Tra le macerie

di
genere
dominazione

Sono arrivata al parcheggio, forse non era quello che dicevi tu ma ti vedo arrivare pochi minuti dopo. Salgo in macchina dopo aver recuperato lo zaino, ho portato le solite cose, i miei stivali, quelli neri di pelle, alti sopra il ginocchio e con il tacco a spillo da dodici centimetri, ho anche i birilli, i miei cazzi finti, tutti e due quelli grandi. Salita in macchina parti, non so nemmeno dove mi stai portando, non che conti molto, purtroppo hai dovuto trovare un posto dove poterci vedere, nessuno dei due era libero.
Arriviamo alla casa che hai appena comprato, è un cantiere aperto, non c'è nulla a parte le macerie la polvere e i calcinacci. Mi fai sistemare in quella che sarà la tua camera da letto, al centro ci sono due sedie messe a caso, ci appoggio lo zaino e la borsa poi mi giro verso di te. So benissimo cosa devo fare, mi abbasso sulle ginocchia mentre tu ti slacci i pantaloni abbassi i boxer e tiri fuori il tuo cazzo. Lo prendo tra le labbra e inizio a succhiarlo, tu mi metti una mano sulla testa e inizi a dare tu il tempo del mio pompino. Ho gli occhi sollevati in modo da guardarti mentre le labbra scivolano sulla pelle rugosa del tuo cazzo. Lo lecco e lo assaporo fino a fartelo indurire per bene. Mi rialzo e cerco un posto dove appoggiarmi, un muro ricoperto di polvere, mi abbasso i jeans e slip, mani e faccia contro il muro e so già che il tuo cazzo sta per aprirmi il culo. Lo sento mentre lo spingi dentro, non che ti ci voglia molto, mi hai allenato il culo apposta per poter incassare il tuo cazzo completamente a freddo. Oltre a scoparmi decidi anche di impalarmi. Tiri fuori il cazzo e lo ributti dentro con un colpo secco, violento, costringendomi a contare mentre mi lascio senza fiato.
Hai poco tempo per usarmi quindi non hai voglia di andarci piano, spingi il tuo cazzo nel mio culo fino in fondo, lo sento arrivare allo stomaco, mentre mi sodomizzi mi prendi a schiaffi le natiche per farle arrossare. Mi viene istintivo urlare e gemere ma tu vuoi che io stia zitta, vuoi solo che io incassi il tuo cazzo senza dire nulla. Solo quando mi senti con le gambe che iniziano a cedere ti fermi ed esci da me. Mi ordini di indossare gli stivali e di tirare fuori il seno. Ho indossato una maglia color verde acqua molto scollata, non devo nemmeno toglierla per far uscire il mio seno abbondante. Tolgo solo i pantaloni e gli slip e indosso gli stivali mentre tu ti siedi sulla sedia. Mi fai mettere in ginocchio davanti a te, ai tuoi piedi e li sollevi uno ad uno per farteli pulire dalla mia bocca. Succhio le tue dita, passo la lingua anche tra le dita, le prendo tra le labbra e le spompino anche un po', quando ho finito ti faccio indossare anche i tuoi stivali, sono uguali ai miei identici. Ancora una volta usi la mia bocca per pulire, passo la lingua sulla pelle nera dei tuoi stivali, pulisco anche la suola per bene come piace a te, poi chiudo le labbra attorno al tacco a spillo facendolo scivolare dentro la mia bocca. Con i tuoi stivali indosso sempre seduto sulla sedia, mi fai mettere per terra a quattro zampe con il culo rivolto verso di te. Inizi a schiaffeggiarmi, lo fai con forza per arrossarmi il culo il più possibile, ovviamente mentre lo fai io conto.
Poi recuperi il mio cazzo finto quello rosa, ci metti su un po' di vaselina e me lo spingi nel culo, ancora una volta con violenza costringendomi quasi a godere tanto da togliermi il fiato. Finito con il culo me lo infili nella figa, sempre senza nessun preavviso, senza delicatezza, solo con violenza. Devo ricordarmi che ogni volta che provo un orgasmo devo ringraziarti Padrone, forse ogni tanto mi sono dimenticata, per questo mi schiaffeggi con violenza anche il seno, lo fai anche usando i tacchi a spillo dei tuoi stivali, me li premi contro i capezzoli gonfi e sporgenti e mi guardi soffrire sotto le tue torture.
Quando sei soddisfatto ti alzi, con gli stivali sei di nuovo più alto di me. Mi fai rimettere contro il muro di nuovo con la faccia e le mani appoggiate alla parte, ma questa volta il tuo cazzo entra nella mia figa, come sempre bagnata, gronda umori che colano lungo le mie cosce e adesso anche sul tuo cazzo. Inizi a scoparmi sento la polvere entrarmi nelle narici mentre respiro faticosamente e affannosamente, cerco di non fare troppo rumore ma mi è quasi impossibile mentre il tuo cazzo entra ed esce con forti spinte anche singole dentro di me. Mi sento sbattere e mentre continui a scoparmi a tuo piacimento schiaffeggi sia il mio culo che il mio seno, mi porti velocemente allo stremo, del resto lo sapevo già che avremmo avuto poco tempo. Esci da me e torni a sederti sulla sedia, mi fai nuovamente avvicinare sempre come tua cagna, acquattata prendi la mia mano e la porti sul tuo cazzo ordinandomi di farti una sega. Lo sai quanto mi piace fartele, ti abbassi solo un attimo per baciarmi prima di tornare ad allontanarti.
Sembri soddisfatto e vedo che ti alzi per un momento sparisci, quando ti vedo tornare hai in mano un contenitore di plastica, probabilmente lo usi per i lavori nella casa: "Voglio che godi e pisci, basta che non ti appoggi"
Mi sistemo sopra il recipiente mentre tu ti siedi davanti a me per guardarmi meglio, sono abbassata il più possibile restando in equilibrio sulle punte, tengo le grandi labbra della mia figa aperte con le mani così che tu possa vedere bene i miei schizzi che arrivano subito, senti il rumore del mio orgasmo e del mio piscio che entra nella planstica del recipiente e mi guardi fino alla fine.
"Dove vuoi che ti vengo?"
Mi rimetto ai tuoi piedi, sollevando per bene il seno tra le mani e lascio che per oggi la tua sborra mi riempa il seno, la sento calda e abbondante, mi ricopri completamente e con un seno grande come il mio non è facile o scontato.
E' arrivato il momento di ripulirsi e rivestirsi, un po' impolverata raccolgo le mie cose dopo essermi rivestita, mi riporterai alla mia macchina, anche se per poco spero di averti servito bene Padrone.
scritto il
2021-07-26
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