Un amore tedesco
di
Aramis
genere
gay
È accaduto circa 5 anni fa, ero all’ultimo anno di liceo ed avevo 18 anni.
Ero un ragazzo goffo, pallido, non in gran forma e non pensavo di essere, ne lo ero, particolarmente attraente.
Io stesso avevo poca stima di me. La scuola che frequentavo aveva un programma che permetteva agli studenti di viaggiare e rendersi conto della storia di luoghi diversi.
Avevamo in programma di visitare Regno Unito, Irlanda, Francia e Germania. Il viaggio sarebbe durato circa 5 settimane ma ne valeva la pena.
In quel periodo ero confuso sul mio orientamento, ero incerto su di me. Sentivo che una donna era la cosa giusta da volere, ma io mi eccitavo e desideravo gli uomini anche se non avevo confidenza con loro.
Prima del viaggio pensavo continuamente a come sarebbe stato sorprendente avere un caldo uomo per un’erotica e misteriosa storia d’amore. Mi intrigava! I miei sogni di sesso ardente ed appassionatamente caldo avrebbero dovuto avverarsi.
Viaggiammo in vari paesi e visitammo praticamente tutto. Avevamo degli interpreti che ci aiutavano nelle incombenze quotidiane e ci facevano da guida.
Fu verso la fine del nostro viaggio, avevo visto molti uomini attraenti, ma non era mai accaduto nulla, fino a che non fummo in Germania.
Temevo quel paese aspettandomi che fosse bello ed orribile allo stesso tempo. Arrivammo all'aeroporto e incontrammo tre fratelli. Due dovevano fare da interpreti mentre il terzo li accompagnava solamente. Tutti e tre erano attraenti ma i primi due erano un po’ più vecchi per cui fu il più giovane ad attirare la mia attenzione.
Sembrava timido e tuttavia molto aperto ed eccitante. Indossava una t-shirt, una sciarpa gialla e nera intorno al grosso collo muscoloso ed un paio di jeans. Il torace e le spalle erano larghe, era possibile vedere il suo corpo cesellato sotto la camicia stretta e le gambe lunghe e ben intonate. Sopra tutto questo aveva occhi blu, capelli biondi ed una perfetta abbronzatura.
Mi guardò e mi sorrise, quel sorriso mi fece sciogliere. I denti erano bellissimi e sulle guance aveva le fossette più dolci che avessi mai visto.
Dopo il sorriso si allontanò dal nostro gruppo. Io lo osservai ogni volta che ne avevo l’opportunità e nessuno sembrò accorgersi del mio interesse per lui.
Rimase con noi per tutta quella parte del viaggio e venne dappertutto con noi.
Il primo vero contatto fu una sera tardi. Eravamo rimasti alzati dopo che tutti erano andati a letto e giocavamo a carte in un gazebo fuori del nostro albergo. Uno dei suoi fratelli era con noi e conversavamo. Gli chiesi delle sue passioni e ci scambiammo le nostre storie.
Lui tentò di rispondere in uno scarso italiano ma era adorabile. Presto suo fratello ci lasciò e noi ci guardammo. Cominciò a piovere ed io dissi: “Forse dovremmo rientrare.” Lui accennò col capo e disse nel suo insufficiente italiano: “Sì.”
Prendemmo le carte e le mettemmo sotto i cappotti. Pioveva a catinelle ed era l’una di notte. Le luci esterne dell’albergo erano le uniche cose che ci potevano guidare. Lui si mise dietro di me e mi spinse per il sedere come per scortarmi nell’albergo. Era molto più alto di me ed io lo guardai negli occhi. Mi sorrise ed io gli sorrisi mentre continuavamo a correre. Ero così preso da lui. Ai miei occhi era l'uomo più dolce che avessi mai incontrato, era il mio principe.
Entrammo, lui mi diede un abbraccio e mi disse buona notte.
Pensai tra di me: ‘Cosa è successo?’ Non avevo mai manifestato i miei sentimenti verso gli uomini e per quello che sapevo di quel ragazzo nulla mi faceva pensare che potesse essere gay o essere attratto da me, piccolo ragazzo pallido.
Andai a letto e mi feci una sega mentre il mio insegnante era 3 cuccette più in là. Tutto ciò che potevo fare era pensare a lui... il mio primo vero innamoramento.
