L'avvocatessa - cap 6
di
Miss Serena
genere
etero
Arrivò l'estate e con lei la voglia di mare, ma soprattutto quel caldo che rendeva quasi impossibile lavorare in ufficio, il mio desiderio di fare nuove esperienze era sempre più incontenibile, ancor di più dopo la notte di fuoco passata con Federico e Giacomo.
Mi ritrovai a passare alcuni giorni nella casa al mare della famiglia di Manlio, felice se non altro di dover restare in città. Lui mi fece sistemare in una piccola stanza presentandomi coma una sua giovane assistente, pregandomi di non far alcun riferimento alla nostra relazione, il che non mi fu difficile visto che i suoi cugini fossero tutti persone detestabili, buoni solo a pavoneggiare la propria ricchezza che ostentavano in tutti i modi e maniere, con le quali non era piacevole fare alcuna discussione. L'unica eccezione era Ugo, un ragazzo dal fisico minuto a cui nessuno dava importanza, se non Manlio che ne vantava l'intelligenza e la voglia di studiare.
A differenza della maggior parte dei suoi coetanei, Ugo leggeva quasi tutto il giorno, e l'unico aspetto che lo rendeva 'normale', era il fissare qualunque corpo femminile era poco vestito, compreso il mio quando ero in costume.
La seconda sera a cena Manlio bevve un po' troppo, col risultato di addormentarsi molto presto e lasciandomi sola con i suoi parenti. Fingendomi stanca me n’andai anch'io a dormire, ma una volta in camera non riuscii a prendere sonno, così decisi d'andare a stuzzicare Ugo, coprendo il mio baby-doll con una vestaglietta corta e leggera.
In realtà non sapevo neanche io cosa fare, nel senso che non ero certamente una tardona in cerca di sesso con uno che aveva da poco compiuto diciotto anni, ma d'altra parte sentivo il bisogno d'avere un rapporto 'tradizionale' con chiunque era in grado di darmelo.
Lo trovai nel dormiveglia nella sua stanza, e quasi non s'accorse della mia presenza, almeno sino a quando dopo aver fatto cadere la vestaglietta per terra, non m'andai a sedere sulle sue cosce.
“Monica cosa stai facendo ?” mi chiese ancora assonnato.
“Secondo te che intenzioni ho ?” gli risposi appoggiando la mano sul sopra i suoi genitali, ancora coperti dai boxer.
“Monica ti prego... io sono vergine.”
“Vergine non significa finocchio, però se vuoi me ne vado.” gli dissi avvicinando le mie labbra alle sue.
“No no.”
Quello che iniziò come un casto bacio sulle labbra, divenne pian piano un atto di pura passione, con la sua lingua alla continua ricerca della mia.
“Leccami le tette.” gli dissi scoprendo il seno e mettendolo davanti alla sua faccia.
L'inesperienza di Ugo era più che evidente, nonostante ciò fu piacevole vederlo mentre mi baciava i capezzoli, non sapendo cos'altro fare. Da parte mia non smisi mai di palpargli il pene attraverso i boxer, facendolo eccitare tanto da impedirgli quasi di ragionare.
“Adesso ti faccio venire così dopo scopiamo un po'” gli dissi togliendomi il pezzo di sopra del baby-doll e accucciandomi fra le sue gambe.
Gli sfilai i boxer così che il suo pene non avrebbe avuto più ostacoli a raggiungere la piena erezione, poi però bastarono pochi colpi di lingua dati ai genitali, per fargli quasi raggiungere l'orgasmo.
“Ti prego... non resisto.” riuscì a balbettare in preda al piacere.
“Allora non resistere.”
Gli afferrai con una mano i testicoli prima di far sparire il suo cazzo fra le mie labbra, per ritrovarmi in poco tempo la bocca piena del suo sperma. Sentendolo farfugliare frasi senza senso, decisi che era meglio andare avanti senza che lui potesse prendere alcun’iniziativa.
