Un piacevole soccorso stradale 5.
di
Checco752.
genere
etero
Venne l'ora di cena e preparai un sano brodo vegetale che Isabella gustò contenta di sentire la sua gola meno infuocata e, dopo cena mi chiese se avevo in casa la grappa perchè sua nonnam quando stava con male di gola e febbre...si curava con la grappa ma io le feci notare che gli alcoolici non vanno d'accordo con i medicinali che stava prendendo ed allora desistette. Ce ne tornammo a letto e, dopo tolta la vestaglia, si abbassò le mutandine e mi chiese di leccarle la fighina già grondante. Lo feci subito e stuzzicai il clitoride mordicchiandoglielo con i denti lievemente. La leccai senza sosta e, quando se ne venne allora le infilai il cazzo in un colpo solo e lei gridò per l'intenso piacere che stava provando. La stantuffai fino a sentire che stavo per sborrare e, al momento che quasi me ne venivo, tolsi il cazzo dalla figa e mi spostai infilandoglielo in bocca e lei subito si diede da fare spompinandomi fino all'ultimo spruzzo di sborra. Quando ci mettemmo sdraiati l'uno accanto all'altra, mi disse ridendo che con quelle schizzate di sborra in gola si sarebbe guarita senza il bisogno di farsi bucare il culetto. Una risata concluse i giochi e ci addormentammo senza la soporifera TV accesa. Al mattino mi svegliai presto ed approfittai per preparare la siringa per la seconda iniezione e, viso che Isabella era ad almeno il suo terzo sonno, la rigirai delicatamente, le abbassai le mutandine e, dopo una lunga strofinata di cotone sulla natica, ben imbevuto di etere, le infilai l'ago e le praticai l'iniezione che lei neanche percepì. Poi misi a posto l'attrezzatura e m'infilai nel letto accanto a lei però le controllai se sul suo bel culetto c'erano segni di puntura o era già tutto assorbito, sparito. Le rimisi a posto le mutandine e la abbracciai con dolcezza; intanto però il cazzo, a contatto col bel culetto, si drizzò tutto e, senza neanche accorgermi, Isabella mi aveva infilato una mano dentro i miei slip tastandomi il cazzo impugnandolo poi sospirando.e gemendo. La bambolina bionda con le treccine che già mi facevano eccitare andai a baciargliene una e poi, vedendo che si era completamente svegliata, le diedi un bacio in bocca ma poi lei piagnucolò dicendomi che non voleva farsi fare la puntura ed allora subito le risposi che per me andava benissimo, aggiungendo che in fondo già gliene avevo fatta una per quel giorno e lei sobbalzò chiedendomi se dicevo sul serio o scherzavo. Le dissi di andare a vedere sulla pattumiera in cucina e se lì ci stavano due fiale di vetro rotte, aperte oppure no. Lei sobbalzò e poi, tornando, mi chiese quando e come mi aveva fatto la seconda. Le spiegai di avrgliela fatta con le mie mani ed appositamente nel suo dormire dato che il medicinale iniettato era particolarmente doloroso e le bruciò per come lei si muoveva piagnucolando...vidi che mi fissava negli occhi e poi mi chiese se stavo dicendo seriamente oppure scherzavo,...allora la guardai serio dicend che era stata bravissima perchè si era svegliata e stava per gridare dal dolore...la vidi arrossire ma subito le rivelai la verità sul fatto che in realtà lei si era fatta bucare il culetto senza accorgersene minimamente ed il farmaco non le aveva affatto bruciato e vidi di conseguenza che stava sorridendo e venne ad abbracciarmi e baciarmi sul viso dapertutto. Le proposi di fare prima colazione e dopo avremmo giocato tanto ed intensamente. Lei invece voleva solo scopare ed allora la sdraiai di schiena e, sfilatole le mutandine ed il pigiama, ci scatenammo a leccarci in ogni punto dei nostri corpi, scopando poi intensamente e, dopo che sborrai all'infinito, la girai e le feci il culetto facendola gemere e poi gridare per la foga che stavo facendole provare. Sfiniti ma felici, soddisfatti, ce ne scendemmo in cucina e consumammo latte e tanta roba appetitosa. La ripresi poi in braccio e tornammo sul letto ma subito accesi la TV sia pure guardandola nei suoi splendidi occhioni verde mare. Poco dopo il telefono squillò, risposi ed era Lucrezia che chiedeva notizia su sua figlia che le passai subito e poi parlò con me dicendo che Sabato sarebbe venuta da me ed allora ci salutammo con la reciproca gioia di rivederci presto.
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