sensi come non immagini, … che andrai in estasi carnale di continuo, … e invocherai, urlerai, implorerai di essere trombato, fottuto, chiavato e buggerato in entrambi i fori. Loro, a causa della mia presentazione, ti aspettano; ed io, subito dopo avergli salutati, se me lo permetteranno, me ne andrò, se il meteo lo permette, per ritornare nel giorno del rito. L’ambiente che ti ospiterà è molto isolato, caldo e pulito. Godi e vivi i giorni che stai con loro prima del sacro rito orgiastico da te richiesto!” È soggiogato e vinto.
L’auto rallentò per arrestarsi in un pianoro dominato da un grande masso che, ai tempi dei tempi, rotolando giù dalla montagna s’era fermato proprio lì, su quello spiazzo. Sembrava un gigantesco sedile, una specie di panchina in pietra, lucida perché levigata da centinaia di sederi che sopra, in ogni stagione estiva, si adagiavano per ascoltare la musica del vento, i colloqui bisbigliati delle rocce e le conversazioni tra bosco e bosco.
“Ecco, siamo arrivati e il cancello si sta aprendo; significa che stavano scrutando la strada per non farci attendere e bagnare dal nubifragio e il loro molosso ci viene incontro per odorarci. Non aver timore: è un bambinone particolare … straordinario e tanto curioso.”
“Ahhnffffff, … ahnffffff!” Paolo, sceso dall’auto, respirando a fondo e dopo aver dato un fugace sguardo al macigno, con il proprio bagaglio si indirizzò, preceduto dal prete, verso il cane e alla volta di coloro che lo attendevano al coperto del portico di una villa, celata dalla pineta.
“Benvenuto Professore, vedo che si è portato appresso quello che, con una missiva prima e una telefonata dopo, ci aveva consigliato ed esortato a conoscere. Constato che Lei sta bene e per noi, questo, è già un piacere. Spero che si fermi per il pranzo in compagnia nostra, dei miei familiari e del medico, che è qui da un po’ per visitare il giovinetto; se questi esprime anche in nostra presenza il suo pensiero, … la sua volontà di partecipare e di essere al centro di un’orgia, … di essere riempito nell’intestino e nello stomaco, … di essere coperto o meglio rivestito di sperma, … di assistere ed essere compagno nei giochi lussuriosi, libidinosi, erotici senza porre dei limiti, salvo quelli dell’integrità fisica.”
“Signora Carmela, il ragazzino ha sempre manifestato il desiderio, da quando ha scoperto le delizie dei piaceri carnali, di essere avvolto da un pigiama di umori maschili. La vista di un membro turgido ed eretto lo avvince, soggiogandolo. È un suo sogno ed è qui per tradurlo in realtà. Vienimi davanti, mio fresco giovane bocciolo, e conferma ai membri di questa famiglia le tue intenzioni, … i tuoi desideri, … le tue aspirazioni. Allora, piccolo mio … mi guardi e non parli? Hai timore di loro, perché non li conosci? Non temere, poiché stai per entrare in un gruppo che ti farà raggiungere le più alte vette del piacere fisico, tanto che spesso andrai in estasi, … nel visibilio … nell’incantesimo dei sensi. Allora? … e se -sì- … sei disposto a farti tastare dalla Padrona, perché possa rendersi conto anche del desiderio del tuo corpo? … e lasciar filmare il tuo piacere?” Il giovinetto, sereno per le parole del suo mentore, con il volto indirizzato verso il suo Maestro con un movimento del capo accondiscese.
“Dillo con parole anche a loro, mentre li guardi. Su …”
“Sì”. Un entusiastico e sentito applauso accolse la sua affermazione, seguito da complimenti per l’aspetto e la siluette del fisico, ma anche per la brama manifestata a concedersi.
“Bene, entriamo allora per conoscerti, esaminarti ed essere messo al corrente di quello che dovrai sostenere, svolgere e ascoltare prima di far compagnia nel talamo al nostro patriarca, poiché ti coricherai e riposerai sempre a fianco del Generale Nicola.” … e presolo sottobraccio lo introdusse nel salone d’ingresso di quella residenza per presentargli i vari personaggi che avrebbe incontrato e conosciuto anche durante il suo soggiorno presso quella famiglia e, dopo, per vederlo e mostrarlo ai presenti in modo da rendersi conto se la descrizione entusiastica del Professore era coerente con la realtà che avrebbero rinvenuto.
“Che boccuccia che tieni, … assomiglia a quella di una tredicenne senza poppe, … con questo visetto ovale e mani piccole … dita affusolate, … Assomigli ad una bambina e hai diciannove anni! Profumi di papa meilland con i primi petali appena dischiusi, … la più bella rosa nera profumata che io conosca; … desidero fare la conoscenza con la fragranza che conservi là, al riparo dal sole … e metterci la lingua per saggiare i tuoi aromi nascosti, … percepire sulle dita il calore che serbi per il cazzo di mio marito o di mio figlio o di mio nipote, … Gustare le tue fresche salive ed estirpartele! … Ohhhhhhh, via questo cardigan felpato, … Stai arrossendo e tremi di pudore, … Il tuo fringuellino sta cantando e, allora, andiamo a dargli aria, liberiamolo dai pantaloni della tuta e delle mutandine. … Che hai mio piccolo virgulto, … dono di madre natura a noi; … che di te desideriamo saziarci, … godere e darti il piacere che tanto brami, … Prenderai lo sperma, non di uno o di due, ma di trenta o cento e più maschi, pronti a versarlo nella tua gola o nella tua stretta ampolla rettale, … per coprirti dei loro fior di latte, in modo che quel profumo, che tanto eccita tutti, ti rimanga impresso nella memoria come un marchio e che tutti quelli che verranno per conoscerti possano dire: sei uno di noi, … il migliore, … nato per far godere e godere. … I presenti sono allarmati, … perché? … sei un ragazzino con un pistolino piccolino, ma sempre un giovinetto. Ohhhhh, … io miravo il tuo visetto, … i tuoi occhi, … le tue piccole labbra, percependo con le mani la tua essenza, ma non vedendo l’abbigliamento che portavi sotto la tuta, … e ora, spinta dagli sguardi di chi ci osserva, ho osservato come una corta gonnellina per ragazzina incornicia il tuo sublime, celestiale sederino. I miei stanno già pregustando il momento di squarciartelo domani al tuo risveglio in presenza del nostro venerabile patriarca; ma ora sei qui: lasciati vedere; che io possa girarti, muoverti, voltarti, capovolgerti, metterti sottosopra per farti vedere, scrutare, esaminare, visitare e per leccarti il forellino, … il tuo fiore profumato e umido, … il tuo garofanino selvatico, madido di guazza notturna, che desidera