Il percorso del sesso senza limiti 41 (continua)
di
LanA
genere
zoofilia
L’equino spinge fino a quando il cazzo man mano entra sempre più nel mio intestino.
Io godo come una puttana in calore.
Incredibilmente non sono ancora sazia.
Mi sfilo quell’enorme membro, abbasso le gambe più all’indietro, porto nuovamente la cappella di Jack sullo sfintere che pulsava e inizio a spingere con il culo all’insù.
il buco del culo di colpo cede nuovamente, facendo penetrare la cappella nel mio intestino.
“Spingi troia, fattelo entrare tutto nel culo” urla Marta.
Io emetto un urlo frammisto tra dolore e piacere, ma non mi fermo; dopo un attimo di tregua, socchiudo gli occhi e riprendo ad accarezzarmi il clitoride.
Di nuovo inizio a spingere con lentezza verso il cazzone del cavallo.
Centimetro dopo centimetro il membro mi penetra mentre io continuo a sgrillettarmi.
Quell’enorme cazzo entra inesorabilmente nel mio culo, sempre più a fondo.
Il cavallo inizia a muoversi ritmicamente, spingendo il cazzo come un martello pneumatico.
Poi nitrendo e spingendo il cazzo nel culo il cavallo viene, riempiendomi il culo di litri di sperma.
Dal culo, fuoriesce con violenza uno spruzzo di sborra, io mi ritraggo e la sborra mi schizza su tutto il corpo.
Poi, sfinita mi sdraio per terra.
“Sei stata una vera cavalla da monta, adesso ti spalmo per bene la sborra sul corpo” dice Marta.
Marta mi viene vicino, e con le mani spalma la sborra del cavallo sul ventre, le tette, il volto.
Poi si rivolge agli altri, che mentre assistevano avevano raggiunto numerosi orgasmi ad essere penetrate in ogni buco. Erano anche loro pieni di sborra umana.
“Venite che dobbiamo ripulire questa troia, pisciatele addosso, ma non sulla faccia, quella è riservata a me” da istruzioni ai presenti.
Allora tutti e quattro si portano sopra di me, sdraiata per terra, e mi pisciano addosso
Poi Marta si mette a cavallo del mio volto.
CONTINUA ...
Io godo come una puttana in calore.
Incredibilmente non sono ancora sazia.
Mi sfilo quell’enorme membro, abbasso le gambe più all’indietro, porto nuovamente la cappella di Jack sullo sfintere che pulsava e inizio a spingere con il culo all’insù.
il buco del culo di colpo cede nuovamente, facendo penetrare la cappella nel mio intestino.
“Spingi troia, fattelo entrare tutto nel culo” urla Marta.
Io emetto un urlo frammisto tra dolore e piacere, ma non mi fermo; dopo un attimo di tregua, socchiudo gli occhi e riprendo ad accarezzarmi il clitoride.
Di nuovo inizio a spingere con lentezza verso il cazzone del cavallo.
Centimetro dopo centimetro il membro mi penetra mentre io continuo a sgrillettarmi.
Quell’enorme cazzo entra inesorabilmente nel mio culo, sempre più a fondo.
Il cavallo inizia a muoversi ritmicamente, spingendo il cazzo come un martello pneumatico.
Poi nitrendo e spingendo il cazzo nel culo il cavallo viene, riempiendomi il culo di litri di sperma.
Dal culo, fuoriesce con violenza uno spruzzo di sborra, io mi ritraggo e la sborra mi schizza su tutto il corpo.
Poi, sfinita mi sdraio per terra.
“Sei stata una vera cavalla da monta, adesso ti spalmo per bene la sborra sul corpo” dice Marta.
Marta mi viene vicino, e con le mani spalma la sborra del cavallo sul ventre, le tette, il volto.
Poi si rivolge agli altri, che mentre assistevano avevano raggiunto numerosi orgasmi ad essere penetrate in ogni buco. Erano anche loro pieni di sborra umana.
“Venite che dobbiamo ripulire questa troia, pisciatele addosso, ma non sulla faccia, quella è riservata a me” da istruzioni ai presenti.
Allora tutti e quattro si portano sopra di me, sdraiata per terra, e mi pisciano addosso
Poi Marta si mette a cavallo del mio volto.
CONTINUA ...
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