Quella volta che Bea si guadagna qualche soldino

di
genere
prime esperienze

(Premessa: Mi chiamo Bea, ho 60 anni. Lo so, qui ci sono autori che scrivono di donne bellissime con seni strepitosi, cosce dure, glutei da calciatore, uomini super fusti con peni di 25 cm ed oltre, capaci di avere orgasmi senza soste etc. Io sono una modesta scrivana sessantenne, fisicamente molto normale, e scriverò di me.
Ho avuto infanzia difficile, sposata dai 20 ai 30 anni, due figli. Sono stata single dai 30 ai 50 anni, risposata dai 50 ad oggi. Ho fatto molti lavori e non sono mai stata ricca. Il mio secondo marito, prima di morire 2 anni fa, mi ha detto che è stato felice di aver sposato una troia come me.)

Più o meno quindicenni, con la mia amica Simo, quella che ci faceva giocare al dottore col cuginetto, un sabato pomeriggio siamo andate per negozi a fare compere. Simo aveva appena compiuto gli anni e le avevano regalato qualche soldarello. Ed anche io avevo messo da parte qualche cosa. Frutto dei regalini per i servizietti a papi.
Siamo entrate in vari negozi. In uno di abbigliamento abbiamo cominciato a provare jeans, felpe, abitini a tubino e cosette simili. Simo ed io siamo abbastanza simili fisicamente, non troppo alte, non troppo formose. Insomma normali, e dimostravamo anche uno o due anni in meno di quelli che avevamo. Spesso compravamo in società. Ci scambiavamo i vestiti.
Mentre misuravamo, una signora del negozio si è avvicinata e: quel tubino che stai provando ti sta molto bene. Io: davvero? Ma è un po' caro. La signora: Beh se vi piace qualche vestitino possiamo venirvi incontro. Simo: ci fate uno sconto? Lei: si se volete uno sconto, oppure possiamo darvelo gratis. Io: Gratis? Bene. Lei: Intendevo gratis se collaborate con noi. Simo: fare le commesse? Ma noi studiamo ancora. La signora: no, dobbiamo fare un depliant pubblicitario e cerchiamo fotomodelle. Ci siamo guardate e abbiamo detto che poteva interessarci. Bice, la signora, ci porta nel retrobottega e poi in un magazzino. Lì troviamo Marco, sui 40 anni. Ce lo presenta come il fotografo. Ci fa indossare vari capi di abbigliamento e ci fotografa. Sembra soddisfatto. Poi ci dice che se vogliamo, possiamo fare delle foto più professionali, con trucco e luci migliori. Se vogliamo possiamo andare l’indomani pomeriggio ad un indirizzo che ci scrive. Nel frattempo possiamo scegliere un jeans ed un vestitino in regalo. La cosa ci piace moltissimo e decidiamo di accettare l’invito. All’ora fissata ci presentiamo, al 4 piano di una casa in centro. Ci apre Bice. Ci fa entrare in una stanza grande, con una parete coperta da una specie di scenario. Una macchina fotografica sul cavalletto, altra in terra, luci. Le altre pareti sono fornite di specchi. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Indossare e farci fotografare. Bice ci trucca leggermente, rossetto e ombretto. In un angolo due sedie, un portabiti. Bice ci dà le cose.. Noi ci spogliamo lì ed indossiamo. Sono tutte cose carine. Abitini corti e scollati, alcuni con trasparenze. Usiamo anche scarpe con i tacchi. Andiamo avanti una mezzoretta ed il fotografo ci guida nelle pose . Bice: allora ragazze, tutto ok?. Siete molto brave, vi piace? Noi: sii bello divertente. Bice: allora potete scegliere due vestitini fra quelli che avete indossato. Noi scegliamo. Bice: comunque volevo dirvi che se volete, oltre ai vestiti, se volete, potete guadagnare anche un po' di soldini. Noi: ah e come? Bice: niente di speciale, dovete continuare ad indossare. Le foto però non le farà marco, ma un signore, molto appassionato di fotografie. Noi ci guardiamo, in fondo se ci danno dei soldi per fare quello che abbiamo fatto.. ok accettiamo.
Dopo qualche minuto entra un signore anziano sui 60/70 anni. Elegante e distinto.
Lui usa la macchina fotografica senza il cavalletto. Bice ci dà i vestiti, noi ci spogliamo e li indossiamo. Il signore fotografa anche quando ci spogliamo e rivestiamo. Ogni tanto si avvicina per disporci meglio i capelli, per sollevare la gonna sulle cosce, per farci assumere pose artistiche. Bice ci dà anche dei capi di lingerie. Molto belli, setosi, ricamati, trasparenti. Siamo contente di indossarli. Togliamo in nostro intimo ed indossiamo quello. E il signore continua a fotografare. Poi ci fa mettere su un tappeto, e ci fa dei primi piani, al viso, alle tettine, alle gambe. Io indosso delle mutandine molto succinte. Mentre le indossavo ho cercato di coprire bene la patatina ma, avendo i peli del pube lunghi, non riesco a farli stare dentro e spuntano come dei baffi. Simo, che continua a giocare al dottore col cugino e non solo, li ha invece molto accorciati ed ha l’inguine pulito pulito.