Per tutto il resto del viaggio fece molte cose che mi fecero porre delle domande. Mi dava piccoli pugni e mi faceva il solletico; mi afferrava per la vita e mi portava in giro, mi prendeva sulle spalle perché potessi vedere meglio.... io non sapevo cosa pensare.
Poi, due notti prima della nostra partenza, accadde.
Stavamo di nuovo giocando a carte, questo volta nella mia stanza. Eravamo soli lui ed io, tutti gli altri erano fuori per la città ad esplorare la vita notturna della Germania. Eravamo sdraiati sul letto a giocare. Lentamente cominciammo a scambiarci sguardi e sorrisi. Quando vinsi la partita lui disse che era ingiusto e cominciò a lottare con me. Riprendemmo ed io sono quasi sicuro che mi lasciò vincere.
Allora mi spinse contro il muro, tutto il mio corpo fu spinto sul muro. Il suo inguine mi sosteneva parzialmente e così facendo le mie gambe si divaricarono ai suoi fianchi. Lui abbassò lentamente lo sguardo alla mia gamba e poi di nuovo su verso di me.
Io stavo respirando affannosamente. Facemmo una pausa, io lo fissai appassionatamente negli occhi, volevo di più, e lui mi fissava.
Era stupendo guardarsi l’un l’altro.
Mi abbassò lentamente mentre continuavamo a fissarci. Improvvisamente mi baciò appassionatamente, mi baciò il collo.
“L’avrei voluto fare fin dalla prima volta che ti ho visto!”
Gli lasciai fare tutto. Mi sbottonò la camicia e mi allentò lentamente la cintura mentre mi baciava, io gli slacciai la camicia esponendo i suoi pettorali ed addominali abbronzati.
Lui si abbassò e cominciò a succhiarmi i capezzoli mentre mi carezzava lentamente il cazzo che cresceva stretto nelle mutande.
Si tolse la camicia e poi i pantaloni. Cominciai a strofinare il suo uccello, era grosso e potevo sentirlo, sentivo la definizione dell’asta, la testa e tutte le vene.
Lui scese ulteriormente, ora strofinando il mio stomaco ed il mio torace, tirandomi via i jeans. Seguì lentamente la pista di peli che scendeva baciando e succhiando il mio stomaco, giù sino all’inguine. Non lo succhiò e non mi tirò via le mutande, invece baciò e succhiò intorno all'asta continuando a strofinarmi lo stomaco.
La mia testa precipitò indietro ed i miei occhi rotolarono indietro, mi lamentavo piano ad ogni bacio. Afferrando la sua nuca feci correre le dita tra i suoi capelli.
Lui disse: “Voglio farti esplodere.”
Io accennai col capo e sorrisi.
Tirò indietro le mie mutande ed il mio cazzo discretamente lungo e grosso si dimenò fuori.
Lui nitrì quando rimbalzò di fronte alla sua faccia, mi guardò con un sorriso enorme e seducente prima di prenderlo tutto in bocca. Dapprima lo fece entrare ed uscire lentamente scendendo con la lingua intorno all’asta, sempre succhiando con rumore di risucchio.
Io stavo colando pre eiaculazione e lui l'ingoiò guardandomi.
“Yum, il mio preferito.”
Continuò a succhiare, mi afferrò una natica e l'accarezzò per qualche minuto. Io ero in euforia completa, era stupendo. Lentamente cominciò a penetrarmi con un dito, cominciò a ridere mentre penetrava il mio stretto buco del culo vergine al punto quasi di soffocare. Ero così eccitato! Cominciò a far scivolare dentro un altro dito. Io mi muovevo facendo entrare ed uscire le sue dita ed il cazzo nella sua bocca. Lui lo prese completamente fino in fondo, soffocò per qualche secondo e lo tenne là. Sentii la sua gola che tentava di ingoiare il mio uccello. Lo tenne là per almeno un minuto ad occhi chiuse senza respirare.
Era incredibile, afferrai la sua mano libera e cominciai a succhiargli le dita. Lui riprese a succhiare, toglieva la bocca dalla mia asta di quando in quando, continuava a carezzarmi nel culo con le dita mentre mi succhiava le palle. Mi guardò un'ultima volta e fece qualche cosa che non sono in grado di riferire.
Sembrò che ogni nervo nel mio cazzo fosse spinto oltre il limite. Era come se avvolgesse e succhiasse. Io guaii, il mio sedere si strinse e sparai il carico nella sua bocca, lui non ingoiò.
