Io, corrotta da mio marito. - 10
di
Ludovica e Luigi
genere
trio
Tre settimane dopo, inevitabilmente, ero fortemente in ansia. Si approssimava il giorno delle mestruazioni. Durante la mia età fertile ero stata puntualissima: mai più di uno/due giorni di ritardo. Stavolta, eravamo al secondo giorno. Ero quasi certa di essere incinta di Conrad: ed una malinconia si prese possesso di me. Con Luigi non avevo rapporti da quella notte a Positano. Non mi cercava, non mi toccava e neanche mi sfiorava a letto. I dialoghi, pressoché inesistenti se non quelli di vita quotidiana: figli, scuola che aveva appena riaperto i battenti, il mio ritorno al lavoro pieno di confronti con i miei colleghi che chiedevano delle mie vacanze in Trentino. Rispondevo vagamente e senza entusiasmo, con generici riferimenti a panorami, bellezze delle città e paesi che avevo visitato. Tutti ravvisarono nei miei racconti una certa tristezza che camuffai per nostalgia. La mia collega più intima mi disse che mi trovava più arrotondata e subito un brivido mi percorse la schiena ed il grembo. La seconda sera del mio rientro in ufficio, il mio capo mi chiamò nella sua stanza dicendomi che era lieto di rivedermi e mi chiese come erano andati il viaggio e le ferie. Gli risposi con frasi di circostanza e cercai di evitare il suo sguardo. Anche lui mi disse che le ferie mi avevano fatto bene notando anche una certa floridezza in viso e nel corpo in genere. Abbassai lo sguardo e lui ne approfitto` per alzarsi dalla poltrona per aggirare la mia sedia e mettersi alle mie spalle. Non avevo alcuna intenzione di sembrargli disponibile, per cui mi alzai per affrontarlo in piedi. Fu sorpreso e cercò di scherzarci su dicendomi, dandomi del tu, che gli avevo quasi distrutto le palle quella volta che gli avevo dato la ginocchiata. Gli replicai che ero disposta a fare lo stesso, adesso e gli intimai di non darmi del "tu", in quanto non ero come le altre alle quali si rivolgeva senza il "signora".
Mi disse, umiliato, che presto o tardi gli avrei detto di sì accettando la sua corte, come quasi tutte in ufficio. Gli dissi che se lo poteva scordare.! Lo salutai freddamente ed uscii. A me lui, a pelle, non piaceva ma tremai al pensiero che Luigi mi avrebbe chiesto se era mai tornato all'assalto dopo quella prima volta che io gli avevo raccontato. Giunsi a casa molto scossa e andai subito in bagno. Quando tirai giù le mutandine per apprestarmi a fare pipi`, notai che erano abbastanza impregnate di umori vaginali. Dovetti ammettere che quel tentativo del mio capo mi aveva causato una certa eccitazione ed il conseguente rilascio di umori vaginali. Lo trovai contraddittorio ma mi detti la spiegazione che ormai dovevo considerarmi una donna sempre prossima alle avventure erotiche e sessuali. Anche col mio capo mi sentivo preda prossima alla cattura.
A letto, poi, ne parlai con mio marito il quale sembrò interessato al racconto tanto che mi chiese dettagli dell'accaduto. Gli riferii esattamente che l'avevo respinto e lui aveva preso a sfiorarmi le gambe. Era chiaro che lo eccitava il racconto e, mentre dettagliavo lo scambio di opinioni che era avvenuto, mi carezzava un seno e cercava di baciarmi. Mi propose che nei successivi giorni, avrei dovuto vestirmi in maniera più provocante e accennare a qualche leggera civetteria nei suoi confronti. Gli chiesi se voleva che diventassi sua amante mentre lui mi faceva scorrere le dita sulle mutandine che sentivo umide. Mi alito` che gli sarebbe piaciuto che il prossimo amante per me fosse lui. Reagii abbracciandolo e ricambiando i baci, assicurandogli che, pur non essendo l'uomo che desideravo, l'avrei accontentato. Mi prese con lussuria e vigore, visitando tutti gli orofizi. Infine mi sborro` in fica. Ci addormentammo abbracciati ed esausti. L'ultimo fotogramma di quella notte fu Conrad ed il mio titolare, sig. Giuseppe. Il mio sonno fu davvero agitato e sognai la mia pancia gonfia che sovrastava la mia vagina aperta e Giuseppe che ridacchiava sardonicamente guardando la mia oscena posa. Sognai di nuotare nel sangue, poi tra flutti di sperma e, dopo, che allattavo al seno. Nel sonno ero diventata madre del bambino di Conrad ma non vedevo alcun bambino attaccato al capezzolo se non , alternativamente, Maria, Giuseppe, Conrad e Luigi. Mi svegliai madida di sudore e sentii un umidore nelle mutandine. Accesi la lampada: Luigi dormiva profondamente; mi portai le mani sulla vagina e le ritrassi bagnate di sangue e sperma. Andai in bagno mi feci il bidet, poi presi un paio di mutandine che usavo durante il ciclo, cercai un pannolino e lo applicai alla vulva. Mi recai in cucina, bevvi dell'acqua mentre calmavo le mie angosce con il sollievo di non essere incinta e, nello stesso tempo, la tristezza di non esserlo di Conrad. A Giuseppe la strada sarebbe stata vietata dalla pillola. Prima di tornare a letto, raccolsi le mutandine tolte prima, da terra, per deporle nel cesto della biancheria. Mi fermai: decisi di posarle sul comodino di Luigi e ritornai a dormire. Non sognai più in quello scorcio di nottata.
