Il mistero delle origini: il Vaso di Pandora parte 2

di
genere
pulp

II- IL SENTIERO DEI SOGNI SCURI
AMY
“Dunque, questa tizia dice di avere risvegliato Lilith in cambio di un favore. Averla tutta per se per un periodo indefinito per suo sollazzo personale” spiega Amy “Un suo giocattolo sessuale, in pratica”
“Ok, quindi, su Zena?” chiede Valerio
“Aspetta che ci arrivo che ho un mal di testa che non ti dico… E’ stato come avere un orgasmo, senza però godere.. Posso avere un po'’ di quel te speciale, Akim..? Grazie… Ecco, si diceva.. mmmm, ecco sì.. Lilith cerca il Vaso di Pandora ma non so perché. Lilith ha chiesto un cambio .. sì l’ho detto ma, Lilith, invece di offrire sé stessa, vende Zena a questa tizia” gli sguardi si spostano verso Zena che li osserva con aria perplessa
“Ma questa tizia chi è?” chiede Roberta “Te l’ha detto il nome?”
“Eh no ma, mi ha detto un sacco di cose.. Tra tutto ha detto di essere la madre di tremila figlie e di tutti i fiumi del Mondo”
“Una titanide” dice Akim con voce cupa “Forse moglie di Oceano?”
“Sì, la conosci?”
“Teti”
“Uh” fa Roberta “E come ci è finita negli Inferi?”
“Come sai che erano gli Inferi?” chiede Valerio
“L’albero dell’Odio che cresce in riva dello Stige” risponde Roberta
“Diciamo che, da quando Ade e Proserpina hanno lasciato l’Ade, quello che è rimasto è stato lotizzato” spiega Akim
“Non pensavo potesse accadere” commenta Valerio “E’ uno scherzo, vero?”
“Certo che sì” sorride Akim “Ma la storia dell’albero è vera. Quell’albero cresce solo in riva allo Stige. E’ lì che vi ha preso dimora Teti, per stare accanto alla salma del marito Oceano”
“Ok. Però, non abbiamo appurato che Zena è collegata a me” dice Valerio “Avete trovato il collegamento tra lei e Lilith ma, niente tra me e lei”
“Ci vuole tempo” dice Amy “Questi collegamenti sono snervanti e…. Snervano… E… Ho bisogno di ..” Amy si alza, barcolla, si aggrappa ai bordi del tavolo
“Amy” Valerio ed Akim scattano prima ancora che Amy crolli all’indietro battendo la testa “Amy svegliati”
Akim le poggia la mano destra sulla fronte “Scotta leggermente. Aiutami a sollevarla”
L’adagiano su un divano. Akim le toglie l’accappatoio, lasciandola nuda. Afferra una coperta e la ricopre “Vado a preparare qualcosa”
“E’ in contatto” dice Roberta “Guarda come muove le palpebre”
“Credete sia finita ancora da Teti?” chiede preoccupato Valerio

Per e Meda
“Quindi, chi sono questi tizi armati?” chiede Meda guardando il marito “Da dove saltano fuori?”
“Ho fatto ingrandire le immagini e sono riuscito ad isolare un simbolo” spiega il capitano “Un marchio templare, una croce con al centro un teschio nero”
“Non ricordo di avere mai visto un simbolo del genere nei templari”
“Perché non esiste”
“Allora da dove deriva? Cosa dice Euriale? O Steno?”
“Steno non sappiamo dove sia. Euriale non ha idea di cosa sia”
“Sono andati sul sicuro. Sapevano come muoversi. Sono atterrati sull’isola senza finire risucchiati dalle correnti ascensionali che gravitano attorno. Hanno recuperato Calibos”
“Loro cercavano il Vaso, sono sicuro. Appena scesi, l’uomo con la maschera di teschio, ha mandato dei soldati verso la torre di Medusa. Quindi, il loro primo obbiettivo era il Vaso. O la Custode. O entrambi. Poi ha sguinzagliato il resto dei mercenari sull’isola e sono tornati con Calibos. Non so ma, anche a distanza, mi è parso che il comandante, trattasse quella statua con timore reverenziale”
“Ed Euriale non sa nulla di quegli uomini?” Meda rotola sul petto di lui. Lo abbraccia, cerca i suoi baci “E’ tutto così confuso e complicato” avverte l’erezione di lui, sorride, si baciano ancora “Tenebre distorte e confuse”
“Troppe domande. Chi ha aperto la tomba di Lilith? Chi ha tolto la pietrificazione della Custode? E perché ha diviso il Vaso in 12 pezzi? E questi templari moderni? Chi sono e perché hanno portato via Calibos?” Per scuote la testa, afferra il volto di Meda, rotola su di lei. Piano, mentre la osserva, entra dentro di lei. Meda, geme appena, quasi con sorpresa, il piacere che nasce nel ventre. Le gambe si agganciano dietro la schiena, lo trattengono, lo aiutano a muoversi fluido dentro di lei.
Per ora, solo loro due.