Così mi girai, e dopo aver spostato quel tanto che bastava per scoprirmi la passera, gliela misi davanti alla faccia.
“Lecca !” gli dissi perentoria cercando di tenerla aperta per rendergli più facile il compito.
Nonostante la sua inesperienza, Ugo mi fece godere moltissimo, passando senza sosta la lingua in mezzo allo spacco, mentre io gli toccavo il pene senza però forzare troppo la mano, ma del resto non ce n'era neanche bisogno, visto che tornò in piena erezione in pochi minuti.
Mi alzai sul letto per sfilarmi le mutandine che feci cadere sulla sua faccia, poi con tutta calma m'andai a sedere nuovamente sulle sue cosce ,ma questa volta con la passera che gli sfiorava la mazza. Muovendomi sempre con estrema lentezza gli presi il cazzo con una mano, e mi sollevai abbastanza da fargli toccare con la cappella l'apertura della mia porta del piacere.
“Benvenuto nel mondo degli uomini.” gli dissi mentre la sua mazza entrava dentro di me.
Lo cavalcai senza alcuna fretta, assaporando ogni istante di quel momento così importante per la vita di chiunque, senza distinzione fra donne e uomini. Ugo era quasi impietrito, ma non ceto dalla paura, quanto dal piacere, tanto che non riuscì a muovere un muscolo, se non quando mi girai di centottanta gradi, per continuare a scoparlo dandogli le spalle. Dopo qualche minuto infatti il respiro diventò affannoso e le sue gambe s'irrigidirono, facendomi capire così che stava avendo un nuovo orgasmo. Senza dire nulla scivolai su di lui per potergli riprendere il cazzo in bocca e, allo stesso tempo, dargli l'opportunità di leccarmi la passera. Mi ritrovai nuovamente la bocca piena del suo sperma senza che lui potesse far nulla per darmi un po' di piacere, così compresi che dovevo cambiare atteggiamento.
“Ora basta !” dissi con un tono che non ammetteva repliche “Giù dal letto e leccami la fica sino a quando non mi farai godere !”
Ugo ubbidì senza dire nulla, inginocchiandosi fra le mie gambe che avevo ben aperto per favorire i suoi movimenti. Gli spiegai con calma come leccare una fica, e devo ammettere che fu un bravo alunno, visto che non solo imparò in fretta e senza fare obbiezioni, ma soprattutto perchè riuscì a farmi godere, o almeno ad eccitarmi tanto da voler nuovamente il suo cazzo.
“Adesso scopami.” gli dissi tirandogli delicatamente la testa verso la mia “ma non partire in quarta o è stato tutto inutile.”
Il ragazzo fece scivolare il suo cazzo dentro la mia fica per poi quasi sdraiarsi sopra di me. Io gli strinsi le gambe attorno alle sue perchè avevo paura che iniziasse a scoparmi con troppa foga, ma mi sbagliavo. Ugo infatti si mosse con i tempi giusti, forse anche perchè aveva avuto due orgasmi, fermandosi ogni tanto per darmi dei lunghi baci. Non so quanto durò quel dolcissimo rapporto, ma solo che ebbi un orgasmo favoloso, con lui che continuò sì a scoparmi, ma con una lentezza quasi esasperante.
“Sto venendo.” mi disse quasi vergognandosene.
Fui io a non dire nulla mentre lo spingevo di lato, per poi prendergli il cazzo in bocca e ricevere la terza dose di sperma della serata.
Lo lasciai esausto sul suo letto e mi rivestii in tutta fretta, prima di tornare nella mia camera facendo attenzione che nessuno mi vedesse.
Il giorno seguente chiesi ad Ugo se voleva accompagnarmi a fare un po' di shopping in città, e lui comprese subito le mie intenzioni. Passammo tutto il pomeriggio nel mio appartamento a fare l'amore, ma soprattutto lui riuscì a farmi avere diversi orgasmi, di cui uno usando solo la bocca e le dita.
