L’uomo che ha spalancato la porta della mia sessualità repressa

di
genere
etero

Oggi sono una donna – Sara – poco più che quarantenne, non posso definirmi una donna appariscente anche se il mio fisico è ancora proporzionato e direi piuttosto grazioso, gli uomini non si girano a guardarmi ma comunque non passo inosservata. Se dovessi andare da uno psicanalista non avrei molto da raccontargli perché la mia vita non è stata turbata da traumi profondi, ero figlia di modesti lavoratori che tiravano la carretta senza troppi lamenti, ai tre figli: due femmine ed un maschio, il necessario non mancava mai. Mia madre era una semplice commessa in un supermercato di periferia e per arrotondare due volte a settimana faceva il doppio turno mentre mio padre lavorava in una ferriera facendo la rotazione dell’orario. Mi sono sposata giovanissima per amore? non lo so! Allora mi sembrava amore ma forse era solo un illusione, infatti dopo 21 anni di vita coniugale e due figli mio marito un giorno mi disse che la ditta stava chiudendo e lui aveva trovato un altro lavoro fuori città; da allora non l’ho più rivisto e non ho voluto neanche incontrarlo quando ho firmato le carte per il divorzio. Se quel giorno mi avesse colpito un fulmine avrebbe trovato un corpo già incenerito. C‘è voluto tempo per farmene una ragione ho resistito perché avevo due figli da crescere e poi non avevo voglia di ricominciare a farmi una nuova famiglia, certo mi è mancato l’uomo ma mi sono sempre arrangiata da sola. Il mio secondo figlio due mesi fa si arruolato in marina seguendo la strada tracciata dal fratello ed ora sono rimasta veramente sola e la solitudine mi pesa. Tutti i sabato e a volta anche nel corso della settimana viene al supermercato un uomo per fare la spesa, da quello che compra ho dedotto che deve essere un single, è un tipo alto magro dai capelli crespi due occhi neri e penetranti il volto ha un che di grifagno, il bianco dei suoi denti ben allineati contrasta con il colorito della pelle olivastra, dal palmo della mano larga e quadrata partono dita lunghe che mi sembrano artigli. Non so perché ma quell’uomo fin dall’inizio mi ha sempre inquietato anche se non mi hai mai dato motivo di essere inquieta, anzi un paio di volte l’ho visto sorridere ed il suo volto si è disteso dandogli un aspetto attraente. L’ultimo sabato del mese scorso stavo già chiudendo la cassa quando è arrivato lui con il cestino e le poche cose acquistate, ero stanca e nervosa “ho chiuso e lei è in ritardo..” senza che potessi continuare mi posò il cestello sul pianale e fece per andarsene, “che cosa fa? Mi lascia la merce qui?” si girò lentamente per tornare verso di me con un viso dall’aspetto particolarmente aggressivo ma poi con voce pacata” cosa vuole che faccia? pago e vado via o non pago e vado via”, così parlando aveva poggiato le mani sul pianale e allungato il viso verso di me, il suo alito caldo mi arrivava sul viso. Lo feci pagare e lui andò via in silenzio. Anche questo sabato è qui ma questa volta è in orario, lo ignoro completamente perché questo uomo comincia a darmi delle sensazioni contrastanti e non voglio farmi coinvolgere. Quando esco lo vedo seduto su un panettone giallo all’angolo dell’ingresso, mi si avvicina lentamente ciondolando su quelle sue gambe lunghe “Ti disturbo?” “No, ma non mi interessa conoscerti vado di fretta” “perché alla cassa non mi hai dato nemmeno uno sguardo” “Ohi!...ci sei o ci fai? Perché avrei dovuto guardati? Non sei nemmeno un sex symbol” non so perché mi è venuta fuori questa stupida frase ma lui sorride “hai ragione, da te non pretendo niente di più se non un semplice – buonasera –“ “OK!!! va bene buona sera e arrivederci”. Tengo il passo svelto quasi corro per l’ansia, sono arrivata quasi sotto casa mi blocco, guardo intorno e non vedo nessuno ”cosa cavolo mi sta succedendo? sono così esaurita da scambiare un cliente per uno stalker? Per uno stupratore seriale?..... e se lo fosse? potrei dargliela così finirò di smanettarmi, mi