Medusa
Medusa seduta con i piedi intrecciati su un tavolino. Sfoglia un libro. Attorno a sé ne ha diversi, di vario genere. Per la osserva da dietro le sbarre che le due sorelle, Euriale e Steno, hanno fatto installare “Sai, è incredibile come le cose si siano evolute in mia assenza” dice dopo un po'’. La sua voce è un sibilo tagliente. La massa di capelli prende a fluttuare trasformandosi in serpi verdi “La scoperta di nuove terre, la rivoluzione industriale, la conquista dello spazio. Dei soppiantati da star dello spettacolo. E le armi, terribili e letali” sospira “Non trovi anche tu che, queste nuove armi siano alquanto impersonali? Premi un grilletti, schiacci un bottone, non vedi chi hai davanti, solo un bersaglio di paglia impersonale. Non hai coscienza, non provi nulla, come un piede che calpesta un formicaio. Neanche il gusto di guardarlo negli occhi e vedere la paura che gli scivola addosso come una veste” scatta in piedi e guarda verso Per e Meda, immobili. I suoi occhi che si aprono e rivelano le iridi gialle al di sotto. La lingua biforcuta che saetta attraverso la bocca irta di zanne. Le serpi che si attorcigliano e sputano veleno. Per e Meda non muovono un muscolo “Già. Altri tempi” si avvicina alle sbarre ancheggiando, sinuosa, sensuale. Il volto prende una forma più femminile, la pelle diventa più rosea, i capelli tornano ad essere lunghi e neri “Ma che bella coppia che siete diventati: Perseo e Andromeda. Siete famosi. Siamo famosi. La storia ci cita come Miti, ci ignora. Ha reso voi eroi e io il mostro da uccidere e odiare. Sei diverso da quel ragazzetto impaurito naufragato sulla nostra isola. Mi domando se ora, saresti in grado di affrontarmi come un vero guerriero, invece di nasconderti dietro la superficie di uno specchio”
“Abbiamo delle domande per te” dice Per “E ci aspettiamo delle risposte”
“Uh, che tono serio” sposta lo sguardo verso Meda “Due faccione serie. Se non rispondo cosa fate? Mi mettete in castigo?”
“Potremmo staccarti la testa” replica Meda
“Uh, paura” scimmiotta la Gorgona. Incrocia le braccia al petto “Fuori il rospo”
“Il Vaso di Pandora” dice Per
“Lasciatelo dov’è” risponde Medusa
“Troppo tardi. Qualcuno è arrivato prima” risponde Per
“E ha tolto la pietrificazione alla Custode” aggiunge Meda “Ne sai qualcosa?”
“Come? Cosa? .. Io, come diavolo faccio a saperlo? Nel caso non ve ne foste accorti” si porta una mano al collo “Sono stata assente negli ultimi secoli”
Per fruga nella tasca, traendone un cellulare. Cerca l’immagine giusta e la mostra a Medusa “Hai mai visto un simbolo del genere, in passato?”
“No”
“Guarda bene”
“Ho detto no”
“Sappiamo che la cripta dove era nascosto il Vaso e la sua Custode, erano ben nascosti. Persino le tue sorelle non sapevano esattamente dove fosse. Eppure, poche settimane fa, degli uomini sono arrivati sull’isola in cerca del vaso, non trovandolo ma, portandosi via la statua di Calibos”
“Tzè” replica Medusa “I gusti son gusti. Chissà cosa dirà Lilith”
“Sparita anche lei” risponde Meda
“Ma che diavolo!”
“Lilith è scomparsa. La Custode del Vaso è scomparsa. Il Vaso stesso è scomparso” enumera Meda “E, ci sono questi tizi che non si sa perché, si sono portati via Calibos. Anche se non era quello il loro obbiettivo primario”
“Il vaso era una delle molte ossessioni di lilith. Lei e Calibos lo volevano tutto per se. Ma, le mie due sorelle glielo impedirono e li bloccarono sull’isola. Calibos venne trasformato in pietra e Lilith, che era immune a qualsiasi cosa, venne imprigionata in una tomba” spiega Medusa “La Custode non è stata pietrificata mediante mio sguardo. Fu utilizzato un incantesimo che la trasformò in una specie di Gargoyle. Se qualcuno si avvicinava al Vaso senza permesso, lei si svegliava e attaccava”
“Di bene in meglio” commenta Per “Questa storia si fa ingarbugliata”
“Quindi Lilith si sveglia e la Custode si attiva?” chiede Per
“No. Credo che Lilith si sia svegliata molto tempo dopo, altrimenti si sarebbe portato dietro quel Calibos” dice Medusa
“MA che casino” commenta Meda “Allora, chi l’ha svegliata e portata via?”
“Un sacerdote molto potente. O una divinità” risponde Medusa
“E il Vaso?” chiede Per
“Come ho detto prima” dice Medusa toccandosi il collo “Sono stata impegnata”



Amy Sogno oscuro
Una strada al buio. Un lampione sfarfalla un po'’ di luce. Il marciapiede su cui corre è livido di pioggia. La fila di case addossate le une sulle altre, si susseguono con una pellicola in bianco e nero. Sulla destra, oltre la strada deserta, un fitto di bosco con un fiume buio
La donna sta correndo, ha il fiatone. Regge un fagotto. Dentro il fagotto il volto candido di un bambino. La donna giunge in una piazza. La solita illuminazione incerta. Una chiesa domina la piazza. Lei si avvia in quella direzione. Poi, di colpo, il selciato cede, diventa fango. LA chiesa sembra sciogliersi come olio nell’acqua. Una figura ammantata di nero, imponente, si pone di fronte alla donna e le punta contro il dito “Il tuo pegno”
“Non ho ancora finito! Non lo ho ancora trovato”
“Hai dato la tua promessa. Appartieni a me, ti ho liberato”
“Ho detto anche che prima volevo trovare il Vaso”
“Ma non lo hai ancora trovato”
“Ci vuole tempo. Lui.. Lui non era più lì. E nemmeno la custode. Spariti. Non so dove siano finiti”
“Vuoi continuare a cercare?”
“Sì, sì, devo cercarlo”
“Allora mi dovrai lasciare un pegno”
“Quale? Qualsiasi cosa?”
“Io voglio lei” dice l’ombra
“Cosa? Mia figlia?”
“O lei o te. Se mi lasci lei, rimarrà con me, fino a che tu non concluderai la ricerca. Se rimarrai tu, allora il Vaso rimarrà disperso ancora per molto, molto tempo”
La decisione viene presa in poco tempo. Una lacrima scende lungo la guancia destra “Va bene” distende le braccia, dona il fagotto “Avrai mia figlia per tutto il tempo che tu vorrai”
“Bene” sorride la titanica ombra afferrando il fagotto

La scena diluisce, le immagini diventano vortici di tenebra. Una donna giovane, nuda, grandi seni, con due mani che glieli strizzano. Sta cavalcando il corpo di uomo muscoloso. Non si vede il volto di lui ma, lei è una donna bellissima che sembra uscita da una rivista di moda. Longilinea, spalle larghe, fianchi stretti e sinuosi. Il sesso le appartiene, come l’uomo che ha di sotto. Estasi sublime. L’uomo ansima, grida. Amy si sente un’intrusa, una guardona. Si mette le mani tra le gambe e incomincia a masturbarsi. L’uomo geme forte, urla “Non ti fermare!” Amy aumenta la frizione con le dita.
La donna ha una bellezza antica, i capelli neri e lisci che riflettono la luce di un cielo stellato. Continua a muoversi, i seni che oscillano e rimbalzano. Dalle labbra s’intravedono due denti appunti più lunghi del sonno. Lei si abbassa velocemente, verso il collo dell’uomo, forse per baciarlo. E, mentre Amy raggiunge l’orgasmo con la masturbazione, la donna affonda i suoi denti nella giugulare dell’uomo. Il sangue sprizza ed esce a fiotti ma, l’uomo sembra non accorgersene, mentre lei continua a mordere, a succhiare, a scopare.
Poi, la donna smette, mentre l’uomo ricade all’indietro, gli occhi bianchi e un fiume di sangue che gli lorda il collo e il petto. E la donna che prende a lappare il liquido rosso del sangue e quello biancastro dello sperma. Lui è ancora vivo, allunga le mani verso di lei “Dammene ancora mia Regina. Ancora” e lei lo accontenta, azzannandolo, strappandogli le carne e i muscoli.
E lui, nell’estasi del dolore, che ride.
Poi, la donna si alza, meravigliosamente nuda e osserva il punto dove l’uomo è caduto in mezzo al suo sangue. Amy non lo vede ma ode un rumore strano, come di ossa che si spezzano. E urla, questa volta di dolore. La donna gli tende la mano e dice “Ora alzati, Calibos”
E una figura contorta, tozza, deforme, si alza da terra e si getta ai piedi della donna “Mia Regina”
Amy urla e la scena va in frantumi come un sasso lanciato contro un vetro.

