Ramad
di
Bastino9
genere
gay
Ramad
Sono Pippo ma per pochi intimi Pippa perché come faccio io le pippe (dette anche pompini) a vera gola profonda non le fa nessuno nella mia zona. Ho 40 anni portati molto bene perché supportato da un fisico asciutto e sodo abituato a fare corsa e ginnastica, inoltre da giugno a tutto settembre passavo e passo molto tempo sulla spiaggia facendo tanto nuoto. Vi dico che sono un gay passivo occulto, il mio atteggiamento è molto maschile tant’è che molti conoscenti etero vorrebbero portarmi con loro per fare le zingarate con le “signorine”; naturalmente ringrazio e declino. Mi stavo godendo le ultime settimane della fuggente estate, la litoranea era ormai svuotata i radi e pochi ombrelloni erano ancora aperti per gli irriducibili amanti di quel caldo gradevole. Quel pomeriggio di fine settimana mi ero appisolato sul mio lettino da mare godendomi l’ultimo sole, pur nel dormiveglia comunque avvertii la presenza di una persona, scattai all’improvviso in piedi e vidi dinanzi a me un quarantenne di origine sicuramente nordafricana. Lo aggredii gridando “Chi sei, cosa vuoi?, volevi rubarmi il borsone?” mentre continuavo ad accusarlo lui mi guardò dapprima intimorito poi sorridente, quando rimasi in silenzio con calma rispose “mi sono fermato per guardarti il culo” “che cosaaa?, mi guardavi il culo? ma sei scemo?” “tu stavi sul lettino rannicchiato con il costume sceso alle ginocchia ed il culo scoperto allora mi sono detto che bel culo!”. Rimasi senza parole, cercavo di inquadrare il personaggio per capire con chi avessi a che fare, lui si presentò ”mi chiamo Murad ho 44 anni, sono nato nel Sudan da padre egiziano, ai tempi dei faraoni eravamo i nubiani, sono quasi 30 anni che vivo in Italia con la mia famiglia, ho due figli il piccolo ha 21 anni il grande ne ha 26, lavoriamo tutti nell’azienda agricola, che si trova dopo la pineta”. Finita la lunga e dettagliata presentazione si accoccolò sulla sabbia restando in silenzio a guardarmi. Rimasi fisso come un palo, ero sconcertato ma nello stesso tempo incuriosito da quell’uomo alto magro scuro di pelle con due occhi neri e mobili. Si alzò e avvicinandosi dicendomi; “vieni con me!”, non era un invito ma una richiesta ingiuntiva, attraversammo un tratto della pineta per giungere ad una piccola cascina ristrutturata. “Ecco noi viviamo qui” “con la tua famiglia?” “ io e i mei figli mia moglie non c’è più da cinque anni” “mi dispiace” “grazie, entriamo!”.
L’interno era pulito e ordinato, “accomodati ti preparo un tè” “grazie non disturbarti non posso trattenermi a lungo”, mi sentivo a disagio, non riuscivo a capire perché mi fossi lasciato trasportare da quella persona che in fondo non conoscevo ma soprattutto assolutamente non mi attraeva e men che meno sessualmente. Ramad servì il te e si sedette al mio fianco, sentivo l’odore del suo corpo coperto con un semplice caftano scuro, la sua mano si poggiò sulla mia coscia nuda; più che eccitazione provai un certo fastidio. “Quando ti ho visto sulla spiaggia ho intuito che eri gay” “no guarda io non lo ho scritto sulle chiappe che mi piace il cazzo! e che il primo che passa me lo può mettere nel cu.. nell’ano!” “se tu non vuoi io mi fermo qui e puoi andare quando desideri” così dicendo si alzò recandosi alla porta per spalancarla, “vai via se vuoi!” . Era fermo sull’uscio ed un refolo di vento gli faceva aderire il caftano al corpo, vidi la forma del suo pene: imponente, rimasi lì come uno staccafisso, ma spinto da una golosa curiosità chiesi “ma è tutto vero?”, non rispose alla mia domanda ” ma gridò “ho sbagliato VAI VIA! ”. Tornando a casa elaboravo l’accaduto mi chiedevo dove avessi sbagliato. C’era qualche cosa che nel mio comportamento non tornava, sapevo di avere un bel culo perciò il tipo lo vide e si arrapò, io non avevo respinto il suo invito e l’avevo seguito, fece delle avances che rifiutai ma quando intravidi quello che gli pendeva ebbi un ripensamento ma lui deciso mi chiuse la porta in faccia. Il suo comportamento era stato corretto, il mio invece è stato contraddittorio. Sarei dovuto tornare indietro? No! la porta era serrata. Il giorno dopo tornai alla spiaggia e aspettai che il tipo ripassasse, l’attesa fu lunga e vana, fremevo, presi il borsone e mi avviai verso casa sua ma non c’era benché la porta fosse aperta, non vidi nessuno ma sentii alle mie spalle la sua voce. “E adesso cosa vuoi da me?” sbandai per la paura “volevo sapere ieri che cosa volevi tu da me!!i” “perché vuoi che io ti dica quello che già sai?, volevo fare sesso…” “allora vai con una donna o con trans…perché con me?” “ i trans non mi piacciono, le prostitute non mi soddisfano e le donne sono complicate mentre un gay fa sesso senza problemi perché a lui piace e si diverte , tu mi piaci ed ero quasi sicuro che ti sarebbe piaciuto”. Richiuse l’uscio alle nostre spalle, mi fece sedere nel soggiorno mentre lui si diresse verso il bagno e sentii che si stava facendo una doccia, ritornò poco dopo indossando sempre il caftano, “fatti una doccia anche tu, io ti aspetto qui” continuavo ad essere imbarazzato ma feci quello che mi disse di fare, tornai da lui nudo e gocciolante. Dispose un ampio tappeto sul pavimento e mi indicò di stendermi mentre lui con un gesto semplice e rapido si fece scivolare il suo abito mettendo in mostra un corpo ben formato con pettorali leggermente pelosi mentre un semplice filo di peluria scendeva fino al pube dove più giù un abbondante membro gli pendeva tra le gambe. Si avvicinò tenendosi in una mano il pene e ponendomi l’altra sulla testa “sai quello che devi fare e fallo bene!”, aprii la bocca e mi sentii introdurre il suo cazzo, ancora fresco e profumato per la doccia. I suoi movimenti erano lenti e progressivamente penetranti, le dita dalla pelle ruvida cominciarono a giocare con i miei capezzoli fino a strizzarli con vigore: mi ero eccitato. Sbavavo abbondantemente e questo facilitava il movimento dell’asta che ora mi premeva contro il palato cercando di passare “non posso… mi fai male…. non respiro… affogo…” un forte schiaffo sul capezzolo e una selvaggia strizzata mi fece strillare e nello stesso momento lui cercò di spingere il glande che scese poco più giù ma non tanto quanto desiderasse, riprovò tirandolo fuori così presi fiato rantolando: ormai ci stavo prendendo gusto.
Questa volta mi reclinò il capo e spinse il cazzo senza pause, mi stritolò nel vero senso della parola il capezzolo: gridai, allora lui spinse più deciso quel grosso pezzo di carne che scivolò ancora di più arrivando dove lui voleva che arrivasse : al palato e oltre . Mi piaceva sentirmelo scendere in gola quel cannellone di carne che mi toglieva il fiato, mi attaccavo disperato alle sue gambe, gli graffiavo le natiche per l’eccitazione, mi faceva strabuzzare gli occhi pieni di lacrime, sbavavo di brutto, mi arrapavo nel vederlo uscire dalla bocca luccicante di saliva, carezzavo lo scroto contratto dove si erano ritirati i testicoli pieni di sperma, stavo provando una eccitazione straordinaria e non potei non eiaculare. “hai avuto il tuo orgasmo troia…” riuscivo a percepire quanto lui fosse infoiato da come mi pompava sempre più velocemente in profondità e finalmente la mia bocca ed il gargarozzo si riempirono del suo liquido dal sapore aspro che mi costrinse anche ad ingoiare. “È pazzesco Ramad pensavo di morire ma invece mi hai fatto impazzire” “dammi tempo perché voglio prenderti anche il culo?” “si Murad ma non ora” “quando?” “quando vuoi tu! ecco questo è il mio cellulare chiamami quando sei libero in settimana la sera “NO ORA! ”ma non posso devo tornare a casa e poi sono stanco” mi spinse sul divano “ORA!! Ti scopo il culo ora!” il modo come lo disse mi fece zittire e rimasi immobile, lo vedevo gironzolare per la casa tra la cucina, una improbabile camera da letto matrimoniale e la camera dove dormivano i figli. Come nulla fosse successo rigovernò le camere e si mise a cucinare, il tempo trascorse rapido e finita la “governance” si sedette vicino a me, con voce bassa mi chiese: “sei bravo in cucina?” “poco o niente” “sei bravo in casa?” “poco o niente” “sei bravo a letto?” “forse si” “certo! sei solo uno da monta: adesso vediamo cosa sai fare”. Si alzò e mi trascinò nella camera da letto che chiuse a chiave, spaventato chiesi “perché chiudi?’ “se vengono i figli e trovano la porta chiusa sanno che non devono disturbare” “ed io? come esco poi?” “non dirmi che hai paura di due bravi giovani, adesso fammi sentire quanto sei capace di soddisfarmi”. Con una gentilezza che non mi sarei aspettato mi fece stendere sul letto, si mise al mio fianco, sentivo l’afrore del suo corpo, sentii che l’eccitazione mi stava prendendo, si girò verso di me “baciami” nel suo alito c’era un vago sapore di tabacco che mi piaceva, lo sentii maschio, mi venne lo strizzo al culo. Mentre lo baciavo le sue mani scivolavano lungo il mio corpo liscio glabro e appena abbronzato, il suo sospiro era pesante, lentamente si stava eccitando, con la sua lingua ruvida leccava i miei capezzoli “”ahhh…ahhh…” il mio sospiro era leggero ed arrapato, mi stava baciando dappertutto, la sua lingua scendeva lungo il mio corpo introducendosi nell’ ombelico che poi, dopo averlo riempito di saliva, lo succhiava avidamente, ebbi un tremito dalla testa ai piedi, quell’uomo mi stava trattando come e più di donna, il mio ano era in tremula attesa. Mi pose sotto i reni due grossi cuscini così che finii gambe all’aria, le divaricò ed gli offrii il mio buco, ci girò la lingua intorno: ero cotto, non mi trattenni e lo allargai, continuava a leccarmi, a graffiarmelo con le unghie delle sue grosse dita “PRENDIMI!!!...PRENDIMI!!!!... Murad prendimi!!!” si eresse sulle ginocchia, lasciò cadere un grosso grumo di saliva e poi si insalivò il cazzo: ero pronto prontissimo, lo volevo, quanto volevo quell’uomo, come mi attizzava!. “AHHHHH…..AHHHHH” mi prese: gridai. Era stata violenta brutale quella penetrazione, mi aveva piantato la cappella e spinto il cazzo con un possente colpo di reni e senza fermarsi mi stava martellando, in quella posizione e con le gambe appoggiate sul suo petto riusciva a spingerlo dentro tutto, continuavo a lamentarmi e a piagnucolare, lui si eccitava a sentirmi ,”SI… SI… SI… SI…” rantolava ed a ogni suo “si” un colpo secco mi sfondava tanto che alla fine eiaculai tutto quello che avevo ”che troia ….sei venuta senza dirmi niente….” Mi torse tutte e due i capezzoli “ahi…ahi.. mi fai male! …mi hai fatto…male – miagolai -, sono venuto perché non potevo più trattenermi …”. Ero sfinito ma lui sembrava che avesse ancora tanta resistenza, aveva cominciato a schiaffeggiarmi tanto che le natiche erano diventate rosso vivo, non riuscivo a tenerlo più dentro, avevo il ventre gonfio perché lui lo sfilava veloce per poi spingerlo dentro altrettanto velocemente finendo con un gran colpo finale, i muscoli dell’ano pur essendo allentati si opponevano a quella martellante penetrazione ”così ..si brava…strigi il culo…mi fai arrapare meglio…si resisti….troia..resisti ..voglio fotterti ancora a lungo prima di riempirti il culo…ti sventro, ti ha sventrato mai nessuno?…” “no Murad basta….ti prego non posso …ahi…ahi…non ce la faccio Murad…” “ sta zitta troia !!...che ti piace…dimmi che non ti piace e mi fermo…vacca dimmelo…dai” Ci rigirammo entrambi e mi trovai alla pecorina mi prendeva con meno violenza mi massaggiava i capezzoli ed io gli slargai il culo. Sentivo che stava per venire gli presi le dita me le strinsi intorno ai capezzoli “si puttana mia….si! vuoi venire … ma devi soffrire non ti faccio godere più troia” “NO! NO! …Ramad! ti prego.. aiutami …fammi venire..Ramnad ti preegoo…” il suo cazzo ero piantato fino in fondo lo sentivo contrarsi rapido per spararmi il suo sperma. Saranno stati i suoi colpi, sarà stata la forza con cui mi trattava i capezzoli, saranno state le parole e il respiro affannoso ma ebbi un'altra eiaculazione tale che mi lasciò steso sul letto esausto con lui addosso “a letto sei bravo…mi hai fatto godere bene” non gli risposi ero sfinito. Non ci eravamo assolutamente reso conti che erano arrivati i figli, che avevano anche cenato ed erano fuori su quella specie di aia, Ramad li raggiunse, di cosa parlassero dio solo lo sa.
Quando finalmente mi sentii pronto raccolsi le mie cose ed uscii “Questi sono i miei figli Tony e Chicco, noi ti aspettiamo venerdì sera per noi è un’occasione speciale ti aspettiamo.”
Lungo tutto il tratto di strada per tornare a casa avevo il culo aperto Ahhhh…Murad!!!!!!
