Il mistero delle origini: il Vaso di Pandora parte 3
di
Vandal
genere
pulp
VI°-Zena
Un frutto dell’odio cadde a terra con un rumore di stracci bagnati. Sembrava una zucca di Halloween liquefatta, portata via dalle acque limacciose dello Stige.
Tetis, seduta sul suo trono di ossidiana, contempla le anime degli Ignavi che allungano le loro braccia verso la superficie mentre, lo sguardo indifferente di Caronte ci remava vicino
“Mia regina” un uomo al suo cospetto, nudo, attende che la regina lo degni di attenzione.
“Non trovi che tutto questo sia deprimente, Eviros?” la regina distoglie lo sguardo dal panorama fuori dal tempio e si avvicina all’uomo “Non ti annoi a rimanere qui a compiacermi?” con un movimento fluido, si libera delle vesti, rivelando il fisico statuario, l’imponenza del suo corpo “Alzati, Eviros” lui obbedisce, con la testa arriva a sfiorarle l’addome, sovrastato dai tre metri della sua regina “E rispondi alla mia domanda”
“Tutto quello che la mia regina desidera”
“Ah, per favore” gli afferra la testa e spinge forte la sua faccia verso la grande vagina “Fai il tuo dovere, schiavo”
La testa dello schiavo, come un grottesco fallo, entra nella regale vagina della regina. Le grandi ganasce si aprono e accolgono la testa e lasciano che le pareti vengano solleticate. Eviras afferra le gambe della regina e prende a muovere la testa dentro di essa, facendola mugugnare. A lui basta quello: far godere la propria regina. Poco dopo, gli umori della regina irrompono dalle pareti e colpiscono lo schiavo. Lui trattiene il respiro e continua a pompare, fino quasi ad annegare. E la Regina lo discosta grottescamente, gettandolo a terra, lurido di sperma regale “Diavolo di un diavolaccio. Avessi una forma più normale m’impalerei su quel tuo cazzo così turgido” rabbiosa, gli afferra la gamba e lo lancia attraverso il pavimento del tempio.
Giusto ai piedi di Zena, che si ferma ad osservare il sofferente Eviras ai suoi piedi “Giornata no, mia Regina?”
“Hai trovato l’anello di Plutone?”
Eccolo qui” dice Zena esibendo un anello con pietra rossa “Se lo metti al dito e gira la corona d’argento su cui è posata la pietra, dimezzerai la tua altezza”
“Diventerei alta un metro e sessanta. Un fottuto lillipuziano”
“Le dimensioni non contano” risponde Zena “Usa l’anello e fai la prova su di lui”
“Dagli una ripulita” e si mette l’anello al dito. Sulle prime non succede nulla. Poi, come un colpo di frusta, Tetis sente le sue ossa contrarsi e piegarsi. E.. “Zena” se la trova davanti agli occhi “Ha, funzionato”
“Ora, Eviras..” dice Zena “Avvicinati”
“Come le mie regine..” tetis lo colpisce forte con un pugno che lo fa cadere rovinosamente a terra “Regina, al singolare. Io sono la tua regina, hai capito, scarto umano?”
“Sì, perdono, perdono mia signora”
Tetis si gira verso Zena “Vattene”
Zena si allontana. Spaventata fuori, incazzata dentro. Umiliata, si nasconde nel suo angolo preferito, una zona curiosamente verde vicino ad un molo di legno scuro. E si lascia in un lungo pianto.
Un rumore di piedi che calzano stivali di cuoio la destano. Alza appena lo sguardo sulla figura di un uomo avvolto in una pesante cappa che porta una daga legata al fianco “Non sono di lacrime che lo Stige ha bisogno, giovane Zena”
Lei alza lo sguardo sull’uomo, si asciuga gli occhi con i dorsi delle mani “No, stavo solo.. Così”
“La regina fa i capricci?”
“Le ho portato l’anello di Plutone e lei.. beh, pensavo che condividesse un po'’ di sesso con gli schiavi. Invece.. Mi ha cacciato” dal tempio provengono urla. Sembrano insieme di gioia e dolore “Scoperà quello schiavo fino alla morte”
“Un altre triste anima che anela un passaggio sull’altra sponda”
“Voglio andarmene da qui” dice lei “Io non appartengo a questo posto. Mia madre.. Mia madre mi ha lasciato qui come pegno” alza lo sguardo su di lui, gli occhi colmi di lacrime “Un pegno, come un dannato usuraio”
“Quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’hai vista?”
“Da quando sono nata, immagino. Tu sai qualcosa? Se è viva, oppure..”
“Ci sono cose che nemmeno io posso sapere” risponde l’uomo
“Dove può essere finita? Com’è possibile che non sia ancora riuscita nella sua ricerca? E se ha finito di cercare e fa di tutto per rimanere lontana da me?”
“Quello che cerca è più importante dell’amore di un figlio?”
“Non lo so ma, a questo punto, direi di sì”
“E se fosse stata trattenuta da qualche parte? Un Mondo compreso tra luce ed ombra da dove lei non può scappare?”
“Tu sai qualcosa vero?” fa speranzosa Zena
L’uomo si stringe nelle spalle “Io ho ipotizzato. Se qui non è stata vista, allora vuol dire che è da qualche parte, nascosta bene, impossibile da raggiungere. Prigioniera”
“Da chi? Tetis?”
“Non credo. A che scopo?”
“Il Vaso”
“Ah, il Vaso” allarga le braccia e ride “Il Santo Graal delle disgrazie nel Mondo”
“Devo trovarla”
“A che scopo? Se ti ha abbandonato qui, che bisogno hai di andarla a cercare. E’ chiaro che se, teneva veramente a te, non ti avrebbe lasciato qui al posto suo, ti pare?”