Amy si sente sballottata come una pallina da tennis. Sta camminando lungo un corridoio, attratta dal pianto di un bambino. Arriva fino ad una porta socchiusa. Qualcuno urla, una donna partoriente. Amy apre. Zena osserva un bambino avvolto in un fagotto. Un medico osserva soddisfatto in disparte “Lei capisce che non può tenerlo” dice il medico
La donna si mette a piangere “Sì”
“Vuole dargli un nome?”
“Valerio”


Orgia
Amy apre gli occhi. Akim la sta osservando con un sorriso benevolo “Ti sei svegliata. Ci hai fatto preoccupare”
“Dov’è Valerio?”
“In sauna, con Roberta e Zena”
“Bene” si alza, discostando la coperta. Non so rende conto di essere nuda. Arriva sulla soglia della sauna. Valerio su una panca con Roberta che gli pratica del sesso orale. Zena in disparte che osserva. Amy si dirige verso Valerio e Roberta. Aspetta che Valerio eiaculi dentro Roberta. Poi si decide a parlare “Valerio..”
Lui apre gli occhi e se la ritrova nuda davanti “Ti unisci alla festa?” sorride lui
“No”
“Allora perché sei nuda?” chiede Roberta
Lei sembra accorgersi delle sue nudità in quel momento “Uh, oh ma .. Non fa nulla” guarda verso Valerio “Zena è tua madre”
Stupore da parte di Valerio e Roberta “Oh, finalmente” esclama Zena alzandosi e andando verso Amy. L’abbraccia. Ad Amy viene un formicolio alla base della sua vagina. Sono tutti nudi in quella sauna e lei.. E lei si fa prendere da strani pensieri. E Zena se ne accorge perché, comincia ad accarezzarla e premere il proprio sesso contro di lei “U.. Sì.. sono sicura.. Ho dormito e ho visto.. Zena..”
“Ha detto la verità” dice Roberta a Valerio
E Valerio imbambolato ad osservare la sua ritrovata madre, che sta per scoparsi Amy “Mi sta venendo mal di testa”
Roberta gli afferra il sesso, stringendo un po'’ “Resta sveglio”
“Sì, sveglio” e l’erezione che cresce sempre di più
“Ecco..” fa Roberta. Ma ormai sa come andrà a finire.

Amy si sente prendere da dietro. Il cazzo di Valeria è scivolato tra le chiappe con forza. Lei non dice nulla, geme, mentre le dita e la lingua di Zena le esplorano il clitoride
E poi tutto si attiva frenetico. Valerio prende a stantuffare il culo di Amy come in preda ad una cieca frenesia. Mentre Roberta viene presa dalla lingua di Zena, tra le gambe. E tutto si confonde in un’orgia frenetica. Con Amy penetrata nel culo e nella vagina. E Valerio preso da Zena e Roberta. Senza inibizioni. Senza freni. Le menti ottenebrate da un qualcosa che non riesce a frenare..
Valerio è mosso da qualcosa che va oltre le sue inibizioni. La voglia di scopare è tale che la sua mente è come avvolta in un panno umido di vapore. Senza ritegno, come se fosse manovrato a distanza con il cervello spento, penetra di violenza Amy. E Zena a cavalcioni del corpo di Amy, che struscia la fica sul ventre di lei, il corpo premuto contro Valerio, la bocca e le lingue che danzano. E poi Roberta, a gattoni, con la fica sulla faccia di Amy, la quale lecca avida. Un’orgia frenetica, quasi irreale. Un gomitolo di carne, di frenesia, di sessi bagnati.
Sulla soglia dell’harem, tre paia d’occhi che osservano esterrefatti quello che sta avvenendo, senza avere il coraggio di intervenire: “Ecco una cosa che non si vede tutti i giorni” commenta Meda come ipnotizzata da quell’orgia
“Credo faremmo meglio ad aspettare di là” suggerisce Akim “Avverto una certa carica sessuale che..”
“Sì” annuisce Per trascinando via i due amici “Aspettiamo che finiscano la loro libido sessuale”


III- WRAITH
Antineo sta effettuando la sua solita routine quotidiana. La statua di argilla che raffigura Medusa, posta su un basso tavolino. Lui in ginocchio, il cazzo di fuori, la mano destra che masturba. L’estasi e il piacere del sesso in solitaria. Una routine che va ripetendo da un paio di mesi. Alla mattina quando si alza: preghiera verso Nettuno e Ade. Poi a Medusa, sua signora e padrona. Poi a mezzogiorno, prima di un pasto a base di purè di patate e carne. E poi alla sera, prima di coricarsi, quando le luci della cella si spengono. Lui, al buio, che si masturba assaporando l’attimo, l’estasi, immaginando la fica di lei. “Presto, molto presto” sorride lui
Nella cella è da solo. Quando è arrivato, la prima volta, c’era un tizio magrissimo, sdentato, che ha fatto subito la voce grossa “Sarai la mia puttana” aveva detto il tizio. E Antineo gli aveva conficcato i pollici nelle orbite, spingendo fino a fargli esplodere il cervello.
Le guardie di sicurezza ci avevano messo un po'’ prima di farlo desistere. Ma Antineo non aveva mollato la presa fino a che l’idiota non si era accasciato a terra immobile, con il cervello che fuoriusciva dalle orbite.
Lo avevano lasciato solo, isolato dal resto dei carcerati, in una la della prigione dove c’erano solo altre quattro detenuti, tutti malati di mente come lui. E i secondini si guardavano bene di avere contatti ravvicinati con lui
“Che diavolo sta facendo?” chiede disgustato Stu al suo collega Jan
“Si masturba sulla statua di quel mostro” risponde Jan “Malato di mente”
Antineo continua a masturbarsi. Lascia che il liquido fuoriesca, trattiene, lasciando che lo sperma gonfi bene il sacchetto. Poi rilascia contro la statua della Medusa “Servo vostro”

Fuori dalle mura del carcere, la notte si anima di strane ombre. Nuvole che sembrano polvere, come mulinelli, scavalcano e scivolano nel cortile “Cos’è?” chiede Bob indicando il monito
“Cosa?” chiede Fred, suo collega intento a guardare l’ultimo di Playboy
“Lì, guarda” mulinelli di polvere nera che si formano nel cortile. Sembra che abbiano braccia e una faccia
Fred si distrae un attimo e guarda con aria scocciata la polvere nera “Mah?” rutta e torna a guardarsi la playmate del mese
“Che scherzo è”
“Smettila di fissare in quel modo quegli scherzi, prima che ti vada via la vista”
I mulinelli sono figure con braccia e gambe. Fluiscono dentro le feritoie, lungo i corridoi. Una sentinella di spalle si girà di colpo, trovandosi di fronte questa massa nera con una faccia di teschio ghignante. La mano a forma di artiglio cala sulla sua faccia dividendola in quattro parti. Senza un lamento, un sacco di stracci vuoto. Massa informe sanguinolenta.
Pochi attimi e una decina di guardie vengono attaccate e fatte a pezzi da queste ombre, senza un lamento, nel più assoluto silenzio. “Oh cazzo” Bob salta su inorridito mentre, il suo compagno, ancora intento a farsi masturbazioni mentali con la playmate del momento, lo rimbrotta di non rompere il cazzo. Nello stesso istante in cui una di quelle ombre sfila da sotto la porta e si materializza nella sala dei monitor “Fred” frenetico cerca la pistola. E quell’idiota del suo collega che non si accorge di nulla
“Ma che diavolo! Hai rotto il cazz..” la testa di Fred si stacca dal resto del corpo e rimbalza contro un monitor
Bob estrae e spara una, due, tutto il caricatore. I proiettili attraversano senza danno la creatura. Quattro squarci scarlatti sul torace. Bob sente il dolore, rovente come fuoco, mentre gli artigli tagliano come burro le ossa. Cade all’indietro, coperto di sangue, gli occhi strabuzzati su quella creatura mostruosa. Il teschio d’ombra si avvicina alla faccia di Bob, il dito artigliato sulle labbra, a mimare quasi in scherno un “Ssssh” la testa che si inclina di lato, l’artiglio ricurvo fino ai pantaloni, a staccare il bottone, la cerniera, l’elastico delle mutande. Il pene grottescamente eretto. La creatura emette una vibrazione, sembra un ridere. L’artiglio gli graffia l’uccello. Si abbassa, apre la bocca e ingoia il cazzo. Bob sviene, per sua fortuna