un’ape succhiatrice di nettari, asportatrice di pollini rari e magici. Mettiamo in disparte questo body e le mutandine per rimettertele, dopo, prima di presentarti al proprietario di questa villa e nostro signore, … per sfilartelo successivamente e farti indossare la divisa da alcova. Guardate Signori questa boccuccia, … mi domando come farà a prendere una cappella come le vostre, se ora ci passano a stento tre dita e questo anello che vibra, sussulta e piange … Ohhh, in questi pochi giorni, prima dell’evento, dobbiamo allenarlo, prepararlo a ricevere misure improprie per i suoi fori; ma anche renderlo ancora più sensibile ed eccitabile, in modo che possa riconoscere uno sperma da un altro e, se pieno o totalmente ricoperto, possa nuovamente apprezzare e gustare un ultimo fiotto. Domani sarà un giorno importante di apprendimento per lui. Dobbiamo far in modo che riesca in breve tempo a discernere, … a riconoscere con il tatto una crema da un’altra e a saperne percepire le differenze di sapori, … ad apprezzare, godere, gioire di quello che gli entra e che gli fa da lubrificante e da squaracqua al successivo. Guardatelo, è steso a terra con le gambe da me tenutegli rialzate e divaricate, … come ansima, uggiola e gocciola; … e quando glielo sfioro, … trasalisce, trema, … dilata e dischiude il calice, … e … Io ne ho visti pochissimi di giovinetti come questo, che bramano, fremono, scalpitano di essere riempiti, sodomizzati, messi allo spiedo, … che … come lui … desiderano un pigiama di panna maschile. … ora sono tutta fradicia, gocciolante … asciugatemela, detergetemela … tu, Cesare, nipote mio sbattimi, trombami, fottimi mentre con le dita entro ed esco da questo piccolo foro. Sìììììììì, … cosìììììì, … ancora, … godo. Sìììììììì, … godo, … godo, … godooooooo …!” … e il suo indice si muoveva inserendosi e uscendo dal culetto di un Paolo che implorava e chiedeva sempre di più, … sempre più a fondo, … La donna, ancora ansimante nel dopo orgasmo, abbassatasi le vesti e fattasi pulire le dita dal mozzo di stalla, con codesto e il medico, l’infermiere, il barbiere, il lavapiatti, lo stalliere, si indirizzò verso la sala igiene e cura della persona.
“Dottore, quanto tempo le serve per le sue funzioni su questo ragazzino, visita ed igiene interna ed esterna? Deve far in fretta poiché il Signor Nicola è già stato avvisato dell’arrivo e lo vuole vedere.”
“Signora, sarò veloce, ma devo visitarlo, esaminarlo, praticargli la lavanda allo stomaco e all’intestino, eventuale epilazione tra i glutei, attorno al suo membro e in altre parti del corpo.”
“Eliminate la bionda trasparente peluria delle braccia, delle ascelle, delle gambe, sul culo, ma non quella del pube. Sta bene con un po’ di peli appena platinati, … lo fanno ragazzina e poi con quel pisello che si ritrova … Il Generale ne sarà felice ad averlo nel suo letto; … anch’io lo vorrei per deturparne la straordinaria, eccezionale bellezza, ma …” e sospirò, amareggiata e crucciata per l’avanzare dell’età.
“Paolo, non abbiamo molto tempo, … esegui quello che ti chiedo, per cui …”
“Va bene, ... farò quello che mi chiede.”
“Bravo, … encomiabile e perfetto comportamento di collaborazione! Per cui … ora … mostrami la bocca, … … apri di più, … così. È piccola, graziosa, sensuale, seducente … la lingua è bella rosea e molto umida, … dentatura sana, netta e stupendamente bianca … Succhiami il dito, … sììììì … aspiralo e muovigli la lingua attorno, … proviamo con due e … rifai i movimenti di prima.”
“Haaghhhhhhh, … hoggghhh.”
“Non è niente, … sono solo sforzi o sensazioni di conati, … È bello, leggiadro, provocante Signora … con queste bave che gli pendono dalle labbra. Lo immagini, Signora Carmela, con scie di umori maschili e … al posto delle lacrime, bianche gocce aromatiche … di un profumo particolare. Raccomandi, Signora, al fotografo sensibilità e buone inquadrature, poiché dalle immagini che riprenderà deve emergere l’innocenza, il pudore del ragazzino con la sensualità, che gli vediamo, abbinata all’erotismo. Le foto devono entrare nella storia dei rapporti amorosi di iniziazione omosessuale. … La sua spontaneità, … il suo desiderio di prendere e apprendere, … di donare appagamento e piacere, … e ora, nostro piccolo idolo, cerca di bere velocemente quello che ti darò! È un purgante dall’effetto rapido. Dobbiamo pulirti lo stomaco e l’intestino, … la prima parte, … un bicchiere, … è un po’ salata, … ma bevibile; la seconda è il contenuto di questa caraffa, acqua e spremuta di limone. Bravo, … bevi, … trangugia, … impegnati a ingollare tutta la brocca.” … e il dottore con una mano lo stimolava, massaggiandolo con movimenti lenti ai testicoli e al membro, per farlo terminare prima. “Bravissimo, … visto, … sei stato un fenomeno, … ora in attesa del risultato del lassativo … sali su questo lettino ginecologico, posizionati steso … supino, … inserisci la gambe sulle forchette che vedi e allarga le braccia in modo che il barbiere possa spalmarti la crema epilatoria su tutti gli arti. Sei un giovinetto ammodo, vezzoso, fine … ubbidiente e tranquillo, oltre che splendido! … Auscultando il cuore e tastandoti l’addome percepisco i primi brontolii dello stomaco, ma farò in tempo per palpeggiarti la ghiandola prostatica; con l’indice entrerò, e muovendolo al tuo interno, ne constaterò la sua efficienza agli stimoli. Non temere per i bisogni, … se necessita: … apri tranquillamente. Il personale di servizio, che osserva, pulirà e poi, al termine della visita e del lavoro del barbiere, ti laverà. Non preoccuparti di insozzarti, … a noi piacciono anche queste immagini di estremo erotismo. La prima falange è dentro di te, … aspira ora, con i muscoli del tuo piccolo ano, come una ventosa, … dovrai risucchiare dentro di te tutto il dito … e trattenerlo dentro, … stringerlo e rilassarti … e poi stringerlo ancora … e poi … sìììììì, … spremerlo dolcemente per farlo uscire, … e ti distenderai per farlo rientrare ancora … dovrai essere attivo con il tuo buchetto, non passivo … e goderti ogni movimento … sei tu che devi prendermi e non io a spingere per entrare. Bravissimo, vedo che ascolti ed esegui con grande semplicità e facilità. … Lo farò uscire e tu lo riprenderai, finché non avrai istintivamente memorizzato quello che dovrai fare quando uno ti penetrerà. Ti stai agitando sotto le nostre mani. Ti piace sentirle?”