Una volta rientrati alla villa, tornammo a comportarci come se non fosse mai successo nulla, e quando la sera Manlio venne nella mia camera per fare l'amore, diedi la colpa della mia stanchezza alle passeggiate pomeridiane fatte per lo shopping.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Mi ritrovai a passare alcuni giorni nella casa al mare della famiglia di Manlio, felice se non altro di dover restare in città. Lui mi fece sistemare in una piccola stanza presentandomi coma una sua giovane assistente, pregandomi di non far alcun riferimento alla nostra relazione, il che non mi fu difficile visto che i suoi cugini fossero tutti persone detestabili, buoni solo a pavoneggiare la propria ricchezza che ostentavano in tutti i modi e maniere, con le quali non era piacevole fare alcuna discussione. L'unica eccezione era Ugo, un ragazzo dal fisico minuto a cui nessuno dava importanza, se non Manlio che ne vantava l'intelligenza e la voglia di studiare.
A differenza della maggior parte dei suoi coetanei, Ugo leggeva quasi tutto il giorno, e l'unico aspetto che lo rendeva 'normale', era il fissare qualunque corpo femminile era poco vestito, compreso il mio quando ero in costume.
La seconda sera a cena Manlio bevve un po' troppo, col risultato di addormentarsi molto presto e lasciandomi sola con i suoi parenti. Fingendomi stanca me n’andai anch'io a dormire, ma una volta in camera non riuscii a prendere sonno, così decisi d'andare a stuzzicare Ugo, coprendo il mio baby-doll con una vestaglietta corta e leggera.
In realtà non sapevo neanche io cosa fare, nel senso che non ero certamente una tardona in cerca di sesso con uno che aveva da poco compiuto diciotto anni, ma d'altra parte sentivo il bisogno d'avere un rapporto 'tradizionale' con chiunque era in grado di darmelo.
Lo trovai nel dormiveglia nella sua stanza, e quasi non s'accorse della mia presenza, almeno sino a quando dopo aver fatto cadere la vestaglietta per terra, non m'andai a sedere sulle sue cosce.
“Monica cosa stai facendo ?” mi chiese ancora assonnato.
“Secondo te che intenzioni ho ?” gli risposi appoggiando la mano sul sopra i suoi genitali, ancora coperti dai boxer.
“Monica ti prego... io sono vergine.”
“Vergine non significa finocchio, però se vuoi me ne vado.” gli dissi avvicinando le mie labbra alle sue.
“No no.”
Quello che iniziò come un casto bacio sulle labbra, divenne pian piano un atto di pura passione, con la sua lingua alla continua ricerca della mia.
“Leccami le tette.” gli dissi scoprendo il seno e mettendolo davanti alla sua faccia.
L'inesperienza di Ugo era più che evidente, nonostante ciò fu piacevole vederlo mentre mi baciava i capezzoli, non sapendo cos'altro fare. Da parte mia non smisi mai di palpargli il pene attraverso i boxer, facendolo eccitare tanto da impedirgli quasi di ragionare.
“Adesso ti faccio venire così dopo scopiamo un po'” gli dissi togliendomi il pezzo di sopra del baby-doll e accucciandomi fra le sue gambe.
Gli sfilai i boxer così che il suo pene non avrebbe avuto più ostacoli a raggiungere la piena erezione, poi però bastarono pochi colpi di lingua dati ai genitali, per fargli quasi raggiungere l'orgasmo.
“Ti prego... non resisto.” riuscì a balbettare in preda al piacere.
“Allora non resistere.”
Gli afferrai con una mano i testicoli prima di far sparire il suo cazzo fra le mie labbra, per ritrovarmi in poco tempo la bocca piena del suo sperma. Sentendolo farfugliare frasi senza senso, decisi che era meglio andare avanti senza che lui potesse prendere alcun’iniziativa.