Si alzò mentre stavo ancora recuperando, mi aprii la bocca con un dito, vi versò dentro il mio sperma e cominciò a scambiarlo con me.
Succhiava nella sua bocca la mia lingua e poi sputava indietro la sborra. Un po’ ne cadeva sulle nostre facce e sopra i nostri toraci. Ingoiò quello che era rimasto e mi baciò di nuovo.
“Ora toccherà a me venire.”
Io risi e dissi di sì, anche lui rise.
Mi fece sedere sul letto e si mise di fronte a me.
Io andai al suo cazzo; l'asta era lunga circa e veramente grossa. Lo succhiai lentamente e lui cominciò a scoparmi la faccia. Sempre più forte.
Io gli massaggiavo le palle e mi accorsi di non aver alcuna sensazione di soffocamento! Riuscivo a prenderne ogni centimetro, era una cosa magnifica.
Lui continuò a fottermi la faccia e cominciò a gridare qualche cosa in tedesco, lamentandosi per l’immenso piacere. Vidi i suoi addominali scuotersi e tutto il suo corpo tendersi.
Gridò: “Oh sì!! “ e poi: “Non ingoiare!”
Feci segno di sì con la bocca che tentava di contenere tutto il suo sperma scivoloso e caldo. Era come sciroppo ed aveva un sapore dolce diversamente dal mio che era spesso e salato.
Scese alla mia faccia e vi succhiò fuori tutto la sborra, per alcuni minuti ce la scambiammo. Questo mi eccitò al massimo ed il mio uccello cominciò a crescere di nuovo.
Anche lui lo notò. Succhiò fuori dalla mia bocca ogni goccia di seme che poteva, poi si abbassò e la depositò sul mio cazzo che cominciò a pulsare di piacere.
Prese il mio pene e lo posizionò contro il suo sedere. Quel sedere stretto e perfetto. Se lo conficcò dentro rivolto verso di me e cominciando a salire e scendere.
Io mi appoggiai indietro, era puro piacere e mi lamentai.
Mi cavalcava mentre mi massaggiava i capezzoli. Tutto in me era duro e pulsante.
Si lamentò e disse: “Hai un cazzo perfetto, mi piace la sensazione, è come se avessi il cielo nel culo.”
Io mi limitai a dire: “Sì, baby?”
Lui mi sorrise e continuò a cavalcarmi. Cominciai a sentire quella sensazione che si prova prima di sborrare. Anche lui lo sentì e cominciò a pompare più forte e lamentarsi più velocemente ad ogni colpo.
Accadde.
Io gridai: “Oh mio Dio, sborro nel tuo culo perfetto, baby!”
E lui: “Lo so!! E’ così bello, dolcezza!”
Venni come non ero mai venuto prima di allora, durò per 30 secondi e lui continuò a muoversi, lo sperma cominciò a gocciolare dal suo sedere sopra il pavimento.
Si alzò e mi spinse indietro sul letto mentre mi baciava appassionatamente. Poi smettemmo e ci mettemmo insieme a letto.
La porta era chiusa a chiave, le luci spente. Mi sdraiai sul suo torace, le sue braccia muscolose intorno al mio corpo magro.
Lo sentivo respirare, il suo torace di muoveva su e giù. Non mi ero mai sentito così vivo. Rimasi lì accoccolato e schiacciato sul suo torace perfettamente cesellato e senza peli, mi addormentai in euforia completa.
Mi svegliai tra le sue braccia il giorno seguente. Per il resto del viaggio dopo aver visto quello che c’era da vedere potevamo fare ciò che volevamo. Fu un bel viaggio sotto ogni aspetto. Poi ci dirigemmo verso l'aeroporto; io ero sconvolto perché stavo lasciando l'amore della mia vita. Piansi per tre ore, lui mi guardava infelice, desiderando che non fossi triste. Prese le mie borse e me le portò, il resto del mio gruppo era già a bordo.
Mi guardò negli occhi e mi disse: “Ti amo.”
Piansi sul suo torace, mi sembrava che il mondo si fosse congelato.
Mi carezzò e mi abbracciò. Ci baciammo un'ultima volta e mi allontanai. Una lacrima scese dai suoi occhi e mi salutò con la mano, nessuno capì cosa era successo. Mi allontanai lentamente, guardando indietro finché non scomparve tra la folla.