Arriva Eviras, passo strascicato, aria avvilita. Il collare di cuoio al suo collo penzola sulla spalla. Chiazze di sangue tra le gambe e sugli occhi. L’impeto della regina è stato bestiale. L’uomo ferma Eviras e tende la mano. Eviras, come imbambolato, allunga la mano destra verso quella dell’uomo, poi la ritira. Sul palmo teso sono rimaste cinque monete d’argento, che l’uomo fa sparire nella sua casacca. Si sposta ed invita Eviras a proseguire lungo il molo, alla fine della quale è ancorata una barca simile ad una gondola “Portami via con te” dice d’impeto Zena all’uomo “Ho i soldi, ti pago”
“Che mi dici di lei?”
“Hai paura delle conseguenze?”
Lui sorride “Se mai, il contrario”
“Allora portami via”
“Allora vieni” dice proseguendo lungo il molo “Il primo viaggio è gratis”
Zena aveva imparato una cosa da Tetis nella sua lunga permanenza al tempio sullo Stige. Come usare il proprio corpo per sedurre. Una volta raggiunto il suo obbiettivo, si era ritrovata in mezzo alla cosiddetta civiltà, dove gli uomini erano facili pagare il sesso che si faceva.
E Zena fece proprio questo. Vendette il proprio corpo a chiunque le offrisse del denaro. E andò avanti così per molto tempo, fino a che …
“Non posso tenere questo.. Questo coso” disse rivolta ad una escort con cui lavorava
“Questo coso si chiama figlio, tesoro. Dovevi pensarci prima di farti ingravidare. Non pretendi l’uso del preservativo ai tuoi clienti?”
“Non pensavo nemmeno di poter rimanere incinta”
“Puoi sempre abortire”
“Abortire?”
“Oppure lo fai nascere e lo affidi ad un orfanotrofio”
E così era accaduto. Al momento della nascita, Zena affidò il nascituro ad un orfanotrofio, sicura che non sarebbe stato più un problema per lei. Si prese lo sfizio di dargli un nome, Valerio. Ma finì lì, lo lasciò in quella struttura e decise che non era più affar suo. Doveva dedicarsi alla sua ricerca primaria: trovare Lilith.
Ma gli anni passarono senza che nulla accadesse. Come se l’Universo l’avesse risucchiata agli occhi di tutto e di tutti.
Una sera notevolmente piovosa, Zena passeggiava lungo un molo. Non c’era luce se non una piccola torcia che ardeva una luce sbiadita nell’aria. Forme barcollanti stavano salendo su una grossa barca,tipo un peschereccio, sotto lo sguardo attento di una figura avvolta in un mantello. La figura pretendeva un passaggio di cinque pezzi d’argento per salire sulla nave.
Quando la fila finì, l’uomo la vide e disse “Oh”
“Oh” rispose Zena
“Non sei morta quindi, come mi hai trovato?”
“Immagino che la mia natura mi faccia vedere cose che agli altri resta nascosta” rispose Zena
“Deduco che la caccia non è andata bene”
“No. In tutti questi anni non sono riuscita a trovare traccia di lei. E ‘ come se fosse stata risucchiata nel Nulla. Forse è così. PUFF”
“E vuoi tornare indietro? Da Tetis? Non la prenderà molto bene”
“No, non tornerò indietro. Volevo vedere solo una faccia amica” osservò la grossa imbarcazione “Ti vanno bene gli affari ultimamente”
“L’argento butta bene” sorride “Sai cosa dovresti fare? Dovresti ritrovare tuo figlio e stare con lui”
“Come sai di mio figlio?”
“Io so”
“Non so neanche dove si trova”
“Beh, non è difficile trovarlo. Pare che, ultimamente, abbia incrociato la strada di numerose creature sovrannaturali. Diciamo che le attira come mosche sul miele”
“Mi sono talmente concentrata su Lilith..” gli volge le spalle “Beh, ci si vede in giro”
“Buona fortuna” saluta l’uomo salendo sulla grossa barca
Si era concessa un piccolo sollazzo. Aveva preteso l’uso del preservativo. Il giovane faceva parte della squadra locale di football: fisico scolpito, ben tornito e un cazzo da monta degno di nota. Si era fatta penetrare, aveva goduto, si era nutrita del suo sperma. Lo aveva usato altre tre volte. Un fisico da urlo, tonico e resistente. Non gli aveva chiesto il suo nome.
Poi se n’era andata, nella notte della città, mentre le luci si affievolivano e un nuovo giorno nasceva. Si fermò davanti l’insegna di un locale: Il Nido della Fenice. Era lì che avrebbe trovato Valerio. Forse, con lui, avrebbe ritrovato sua madre. Forse.
Dunque.. Zena osserva i suoi compagni di sauna, si stringe nelle spalle, sorride “Beh, così, più o meno”
“E non sei riuscita a trovarla?” fa sorpresa Meda
“Come hai potuto abbandonarmi così?” la voce di Valerio è indignata “In un orfantrofio come un oggetto indesiderato”
“Beh, mi spiace ma.. La mia ossessione per Lilith.. Non potevo avere impedimenti”
“Già, scaricato come una borsa della spesa in un carrello”
“E non ti ha portato a nulla” dice Roberta “Cos’hai ricavato?”
“Un beneamato cazzo” ride Pandora “Credetemi,è molto meglio se il Vaso resti frammentato. Perché, se si riuscisse a rimetterlo insieme…”
“Già, dopo Pompei si pensava scongiurato il pericolo” commenta Meda “Invece..”
“Invece sempre Antineo, porca di quella puttana zozza!” urla Valerio “Dobbiamo fermarlo”
“Avrà un punto debole, no?” chiede Roberta “Un tallone d’Achille?”
