Mio marito è un cornuto 3° - Le perversioni di una mamma.
di
Cuck 2021
genere
incesti
E' davvero incredibile come talvolta gli eventi della vita fanno incontrare persone dalla storia così diversa eppure incredibilmente simile.
Dopo aver accettato la sua proposta di matrimonio ed essermi trasferita a casa sua,avevo potuto verificare che davvero lui era disponibile a lasciarmi tutta la libertà di cui avevo bisogno e me ne aveva dato subito prova permettendomi di uscire quando e con chi volevo con l'unico impegno che gli avrei raccontato tutto.
La parola che più ricorreva nei suoi discorsi era onestà nei nostri rapporti senza segreti ne ipocrisie e senza neanche l'obbligo da parte mia di sottostare se non l'avessi voluto ai miei doveri coniugali.
Mi stava prospettando una vita da sogno dandomi prova che davvero avrebbe saputo mantenere gli impegni che prendeva con me.
In definitiva potevo tutto a condizione che lui fosse mio complice o comunque,sempre al corrente dei miei giochi e dei miei desideri che lui stesso avrebbe cercato di farmi realizzare.
Col trascorrere dei giorni quello che pareva essere nato come un rapporto di complicità tra due tipi di perversione,diversi ma complementari,si stava trasformando in un vero rapporto d'amore che ci portava ad andare oltre la crosta di una falsa esteriorità conformista per indagare più a fondo le causa che avevano plasmato le nostre vite e le conseguenti personalità.
Abbiamo così cominciato ad aprire i nostri cuori ed i nostri ricordi per farvi partecipare e comprendere dall'altro.
La storia di mio marito cresciuto all'interno di una famiglia in cui suo padre onestissimo e probo marito,veniva manipolato dalla moglie la quale approfittando della sua buona fede lo sfruttava e lo tradiva senza scrupoli e senza ritegno col suo cinismo e la sua inesauribile fame di uomini sempre sessualmente dotati,potenti e sempre diversi.
La sua insensibilità ed il suo egoismo la mettevano al di sopra di ogni cosa compreso la famiglia ed il suo stesso bambino,anche lui sfruttato alla bisogna.
Nei ricordi infantili di mio marito,ancorché confusi,compaiono momenti in cui per un bambino le attenzioni della mamma erano una prova d'amore.
Il giudizio successivo,maturato in funzine degli eventi sopravvenuti,avevano modificato quei dolci ricordi in qualcosa di abietto e morboso.
Ricordava ancora le parole che gli diceva la mamma quando gli dava prova di un "particolare" affetto materno: "Amore...questo la tua mamma lo fa solo per te...per mostrarti quanto ti vuole bene e deve restare un segreto tra noi che non devi dire a nessuno...neanche al tuo papà..."
E poi,nella pubertà,quando il bambino aveva quasi preso coscienza della sua sessualità e la mamma giocava col suo pisellino e si faceva baciare nel punto dal quale lui era nato.
E la sua prima eiaculazione che la mamma aveva leccato spiegandogli che: "Amore...ogni volta che vuoi vedere questa cremina...chiama la tua mamma che ne è ghiotta."
E quando,prima ancora che compisse la maggiore età,lei lo aveva portato sul suo letto ed informandolo che oramai era diventato grande,se lo era messo dentro e si era fatta chiavare sino a farselo godere dentro.
"Amore...sei diventato un uomo,da oggi in poi,quando io non sarò impegnata e tu ne avrei voglia,potrai venire nel lettone a giocare con la mamma."
Queste le parole che gli diceva ricordandogli sempre che non doveva svelare il loro segreto al papà.
Parlando con me,nella sua mente si aprivano come sprazzi di lucida memoria tutte le scene che gli sembravano appartenere ad altri e,nelle quali,era sempre lui il protagonista.
Ricordava così che sin da bambino,quando il padre usciva per andare al lavoro nel turno di notta,ad una certa ora suonava il campanello di casa e dopo un incomprensibile mormorio,dalla stanza della mamma cominciavano ad arrivare,trani rumori accompagnati da grida in cui la voce ed i gemiti della mamma si confondeva coi rantoli o le urla di qualche maschio che non era suo padre.
In verità,a sua memoria,non aveva mai sentito provenire rumori e urla dalla stanza dei suoi genitori quando a letto insieme alla mamma c'era suo padre.
Scavando ancora nella memoria,ricordava che le volte in cui la mamma lo andava a prendere nelle sua cameretta per portarlo sul lettone,erano le stesse sere in cui,suo padre era di turno al lavoro ed il campanello di casa era rimasto muto.
Ricordava anche che,stretta tra le braccia della mamma che gli chiedeva di succhierle i capezzoli come quando era bambino,dalle sue labbra sortivano gli stessi gemiti e gli stessi singult
di quando,dalla sua stanza gli arrivavano tutti quei rumori.
All'insaputa del povero padre,aveva continuato quei giochi incestuosi con la mamma sino all'età di 25 anni quando lei gli aveva confessato di essere incinta di un suo figlio:
-Amore di mamma...mi hai ingravidata...aspetto un bambino da te!-
In quella stessa circostanza gli aveva rivelato che il suo papà non fosse davvero il suo padre biologico ed a quell'ennesimo schiaffo alla sua vita,non aveva saputo resistere e dando della sporca puttana alla madre,dopo averle sputato in faccia con disprezzo,era andato via di casa e da quel momento aveva avuto solo rapporti con suo padre senza tuttavia,rivelargli mai la verità su sua moglie ed il perverso rapporto nel quale era cresciuto.
Nonostante tutto,la sua sensibilità ed il rispetto per gli altri,non erano venuti meno.