Stu e Jan giacciono a terra con le budella eviscerate. Morenti, osservano impotenti la scena che avviene a pochi metri da loro. La porta della cella n° 33 che si apre e Giovanni Antineo che esce, stringendo in mano la statua della Medusa. Al suo fianco le creature fatte d’ombra che li hanno uccisi.
Antineo si ferma per un attimo a guardare i due secondini, con indifferenza, come se fossero insetti privi di valore..
Afferra una Sig Sauer d’ordinanza ad una delle guardie, la soppesa, la studia per bene, sorride “Non è come la mia Beretta ma..” sposta il braccio verso la faccia di Jan e preme il grilletto “Ma sì” le ombre lo seguono, affiancandolo. Lungo i corridoi, i corpi di diverse guardie, giacciono scomposti immersi nel loro sangue “Vi aspettavo prima” dice rivolto alle ombre “Abbiamo un sacco di cose da fare e così poco tempo”
Fuori, un cupo rombare, una sequenza di tuoni attutiti dallo spessore della montagna sotto cui, la prigione, si estende. Antineo sorride. Una volta aperta la porta del cortile esterno, gli appare una scenografia di corpi straziati, crivellati di proiettili. Due elicotteri volteggiano in alto. Uno è un Boeing CH 47, con un doppio rotore. L’altro è un Sh 90 che atterra nel pieno del massacro. Alla guida, il soldato dalla maschera a forma di teschio. Le ombre involarono verso il Boeing, senza disperdersi per effetto della rotazione delle pale e scomparvero all’interno. Antineo sale sull’ SH 90 “Bentornato, generale” saluta maschera di teschio
“Hai trovato quello che ti ho detto?” chiede Antineo gettando la pistola sequestrata poco prima fuori dall’elicottero
“C’è stata una complicanza, generale. Il Vaso e la Custode non erano più al loro posto. E nemmeno Lilith”
“Come come come?” Antineo si sporge sul davanti, aggrappandosi al sedile de Maschera di teschio “Come?”
“Ancora non lo sappiamo, generale. Ma abbiamo Calibos”
“calibos” sorride Antineo “Sì, Calibos” torna a sedersi più comodo e batte una mano sulla spalla di Maschera di teschio “Andiamocene da qui”

Ancora frastornati dalla recente orgia, Valerio, Roberta, Zena ed Amy, raggiungono Akim e gli ospiti giunti da Oltre Oceano “Io..” fa Valerio guardando Zena “Mi sento alquanto imbarazzato”
“Come diavolo è potuto accadere una cosa del genere?” Roberta che, di spudoratezza ne ha da vendere in abbondanza, si sente pudica e imbarazzata
“Colpa mia” risponde Zena
“Io.. Uh.. Ma è stato fantastico” esclama Amy “Da rifare”
“Non subito” si affretta a dire Valerio
“Sì, giusto”
Un colpo di tosse per attirare l’attenzione. Akim in piedi fa cenno loro di avvicinarsi “Meda e suo marito sono qui. Cercavano te, Amy. Non riuscivano a contattarti”
“Io, immagino ci siano state delle complicanze sul lavoro” dice Amy
“Immagini bene, Amy” il capitano Per appare in mezzo al gruppo. Valerio e Roberta lo vedono per la prima volta. Un uomo alto, atletico, sui quaranta anni, capelli ricci tagliati corti, un bel viso. Affascinante. E vestito in gessato blu. Dietro di lui c’è Meda, al solito più formale, in felpa, cappuccio sulla testa, anfibi ai piedi e un vistoso rossetto viola che porta via la vista “Akim ci ha spiegato cosa.. è successo…”
“Ecco.. Sì, è stato imbarazzante ma.. Ho perso il controllo.. Mi capita ma.. Uh, non sa capitano, che goduria.. E poi..”
“Valerio Salimbeni” dice il giornalista allungando una mano per stringerla al capitano
“Sì, Meda mi ha parlato di lei. Di voi” annuisce il capitano e sposta lo sguardo verso Zena “capitano del Supernatural Police Department, Johan Persi” si presenta “Lei è?”
“Zena”
“Nessun cognome?”
“Mai avuto”
“Ho preparato il tè” dice Akim
“Perché è qui, capitano? C’è bisogno di me a Golgotha Falls?” chiede Amy
“Abbiamo bisogno delle tue doti” dice Meda “Siamo nel bel mezzo di un’indagine delicata e, abbiamo bisogno di una con le tue capacità”
“Come avete fatto ad essere qui in poco tempo?” chiede Roberta
“Abbiamo usato magia di teletrasporto” risponde Meda
“Come Star Trek?”
“Più come Stargate”
“Uh, fico”
Un cellulare prende a squillare. Il capitano infila una mano in tasca e ne trae un cellulare “Scusate” si allontana “Sì.. Come? Quando? Ma cazzo!” alza il tono di voce “Sì, ho capito” riattacca. Torna verso il gruppetto. Tutti lo osservano con le sopracciglia inarcate “Brutte notizie”
“Di che genere?” chiede Meda
“Si tratta di Antineo. Qualcuno lo ha aiutato ad evadere”
“Oh, porco cazzo” esclama Valerio
“State parlando di Giovanni Antineo?” chiede Zena
“Lo conosci?” chiede Valerio stupito
“Ah, sì. Perché?”