“Quindi, quanta gente c’è dietro il Vaso?” chiede Valerio “Oltre a Meda che lo cerca per distruggerlo. Antineo con la sua cricca di wrait. Tetis. Lilith. Altri?”
“Siamo al completo, per ora” risponde Pandora
“Abbiamo tetis sulla riva dello Stige. Lilith dispersa chissà dove e Antineo…”
“Antineo è una piaga nel culo che deve essere epurato” Valerio ha la rabbia in corpo
“Che ne dite di calmarci un po'’?” dice Pandora suadente fluendo fino a Valerio. Roberta la taglia con lo sguardo. Pandora la coglie di sorpresa e bacia Roberta. LA mano sinistra sott’acqua afferra il sesso di Valerio, che soffoca un gemito per il piacere. Roberta sta per protestare ma, la lingua insiste sulle sue labbra e dentro mentre, la mano destra divarica le grandi labbra e s’insinuano, fluide e morbide, stuzzicandole il sesso nelle profondità.
“Oh, per la miseria, ci risiamo” commenta esasperata Meda “Ma che diavolo” e guarda verso Zena che si limita a stringersi nelle spalle. Poi guarda verso il capitano “E va bene: orgia collettiva?” abbraccia il marito e sale cavalcioni su di lui “Sembra di stare dentro uno di quei romanzi dove i protagonisti devono per forza scopare una volta a capitolo”
“Mi sento una guardona” commenta Amy facendo per uscire
Ma Zena la trattiene e la bacia con trasporta “Non roviniamo l’atmosfera”
Solo Akim sembra non accettare l’ammucchiata e si allontana dal gruppo scusandosi silenziosamente.
Intanto Pandora sta masturbando alacremente sia Roberta che Valerio. Quella donna emana sesso nucleare, pensa Valerio sentendo un brivido di piacere arrivargli fino al cervello. Si sposta verso la Custode, cerca la sua bocca, incrocio umido con le labbra di Roberta. Le mani di Valerio avide a strizzare le tette e i capezzoli di Pandora. E Pandora a strizzare quelle di Roberta. E Insieme, come polipi multipli, a toccare il cazzo a Valerio, masturbandolo quasi violentemente.
“E’ molto che lo voglio fare” Valerio si limita delle strette e afferra Pandora ai fianchi, senza che lei faccia una reazione, la penetra analmente. Lei mugugna e lascia che l’asta entri dentro di lei. Ma non smette di baciare e leccare Roberta. Valerio dimena i fianchi, l’acqua che crea grossi splash tutt’intorno. L’acqua come vaselina che lubrifica il sesso nelle profondità del culo. E le dita di lei nella vagina di Roberta che raggiungono livelli di orgasmi multipli.
“E’ la cosa più assurda che mi sia capitata di fare” commenta il capitano perso nel caldo abbraccio di Meda. Caldo e sensuale. Come sempre riusciva a trasmettere. Come onde di un placido mare, in grado di gonfiarsi ed afferrarti quando il vento prende ad accarezzare le onde.
Ora più impetuosa quasi volesse competere con l’ardimentoso rapporto a tre intrapreso da Pandora.
E Amy in disparte, le gambe aperte e Zena con la lingua che le stuzzica il sesso. E lei con le mente quasi in tilt, che si concentra su un susseguirsi di flash erotici dei rapporti sessuali avuti con la mezza succube
E poi ancora Pandora che viene penetrata a forza dall’impeto di Valerio, quasi rabbioso e le tette che sussultano ad ogni colpo di reni. E poi l’impeto che si placa, il sesso meno veloce, più sensuale. I baci di Roberta, le carezza di Pandora. I sessi che sfregano tra di loro. Valerio che dona a Pandora e poi a Roberta…
VII-Calibos
Si risveglia con un fragore di pietre smosse. La creatura chiamata Calibos crolla carponi, gli artigli conficcati nella pietra, il cuore che riprende a battere: “Bentornato tra noi, sommo Calibos” saluta Antineo
La creatura alza lo sguardo, gli occhi rossi simili a fuochi di incendi, i denti snudati di zanne fameliche “Chi sei tu..” la voce raschiosa come la pietra che lo ha imprigionato “Tu?”
“Ti sei dimenticato di me, Calibos?”
La creatura socchiude gli occhi, annusa l’aria “Io.. Tu sei Antineo?”
“Sì”
Calibos si guarda attorno. Un ambiente incolore, impersonale “Dove mi trovo? Dove si trova lei?”
“Lilith? Non è molto lontana”
“Io ero.. Pietra”
“Ora non lo sei più”
“Come?”
“Il canto di una sirena ha spezzato l’incantesimo”
“Hai ucciso le sorelle?”
“No. In realtà ne è morta solo una ma, il merito non è mio”
“Ah, la Medusa ci ha lasciato? Allora vuol dire che.. Il Vaso?”
“Stiamo cercando di ricomporlo”
Calibos si rialza da terra, cerca una posizione eretta, ossa scricchiolanti, barcolla. LA coda fa da appoggio e non lo fa cadere “Il Vaso.. Lo scrigno.. Deve essere mio”
“Lo sarà. Ma ora, sommo Calibos, sei rimasto imprigionato nella pietra per molto tempo” fa un cenno e una giovane fanciulle dalle bianche carni, completamente nuda, viene trascinata al suo cospetto. L’aria fissa nel vuoto non sembra accorgersi della grottesca creatura che ha di fronte “Giovane e fresca come piace a te”
“Perché ha quest’aria assente?”
