L'avvocatessa - cap 13

di
genere
saffico

Feci l'esame d’abilitazione con Daniela e Carla, una nostra comune amica che aveva fatto il tirocinio nello studio di famiglia, ma che conoscevamo entrambe dai tempi dell’università.
Tutte e tre passammo l’esame a pieni voti, così non ci rimase che festeggiarne l’esito insieme, ovviamente dopo il rituale pranzo di famiglia, in quella che si annunciava come una sera ad alta gradazione erotica. Daniela infatti ci convinse ad andare tutte e tre in un club riservato normalmente alle coppie, dove però le ragazze ‘non accompagnate’ erano sempre ben accette, che aveva conosciuto con Nadia, sempre alla ricerca di nuove avventure.
“Mi basta fare una telefonata e avremo tutto ciò che si può desiderare.” ci disse per convincerci ad accettare.
“Prima però andiamo da me a brindare a noi stesse.” propose Carla.
“Vada per brindisi e club.” terminai io fissando l’appuntamento per le sei nell’appartamento di Carla.
Per una pura coincidenza incontrai Daniela davanti al portone di Carla, scoprendo così che non solo eravamo vestite in modo quasi simile, con dei miniabiti a tinta unita, io viola lei verde, ma che erano simili anche le scarpe, delle decolté in vernice nera con tacco dodici, e le pochette.
“Chissà come s’è vestita quel gran troia di Carla.” mi disse Daniela mentre salivamo in ascensore.
In effetti Carla Pescetto, detta 'la rossa' per il colore fin troppo acceso dei suoi capelli, non aveva certo la nomea della santa vergine.
Unica erede di una vera e propria dinastia d’avvocati, si diceva avesse passato più esami aprendo le gambe che i libri, nonostante avesse una mente a dir poco brillante. Si vocifera anche di una sua relazione a sfondo sadomaso col rettore dell’università, un vecchio porco di cui tutte le studentesse me compresa avevano una gran paura. Come regalo per la laurea aveva ricevuto un appartamento, ben lontano da dove vivevano i suoi genitori, che spesso era la sede di feste dove l'ingrediente principale era il sesso, e poco importava il numero e il sesso dei partecipanti.
Come suonai il campanello, Carla ci aprì sfoggiando un look a dir poco audace, composto da una mini inguinale, camicetta trasparente e reggiseno a vista.
“Monica questa è la prima volta che vieni a casa mia ?” mi chiese dandomi un casto bacio sulla guancia.
“Sì però non credo sarà l'ultima.” le risposi passandole una mano dietro la testa per ricambiare il bacio infilandole la lingua in bocca.
“Uffa ma e me non pensa nessuna.” disse Daniela chiudendo la porta.
Per tutta risposta baciai anche lei come avevo fatto con Carla, ma molto più a lungo, per poi poterci sedere su degli sgabelli piuttosto alti. Carla aprì subito una bottiglia di champagne, così iniziammo i brindisi, ma l'atmosfera si fece subito caldissima. Daniela ed io infatti non smettevamo mai di lanciarci sguardi languidi, mentre Carla si passava in continuazione un dito sulle labbra.
Con la seconda bottiglia iniziarono i baci che divennero sempre più audaci, soprattutto quelli con Carla, che ad un certo punto, lasciò il suo sgabello per togliersi la camicetta e mettersi fra Daniela e me.
“Vogliano fare un gioco ?” ci propose fra un bacio e l'altro.
“Perchè no.” le risposi palpandole il sedere.
Lei prese due piccoli cinturini che ci fissò al collo, ai quali attaccò tramite un moschettone un guinzaglio. Poi mise della musica dance e ci fece alzare, per farci mettere ad un paio di metri l'una dall'altra.
“Vediamo quanto siete brave a ballare.” ci disse risedendosi sullo sgabello.
A me bastò muovermi pochissimo per far salire il miniabito e ritrovarmi così col perizoma in bella vista. Non paga di ciò iniziai a toccarmi, facendo passare in continuazione un dito proprio sopra il perizoma, imitata quasi subito da Daniela che ridusse in poco tempo l'abito in una fascia che le copriva solo la pancia. Nonostante fossi legata con un collare non mi sentivo affatto sottomessa a chi conduceva il gioco, ma mi divertivo ad eccitarla muovendovi con tutta la sensualità di cui ero capace. Il mio perizoma viola divenne ben presto quasi nero tanto era bagnato dai miei umori, ma del resto anche quelli delle altre due ragazze non erano certamente asciutti.
Carla da parte sua giocava a tirare e rilasciare i guinzagli, sino a quando non ci fece avvicinare tanto a lei, da permettermi di toccarla.
“Questo non ti serve più.” le dissi sganciando il guinzaglio, prima di infilarle le mani sotto la minigonna e scoprirle le natiche.
“Neanche questo.” disse Daniela togliendosi il collare dopo averle sfilato il reggiseno.