Ramad e gli altri
Meno male che dopo l’incontro con Ramad ebbi tutta la domenica per riprendermi e presentarmi al lavoro come al solito anche se mentalmente non ero ancora stabilizzato. Non mi sono mancati incontri a tre stelle anche a tre stelle e mezzo ma quello con Murad lo avevo catalogato a 4 stelle e tre quarti giusto perché la perfezione non esiste. Per esperienza ero abituato alla pratica della – “una botta e via” - la classica soluzione che mi aveva sempre evitato delusioni con annesse complicazioni. Dopo i di fuochi di artificio sarebbe rimasto il buio della notte, in quel caso ripetermi poteva portarmi solo scontentezza, meglio quindi rimanere con quel ricordo folgorante senza attaccargli dietro una cocente delusione. Valeva la pena avventurarmi a ripetere un incontro con un finale deludente?. L’Amletico dubbio mi tormentò per tutta la giornata del lunedì, certo che quando mi toccavo il “buchino” sentivo ancora i postumi e lo sentivo ancora fremere. Alla fine decisi che non avrei deciso niente, avrei lasciato fare tutto al destino. Mercoledì stavo quasi per andare al letto quando ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto non risposi perché non rispondo agli sconosciuti, ero già sotto il lenzuolo ed ecco ancora la stessa chiamata ma questa volta per curiosità risposi, sentii una voce grave “come sta la mia vacca?...” ebbi un momento di sbalordimento poi: “Ramaaad!?” “allora come stai amico mio?” “Ramad! sei tu?” “certo altrimenti chi ti telefona a quest’ora?” “ nessuno mi rompe i coglioni a quest’ora se non tu Ramad! va bene così!??!” “si ti voglio così …maschio da domare” “ Muraaad! si può sapere perché cazzo mi hai chiamato adesso?” “perché i miei figli dormono e posso dirti che ti aspetto venerdì pomeriggio, così potrai restare con me anzi con noi per il week-end faremo anche un giro in fattoria” “bella idea!!…” “ non è un idea! capito!! se non vieni ti vengo a prendere…” “ ma?…” aveva già chiuso la telefonata. La telefonata mi aveva fatto passare il sonno e montare la rabbia, non riuscivo più a dormire crollai solo per stanchezza. Il suono della sveglia mi rintronò nel cervello, feci tutto quello che dovevo fare come un automa, chiusi la porta e andai al lavoro non nelle mie migliori condizioni tanto che il vicino di scrivania mi chiese se mi sentissi bene. Per tutta la settimana rimossi dalla mia mente Ramad ma poi arrivò il venerdì e la rabbia era svanita ma il dubbio si insinuava, veramente c’era qualcuno che dubbi non ne aveva mai avuti ed era il mio culo.
Sapevo che mi sarei incasinato il fine settimana nonostante tutto cedetti al desiderio di quel culo ingordo: sarei andato.
RAMAD - venerdì sera
Verso le sei in macchina raggiungi la cascinetta, parcheggiai e sceso dall’auto mi guardai intorno e non vidi nessuno: mi chiesi che faccio?. Poi sentii la voce di Ramad “ se non fossi venuto mi sarebbe dispiaciuto”
“invece eccomi! Ramad però parliamoci chiaro che vuoi ancora da me?” scrollando le spalle mi disse ”se ragionassi da uomo non dovevi venire, se ragionassi da checca saresti corsa per goderti in silenzio un week-end con signori cazzi! e che cazzi!!” se avessi potuto l’avrei fulminato all’istante, non risposi ma “salii in auto per tornare a casa “scelta sbagliata Pippo!”. Quanto mi faceva incazzare quel tipo. Avevo già la macchina in movimento quando lui aprì lo sportello; “non arrabbiarti sono un tipo ruvido molto ruvido, il mio umorismo non è molto comprensibile, mi fa piacere che sei qui se non fossi venuto mi sarei veramente dispiaciuto”. Vidi nei suoi occhi un lampo e come un cretino scesi dall’auto. “Scusami sono fatto così non ti aspettare...” scattai di nuovo ”io da te non mi aspetto niente non abbiamo niente in comune noi due..” “sei proprio sicuro?” “Ramad tu mi vuoi scopare io voglio essere scopata finchè a te tira il cazzo e a me il culo tutto OK!! quando questo finisce allora finisce tutto OK!! non mettiamoci in testa idee malsane ti va bene?”; sul suo viso era stampato un ghigno ambiguo. Prima di entrare in casa presi dall’auto il mio borsone e le due buste del supermercato dove c’era qualche cosa che avevo comprato, niente di speciale non sapendo se erano osservanti di qualche religione che imponeva limiti ed esclusioni. Lui prese i miei bagagli con una solo mano e mi passò il braccio libero intorno alla vita, ebbi un flash e mi venne da sorridere: sembravano una di quelle coppie da romanzo. Entrammo in casa. “Il nostro tè non è a latte, non è a limone ma caldo alla menta ti va? “Si..mi piace” ero molto più disteso e disponibile più di quanto non lo fossi stato all’arrivo. Vicino al tavolo di fronte alla tazze fumanti i contorni delle nostre figure si sfumavano, acquistavano contorni meno spigolosi “non lo so se ti piace ascoltare” pensai non sarà il momento delle confessioni? ma ebbi il buon senso di tacere e di non fare il solito stronzo. Vidi nei suoi occhi un velo di tristezza in fondo mi trovavo di fronte ad un uomo di cui non conoscevo nulla se non che mi aveva scopato da dio che mi aveva fatto sentire porca, vacca, donna ma ora mi si presentava sotto tutt’altra luce. “Non sono stato sempre così, mi manca mia moglie che amavo e non l’ho mai tradita, era una donna dolcissima una di quelle che un uomo vorrebbe avere vicino per tutta la vita, la sua mancanza mi ha tormentato per molto tempo non sono affondato nel mare della disperazione solo per la vicinanza dei figli e del mio padrone che mi ha capito ed aspettato, così sono uscito dal buco. Adesso non voglio nessuna donna nella mia vita, nessuna sarebbe come lei, in nessuna troverei quello che mi ha dato lei, mi accontento di soddisfarmi sessualmente con incontri occasionali, con le donne mi sembrerebbe di tradire mia moglie, con i travestiti no perché non li capisco sono uomini e si sentono donne, non sopportano le donne ma scimmiottano le donne, preferisco i gay sono uomini che cercano gli uomini, non sono gay ma con quello giusto sono capace di fare sesso e porcate, con te l’ho fatto e mi hai tirato fuori tutto, mi sentivo straniato”. Avevo un magone da non poter dire una parola, stesi la mano e gli strinsi la sua calda e umida, mi alzai di scatto “devo andare fuori scusami”. Andai fuori sull’aia avevo bisogno di aria e di riflettere dopo quella confessione fatta a cuore aperto senza filtri: quell’uomo mi stava coinvolgendo troppo troppo. Con una prosaica oggettivazione mi sentivo una “checca persa.” Rientrai e lo trovai, come giustamente che fosse, la persona che conoscevo. ”Aspettami vado e torno” “dove vai?” ” nella ghiacciaia a prendere alcune cose per la cena Pippa” “Pippa?!!!” “mi piace chiamarti Pippa” “ohhh!..sapessi come mi entusiasma!” “non voglio offenderti..” “lo so ma se lo dici davanti ai tuoi figli che figura ci faccio?” “io e miei figli non abbiamo misteri, non abbiamo tabù, tra noi tutto fluisce liberamente” “ Ohhh!..Ohh!! che bellezza!!!! gli hai raccontato tutto dell’altra volta?” si ma che cose c’è di male? se ti dispiace scusami” “ non mi dispiace, mi imbarazza ecco tutto!..” “noi in casa non usiamo chiavi, in bagno se io faccio la doccia mio figlio entra tranquillamente per farsi la barba, per lavarsi denti,” “Ramad io con i tuoi figli non ho tutta questa intimità!! mi capisci?” “ si ma non fartene un problema” “a me invece darebbe molto molto ma molto fastidio se stessi scopando con te ed un tuo figlio entrasse in camera per pendere i calzini o le mutande va bene!” “su questo hai ragione, vederti mugolare mentre ti apro il culo è imbarazzante” lo guardai in tralice “mi stai prendendo per il culo?!!!!” me ne andai fuori, in macchina dovevo prendere da un vecchio pacchetto una sigaretta che in quel momento andava bene. Mi ero seduto su un vecchio tronco: sono io o sono loro le persone sbagliate?, tra loro non ci sono filtri? Io ne ho tanti! e vivo con tanti problemi e loro non ne hanno?. “PIPPA!!!” sobbalzai mentre quel nome si spargeva per l’aia “chi cazzo siete?” “i figli di Ramad rispose il più giovane dei due” “scusami ti sei spaventato?” “NOOooOO!!” “mi dispiace Io sono Tony, tu sei la mitica Pippa” disse Tony guardando il fratello “ sei proprio un bell’uomo Pippa” mi disse l’altro. A quel punto sibilai “grazie per non aver detto sei proprio una bella frocia”, sul loro viso quell’espressione gioiosa sparì divennero seri “non volevamo offenderti” Pippo - mi disse Tony – forse abbiamo sbagliato tutto vero?” “NO! sono io che ho sbagliato, ragazzi non sono in sintonia con voi” “va bene, fai con calma prenditi tutto il tempo che ti serve Pippa” allargò le braccia e mi strinse tanto da farmi mancare l’aria, “sappiamo di essere persone difficili da capire, andiamo dentro – disse Tony il trascinatore - noi dobbiamo ripulirci è stata una giornata dura, è cominciata la raccolta e c’è tanta polvere” ad un certo punto i fratelli si guardarono e poi di concerto mi sollevarono sulle loro braccia incrociate a mò di sedia: ridevano ingenuamente come matti. A quel punto era inutile essere puntiglioso e ribattere su tutto dovevo adeguarmi e lasciarli fare; così rientrai in casa portata come se fossi una vergine del Nilo che venne sbattuta sul divano. “Ma cazzo in questa casa avete tutti l’abitudine di sbattere le persone sul divano?” Chicco mi guardò interrogativamente “chi altro ti ha sbattuto sul divano?” Tony chiese al padre “papà sei stato a sbattere Pippa sul divano?” “Si ma è stato solo un malinteso”, avevo chiuso gli occhi ascoltando quel un discorso da commedia dell’arte quando li riaprii mi trovai solo.
Decisi di sistemare il borsone su qualche sedia quando vidi uscire Tony dal bagno con un accappatoio stretto in vita “Papà mi ha detto di coprirmi altrimenti ti saresti sentito in imbarazzo” “ cioè no!... io veramente …SI!!”, girò la sedia e si sedette slargando le gambe “perché Pippa ti senti in imbarazzo?” “non lo so Tony in casa mia tutti eravamo abituati a proteggere la propria intimità” “capisco ognuno ha le proprie abitudini se tu vuoi puoi tranquillamente coprirti” mentre parlava l’accappatoio si allentò e potei vedere quanto ben di dio aveva tra le gambe “vado a vestirmi” “dove vai stasera Tony?” “resto a casa” “tuo padre dov’è” “in ghiacciaia” “ma è sempre lì?” “non ti ci ha mai portato? d’estate e anche adesso è un posto fantastico, l’anno scorso ci portai una ragazza siamo stati da dio abbiamo scopato alla grande, in fondo alla cavernetta tutto quello che fai non si sente, quella piangeva, gridava, mugolava che era un piacere. sai era la tipa alla quale piaceva essere trombata sbattendosi e gridando, quella volta che gli aprivo il culo…….” “Tonyyyy…..? ho chiesto solo tuo padre dov’era OK!” “si certo, ti ho disturbato?” “NO, non sono un puritano Tony” mi guardò sorridendomi, lo guardai bene: interessante solo lui valeva la pena di un week-end L’imperterrito sfrontato sbottò “Ok! Pippa ti sta salendo la pressione???! Hai bisogno che qualcuno ti apra la valvola?” “ Tony và fà ‘nculo!” si alzò mi viene vicino mi diede un bacio infilando la lingua e con le dita con forza mi strizzò un capezzolo soffocai un grido mentre lui mi disse “grande porti solo la camicia di lino!! sempre pronto ehhh!“ “sei un adorabile mascalzone” gli diedi una stretta ai coglioni “No! non così Pippa!”. Dopo cena andai fuori per fare quattro passi, c’era qualche cosa che mi turbava, ero a disagio per quella situazione che era completamente inusuale, c’era una distonia tra me e i figli di Murad, due bei giovani simpatici per niente diversi dai tanti giovani che vedevo in città ma loro, pur sapendo che ero gay, mi trattavano come non lo fossi o meglio essere gay non è un discrimine.. Mi raggiunse Chicco e ci sedemmo su un grosso sasso “Pippo c’è qualche cosa che non va?” la sua domanda diretta aveva centrato il mio problema “si Chicco te ne sei accorto? forse ho sbagliato a venire ” “forse si” “credi che tuo padre mi capirà se vado via?” “NO! devi continuare a ballare anche se non sai ballare, noi abbiamo appreso bene il vostro mondo ma non abbiamo perso le nostre radici, anche per noi è difficile questa dualità Pippa e non parlo solo di sesso ma di tutto. Prova a ballare partendo da qui”. La sua mano prese la mia guidandola attraverso un’apertura del caffettano fino a giù cercai di liberarmi ma mi trattenne, guardai i suoi occhi castani “Chicco ma che sta succedendo? ho paura..” “lasciati andare, abbi fiducia sarà bellissimo” mi lasciò la mano che non ritrassi tenendola ancora sul membro sensibile ma non duro. Un bacio al chiaro nessuno me lo aveva mai dato nessuno.