“Sì, tantissimo. …. Toccatemi, vi prego, … ancora, … dentro, …là in quel punto, … ohhhhhh, … stooo, … è bellissimo, … continuate!”
“Tienigli il pene indirizzato verso il volto, -rivolgendosi al barbiere- in modo che non mi impedisca di terminare la visita. … Va tutto bene, Paolo? … godi?”
Si inarcava, … andava incontro al dito, … si rilassava per contrarsi ancora ed ansimare, mugolare, chiedere, bofonchiare monosillabi astrusi, girare la testa da una parte e poi, rabbrividendo, dall’altra, fremeva indi uno, … due, … altri spruzzi bianchi opalescenti gli colpirono il volto per colare lungo le gote o raggiunsero i capelli per formare un diadema di perle scintillanti, … e poi, dopo aver chiesto inutilmente di desistere, di fermare quella tortura, … i fiotti divennero giallo-dorati, … lunghi. Tremava, balbettava per sgranare, attonito e incantato, gli occhi verso colui che gli aveva insegnato e provocato, nel visitarlo, un così grande, intenso piacere.
“Bocca e apparato sfinterico sono a posto … e quest’ultimo molto stretto. Tra poco, Signora, sapremo dello stomaco e dell’intestino. Sganciatelo dalle forchette e ponetelo prono; -rivolgendosi agli aiutanti- trascinatelo verso la testiera con il fondo letto un po’ rialzato per procrastinare un po’ l’evacuazione e dar modo al barbiere di ungergli l’area perineale e i glutei; … si deve avere il tempo di pulirlo dall’ impercettibile peluria; … allargateli le gambe!” Delle smorfie solcavano repentine sul volto accompagnate da contrazioni ai glutei e da forti brontolii interni.
“Rigiratelo … con le ginocchia flesse verso l’addome; … alzate la testiera e infilategli sotto i lombi la padella per l’evacuazione; … se sporca, … non ha importanza. Dobbiamo vedere il colore delle feci! Paolo, rilassati e scarica tranquillamente … poi ti laveranno.” Dall’anello sfinterico eruppero sgorghi di sostanze fecali liquide che in parte colarono lungo la spina, insozzandolo, mentre altre entrarono nel contenitore da cui il dottore, tastandole con le dita e stropicciandole, le vagliò per osservarne la consistenza, constatarne l’assenza di verminosi, sentirne l’odore e, accostando la lingua alle dita, il sapore. Il medico esaltava, apprezzava, accentuava, metteva in risalto alcune pratiche per insegnare al giovane che qualsiasi comportamento o richiesta, purché non fosse nociva e pericolosa, se dava o conduceva a maggiori piaceri doveva essere accolta; inoltre per partecipare alla festa, che il piccolo aveva chiesto, era necessario che fosse svezzato e pronto ad altre proposte.
“Signora, il ragazzino sta bene, … è in ottima salute e tra poco, dopo l’enema, il bagno e averlo preparato, … glielo possiamo consegnare.” Rimesso gattoni con il sederino rialzato e testa appoggiata al piano, anche se lordo delle sue sostanze fecali, allargate le cosce, come richiestogli, ricevette anche in quella casa la cannula del clistere … Lui dolcemente se la prese dentro e, senza che se ne accorgesse, il medico muovendola, mentre l’acqua saponata scendeva e scorreva nel suo intestino, cominciò a sfiorargli la prostata con la punta o con lo sbocco delicato del getto tiepido.
“Ahhhhhhh…” Cominciò nuovamente a respirare forte e ansimare ancora. “Che bello … è …”
“Si, piccolo…stai godendo di prostata…il piacere più profondo che possa provare un uomo…” Il dottore muovendo lentamente, estraendo o reinserendo il tubicino, piegandolo in modo da colpire delicatamente o più intensamente la ghiandola, facendolo sussultare o trasalire, ascoltava attentamente il suo respiro e i suoi mugolii
“Ahhhhh … annghhh …”
“Sì … piccolo, abbiamo quasi finito. L’acqua è scesa in profondità. Hai il pancino gonfio e il tuo pisellino è ritornato ad essere un chiodo. Resisti. È molto dolce passare dal piacere al dolore, tramite gli spasmi e poi nuovamente piacere con l’evacuazione. È opportuno che per quella funzione tu sia rimesso in piedi, … anche lo svuotarsi è un sollievo e poi, il percepire i liquidi scorrere tiepidi, del proprio calore, giù per le gambe, dona un appagamento sensoriale nuovo, diverso. Per chi ti vede preso dai crampi prima e poi stringere i panetti del sederino, … sentire i suoni abbinati a getti, … vedere il tuo anello rosato aprirsi, … percepire il tuo sospirare di sollievo, … l’osservare il tuo riprendere colore come di pudore, … scorgere le tue mani che corrono a nascondere il pianto di gioia del tuo intestino, … è eccitante, emozionante … e conduce a volerti o a donarti quello che tu hai chiesto.”
La scena era elettrizzante e i presenti, già tutti nudi e pronti per un’orgia, stentavano a trattenere le mani. Paolo ansimava sempre più forte mentre il dottore lo massaggiava all’addome per alleviargli gli spasmi. Gli erano stati eseguiti altri clisteri dal direttore, ma questo, con il medico, lo stava percependo diverso, … più intenso; anche gli altri gli avevano dato piacere, ma il dottore, anche nella sofferenza aveva saputo farlo vibrare di piacere come non mai. … e poi, mentre si liberava, … se prima le mani erano corse a nascondere i primi flussi, ora, struggendosi e spasimando, trascinavano involontariamente, senza pudore, dai glutei all’addome i resti fecali che manteneva ancora appiccicati. Mani di due, discinti e turbati, lo presero insaponandolo dalla testa ai piedi. Erano quelle del barbiere che rimuoveva sapone ed eventuale peluria frontalmente e che utilizzava anche la lingua per poter accertarsi del risultato dato dalla crema, mentre le altre erano dello stalliere, esperto nella mungitura e nella sarchiatura, che sul dorso si aiutava anche con i denti per saggiarne la sensibilità e la reattività. Per valutare l’incisività degli insegnamenti del medico e il totale suo abbandono alle mani e ai corpi dei due che, datisi il cambio di posizione, prima strusciarono i loro corpi sul suo sino ad irrigarlo del loro nettare e poi, sedutisi sul pavimento, lo obbligarono ad inarcarsi verso il maestro dello spurgo che gli artigliò il suo piccolo gioiellino e a consegnare alla lingua del provetto masseuse, il suo anello.