“hanno assaltato la prigione con armi militari ad alta potenza di fuoco” spiega Per “Due elicotteri, da quello che ha detto l’unico superstite della prigione”
“Prigioniero o secondino?”
“Secondino. E’ ridotto uno schifo ma, pare che sopravviverà” risponde il capitano “C’erano 20 guardie di sicurezza in quel carcere. E dieci detenuti. Un massacro. Quelli che non sono stati falciati dai proiettili, sono stati smembrati, macellati, fatti a pezzi”
“Oh” Roberta è bianca come uno straccio “Che crudeltà”
“Sono gli stessi che, qualche settimana fa, sono atterrati sull’Isola delle Gorgoni e si sono portati via un pietrificato” spiega Per “Ma loro erano andati lì per prendere qualcos’altro”
“Credevo che sull’isola non ci si potesse arrivare se non da naufrago” commenta Roberta
“Ci sono degli accorgimenti da fare. Ma si può fare se si conosce il modo” risponde Meda
“Per cosa sono andati sull’isola?” chiede Valerio
“Il Vaso di Pandora”
“Porca troia!” esclama Amy. Poi, arrossisce e si ricompone “Akim ne ha un pezzetto”
“E la Custode sa dove sono gli altri” aggiunge Per “Il problema è che non sappiamo dove si trova la Custode. Meda l’ha incrociata qualche secolo fa a Porta Royale e ci ha quasi rimesso le penne”
“E la tomba di Lilith è vuota” aggiunge Meda
A questa frase tutti s’irrigidiscono e sembrano trattenere il fiato. Zena abbassa gli occhi sul tavolo e gioca con i propri pollici. Roberta sposta lo sguardo su Valerio. E Valerio stringe le labbra, anche lui un po'’ imbarazzato “Ok. Ora vi dico in che modo la vostra pista s’incrocia con la nostra” dice “Mi è comparso uno strano tatuaggio nel fondo schiena. Tatuaggio che ha anche lei” indica Zena “Fino a poco tempo fa non avevo la minima idea di chi fossero i miei genitori. Poi si presenta Zena alla mia porta e afferma di essere mia madre” si ferma e osserva la reazione di Meda e Per “Roberta ha saputo da Akim che il tatuaggio che abbiamo io e Zena rappresenta la stirpe di Lilith” lo dice in un fiato e vede gli occhi strabuzzati e quasi inorriditi di Meda e Per “Volevamo vederci chiaro e abbiamo pensato che Amy potesse aiutarci”
“beh, è stato un lavoro sofferto” ammette Amy e racconta quello che ha visto nelle visioni del primo contatto con Zena e dei successivi avuti mentre era svenuta “Sappiamo almeno perché Valerio ha questo effetto scopante su umani e non”
“Ti ricordi cosa mi hai detto quella volta nel deserto? Le impressioni che avevi?” chiede Valerio a Meda “Beh, sei stata accontentata”
“Dunque lei è tua madre?” chiede Meda osservando Zena “Sei sua figlia?”
“Sì”
“Non sappiamo dove sia Lilith al momento” aggiunge Amy
“Questa è una cosa pesante da mandare giù” commenta Per “Quindi, Lilith è uscita dal suo sepolcro ad opera di Teti?”
“Così ho captato” annuisce Amy “E Zena è stata dato in pegno alla titanide”
“Tu sai dov’è finito il vaso?” chiede Meda a Zena
“No, mi spiace”
“Dobbiamo trovare la Custode”
“Per Custode intendete.. Pandora?” chiede Roberta
“Chi altri?”
“Di bene in peggio” commenta Valerio “Perché devono esserci tutte queste complicazioni?”
“Lilith cerca il Vaso. Pandora protegge il Vaso. Questi gruppi militari cercano il Vaso. Ora anche Antineo..” Per scuote la testa esasperato “Altro che mal di testa”
“Il secondino ha parlato di esseri incorporei simili ad ombre nere con la faccia da teschio e le mani come artigli affilati” dice Meda “Per aveva fatto installare delle telecamere sull’isola. Sulle tute di quei mercenari c’è un simbolo simil templare ma che noi non abbiamo memoria di avere visto. Ci siamo fatti l’idea che, quei militari, non sono propriamente umani”
Per fa scivolare lo Smarthphone sul ripiano del tavolo e mostra la foto di uno di quei mercenari ripreso di fronte. Ingrandendo al massimo, sotto il casco, si nota una faccia da incubo che sembra un teschio ghignante “Crediamo che Antineo si sia fatto un esercito di Wraith”
“Wraith?” chiede Roberta
“Sono spiriti, non morti rabbiosi” dice Valerio osservando bene le immagini “Non mi sembrano molto incorporei”
“Nell’antichità, i wrait venivano vincolati ad oggetti” spiega Akim “Talismani o contenitori simili ad otri. Il loro spirito combattivo risiedeva lì. Loro potevano uscire da quegli oggetti e uccidere a loro piacimento i sangue caldo. Armi e oggetti consacrati sono i loro punti deboli ma, ogni volta che venivano ‘distrutti’, loro usavano i loro talismani per rigenerarsi”
“Dei filatteri” s’illumina Valerio “Come i Leech”
“I che?” fa Akim
“Non è una partita a Dungeons & dragons” commenta Per “Ma sì, in linea di massima, sono come i filateri dei Leech”
“Quindi, distruggi il filatterio, distruggi il non morto”
“Sì ma, a differenza di un leech, il wrait ha bisogno di essere ‘accompagnato’ nel suo definitivo viaggio agli Inferi” aggiunge Per “Con le armi sopra citate”
“Credete che i loro talismani siano sugli elicotteri?” chiede Roberta
“Crediamo che i Wrait si siano adattati ai tempi” risponde Meda indicando le figure militari “Crediamo che, queste tute sono i loro filatteri”
“Quindi abbiamo quel figlio di puttana di Antineo libero, spalleggiato da un gruppo meccanizzato di wrait armato fino ai denti. E vogliono il Vaso di Pandora” dice Amy “Qui rischiamo di rimanerci”
“probabile” annuisce Per
“Rassicurante” commenta Roberta
“Andrà da Medusa?” chiede allarmato Valerio
“Probabile ma, noi speriamo che , la sua fissa sul Vaso lo distolga dall’idea di andare da lei” risponde Meda
“Che casino” commenta Valerio
“Quindi, cosa facciamo?” chiede Amy
“Antineo è il pericolo numero uno da neutralizzare. I suoi Wraith di seguito. Poi dobbiamo trovare Lilith, Pandora e il vaso” dice Meda
“E Calibos” aggiunge Per “Non dimentichiamo Calibos”
“Chi diavolo è Calibos?” chiede Valerio
“Credo lo si possa classificare come mio patrigno” risponde Zena