“E’ sotto l’effetto di droghe. Ma , tranquillo, non così forti da renderla docile”
“Sì” le mani artigliate armeggiano con la cinta di metallo che gli cinge i fianchi. Un grosso e lungo pene irto di punte ossee, torreggia verso la ragazza, che strabuzza gli occhi spaventata e boccheggia. La sua mente le grida di fuggire ma, le sue membra la tengono inchiodata al suolo “Mi ciberò della tua verginità, berrò il tuo sangue, divorerò la tua anima” sussurra CAlibos “E dopo, parleremo di affari, con calma”
VIII- Sesso e discussioni
Uno stupro brutale e violento. In breve tempo, della ragazza non rimane altro che una massa sanguinolente di carne lacerata, interiora e una larga chiazza di sangue “Bene” dice Calibos andando ad accucciarsi vicino ad Antineo “Ora spiegami: dove si trova Lilith?”
“Io non riesco a capacitarmi di una cosa” dice Roberta “Beh, di tante cose”
Sono in camera da letto, lei, Pandora e Valerio. Poi Amy e Zena lì nei pressi, su un comodo divano. Meda e Per in un letto a fianco. L’orgia si era spostata in quella zona e avevano continuato a fare sesso fino a sfinirsi
“Cosa non capisci?” Pandora a pancia in sotto, il mento appoggiato alle braccia intrecciate sotto di esso. Valerio le sta accarezzando il culo. Il più bello che lui abbia mai visto. Beh, dice così con ogni ragazza che riesce a scoparsi
“Perché Lilith non si riesce a trovare? Dov’è finita in questi anni?” chiede Roberta “Voglio dire, lei prega di essere liberata e, qualcuno alla fine la libera. Sappiamo che Tetis e sappiamo che lei chiede in cambio a Lilith, un pegno”
“Diventare il giocattolo sessuale di Tetis” annuisce Amy
“Un po'’ banale” commenta Roberta “Non trovate?”
“Non così banale” commenta Valerio contemplando le linee perfette del culo di Pandora. Perfetto, morbido, da provare ancora. Pandora, un fisico che sembra scolpito nella perfezione. Seni sodi come pompelmi, capezzoli piccoli e scuri, ventre piatto. E la sua fica,un taglio perfetto circondato da una peluria ben curata
“Valerio” la voce di Roberta autoritaria che lo distoglie dal culo di Pandora “Puoi non pensare a scopare per un po'?”
“Ah, ehm, sì” si appoggia ai cuscini appoggiati alla tastiera del letto “Direi.. Perché deve essere banale il sesso?”
“Non ho detto che il sesso è banale. MA il tributo che Tetis ha preteso da Lilith per averla liberata. Sesso, ne può avere sempre ma.. Insomma, dalla regina delle puttane pretenderesti qualcosa di più”
“Il Vaso” Pandora si tira su a sedere, anche lei la schiena appoggiata ai cuscini della testiera del letto “Tutti sono ossessionati dal Vaso. Tetis non fa eccezione” sospira “E’ snervante essere la Custode di un oggetto tanto ambito. Pensavo che, con l’avvento del Graal, la gente si fosse dimenticato del Vaso. Invece, eccolo qui, con il suo carico di disgrazie”
“Quindi, dove ci porta a questo? Un altro nome sulla lista dei cacciatori del Vaso” commenta Meda
“Perché Lilith è sparita da tutto e tutti? Com’è possibile che neanche Amy riesce a captare la sua energia?” chiede Valerio “Akim, tu sai qualcosa da Shareen Ra? O da Agnes? O da Steno, Euriale..?”
“Nulla di nulla” sorseggia l’immancabile tè
“Porca zozza. Come si fa a trovare qualcuno che è impossibile a rintracciare?” scuote la testa Valerio
“Una domanda che forse non c’entra nulla. Perché Tetis si trova negli Inferi? Dagli studi che ho fatto, mi ricordo che lei era una titanide, buona, che aiutò Zeus nella lotta contro i suoi stessi fratelli”
“Ha ucciso sua figlia” risponde Pandora
“Ah” fa Roberta “Ma dai”
“La solita tresca: A e B amano C. Ma C ama A e fa incazzare B. Allora B, uccide A. Fine della storia” riassume Pandora
“Ah sì, così è tutto chiaro” annuisce Roberta
“La figlia di Tetis, una delle sue tremila, di nome Stige, si era innamorata di un pescatore. L’uomo le dedicava poesia e canzoni e Tetis non sopportava l’idea che Stigia avesse più attenzione di lei. E la gelosia, si sa, è una brutta bestia. Un giorno, madre e figlia raggiunsero l’apice di un litigio di contesa. Al che, Tetis, accecata dall’ira, trafisse la figlia con un’arma sacra. E gli Dei, come punizione, relegarono Tetis sulle rive dello Stige, a guardia del sepolcro dell’amato Oceano e dell’albero dell’Odio” spiegò meglio Pandora “E il pescatore come osservatore la sorveglia a distanza”
“Pensavo che gli Dei non si potessero uccidere” commenta Amy
“Possono, anche loro sono vulnerabili. Ci vuole l’arma giusta” risponde Pandora
“Quindi, abbiamo Tetis che sfrutta Lilith per avere il Vaso. Scopo?” chiede Valerio e guarda Pandora “Cosa può fare il Vaso oltre a liberare i mali sul Mondo. Cosa già avvenuta, del resto”
“Il Vaso è un’arma” riponde Pandora “Avete presente Atlantide? O Pompei?”
“E’ stata lei ha causare quei danni?” sgrana gli occhi Roberta
“Un’arma del genere non deve essere utilizzata da nessuno” dice Meda “Tetis, Lilith, Antineo. Nessuno ci deve mettere le mani sopra. Per questo lo cercavo, per distruggerla”
“Mea Culpa” si stringe nelle spalle Pandora “Come Custode, non ero tenuta a fare domande”
“Di che parlate?” chiede Roberta senza capire
“Oh, io e Meda ci siamo scontrate qualche secolo fa. Io l’ho colpita all’addome con la mia falce e lei con la catena sullo zigomo”ride “Uno scontro epico, non trovi?”