Grazie Chicco . Restai fuori da solo, quando rientrai trovai solo Murad e Chicco “Tony?” “è uscito” “e tu Chicco?” “va tutto bene Pippa ci vediamo domani. Ciao Pà” mi aspettavo che mi salutasse con una stretta di mano e non con un altro bacio in bocca. Mi sedetti vicino a Murad e lo guardai “è complicato capirci” “Si Murad” “i ragazzi ti trovano simpatico” “tu la chiami simpatia?” “si Tony è un giovane esuberante in tutto nel lavoro, nello studio, nell’amore e nel sesso, Chicco è un ragazzo sensibile, dolcissimo, la sua ragazza è pazza di lui”. Da quando ero in quella casa mi ero trovato in tante situazioni per me incomprensibili ma in quel momento l’unica cosa che volevo era restare solo con Ramad mi buttai nelle sua braccia, cominciai a baciarlo con passione, sentii il calore del suo corpo e mi sentii sicuro di rifare tutto quello che avevo già sperimentato, mi calai sulla morbida peluria del suo pube che profumava di sapone, presi in bocca il suo pene non ancora duro, leccai con avidità il suo glande, lui colse il mio desiderio e andammo nella camera da letto, cominciò a sfiorami i i capezzoli turgidi, riuscii a mugolare e lui mi spinse l’asta in gola ebbi una difficoltà a tenerla, sbavai insalivando il suo cazzo, ero pronto per lui che si erse e lo spinse deciso ”adesso ti faccio venire” , cominciò a straziarmi i capezzoli sentivo solo il piacere e niente dolore, ”Si Ramad…così…Ramad ancora…ahhh Murad” ebbi una potente eiaculazione mentre lui continuava a fottermi in bocca, le sua mani guidavano la mia testa, mi chiudeva il naso mandandomi in apnea così la gola si slargava e lui affondava fino in fondo, i mei respiri erano rantoli lo pregavo di finire “la mia vacca è già stanca?...” lo guardavo con gli occhi pieni di lacrime “ riprese a scoparmi mentre le sua mani dalla pelle ruvida mi scivolavano sul petto, una frenesia di piacere mi assalì quando sentii che si stava preparando a sborrare. Mi serrò ancora il naso e il suo cazzo scese tutto, stava sborrando ed io ingoiai tutto il suo sperma “vacchetta mia non vomitarne nemmeno una goccia..” . Si lasciò cadere supino al mio fianco con il corpo coperto di sudore, mi girai verso di lui ma non avevo la forza di parlare, la sua mano di sollevo il capo e lo attirò verso di se per un bacio ed un sussurro ”sei l’unico che riesci a tirarmi fuori l’anima”. Non ci furono altre parole. Era l’alba quando sentii rientrare i ragazzi anche Ramad era sveglio “questo è Tony lo conosco dal rumore che fa tra poco arriverà Chicco, eccolo ! ” sentii il suo braccio sul mio fianco, mi girai a guardarlo e in quel momento mi sentii protetto, mi rigirai dandogli le spalle: volevo essere trombata. Mi attirò completamente a se sentii la peluria del suo petto sulle spalle glabre: che brivido!, una mano mi alzava la gamba, il suo cazzo duro cercava la mia apertura, mi posi nella posizione migliore ma non eravamo comodi, mi misi prono con il bacino sollevato, mi slargai le natiche gli diedi quello che voleva lo insalivò ma l’attesa si prolungava mi bagnò per tre volte il culo senza infilarlo e quando meno me lo aspettavo me l’aprì il mio grido si perse nel cuscino “bastardo…sei un grandissimo bastardo….fallo ancora….fallo di nuovo…” continuò a chiavarmi in quel modo tanto da slargarlo come una vera figa “va bena signora troia… ora godi..?” i colpi così secchi uno dietro l’altro mi fecero gemere ”Ramad ma i ragazzi sentiranno” “ e allora?..sanno quello che stiamo facendo… non imbarazzarti…Pippa” “Pippa? non sono più la tua vacca…” “sei Pippa e basta??” mi chiavava con gusto tirandolo tutto fuori e per farlo poi scivolare fino in fondo, quanto mi arrapava quel modo di chiavare lo sentivo mio quel pezzo di carne, “Ramad ma l’hai mai misurato? “cosa?” il tuo membro?” ”una volta me lo sono misurato durante una sega forse 22 quasi 23” detto questo mi rigirò posizionandomi supino gambe divaricate e le cosce sul suo petto “ adesso vuoi ballare?”. Fu una scopata senza fine venni ancora una volta ed il culo ormai non me lo sentivo più, “basta Ramad mi sento gonfio” “stringi il culo!!” “non me lo sento Ramad mi fai male… così no mi fai male” mi strizzò i capezzoli stavo per gridare “muta…porca vacca!” era una tortura fisica ma anche un piacere straordinario, strinsi il culo per farlo infoiare, gli stringevo le natiche con le dite e con le unghie, assecondavo i suoi colpi seguendolo con il mio bacino, sussurrandogli nell’orecchio tutti gli incitamenti che sapevo. Con il culo piena di sperma ed il suo cazzo floscio dentro l’uno sull’altro ci rilassammo tanto da risvegliarci poco dopo mezzogiorno. Stava uscendo dalla camera quando lo chiamai imperiosamente ”Ramad dove vai vieni prima da me !” si girò per guardarmi e si avvicinò, mi spostai per farlo sedere e pretesi che mi baciasse: me lo meritavo, “dove vai?” “a fare una doccia prima che si alzo gli altri”; soddisfatto mi accucciai sotto le lenzuola e ripresi a dormire. Uscii dalla stanza per andare in bagno e vidi tutti gli uomini intorno al tavolo che bevevano mi rifugia di nuovo in camera “PIPPA fuori..!!!! PIPPA fuori!!!! “ sembra va un cori di invasati poi mi decisi li avrei affrontati in fondo non ero Quasimodo, “allora avete finito” dissi avanzando fino al tavolo ma Tony non mi fece sedere sulla sedia libera mi prese la mano e mi attrasse “Pippa mi dai l’onore di sederti sulle mie cosce?” gli altri due mi guardavano in silenzio, che cazzo dovevo fare? Ramad mi aveva scopato la notte mi aveva dato il bacio di buongiorno ed ora mi sedevo sul cazzo del figlio? Mi misi di taglio li avevo tutti davanti “Tony tu sai che io ho dormito con tuo padre, tu hai fatto bene a parlare prima con me ma deve essere tuo padre ad acconsentire” pensavo di essere stato furbo, “Papi che ne dici?” “se Pippa lo vuole lo può fare” disse con un sorrisi beffardo pensava di avermi fregato. “Si, vengo a sedermi a condizione che il bracciolo te lo stringi tra le cosce e solo fino a metà del pasto, l’altra metà vado a sedermi se vuole da Chicco “ tutti e tre in coro: “bravo PIPPA “. Mentre mi sistemavo sulle gambe di Tony mi disse “alle cinque ti aspetto nella ghiacciaia” “non contarci!” “ ti vengo prendere” “sei uguale a tuo padre”. Un pizzico tremendo sulle natiche mi fece sobbalzare avevo imparato a soffocare un gridolino TONY - sabato pomeriggio Arrivai tardi alla porta delle ghiacciaia ma non c‘era nessuno stavo per andare via quando vidi spuntare Tony che avanzava con passo rapido, senza parole mi prese la mano e mi guidò all’ingresso, entrammo in un ambiente scuro e fresco provai un brivido ed avanzavo temendo di inciampare “vuoi che ti porti in braccia??” e poi lo scoppio di una franca risata: mi piaceva come persona Tony. “Tony ci sono sono topi o insetti ?” “assolutamente no vieni tranquillo” mi diressi verso di lui, la sua mano incontrò la mia a mi attirò finii tra le sue braccia forti che mi stringevano il suo corpo emanava un fragrante afrore di sapone. Le sue dita rapide mi svestirono: rimasi nudo. Avevo la bocca aperta aspettavo il suo bacio che non tardò, la sua lingua prepotente e vivace affondò prendendone possesso, ne uscì per sfiorarmi le labbra, il viso, il collo, per intrufolarsi nell’orecchio, il suo respiro caldo mi procurava vibranti sensazioni che diventarono mugolii di piacere quando le sue grandi mani dalla pelle liscia cominciarono ad scivolare sul mio corpo, sentivo il suo membro gonfio costretto nel pantalone; sapeva come procurarsi il piacere e come muoversi per dare piacere. Con un movimento rapido sollevò il mio corpo e mi trovai seduto su un gradone di pietra levigata, la mia bocca era all’altezza del suo membro, continuò nel suo gioco di lievi carezze per eccitarmi, per costringermi a chiedergli di più, arrivò ai miei capezzoli duri gonfi, li sfiorò continuamente, ero un solletico che scatenava il desiderio la voglia di avere di più. Ero teso quando lui li strinse e li tirò con decisione “hai dei capezzoli più morbidi di quelle delle donne” e li addentò, partì dalla mia gola un rantolo greve continuò e non trattenni un grido non si fermò mugulai: ero pronto. Mi distese su quella pietra con la testa pendente oltre il bordo, il suo glande bagnato di precum con quel sapore leggermente salato scese lungo il mio palato, i suoi piccoli movimenti lo spingevano sempre più audacemente contro la gola tentando di stimolarla. Quando si decise spinse fino al palato e oltre per passare, mi stimolava facendo scivolare le mani sul petto fin giù all’inguine: le mie gambe ebbero un tremito, arrivò all’ano facendomi sentire la punta del dito se avessi avuto la bocca libera avrei gridato, prese il mio membro barzotto lo sollecitò per farmi venire: sbracai tutto così il suo rotolo di carne lui poté scivolare dove lui voleva. Seppe trovare i tempi giusti, seppe toccarmi dove aveva scoperto le mie sensibilità, mi fece volare. Affogavo in quella di doccia di sperma mentre il suo si rilasciava poggiandosi sul mio, in quella innaturale posizione rimanemmo non so quanto tempo, poi i nostri corpi sudati e gelati ebbero un brivido e ci ritrovammo in piedi. “Magnifica Pippa!” “hai saputo portarmi in paradiso”. Io tornai a sedermi lui aprì la porta di un frigorifero e nel riverbero di quella luce vidi il suo corpo naturalmente possente. “Bianco o Rosso,? signore! i nostri bianchi sono ottimi lei ha provato quello d’annata ora una prima coppa del giovane gusti anche il novello frizzantino, se mi permette le consiglio di berne spesso anzi di ubriacarsi dei bianh, ma i nostri rossi sono altrettanto ottimi e soprattutto sono affidabili: non tradiscono mai”. Bevevamo a canna dalla stessa bottiglia e non solo ce lo passavamo da bocca a bocca. “Ti piace il lavoro che fai Tony’” “Pippo”, sentirmi chiamare così provai per una grande soddisfazione. “Provengo da una terra dove è difficile anche sopravvivere eppure ad essa sono legato anima e corpo, vivo in questa terra da quando sono nato, appena sono stato in grado mio padre mi ha portato in giro per la tenuta, non c’è posto che non conosco, come mi sono laureato il padrone ha condiviso con me le redini ecco perché non potrei vivere altrove”. Cominciavo a capire questi “vir”, maschi, uomini che non avevano nessuna remora a fare sesso con uomo proprio perché sicuri della propria virilità. “Quante ne hai portate in questo antro?” “meno di quanto pensi e cioè una sola! E sai perché ? perché a lei piaceva sfogare il suo piacere gridando, SI!! era fatta così sapessi quanti orgasmi è riuscita ad avere qui dentro: gridava come una pazza ed io mi eccitavo dietro di lei” “e poi” “è finita come doveva finire”. Prese un’altra bottiglia, “Tony?” “si?” “ho bisogno di farti la stessa domanda che ho fatto a tuo padre, so che non dovrei farla” “Cioe?” “con donne e quanti uomini hai fatto sesso?” "tutto qui’? ho 26 anni, ho cominciato a segarmi a 11, ho avuto il primo filarino quando mio padre mi fa scoperto mi ha dettodi non toccarle la “micina”, a 13, ho scopato a 15 lei ne aveva 22, a 16 un mio compagno di scuola mi fece un pompino due settimane dopo gli ho rotto il culo” “Tony ma che modi!! “ ”Pippa! Rispondo alla tua domanda, la storia è andata avanti ancora per qualche mese poi è sparito, ho incontrato una professoressa della facoltà lei mi ha sessualmente educato a livello universitario perché diceva che io oltre ad avere le misure più che giuste avevo una naturale predisposizione per il sesso.
