I piedi di Giulia 2

di
genere
feticismo

Dopo quell'episodio, continuai a chiedermi se non fossi quantomeno bisessuale, se non un po' lesbica.
Ero in cucina a lavare le stoviglie con cui avevo pranzato, quando entrò in cucina Giulia. Io la sentii entrare, ma non mi girai e continuai a guardare in basso verso il lavandino, intenta a rigovernare. Quando lei si avvicinò a me per prendere un bicchiere dalla credenza, entrò nelle mia visuale dalla vita in giù.
Mi si mozzò il fiato quando vidi le sue lunghe gambe in dei jeans blu attillati. Ma quello che veramente mi fece sobbalzare, fu vedere i suoi piedi fini e eleganti in dei calzini bianchi e sandali neri col tacco alto.
I lacci dei sandali si incrociavano sul dorso dei piedi e poi intorno alle caviglie, dove finivano con un fiocco, poco sotto al bordo dei calzini. Quei calzini sembravano morbidissimi, su quei piedini affusolati.
Alzai lo sguardo, e vidi che sopra aveva una maglietta nera elasticizzata. Mi guardò sorridente e io, cercando di riprendermi, le chiesi, con un filo di voce:
"Dove vai?"
"Vado a studiare all'università"
Mi chiesi quanti cazzi avrebbe fatto drizzare in bliblioteca andando a studiare con quei tacchi, i calzini e i jeans attillati che le evidenziavano quelle gambe perfette e quei glutei sodi.
Poi continuò: "E dopo andiamo a un aperitivo con quell'altro"
'Quell'altro' è il modo scherzoso con cui chiama il suo fidanzato.
Il suo fidanzatino che se la scopa nudo con i calzini, anzi, che la "riempie di sperma", come gli aveva detto lei. Mi sentii gelosa. Io spero che lui si renda conto della fortuna che ha, a stare con una ragazza come lei, oltretutto bella e col suo stesso feticismo.
Mentre lavavo i piatti, non totalmente cosciente di dove ero, lei si era avvicinata al divano. Me ne resi conto quando sentii la sua voce che diceva:
"Ti piacciono questi sandali?"
Mi girai incredula di quello che mi aveva chiesto. Abbassai lo sguardo e mi gustai la vista delle sue gambe lunghe e dritte che finivano in quei piedini avvolti dai calzini bianchi e dai lacci dei sandali. Non so come feci a non arrossire, ma forse arrossii.
Feci un sorriso imbarazzato e le dissi di sì.
Poi la guardai negli occhi, per distogliere l'attenzione da quei piedi. Lei stava sorridendo e mi disse: "Grazie! Li ho presi ieri. Sono anche comodi. Secondo me ti starebbero bene"
Queste ultime parole mi mozzarono il fiato di nuovo.
"Domani te li provi!" E uscì dalla stanza camminando come una modella, leggera e bellissima, con quel rumore dei tacchi che faceva l'eco nella stanza.
Quando mi rimisi a rigovernare, mi resi conto che mi tremavano le mani.
scritto il
2023-05-12
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