Il giovinetto in costante affanno, reggendosi con le mani sulla nuca dell’ammaestratore di stalla e obbligato ad avere le gambe divaricate, mugugnava, si contraeva, si ritirava, cercava una via di fuga per incontrare poi la lingua che li limava l’anello. Il domatore, dopo averlo osservato per qualche secondo cominciò a leccarlo dolcemente … appena con la punta della lingua sui punti più sensibili, … sotto il glande, sul frenulo, … tutt’attorno alla cappella, … alla base, … verso il pube … annusando i piccoli cintati testicoli, mentre il barbiere faceva la medesima cosa verso il suo rosato carnoso fiore, … lo bagnava con la saliva per dare poi piccolissime pennellate con la lingua alla mucosa anale. Lo sentivano fremere, tremare, scalpitare; percepivano il suo tendersi e accartocciarsi … il suo distendersi e allungarsi, … ansimare, … mugolare, … uggiolare; e loro continuavano imperterriti, ma avvinti … uno a suggere per svuotarlo e l’altro per debilitargli i teneri muscoletti della rosellina.
“Ohhhhhhhh, … sto … smetteteeee … bastaaaaa … noooooooooo, … noooooo … sììììììììììììììììììì, … siiiiiiiii … hanfgg … hanfgg!”
Il maestro di stalla suggeva, spremeva, beveva e schiacciava poi tra palato e lingua il membro del ragazzino, per aver il tempo di ingollare e poi riprendeva ad aspirare e di nuovo ingurgitava il frutto giallino della vescica. Paolo esplose in un orgasmo secco, ma intenso, struggente, veemente. Sfinito, prostrato, … nel perdere conoscenza, si piegò sulla testa del domatore.
“Eccolo, Signora, glielo abbiamo preparato e per noi, dopo un risciacquo e aver trasfuso nel retto il gel oleoso che utilizziamo sovente dopo una lavanda di stomaco ed intestino, è pronto per il Padrone.”
“Ho visto. Prima di accompagnarlo da mio suocero vestitelo con gli indumenti che aveva, ma senza scarpe.”
Sul sottofondo delle note musicali della Primavera del Vivaldi nelle sale di quella casa si effondevano altre musiche, mentre all’esterno il sole scaldava e asciugava il bosco. Un intenso profumo di habitat silvano, … di funghi porcini, di … regnava nelle stanze.
Cap V.: B In un’altra casa
Non vedeva più i suoi amici, ingurgitati dalle curve della strada, allorquando una mano si posò sulle sue spalle e un richiamo gli ricordò l’appuntamento.
“Ciao pulcino! Noto che sei un po’ teso. Su, rilassati! Stiamo andando da amici, anche se non li conosci ancora. Ti troverai bene, non temere; e poi devi fidarti di me. Ho con me delle foto: prendile e, visto che abbiamo un po’ di strada, le puoi vedere e cosi farti un’idea su chi ti ospiterà. Le prime ritraggono e presentano un uomo, molto avanti con gli anni, bagnato sul davanti in alcune immagini e in altre discinto con il membro un po’ svigorito, che viene coccolato dalla lingua di un giovane che conosci.”
“Federico!”
“Bravo. Ogni qualvolta che entriamo in quella casa, Fede porge suoi omaggi in primis al Signor Nicola e poi agli altri. Con lui siamo comunque tutti riverenti sia per l’età che ha, sia per quello che era nelle gerarchie dello Stato e anche per quello che ci riferisce e narra tuttora. Egli afferma spesso che anche un anziano, molto avanti con gli anni, ha una sua sessualità, che, a volte, si esprime in modi, per noi, non consoni. Per lui il bagnarsi nel letto è la conseguenza di sogni o di eccitazioni visive, olfattive, tattili. È successo che ad un incontro di amici, lui, ancora vestito, dopo aver accompagnato e pilotato un membro in un culetto come il tuo, si è infradiciato, per chiedere dopo di essere asciugato dalla lingua del giovinetto. In quella festa lui affermò che il suo fisico reagiva in quel modo agli impulsi sessuali. Concordo con lui anch’io, poiché sono pienamente convinto che anche un nonno, molto avanti con gli anni, ha un suo esprimersi carnale e ha diritto alla sessualità. Un giorno, sono stato testimone di due fatti in casa di mia sorella: in uno, un anziano si pisciò addosso, quando la nuora, inginocchiata, gli infilava i calzini stando in una postura che lasciava intravedere parzialmente le poppe; nell’altro il figlioletto di questa donna, ridendo durante il bagno, aperse la vescica e poi nel corso dell’insaponatura se lo ritrovò duro, in orizzontale attraendo il compiacimento della madre con l’espressione -Oh, … inizi presto! – a cui seguì un puffo sul sedere e un suo bacino sulla nuca del piccolo. Ti ho descritto questi due episodi per dirti che in qualsiasi momento della vita, la nostra sessualità, se stimolata, si palesa; … e noi non dobbiamo nasconderla o negarla. È da stupidi il vergognarsene o l’inculcare vergogna, poiché serve solo a creare tabù o problematiche. Vedo che, osservando le foto, il tuo desiderio si manifesta; … il tuo sguardo malizioso di birba rivela pensieri. La tua mente probabilmente sogna l’alcova, … la festa a te dedicata e le innumerevoli sgorgate, zampilli che gli invitati ti avranno riservato e le sodomizzazioni di cui sarai oggetto. Sono estasiato nell’osservare i tuoi occhi che brillano mentre ti passi da una mano all’altra quelle immagini. Puoi bagnarti tranquillamente, … il patriarca di quella famiglia, nell’accorgersene, ne sarà felice, entusiasta. Sarà lui il tuo prossimo pederasta e tutti ti vorranno conoscere, esaminare, possedere, godere e …”
L’auto filava sull’asfalto della strada tra due ali di abeti rossi frammisti a larici e a pascoli, in cui qualche mucca, nel suo lento procedere, faceva tintinnare, rimbombare il suo campanaccio. Dal suo finestrino aperto penetrava nell’abitacolo l’aria pura e frizzante dell’alta montagna, mentre dal fondo valle salivano grigie nubi, messaggere di un’imminente, burrascoso temporale. Era felice perché aveva il suo maestro a fianco, ma anche preoccupato e confuso visto che si sarebbe trovato da solo in balia di estranei e di un omosessuale molto anziano per precettore.