Ero in cucina, la mattina dopo, per preparare la colazione, i ragazzi erano pronti per uscire ed andare a scuola. Fecero in piedi colazione e corsero fuori dopo avermi baciata. Restai in piedi a gustare il mio primo caffè quando apparve Luigi: aveva in mano le mie mutandine e mi sorrise dicendomi che era sollevato dal timore che fossi incinta. Si versò il caffè nella tazza e, dopo il primo sorso, mi baciò con tenerezza, in maniera conciliante. Subito dopo, mi ricordo` di telefonare al suo amico ginecologo per prenotare la visita. Fumammo una sigaretta fuori in veranda e mi ricordo` di farmi carina per il mio capo. Lo guardai con remissiva complicità e andai a prepararmi per uscire ed andare in ufficio.
Quella mattina provvidi per fissare l'appuntamento col ginecologo tenendo conto della durata delle mestruazioni. Il giorno intero avevo Giuseppe sempre attorno che mi riempiva di attenzioni. Mi fece i complimenti, con circospezione, per la mia minigonna e gli sorrisi ringraziandolo. Mi chiamò nella sua stanza più volte e si faceva sempre più ardito e sfrontato. Una volta, una carezza sulle guance; la volta dopo, un distratto sfioramento del seno memtre mi passava un documento, la volta successiva una carezza sulle natiche e poi ad infilarmi la mano tra le cosce. A sera, feci in modo di restare sola in ufficio adducendo che dovevo completare un lavoro che facevo solo io. Le mie colleghe nel salutarmi, tutte, mi offrirono di rimanere per farmi compagnia, sapendo delle sue attenzioni per me. Declinai ringraziando. Quella sera avrei aperto a Giuseppe perché il mio Luigi mi stava gettando tra le braccia del mio secondo amante.
Appena tutti furono andati via, andai in bagno sostituii il pannolino, mi diedi una rinfrescata e ravvivai il trucco. Uscii dalla toilette e me lo trovai davanti. Non perse tempo: senza dir nulla mi abbracciò e mi apri` le labbra iniziando a baciarmi con voluttà. Nel mentre mi infilò una mano tra le cosce. Lo bloccai subito dicendogli all'orecchio che ero indisposta. Accentuo` il vigore della stretta afferrando le natiche e strizzandomele con rudezza. Mi accorsi che mi piaceva il modo come mi costringeva a se`scoprendo, in questo, che una leggera violenza mi eccitava. Sentii che i miei umori stessero sgorgando copiosi tra il flusso del sangue ed il pannolino appena cambiato era già pieno. Volevo smettere per riparare di nuovo in bagno. Giusepoe mi dissuase perché mi tenne stretta continuando a baciarmi forsennatamente come non ci fosse un domani. "Mi piaci, mi sei sempre piaciuta da quando ti feci il colloquio di assunzione. Allora eri troppo giovane e mi rassegnai. Ma ti seguivo. Seppi che eri fidanzata e spesso, quando ti veniva a prendere, ed allora ancora non guidavi, vi seguivo ed una volta scoprii che vi appartavate per fare sesso. Una sera ebbi il coraggio e l'insensatezza di scendere dalla mia auto e guardai come ti facevi masturbare e come ricambiavi a lui e sempre finivate con lui che ti sborrava in bocca. Poi mi allontanavo furtivo: mi andò sempre bene. Capii che eri vergine perché non vidi mai che ti scopava. Ti desideravo ogni giorno di più e mi dovevo accontentare di Roberta, di Simona e di Graziella. Tutte sono state mie amanti. Una alla volta poi mi chiesero di smettere perché prossime a sposarsi. Graziella la sverginai io." Ero eccitatissima per la situazione in cui mi trovavo : lui che mi desiderava ed io che ero portata a cedergli per il piacere di Luigi e mio di riflesso. Gli dissi che mio marito non doveva sapere nulla e che non volevo complicazioni sentimentali ne` ricatti. Gli avrei dato tutto da ora in avanti ma senza condizionamenti perché amavo mio marito nonostante la tentazione sua di sedurmi. Quindi miente esclusiva ne` divieti. Di tanto in tanto avrei potuto seguirlo in uno dei suoi brevi viaggi per avere momenti diversi ed evitare di essere sorpresi in ufficio. Anzi doveva limitare i nostri incontri nei locali aziendali e quindi ci saremmo appartati in auto come due amanti clandestini o se fosse possibile avere un luogo dove incontrarci per fare sesso. Tra 10 giorni il mio ginecologo mi darà la pillola, quindi potrò essere libera di scopare senza rischi."