Non mi voglio vantare ma di ragazze della mia età ma sono loro che mi lasciano perché non sopportano la mia infedeltà Ero in viaggio ed un signore anziano mi propose di fare sesso con lui, mi trattò come un burattino mi pagò anche bene ma gli bruciai soldi sul letto, un anno fa incontrai un mio coetaneo andammo in albergo ma fu una disastrosa avventura e ora sono con te” La sua mano mi agguantò il viso “ e adesso Pippa scopiamo davvero” detto questo mi distese carponi sulla pietra aveva già il cazzo duro, mi infilò un dito lubrificato nel culo, la cosa mi infastidì molto e l’ano si restrinse “Tony..per favore..” per tutta risposta mi arrivò una paccata a mano aperta sulla natiche poi si lubrificò l’asta e senza darmi il tempo mi sentiì dentro la cappella, partì un grido di dolore ”Tony…no così no… ti prego…basta…mi stai facendo male” con soli due colpi mi sentii il cazzone fino in fondo, continuai a gridare “mi fai male…smettila…Tony…” mi dibattei come potevo, cercai di divincolarmi non ci riuscii lui poggiava tutto su di me, lo sentivo rapido scivolare fuori e con lo stesso impeto rientrare “lasciami…lasciami… non ti voglio più….bastaaaa…ti odio…” il grido si perdé in quel buco mentre lui piantato dentro muoveva velocemente il bacino. Avevo il culo letteralmente in fiamme, ed il ventre che mi scoppiava era impossibile per me trattenere quell’ossesso, si chinò su di me “ti hanno mai scopato così Pippa? dimmi ti hanno mai rotto il culo così Pippa! dimmelo!!!“ stavo quasi per svenire. Mi prese come se fossi un fuscello mi sbatte supino mi tirò su le gambe divaricandole, mi prese ancora, lo sentivo ancora più dentro però lo potevo tempestare di pugni con l’effetto di farlo arrapare di più, se avessi avuto le unghie lo avrei sfregiato, “che dici Pippa? adesso hai il culo largo come una figa” “Tony…ti prego fermati… “ “NO!! tra poco mi pregherai di darti di più” cominciò a muoversi lentamente ma i colpi di affondo mi devastano, si chinò su di me come un amante gentile ma mi fotteva come dannato, mi accarezzò il petto con le dita “ hai il petto di una adolescente morbido”, mi riprese il cazzo me lo masturbò “ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh…..” non capiì più niente sborrai ancora, lui mi chiavava ed io mi arrapavo come una cagna in calore, lui continua a leccarmi le tette: SI! mi sembrava di avere le tette mi sentivo donna. Urlai imprecai ”bastardo…fottimiiii!,,,,bastardo…. ti sento….. ancora …” mi sbattevo non per respingerlo ma tenerlo dentro di me non volevo che tutto finisse “allora mi vuoi? quanto” “tanto..tanto Tony tutto!...tutto!!..tutto!!”. lo tirò mi sentivo vuota “dammelo …lo voglio…stronzo fottimi……ahhhhh….si così vai…” Se qualcuno avesse potuto vedere quella scena avrebbe pensato che eravamo degli invasati in preda ad un delirio. Mi ritrovai nuovamente alla pecorina mi riempiva “Pippa!!!!!....vengo. ..Pippa la senti? …cazzo….si così dai stringi il culo…stringi dai… che sballo.. dio non ho più sborra… “ gridò alla fine ma continuava a fottermi finché mi crollò addosso ma io ero già crollato molto prima. Cercammo di recuperare un aspetto decente, camminavo traballando “Tony qui al buio non so nemmeno in che stato siamo..” “ non preoccupartii per la messa in piega al buio sei bellissimo!” “ và fà nculo Tony” “bene stiamo tornando alla normalità torniamo indietro, Pippo vuoi farmi un altro pompino?”, scoppiò in una risata fragorosa coinvolgente “Tony tu non sei normale, che cazzo ti è preso!! Io mi sento come se fossi finito sotto un treno” “onestamente non lo so Pippo. Vuoi la verità? e la prima volta che vado fuori così è una cosa che non potrò dimenticare, devo farmelo spiegare da uno psicanalista” ancora la sua risata franca risuonò nell’antro.. Uscimmo dalla caverna. Eravamo nei pressi della cascina. “me la dai la soddisfazione di una risposta sincera Pippo??” lo guardai alla luce della luna “ se la tua domanda non è per prendermi giro ti rispondo” “assolutamente seria: lo rifaresti di nuovo ? ” senza indugio “SI! anche se ho in un certo momento avuto paura ma lo rifarei” “grande Pippo Pippoooo grande!” “che cazzo ti prende ma tu sei fatto! di brutto!!!” “assolutamente no! non mai preso nulla domanda a chi vuoi”. Sul solito tronco c’era Ramad e Chicco che ci guardavano straniti “Niente..niente ridiamo per quello che mi ha raccontato Pippa su un fatto che gli è accaduto qualche poco tempo fa”, Chicco e Ramad in coro “possiamo saperlo anche noi! “se vuole ve lo racconta Pippa, devo fare una doccia ed andare in città subito, cazzo non ce la faccio!!! alle nove e mezza ho l’appuntamento”, sparisce. “andare? dove ” “ dalla fidanzata rispose Ramad “veramente è lei che dice di essere la sua fidanzata bisogna vedere se dura e quanto durerà ” aggiunse Chicco “lo sai Chicco lei è una grande svuota palle se non fosse per Tony che…”. Li guardavo e mi domandai ma li capirò mai questi tre?
CHICCO – domenica
“Vieni a mangiare qualche cosa con noi?”, “si ma non ho molta fame” intorno al tavolo c’era silenzio guardai negli Chicco e mi sentii come se l’avessi tradito. Ero stanco e svuotato, dopo cena uscii sull’aia non so ma speravo che Chicco venisse e parlasse con me ma poi pensai è sabato avrà meglio da fare allora andai a sedermi sul tronco spalle alla cascina. Non lo sentii arrivare ma sentii le sue dita nervose sul mio collo “posso sedere?” “è sabato e avresti meglio da fare che stare con la Pippa” “invece ti sbagli!” “Chicco hai ragione ho sbagliato tanto in questo week-end..” “Pippa sono qui perché voglio stare con te..parlare….con te”. Come era tenero quel giovane, come era bello con i suoi lineamenti delicati, con quelle labbra carnali ma non volgari e prorompenti, con quegli occhi colore delle castagne chiare. “Vuoi restare ancora fuori o forse sei stanco per la giornata che hai avuto?” “non particolarmente pesante ma interessante sapessi quanto cose ho capito, ma non vorrei annoiarti cucciolo mio - non ti offendi vero per il cucciolo ?” “ no se me lo dici tu, come non tu non ti offendi se ti chiamo Pippa”. “Sono confuso Pippa, dovrei aver già capito qualche cosa della vita non credi?” ”dipende, c’è gente che a novanta anni si chiede qual è il senso della vita, da dove parte il tuo turbamento?”.
“Tu hai visto come siamo particolarmente connessi noi tre?, temo che questa comunione possa spezzarsi allora perderei gran parte di me, siamo tessere di un puzzle, siamo diversi ma insieme diamo un senso compiuto.”
“Bella la tua metafora io te ne propongo un'altra; in natura l’imprinting lega indissolubilmente due esseri viventi, quel filo si assottiglia senza spezzarsi, naturalmente arriva il momento che ognuno percorre la sua via in base ai suoi istinti ed agli apprendimenti ricevuti, ma quell’mprintig farà sempre parte di lui. O per sorte o per le nostre capacità possiamo restare nel gruppo nello stesso territorio allora possiamo dirci uomini fortunati altrimenti sarà quell’imprinting a legarci alle persone che abbiamo lasciato.”
Rimanemmo in silenzio l’uno vicino all’altro, con sorriso malandrino mi sussurrò “Pippa dormiamo insieme questa notte?” “Tony dove lo mettiamo?” “lui questa notte non torna a casa” “sei sicuro?” “se non l’hanno svuotato tutto non torna ma se l’hanno prosciugato torna con la coda tra le gambe”. Ci alzammo ridendo. La camera da letto era vuota quella dei ragazzi invece aveva la porta chiusa mi venne da pensare: mitico Ramad. Ci mettemmo a letto nudi, Chicco si rannicchiò nelle mie braccia ebbi un ottenebramento poi calò il sonno . Mi rigirai che era mattina trovandomi solo, pienamente cosciente a voce alta dissi “di tre uomini non ne ho uno vicino” mi aspettavo una risposta che non venne infatti in casa non c’era nessuno. Pulito e vestito uscii sull’aia dove tutti e tre mangiavano, bevevano e parlavano a mezza voce facendosi grasse risate, permaloso credetti che ridessero di me. “Pippa vieni qui noi…” Chicco mi guardò con uno sguardo pieno di sottintesi che subito mi furono svelati. Aprii subito il fuoco “dove sei andato ieri sera Ramad? “ero qui , tu e Chicco eravate al chiaro di luna” e qui scoppiarono tutti a ridere eccetto io “ed io andai a dormire al posto di Chicco poi arrivò Tony che credendo di parlare a Chicco raccontò di essere andato a caccia senza cartucce” altro scroscio di risate ma a non ridere fu Tony. Arrivò Chicco con un trattorino leggero “monta Pippa…” Tony poco lontano ci guardava “Chicco prima delle cinque torna giù che devo andare alla ghiacciaia” parlò fissando me “nemmeno per sogno Chicco deve portarmi a casa mia” fece finta di correre verso di noi “scappa Chicco scappa” “non ti preoccupare che ti prenderò ma non ci sarà pietà per i fuggitivi e comunque più presto di quanto tu non creda” PIPPO!”. Eravamo sulla cima del poggio stesi sull’erba secca, “davvero vuoi che ti porti a casa?” mi rigirai dalla sua parte e gli saltai sul petto: l’avevo tra le mie gambe; “Chicco voglio fare l’amore con te”. Lo facemmo sprofondati in un vicino pagliaio non una ma due volte. Il mio era stato sempre solo sesso non sapevo che due uomini potessero anche fare l’amore e adesso lo sapevo, ma c’era voluta una particolare alchimia che si trova poche volte nella vita. Tornando alla cascina sentivo ogni tanto i rintocchi delle campane: ero come la donzelletta che veniva dal fienile….; “davvero mi porti da te” “Chicco e a tornare come torni?” “Domani ho lezioni all’Università invece di partire da qui e poi andare in Centrale per il treno da casa tua arrivo in Centrale direttamente” lo diceva con un entusiasmo da ragazzino “naturalmente se tu vuoi Pippa!” “posso dirti di no?” “certo!” tacqui lui mi guardava ansioso poi sbottai “allora dai! scendiamo in cascina ci prepariamo e andiamo”. Poco dopo il tramonto arrivammo a casa, scesi dalla macchina per aprire il box, aveva sempre guidato Chicco, e quando anche Chicco scese e vide l’altra auto cominciò a saltare come un grillo era una mitica decapottabile Triumph Spitfire elaborata “Pippa!!!!!!.Pippa…!!!” “Chicco smettila!!!!!….” “ scusami.. scusami.. Pippo, cazzo fammela guidare una volta… SI???…dai una volta sola…ti prego…ti prego” “Chicco hai finito?” “si…si…si” “non c’è benzina..” come non c’è benzina ? quell’ auto senza benzina? mi prendi per il culo cazzoo !!” ”le chiavi sono nel porta oggetti” “UAHHHUUUU….cazzo vale tre scopate ….” “ ti piace tanto??” “Si mi piacciono tutte le auto d’epoca, tutte, ma di questa avevo il modellino…dove andiamo?” facciamo la bretella a quest’ora non c’è traffico e poi non ci sono nemmeno tanti rilevatori di velocità.” Caro Chicco su quell’auto si trovava in uno stato di grazia. “Io domani alle otto esco di casa se tu esci più tardi prendi le chiavi e le lasci nella cassetta della posta, questo è il bagno e quella è la tua camera” “perché in quella camera…?” “ perché quella è la camera degli ospiti e tu lo sei, domani io vado al lavoro e tu vai all’Università” “ Pippa posso dirtelo? Sei stronzo io per te sono un ospite?” “ Allora io mi chiamo Pippo OK!! a casa comando io!!” “ahh…va bene!!! e meno male che ci siamo portati avanti stamattina …” ”ma che cazzo dici?” “se non avessimo fatto l’amore stamattina questa sera sarei andato all’asciutto?!” “cioè vuoi tradurre!” “questa mattina abbiamo fatto l’amore ora dobbiamo fare il sesso”. Finalmente ero casa riprendevo la mia routine a parte Chicco, sapevo che ci voleva tempo per riprendermi da quello “sturm und drang” che mi aveva travolto. Avevo appena spento la luce quando vedi il movimento di una mano che alzava il lenzuolo e poi Chicco che si infilava sotto per saltarmi addosso “ma Chicco che fai..!!!?” “Pippa non rompere i coglioni stai zitto e scopiamo non perdiamo tempo che devo sfogarmi e di tempo ne abbiamo poco!! mettiti di traverso sul letto con la testa penzoloni dai!”. Non era più quel giovane dolce sensibile che avevo conosciuto ed avuto nel fienile. “Chicco ma sei fuori!!” “ davvero non vuoi fare sesso con me? provaci almeno cazzo!, con un poco di buona volontà mi farai godere”. Tra le cosce gli pendeva Il suo cazzo moscio che sarebbe rimasto così solo per poco, dondolava con il suo glande rosa e già gocciolante un filo di precum. “Allora non hai un filo di pietà per lui!?!!” scoppiai in una risata irrefrenabile, “come faccio a prendere in gola quella sberla che hai tra le gambe” “ti faccio arrapare e vedrai come mi darai tutto quello che voglio.”
Cominciamo a divertirci giocando nella bocca, il suo pene si inturgidiva sempre di più ed io come diceva Chicco mi arrapavo di brutto ora lo volevo tutto anche io. Mi posi nella posizione giusta Chicco dietro di me mi teneva con una mano la testa e delicatamente spingeva la sua asta “Pippa…che pettorali morbidi che hai sembrano vere tette”. Dovevo prenderlo subito quando era barzotto altrimenti non ce l’avrei fatta, allungai il braccio fino al cassetto del comodino e presi lo spray per insufflarlo in gola; l’azione fu talmente rapida che Chicco pur intravedendola non ne afferrò il senso. Lo sentii scendere e provai una sensazione di goduria profonda ma tanto sconvolgente quanto quella di avere con me Chicco. Avevamo trovato la giusta sintonia tra il suo movimento ed il mio respiro, presi le sue mani e le portai sul petto, le sua dita delicate mi carezzavano, mi titillavano i capezzoli eiaculai a pene moscio mentre dalla sua asta sgorgava dolce sperma . Tornammo dal bagno e rifeci il letto, ”possiamo dormire adesso Chicco?” “mi piace stare con te Pippo e tu” “Ho altri programmi Chicco!!” “cioè?” trovare non so…!” che cazzi vuoi trovare? non ti bastano i nostri? Non ti basta quello che ti ho infilato in gola? Porca miseria Pippa!! mi stai deludendo!! Parli come una Checca assatanata” “perché? Non mi fai finire di parlare, hai rotto i coglioni!! Vorrei solo trovare il modo di dor..mi..re.. cazzo!! - dai stiamo vicini vicini -“. Il week-end era finito: almeno cosi credevo!.