Per distendere i nervi e pulire i pensieri, è necessario farsi una bella scopata. Valerio sorprende Roberta di spalle, le afferra i fianchi e la penetra prepotentemente. Lei si piega a 90 e getta le braccia all’indietro. Lui le afferra e tira, per avere più spinta nella penetrazione. Questa volta l’avrebbero fatto solo loro due. Quella storia era un gomitolo di incasinamenti destinati a finire in un unico modo
Roberta, piegata a novanta, urlava di dolore. Valerio, come colto da frenesia scopereccia, continua a stantuffare come se volesse entrare nel culo di lei, fino in gola.
Quando finisce, Roberta non riesce a muoversi dal dolore che prova e resta così, a culo in aria, mentre Valerio barcolla fino in bagno. Ritorna subito dopo e si lascia cadere pesantemente di fianco a Roberta. Poi l’abbraccia e rimane così a lungo prima che lei chieda “Mi hai fatto male questa volta. Cosa ti ha preso?”
“Io ,, non so, è stato come se .. Se qualcuno o qualcosa mi afferrasse la testa e m’imponesse di violentarti”
Lei si gira verso di lui, gli occhi persi in quelli di Valerio. Lo accarezza e lo bacia con delicatezza “Questa storia di sta uccidendo. O trasformando” lo accarezza dietro la nuca. Si baciano come due ragazzini alle prime armi “Non devi permetterti che questa storia ti trascini in fondo”
“Questa storia è assurda. Troppo persino per me. Fino all’anno scorso ero ignaro di queste fantasticherie. Erano solo favole per stupidi creduloni. A volte mi viene da immaginare che, tutto questo è un sogno e sto per svegliarmi”
“Non devi lasciarti travolgere da tutto questo Valerio. E’ parte del tuo retaggio e, purtroppo ci sei dentro. Ma non devi pensare minimamente che, dentro di te, ci sia qualcosa di sbagliato”
“Sbagliato. Scopro che mia nonna è la Regina di tutte le puttane, che mia madre è una mezza succube e che un gruppo di psicopatici paramilitari sovrannaturali sta aiutando un maniaco omicida millenario per trovare il Vaso di Pandora” si mette a ridere “Ironico non trovi? Ben lontano dagli articoletti riempi pagina del giornale” sospira “Se usciamo vivi da questa storia..”
“Ce la faremo”
“Io chiudo. Con tutto. Smetto il mestiere da giornalista e me ne vado”
“Per andare dove?”
“Ovunque non ci sia un casino in agguato”
Roberta gli afferra i testicoli e prende a massaggiarglieli. Piano piano, salendo sull’asta già allungata, sentendo il fremito crescere in lui “Facciamo l’amore” sussurra lei all’orecchio “Quello vero” preme la valigia contro il suo sesso “Scopami senza pensieri


IV°-Pandora
Nella notte più buia, quando le nuvole si gonfiano e il vento del Nord spira sulle onde, il canto della sirena si alza e graffia le pareti di roccia. Sprofondato comodamente nella poltrona davanti ad un caminetto acceso, intento a sorseggiare un bicchiere di sherry invecchiato di dieci anni, Antineo sembra perso in un sogno che solo lui conosce
Silenzioso, faccia di Teschio al suo fianco, attende paziente

“Hai detto che Amy ha effettuato un contatto su un pezzo del Vaso” dice Per “Cosa ha scoperto?”
“Poco o nulla” risponde Akim davanti al suo immancabile tè “Dice che si è trovata come davanti ad un muro nero su cui ‘Ci ha sbattuto forte il grugno’, sue parole”
“Dodici Pezzi” sospira Meda “Sono troppi”
“Come i segni Zodiacali” commenta Per “Saranno nascosti seguendo una logica simile?”
“Io sono anche curiosa di come diavolo ha fatto ad andarsene dall’isola. Se lei funziona come un gargoyle, una volta scongiurata la minaccia, sarebbe dovuta tornare allo stadio di pietra”
“E invece se ne va in giro per il Mondo a far fuori chiunque si avvicini a quei pezzi” commenta Akim
“E se non fosse così?” ipotizza Amy sopraggiunta in quel momento e lasciandosi cadere sulla sedia davanti a loro “Se non è stata Pandora a fare a pezzi il vaso e sta cercando come tutti noi?”
“Intendi che qualcuno ha fatto a pezzi volutamente il Vaso e nascosto per motivi ancora sconosciuti?” chiede Meda “E Pandora li sta cercando?”
“Sì. Ogni volta che si avvicina ad un pezzo, si assicura che i cacciatori di tesori di turno non lo rubino e ZAAC!” Amy fa segno con l’indice alla gola, l’atto di mimare il taglio “Tu, Meda, quando hai sentito parlare del pezzo del vaso per la prima volta?”
“Alle isole Tortuga” risponde Meda “Dove ci ho quasi rimessa le penne”
“E poi, più nulla?”
“Aprile 1912, su un viaggio inaugurale di un Transatlantico”
“Uh, eri sul Titanic?”
“Hai rischiato anche lì” commenta Per “Per non parlare a Serajevo due anni dopo. E a Berlino nel 1935”
“Aggiungiamo anche a Saigon e Bagdad” dice Meda
“Ah, quindi hai incrociato la sua strada più di una volta oltre Tortuga?” chiede Amy
“Dei cocci sì ma, Pandora l’ho incontrata solo un paio di volte” risponde Meda
“Quando è stata la seconda volta?” chiede Amy
“A Berlino, nel 1935. In un bordello, per essere precisi”
“Come quella volta a Tortuga” commenta Akim
“Sì, pare che Pandora frequentasse molto quei luoghi. Forse, svolgeva quel mestiere per diletto”
“Di Tortuga lo sappiamo ma, di Berlino?”
“Il locale di madame Emilia Hirsh si chiamava ‘Il Pomo d’Oro’. Ironico, non trovate?”

Berlino 1935
Una rossa magra veniva sodomizzata da un tipo grasso e flaccido. Grottescamente, l’uomo si era tenuto in testa una bombetta. La ragazza gemeva in rassegnata sottomissione, mentre l’uomo grasso faticava non poco a montarla da dietro.
Meda arrivò come una furia e colpì l’uomo facendolo capitolare a terra. Tutto il grasso che lo avvolgeva sobbalzò come gelatina. La ragazza rossa cacciò un grido e si discostò dal tavolo dove il ciccione la stava sodomizzando. Segni rossi, lividi all’altezza delle anche e impronte digitali del porco sui fianchi e sulle tette. La ragazza stava piangendo “Quanti anni hai?” chiese Meda
“Diciotto” rispose la ragazza piangendo
“Vai fuori da qui” poi, si rivolse al ciccione che stava bestemmiando “Mi stupisci Helmut, te le scegli vechie ora?”
“brutta troia succhia cazzi..” il tacco degli stivali si stampò sulla faccia del ciccione che lo mandò a sbattere sul tappeto
“Allora, saltiamo i convenevoli ciccio. Dov’è il pezzo di vaso?”
“Quale va..” questa volta, il tacco, lo colpì sul ventre prominente
“Dov’è il vaso?”
“Ma che cazzo? Ma tu lo sai chi sono io, brutta troia?” Meda aveva cominciato a prenderlo a pugni sul grugno. Si fermò quando lui cominciò a piagnucolare e chiedere pietà “Ce l’ha Zeldelmann. Erik Zedelmann. Ha un banco di pegni su nel vicolo di Strass”
“Hai dato un oggetto del genere ad un usuraio? Ma sei scemo?”
Poi se n’era andata furiosa, diretta verso il luogo che il ciccione gli aveva indicato. E, anche lì, era arrivata troppo tardi. L’usuraio giaceva a terra in una pozza di sangue, con la testa recisa dal collo. In mezzo alla sala, con la falce in mano, c’era lei “Sei ancora viva?” commentò Pandora
“Ehi! Non sono qui per farti la guerra” avvertì Meda
“Tutti quelli che cercano il Vaso, mi fanno la guerra” aveva alzato la falce e si era scagliata contro Meda.
Meda, catene srotolate, aveva preso a difendersi a attaccare. Era migliorata in tutti quei secoli. E anche Pandora. Due tagli sui vestiti di Meda. Altrettanti su quelli di Pandora “Io cerco il Vaso per distruggerlo”
“Raccontane un ‘altra”
“E’ la verità”
E avevano preso a combattere ancora “Dovevi rimanere sull’isola a guardia del Vaso. Perché sei scappata? Perché?...” Una grandinata di proiettili irruppe nella stanza dalla finestra e dalla porta semi aperta. Li sentì vicini, calabroni infuocati bramosi di carne. Meda e Pandora si acquattarono e rotolarono al riparo dietro un mobile mentre il paesaggio attorno a loro si frantumava in schegge di vetro, ceramica, legno, intonaco “Amici tuoi?” chiede Pandora
“Nel caso non te ne fossi accorta, stanno sparando addosso anche a me” replicò Meda facendo rientrare le catene e afferrando delle più comode pistole
“Beh, ti lascio alle tue faccende” disse Pandora con un ghigno e scattando verso il retro del negozio
“MA brutta..”
Meda non rimase lì a lungo. Scattò subito tallonando la fuggitiva. Pandora stava mettendo in moto un auto. Meda saltò su al volo ed entrò nell’abitacolo “Noi dobbiamo parlare”
E poi, i loro inseguitori si erano messi alle calcagna, trasformando le vie di berlino in un film di gangster