Mi disse di seguirlo nello stanzino segreto dove aveva accolto le mie colleghe da oltre 10 anni. Mi fece entrare e restai stupita da come l'aveva arredato ed attrezzato. In azienda, nessuno a parte le mie colleghe, sapevano di quell'alcova. Uscendo gli dissi che non ci sarei mai entrata. Mi fece il broncio ma mi baciò a lungo. Poi mi propose di scoparmi anche con le mestruazioni. "non stasera; non mi sento a mio agio mentalmente" gli risposi. Poi, audace come la troia che stavo diventando, gli misi le mani sul cazzo e lui capi`. "mi vuoi far godere con la bocca?"
Abbassai il capo e gli risposi: " si, lo voglio". Si liberò rapidamente dei vestiti, restando nudo; anche i calzini tolse (ed apprezzai). Poi mi fece inginocchiare sul divano di fronte a lui che resto` in piedi. Non guardai neanche il cazzo ma, senza esitazioni, chiusi gli occhi e cominciai a leccarlo, poi lo introdussi tutto in bocca. Non era superdotato ma era più grosso che lungo. Sapeva di buono dimostrando attenzione per la pulizia. Mi illanguidi` con frasi di elogio che volevano essere di rispetto al di là che ero una fedifraga (mai, in seguito, mi rivolse parole come troia, puttana, zoccola). Mentre lo stavo accogliendo così intimamente, mi vennero in visione Maria, Conrad e Luigi. Il velo di tristezza non mi distolse dall'attendere il godimento di Giuseppe: ero pronta a conoscere il sapore del mio nuovo amante.
Come concordato, stavo riferendo a Luigi che sua moglie aveva um nuovo amante. Mi prese i capezzoli tra gli indici e pollici delle sue mani e mi anticipo` che non sarei stata solo di Giuseppe. Poi mi scopo`nonostante il flusso.
Domani mi sarei preparata per Giuseppe ma mi chiedevo a chi mi avrebbe affidata e, se, in contemporanea?
Lo seppi dopo circa un mese che già il mio capo mi scopava con soddisfazione venendomi puntualmente in vagina.
segue
Mi disse, umiliato, che presto o tardi gli avrei detto di sì accettando la sua corte, come quasi tutte in ufficio. Gli dissi che se lo poteva scordare.! Lo salutai freddamente ed uscii. A me lui, a pelle, non piaceva ma tremai al pensiero che Luigi mi avrebbe chiesto se era mai tornato all'assalto dopo quella prima volta che io gli avevo raccontato. Giunsi a casa molto scossa e andai subito in bagno. Quando tirai giù le mutandine per apprestarmi a fare pipi`, notai che erano abbastanza impregnate di umori vaginali. Dovetti ammettere che quel tentativo del mio capo mi aveva causato una certa eccitazione ed il conseguente rilascio di umori vaginali. Lo trovai contraddittorio ma mi detti la spiegazione che ormai dovevo considerarmi una donna sempre prossima alle avventure erotiche e sessuali. Anche col mio capo mi sentivo preda prossima alla cattura.