Sono Pippo ma per pochi intimi Pippa perché come faccio io le pippe (dette anche pompini) a vera gola profonda non le fa nessuno nella mia zona. Ho 40 anni portati molto bene perché supportato da un fisico asciutto e sodo abituato a fare corsa e ginnastica, inoltre da giugno a tutto settembre passavo e passo molto tempo sulla spiaggia facendo tanto nuoto. Vi dico che sono un gay passivo occulto, il mio atteggiamento è molto maschile tant’è che molti conoscenti etero vorrebbero portarmi con loro per fare le zingarate con le “signorine”; naturalmente ringrazio e declino. Mi stavo godendo le ultime settimane della fuggente estate, la litoranea era ormai svuotata i radi e pochi ombrelloni erano ancora aperti per gli irriducibili amanti di quel caldo gradevole. Quel pomeriggio di fine settimana mi ero appisolato sul mio lettino da mare godendomi l’ultimo sole, pur nel dormiveglia comunque avvertii la presenza di una persona, scattai all’improvviso in piedi e vidi dinanzi a me un quarantenne di origine sicuramente nordafricana. Lo aggredii gridando “Chi sei, cosa vuoi?, volevi rubarmi il borsone?” mentre continuavo ad accusarlo lui mi guardò dapprima intimorito poi sorridente, quando rimasi in silenzio con calma rispose “mi sono fermato per guardarti il culo” “che cosaaa?, mi guardavi il culo? ma sei scemo?” “tu stavi sul lettino rannicchiato con il costume sceso alle ginocchia ed il culo scoperto allora mi sono detto che bel culo!”. Rimasi senza parole, cercavo di inquadrare il personaggio per capire con chi avessi a che fare, lui si presentò ”mi chiamo Murad ho 44 anni, sono nato nel Sudan da padre egiziano, ai tempi dei faraoni eravamo i nubiani, sono quasi 30 anni che vivo in Italia con la mia famiglia, ho due figli il piccolo ha 21 anni il grande ne ha 26, lavoriamo tutti nell’azienda agricola, che si trova dopo la pineta”. Finita la lunga e dettagliata presentazione si accoccolò sulla sabbia restando in silenzio a guardarmi. Rimasi fisso come un palo, ero sconcertato ma nello stesso tempo incuriosito da quell’uomo alto magro scuro di pelle con due occhi neri e mobili. Si alzò e avvicinandosi dicendomi; “vieni con me!”, non era un invito ma una richiesta ingiuntiva, attraversammo un tratto della pineta per giungere ad una piccola cascina ristrutturata. “Ecco noi viviamo qui” “con la tua famiglia?” “ io e i mei figli mia moglie non c’è più da cinque anni” “mi dispiace” “grazie, entriamo!”.
L’interno era pulito e ordinato, “accomodati ti preparo un tè” “grazie non disturbarti non posso trattenermi a lungo”, mi sentivo a disagio, non riuscivo a capire perché mi fossi lasciato trasportare da quella persona che in fondo non conoscevo ma soprattutto assolutamente non mi attraeva e men che meno sessualmente. Ramad servì il te e si sedette al mio fianco, sentivo l’odore del suo corpo coperto con un semplice caftano scuro, la sua mano si poggiò sulla mia coscia nuda; più che eccitazione provai un certo fastidio. “Quando ti ho visto sulla spiaggia ho intuito che eri gay” “no guarda io non lo ho scritto sulle chiappe che mi piace il cazzo! e che il primo che passa me lo può mettere nel cu.. nell’ano!” “se tu non vuoi io mi fermo qui e puoi andare quando desideri” così dicendo si alzò recandosi alla porta per spalancarla, “vai via se vuoi!” . Era fermo sull’uscio ed un refolo di vento gli faceva aderire il caftano al corpo, vidi la forma del suo pene: imponente, rimasi lì come uno staccafisso, ma spinto da una golosa curiosità chiesi “ma è tutto vero?”, non rispose alla mia domanda ” ma gridò “ho sbagliato VAI VIA! ”. Tornando a casa elaboravo l’accaduto mi chiedevo dove avessi sbagliato. C’era qualche cosa che nel mio comportamento non tornava, sapevo di avere un bel culo perciò il tipo lo vide e si arrapò, io non avevo respinto il suo invito e l’avevo seguito, fece delle avances che rifiutai ma quando intravidi quello che gli pendeva ebbi un ripensamento ma lui deciso mi chiuse la porta in faccia. Il suo comportamento era stato corretto, il mio invece è stato contraddittorio. Sarei dovuto tornare indietro? No! la porta era serrata. Il giorno dopo tornai alla spiaggia e aspettai che il tipo ripassasse, l’attesa fu lunga e vana, fremevo, presi il borsone e mi avviai verso casa sua ma non c’era benché la porta fosse aperta, non vidi nessuno ma sentii alle mie spalle la sua voce. “E adesso cosa vuoi da me?” sbandai per la paura “volevo sapere ieri che cosa volevi tu da me!!i” “perché vuoi che io ti dica quello che già sai?, volevo fare sesso…” “allora vai con una donna o con trans…perché con me?” “ i trans non mi piacciono, le prostitute non mi soddisfano e le donne sono complicate mentre un gay fa sesso senza problemi perché a lui piace e si diverte , tu mi piaci ed ero quasi sicuro che ti sarebbe piaciuto”. Richiuse l’uscio alle nostre spalle, mi fece sedere nel soggiorno mentre lui si diresse verso il bagno e sentii che si stava facendo una doccia, ritornò poco dopo indossando sempre il caftano, “fatti una doccia anche tu, io ti aspetto qui” continuavo ad essere imbarazzato ma feci quello che mi disse di fare, tornai da lui nudo e gocciolante. Dispose un ampio tappeto sul pavimento e mi indicò di stendermi mentre lui con un gesto semplice e rapido si fece scivolare il suo abito mettendo in mostra un corpo ben formato con pettorali leggermente pelosi mentre un semplice filo di peluria scendeva fino al pube dove più giù un abbondante membro gli pendeva tra le gambe. Si avvicinò tenendosi in una mano il pene e ponendomi l’altra sulla testa “sai quello che devi fare e fallo bene!”, aprii la bocca e mi sentii introdurre il suo cazzo, ancora fresco e profumato per la doccia. I suoi movimenti erano lenti e progressivamente penetranti, le dita dalla pelle ruvida cominciarono a giocare con i miei capezzoli fino a strizzarli con vigore: mi ero eccitato. Sbavavo abbondantemente e questo facilitava il movimento dell’asta che ora mi premeva contro il palato cercando di passare “non posso… mi fai male…. non respiro… affogo…” un forte schiaffo sul capezzolo e una selvaggia strizzata mi fece strillare e nello stesso momento lui cercò di spingere il glande che scese poco più giù ma non tanto quanto desiderasse, riprovò tirandolo fuori così presi fiato rantolando: ormai ci stavo prendendo gusto.
Questa volta mi reclinò il capo e spinse il cazzo senza pause, mi stritolò nel vero senso della parola il capezzolo: gridai, allora lui spinse più deciso quel grosso pezzo di carne che scivolò ancora di più arrivando dove lui voleva che arrivasse : al palato e oltre . Mi piaceva sentirmelo scendere in gola quel cannellone di carne che mi toglieva il fiato, mi attaccavo disperato alle sue gambe, gli graffiavo le natiche per l’eccitazione, mi faceva strabuzzare gli occhi pieni di lacrime, sbavavo di brutto, mi arrapavo nel vederlo uscire dalla bocca luccicante di saliva, carezzavo lo scroto contratto dove si erano ritirati i testicoli pieni di sperma, stavo provando una eccitazione straordinaria e non potei non eiaculare. “hai avuto il tuo orgasmo troia…” riuscivo a percepire quanto lui fosse infoiato da come mi pompava sempre più velocemente in profondità e finalmente la mia bocca ed il gargarozzo si riempirono del suo liquido dal sapore aspro che mi costrinse anche ad ingoiare. “È pazzesco Ramad pensavo di morire ma invece mi hai fatto impazzire” “dammi tempo perché voglio prenderti anche il culo?” “si Murad ma non ora” “quando?” “quando vuoi tu! ecco questo è il mio cellulare chiamami quando sei libero in settimana la sera “NO ORA! ”ma non posso devo tornare a casa e poi sono stanco” mi spinse sul divano “ORA!! Ti scopo il culo ora!” il modo come lo disse mi fece zittire e rimasi immobile, lo vedevo gironzolare per la casa tra la cucina, una improbabile camera da letto matrimoniale e la camera dove dormivano i figli. Come nulla fosse successo rigovernò le camere e si mise a cucinare, il tempo trascorse rapido e finita la “governance” si sedette vicino a me, con voce bassa mi chiese: “sei bravo in cucina?” “poco o niente” “sei bravo in casa?” “poco o niente” “sei bravo a letto?” “forse si” “certo! sei solo uno da monta: adesso vediamo cosa sai fare”. Si alzò e mi trascinò nella camera da letto che chiuse a chiave, spaventato chiesi “perché chiudi?’ “se vengono i figli e trovano la porta chiusa sanno che non devono disturbare” “ed io? come esco poi?” “non dirmi che hai paura di due bravi giovani, adesso fammi sentire quanto sei capace di soddisfarmi”. Con una gentilezza che non mi sarei aspettato mi fece stendere sul letto, si mise al mio fianco, sentivo l’afrore del suo corpo, sentii che l’eccitazione mi stava prendendo, si girò verso di me “baciami” nel suo alito c’era un vago sapore di tabacco che mi piaceva, lo sentii maschio, mi venne lo strizzo al culo. Mentre lo baciavo le sue mani scivolavano lungo il mio corpo liscio glabro e appena abbronzato, il suo sospiro era pesante, lentamente si stava eccitando, con la sua lingua ruvida leccava i miei capezzoli “”ahhh…ahhh…” il mio sospiro era leggero ed arrapato, mi stava baciando dappertutto, la sua lingua scendeva lungo il mio corpo introducendosi nell’ ombelico che poi, dopo averlo riempito di saliva, lo succhiava avidamente, ebbi un tremito dalla testa ai piedi, quell’uomo mi stava trattando come e più di donna, il mio ano era in tremula attesa. Mi pose sotto i reni due grossi cuscini così che finii gambe all’aria, le divaricò ed gli offrii il mio buco, ci girò la lingua intorno: ero cotto, non mi trattenni e lo allargai, continuava a leccarmi, a graffiarmelo con le unghie delle sue grosse dita “PRENDIMI!!!...PRENDIMI!!!!... Murad prendimi!!!” si eresse sulle ginocchia, lasciò cadere un grosso grumo di saliva e poi si insalivò il cazzo: ero pronto prontissimo, lo volevo, quanto volevo quell’uomo, come mi attizzava!. “AHHHHH…..AHHHHH” mi prese: gridai. Era stata violenta brutale quella penetrazione, mi aveva piantato la cappella e spinto il cazzo con un possente colpo di reni e senza fermarsi mi stava martellando, in quella posizione e con le gambe appoggiate sul suo petto riusciva a spingerlo dentro tutto, continuavo a lamentarmi e a piagnucolare, lui si eccitava a sentirmi ,”SI… SI… SI… SI…” rantolava ed a ogni suo “si” un colpo secco mi sfondava tanto che alla fine eiaculai tutto quello che avevo ”che troia ….sei venuta senza dirmi niente….” Mi torse tutte e due i capezzoli “ahi…ahi.. mi fai male! …mi hai fatto…male – miagolai -, sono venuto perché non potevo più trattenermi …”. Ero sfinito ma lui sembrava che avesse ancora tanta resistenza, aveva cominciato a schiaffeggiarmi tanto che le natiche erano diventate rosso vivo, non riuscivo a tenerlo più dentro, avevo il ventre gonfio perché lui lo sfilava veloce per poi spingerlo dentro altrettanto velocemente finendo con un gran colpo finale, i muscoli dell’ano pur essendo allentati si opponevano a quella martellante penetrazione ”così ..si brava…strigi il culo…mi fai arrapare meglio…si resisti….troia..resisti ..voglio fotterti ancora a lungo prima di riempirti il culo…ti sventro, ti ha sventrato mai nessuno?…” “no Murad basta….ti prego non posso …ahi…ahi…non ce la faccio Murad…” “ sta zitta troia !!...che ti piace…dimmi che non ti piace e mi fermo…vacca dimmelo…dai” Ci rigirammo entrambi e mi trovai alla pecorina mi prendeva con meno violenza mi massaggiava i capezzoli ed io gli slargai il culo. Sentivo che stava per venire gli presi le dita me le strinsi intorno ai capezzoli “si puttana mia….si! vuoi venire … ma devi soffrire non ti faccio godere più troia” “NO! NO! …Ramad! ti prego.. aiutami …fammi venire..Ramnad ti preegoo…” il suo cazzo ero piantato fino in fondo lo sentivo contrarsi rapido per spararmi il suo sperma. Saranno stati i suoi colpi, sarà stata la forza con cui mi trattava i capezzoli, saranno state le parole e il respiro affannoso ma ebbi un'altra eiaculazione tale che mi lasciò steso sul letto esausto con lui addosso “a letto sei bravo…mi hai fatto godere bene” non gli risposi ero sfinito. Non ci eravamo assolutamente reso conti che erano arrivati i figli, che avevano anche cenato ed erano fuori su quella specie di aia, Ramad li raggiunse, di cosa parlassero dio solo lo sa.
Quando finalmente mi sentii pronto raccolsi le mie cose ed uscii “Questi sono i miei figli Tony e Chicco, noi ti aspettiamo venerdì sera per noi è un’occasione speciale ti aspettiamo.”
Lungo tutto il tratto di strada per tornare a casa avevo il culo aperto Ahhhh…Murad!!!!!!