“Siete proprio due maiale.” sentenziò Carla facendo cadere il mio abito a terra “Adesso però andiamo di la che ho una voglia pazza di rompervi il culo, ma solo se mi promettete che dopo farete lo stesso con me.”
“Questo sì che è un bel programma.” le risposi strusciandole il sedere contro una gamba “E poi è tanto che non lo prendo dietro come si deve.”
Sicuramente era lo champagne a rendere tutte e tre così disinibite, ma del resto in quella stanza non c'erano certo tre santarelline, ma tre donne ben disposte a fare nuove esperienze. Inoltre l'ultimo a sodomizzarmi era stato Ugo, ma da quel giorno erano passati diversi mesi, durante i quali mi ero concessa solo a Manlio.
Senza mai smettere di toccarci i fondoschiena ci ritrovammo nella camera di Carla, che ci ordinò di metterci carponi sul letto. Come mi misi a quattro zampe, lei m'abbassò il perizoma per poi farmi sentire la lingua su quel piccolo lembo di pelle che separa le due porte del piacere.
“Hai davvero un bel culo.” mi disse sfiorandomi il buchetto “Però quello di Daniela è spettacolare.”
In effetti la mia amica aveva davvero un fondoschiena da urlo, tanto da dare un nuovo significato al termine 'culo a mandolino', e Carla abbandonò ben presto il mio per dedicarsi a quello di Daniela.
Non volevo però rimanere troppo in disparte, così mi girai per poter anch'io affondare la lingua fra le chiappe della mia amica, che da vera porca s'infilò dentro l'ano un paio di dita, come per invitarci a seguire il suo esempio.
“Togli questa manaccia !” le disse Carla dandole uno schiaffetto sulla mano, per poi sostituire le dita di Daniela con le sue.
“Senti com'è bagnata la troia !” esclamai poco dopo infilando anch'io un paio di dita nella passera di Daniela “Dai Carla prendi un paio di cazzi finti che ce la scopiamo per bene.”
La padrona di casa afferrò al volo la mia idea, e quasi lanciò sul letto alcuni falli di dimensioni e forme diverse.
“Questo sembra fatto apposta per il tuo culo.” disse Carla a Daniela mentre la sodomizzava con un dildo fatto da diverse sfere della stessa misura.
Ci ritrovammo entrambe a leccare la fica della mia collega, mentre la rossa continuava ad incularla con una foga ben poco femminile.
“Prendine uno e scopala.” mi suggerì Carla indicandomi i giocattoli che aveva preso.
Afferrai un fallo molto realistico, ma soprattutto molto grande, che infilai nella fica di Daniela dopo averlo strusciato contro la mia.
“Stronze che non siete altro, così vengo subito !” urlò Daniela in preda ad un piacere sfrenato.
Carla ed io non l'ascoltammo per nulla, anzi iniziò quasi una gara a chi la scopava con più forza, mentre ci toccavamo senza più alcun ritegno. In quei momenti non desideravo altro che prendere il suo posto e provare lo stesso godimento, e quando la vidi raggiungere l'orgasmo non rallentai neanche per un secondo, anzi aumentai un po' il ritmo facendola urlare dal piacere.
“Cazzo ma sei una furia !” esclamò Carla forse stupita dalla mia aggressività “Ora però perchè non ti dedichi anche a me ?”
Spinsi la rossa sul letto per poi baciarla con tutta la passione che avevo addosso, provando allo stesso tempo un po' di rabbia perchè volevo godere al suo posto, quindi presi il fallo e la penetrai completamente con un solo affondo, soffocando i suoi gemiti con la mia bocca.
“Daniela mettigli qualcosa nel culo, ma che sia bello grosso o questa puttana non lo sente neanche.”
“Che dici questa mazza basta o devo cercarne una più grande.” mi rispose Daniela brandendo un grosso fallo dotato di manico.
“Non so, tu intanto buttaglielo dentro, poi vediamo quanto gode.”
Carla, per nulla spaventata dalle nostre frasi, cercò di portare quanto più possibile i piedi vicino alla testa, in modo da favorire la doppia penetrazione, che però Daniela voleva ritardare il più possibile. Infatti mentre io continuavo a fottere la padrona di casa, anche se senza forzare troppo il ritmo, Daniela iniziò a leccarle il buchetto per poi infilarci un dito, e rincominciare subito dopo ad usare la lingua.
“Basta ti prego.” quasi sussurrò Carla “Così è troppo eccitante.”
“Dimmi che vuoi che ti faccia il culo e fallo bene.” le rispose Daniela stuzzicandole l'ano con un dito.
“Dai fatemi godere....”
“No no così non vale.” disse Daniela poggiando una mano sulla mia per rallentarla “Devi dirlo BENE !”
“Ti prego mettimelo nel culo e fammi godere come una troia, rompimelo in due come meglio credi e fai di me ciò che vuoi.”
“Così va meglio.” le rispose la bionda “Ora vediamo quanto sei davvero troia.”
Daniela poggiò la punta del fallo contro l'ano di Carla, poi ne fece entrare lentamente solo la cappella, ma quando questa fu dentro, spinse la mazza con tutta la sua forza, facendo urlare
la donna dal dolore.