Naturalmente nel clima di confessioni che si era instaurato tra noi,anch'io avevo molto da raccontare sulla mia famiglia e sulla mia infanzia con mio padre e mio fratello.
segue
Dopo aver accettato la sua proposta di matrimonio ed essermi trasferita a casa sua,avevo potuto verificare che davvero lui era disponibile a lasciarmi tutta la libertà di cui avevo bisogno e me ne aveva dato subito prova permettendomi di uscire quando e con chi volevo con l'unico impegno che gli avrei raccontato tutto.
La parola che più ricorreva nei suoi discorsi era onestà nei nostri rapporti senza segreti ne ipocrisie e senza neanche l'obbligo da parte mia di sottostare se non l'avessi voluto ai miei doveri coniugali.
Mi stava prospettando una vita da sogno dandomi prova che davvero avrebbe saputo mantenere gli impegni che prendeva con me.
In definitiva potevo tutto a condizione che lui fosse mio complice o comunque,sempre al corrente dei miei giochi e dei miei desideri che lui stesso avrebbe cercato di farmi realizzare.
Col trascorrere dei giorni quello che pareva essere nato come un rapporto di complicità tra due tipi di perversione,diversi ma complementari,si stava trasformando in un vero rapporto d'amore che ci portava ad andare oltre la crosta di una falsa esteriorità conformista per indagare più a fondo le causa che avevano plasmato le nostre vite e le conseguenti personalità.
Abbiamo così cominciato ad aprire i nostri cuori ed i nostri ricordi per farvi partecipare e comprendere dall'altro.
La storia di mio marito cresciuto all'interno di una famiglia in cui suo padre onestissimo e probo marito,veniva manipolato dalla moglie la quale approfittando della sua buona fede lo sfruttava e lo tradiva senza scrupoli e senza ritegno col suo cinismo e la sua inesauribile fame di uomini sempre sessualmente dotati,potenti e sempre diversi.
La sua insensibilità ed il suo egoismo la mettevano al di sopra di ogni cosa compreso la famiglia ed il suo stesso bambino,anche lui sfruttato alla bisogna.
Nei ricordi infantili di mio marito,ancorché confusi,compaiono momenti in cui per un bambino le attenzioni della mamma erano una prova d'amore.
Il giudizio successivo,maturato in funzine degli eventi sopravvenuti,avevano modificato quei dolci ricordi in qualcosa di abietto e morboso.
Ricordava ancora le parole che gli diceva la mamma quando gli dava prova di un "particolare" affetto materno: "Amore...questo la tua mamma lo fa solo per te...per mostrarti quanto ti vuole bene e deve restare un segreto tra noi che non devi dire a nessuno...neanche al tuo papà..."
E poi,nella pubertà,quando il bambino aveva quasi preso coscienza della sua sessualità e la mamma giocava col suo pisellino e si faceva baciare nel punto dal quale lui era nato.
E la sua prima eiaculazione che la mamma aveva leccato spiegandogli che: "Amore...ogni volta che vuoi vedere questa cremina...chiama la tua mamma che ne è ghiotta."
E quando,prima ancora che compisse la maggiore età,lei lo aveva portato sul suo letto ed informandolo che oramai era diventato grande,se lo era messo dentro e si era fatta chiavare sino a farselo godere dentro.
"Amore...sei diventato un uomo,da oggi in poi,quando io non sarò impegnata e tu ne avrei voglia,potrai venire nel lettone a giocare con la mamma."
Queste le parole che gli diceva ricordandogli sempre che non doveva svelare il loro segreto al papà.
Parlando con me,nella sua mente si aprivano come sprazzi di lucida memoria tutte le scene che gli sembravano appartenere ad altri e,nelle quali,era sempre lui il protagonista.
Ricordava così che sin da bambino,quando il padre usciva per andare al lavoro nel turno di notta,ad una certa ora suonava il campanello di casa e dopo un incomprensibile mormorio,dalla stanza della mamma cominciavano ad arrivare,trani rumori accompagnati da grida in cui la voce ed i gemiti della mamma si confondeva coi rantoli o le urla di qualche maschio che non era suo padre.
In verità,a sua memoria,non aveva mai sentito provenire rumori e urla dalla stanza dei suoi genitori quando a letto insieme alla mamma c'era suo padre.
Scavando ancora nella memoria,ricordava che le volte in cui la mamma lo andava a prendere nelle sua cameretta per portarlo sul lettone,erano le stesse sere in cui,suo padre era di turno al lavoro ed il campanello di casa era rimasto muto.
Ricordava anche che,stretta tra le braccia della mamma che gli chiedeva di succhierle i capezzoli come quando era bambino,dalle sue labbra sortivano gli stessi gemiti e gli stessi singult
di quando,dalla sua stanza gli arrivavano tutti quei rumori.
All'insaputa del povero padre,aveva continuato quei giochi incestuosi con la mamma sino all'età di 25 anni quando lei gli aveva confessato di essere incinta di un suo figlio:
-Amore di mamma...mi hai ingravidata...aspetto un bambino da te!-
In quella stessa circostanza gli aveva rivelato che il suo papà non fosse davvero il suo padre biologico ed a quell'ennesimo schiaffo alla sua vita,non aveva saputo resistere e dando della sporca puttana alla madre,dopo averle sputato in faccia con disprezzo,era andato via di casa e da quel momento aveva avuto solo rapporti con suo padre senza tuttavia,rivelargli mai la verità su sua moglie ed il perverso rapporto nel quale era cresciuto.
Nonostante tutto,la sua sensibilità ed il rispetto per gli altri,non erano venuti meno.
Naturalmente nel clima di confessioni che si era instaurato tra noi,anch'io avevo molto da raccontare sulla mia famiglia e sulla mia infanzia con mio padre e mio fratello.
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