“Sì, come no” biascica Meda
“Tornando a noi..” dice Per “Come pensate di procedere?”
“Sarebbe utili sapere che piani ha Tetis” suggerisce Amy “Se Zena non lo sa..”
“E come facciamo a scoprirlo se non possiamo avvicinarci a lei?” chiede Meda
“Beh, conosco qualcuno che può farlo” sorride Zena “So dove trovarlo. Mi serve una notte di luna, non necessariamente piena e un corso d’acqua che passa nei pressi di un salice”
“Solo?” chiede Roberta
“Conosco il posto” dice Akim
Zena, nella nebbia, lungo uno stretto sentiero che costeggia una roggia. La luna alta nel cielo è coperta da un sottile velo rossastro.
La barca è là, ancorata ad un molo dove una lanterna è accesa per condurre i pellegrini fino al molo. Un canto melodioso e struggente permea l’aria. Zena sente un peso quasi opprimente nell’ascoltare quelle parole.
L’uomo smette di cantare non appena Zena poggia il piede sulle assi di legno del molo. Sorride “Non ce la fai a starmi lontano, vero?”
“Sono venuta a chiederti un favore” dice Zena avvicinandosi a lui
“Io tratto anime, non favori”
“Appunto per questo, mi serve il tuo aiuto”
“Hai trovato Lilith?”
“Non ancora, si nasconde bene. Anche con l’aiuto di una sensitiva non riusciamo ad individuarla”
“Avete costituito un gruppo di caccia?” sorride “Ma io sono un solitario, lo sai bene”
“Te lo chiedo io. Vorremmo sapere perché Tetis vuole avere il Vaso”
“Sai che tra me e lei non scorre buon sangue”
“Tetis è una che parla spesso quando compie le sue orge con i poveri malcapitati di turno. Tu trasporti le anime di coloro che sono morti sotto le sue amorevoli cure. Trovami qualcuno che abbia sentito” trae dalla tasca un sacchetto di tela legato da uno spago d’argento “Qui ci sono monete d’argento che basterebbero per cinque viaggi”
“Deve starti veramente a cuore questa faccenda, se arrivi a pagarmi senza farti un viaggetto” ma afferra il sacchetto e lo fa sparire nelle pieghe delle sue vesti “Mi farò sentire io”
“Grazie, Caronte”
“Stai attenta a quello che fai, piccola Zena: qualcosa di oscuro e potente si sta muovendo. Qualcosa che tu e la tua Scooby gang fareste bene a non sottovalutare”
Pandora è insaziabile nel sesso quanto lo è Roberta. Valerio, preso tra due fuochi, con bocche fameliche che cercano il suo sesso, lo leccano, lo masturbano. Pandora che lo accoglie tra le gambe, ne gode della sua pienezza. I movimenti di lui decisi, ma più fluidi. Niente impeto selvaggio degli amplessi precedenti. E Roberta che lo cerca, lo bacia, lo accarezza. E lui, con le mani, a massaggiare le loro morbidezze, a suggerne l’essenza dai capezzoli. L’umido tra le gambe da lubrificante. Le loro bocche che si dischiudono attorno al sesso. L’orgasmo che si sviluppa al rallentatore.
Il senso di appagamento che si prova quando, al fine, Pandora si adagia sul petto di Valerio, lasciando spazio anche a Roberta. E Valerio felice di quella situazione con la voglia irrefrenabile di ricominciare tutto da capo “Sei un amante fantastico Valerio” commenta Pandora “Anche tu, Roberta”
“Era da molto che non mi sentivo così bene” sorride Roberta accarezzando una mano a Pandora
Pandora ricambia la stretta e si mette a giocare con l’erezione prepotente di Valerio “Incredibile che tu riesca a tenere così desto il tuo sesso dopo questa lunga cavalcata”
“Adesso so il perché” risponde Valerio “MA ci pensate?”
“Il fatto che tu appartenga alla stirpe di Lilith, non vuol dire che tu debba essere come lei” dice Roberta
“E il fatto che tu appartenga alla sua stirpe, non vuol dire che nutra sentimenti positivi verso di te” aggiunge Pandora “Se incrocerai la sua strada, dovrai stare molto attento”
“E poi c’è Antineo” mormora Valerio “Una nemesi. Era chiuso in una prigione di massima sicurezza”
“Immagino che lui cerchi il Vaso per avere un qualche tipo di potere” commenta Roberta “Non oso immaginare cosa possa fare con quell’oggetto. Dove sono gli altri pezzi?”
“Al sicuro, spero. Anche se, la metà ho dovuto rinasconderli in un altro luogo” risponde Pandora
“Antineo e i suoi Wraith. Tetis e la sua brama di potere. Lilith dispersa chissà dove” sospira Valerio “E Lilith? Che uso può farsene?”
