I piedi di Giulia 3

di
genere
feticismo

Mi decisi e li presi in mano, pensando: 'Tanto se scopro di essere bisessuale che problema c'è?'
Le sorrisi e la ringraziai. Mi sedetti sul divano e mi bloccai un attimo, chiedendomi se dovevo togliermi i calzini per provare i sandali oppure no. Giulia la sera prima li aveva messi proprio con dei calzini bianchi.
La guardai e le chiesi: "Ma li tolgo i calzini?"
"Ma no, lasciateli!"
"Va bene" dissi, con un filo di voce. Mi stavo mettendo dei sandali neri su dei calzini bianchi alla caviglia, con dei pantaloncini jeans cortissimi. Mi eccitava anche solo l'idea.
Già quando mi misi il sandalo destro mi sentii le gambe perfette e lunghissime, cosa che non credo di avere. Però facevo una gran figura.
Giulia iniziò a raccontarmi dell'aperitivo della sera prima. Io non la guardavo, intenta ad allacciarmi i sandali, ma sentivo che lei guardava me.
Quando finii di indossarli, mi guardai le gambe e contemporaneamente mi sentii oscena e sensualissima. Non ero più in imbarazzo.
Ormai ero davanti alla mia coinquilina con le gambe nude, i calzini bianchi e dei sandali neri con i tacchi alti... ormai avevo passato il confine dell'imbarazzo!
Sorrise e disse: "Ti stanno benissimo"
"Sono molto belli" Le dissi, accavallando le gambe.
Si avvicinò e disse: "Poi, l'allacciatura così a me piace tantissimo" E, per indicare il nastro, mi sfiorò il piede con l'indice. Lei sorrise e io trattenni il fiato.
In quel momento, suonò il campanello. "E' Irene! Così la conosci!" e corse fuori dalla stanza a aprire la porta.
Io mi guardai le gambe e decisi di tenere indosso i sandali. Mi alzai e andai nell'ingresso. Mentre camminavo mi sentivo una modella.
Giulia aspettava davanti alla porta aperta e salutò la sua amica con un sorriso felice. Irene entrò in casa. Era una bella ragazza molto formosa con dei capelli castani mossi, lunghissimi.
Giulia e Irene si salutarono baciandosi sulle guance, poi Irene si girò verso di me tendendomi la mano e ci presentammo. Sembrava allegra, con un simpatico accento aretino.
"Dai vieni in cucina, ci sediamo. Vuoi qualcosa?"
"Sì, un bicchiere d'acqua, grazie" rispose.
Rimasi in piedi nel corridoio e lasciai che entrassero in cucina, chiedendomi se ero invitata a quell'incontro.
Poi, improvvisamente, sentii Irene sussurrare a Giulia: "Che sventola la tua coinquilina! Con i tacchi di sabato mattina"
Mi sentii in imbarazzo di nuovo. Come se mi avesse vista nuda. Nella mia intimità.
Mi resi conto che con Giulia, ora, mi sembrava normale farmi vedere con i sandali coi tacchi e i calzini bianchi, ma quella era una cosa nostra. Con Irene no. Sentivo così.
Poi sentii Giulia chiamarmi, e mi dimenticai di tutto. Giulia mi voleva vicina. Andai subito in cucina da loro e ci sedemmo insieme al tavolo.
Irene era simpaticissima. Dopo poco che scherzavamo tra noi, ogni pensiero era passato, e anche l'imbarazzo. E ogni volta che guardavo Giulia, mi scaldavo.
Dopo un'oretta, Irene decise di andare. Ci salutammo con dei baci sulle guance e mi salutò dicendo: "Ciao, bella!" Anche Giulia la baciò sulle guance e lei uscì di casa.
Quando rimanemmo da sole nell'ingresso, ci sorridemmo: "E' simpatica vero? A me fa troppo ridere!"
"Sì, mi è piaciuta!"
"Sono contenta, magari una sera usciamo insieme" disse, andando verso camera sua.
Io rientrai in camera mia, senza pensieri, aspettando e guardandomi le gambe. Mi misi davanti allo specchio, a guardarmi nella mia nuova mise. Poco dopo sentii il rumore dei passi di Giulia, che stava venendo da me.
Me la vidi davanti vestita da casa come era prima, con la maglietta e i pantaloncini, con i calzini rossi alla caviglia, ma con indosso le decolleté nere. Le sue gambe perfette era lunghe e atletiche, praticamente tutte nude. Quei calzini rossi alla calviglia e i tacchi mi facevano impazzire.
Ci guardammo negli occhi in silenzio e ci avvicinammo, accarezzandoci le braccia e le spalle. E Giulia mi baciò, teneramente, con le sue labbra morbide. Ci guardammo e ci baciammo di nuovo, più appassionate, accarezzando le nostre lingue con la lingua. Mi tolse la maglietta e il reggiseno e cominciò a baciarmi ovunque, finché non si chinò e mi calò bruscamente pantaloncini e mutante.
Mi trovai finalmente in piedi davanti a lei, nuda con indosso soltato calzini e sandali. Ciò che avevo sognato fino a quel momento, senza ammetterlo, ora finalmente si avverava, e mi sentivo totalmente sua, amata e protetta.
Mi fece divaricare le gambe e cominciò un bacio alla francese molto intimo, mentre mi accarezzava le cosce. Io le presi la testa giocando con i suoi capelli. Poi le sue mani scivolarono più in basso, sui miei piedi.
Giulia si rialzò improvvisamente e la aiutai a spogliarsi, tranne calzini e decolleté. La avevo davanti in tutta la sua bellezza, con il suo seno perfetto, gli addominali scolpiti e le gambe atletiche. Una dea.
Guardai verso lo specchio sorridente, per vederci abbracciate e pensai che eravamo bellissime, con i capelli sciolti, le nostre gambe lunghe e sensuali, nude sui tacchi, con i piedini avvolti dai calzini. Giulia si accorse che guardavo la nostra immagine riflessa, sorrise e mi prese per mano, portandomi sul divano. Il rumore dei tacchi quando camminavamo!
Mi sdraiai e lei si sdraiò sopra di me. Spalancai le gambe e incrociammo le nostre gambe tra noi. Lei mi afferrò le tette e io afferrai le sue e strizzai i suoi capezzoli, così lei mi prese per una caviglia e cominciò a leccarmi un piede attraverso il calzino e i lacci del sandalo, mentre si strusciava su di me sempre più velocemente.
Iniziò a gemere, poi a gemere più acutamente, finché non lanciò un urlo di estasi. Tra le gambe divenne caldissima e sentii come una cascata, che scaldò anche me, mi fece rabbrividire e improvvisamente mi fece urlare.
Lei, esausta, si sdraiò sul divano sul lato opposto al mio. Rimanemmo sdraiate così, col fiatone, in silenzio, con le gambe divaricate. Ancora completamente bagnate, con le labbra aperte. Giulia.
scritto il
2024-06-22
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