“Tra non molto arriveremo alla meta, … come ti senti? -tastandolo- sembra che il tuo fratellino pianga e si ribelli a rimanere compresso nell’avvolgente body. Gli altri che osservi sono il figlio con la moglie e i due nipoti con il pronipote. Quest’ultimo sarà contento di incontrarti per cederti molto volentieri il posto nel letto con il bisnonno e, da come lo osservi, ha un fisico molto diverso dal tuo; mentre il tuo è fanciullesco, con natiche sporgenti e culetto a mandolino, sodo, quasi femmineo, con pochissimi peli biondi e serici sul pube e tra le natiche, … tu sei tenero, dolce, quasi ingenuo, di una ingenuità colma di malizia che attrae e calamita uomini e, te ne accorgerai, … anche donne, … il suo è quello di uno sportivo, di un nuotatore, di un maschio con uno strumento di proporzioni non indifferenti, anche se ha qualche anno meno di te. Tu hai un fisico quasi femminile, senza peluria con un culetto profumato, vellutato, … ami essere passivo e dopo, se spinto e invitato, attivo e noi omosessuali preferiamo i ragazzini come te; mentre lui è soprattutto attivo; però entrambi siete dei fiori pieni di rugiada, caldi e umidi nell’anfratto che conduce all’ingresso del piacere più intenso ed appagante. Fra le vostre cosce, pieghe e recessi più nascosti le nostre lingue amano guazzare, picchiettare e turbinare. Sii gentile anche con la Signora: essa sarà quella che ti presenterà e ti offrirà, ma vorrà anche la tua lingua, il tuo naso sulla sua passera, sul suo slabbrato sfintere; gradirà e vorrà la suzione delle poppe intanto che ti fotteranno con foga e, dopo che ti avranno riempito, ti chiederà di versarle lo sperma sul serico imbianchito pube e sulle pendenti grandi labbra vaginali per farsele lappare, preparandole cosi al pronipote.”
“… ma Lei che centra con me, … con il mio pigiama?” … sempre più turbato e impacciato
“Lei lo fa per eccitare i presenti … e le donne … sono maestre, … molto rodate e tanto abili in questo, e poi sarà una fine, raffinata, impagabile precettrice.”
“Ma!”
Si era dato con dolcezza, per un rapporto soave, leggiadro, candido, puro e casto, delicato, fatto di carezze appena accennate, di sfioramenti lievi, di baci morbidi, di lunghi ed affannosi respiri, con passione non invasiva e brutale, condita da una sensualissima colonna sonora. Era stato penetrato e deflorato dolcemente, dopo una lunga preparazione e un’invocazione sua urlata di essere preso, posseduto, lacerato. Il temporale sovrastava ormai la valle e le cime; lo scroscio della pioggia non permetteva di vedere; l’asfalto era un fiume con vortici, scorrimenti e aloni nebbiosi. L’acqua scorreva tumultuosa e rumorosa verso il torrente sottostante con spruzzi giallastri accompagnati da detriti. Che spettacolo, ma lui era altrove con la mente. Si era concesso a don Roberto, … attratto, … per capire, … per dare e prendere, … aveva iniziato ad amarlo e ad esserne geloso, anche se non doveva, … anche se gli era stato consigliato di fare altre esperienze e poi … parlarne, ma …
“… e che arrossisco a lasciarmi toccare, conoscere e presentare da una femmina e per di più, sarà molto oscena, depravata, sporca.”
“Sei un angelo, … con quelle piccole labbra! Lei si divertirà nel presentarti al patriarca, … e anche quello non sarà meno immorale e pervertito; ma son sicuro che ti divertirai, … che appagherai i tuoi sensi come non immagini, … che andrai in estasi carnale di continuo, … e invocherai, urlerai, implorerai di essere trombato, fottuto, chiavato e buggerato in entrambi i fori. Loro, a causa della mia presentazione, ti aspettano; ed io, subito dopo avergli salutati, se me lo permetteranno, me ne andrò, se il meteo lo permette, per ritornare nel giorno del rito. L’ambiente che ti ospiterà è molto isolato, caldo e pulito. Godi e vivi i giorni che stai con loro prima del sacro rito orgiastico da te richiesto!” È soggiogato e vinto.
L’auto rallentò per arrestarsi in un pianoro dominato da un grande masso che, ai tempi dei tempi, rotolando giù dalla montagna s’era fermato proprio lì, su quello spiazzo. Sembrava un gigantesco sedile, una specie di panchina in pietra, lucida perché levigata da centinaia di sederi che sopra, in ogni stagione estiva, si adagiavano per ascoltare la musica del vento, i colloqui bisbigliati delle rocce e le conversazioni tra bosco e bosco.
“Ecco, siamo arrivati e il cancello si sta aprendo; significa che stavano scrutando la strada per non farci attendere e bagnare dal nubifragio e il loro molosso ci viene incontro per odorarci. Non aver timore: è un bambinone particolare … straordinario e tanto curioso.”
“Ahhnffffff, … ahnffffff!” Paolo, sceso dall’auto, respirando a fondo e dopo aver dato un fugace sguardo al macigno, con il proprio bagaglio si indirizzò, preceduto dal prete, verso il cane e alla volta di coloro che lo attendevano al coperto del portico di una villa, celata dalla pineta.
“Benvenuto Professore, vedo che si è portato appresso quello che, con una missiva prima e una telefonata dopo, ci aveva consigliato ed esortato a conoscere. Constato che Lei sta bene e per noi, questo, è già un piacere. Spero che si fermi per il pranzo in compagnia nostra, dei miei familiari e del medico, che è qui da un po’ per visitare il giovinetto; se questi esprime anche in nostra presenza il suo pensiero, … la sua volontà di partecipare e di essere al centro di un’orgia, … di essere riempito nell’intestino e nello stomaco, … di essere coperto o meglio rivestito di sperma, … di assistere ed essere compagno nei giochi lussuriosi, libidinosi, erotici senza porre dei limiti, salvo quelli dell’integrità fisica.”