Quella fu la migliore estate della mia vita ed io non dimenticherò mai Lukas.
Ero un ragazzo goffo, pallido, non in gran forma e non pensavo di essere, ne lo ero, particolarmente attraente.
Io stesso avevo poca stima di me. La scuola che frequentavo aveva un programma che permetteva agli studenti di viaggiare e rendersi conto della storia di luoghi diversi.
Avevamo in programma di visitare Regno Unito, Irlanda, Francia e Germania. Il viaggio sarebbe durato circa 5 settimane ma ne valeva la pena.
In quel periodo ero confuso sul mio orientamento, ero incerto su di me. Sentivo che una donna era la cosa giusta da volere, ma io mi eccitavo e desideravo gli uomini anche se non avevo confidenza con loro.
Prima del viaggio pensavo continuamente a come sarebbe stato sorprendente avere un caldo uomo per un’erotica e misteriosa storia d’amore. Mi intrigava! I miei sogni di sesso ardente ed appassionatamente caldo avrebbero dovuto avverarsi.
Viaggiammo in vari paesi e visitammo praticamente tutto. Avevamo degli interpreti che ci aiutavano nelle incombenze quotidiane e ci facevano da guida.
Fu verso la fine del nostro viaggio, avevo visto molti uomini attraenti, ma non era mai accaduto nulla, fino a che non fummo in Germania.
Temevo quel paese aspettandomi che fosse bello ed orribile allo stesso tempo. Arrivammo all'aeroporto e incontrammo tre fratelli. Due dovevano fare da interpreti mentre il terzo li accompagnava solamente. Tutti e tre erano attraenti ma i primi due erano un po’ più vecchi per cui fu il più giovane ad attirare la mia attenzione.
Sembrava timido e tuttavia molto aperto ed eccitante. Indossava una t-shirt, una sciarpa gialla e nera intorno al grosso collo muscoloso ed un paio di jeans. Il torace e le spalle erano larghe, era possibile vedere il suo corpo cesellato sotto la camicia stretta e le gambe lunghe e ben intonate. Sopra tutto questo aveva occhi blu, capelli biondi ed una perfetta abbronzatura.
Mi guardò e mi sorrise, quel sorriso mi fece sciogliere. I denti erano bellissimi e sulle guance aveva le fossette più dolci che avessi mai visto.
Dopo il sorriso si allontanò dal nostro gruppo. Io lo osservai ogni volta che ne avevo l’opportunità e nessuno sembrò accorgersi del mio interesse per lui.
Rimase con noi per tutta quella parte del viaggio e venne dappertutto con noi.
Il primo vero contatto fu una sera tardi. Eravamo rimasti alzati dopo che tutti erano andati a letto e giocavamo a carte in un gazebo fuori del nostro albergo. Uno dei suoi fratelli era con noi e conversavamo. Gli chiesi delle sue passioni e ci scambiammo le nostre storie.
Lui tentò di rispondere in uno scarso italiano ma era adorabile. Presto suo fratello ci lasciò e noi ci guardammo. Cominciò a piovere ed io dissi: “Forse dovremmo rientrare.” Lui accennò col capo e disse nel suo insufficiente italiano: “Sì.”
Prendemmo le carte e le mettemmo sotto i cappotti. Pioveva a catinelle ed era l’una di notte. Le luci esterne dell’albergo erano le uniche cose che ci potevano guidare. Lui si mise dietro di me e mi spinse per il sedere come per scortarmi nell’albergo. Era molto più alto di me ed io lo guardai negli occhi. Mi sorrise ed io gli sorrisi mentre continuavamo a correre. Ero così preso da lui. Ai miei occhi era l'uomo più dolce che avessi mai incontrato, era il mio principe.
Entrammo, lui mi diede un abbraccio e mi disse buona notte.
Pensai tra di me: ‘Cosa è successo?’ Non avevo mai manifestato i miei sentimenti verso gli uomini e per quello che sapevo di quel ragazzo nulla mi faceva pensare che potesse essere gay o essere attratto da me, piccolo ragazzo pallido.
Andai a letto e mi feci una sega mentre il mio insegnante era 3 cuccette più in là. Tutto ciò che potevo fare era pensare a lui... il mio primo vero innamoramento.
Per tutto il resto del viaggio fece molte cose che mi fecero porre delle domande. Mi dava piccoli pugni e mi faceva il solletico; mi afferrava per la vita e mi portava in giro, mi prendeva sulle spalle perché potessi vedere meglio.... io non sapevo cosa pensare.