sgorgherebbe la vagina prima che vada in menopausa”. Sono qui impalata in pieno stato confusionale quando sento una mano sulla spalla “AHHHHHHH…..AIUTO!!” É UN URLO DI TERRORE. “Sei messa proprio male se quasi corri per tornare a casa poi ti fermi imbambolata e urli atterrita senza motivo” lo guardo è lui sto per ululare nuovamente ma non lo faccio: ha ragione, mi viene da piangere “adesso perché piangi?” “non lo so… non lo so…” “ascoltami…se può aiutarti a tranquillizzarti io sono dipendente della Società di vigilanza del vostro supermercato, stiamo controllando cercando di scoprire chi è il dipendente infedele…” imbambolata per lo stupore di colpo cesso di piangere mentre lui continua a parlare però non l’ascolto mi tremano le gambe. Se non fosse stato lui a sostenermi sarei caduta a terra come un sacco di patate, “dove abiti?...”eh….?” “dove abiti?... ce la fai a tornare a casa da sola?” ancora intontita rispondo “si certo….almeno credo…” “bene allora vai….” lo guardo poi a voce sommessa “avanti poi la prima a destra e poi sempre a destra la prima io abito là” Entro per prima nell’appartamento poi è lui che chiude la porta, lascio cadere a terra borse, borsetta e cappotto mi abbranco a lui sento confusamente le sue parole “ehi…ehi…..che fai….ohhhh…..ci sei?....” poi più nulla. Quando riprendo conoscenza mi trovo sul mio letto, mentre lui è seduto sulla poltroncina con il cellulare acceso poi guadandomi mi chiede “allora come ti senti?...” “non lo….” “e va bene.. ma questo tuo non lo so - è il tuo mantra ? ma è sempre così che rispondi…” “non lo so… scusami ma è la prima volta che mi succede tutto questo… “ “prenditi qualche giorno di ferie vai dal tuo medico…” “no non posso…” “perché? hai un monte ferie esagerato…” “non posso….” senza che lui mi chieda altro gli riverso addosso quasi tutta la mia vita come un onda di piena. Quando mi zittisco scoppio in un pianto isterico “che vergogna…che vergogna …non ce la faccio più…” e giù lagrime e singulti “ ohh! Ohhh!!! e che cazzo!!! adesso basta! hai capito? smettila!!!”, parla e mi strattona “vuoi che chiami un’ambulanza?” “No..No..” “adesso alzati e andiamo in cucina mi prepari un caffè e dopo prenditi un sedativo, ne hai?” “si” “a proposito io sono Gerlando ma da tutti mi faccio chiamare Lando e tu?” “Sara” “Ti sei ripresa?” “mi vergogno…” “perché?” “come perché? ti sembra normale che una persona sconosciuta si renda disponibile ad aiutare un'altra e poi non contento si metta a fare lo psicoterapeuta? e poi mi vergogno di essermi messa a nudo con uno sconosciuto” “a nudo? per quel poco che hai detto?!…e poi per il resto meglio uno sconosciuto che un parente o un amico la cui presenza ti avrebbero condizionato…” “che ore sono” “ quasi le due di notte…” “mamma mia!!... e tu sei rimasto fino a quest’ora? non hai nessuno che ti aspetta?..” “ No!!! sono un lupo solitario… ma ho fame…di tutto….”. Con decisione si alza “dai muoviti datti una mossa metti due piatti in tavola, lo sai fare questo ?” guardandosi trova qualche cosa dove poggiare il telefono e la giacca, Si avvicina a me tanto che sento l’afrore del suo corpo, mi aggredisce “ allora?! non hai fatto ancora un cazzo? la prepari qualche cosa da mangiare o no? ti sei rincoglionita? Anche un panino va bene o non sai fare altro che piangere e dire -non so-, ti sei sposata? hai avuto dei figli? O sei una di quelle che stanno sempre a lamentarsi della vita? dai muovi quel cazzo culo che tra l’altro è anche arrapante”. Quelle parole sono frustate che mi lacerano l’anima ma anche mi scuotono come una scarica elettrica, lui sta seduto accanto al tavolo con il suo lap-top e sta scrivendo, gli spaccherei la faccia se potessi, perché? perché ha ragione porca puttana!!.però non doveva dirmele così quelle cose, è come se mi avesse schiaffeggiata senza pietà -sto per piangere ma mi trattengo se lo faccio lui è capace di schiaffeggiarmi ancorae per davvero- sono arrabbiata con me stessa ma adesso gli farò vedere io se sono solo lamentosa.