Così mi girai, e dopo aver spostato quel tanto che bastava per scoprirmi la passera, gliela misi davanti alla faccia.
“Lecca !” gli dissi perentoria cercando di tenerla aperta per rendergli più facile il compito.
Nonostante la sua inesperienza, Ugo mi fece godere moltissimo, passando senza sosta la lingua in mezzo allo spacco, mentre io gli toccavo il pene senza però forzare troppo la mano, ma del resto non ce n'era neanche bisogno, visto che tornò in piena erezione in pochi minuti.
Mi alzai sul letto per sfilarmi le mutandine che feci cadere sulla sua faccia, poi con tutta calma m'andai a sedere nuovamente sulle sue cosce ,ma questa volta con la passera che gli sfiorava la mazza. Muovendomi sempre con estrema lentezza gli presi il cazzo con una mano, e mi sollevai abbastanza da fargli toccare con la cappella l'apertura della mia porta del piacere.
“Benvenuto nel mondo degli uomini.” gli dissi mentre la sua mazza entrava dentro di me.
Lo cavalcai senza alcuna fretta, assaporando ogni istante di quel momento così importante per la vita di chiunque, senza distinzione fra donne e uomini. Ugo era quasi impietrito, ma non ceto dalla paura, quanto dal piacere, tanto che non riuscì a muovere un muscolo, se non quando mi girai di centottanta gradi, per continuare a scoparlo dandogli le spalle. Dopo qualche minuto infatti il respiro diventò affannoso e le sue gambe s'irrigidirono, facendomi capire così che stava avendo un nuovo orgasmo. Senza dire nulla scivolai su di lui per potergli riprendere il cazzo in bocca e, allo stesso tempo, dargli l'opportunità di leccarmi la passera. Mi ritrovai nuovamente la bocca piena del suo sperma senza che lui potesse far nulla per darmi un po' di piacere, così compresi che dovevo cambiare atteggiamento.
“Ora basta !” dissi con un tono che non ammetteva repliche “Giù dal letto e leccami la fica sino a quando non mi farai godere !”
Ugo ubbidì senza dire nulla, inginocchiandosi fra le mie gambe che avevo ben aperto per favorire i suoi movimenti. Gli spiegai con calma come leccare una fica, e devo ammettere che fu un bravo alunno, visto che non solo imparò in fretta e senza fare obbiezioni, ma soprattutto perchè riuscì a farmi godere, o almeno ad eccitarmi tanto da voler nuovamente il suo cazzo.
“Adesso scopami.” gli dissi tirandogli delicatamente la testa verso la mia “ma non partire in quarta o è stato tutto inutile.”
Il ragazzo fece scivolare il suo cazzo dentro la mia fica per poi quasi sdraiarsi sopra di me. Io gli strinsi le gambe attorno alle sue perchè avevo paura che iniziasse a scoparmi con troppa foga, ma mi sbagliavo. Ugo infatti si mosse con i tempi giusti, forse anche perchè aveva avuto due orgasmi, fermandosi ogni tanto per darmi dei lunghi baci. Non so quanto durò quel dolcissimo rapporto, ma solo che ebbi un orgasmo favoloso, con lui che continuò sì a scoparmi, ma con una lentezza quasi esasperante.
“Sto venendo.” mi disse quasi vergognandosene.
Fui io a non dire nulla mentre lo spingevo di lato, per poi prendergli il cazzo in bocca e ricevere la terza dose di sperma della serata.
Lo lasciai esausto sul suo letto e mi rivestii in tutta fretta, prima di tornare nella mia camera facendo attenzione che nessuno mi vedesse.
Il giorno seguente chiesi ad Ugo se voleva accompagnarmi a fare un po' di shopping in città, e lui comprese subito le mie intenzioni. Passammo tutto il pomeriggio nel mio appartamento a fare l'amore, ma soprattutto lui riuscì a farmi avere diversi orgasmi, di cui uno usando solo la bocca e le dita.
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