“Signora Carmela, il ragazzino ha sempre manifestato il desiderio, da quando ha scoperto le delizie dei piaceri carnali, di essere avvolto da un pigiama di umori maschili. La vista di un membro turgido ed eretto lo avvince, soggiogandolo. È un suo sogno ed è qui per tradurlo in realtà. Vienimi davanti, mio fresco giovane bocciolo, e conferma ai membri di questa famiglia le tue intenzioni, … i tuoi desideri, … le tue aspirazioni. Allora, piccolo mio … mi guardi e non parli? Hai timore di loro, perché non li conosci? Non temere, poiché stai per entrare in un gruppo che ti farà raggiungere le più alte vette del piacere fisico, tanto che spesso andrai in estasi, … nel visibilio … nell’incantesimo dei sensi. Allora? … e se -sì- … sei disposto a farti tastare dalla Padrona, perché possa rendersi conto anche del desiderio del tuo corpo? … e lasciar filmare il tuo piacere?” Il giovinetto, sereno per le parole del suo mentore, con il volto indirizzato verso il suo Maestro con un movimento del capo accondiscese.
“Dillo con parole anche a loro, mentre li guardi. Su …”
“Sì”. Un entusiastico e sentito applauso accolse la sua affermazione, seguito da complimenti per l’aspetto e la siluette del fisico, ma anche per la brama manifestata a concedersi.
“Bene, entriamo allora per conoscerti, esaminarti ed essere messo al corrente di quello che dovrai sostenere, svolgere e ascoltare prima di far compagnia nel talamo al nostro patriarca, poiché ti coricherai e riposerai sempre a fianco del Generale Nicola.” … e presolo sottobraccio lo introdusse nel salone d’ingresso di quella residenza per presentargli i vari personaggi che avrebbe incontrato e conosciuto anche durante il suo soggiorno presso quella famiglia e, dopo, per vederlo e mostrarlo ai presenti in modo da rendersi conto se la descrizione entusiastica del Professore era coerente con la realtà che avrebbero rinvenuto.
“Che boccuccia che tieni, … assomiglia a quella di una tredicenne senza poppe, … con questo visetto ovale e mani piccole … dita affusolate, … Assomigli ad una bambina e hai diciannove anni! Profumi di papa meilland con i primi petali appena dischiusi, … la più bella rosa nera profumata che io conosca; … desidero fare la conoscenza con la fragranza che conservi là, al riparo dal sole … e metterci la lingua per saggiare i tuoi aromi nascosti, … percepire sulle dita il calore che serbi per il cazzo di mio marito o di mio figlio o di mio nipote, … Gustare le tue fresche salive ed estirpartele! … Ohhhhhhh, via questo cardigan felpato, … Stai arrossendo e tremi di pudore, … Il tuo fringuellino sta cantando e, allora, andiamo a dargli aria, liberiamolo dai pantaloni della tuta e delle mutandine. … Che hai mio piccolo virgulto, … dono di madre natura a noi; … che di te desideriamo saziarci, … godere e darti il piacere che tanto brami, … Prenderai lo sperma, non di uno o di due, ma di trenta o cento e più maschi, pronti a versarlo nella tua gola o nella tua stretta ampolla rettale, … per coprirti dei loro fior di latte, in modo che quel profumo, che tanto eccita tutti, ti rimanga impresso nella memoria come un marchio e che tutti quelli che verranno per conoscerti possano dire: sei uno di noi, … il migliore, … nato per far godere e godere. … I presenti sono allarmati, … perché? … sei un ragazzino con un pistolino piccolino, ma sempre un giovinetto. Ohhhhh, … io miravo il tuo visetto, … i tuoi occhi, … le tue piccole labbra, percependo con le mani la tua essenza, ma non vedendo l’abbigliamento che portavi sotto la tuta, … e ora, spinta dagli sguardi di chi ci osserva, ho osservato come una corta gonnellina per ragazzina incornicia il tuo sublime, celestiale sederino. I miei stanno già pregustando il momento di squarciartelo domani al tuo risveglio in presenza del nostro venerabile patriarca; ma ora sei qui: lasciati vedere; che io possa girarti, muoverti, voltarti, capovolgerti, metterti sottosopra per farti vedere, scrutare, esaminare, visitare e per leccarti il forellino, … il tuo fiore profumato e umido, … il tuo garofanino selvatico, madido di guazza notturna, che desidera un’ape succhiatrice di nettari, asportatrice di pollini rari e magici. Mettiamo in disparte questo body e le mutandine per rimettertele, dopo, prima di presentarti al proprietario di questa villa e nostro signore, … per sfilartelo successivamente e farti indossare la divisa da alcova. Guardate Signori questa boccuccia, … mi domando come farà a prendere una cappella come le vostre, se ora ci passano a stento tre dita e questo anello che vibra, sussulta e piange … Ohhh, in questi pochi giorni, prima dell’evento, dobbiamo allenarlo, prepararlo a ricevere misure improprie per i suoi fori; ma anche renderlo ancora più sensibile ed eccitabile, in modo che possa riconoscere uno sperma da un altro e, se pieno o totalmente ricoperto, possa nuovamente apprezzare e gustare un ultimo fiotto. Domani sarà un giorno importante di apprendimento per lui. Dobbiamo far in modo che riesca in breve tempo a discernere, … a riconoscere con il tatto una crema da un’altra e a saperne percepire le differenze di sapori, … ad apprezzare, godere, gioire di quello che gli entra e che gli fa da lubrificante e da squaracqua al successivo. Guardatelo, è steso a terra con le gambe da me tenutegli rialzate e divaricate, … come ansima, uggiola e gocciola; … e quando glielo sfioro, … trasalisce, trema, … dilata e dischiude il calice, … e … Io ne ho visti pochissimi di giovinetti come questo, che bramano, fremono, scalpitano di essere riempiti, sodomizzati, messi allo spiedo, … che … come lui … desiderano un pigiama di panna maschile. … ora sono tutta fradicia, gocciolante … asciugatemela, detergetemela … tu, Cesare, nipote mio sbattimi, trombami, fottimi mentre con le dita entro ed esco da questo piccolo foro. Sìììììììì, … cosìììììì, … ancora, … godo. Sìììììììì, … godo, … godo, … godooooooo …!” … e il suo indice si muoveva inserendosi e uscendo dal culetto di un Paolo che implorava e chiedeva sempre di più, … sempre più a fondo, … La donna, ancora ansimante nel dopo orgasmo, abbassatasi le vesti e fattasi pulire le dita dal mozzo di stalla, con codesto e il medico, l’infermiere, il barbiere, il lavapiatti, lo stalliere, si indirizzò verso la sala igiene e cura della persona.
“Dottore, quanto tempo le serve per le sue funzioni su questo ragazzino, visita ed igiene interna ed esterna? Deve far in fretta poiché il Signor Nicola è già stato avvisato dell’arrivo e lo vuole vedere.”