Alla fine abbiamo mangiato qualche cosa che somigliava ad una cena molto tardiva e ad una colazione anticipata, Lando si alza e si porta dietro la mia sedia poi mi appoggia le mani sulle spalle e chinandosi mi dice “adesso va tutto bene Sara?...” non ho il tempo di rispondere che mi prende per il braccio sollevandomi letteralmente dalla sedia e mi spinge, come se sapesse tutto della mia casa, verso la stanza matrimoniale, parte l’imperativo ”spogliati!” “io non posso, NO!! non voglio..” con inaspettata violenza mi spintona ancora poi con un imperativo categorico mi ordina ”spogliati!!” seguito inaspettatamente da una pesante sculacciata “Ahi…!!!” le sue dita artigliano il mio abito rimango in mutande, “toglile!!” con un’altra potente sculacciata mi percuote la natica dopodiché si toglie lo slip, il suo pene raggrinzito poggia vibrante su due grossi testicoli, io mi copro con entrambe le mani la vagina. Mi spinge sul letto dove cado divaricando le gambe esponendomi indifesa, lo guardo di nuovo atterrita per accorgermi che il suo membro è in rapida erezione, non sono eccitata ma impaurita: quell’uomo sta per stuprarmi. Si distende con gentilezza su di me cercando la mia bocca chiusa “non resistermi perché se lo farai mi ecciterò di più…” mi stringe il capezzolo con tanta forza da farmi gridare non ho la possibilità di respingere la sua lingua, non è un bacio ma una penetrazione quasi una presa possesso, mi manca il fiato ma lui continua a possedermi, la mia agitazione l’eccita sento tra le gambe il suo membro turgido, riprende a stringermi entrambi i capezzoli cedo: ha vinto!. Improvvisamente la sua lingua comincia a muoversi dentro di me con grazie e dolcezza, le sue dita inumidite dalla mia saliva ora leggere scivolano intorno all’areola. La mia testa è tra le sue grosse mani mentre le dita si intrufolano tra i miei capelli, la sua violenza iniziale ora è pura tenerezza comincio a rilassarmi, l’eccitazione mi prende e il mio corpo si apre a quella sensazione che non provo da tempo o che forse non ho mai provato. La sua lingua scende lenta lungo il mio collo ora risale e i suoi bianchi denti addentano fortemente il mio lobo; ho provato dolore ma ora aspetto il suo lenimento che non manca. Fa scivolare il suo corpo sul mio si adagia con il volto affondato tra i miei seni, i mie capezzoli non hanno bisogno di aiuto sono turgidi e tesi tanto da farmi male ne prende uno tra le labbra succhiandolo e carezzandolo con la lingua non posso trattenere un lamento di goduria, continua ora con l’uno ora con l’altro e là dove non arriva la sua lingua possono le sue dita. Ha slargato le mie gambe allunga il braccio le dita raggiungono il clitoride lo stringe prima con una carezza, lo sollecita “si!!!!!!......” poi la stretta si fa dura cattiva “auhhhhh!!!! ancora….” “chiedimelo di nuovo..!” “si!!! fallo ancora…fallo….” stringe e stringe forte mi inarco e vibro come fossi colpita da una scossa e quando lo libera accarezzandolo l’orgasmo è liberatorio. Il peso del suo corpo sul mio mi opprime togliendomi il respiro, cerco di liberarmi ma non ci riesco ho bisogno di andare in bagno per ripulirmi ho tutta la vagina umida e viscida, ma lui solleva il bacino e con la mano afferra il pene e lo appoggia sulle grandi labbra, sento il suo glande premere, non ho idea delle dimensioni ma non mi sento pronta per la penetrazione; sono tesa ma ancor più lo sono i muscoli della vagina. Tutto avviene in un attimo, si solleva ancora un poco poi con un micidiale colpo secco sento la sua verga entrare slargarmi e affondare arrivando fino in fondo, un dolore lacerante mi fa gridare ma lui mi pone il palmo della mano sulla bocca continuando a spingere quel suo maledetto cazzo che non finisce mai. Comincia a muoversi dentro di me impetuosamente mentre mi rifiuto di essere presa “no…no….” continuo a ripetere con il mio corpo e poi anche con la voce “dimmi ancora di no….dimmelooooo!!!…..dimmelo!!!….. “ soffiandomi quel grido roco nell’orecchio mi sollevale gambe poggiandosele sulle spalle ed entra di nuovo dentro di me, con furia continua a slargarmi incurante dei miei lamenti e dei dinieghi “stai zitta!!...cagna …stai zitta!!”! sento le sue dita che cercano il mio clitoride lol trova facilmente comincia a straziarmelo, diventa gonfio e duro. L’eccitazione ormai mi prende anzi mi stravolge “oh dio…dio…che mi stai facendo….si….così ancora”” ora ho i tutti muscoli rilassati mentre il suo corpo, completamente scivoloso per il sudore, non si stanca fottermi, io avendo perso il controllo di me stessa, gli affondando le unghie nelle spalle lo imploro senza vergogna “fottimi …fottimi….si ..ancora… dai fallo come prima.…” . Mi sento di essere sulle montagne russe, quando mi penetra brutalmente ho il cuore in gola e quando ne esce violento senza fermarsi lo stomaco mi scende tra le gambe “Lando dai fammi volare su e sprofondami giù…dai fammi quello che vuoi!.” Lo sento fremere mentre i suoi testicoli si contraggono: il caldo sperma è dentro di me. La mia reazione è aggressiva “maiale …bastardo….hai finito?...ma io ho ancora voglia di essere fottuta...sbattuta…tirami fuori tutto…”, Lando si accascia su di me ma lo respingo e rotola al mio fianco prende dal comodino il pacchetto e si accende una sigaretta, lascia cadere tutto sul pavimento cenere compresa tutto in silenzio quasi che io non esistessi. La mia frenesia lascia il posto alla pacatezza.