“La Regina delle Puttane userà il vaso per creare un regno di sangue e paura. Fu una ragione per cui venne imprigionata e nascosta sull’isola delle Gorgoni” risponde Pandora
“E Calibos? Chi è esattamente?” chiede Roberta
“Il suo primo sacerdote. Il mostro da lei creato quando lo morsicò con i tre veleni demoniaci e lo rese grottesco e letale” risponde Pandora “Il volto squamoso, la bocca irta di denti che sembrano chiodi arrugginiti, il corpo tozzo, mani e piedi muniti di artigli, coda tozza come quella dei varani. E un pene fatto di carne e ossa irto di rostri e spine. Mostruoso, servile, letale”
“E Antineo se lo è portato via” rabbrividisce Valerio “Da farmelo ammosciare all’istante”
“No, no” fa Pandora afferrandogli il sesso e stringendoglielo “Non ti ammosciare”
“Ho paura” Roberta, anche lei con la mano allungata su Valerio, quasi gelosa di Pandora
“Lo sai? E’ un bene che, tu non abbia ereditato i poteri di Lilith. Il sesso deve divertire, sfinire, appagare. E tu fai queste tre cose e anche di più. Ogni volta che qualcuno ti prova, ne vorrebbe sempre di più” si china verso il turgore, la lingua che spunta sulla punta del pene. Quel brivido che gli si pianta nel cervello.. “Almeno da questo lato, la maledizione di Lilith non ti ha sfiorato”
Roberta guarda avida la lingua della Custode che accarezza il sesso esposto di Valerio. Senza che nessuno la invita, si china verso Pandora e usa la lingua insieme a lei dando ancora più piacere a Valerio. Le parole non pronunciate, la bocca che si muove appena, boccheggia “Quanto sperma riesci a produrre?” fa maliziosa Pandora prima di ingoiare totalmente il sesso di Valerio
Meda che osserva le torri scintillanti della città. Il suo corpo nudo illuminato dalla luna. Le catene riposano sullo schienale di una sedia lì vicino. Akim ha riservato a lei e Per, una stanza dei piani superiori. Sotto di loro, le acque scure di un fiume che non ricorda di aver mai visto in quella zona.
Per dietro di lei, le cinge le spalle, preme il sesso contro la sua schiena. Le mani accarezzano, scendono sulle braccia, fino ai seni, le stringono piano, giocano con i capezzoli: “Perché questo posto mi da una percezione diversa?” chiede lei
“Magia” risponde il capitano “Ciò che vedi è parzialmente ciò che c’è. Ma, nella realtà, siamo immersi in una dimensione tascabile”
“Già, dovevo immaginarmelo che Akim non gestisse un semplice bordello” si gira verso di lui, le mani sul petto, gli occhi che desiderano affogare in quelli blu mare di lui “Cosa credi che succederà ora?”
“Con Antineo nulla di buono”
“Hai più sentito Steno?”
“No. Credo stia seguendo una pista sua”
“Abbiamo bisogno di molto aiuto”
“Sì. Credo che questa sia lo scontro più difficile di quelli effettuati fino ad ora” commenta il capitano
“Mi chiedo dove sia Antineo ora”
“Mia regina” CAlibos prostrato ai piedi di Lilith, ora magnifica e nuda davanti a lui.
Il grottesco individuo genuflesso ai suoi piedi, la lingua da rettile che graffia la roccia “CAlibos, mio suddito prediletto” la sua voce è una carezza che soffia dalla tenebre. “Confido in te per la buona riuscita del piano”
“Io non vi deluderò, mia Regina. A costo della mia vita”
“Non è necessario essere così drastici, mio caro CAlibos”
Dietro Calibos, corpi di giovani donne straziate nelle loro nudità, squarciate nel ventre, lacerate sul petto. Sangue che cola anche tra i denti di Calibos, tra i suoi artigli, sul suo pene osseo. “Io bramo vita, sangue e carne” dice CAlibos
“Antineo” la regina chiama
Antineo smette di sodomizzare una giovane prigioniera. Quasi infastidito, scivola fuori dal culo della ragazza e rivolge la sua attenzione alla regina delle Puttane “Mia Regina”
“Hai l’aria annoiata, ti sto forse infastidendo?”
“No, mia Regina. Come ordini, io eseguo” Antineo capisce l’antifona e si fa più servile
“Gli altri pezzi del Vaso?”
“Ci stiamo lavorando”
“Ci state mettendo troppo tempo. Cosa fa Tetis?”
“Per ora è ancora ferma sulle rive dello Stige”
“E la mia stirpe?”
“Zena e Stalimbeni si trovano in posto chiamato ‘Nido della fenice’. Impenetrabile per gli esseri magici. Ben difeso anche per esseri umani”
“Come pensi di costringere la custode a rivelare dove sono gli altri pezzi?”
“Ho un piano” sorride Antineo“Ci sto lavorando”
“Non metterci troppo: Lagina non rimarrà a lungo visibile”
La luce del giorno saluta Valerio con espressione felice. Roberta e Pandora perfettamente addormentate con le facce sul suo sesso sempre sveglio. Le scosta dolcemente e barcolla fino in bagno. Ha bisogno di una doccia. Ci resta a lungo. Si aspetta che Roberta e Pandora si sveglino in quell’istante e lo raggiungono ma, così non è. Ma quanto ha scopato in quei giorni.. No, non parecchi giorni.. Solo due giorni.
Akim sveglio davanti all’immancabile tè. Nell’aria aroma di brioche, pane tostato, succo d’arancia e caffè “Uh, quello che ci voleva”
Arrivano Zena, Amy, meda e Per. Le ultime sono Pandora e Roberta “Serata relax per tutti, a quanto vedo” Amy ha le occhiaie e l’aria assonnata. Guarda verso Zena intenta a versarsi del tè nella tazza “Se mi state per chiedere se ho notizie su tetis, vi dico: si deve aspettare fino a stasera”
“Questo tuo amico è affidabile?” chiede Valerio
“Al 100%” annuisce Zena
“E tu, Amy, come mai quelle occhiaie?” chiede Roberta
“Ho ritentato un altro contatto psichico per individuare Lilith” risponde Amy versando caffè in una tazzina. Poi, vedendo che è troppo poco, ci rinuncia e si butta su una fetta di pane imburrato “Non so cosa voglia dire ma, ho visto una colonna Nera altissima, a base quadrata, che si alzava verso un cielo di nuvole nere. E dietro si vedeva un’isola, niente vegetazione, con delle colonne o qualcosa del genere”
“Mi ricorda qualcosa” commenta Pandora con una smorfia
“Aveva un simbolo quella colonna?” chiede Meda
“Il simbolo della luna”
“Nera può essere solo Ecate” annuisce Pandora “Una colonna che unisce il mare con il cielo”
“La Via per raggiungere il Crocevia tra i vari Mondi” aggiunge Akim
“Ecate, la dea di tutti i mostri?” chiede Valerio
“Ecate che regnava sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi, i morti e la Negromanzia” specifica Pandora “Oltre c’è l’isola di Lagina. Il luogo dove Ecate dimora. E dove ho aperto il Vaso”
“La cosa si è trasformata in molto brutta a terribilmente brutta” commenta Meda “Porco cazzo. Antineo.. Ma che vuol fare?”