“Chi erano questi aggressori?Polizia segreta?” chiede Amy
“Mai saputo. Perché alla prima occasione di calma, Pandora se n’è andata lasciandomi sola con una scia di cadaveri alle nostre spalle” risponde Meda
“Punto e a capo” dice Amy “Se avete qualche cosa appartenuta a Pandora…”
“Quando hai toccato il vaso, non hai captato nulla?” chiede Per
“No. Schermo buio”
“Sappiamo che Pandora ha dei pezzi del Vaso” dice Akim
“Sei, per l’esattezza” conferma Meda “Ne mancherebbero altri sei”
“Cosa accadrebbe se il vaso venisse ricomposto?” chiede Amy “Voglio dire, conosco il Mito ma, sappiamo che i mali sono scappati da un pezzo. Cosa può fare quell’affare?”
“Hai presente Atlantide?” chiede Meda
“Il continente scomparso?”
“Il Vaso si trovava lì quando fu aperto per la seconda volta” risponde Per
“Urka” soffia Amy “Antineo lo userà per fare qualche disastro. Ma dove?”
“Alla luce dei fatti, non abbiamo in mano nulla” Per stringe i pugni “Antineo è scomparso dai radar insieme ai suoi Wraith. Tutto quello che abbiamo su di loro è quello strano simbolo templare che nessuno di noi ha mai visto”
“Forse posso aiutarvi io” dice una nuova voce. Qualcosa sibila accanto a loro e rimbalza sulla superficie del tavolo. Per e Meda scattano in piedi ruotando su loro stessi: Per spianando un 44 Magnum, Meda srotolando le sue catene. Sul tavolo il simbolo di una croce templare e un teschio al centro.
Davanti a loro una figura in nero, vestiti aderenti che le mettono in risalto le sue forme, stivaletti in cuoio nero, guanti in pelle. Porta dei capelli a caschetto neri e lisci, carnagione pallida e occhi di un blu scuro simile ad un cielo in tempesta. Labbra carnose di un intenso colore nero.
Mani alzate, sorriso smorzato “Ehi, calma, vengo in pace”
“Pandora?” fa sorpresa Meda
“Come sei arrivata qui?” chiede Per
Amy allunga una mano sul simbolo lanciato sul tavolo “No, Amy, aspetta!” ma la sensitiva ha già afferrato il simbolo e…

A Roberta piace molto leccare il sesso a Valerio. Come un gelato per ogni stagione. Valerio, la schiena appoggiata ai cuscini della testiera del letto, è in estasi. Hanno fatto sesso passionale ma non violento per ben tre volte. Ora, nella pausa relax, Roberta si dedica con dedizione a leccare la sua asta turgida, in attesa di un nuovo round “C’è un insolito silenzio di là” dice Roberta smettendo per un attimo di leccare “Secondo te che fanno? Un’orgia?”
“Mmm, ora non mi importa questa cosa. Continua a leccare” dice Valerio
Lei mette in evidenza il glande e comincia a stuzzicarlo con piccoli colpi di lingua. Valerio sente le scosse e lo stimolo di un nuovo getto nascere da dentro “Con te non se ne ha mai abbastanza” sorride Roberta
Qualcuno si schiarisce la voce. Roberta alza di scatto la testa dal sesso di Valerio e si gira verso l’intruso, visibilmente incazzata “Privacy”
“Scusate se interrompo” è Zena per nulla imbarazzata dalla visione del figlio che si fa spompinare da Roberta “Ci sono delle novità. Venite” e se ne va
“Novità?” fa Valerio ricomponendosi “Avranno trovato qualcosa?”
“Amy, di certo” risponde Roberta

Sono tutti lì: Zena, Akim, Meda, il capitano, Amy. Attorno ad una ragazza vestita di nero, vestiti aderenti, di notevole bellezza. Valerio incomincia a farci il suo film : “Lei chi è?” che strano, pensa Valerio, mi sembra di conoscerla
“Ecco il prode Valerio Salimbeni, scarso giornalista e grande scopatore” ride la ragazza
“Lei è Pandora” presenta Meda “Quella vera”
“Come Come l’avete trovata?” chiede Roberta
“Si è presentata lei” risponde Meda “Perché?”
Pandora si stringe nelle spalle “Posso abbassare le mani?”
“Metti giù la tua falce” ordina Per
“Siamo un po'’ tesi. Che ne diresti di rilassarci un po'’?” sorride Pandora e, con un cenno della testa verso Amy “Lei ne ha bisogno”
Amy, visibilmente provata dal contatto con il simbolo, sembra una zombie pronta a collassare “Ho avuto troppi mal di testa oggi” scuote la testa Amy “Sauna?”
“Ormai è un must” commenta Akim “Se hai un problema, usa la sauna”