Poi, due notti prima della nostra partenza, accadde.
Stavamo di nuovo giocando a carte, questo volta nella mia stanza. Eravamo soli lui ed io, tutti gli altri erano fuori per la città ad esplorare la vita notturna della Germania. Eravamo sdraiati sul letto a giocare. Lentamente cominciammo a scambiarci sguardi e sorrisi. Quando vinsi la partita lui disse che era ingiusto e cominciò a lottare con me. Riprendemmo ed io sono quasi sicuro che mi lasciò vincere.
Allora mi spinse contro il muro, tutto il mio corpo fu spinto sul muro. Il suo inguine mi sosteneva parzialmente e così facendo le mie gambe si divaricarono ai suoi fianchi. Lui abbassò lentamente lo sguardo alla mia gamba e poi di nuovo su verso di me.
Io stavo respirando affannosamente. Facemmo una pausa, io lo fissai appassionatamente negli occhi, volevo di più, e lui mi fissava.
Era stupendo guardarsi l’un l’altro.
Mi abbassò lentamente mentre continuavamo a fissarci. Improvvisamente mi baciò appassionatamente, mi baciò il collo.
“L’avrei voluto fare fin dalla prima volta che ti ho visto!”
Gli lasciai fare tutto. Mi sbottonò la camicia e mi allentò lentamente la cintura mentre mi baciava, io gli slacciai la camicia esponendo i suoi pettorali ed addominali abbronzati.
Lui si abbassò e cominciò a succhiarmi i capezzoli mentre mi carezzava lentamente il cazzo che cresceva stretto nelle mutande.
Si tolse la camicia e poi i pantaloni. Cominciai a strofinare il suo uccello, era grosso e potevo sentirlo, sentivo la definizione dell’asta, la testa e tutte le vene.
Lui scese ulteriormente, ora strofinando il mio stomaco ed il mio torace, tirandomi via i jeans. Seguì lentamente la pista di peli che scendeva baciando e succhiando il mio stomaco, giù sino all’inguine. Non lo succhiò e non mi tirò via le mutande, invece baciò e succhiò intorno all'asta continuando a strofinarmi lo stomaco.
La mia testa precipitò indietro ed i miei occhi rotolarono indietro, mi lamentavo piano ad ogni bacio. Afferrando la sua nuca feci correre le dita tra i suoi capelli.
Lui disse: “Voglio farti esplodere.”
Io accennai col capo e sorrisi.
Tirò indietro le mie mutande ed il mio cazzo discretamente lungo e grosso si dimenò fuori.
Lui nitrì quando rimbalzò di fronte alla sua faccia, mi guardò con un sorriso enorme e seducente prima di prenderlo tutto in bocca. Dapprima lo fece entrare ed uscire lentamente scendendo con la lingua intorno all’asta, sempre succhiando con rumore di risucchio.
Io stavo colando pre eiaculazione e lui l'ingoiò guardandomi.
“Yum, il mio preferito.”
Continuò a succhiare, mi afferrò una natica e l'accarezzò per qualche minuto. Io ero in euforia completa, era stupendo. Lentamente cominciò a penetrarmi con un dito, cominciò a ridere mentre penetrava il mio stretto buco del culo vergine al punto quasi di soffocare. Ero così eccitato! Cominciò a far scivolare dentro un altro dito. Io mi muovevo facendo entrare ed uscire le sue dita ed il cazzo nella sua bocca. Lui lo prese completamente fino in fondo, soffocò per qualche secondo e lo tenne là. Sentii la sua gola che tentava di ingoiare il mio uccello. Lo tenne là per almeno un minuto ad occhi chiuse senza respirare.
Era incredibile, afferrai la sua mano libera e cominciai a succhiargli le dita. Lui riprese a succhiare, toglieva la bocca dalla mia asta di quando in quando, continuava a carezzarmi nel culo con le dita mentre mi succhiava le palle. Mi guardò un'ultima volta e fece qualche cosa che non sono in grado di riferire.
Sembrò che ogni nervo nel mio cazzo fosse spinto oltre il limite. Era come se avvolgesse e succhiasse. Io guaii, il mio sedere si strinse e sparai il carico nella sua bocca, lui non ingoiò.