“Signora, sarò veloce, ma devo visitarlo, esaminarlo, praticargli la lavanda allo stomaco e all’intestino, eventuale epilazione tra i glutei, attorno al suo membro e in altre parti del corpo.”
“Eliminate la bionda trasparente peluria delle braccia, delle ascelle, delle gambe, sul culo, ma non quella del pube. Sta bene con un po’ di peli appena platinati, … lo fanno ragazzina e poi con quel pisello che si ritrova … Il Generale ne sarà felice ad averlo nel suo letto; … anch’io lo vorrei per deturparne la straordinaria, eccezionale bellezza, ma …” e sospirò, amareggiata e crucciata per l’avanzare dell’età.
“Paolo, non abbiamo molto tempo, … esegui quello che ti chiedo, per cui …”
“Va bene, ... farò quello che mi chiede.”
“Bravo, … encomiabile e perfetto comportamento di collaborazione! Per cui … ora … mostrami la bocca, … … apri di più, … così. È piccola, graziosa, sensuale, seducente … la lingua è bella rosea e molto umida, … dentatura sana, netta e stupendamente bianca … Succhiami il dito, … sììììì … aspiralo e muovigli la lingua attorno, … proviamo con due e … rifai i movimenti di prima.”
“Haaghhhhhhh, … hoggghhh.”
“Non è niente, … sono solo sforzi o sensazioni di conati, … È bello, leggiadro, provocante Signora … con queste bave che gli pendono dalle labbra. Lo immagini, Signora Carmela, con scie di umori maschili e … al posto delle lacrime, bianche gocce aromatiche … di un profumo particolare. Raccomandi, Signora, al fotografo sensibilità e buone inquadrature, poiché dalle immagini che riprenderà deve emergere l’innocenza, il pudore del ragazzino con la sensualità, che gli vediamo, abbinata all’erotismo. Le foto devono entrare nella storia dei rapporti amorosi di iniziazione omosessuale. … La sua spontaneità, … il suo desiderio di prendere e apprendere, … di donare appagamento e piacere, … e ora, nostro piccolo idolo, cerca di bere velocemente quello che ti darò! È un purgante dall’effetto rapido. Dobbiamo pulirti lo stomaco e l’intestino, … la prima parte, … un bicchiere, … è un po’ salata, … ma bevibile; la seconda è il contenuto di questa caraffa, acqua e spremuta di limone. Bravo, … bevi, … trangugia, … impegnati a ingollare tutta la brocca.” … e il dottore con una mano lo stimolava, massaggiandolo con movimenti lenti ai testicoli e al membro, per farlo terminare prima. “Bravissimo, … visto, … sei stato un fenomeno, … ora in attesa del risultato del lassativo … sali su questo lettino ginecologico, posizionati steso … supino, … inserisci la gambe sulle forchette che vedi e allarga le braccia in modo che il barbiere possa spalmarti la crema epilatoria su tutti gli arti. Sei un giovinetto ammodo, vezzoso, fine … ubbidiente e tranquillo, oltre che splendido! … Auscultando il cuore e tastandoti l’addome percepisco i primi brontolii dello stomaco, ma farò in tempo per palpeggiarti la ghiandola prostatica; con l’indice entrerò, e muovendolo al tuo interno, ne constaterò la sua efficienza agli stimoli. Non temere per i bisogni, … se necessita: … apri tranquillamente. Il personale di servizio, che osserva, pulirà e poi, al termine della visita e del lavoro del barbiere, ti laverà. Non preoccuparti di insozzarti, … a noi piacciono anche queste immagini di estremo erotismo. La prima falange è dentro di te, … aspira ora, con i muscoli del tuo piccolo ano, come una ventosa, … dovrai risucchiare dentro di te tutto il dito … e trattenerlo dentro, … stringerlo e rilassarti … e poi stringerlo ancora … e poi … sìììììì, … spremerlo dolcemente per farlo uscire, … e ti distenderai per farlo rientrare ancora … dovrai essere attivo con il tuo buchetto, non passivo … e goderti ogni movimento … sei tu che devi prendermi e non io a spingere per entrare. Bravissimo, vedo che ascolti ed esegui con grande semplicità e facilità. … Lo farò uscire e tu lo riprenderai, finché non avrai istintivamente memorizzato quello che dovrai fare quando uno ti penetrerà. Ti stai agitando sotto le nostre mani. Ti piace sentirle?”
“Sì, tantissimo. …. Toccatemi, vi prego, … ancora, … dentro, …là in quel punto, … ohhhhhh, … stooo, … è bellissimo, … continuate!”
“Tienigli il pene indirizzato verso il volto, -rivolgendosi al barbiere- in modo che non mi impedisca di terminare la visita. … Va tutto bene, Paolo? … godi?”
Si inarcava, … andava incontro al dito, … si rilassava per contrarsi ancora ed ansimare, mugolare, chiedere, bofonchiare monosillabi astrusi, girare la testa da una parte e poi, rabbrividendo, dall’altra, fremeva indi uno, … due, … altri spruzzi bianchi opalescenti gli colpirono il volto per colare lungo le gote o raggiunsero i capelli per formare un diadema di perle scintillanti, … e poi, dopo aver chiesto inutilmente di desistere, di fermare quella tortura, … i fiotti divennero giallo-dorati, … lunghi. Tremava, balbettava per sgranare, attonito e incantato, gli occhi verso colui che gli aveva insegnato e provocato, nel visitarlo, un così grande, intenso piacere.
“Bocca e apparato sfinterico sono a posto … e quest’ultimo molto stretto. Tra poco, Signora, sapremo dello stomaco e dell’intestino. Sganciatelo dalle forchette e ponetelo prono; -rivolgendosi agli aiutanti- trascinatelo verso la testiera con il fondo letto un po’ rialzato per procrastinare un po’ l’evacuazione e dar modo al barbiere di ungergli l’area perineale e i glutei; … si deve avere il tempo di pulirlo dall’ impercettibile peluria; … allargateli le gambe!” Delle smorfie solcavano repentine sul volto accompagnate da contrazioni ai glutei e da forti brontolii interni.
“Rigiratelo … con le ginocchia flesse verso l’addome; … alzate la testiera e infilategli sotto i lombi la padella per l’evacuazione; … se sporca, … non ha importanza. Dobbiamo vedere il colore delle feci! Paolo, rilassati e scarica tranquillamente … poi ti laveranno.” Dall’anello sfinterico eruppero sgorghi di sostanze fecali liquide che in parte colarono lungo la spina, insozzandolo, mentre altre entrarono nel contenitore da cui il dottore, tastandole con le dita e stropicciandole, le vagliò per osservarne la consistenza, constatarne l’assenza di verminosi, sentirne l’odore e, accostando la lingua alle dita, il sapore. Il medico esaltava, apprezzava, accentuava, metteva in risalto alcune pratiche per insegnare al giovane che qualsiasi comportamento o richiesta, purché non fosse nociva e pericolosa, se dava o conduceva a maggiori piaceri doveva essere accolta; inoltre per partecipare alla festa, che il piccolo aveva chiesto, era necessario che fosse svezzato e pronto ad altre proposte.