Ramad e gli altri
Meno male che dopo l’incontro con Ramad ebbi tutta la domenica per riprendermi e presentarmi al lavoro come al solito anche se mentalmente non ero ancora stabilizzato. Non mi sono mancati incontri a tre stelle anche a tre stelle e mezzo ma quello con Murad lo avevo catalogato a 4 stelle e tre quarti giusto perché la perfezione non esiste. Per esperienza ero abituato alla pratica della – “una botta e via” - la classica soluzione che mi aveva sempre evitato delusioni con annesse complicazioni. Dopo i di fuochi di artificio sarebbe rimasto il buio della notte, in quel caso ripetermi poteva portarmi solo scontentezza, meglio quindi rimanere con quel ricordo folgorante senza attaccargli dietro una cocente delusione. Valeva la pena avventurarmi a ripetere un incontro con un finale deludente?. L’Amletico dubbio mi tormentò per tutta la giornata del lunedì, certo che quando mi toccavo il “buchino” sentivo ancora i postumi e lo sentivo ancora fremere. Alla fine decisi che non avrei deciso niente, avrei lasciato fare tutto al destino. Mercoledì stavo quasi per andare al letto quando ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto non risposi perché non rispondo agli sconosciuti, ero già sotto il lenzuolo ed ecco ancora la stessa chiamata ma questa volta per curiosità risposi, sentii una voce grave “come sta la mia vacca?...” ebbi un momento di sbalordimento poi: “Ramaaad!?” “allora come stai amico mio?” “Ramad! sei tu?” “certo altrimenti chi ti telefona a quest’ora?” “ nessuno mi rompe i coglioni a quest’ora se non tu Ramad! va bene così!??!” “si ti voglio così …maschio da domare” “ Muraaad! si può sapere perché cazzo mi hai chiamato adesso?” “perché i miei figli dormono e posso dirti che ti aspetto venerdì pomeriggio, così potrai restare con me anzi con noi per il week-end faremo anche un giro in fattoria” “bella idea!!…” “ non è un idea! capito!! se non vieni ti vengo a prendere…” “ ma?…” aveva già chiuso la telefonata. La telefonata mi aveva fatto passare il sonno e montare la rabbia, non riuscivo più a dormire crollai solo per stanchezza. Il suono della sveglia mi rintronò nel cervello, feci tutto quello che dovevo fare come un automa, chiusi la porta e andai al lavoro non nelle mie migliori condizioni tanto che il vicino di scrivania mi chiese se mi sentissi bene. Per tutta la settimana rimossi dalla mia mente Ramad ma poi arrivò il venerdì e la rabbia era svanita ma il dubbio si insinuava, veramente c’era qualcuno che dubbi non ne aveva mai avuti ed era il mio culo.
Sapevo che mi sarei incasinato il fine settimana nonostante tutto cedetti al desiderio di quel culo ingordo: sarei andato.
RAMAD - venerdì sera
Verso le sei in macchina raggiungi la cascinetta, parcheggiai e sceso dall’auto mi guardai intorno e non vidi nessuno: mi chiesi che faccio?. Poi sentii la voce di Ramad “ se non fossi venuto mi sarebbe dispiaciuto”
“invece eccomi! Ramad però parliamoci chiaro che vuoi ancora da me?” scrollando le spalle mi disse ”se ragionassi da uomo non dovevi venire, se ragionassi da checca saresti corsa per goderti in silenzio un week-end con signori cazzi! e che cazzi!!” se avessi potuto l’avrei fulminato all’istante, non risposi ma “salii in auto per tornare a casa “scelta sbagliata Pippo!”. Quanto mi faceva incazzare quel tipo. Avevo già la macchina in movimento quando lui aprì lo sportello; “non arrabbiarti sono un tipo ruvido molto ruvido, il mio umorismo non è molto comprensibile, mi fa piacere che sei qui se non fossi venuto mi sarei veramente dispiaciuto”. Vidi nei suoi occhi un lampo e come un cretino scesi dall’auto. “Scusami sono fatto così non ti aspettare...” scattai di nuovo ”io da te non mi aspetto niente non abbiamo niente in comune noi due..” “sei proprio sicuro?” “Ramad tu mi vuoi scopare io voglio essere scopata finchè a te tira il cazzo e a me il culo tutto OK!! quando questo finisce allora finisce tutto OK!! non mettiamoci in testa idee malsane ti va bene?”; sul suo viso era stampato un ghigno ambiguo. Prima di entrare in casa presi dall’auto il mio borsone e le due buste del supermercato dove c’era qualche cosa che avevo comprato, niente di speciale non sapendo se erano osservanti di qualche religione che imponeva limiti ed esclusioni. Lui prese i miei bagagli con una solo mano e mi passò il braccio libero intorno alla vita, ebbi un flash e mi venne da sorridere: sembravano una di quelle coppie da romanzo. Entrammo in casa. “Il nostro tè non è a latte, non è a limone ma caldo alla menta ti va? “Si..mi piace” ero molto più disteso e disponibile più di quanto non lo fossi stato all’arrivo. Vicino al tavolo di fronte alla tazze fumanti i contorni delle nostre figure si sfumavano, acquistavano contorni meno spigolosi “non lo so se ti piace ascoltare” pensai non sarà il momento delle confessioni? ma ebbi il buon senso di tacere e di non fare il solito stronzo. Vidi nei suoi occhi un velo di tristezza in fondo mi trovavo di fronte ad un uomo di cui non conoscevo nulla se non che mi aveva scopato da dio che mi aveva fatto sentire porca, vacca, donna ma ora mi si presentava sotto tutt’altra luce. “Non sono stato sempre così, mi manca mia moglie che amavo e non l’ho mai tradita, era una donna dolcissima una di quelle che un uomo vorrebbe avere vicino per tutta la vita, la sua mancanza mi ha tormentato per molto tempo non sono affondato nel mare della disperazione solo per la vicinanza dei figli e del mio padrone che mi ha capito ed aspettato, così sono uscito dal buco. Adesso non voglio nessuna donna nella mia vita, nessuna sarebbe come lei, in nessuna troverei quello che mi ha dato lei, mi accontento di soddisfarmi sessualmente con incontri occasionali, con le donne mi sembrerebbe di tradire mia moglie, con i travestiti no perché non li capisco sono uomini e si sentono donne, non sopportano le donne ma scimmiottano le donne, preferisco i gay sono uomini che cercano gli uomini, non sono gay ma con quello giusto sono capace di fare sesso e porcate, con te l’ho fatto e mi hai tirato fuori tutto, mi sentivo straniato”. Avevo un magone da non poter dire una parola, stesi la mano e gli strinsi la sua calda e umida, mi alzai di scatto “devo andare fuori scusami”. Andai fuori sull’aia avevo bisogno di aria e di riflettere dopo quella confessione fatta a cuore aperto senza filtri: quell’uomo mi stava coinvolgendo troppo troppo. Con una prosaica oggettivazione mi sentivo una “checca persa.” Rientrai e lo trovai, come giustamente che fosse, la persona che conoscevo. ”Aspettami vado e torno” “dove vai?” ” nella ghiacciaia a prendere alcune cose per la cena Pippa” “Pippa?!!!” “mi piace chiamarti Pippa” “ohhh!..sapessi come mi entusiasma!” “non voglio offenderti..” “lo so ma se lo dici davanti ai tuoi figli che figura ci faccio?” “io e miei figli non abbiamo misteri, non abbiamo tabù, tra noi tutto fluisce liberamente” “ Ohhh!..Ohh!! che bellezza!!!! gli hai raccontato tutto dell’altra volta?” si ma che cose c’è di male? se ti dispiace scusami” “ non mi dispiace, mi imbarazza ecco tutto!..” “noi in casa non usiamo chiavi, in bagno se io faccio la doccia mio figlio entra tranquillamente per farsi la barba, per lavarsi denti,” “Ramad io con i tuoi figli non ho tutta questa intimità!! mi capisci?” “ si ma non fartene un problema” “a me invece darebbe molto molto ma molto fastidio se stessi scopando con te ed un tuo figlio entrasse in camera per pendere i calzini o le mutande va bene!” “su questo hai ragione, vederti mugolare mentre ti apro il culo è imbarazzante” lo guardai in tralice “mi stai prendendo per il culo?!!!!” me ne andai fuori, in macchina dovevo prendere da un vecchio pacchetto una sigaretta che in quel momento andava bene. Mi ero seduto su un vecchio tronco: sono io o sono loro le persone sbagliate?, tra loro non ci sono filtri? Io ne ho tanti! e vivo con tanti problemi e loro non ne hanno?. “PIPPA!!!” sobbalzai mentre quel nome si spargeva per l’aia “chi cazzo siete?” “i figli di Ramad rispose il più giovane dei due” “scusami ti sei spaventato?” “NOOooOO!!” “mi dispiace Io sono Tony, tu sei la mitica Pippa” disse Tony guardando il fratello “ sei proprio un bell’uomo Pippa” mi disse l’altro. A quel punto sibilai “grazie per non aver detto sei proprio una bella frocia”, sul loro viso quell’espressione gioiosa sparì divennero seri “non volevamo offenderti” Pippo - mi disse Tony – forse abbiamo sbagliato tutto vero?” “NO! sono io che ho sbagliato, ragazzi non sono in sintonia con voi” “va bene, fai con calma prenditi tutto il tempo che ti serve Pippa” allargò le braccia e mi strinse tanto da farmi mancare l’aria, “sappiamo di essere persone difficili da capire, andiamo dentro – disse Tony il trascinatore - noi dobbiamo ripulirci è stata una giornata dura, è cominciata la raccolta e c’è tanta polvere” ad un certo punto i fratelli si guardarono e poi di concerto mi sollevarono sulle loro braccia incrociate a mò di sedia: ridevano ingenuamente come matti. A quel punto era inutile essere puntiglioso e ribattere su tutto dovevo adeguarmi e lasciarli fare; così rientrai in casa portata come se fossi una vergine del Nilo che venne sbattuta sul divano. “Ma cazzo in questa casa avete tutti l’abitudine di sbattere le persone sul divano?” Chicco mi guardò interrogativamente “chi altro ti ha sbattuto sul divano?” Tony chiese al padre “papà sei stato a sbattere Pippa sul divano?” “Si ma è stato solo un malinteso”, avevo chiuso gli occhi ascoltando quel un discorso da commedia dell’arte quando li riaprii mi trovai solo.
Decisi di sistemare il borsone su qualche sedia quando vidi uscire Tony dal bagno con un accappatoio stretto in vita “Papà mi ha detto di coprirmi altrimenti ti saresti sentito in imbarazzo” “ cioè no!... io veramente …SI!!”, girò la sedia e si sedette slargando le gambe “perché Pippa ti senti in imbarazzo?” “non lo so Tony in casa mia tutti eravamo abituati a proteggere la propria intimità” “capisco ognuno ha le proprie abitudini se tu vuoi puoi tranquillamente coprirti” mentre parlava l’accappatoio si allentò e potei vedere quanto ben di dio aveva tra le gambe “vado a vestirmi” “dove vai stasera Tony?” “resto a casa” “tuo padre dov’è” “in ghiacciaia” “ma è sempre lì?” “non ti ci ha mai portato? d’estate e anche adesso è un posto fantastico, l’anno scorso ci portai una ragazza siamo stati da dio abbiamo scopato alla grande, in fondo alla cavernetta tutto quello che fai non si sente, quella piangeva, gridava, mugolava che era un piacere. sai era la tipa alla quale piaceva essere trombata sbattendosi e gridando, quella volta che gli aprivo il culo…….” “Tonyyyy…..? ho chiesto solo tuo padre dov’era OK!” “si certo, ti ho disturbato?” “NO, non sono un puritano Tony” mi guardò sorridendomi, lo guardai bene: interessante solo lui valeva la pena di un week-end L’imperterrito sfrontato sbottò “Ok! Pippa ti sta salendo la pressione???! Hai bisogno che qualcuno ti apra la valvola?” “ Tony và fà ‘nculo!” si alzò mi viene vicino mi diede un bacio infilando la lingua e con le dita con forza mi strizzò un capezzolo soffocai un grido mentre lui mi disse “grande porti solo la camicia di lino!! sempre pronto ehhh!“ “sei un adorabile mascalzone” gli diedi una stretta ai coglioni “No! non così Pippa!”. Dopo cena andai fuori per fare quattro passi, c’era qualche cosa che mi turbava, ero a disagio per quella situazione che era completamente inusuale, c’era una distonia tra me e i figli di Murad, due bei giovani simpatici per niente diversi dai tanti giovani che vedevo in città ma loro, pur sapendo che ero gay, mi trattavano come non lo fossi o meglio essere gay non è un discrimine.. Mi raggiunse Chicco e ci sedemmo su un grosso sasso “Pippo c’è qualche cosa che non va?” la sua domanda diretta aveva centrato il mio problema “si Chicco te ne sei accorto? forse ho sbagliato a venire ” “forse si” “credi che tuo padre mi capirà se vado via?” “NO! devi continuare a ballare anche se non sai ballare, noi abbiamo appreso bene il vostro mondo ma non abbiamo perso le nostre radici, anche per noi è difficile questa dualità Pippa e non parlo solo di sesso ma di tutto. Prova a ballare partendo da qui”. La sua mano prese la mia guidandola attraverso un’apertura del caffettano fino a giù cercai di liberarmi ma mi trattenne, guardai i suoi occhi castani “Chicco ma che sta succedendo? ho paura..” “lasciati andare, abbi fiducia sarà bellissimo” mi lasciò la mano che non ritrassi tenendola ancora sul membro sensibile ma non duro. Un bacio al chiaro nessuno me lo aveva mai dato nessuno.