Carla però non le disse di fermarsi, e neanche di rallentare, ma aspettò che tutto quel dolore si trasformasse in piacere, sino a gemere ad ogni nostro affondo.
“Cazzo quanto sei troia !” le disse all'improvviso Daniela “Va bene che all'università l'hai data a tutti, compreso Pescalini che è un vero porco che si porta a casa le ragazze, per farsele con quella gran puttana della moglie. Magari ti sei fatta anche Logiti che però non fotte nessuna perchè non ce la fa più, ma in compenso gli piace guardare mentre qualche bel ragazzo di colore si scopa le sue studentesse vogliose di prendere trenta.”
“Si è vero, solo che Logiti m'ha fatta scopare da due mandrilli che non avevano dei normali cazzi ma due mazze mostruose. Pensa che dopo è venuto non appena glielo toccato, però quei due mi hanno spaccata in due sul serio.”
“Io invece da Pescalini mi sono dovuta leccare la fica della moglie per tutto il tempo che lui mi scopava, non sapendo che il maiale era strafatto di Viagra.” raccontò Daniela quasi per mettersi al pari della collega.
Rimasi sconvolta dal sapere quanti professori, tutte persone rispettate e con un certo nome, scambiassero voti per 'favori sessuali', coinvolgendo le studentesse anche in rapporti a tre., mentre io avevo dovuto sgobbare sui libri per prendere i miei bei voti. Inoltre stavano parlando di due docenti noti per la loro serietà e severità, ma che evidentemente dietro la facciata nascondevano chissà quante perversioni. Allo stesso tempo però ero quasi invidiosa delle avventure delle due ragazze, non sapendo se rimpiangere o meno il fatto d'esser stata una studentessa modello.
Alla fine anche Carla ebbe il suo orgasmo, che fu molto più violento di quello di Daniela, e quasi con un certo imbarazzo mi ritrovai in ginocchio fra le due mie amiche, che non aspettavano altro che mi concedessi a loro.
“Io ho passato tutti gli esami senza darla a nessuno...” dissi quasi cercando il motivo per il quale ero 'diversa' da loro.
“Lo so però adesso ti metti a pecora, e tranquilla che ti scopiamo come si deve anche se all'università sei stata una santa.” mi rispose Carla dandomi un bacio.
Così mi misi carponi, e subito le loro lingue s'impadronirono sia della mia fica che del culo, facendomi eccitare moltissimo in poco tempo. Iniziai a gemere sempre più forte, ma senza avere il coraggio di chiedere qualcosa di più, non sapendo cosa m'avrebbero fatto. Fu Carla a prendere un vibratore e passarmelo più volte lungo lo spacco della fica, sino a quando non la supplicai di scoparmi. Non fu però lei a penetrarmi, ma Daniela che mi sodomizzò con un dildo lungo e sottile, prima che Carla m'infilasse il vibratore nella passera.
“Sii scopatemi sino alla morte !” urlai come a liberarmi di chissà quale peso “Da oggi voglio solo godere senza pensare ad altro.”
“Lo sapevo che dietro quella faccia da santarellina si nascondeva una troia in piena regola.” mi rispose Carla dandomi una piccola pacca sulla chiappa “E stai tranquilla che con me il cazzo lo prenderai a metri, tu e quest’altra gran puttana bionda che già conosco più che bene.”
“Santarellina un corno !” esclamò Daniela prima di lasciar cadere un po' di saliva sopra il mio buchetto “In due anni l'ho vista scopare con uomini e donne senza fari alcun problema. Monica è una che si sarà anche svegliata tardi, ma sta recuperando in fretta !”
Le due continuarono a scoparmi rallentando però ogni volta che m'avvicinavo all'orgasmo, ma quando questo arrivò fu come una vera e propria esplosione di piacere, che mi lasciò esausta sul letto per diversi minuti, senza più forze, capace solo di respirare.
“Perchè non ci racconti di Pescalini e signora, tanto per vedere se anche con te ha fatto il maiale normale o se invece ha fatto qualche numero dei suoi.” chiese Daniela a Carla sedendosi sul letto.
“Solo se dopo racconti anche tu cos'hai combinato con la moglie che so essere una troia non da poco. La palestra che gestisce le serve soprattutto a reclutare bei ragazzi da portarsi a letto, meglio se sono in due.” le rispose la rossa “Inoltre se ci mettiamo a parlare salta la serata fuori, anche se ho visto che possiamo fare a meno degli uomini e godere lo stesso.”
Scoppiai a ridere, subito seguita dalle altre due colleghe, per poi ritrovarci così a parlare delle nostre esperienze senza alcun tabù, fermandoci solo per una veloce pizza e finendo col fare tanto buon sesso quando ci ritrovavamo troppo eccitate.



Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2021-04-27
7 . 2 K
visite
2
voti
valutazione
10
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

L'avvocatessa - cap 12

racconto sucessivo

L'avvocatessa - cap 14
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.