“Signora, il ragazzino sta bene, … è in ottima salute e tra poco, dopo l’enema, il bagno e averlo preparato, … glielo possiamo consegnare.” Rimesso gattoni con il sederino rialzato e testa appoggiata al piano, anche se lordo delle sue sostanze fecali, allargate le cosce, come richiestogli, ricevette anche in quella casa la cannula del clistere … Lui dolcemente se la prese dentro e, senza che se ne accorgesse, il medico muovendola, mentre l’acqua saponata scendeva e scorreva nel suo intestino, cominciò a sfiorargli la prostata con la punta o con lo sbocco delicato del getto tiepido.
“Ahhhhhhh…” Cominciò nuovamente a respirare forte e ansimare ancora. “Che bello … è …”
“Si, piccolo…stai godendo di prostata…il piacere più profondo che possa provare un uomo…” Il dottore muovendo lentamente, estraendo o reinserendo il tubicino, piegandolo in modo da colpire delicatamente o più intensamente la ghiandola, facendolo sussultare o trasalire, ascoltava attentamente il suo respiro e i suoi mugolii
“Ahhhhh … annghhh …”
“Sì … piccolo, abbiamo quasi finito. L’acqua è scesa in profondità. Hai il pancino gonfio e il tuo pisellino è ritornato ad essere un chiodo. Resisti. È molto dolce passare dal piacere al dolore, tramite gli spasmi e poi nuovamente piacere con l’evacuazione. È opportuno che per quella funzione tu sia rimesso in piedi, … anche lo svuotarsi è un sollievo e poi, il percepire i liquidi scorrere tiepidi, del proprio calore, giù per le gambe, dona un appagamento sensoriale nuovo, diverso. Per chi ti vede preso dai crampi prima e poi stringere i panetti del sederino, … sentire i suoni abbinati a getti, … vedere il tuo anello rosato aprirsi, … percepire il tuo sospirare di sollievo, … l’osservare il tuo riprendere colore come di pudore, … scorgere le tue mani che corrono a nascondere il pianto di gioia del tuo intestino, … è eccitante, emozionante … e conduce a volerti o a donarti quello che tu hai chiesto.”
La scena era elettrizzante e i presenti, già tutti nudi e pronti per un’orgia, stentavano a trattenere le mani. Paolo ansimava sempre più forte mentre il dottore lo massaggiava all’addome per alleviargli gli spasmi. Gli erano stati eseguiti altri clisteri dal direttore, ma questo, con il medico, lo stava percependo diverso, … più intenso; anche gli altri gli avevano dato piacere, ma il dottore, anche nella sofferenza aveva saputo farlo vibrare di piacere come non mai. … e poi, mentre si liberava, … se prima le mani erano corse a nascondere i primi flussi, ora, struggendosi e spasimando, trascinavano involontariamente, senza pudore, dai glutei all’addome i resti fecali che manteneva ancora appiccicati. Mani di due, discinti e turbati, lo presero insaponandolo dalla testa ai piedi. Erano quelle del barbiere che rimuoveva sapone ed eventuale peluria frontalmente e che utilizzava anche la lingua per poter accertarsi del risultato dato dalla crema, mentre le altre erano dello stalliere, esperto nella mungitura e nella sarchiatura, che sul dorso si aiutava anche con i denti per saggiarne la sensibilità e la reattività. Per valutare l’incisività degli insegnamenti del medico e il totale suo abbandono alle mani e ai corpi dei due che, datisi il cambio di posizione, prima strusciarono i loro corpi sul suo sino ad irrigarlo del loro nettare e poi, sedutisi sul pavimento, lo obbligarono ad inarcarsi verso il maestro dello spurgo che gli artigliò il suo piccolo gioiellino e a consegnare alla lingua del provetto masseuse, il suo anello.
Il giovinetto in costante affanno, reggendosi con le mani sulla nuca dell’ammaestratore di stalla e obbligato ad avere le gambe divaricate, mugugnava, si contraeva, si ritirava, cercava una via di fuga per incontrare poi la lingua che li limava l’anello. Il domatore, dopo averlo osservato per qualche secondo cominciò a leccarlo dolcemente … appena con la punta della lingua sui punti più sensibili, … sotto il glande, sul frenulo, … tutt’attorno alla cappella, … alla base, … verso il pube … annusando i piccoli cintati testicoli, mentre il barbiere faceva la medesima cosa verso il suo rosato carnoso fiore, … lo bagnava con la saliva per dare poi piccolissime pennellate con la lingua alla mucosa anale. Lo sentivano fremere, tremare, scalpitare; percepivano il suo tendersi e accartocciarsi … il suo distendersi e allungarsi, … ansimare, … mugolare, … uggiolare; e loro continuavano imperterriti, ma avvinti … uno a suggere per svuotarlo e l’altro per debilitargli i teneri muscoletti della rosellina.
“Ohhhhhhhh, … sto … smetteteeee … bastaaaaa … noooooooooo, … noooooo … sììììììììììììììììììì, … siiiiiiiii … hanfgg … hanfgg!”
Il maestro di stalla suggeva, spremeva, beveva e schiacciava poi tra palato e lingua il membro del ragazzino, per aver il tempo di ingollare e poi riprendeva ad aspirare e di nuovo ingurgitava il frutto giallino della vescica. Paolo esplose in un orgasmo secco, ma intenso, struggente, veemente. Sfinito, prostrato, … nel perdere conoscenza, si piegò sulla testa del domatore.
“Eccolo, Signora, glielo abbiamo preparato e per noi, dopo un risciacquo e aver trasfuso nel retto il gel oleoso che utilizziamo sovente dopo una lavanda di stomaco ed intestino, è pronto per il Padrone.”
“Ho visto. Prima di accompagnarlo da mio suocero vestitelo con gli indumenti che aveva, ma senza scarpe.”
Sul sottofondo delle note musicali della Primavera del Vivaldi nelle sale di quella casa si effondevano altre musiche, mentre all’esterno il sole scaldava e asciugava il bosco. Un intenso profumo di habitat silvano, … di funghi porcini, di … regnava nelle stanze.
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