Una coppia affiatata
di
Infoiato coi calzini
genere
feticismo
Lei era in piedi davanti a me e addosso aveva soltanto dei gambaletti di nylon e i sandali alla schiava coi tacchi alti. Sandali "alla schiava" o "da schiava". Dalle ginocchia in su era nuda e ammiravo il suo inguine depilato e bianchissimo e le sue grosse mammelle che le pendevano dal petto gonfie e piene. Il reggiseno gliele teneva su ferme, ma quando se lo toglieva le ciondolavano meravigliosamente e vibravano ad ogni mossa. I suoi capezzoli erano larghi e le poppone belle piene nel lato inferiore. Mi guardava torva e infoiata, poi abbassò lo sguardo. Fissava il mio inguine. Mi resi conto di avere una colossane erezione. Indossavo solo un paio di gambaletti neri, come piaceva a lei, che fissava i miei testicoli pelosi e la mia mazza eretta. I miei genitali pelosi, bestiali e naturali, pieni di sangue e i miei piedi coperti dai calzini. Anch'io guardai i suoi piedi. Erano fasciati dal nylon e distesi per i tacchi che portava, legati dal laccio dei sandali che finiva sopra al polpaccio, al pari dei suoi gambaletti di nylon. Anche lei mostrava il contrasto tra il grosso paio di mammelle piene naturali e i piedi fasciati in gambaletti e sandali. Fece qualche passo verso di me facendo risuonare i tacchi in tutta la stanza e lasciando oscillare le proprie poppe. Mi accarezzò le cosce e si inginocchiò per leccarmi le caviglie e i calzini. Leccò le mie gambe mentre accarezzava i miei piedi tirando la stoffa dei calzini. Io afferrai il mio cazzo e presi a masturbarmi, allora si rialzò quel tanto che bastò per infilarselo in bocca. Se lo infilò tutto in bocca fino ai coglioni, poi rialzò la testa per ciucciarmi il glande, mentre le sue mani accarezzavano i miei testicoli. La guardavo succhiare. Improvvisamente smise e si alzò sorridendomi e andò a sdraiarsi sul letto. Io la fissavo in piedi in mezzo alla stanza con il cazzo duro come il marmo. Si mise al centro del letto con le gambe spalancate, i tacchi piantati nel materasso e le poppone che le scivolavano ai lati del petto, mostrandomi la sua fica umida e aperta. Mi sdraiai subito su di lei penetrandola e cominciando a spingere. Senza pensare, solo istinto animale. Il mio cazzo non si dovette fare strada dentro di lei, la fica era già fradicia e spalancata. lo infilai subito fino alle palle, salivo e scendevo su di lei e ansimavamo. Abbracciandola, io ero sdraiato sulle sue poppone e accolto tra le sue cosce spalancate, mentre la sua bocca schiusa mandava dei gemiti di estasi. Sventolava i suoi piedi in alto avvolti nel nylon. Mi sussurrò: "Vuoi che mi giri?"
"Sì, girati, voglio prenderti da dietro"
Si mise a quattro zampe e e le sue grosse mammelle cominciarono a penzolare. Erano grosse come quelle di una mucca e ciondolavano dal suo petto piene e turgide come quando era in piedi. Le presi i fianchi e ricevette il mio grosso cazzo dentro il suo ventre. Cominciai a dare spinte vigorose che le facevano sobbalzare le poppone. Le dissi: "Ti sfondo! Lo senti quanto ce l'ho lungo?"
"Oh sì, quanto è grosso! Dammelo"
"Prendilo tutto! Prendilo tutto dentro!"
"Sì, dammelo dentro, sono la tua mucca!"
Quando lo disse, infoiato come un animale, presi a spingere ancora violentemente, come un toro alla monta. Eravamo due animali in calore che si accoppiavano selvaggiamente, con i gambaletti e lei i sandali alla schiava. I tacchi alti e le mammelle che ciondolano, ingroppata da una bestia.
"Sei una vacca! Una vacca sfondata!"
"Sì, sono la tua vacca! Montami! Montami come un toro fa con la sua vacca!"
"Ti ingravido, vacca! Ti ingravido!"
Lei urlò: "Vienimi dentro!" Lo urlò come per far sapere a tutto il vicinato che lei era la mia vacca e la potevo montare solo io.
Dopo ancora poche spinte frenetiche svuotai totalmente i miei coglioni dentro di lei e mi chinai sfinito sulla sua schiena, ansimando. Lei appoggiò il viso sul cuscino. Quando lo sfilai, vidi il mio cazzo rosso, umido e lo sentii pesante. Qualche goccia cadde dal mio cazzo sui suoi gambaletti di nylon.
"Sì, girati, voglio prenderti da dietro"
Si mise a quattro zampe e e le sue grosse mammelle cominciarono a penzolare. Erano grosse come quelle di una mucca e ciondolavano dal suo petto piene e turgide come quando era in piedi. Le presi i fianchi e ricevette il mio grosso cazzo dentro il suo ventre. Cominciai a dare spinte vigorose che le facevano sobbalzare le poppone. Le dissi: "Ti sfondo! Lo senti quanto ce l'ho lungo?"
"Oh sì, quanto è grosso! Dammelo"
"Prendilo tutto! Prendilo tutto dentro!"
"Sì, dammelo dentro, sono la tua mucca!"
Quando lo disse, infoiato come un animale, presi a spingere ancora violentemente, come un toro alla monta. Eravamo due animali in calore che si accoppiavano selvaggiamente, con i gambaletti e lei i sandali alla schiava. I tacchi alti e le mammelle che ciondolano, ingroppata da una bestia.
"Sei una vacca! Una vacca sfondata!"
"Sì, sono la tua vacca! Montami! Montami come un toro fa con la sua vacca!"
"Ti ingravido, vacca! Ti ingravido!"
Lei urlò: "Vienimi dentro!" Lo urlò come per far sapere a tutto il vicinato che lei era la mia vacca e la potevo montare solo io.
Dopo ancora poche spinte frenetiche svuotai totalmente i miei coglioni dentro di lei e mi chinai sfinito sulla sua schiena, ansimando. Lei appoggiò il viso sul cuscino. Quando lo sfilai, vidi il mio cazzo rosso, umido e lo sentii pesante. Qualche goccia cadde dal mio cazzo sui suoi gambaletti di nylon.
2
voti
voti
valutazione
5
5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
I piedi di Giulia
Commenti dei lettori al racconto erotico