“Nulla di buono” risponde Per
“Cosa c’è là che Lilith o Antineo possono fare?” chiede Valerio allarmato
“Là, sull’isola di Lagina” risponde Pandora con aria lugubre “Dove tutto inizia e finisce”
IX- Rapimento e riscatto.
Zena seduta sulla riva, attende l’arrivo di Caronte. Presto, la nebbia che si forma sulla riva del fiume, scivola lenta a ricoprire gli argini.
No passa molto tempo prima che, la sagoma di un’imbarcazione spunti da una nube nebbiosa e si avvicini alla riva erbosa. Una cima viene gettata fuori bordo, sulla bitta di un piccolo pontile in legno.
La figura nota avvolta in un mantello e il cappuccio tirato sulla nuca, scende con calma i gradini fino ad esso. Tra le mani un bastone su cui brilla una luce opalescente: “Sta diventando un’abitudine” sorride Caronte
“Devo uscire” Roberta si sta rivestendo in fretta. Valerio, aria afflitta, guarda la pelle di Roberta coprirsi velocemente, in uno spogliarello al contrario velocizzato “Mi chiamano dall’atelier”
L’atelier, il luogo di fortuna utilizzato per quello che resta del museo storico andato distrutto il mese precedente “Che vogliono?”
“Probabilmente non è una cosa grave ma, dicono che hanno dei problemi su dei reperti che non trovano” risponde Roberta. Si avvicina a Valerio, ancora nudo ed eccitato “Tieni in caldo il tuo sesso uomo, quando torno voglio essere stuprata in ogni orifizio da te”
“Puoi contarci, baby”
E se ne va via, quasi correndo
“Stuprata in ogni orifizio? Wow! Che ragazza romantica” Pandora nuda appoggiata allo stipite della porta che conduce alla doccia. Ha solo l’asciugamano annodato in testa. L’acqua sul suo corpo forma delle gocce simile a rugiada sui suoi capezzoli e nella sua vagina. “Ti vuoi tenere in allenamento con me?”
E Zena, guidando verso casa che si mordicchia il labbro pensierosa. Sul sedile accanto a lei un astuccio di velluto che il traghettatore le ha donato “Questa è un’arma che può uccidere anche un Dio” aveva detto passandogliela
E poi, la mente è affollata da mille pensieri. Avevano sbagliato tutto sul conto di Tetis…
“Come hai fatto a prendere contatto con Lilith?” chiede Akim “Fino ad ora non avevamo avuto successo”
“Fortuna” sospira Amy. Ha la fronte sudata e gli occhi impastati dal sonno
“Forse, quel qualcosa che bloccava la tua psiche, è stata disattivata” ipotizza Per
“Pensi sia una sorta di campo magnetico anti individuazione?” chiede Meda
“Ecco una nuova domanda: sei riuscita a prendere contatto con i Wraith?” chiede Akim
“mmm.. no”
“E questo dove ci porta?”
“Ci porta che sia i Wraith che Lilith hanno la stessa schermatura” annuisce Meda “Vacca miseria”
“Lilith è con Antineo” Meda fa una smorfia “Fantastico”
Per estrae l’iphone e visualizza le foto tratte dalle riprese fatta sull’isola delle Gorgoni e alla prigione. Ingrandisce la figura che sembra il comandante dei Wraith, quello con la maschera di teschio e picchietta sullo schermo “Questa.. Questa è Lilith”
Valerio sfinito, esce dalla fica di Pandora. Si sente provato nel fisico e nella mente come non gli capita da parecchio tempo: “Uh” fa lui lasciandosi cadere su una poltrona e afferrandosi il sesso “Incomincio ad accusare segni di cedimento” se lo massaggia, quasi in masturbazione “Sei una macchina divora cazzi, lo sai?”
Lei si puntella sui gomiti e lo osserva ridendo “Ho avuto secoli per perfezionarmi” allarga le gambe volutamente, sapendo di essere un faro sessuale per Valerio “Tu ed io siamo fatti della stessa pasta: entrambi dobbiamo scopare per essere felici”
“Sì, ormai devo accettare questo mio retaggio”
Lei si alza con studiata lentezza e si avvicina a lui con movenze da pantera. Valerio sa che vuole fare e rimane in attesa “Un retaggio che non ti puoi lasciare indietro, Valerio” gli afferra il sesso e comincia a massaggiarlo “Non riesco a trattenermi” gocce di sperma residui cadono sulla mano di Pandora. Lei si ferma, le lecca
“All’inizio tu non eri così” dice Valerio soffocando un gemito
“Così come? Ninfomane?” sorride. Lecca il cazzo di Valerio, lo ingoia, ne sugge il sapore di carne e sperma “No. All’inizio ero solo una stupida ragazzina a cui avevano affidato un semplice compito. Sorvegliare uno scrigno e non aprirlo per nessuna ragione. Ma qualcuno mi donò la curiosità e quello, fu l’inizio della fine. Tutti i mali furono liberati nel Mondo e tutto precipitò nel Caos”
“Ma, in seguito, liberasti la speranza e gli uomini si adattarono e continuarono nella loro nuova forma” dice Valerio con una voce carica di infinita dolcezza. Le accarezza il viso, si china verso di lei e la bacia. Lei ricambia il gesto e rimangono lì ad osservarsi come due innamorati il cui cuore è rimasto diviso per molto tempo “Non è tua la colpa. Sei umana”
“Umana” ride. Si alza “Non più” si dirige verso il bagno “Vieni?” gli tende la mano “Facciamo la doccia insieme?”