A letto, poi, ne parlai con mio marito il quale sembrò interessato al racconto tanto che mi chiese dettagli dell'accaduto. Gli riferii esattamente che l'avevo respinto e lui aveva preso a sfiorarmi le gambe. Era chiaro che lo eccitava il racconto e, mentre dettagliavo lo scambio di opinioni che era avvenuto, mi carezzava un seno e cercava di baciarmi. Mi propose che nei successivi giorni, avrei dovuto vestirmi in maniera più provocante e accennare a qualche leggera civetteria nei suoi confronti. Gli chiesi se voleva che diventassi sua amante mentre lui mi faceva scorrere le dita sulle mutandine che sentivo umide. Mi alito` che gli sarebbe piaciuto che il prossimo amante per me fosse lui. Reagii abbracciandolo e ricambiando i baci, assicurandogli che, pur non essendo l'uomo che desideravo, l'avrei accontentato. Mi prese con lussuria e vigore, visitando tutti gli orofizi. Infine mi sborro` in fica. Ci addormentammo abbracciati ed esausti. L'ultimo fotogramma di quella notte fu Conrad ed il mio titolare, sig. Giuseppe. Il mio sonno fu davvero agitato e sognai la mia pancia gonfia che sovrastava la mia vagina aperta e Giuseppe che ridacchiava sardonicamente guardando la mia oscena posa. Sognai di nuotare nel sangue, poi tra flutti di sperma e, dopo, che allattavo al seno. Nel sonno ero diventata madre del bambino di Conrad ma non vedevo alcun bambino attaccato al capezzolo se non , alternativamente, Maria, Giuseppe, Conrad e Luigi. Mi svegliai madida di sudore e sentii un umidore nelle mutandine. Accesi la lampada: Luigi dormiva profondamente; mi portai le mani sulla vagina e le ritrassi bagnate di sangue e sperma. Andai in bagno mi feci il bidet, poi presi un paio di mutandine che usavo durante il ciclo, cercai un pannolino e lo applicai alla vulva. Mi recai in cucina, bevvi dell'acqua mentre calmavo le mie angosce con il sollievo di non essere incinta e, nello stesso tempo, la tristezza di non esserlo di Conrad. A Giuseppe la strada sarebbe stata vietata dalla pillola. Prima di tornare a letto, raccolsi le mutandine tolte prima, da terra, per deporle nel cesto della biancheria. Mi fermai: decisi di posarle sul comodino di Luigi e ritornai a dormire. Non sognai più in quello scorcio di nottata.
Ero in cucina, la mattina dopo, per preparare la colazione, i ragazzi erano pronti per uscire ed andare a scuola. Fecero in piedi colazione e corsero fuori dopo avermi baciata. Restai in piedi a gustare il mio primo caffè quando apparve Luigi: aveva in mano le mie mutandine e mi sorrise dicendomi che era sollevato dal timore che fossi incinta. Si versò il caffè nella tazza e, dopo il primo sorso, mi baciò con tenerezza, in maniera conciliante. Subito dopo, mi ricordo` di telefonare al suo amico ginecologo per prenotare la visita. Fumammo una sigaretta fuori in veranda e mi ricordo` di farmi carina per il mio capo. Lo guardai con remissiva complicità e andai a prepararmi per uscire ed andare in ufficio.
Quella mattina provvidi per fissare l'appuntamento col ginecologo tenendo conto della durata delle mestruazioni. Il giorno intero avevo Giuseppe sempre attorno che mi riempiva di attenzioni. Mi fece i complimenti, con circospezione, per la mia minigonna e gli sorrisi ringraziandolo. Mi chiamò nella sua stanza più volte e si faceva sempre più ardito e sfrontato. Una volta, una carezza sulle guance; la volta dopo, un distratto sfioramento del seno memtre mi passava un documento, la volta successiva una carezza sulle natiche e poi ad infilarmi la mano tra le cosce. A sera, feci in modo di restare sola in ufficio adducendo che dovevo completare un lavoro che facevo solo io. Le mie colleghe nel salutarmi, tutte, mi offrirono di rimanere per farmi compagnia, sapendo delle sue attenzioni per me. Declinai ringraziando. Quella sera avrei aperto a Giuseppe perché il mio Luigi mi stava gettando tra le braccia del mio secondo amante.