Si alzò mentre stavo ancora recuperando, mi aprii la bocca con un dito, vi versò dentro il mio sperma e cominciò a scambiarlo con me.
Succhiava nella sua bocca la mia lingua e poi sputava indietro la sborra. Un po’ ne cadeva sulle nostre facce e sopra i nostri toraci. Ingoiò quello che era rimasto e mi baciò di nuovo.
“Ora toccherà a me venire.”
Io risi e dissi di sì, anche lui rise.
Mi fece sedere sul letto e si mise di fronte a me.
Io andai al suo cazzo; l'asta era lunga circa e veramente grossa. Lo succhiai lentamente e lui cominciò a scoparmi la faccia. Sempre più forte.
Io gli massaggiavo le palle e mi accorsi di non aver alcuna sensazione di soffocamento! Riuscivo a prenderne ogni centimetro, era una cosa magnifica.
Lui continuò a fottermi la faccia e cominciò a gridare qualche cosa in tedesco, lamentandosi per l’immenso piacere. Vidi i suoi addominali scuotersi e tutto il suo corpo tendersi.
Gridò: “Oh sì!! “ e poi: “Non ingoiare!”
Feci segno di sì con la bocca che tentava di contenere tutto il suo sperma scivoloso e caldo. Era come sciroppo ed aveva un sapore dolce diversamente dal mio che era spesso e salato.
Scese alla mia faccia e vi succhiò fuori tutto la sborra, per alcuni minuti ce la scambiammo. Questo mi eccitò al massimo ed il mio uccello cominciò a crescere di nuovo.
Anche lui lo notò. Succhiò fuori dalla mia bocca ogni goccia di seme che poteva, poi si abbassò e la depositò sul mio cazzo che cominciò a pulsare di piacere.
Prese il mio pene e lo posizionò contro il suo sedere. Quel sedere stretto e perfetto. Se lo conficcò dentro rivolto verso di me e cominciando a salire e scendere.
Io mi appoggiai indietro, era puro piacere e mi lamentai.
Mi cavalcava mentre mi massaggiava i capezzoli. Tutto in me era duro e pulsante.
Si lamentò e disse: “Hai un cazzo perfetto, mi piace la sensazione, è come se avessi il cielo nel culo.”
Io mi limitai a dire: “Sì, baby?”
Lui mi sorrise e continuò a cavalcarmi. Cominciai a sentire quella sensazione che si prova prima di sborrare. Anche lui lo sentì e cominciò a pompare più forte e lamentarsi più velocemente ad ogni colpo.
Accadde.
Io gridai: “Oh mio Dio, sborro nel tuo culo perfetto, baby!”
E lui: “Lo so!! E’ così bello, dolcezza!”
Venni come non ero mai venuto prima di allora, durò per 30 secondi e lui continuò a muoversi, lo sperma cominciò a gocciolare dal suo sedere sopra il pavimento.
Si alzò e mi spinse indietro sul letto mentre mi baciava appassionatamente. Poi smettemmo e ci mettemmo insieme a letto.
La porta era chiusa a chiave, le luci spente. Mi sdraiai sul suo torace, le sue braccia muscolose intorno al mio corpo magro.
Lo sentivo respirare, il suo torace di muoveva su e giù. Non mi ero mai sentito così vivo. Rimasi lì accoccolato e schiacciato sul suo torace perfettamente cesellato e senza peli, mi addormentai in euforia completa.
Mi svegliai tra le sue braccia il giorno seguente. Per il resto del viaggio dopo aver visto quello che c’era da vedere potevamo fare ciò che volevamo. Fu un bel viaggio sotto ogni aspetto. Poi ci dirigemmo verso l'aeroporto; io ero sconvolto perché stavo lasciando l'amore della mia vita. Piansi per tre ore, lui mi guardava infelice, desiderando che non fossi triste. Prese le mie borse e me le portò, il resto del mio gruppo era già a bordo.
Mi guardò negli occhi e mi disse: “Ti amo.”
Piansi sul suo torace, mi sembrava che il mondo si fosse congelato.
Mi carezzò e mi abbracciò. Ci baciammo un'ultima volta e mi allontanai. Una lacrima scese dai suoi occhi e mi salutò con la mano, nessuno capì cosa era successo. Mi allontanai lentamente, guardando indietro finché non scomparve tra la folla.
Quella fu la migliore estate della mia vita ed io non dimenticherò mai Lukas.
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