Dopo un lungo viaggio in macchina, mi scopo mia madre quattro.
di
Mimmuccio23
genere
sentimentali
Cosa c’entrano i sentimenti quando ti vuoi trombare il culo di tua madre, più che trombare puoi dire rompere il culo e poi dato che ti ha detto che li era vergine, cosa c’entra un gesto sentimentale con un gesto contro natura. Ma tu dichiari, “ ma è solo una rottura di culo, culo più culo meno, ma è fine al sentimento metterlo la tua verga in quella voragine vuota da dove fuori esce i resti delle tue mangiate con mamma. E allora metterlo nel culo anzi culone per le dimensioni, sborrsrci dentro facilità l’uscita dei rifiuti. Visto che non desistevo dal mio desiderio allora mi dice che andava a lavarsi lo sfintere per poi pilire il pozzo dei desideri, usato poi da donne, uomini, nonne e froci, pardon diversamente ricevente. Finito quell’atto igienico si spalma un po’ sul dito la vaselina per far scivolare meglio quel ariete senza pietà che ti sfonda il culo. Ritorna dal bagno tutta nuda anzi no aveva messo una canottiera molto trasparente dove spiccavano due bottoni scuri chiamati capezzoli accerchiati da una sorella rosa contornata da piccoli puntini, sembra l’esplosione di una piccola bomba atomica. nella sua corsetta verso la forca o meglio verso il letto vedo una figa senza peli l, anforse sbagliavo dove mettere a nanna il mio bambino, no io cocciuto lo volevo metterlo li...... nel culo. Le dico mentre ti prepari io vado a lavarmi la mazza già dura come il marmo pronto a ubbidire alle voglie della mia mente, già la mente, centrale di tutto il tuo corpo. Lavato per bene e insaponandolo due volte come levare il Covid come trasmissione di questo trasportatore di morte. Tornato in camera mamma era messa apecorina appoggiata sui gomiti pronta a respingere le mie possenti spinte del mio bacino per oltrepassare quella porta del tempo per poi entrare in in altra dimensione, penso che era una immagine di un film famoso. mi dice di spalmare abbondantemente la vaselina intorno al cazzo, per sicurezza appoggio la bottiglietta facendolo entrare nel culo versando abbondantemente la vaselina e con il dito facendolo entrare tutto dentro e poi uscire per poi farne entrare due dira un paio di volte dentro e fuori facendo abituare lo sfintere alla nuova dimensione, infine tre dita, indice, medio e anurale con un andamento lento entravano e uscivano per come sopra abituare lo sfintere alla nuova dimensione, tutto contornato da gridolini, sospiri e sbuffi di un male annunciato. Qualche minuto oliando bene il buco, le dico e il momento di provare questa volta il cazzo, che fino adesso ha solo assistito aspettando il suo turno. Levo le dita le do un bacio a quel bottone scuro, appoggio finalmente la cappella del mio cazzo, una trave di ventidue centimetri e cin una circonferenza di sedici un vero mostro. Comincio a spingere roteando la cappella sullo sfintere, centimetro dopo centimetro entrava dentro fermandomi un po’ per farle abituare alle dimensioni, lei gridava e poi di mozzicava le labbra, tutto questo lo vedevo attraverso il vetro, sembrava il suo corpo Il cazzo e il mio culo due vagoni ferroviari con in mezzo il gancio trainante. La distanza di accorciava sempre di più fino a quando scomparve, era entrato tutto dentro. Lei poverina gridava di dolore e di piacere, le dicevo se stava male magari lo sfilavo. Lei fermandosi perché nel frattempo spingeva il suo corpo verso il mio,” non lo fare posso resistere al dolore Anche perché mi sta a piacere,” le spinte erano diventate violente e le palle sbattevano sul suo culo sempre più con violenza. la vaselina aveva fatto bene il suo compito faceva scivolare il cazzo , tutto dentro fino a far uscire la mazza vedere lo sfintere tutto aperto il buco slabbrato scuro, nero come vedere la porta della felicità, per poi rituffarsi con violenza con tutti i ventidue centimetri. Erano dieci minuti che spingevo come un forsennato sbuffando, sudando e godendo, improvvisamente dalla centrale parti il segnale”godi porco maiale”. Percorse tutta la schiena passo percorrendo il breve tratto entrando nelle palle, che si caricando tutto la sborra verso il mostruoso tubo, gridando le dico, “ mamma VENGO”, lei si fermò per aspettare lo zunami di sperma, violentemente entra sbattendo, sconquassando e godendo, mamma disse,” figlio mio ma quanto producono le tue palle”. Erano piene anzi strapiene Avevo riempito la caverna di borra mi accasciai sulla sua schiena, la sentivo singhiozzare preoccupato le chiesi” ti ho fatto male”, “no” le era piaciuto tanto non pensava che prenderlo nel culo si poteva godere ancor più della vagina, aveva perso tutto questo per non sentire male. Mi disse” figlio mio adorato tutte le volte che faremo sesso, me lo devi infilare dappertutto, poi soggiunse,” anche tappando Titti buche contemporaneamente con vibratori e cazzibfinti, poi facendo un po’ di silenzio aggiunse magari quelli veri. Rimasi interdetto; ma questo era argomento da verificare e parlarne in altra volta.
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