Appena tutti furono andati via, andai in bagno sostituii il pannolino, mi diedi una rinfrescata e ravvivai il trucco. Uscii dalla toilette e me lo trovai davanti. Non perse tempo: senza dir nulla mi abbracciò e mi apri` le labbra iniziando a baciarmi con voluttà. Nel mentre mi infilò una mano tra le cosce. Lo bloccai subito dicendogli all'orecchio che ero indisposta. Accentuo` il vigore della stretta afferrando le natiche e strizzandomele con rudezza. Mi accorsi che mi piaceva il modo come mi costringeva a se`scoprendo, in questo, che una leggera violenza mi eccitava. Sentii che i miei umori stessero sgorgando copiosi tra il flusso del sangue ed il pannolino appena cambiato era già pieno. Volevo smettere per riparare di nuovo in bagno. Giusepoe mi dissuase perché mi tenne stretta continuando a baciarmi forsennatamente come non ci fosse un domani. "Mi piaci, mi sei sempre piaciuta da quando ti feci il colloquio di assunzione. Allora eri troppo giovane e mi rassegnai. Ma ti seguivo. Seppi che eri fidanzata e spesso, quando ti veniva a prendere, ed allora ancora non guidavi, vi seguivo ed una volta scoprii che vi appartavate per fare sesso. Una sera ebbi il coraggio e l'insensatezza di scendere dalla mia auto e guardai come ti facevi masturbare e come ricambiavi a lui e sempre finivate con lui che ti sborrava in bocca. Poi mi allontanavo furtivo: mi andò sempre bene. Capii che eri vergine perché non vidi mai che ti scopava. Ti desideravo ogni giorno di più e mi dovevo accontentare di Roberta, di Simona e di Graziella. Tutte sono state mie amanti. Una alla volta poi mi chiesero di smettere perché prossime a sposarsi. Graziella la sverginai io." Ero eccitatissima per la situazione in cui mi trovavo : lui che mi desiderava ed io che ero portata a cedergli per il piacere di Luigi e mio di riflesso. Gli dissi che mio marito non doveva sapere nulla e che non volevo complicazioni sentimentali ne` ricatti. Gli avrei dato tutto da ora in avanti ma senza condizionamenti perché amavo mio marito nonostante la tentazione sua di sedurmi. Quindi miente esclusiva ne` divieti. Di tanto in tanto avrei potuto seguirlo in uno dei suoi brevi viaggi per avere momenti diversi ed evitare di essere sorpresi in ufficio. Anzi doveva limitare i nostri incontri nei locali aziendali e quindi ci saremmo appartati in auto come due amanti clandestini o se fosse possibile avere un luogo dove incontrarci per fare sesso. Tra 10 giorni il mio ginecologo mi darà la pillola, quindi potrò essere libera di scopare senza rischi."
Mi disse di seguirlo nello stanzino segreto dove aveva accolto le mie colleghe da oltre 10 anni. Mi fece entrare e restai stupita da come l'aveva arredato ed attrezzato. In azienda, nessuno a parte le mie colleghe, sapevano di quell'alcova. Uscendo gli dissi che non ci sarei mai entrata. Mi fece il broncio ma mi baciò a lungo. Poi mi propose di scoparmi anche con le mestruazioni. "non stasera; non mi sento a mio agio mentalmente" gli risposi. Poi, audace come la troia che stavo diventando, gli misi le mani sul cazzo e lui capi`. "mi vuoi far godere con la bocca?"
Abbassai il capo e gli risposi: " si, lo voglio". Si liberò rapidamente dei vestiti, restando nudo; anche i calzini tolse (ed apprezzai). Poi mi fece inginocchiare sul divano di fronte a lui che resto` in piedi. Non guardai neanche il cazzo ma, senza esitazioni, chiusi gli occhi e cominciai a leccarlo, poi lo introdussi tutto in bocca. Non era superdotato ma era più grosso che lungo. Sapeva di buono dimostrando attenzione per la pulizia. Mi illanguidi` con frasi di elogio che volevano essere di rispetto al di là che ero una fedifraga (mai, in seguito, mi rivolse parole come troia, puttana, zoccola). Mentre lo stavo accogliendo così intimamente, mi vennero in visione Maria, Conrad e Luigi. Il velo di tristezza non mi distolse dall'attendere il godimento di Giuseppe: ero pronta a conoscere il sapore del mio nuovo amante.
Come concordato, stavo riferendo a Luigi che sua moglie aveva um nuovo amante. Mi prese i capezzoli tra gli indici e pollici delle sue mani e mi anticipo` che non sarei stata solo di Giuseppe. Poi mi scopo`nonostante il flusso.
Domani mi sarei preparata per Giuseppe ma mi chiedevo a chi mi avrebbe affidata e, se, in contemporanea?
Lo seppi dopo circa un mese che già il mio capo mi scopava con soddisfazione venendomi puntualmente in vagina.
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