Grazie Chicco . Restai fuori da solo, quando rientrai trovai solo Murad e Chicco “Tony?” “è uscito” “e tu Chicco?” “va tutto bene Pippa ci vediamo domani. Ciao Pà” mi aspettavo che mi salutasse con una stretta di mano e non con un altro bacio in bocca. Mi sedetti vicino a Murad e lo guardai “è complicato capirci” “Si Murad” “i ragazzi ti trovano simpatico” “tu la chiami simpatia?” “si Tony è un giovane esuberante in tutto nel lavoro, nello studio, nell’amore e nel sesso, Chicco è un ragazzo sensibile, dolcissimo, la sua ragazza è pazza di lui”. Da quando ero in quella casa mi ero trovato in tante situazioni per me incomprensibili ma in quel momento l’unica cosa che volevo era restare solo con Ramad mi buttai nelle sua braccia, cominciai a baciarlo con passione, sentii il calore del suo corpo e mi sentii sicuro di rifare tutto quello che avevo già sperimentato, mi calai sulla morbida peluria del suo pube che profumava di sapone, presi in bocca il suo pene non ancora duro, leccai con avidità il suo glande, lui colse il mio desiderio e andammo nella camera da letto, cominciò a sfiorami i i capezzoli turgidi, riuscii a mugolare e lui mi spinse l’asta in gola ebbi una difficoltà a tenerla, sbavai insalivando il suo cazzo, ero pronto per lui che si erse e lo spinse deciso ”adesso ti faccio venire” , cominciò a straziarmi i capezzoli sentivo solo il piacere e niente dolore, ”Si Ramad…così…Ramad ancora…ahhh Murad” ebbi una potente eiaculazione mentre lui continuava a fottermi in bocca, le sua mani guidavano la mia testa, mi chiudeva il naso mandandomi in apnea così la gola si slargava e lui affondava fino in fondo, i mei respiri erano rantoli lo pregavo di finire “la mia vacca è già stanca?...” lo guardavo con gli occhi pieni di lacrime “ riprese a scoparmi mentre le sua mani dalla pelle ruvida mi scivolavano sul petto, una frenesia di piacere mi assalì quando sentii che si stava preparando a sborrare. Mi serrò ancora il naso e il suo cazzo scese tutto, stava sborrando ed io ingoiai tutto il suo sperma “vacchetta mia non vomitarne nemmeno una goccia..” . Si lasciò cadere supino al mio fianco con il corpo coperto di sudore, mi girai verso di lui ma non avevo la forza di parlare, la sua mano di sollevo il capo e lo attirò verso di se per un bacio ed un sussurro ”sei l’unico che riesci a tirarmi fuori l’anima”. Non ci furono altre parole. Era l’alba quando sentii rientrare i ragazzi anche Ramad era sveglio “questo è Tony lo conosco dal rumore che fa tra poco arriverà Chicco, eccolo ! ” sentii il suo braccio sul mio fianco, mi girai a guardarlo e in quel momento mi sentii protetto, mi rigirai dandogli le spalle: volevo essere trombata. Mi attirò completamente a se sentii la peluria del suo petto sulle spalle glabre: che brivido!, una mano mi alzava la gamba, il suo cazzo duro cercava la mia apertura, mi posi nella posizione migliore ma non eravamo comodi, mi misi prono con il bacino sollevato, mi slargai le natiche gli diedi quello che voleva lo insalivò ma l’attesa si prolungava mi bagnò per tre volte il culo senza infilarlo e quando meno me lo aspettavo me l’aprì il mio grido si perse nel cuscino “bastardo…sei un grandissimo bastardo….fallo ancora….fallo di nuovo…” continuò a chiavarmi in quel modo tanto da slargarlo come una vera figa “va bena signora troia… ora godi..?” i colpi così secchi uno dietro l’altro mi fecero gemere ”Ramad ma i ragazzi sentiranno” “ e allora?..sanno quello che stiamo facendo… non imbarazzarti…Pippa” “Pippa? non sono più la tua vacca…” “sei Pippa e basta??” mi chiavava con gusto tirandolo tutto fuori e per farlo poi scivolare fino in fondo, quanto mi arrapava quel modo di chiavare lo sentivo mio quel pezzo di carne, “Ramad ma l’hai mai misurato? “cosa?” il tuo membro?” ”una volta me lo sono misurato durante una sega forse 22 quasi 23” detto questo mi rigirò posizionandomi supino gambe divaricate e le cosce sul suo petto “ adesso vuoi ballare?”. Fu una scopata senza fine venni ancora una volta ed il culo ormai non me lo sentivo più, “basta Ramad mi sento gonfio” “stringi il culo!!” “non me lo sento Ramad mi fai male… così no mi fai male” mi strizzò i capezzoli stavo per gridare “muta…porca vacca!” era una tortura fisica ma anche un piacere straordinario, strinsi il culo per farlo infoiare, gli stringevo le natiche con le dite e con le unghie, assecondavo i suoi colpi seguendolo con il mio bacino, sussurrandogli nell’orecchio tutti gli incitamenti che sapevo. Con il culo piena di sperma ed il suo cazzo floscio dentro l’uno sull’altro ci rilassammo tanto da risvegliarci poco dopo mezzogiorno. Stava uscendo dalla camera quando lo chiamai imperiosamente ”Ramad dove vai vieni prima da me !” si girò per guardarmi e si avvicinò, mi spostai per farlo sedere e pretesi che mi baciasse: me lo meritavo, “dove vai?” “a fare una doccia prima che si alzo gli altri”; soddisfatto mi accucciai sotto le lenzuola e ripresi a dormire. Uscii dalla stanza per andare in bagno e vidi tutti gli uomini intorno al tavolo che bevevano mi rifugia di nuovo in camera “PIPPA fuori..!!!! PIPPA fuori!!!! “ sembra va un cori di invasati poi mi decisi li avrei affrontati in fondo non ero Quasimodo, “allora avete finito” dissi avanzando fino al tavolo ma Tony non mi fece sedere sulla sedia libera mi prese la mano e mi attrasse “Pippa mi dai l’onore di sederti sulle mie cosce?” gli altri due mi guardavano in silenzio, che cazzo dovevo fare? Ramad mi aveva scopato la notte mi aveva dato il bacio di buongiorno ed ora mi sedevo sul cazzo del figlio? Mi misi di taglio li avevo tutti davanti “Tony tu sai che io ho dormito con tuo padre, tu hai fatto bene a parlare prima con me ma deve essere tuo padre ad acconsentire” pensavo di essere stato furbo, “Papi che ne dici?” “se Pippa lo vuole lo può fare” disse con un sorrisi beffardo pensava di avermi fregato. “Si, vengo a sedermi a condizione che il bracciolo te lo stringi tra le cosce e solo fino a metà del pasto, l’altra metà vado a sedermi se vuole da Chicco “ tutti e tre in coro: “bravo PIPPA “. Mentre mi sistemavo sulle gambe di Tony mi disse “alle cinque ti aspetto nella ghiacciaia” “non contarci!” “ ti vengo prendere” “sei uguale a tuo padre”. Un pizzico tremendo sulle natiche mi fece sobbalzare avevo imparato a soffocare un gridolino TONY - sabato pomeriggio Arrivai tardi alla porta delle ghiacciaia ma non c‘era nessuno stavo per andare via quando vidi spuntare Tony che avanzava con passo rapido, senza parole mi prese la mano e mi guidò all’ingresso, entrammo in un ambiente scuro e fresco provai un brivido ed avanzavo temendo di inciampare “vuoi che ti porti in braccia??” e poi lo scoppio di una franca risata: mi piaceva come persona Tony. “Tony ci sono sono topi o insetti ?” “assolutamente no vieni tranquillo” mi diressi verso di lui, la sua mano incontrò la mia a mi attirò finii tra le sue braccia forti che mi stringevano il suo corpo emanava un fragrante afrore di sapone. Le sue dita rapide mi svestirono: rimasi nudo. Avevo la bocca aperta aspettavo il suo bacio che non tardò, la sua lingua prepotente e vivace affondò prendendone possesso, ne uscì per sfiorarmi le labbra, il viso, il collo, per intrufolarsi nell’orecchio, il suo respiro caldo mi procurava vibranti sensazioni che diventarono mugolii di piacere quando le sue grandi mani dalla pelle liscia cominciarono ad scivolare sul mio corpo, sentivo il suo membro gonfio costretto nel pantalone; sapeva come procurarsi il piacere e come muoversi per dare piacere. Con un movimento rapido sollevò il mio corpo e mi trovai seduto su un gradone di pietra levigata, la mia bocca era all’altezza del suo membro, continuò nel suo gioco di lievi carezze per eccitarmi, per costringermi a chiedergli di più, arrivò ai miei capezzoli duri gonfi, li sfiorò continuamente, ero un solletico che scatenava il desiderio la voglia di avere di più. Ero teso quando lui li strinse e li tirò con decisione “hai dei capezzoli più morbidi di quelle delle donne” e li addentò, partì dalla mia gola un rantolo greve continuò e non trattenni un grido non si fermò mugulai: ero pronto. Mi distese su quella pietra con la testa pendente oltre il bordo, il suo glande bagnato di precum con quel sapore leggermente salato scese lungo il mio palato, i suoi piccoli movimenti lo spingevano sempre più audacemente contro la gola tentando di stimolarla. Quando si decise spinse fino al palato e oltre per passare, mi stimolava facendo scivolare le mani sul petto fin giù all’inguine: le mie gambe ebbero un tremito, arrivò all’ano facendomi sentire la punta del dito se avessi avuto la bocca libera avrei gridato, prese il mio membro barzotto lo sollecitò per farmi venire: sbracai tutto così il suo rotolo di carne lui poté scivolare dove lui voleva. Seppe trovare i tempi giusti, seppe toccarmi dove aveva scoperto le mie sensibilità, mi fece volare. Affogavo in quella di doccia di sperma mentre il suo si rilasciava poggiandosi sul mio, in quella innaturale posizione rimanemmo non so quanto tempo, poi i nostri corpi sudati e gelati ebbero un brivido e ci ritrovammo in piedi. “Magnifica Pippa!” “hai saputo portarmi in paradiso”. Io tornai a sedermi lui aprì la porta di un frigorifero e nel riverbero di quella luce vidi il suo corpo naturalmente possente. “Bianco o Rosso,? signore! i nostri bianchi sono ottimi lei ha provato quello d’annata ora una prima coppa del giovane gusti anche il novello frizzantino, se mi permette le consiglio di berne spesso anzi di ubriacarsi dei bianh, ma i nostri rossi sono altrettanto ottimi e soprattutto sono affidabili: non tradiscono mai”. Bevevamo a canna dalla stessa bottiglia e non solo ce lo passavamo da bocca a bocca. “Ti piace il lavoro che fai Tony’” “Pippo”, sentirmi chiamare così provai per una grande soddisfazione. “Provengo da una terra dove è difficile anche sopravvivere eppure ad essa sono legato anima e corpo, vivo in questa terra da quando sono nato, appena sono stato in grado mio padre mi ha portato in giro per la tenuta, non c’è posto che non conosco, come mi sono laureato il padrone ha condiviso con me le redini ecco perché non potrei vivere altrove”. Cominciavo a capire questi “vir”, maschi, uomini che non avevano nessuna remora a fare sesso con uomo proprio perché sicuri della propria virilità. “Quante ne hai portate in questo antro?” “meno di quanto pensi e cioè una sola! E sai perché ? perché a lei piaceva sfogare il suo piacere gridando, SI!! era fatta così sapessi quanti orgasmi è riuscita ad avere qui dentro: gridava come una pazza ed io mi eccitavo dietro di lei” “e poi” “è finita come doveva finire”. Prese un’altra bottiglia, “Tony?” “si?” “ho bisogno di farti la stessa domanda che ho fatto a tuo padre, so che non dovrei farla” “Cioe?” “con donne e quanti uomini hai fatto sesso?” "tutto qui’? ho 26 anni, ho cominciato a segarmi a 11, ho avuto il primo filarino quando mio padre mi fa scoperto mi ha dettodi non toccarle la “micina”, a 13, ho scopato a 15 lei ne aveva 22, a 16 un mio compagno di scuola mi fece un pompino due settimane dopo gli ho rotto il culo” “Tony ma che modi!! “ ”Pippa! Rispondo alla tua domanda, la storia è andata avanti ancora per qualche mese poi è sparito, ho incontrato una professoressa della facoltà lei mi ha sessualmente educato a livello universitario perché diceva che io oltre ad avere le misure più che giuste avevo una naturale predisposizione per il sesso.