Il signore si avvicina e vedo che fa un primissimo piano alla mai patata. Poi, come aveva fatto per i capelli, sistemandomeli, avvicina la mano ai peli per farli uscire meglio dallo slip.
Sono imbarazzata ma lascio fare. Dopo poco tutto finisce. Bice ci da 25.000 lire a testa.
Poi mentre andiamo via, ci dice che se vogliamo, possiamo tornare per altre foto, magari un po' diverse e pagate anche meglio. Il fotografo sarà sempre quel signore. Io dico che va bene, e lei si raccomanda di non accorciare i peli del pube. La cosa mi sembra strana, ma i soldini mi attraggono. Anche Simo potrebbe ritornare.
La volta dopo Simo non può venire. Bice mi trucca molto più pesantemente. Cominciamo subito con la lingerie. Poi senza lingerie. Nuda come mamma mi ha fatto. Ma non sono timida. Mi hanno visto nuda sia mio fratellino sia mio padre. IL signore mi fa un sacco di primi piani, al viso ed al corpo. E’ attratto dal mio pube peloso. Per quanto a quei tempi non si usassero laser, luci pulsate o altri marchingegni attuali, per depilare il pube e la patata, le ragazze si facevano un po' di ceretta e o rasoio. Avrei provveduto anche io con lametta, ma avevo seguito la disposizione di Bice, e non avevo toccato nulla. Il signore mi sfiora nuovamente i peli del pube. Poi saluta e se ne va. Bice: allora Bea, mi pare tutto bene. Oggi ti posso dare 50.000. Io: oh grazie Bice. Lei: cè un altro signore appassionato di foto. Vuoi venire domani pomeriggio? Io: anche Simo? Bice: no vieni solo tu.
L’indomani arrivo un po' in ritardo. Bice: dai cazzo che quel signore si spazientisce, cambiati subito, metti quella lingerie nera e la vestaglia di seta, tacchi e basta. Ti trucco io dopo. Eseguo gli ordini, entro nella sala. C’è solo Bice. Io: il signore se ne è andato? Bice: no tranquilla, oggi quel signore preferisce fotografare da dietro gli specchi. Tu fai quello che ti dico io. SE tutto va bene oggi potrò darti 100 mila lire. Io: Wow, OK.
Bice posiziona una sedia con dei braccioli alti di fronte ad uno specchio, a circa due metri di distanza. Mi fa sedere e mi posiziona con la gambe leggermente allargate e la vestaglia aperta. Si allontana di qualche metro per non essere nella inquadratura e mi dice che fare: muovi i capelli, lisciali, accavalla le gambe, scavallale, metti una mano sul ginocchio, allarga bene le gambe, passa una mano sul seno, scopri il seno, passa la mano sullo slip. Io eseguo queste ed altre istruzioni. Adesso, mi dice Bice, dobbiamo fare una cosa importante. Questo signore preferisce fotografare patate depilate. Io: e cavolo ma mi avevi detto di non toccarla. Bice: si è vero, perché, se ti va, possiamo ripulirla adesso. Io: ma come? Bice: ci penso io tesoro.
Si allontana un attimo e torna con un rasoio a batteria, una scodella con sapone e rasoio con lametta. Io lascio fare, in fondo per quei soldi, mi va bene. Magari a papi piacerà vedermi depilata.
Bice si mette di fianco a me su uno sgabellino, mi fa sfilare gli slip, ed allargare le gambe. Passa il rasoio a batteria e con maestria mi accorcia i peli. Poi mi insapona e comincia a rasare. Fa tutto lentamente ed ogni tanto si ferma, penso per dare al signore il tempo di fotografare. Poi riprende. Quando arriva alle labbra è molto precisa e delicata. Io ho poggiato la testa sulla spalliera e, devo essere sincera, mi godo quel momento. Detto fra noi a saperlo me lo sarei fatta fare anche gratis. Alla fine Bice mi mette una crema. E devo dire che si sofferma un poco sulla clitoride. Mi chiede se mi piace. Io: certo che mi piace.
Bice mi dice che il servizio è finito e che il signore è andato via. Poi mi chiede se voglio trattenermi ancora, ed al mio assenso mi bacia dolcemente sulle labbra. Rispondo al bacio. Mi carezza la patatina tutta incremata. MI prende per mano e mi guida in altra stanza dove c'è un lettone matrimoniale. Io: Bice, puoi farmi quello che vuoi, ma ricordati che sono vergine e voglio rimanerci. Lei: si tesoro non preoccuparti.
scritto il
2021-03-19
5 . 2 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il domino 9
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.