E si finisce tutti nudi nella vasca principale della sauna, seduti nei gradini sommersi, con gli occhi puntati sull’ospite della serata. E a Valerio quasi manca un battito quando riconosce il tatuaggio tra le tette della Custode “Loto nero” mormora
“Yppie yah yee, Valerio!” esulta Pandora “Ci sei arrivato finalmente”
“La conosci?” fa Roberta in tono accusatorio
“In un certo senso… Prima di conoscere te” risponde Valerio frastornato dalla scoperta
“Ah, non glielo hai detto dei nostri incontri bollenti in chat?” fa schioccare la lingua “Cercavi sollazzi virtuali, ti eccitavi a vedermi mentre mi masturbavo davanti alla web cam” ammicca verso di lui e Valerio sente l’erezione premere sott’acqua
Roberta apre la bocca e fissa Valerio quasi scandalizzata
“Per favore, Pandora” è la voce autoritaria di Per “Vuoi dirci perché sei qui?”
“Certo, mio capitano.. Perché sono qui?” si appoggia coi gomiti al gradone alle sue spalle e sorride “Sono qui per lui” indica con un cenno Valerio
“Per me?”
“Ti ho tenuto d’occhio in questi anni, sai?”
“Per quale motivo?”
“Tu sei collegato a Lilith. Al contrario della tua adorata mammina, ti sei dato un gran da fare in questo ultimo anno. Mi sono imbattuto in te quasi per caso. La vicenda delle Cam Girl era un modo per tenerti sotto osservazione e cercare di capire che razza di individuo sei. Giornalista, per modo di dire, erotomane” sorride “Sì, volevo capire cos’è che ti rendeva così scopabile. Voglio dire, un essere umano normale non ha questi livelli di scopabilità che hai tu. Ci deve essere qualcosa sotto. E ti assicuro che, in questo momento ho la fica che vibra al solo pensiero di averti qui, a pochi metri da me” si gira verso il resto del gruppo “Senza offesa per i presenti”
“Perché non vieni al punto” Roberta ribatte con voce tagliente
“Il punto, signori miei, è questo: io posseggo sei pezzi del Vaso”
“L’hai fatto tu, vero?” chiede il capitano “Sei stata tu ha dividere il Vaso?”
“Sì, sono stata io”
“E come hai perso la tua condizione di Gargoyle che Medusa ti aveva imposto?”
Pandora guarda verso Amy “Glielo dici tu? Sono sicura che, quando hai toccato il simbolo, hai ricevuto una bella scarica di informazioni nella tua testolina”
“Io.. Sì” annuisce Amy
“Allora, racconta”
“Sei tu quella che deve parlare” replica Meda
“Sei ancora arrabbiata per quella volta a Berlino?”
“Per come mi hai lasciata da sola in mezzo ad una scia di cadaveri e la polizia segreta che mi dava la caccia? Oppure quando ci siamo incontrati a Tortuga e mi ha lasciato quel ricordino con la tua falce?”
Pandora ride e si tocca una cicatrice su una guancia “Per quella volta, ti sei difesa bene, principessa”
“Torniamo al punto” dice Per, la voce come il ghiaccio “Come sei uscita dalla tua condizione dall’isola delle Gorgoni?”

Isola delle Gorgoni 1600
Percepii la presenza di molti intrusi quella volta. Come ero stata programmata, mi attivai pronta ad uccidere gli intrusi. La nomea del Vaso aveva fatto il giro del Mondo e, non c’era epoca in cui, gruppi di cacciatori di tesori giungessero sull’isola in cerca di fortuna e potere.
Andò avanti in questo modo per secoli. Poi …
Nell’attimo stesso in cui assunsi la mia forma di carne e ossa, qualcosa mi colpì al petto cogliendomi di sorpresa. Un dardo di legno nero che mi trapassò la giubba di cuoio e si conficcò diritta nel cuore. Davanti a me c’era un uomo barbuto, pelato, con i denti marci, che ghignava di me.
Mi risvegliai a bordo di un veliero, legata, nuda alla paratia, sotto gli occhi libidinosi di uomini unti e arrapati. In fondo alla cuccia, seduto su un alto scranno in legno, sedeva un uomo possente dalla folta barba nera, con degli stoppini infilati tra essa, che emanavano un fumo grigio e acre. Aveva occhi rossi fatti di brace e un cappellaccio largo con il simbolo di un teschio e tibie incrociate. E l’aria della stiva era qualcosa di infernale, colma di fumo acre e zolfo.
Sorrideva il bastardo. Fece un cenno ai suoi uomini, bestie affamate di donna e di fica. Loro si calarono le brache e mi si avventarono addosso. Lo schifo che provai quando le sudice mani mi tastarono tette, mi leccarono i capezzoli e le loro dita frugarono nella mia fica. Poi mi presero a turno e mi violentarono. Fu terribile. A volte, lo stesso uomo, più di una volta. Non contai le volte in cui svenni. Non contai le volte in cui mi gettarono secchiate di acqua contro per farmi rinvenire. Non contai le volte in cui sognai di liberami e farli a pezzi tutti quanti.
Poi, tutto ebbe fine. Qualcuno arrivò e mi diede una ripulita. L’uomo dalla barba che bruciava, si fece vicino a me e chiese”Come funziona il Vaso?”
“Fottiti” feci sprezzante
Lui si strinse nelle spalle e si allontanò. Il suo equipaggiò tornò e, si ricominciò tutto.
Resistetti per cinque turni. Poi crollai e fui costretta a rivelargli come funzionava il Vaso. E, mentre tutti erano distratti, la mia mano afferrò una lampada ad olio e la gettai nella Santabarbara.

v-Oggi
Pandora osserva ad uno ad uno gli astanti e sorride. “Mi sono risvegliata aggrappata ad una zattera e lo scrigno era lì. Rimasi in balia delle onde fino a che qualche nave di passaggio non mi raccolse e mi trasse in salvo.
Mi ripresi un po'’ dalle ferite, anche grazie al barone Van Horing che mi salvò la vita. Capii che tornare all’isola non si poteva più e così, optai per una soluzione differente. Divisi il Vaso in dodici parti e li nascosi in giro per i porti. Ogni volta che qualcuno si faceva vivo per cercare il Vaso, io intervenivo e gli facevo passare la voglia, per sempre”
“Quei pirati, per chi lavoravano?” chiede Meda
“Il vostro amico Antineo, ovvio. Quello che avete visto era un simbolo templare occulto creato da Antineo all’epoca di Gerusalemme. Dopo averlo ‘ucciso’ in quel raid per liberare le Gorgoni”
“Quel pirata, quello con le micce accese nella barba.. era Barbanera?” chiede Valerio
“Sì. Barbanera era un immortale. Quando lo incontrai io si faceva chiamare con un altro nome: Antineo”
“Oh, ma per il cazzo!” esclamò Valerio “E’ sempre in mezzo alla palle quello”
“E sappiamo che non morì nemmeno lì” commenta Meda “E mi ricordo che Barbanera fu,alfine catturato e decapitato. Oppure, mi viene da pensare che non era lui”
“Già, era un sosia” Pandora si stringe nelle spalle “Il bastardo sapeva come evitare la morte. Neanche il sepolcro ghiacciato del Titanic lo ha fermato”
“Che storiaccia” commenta Amy “Comunque, confermo quello che ha detto Pandora fino a qui”
“Io… Ho bisogno di un’aspirina” commenta Valerio massaggiandosi i lati della fronte con pollice e indice
“Antineo. Ovunque ci giriamo, sempre Antineo” fa rabbiosa Meda “Possibile che non riusciamo a liberarcene?”
“Ma, scusate, in tutto questo, come c’entra Lilith?” chiede Zena parlando per la prima volta
“Lilith vuole il vaso” risponde Pandora “Lei è stata svegliata in epoca recente”
“Perché non subito? Voglio dire Amy si è collegata psichicamente e ha assistito al dialogo tra lei e Tetis, giù, sulla riva dello Stige. Parlavano ..” comincia a dire Meda osservando Amy
“Di una preghiera che Tetis ha ascoltato per mente di Lilith” continua Amy “Il Patto… Il patto di essere usata come un giocattolo sessuale ad uso e consumo di Tetis in cambio del Vaso. Ma, come giocattolo c’è finita Zena ..” si voltano tutti verso il mezzo demone “Questo è un punto scuro, Zena. Vuoi aiutarci a farlo diventare bianco?”


fine parte 2

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2021-07-29
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