Non mi voglio vantare ma di ragazze della mia età ma sono loro che mi lasciano perché non sopportano la mia infedeltà Ero in viaggio ed un signore anziano mi propose di fare sesso con lui, mi trattò come un burattino mi pagò anche bene ma gli bruciai soldi sul letto, un anno fa incontrai un mio coetaneo andammo in albergo ma fu una disastrosa avventura e ora sono con te” La sua mano mi agguantò il viso “ e adesso Pippa scopiamo davvero” detto questo mi distese carponi sulla pietra aveva già il cazzo duro, mi infilò un dito lubrificato nel culo, la cosa mi infastidì molto e l’ano si restrinse “Tony..per favore..” per tutta risposta mi arrivò una paccata a mano aperta sulla natiche poi si lubrificò l’asta e senza darmi il tempo mi sentiì dentro la cappella, partì un grido di dolore ”Tony…no così no… ti prego…basta…mi stai facendo male” con soli due colpi mi sentii il cazzone fino in fondo, continuai a gridare “mi fai male…smettila…Tony…” mi dibattei come potevo, cercai di divincolarmi non ci riuscii lui poggiava tutto su di me, lo sentivo rapido scivolare fuori e con lo stesso impeto rientrare “lasciami…lasciami… non ti voglio più….bastaaaa…ti odio…” il grido si perdé in quel buco mentre lui piantato dentro muoveva velocemente il bacino. Avevo il culo letteralmente in fiamme, ed il ventre che mi scoppiava era impossibile per me trattenere quell’ossesso, si chinò su di me “ti hanno mai scopato così Pippa? dimmi ti hanno mai rotto il culo così Pippa! dimmelo!!!“ stavo quasi per svenire. Mi prese come se fossi un fuscello mi sbatte supino mi tirò su le gambe divaricandole, mi prese ancora, lo sentivo ancora più dentro però lo potevo tempestare di pugni con l’effetto di farlo arrapare di più, se avessi avuto le unghie lo avrei sfregiato, “che dici Pippa? adesso hai il culo largo come una figa” “Tony…ti prego fermati… “ “NO!! tra poco mi pregherai di darti di più” cominciò a muoversi lentamente ma i colpi di affondo mi devastano, si chinò su di me come un amante gentile ma mi fotteva come dannato, mi accarezzò il petto con le dita “ hai il petto di una adolescente morbido”, mi riprese il cazzo me lo masturbò “ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh…..” non capiì più niente sborrai ancora, lui mi chiavava ed io mi arrapavo come una cagna in calore, lui continua a leccarmi le tette: SI! mi sembrava di avere le tette mi sentivo donna. Urlai imprecai ”bastardo…fottimiiii!,,,,bastardo…. ti sento….. ancora …” mi sbattevo non per respingerlo ma tenerlo dentro di me non volevo che tutto finisse “allora mi vuoi? quanto” “tanto..tanto Tony tutto!...tutto!!..tutto!!”. lo tirò mi sentivo vuota “dammelo …lo voglio…stronzo fottimi……ahhhhh….si così vai…” Se qualcuno avesse potuto vedere quella scena avrebbe pensato che eravamo degli invasati in preda ad un delirio. Mi ritrovai nuovamente alla pecorina mi riempiva “Pippa!!!!!....vengo. ..Pippa la senti? …cazzo….si così dai stringi il culo…stringi dai… che sballo.. dio non ho più sborra… “ gridò alla fine ma continuava a fottermi finché mi crollò addosso ma io ero già crollato molto prima. Cercammo di recuperare un aspetto decente, camminavo traballando “Tony qui al buio non so nemmeno in che stato siamo..” “ non preoccupartii per la messa in piega al buio sei bellissimo!” “ và fà nculo Tony” “bene stiamo tornando alla normalità torniamo indietro, Pippo vuoi farmi un altro pompino?”, scoppiò in una risata fragorosa coinvolgente “Tony tu non sei normale, che cazzo ti è preso!! Io mi sento come se fossi finito sotto un treno” “onestamente non lo so Pippo. Vuoi la verità? e la prima volta che vado fuori così è una cosa che non potrò dimenticare, devo farmelo spiegare da uno psicanalista” ancora la sua risata franca risuonò nell’antro.. Uscimmo dalla caverna. Eravamo nei pressi della cascina. “me la dai la soddisfazione di una risposta sincera Pippo??” lo guardai alla luce della luna “ se la tua domanda non è per prendermi giro ti rispondo” “assolutamente seria: lo rifaresti di nuovo ? ” senza indugio “SI! anche se ho in un certo momento avuto paura ma lo rifarei” “grande Pippo Pippoooo grande!” “che cazzo ti prende ma tu sei fatto! di brutto!!!” “assolutamente no! non mai preso nulla domanda a chi vuoi”. Sul solito tronco c’era Ramad e Chicco che ci guardavano straniti “Niente..niente ridiamo per quello che mi ha raccontato Pippa su un fatto che gli è accaduto qualche poco tempo fa”, Chicco e Ramad in coro “possiamo saperlo anche noi! “se vuole ve lo racconta Pippa, devo fare una doccia ed andare in città subito, cazzo non ce la faccio!!! alle nove e mezza ho l’appuntamento”, sparisce. “andare? dove ” “ dalla fidanzata rispose Ramad “veramente è lei che dice di essere la sua fidanzata bisogna vedere se dura e quanto durerà ” aggiunse Chicco “lo sai Chicco lei è una grande svuota palle se non fosse per Tony che…”. Li guardavo e mi domandai ma li capirò mai questi tre?
CHICCO – domenica
“Vieni a mangiare qualche cosa con noi?”, “si ma non ho molta fame” intorno al tavolo c’era silenzio guardai negli Chicco e mi sentii come se l’avessi tradito. Ero stanco e svuotato, dopo cena uscii sull’aia non so ma speravo che Chicco venisse e parlasse con me ma poi pensai è sabato avrà meglio da fare allora andai a sedermi sul tronco spalle alla cascina. Non lo sentii arrivare ma sentii le sue dita nervose sul mio collo “posso sedere?” “è sabato e avresti meglio da fare che stare con la Pippa” “invece ti sbagli!” “Chicco hai ragione ho sbagliato tanto in questo week-end..” “Pippa sono qui perché voglio stare con te..parlare….con te”. Come era tenero quel giovane, come era bello con i suoi lineamenti delicati, con quelle labbra carnali ma non volgari e prorompenti, con quegli occhi colore delle castagne chiare. “Vuoi restare ancora fuori o forse sei stanco per la giornata che hai avuto?” “non particolarmente pesante ma interessante sapessi quanto cose ho capito, ma non vorrei annoiarti cucciolo mio - non ti offendi vero per il cucciolo ?” “ no se me lo dici tu, come non tu non ti offendi se ti chiamo Pippa”. “Sono confuso Pippa, dovrei aver già capito qualche cosa della vita non credi?” ”dipende, c’è gente che a novanta anni si chiede qual è il senso della vita, da dove parte il tuo turbamento?”.
“Tu hai visto come siamo particolarmente connessi noi tre?, temo che questa comunione possa spezzarsi allora perderei gran parte di me, siamo tessere di un puzzle, siamo diversi ma insieme diamo un senso compiuto.”
“Bella la tua metafora io te ne propongo un'altra; in natura l’imprinting lega indissolubilmente due esseri viventi, quel filo si assottiglia senza spezzarsi, naturalmente arriva il momento che ognuno percorre la sua via in base ai suoi istinti ed agli apprendimenti ricevuti, ma quell’mprintig farà sempre parte di lui. O per sorte o per le nostre capacità possiamo restare nel gruppo nello stesso territorio allora possiamo dirci uomini fortunati altrimenti sarà quell’imprinting a legarci alle persone che abbiamo lasciato.”
Rimanemmo in silenzio l’uno vicino all’altro, con sorriso malandrino mi sussurrò “Pippa dormiamo insieme questa notte?” “Tony dove lo mettiamo?” “lui questa notte non torna a casa” “sei sicuro?” “se non l’hanno svuotato tutto non torna ma se l’hanno prosciugato torna con la coda tra le gambe”. Ci alzammo ridendo. La camera da letto era vuota quella dei ragazzi invece aveva la porta chiusa mi venne da pensare: mitico Ramad. Ci mettemmo a letto nudi, Chicco si rannicchiò nelle mie braccia ebbi un ottenebramento poi calò il sonno . Mi rigirai che era mattina trovandomi solo, pienamente cosciente a voce alta dissi “di tre uomini non ne ho uno vicino” mi aspettavo una risposta che non venne infatti in casa non c’era nessuno. Pulito e vestito uscii sull’aia dove tutti e tre mangiavano, bevevano e parlavano a mezza voce facendosi grasse risate, permaloso credetti che ridessero di me. “Pippa vieni qui noi…” Chicco mi guardò con uno sguardo pieno di sottintesi che subito mi furono svelati. Aprii subito il fuoco “dove sei andato ieri sera Ramad? “ero qui , tu e Chicco eravate al chiaro di luna” e qui scoppiarono tutti a ridere eccetto io “ed io andai a dormire al posto di Chicco poi arrivò Tony che credendo di parlare a Chicco raccontò di essere andato a caccia senza cartucce” altro scroscio di risate ma a non ridere fu Tony. Arrivò Chicco con un trattorino leggero “monta Pippa…” Tony poco lontano ci guardava “Chicco prima delle cinque torna giù che devo andare alla ghiacciaia” parlò fissando me “nemmeno per sogno Chicco deve portarmi a casa mia” fece finta di correre verso di noi “scappa Chicco scappa” “non ti preoccupare che ti prenderò ma non ci sarà pietà per i fuggitivi e comunque più presto di quanto tu non creda” PIPPO!”. Eravamo sulla cima del poggio stesi sull’erba secca, “davvero vuoi che ti porti a casa?” mi rigirai dalla sua parte e gli saltai sul petto: l’avevo tra le mie gambe; “Chicco voglio fare l’amore con te”. Lo facemmo sprofondati in un vicino pagliaio non una ma due volte. Il mio era stato sempre solo sesso non sapevo che due uomini potessero anche fare l’amore e adesso lo sapevo, ma c’era voluta una particolare alchimia che si trova poche volte nella vita. Tornando alla cascina sentivo ogni tanto i rintocchi delle campane: ero come la donzelletta che veniva dal fienile….; “davvero mi porti da te” “Chicco e a tornare come torni?” “Domani ho lezioni all’Università invece di partire da qui e poi andare in Centrale per il treno da casa tua arrivo in Centrale direttamente” lo diceva con un entusiasmo da ragazzino “naturalmente se tu vuoi Pippa!” “posso dirti di no?” “certo!” tacqui lui mi guardava ansioso poi sbottai “allora dai! scendiamo in cascina ci prepariamo e andiamo”. Poco dopo il tramonto arrivammo a casa, scesi dalla macchina per aprire il box, aveva sempre guidato Chicco, e quando anche Chicco scese e vide l’altra auto cominciò a saltare come un grillo era una mitica decapottabile Triumph Spitfire elaborata “Pippa!!!!!!.Pippa…!!!” “Chicco smettila!!!!!….” “ scusami.. scusami.. Pippo, cazzo fammela guidare una volta… SI???…dai una volta sola…ti prego…ti prego” “Chicco hai finito?” “si…si…si” “non c’è benzina..” come non c’è benzina ? quell’ auto senza benzina? mi prendi per il culo cazzoo !!” ”le chiavi sono nel porta oggetti” “UAHHHUUUU….cazzo vale tre scopate ….” “ ti piace tanto??” “Si mi piacciono tutte le auto d’epoca, tutte, ma di questa avevo il modellino…dove andiamo?” facciamo la bretella a quest’ora non c’è traffico e poi non ci sono nemmeno tanti rilevatori di velocità.” Caro Chicco su quell’auto si trovava in uno stato di grazia. “Io domani alle otto esco di casa se tu esci più tardi prendi le chiavi e le lasci nella cassetta della posta, questo è il bagno e quella è la tua camera” “perché in quella camera…?” “ perché quella è la camera degli ospiti e tu lo sei, domani io vado al lavoro e tu vai all’Università” “ Pippa posso dirtelo? Sei stronzo io per te sono un ospite?” “ Allora io mi chiamo Pippo OK!! a casa comando io!!” “ahh…va bene!!! e meno male che ci siamo portati avanti stamattina …” ”ma che cazzo dici?” “se non avessimo fatto l’amore stamattina questa sera sarei andato all’asciutto?!” “cioè vuoi tradurre!” “questa mattina abbiamo fatto l’amore ora dobbiamo fare il sesso”. Finalmente ero casa riprendevo la mia routine a parte Chicco, sapevo che ci voleva tempo per riprendermi da quello “sturm und drang” che mi aveva travolto. Avevo appena spento la luce quando vedi il movimento di una mano che alzava il lenzuolo e poi Chicco che si infilava sotto per saltarmi addosso “ma Chicco che fai..!!!?” “Pippa non rompere i coglioni stai zitto e scopiamo non perdiamo tempo che devo sfogarmi e di tempo ne abbiamo poco!! mettiti di traverso sul letto con la testa penzoloni dai!”. Non era più quel giovane dolce sensibile che avevo conosciuto ed avuto nel fienile. “Chicco ma sei fuori!!” “ davvero non vuoi fare sesso con me? provaci almeno cazzo!, con un poco di buona volontà mi farai godere”. Tra le cosce gli pendeva Il suo cazzo moscio che sarebbe rimasto così solo per poco, dondolava con il suo glande rosa e già gocciolante un filo di precum. “Allora non hai un filo di pietà per lui!?!!” scoppiai in una risata irrefrenabile, “come faccio a prendere in gola quella sberla che hai tra le gambe” “ti faccio arrapare e vedrai come mi darai tutto quello che voglio.”
Cominciamo a divertirci giocando nella bocca, il suo pene si inturgidiva sempre di più ed io come diceva Chicco mi arrapavo di brutto ora lo volevo tutto anche io. Mi posi nella posizione giusta Chicco dietro di me mi teneva con una mano la testa e delicatamente spingeva la sua asta “Pippa…che pettorali morbidi che hai sembrano vere tette”. Dovevo prenderlo subito quando era barzotto altrimenti non ce l’avrei fatta, allungai il braccio fino al cassetto del comodino e presi lo spray per insufflarlo in gola; l’azione fu talmente rapida che Chicco pur intravedendola non ne afferrò il senso. Lo sentii scendere e provai una sensazione di goduria profonda ma tanto sconvolgente quanto quella di avere con me Chicco. Avevamo trovato la giusta sintonia tra il suo movimento ed il mio respiro, presi le sue mani e le portai sul petto, le sua dita delicate mi carezzavano, mi titillavano i capezzoli eiaculai a pene moscio mentre dalla sua asta sgorgava dolce sperma . Tornammo dal bagno e rifeci il letto, ”possiamo dormire adesso Chicco?” “mi piace stare con te Pippo e tu” “Ho altri programmi Chicco!!” “cioè?” trovare non so…!” che cazzi vuoi trovare? non ti bastano i nostri? Non ti basta quello che ti ho infilato in gola? Porca miseria Pippa!! mi stai deludendo!! Parli come una Checca assatanata” “perché? Non mi fai finire di parlare, hai rotto i coglioni!! Vorrei solo trovare il modo di dor..mi..re.. cazzo!! - dai stiamo vicini vicini -“. Il week-end era finito: almeno cosi credevo!.
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