Ora sono in quel dormiveglia che precede il sonno ma sento le sue dita sulle mie mammelle, quei vigliacchi di capezzoli divengono presto turgidi allora lui infila una gamba tra le mie e la strofina la spinge su fino a che il ginocchio non mi arriva fino a su in alto, non ci volle molto per sentirmi eccitata.
Con il corpo girato di fianco al mio mi sussurra all’orecchio “dai toccati il clitoride…masturbati…..” “no…” “dai fallo per me …fammi arrapare…” l’idea mi stuzzica e comincio a smanettarmi sento il suo cazzo duro: lo voglio, “prendimi…””No!!! “perché no?” mugolo “ perché te lo devi meritare, devi farmi arrapare, fammi diventare la bestia che cerchi, tutto senza limiti…” parlando e mi stuzzica il capezzolo i stringendolo forte con le sue dita che sembra becchi di una pinza, le sue unghie affondano della morbida mammella, mi soffia sul collo da arrapato, il suo alito tabaccoso mi arriva sul viso: sono partita, veleggio spinta dal piacere. “Sei cotta…ehhhhh?” “aiutami non ce la faccio a venire da sola..” comincia a mordermi l’orecchio a picchiarmi sui seni quegli stimoli mi piacciono da morire “sto per venire” “si cagna.. mettiti così alla pecorina, brava slarga le gambe…” prende le mie due mammella pendule e comincia a giocarci tra carezze pizzichi schiaffi, leccate strizzate dolorose “così… dai così… Landooooo…. Sto per venire..dai… vengo…dai vengooo. Aaaaaahhhh”. La sua mano raccoglie i miei liquidi e cominciò a spargerli intorno all’ano “ahh…Ah… quel dito intorno mi fa tremare” “ti piace il massaggino al culo…?! Adesso ti aiuto ancora” mi infila dito nella figa poi un altro, mi riprende il clitoride e me lo lavora bene fino a farmi uscire gli ultimi liquidi che ho: crollo sul letto sfatta. Mentre meno me l’aspetto mi punta il pene eccitato al centro del culo e lo spinge per metà dentro.
Grido come un bestia squartata ma lui spinge fino a quando non riesce a penetrami completamente, non sono mai stata penetrata analmente ora sentirmi quella carne pulsante mi stordisce, sono dolente mi giro per guardarlo come una bestia ferita “perché?!” “perché?, mi chiedi perché?, ti do quello che tu vuoi”. Lo tira fuor mi sento vuota e aperta mi manca e poi eccolo entrare scivolando rapido “ahi..che dolore!!…” quel uscire ed entrare continuamente mi scuote le viscere, quei suoi movimenti rapidi e secchi del bacino fiaccano muscoli dello sfintere, “Lando adesso basta …ti prego basta,,, non ne posso più” “ NO! NO! cagna non è quello che vuoi?” lo tira fuori “NO!!, bastardo…mi sento vuota,,, bastardo” me lo affonda tutto in un colpo solo “…così?? così!!?? lo senti come ti sventra??...”. Si li sento e ogni suo colpo mi massacra ma aspetto quello successivo,
Torno ad essere in uno stato di concitata agitazione e di orgasmo prossimo, quell’uomo mi sta tirando fuori tutta la sessualità che avevo sempre represso, lo prego di smettere ma sto mentendo a me stessa, perché non riesco a dominare il piacere che mi procura, voglio essere presa e posseduta fino in fondo, non voglio che finisca e per questo continuo ad offrirmi a lui.
scritto il
2021-03-10
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