“Ciao a tutti” Zena saluta tutti e si dirige verso il bricco del caffè “Scusate, ho bisogno di caffeina”
“Cos’hai scoperto dal vecchio traghettatore?” chiede Meda “Ha scoperto qualcosa?”
Zena beve avidamente il caffè, poi estrae l’astuccio dalla tasca della giacca e lo pone sul tavolo in mezzo a i presenti “Mi ha prestato questa” apre la custodia e rivela una piuma bianca, con striature nere e rosse “Sapete cos’è?”
“Io sì” dice Akim “E’ la piuma di un angelo”
“Un angelo bello grosso” commenta per “Una piuma lunga 20 cm. Un arcangelo?”
“Un caduto” precisa Akim indicando le striature rosse “Quel rosso è sangue di un Dio che il Caduto ha ucciso. O che qualcuno ha usato per uccidere qualche divinità”
“Quella è la piuma che ha ucciso Stige” risponde Zena “Quella usata da Tetis”
“E Caronte te l’ha data per usarla contro Tetis?” chiede Amy
“Probabile” annuisce Zena “Dove sono Valerio, Pandora e Roberta? Ancora a scopare?”
“Solo Valeria e Pandora” risponde Amy “Roberta è uscita qualche ora fa. Commissioni urgenti al nuovo museo”
“Zena” è Valerio, aria stanca e provata. Dietro Pandora, anche lei provata nel fisico e nella mente “Cos’hai scoperto?”
“La piuma di un angelo” fa stupita Pandora “Te l’ha data Caronte?”
“Cosa ce ne facciamo di una piuma angelica?” chiede Valerio
“Serve ad uccidere un Dio” risponde Zena
“La dobbiamo usare per.. Lilith?” chiede Valerio
“Lilith può essere uccisa anche senza l’uso di una piuma angelica” risponde Pandora “Questa è per un Dio”
“ Tetis” annuisce Valerio
“Dobbiamo darci una mossa. Più aspettiamo, più c’è il rischio che Antineo e la sua allegra combriccola, facciano dei danni” dice Meda
“Ma Antineo e l’allegra combriccola non ha tutti i pezzi del Vaso” dice Valerio “Quindi..”
“Quindi nulla…” dice Pandora facendo comparire dal nulla la sua falce “Lo si trova e lo si mette in condizioni di non nuocere, per sempre”
“Facile a dirsi che a farsi” dice mesta Amy “Ho avuto quel colpo di culo prima.. Ah, sì, non lo sapete: abbiamo scoperto che Antineo e Lilith sono complici”
Per mostra a Pandora e Valerio l’immagine delle telecamere e del capo dei Wraith “Crediamo che sia lei qui sotto”
“Oh, ma cazzo!” esclama Valerio
“Dobbiamo riuscire ad arrivare oltre la Colonna di Ecate e fermare questa follia” dice Meda “Ma per arrivare alla colonna, abbiamo bisogno di una tempesta, di coordinate precise e di qualcosa che ci porti nei pressi dello stormy in tempi brevi”
“Ok, sfruttiamo ancora il vecchio Char” dice Zena
“Come si gestiscono i Wraith?” chiede Valerio
“Distruggiamo le loro corazze e poi loro” risponde Per
“E Calibos?” chiede Valerio
“Bambù nel cuore e poi gli stacchi la testa” risponde Zena
“Idem anche per Lilith” dice Meda “Così si uccidono le lamie”
Valerio sente il cellulare vibrare. Vede sul display il nome di Roberta “Ciao. Dove sei finita?”
“Mi spiace ma, la signorina Roberta non è al momento raggiungibile” dice una voce con tono raschiante
“Chi diavolo parla?”
“Stammi bene a sentire, Salimbeni: abbiamo la tua ragazza e, se non farai quello che ti dico, te la restituiremo in una scatola di cartone. Intesi?”
Valerio si gira verso gli altri e schiocca le dita in aria per attirare la loro attenzione. Mette il viva voce “Voglio parlare con Roberta”
“Sta bene, per ora”
“Voglio parlare con lei”
“Non sei tu che fai richieste, Salimbeni. Siamo noi” un urlo di dolore lacera l’aria e fa impallidire Valerio “Siamo in sintonia? Ora, ascoltami bene: vuoi la tua bella indietro tutta intera? Allora fa esattamente quello che ti chiediamo: il Vaso di Pandora. Portaci i pezzi mancanti e ti restituiremo Roberta. Rifiuta e te la restituiremo tanti quanti sono i pezzi del vaso” un altro grido di dolore “Vieni solo, nessun codazzo. O la signorina muore”
“Senti brutto bastardo, prova solo a farle del male..” un altro grido di dolore
“Tu cosa, Valerio?”
“Tu chi diavolo sei?”
“Fai quello che ti abbiamo detto. Sapete già come raggiungerci, no?” la comunicazione si chiude
“No, figlio di puttana” Valerio, sconvolto, si gira verso i compagni “Vi prego, aiutatemi”
“No” dice Pandora “Il vaso non deve cadere in mano loro”
“E’ la vita di Roberta. Le faranno del male”
“Il Vaso ha la priorità” replica Pandora “Se consegniamo i pezzi mancanti, potremmo pentircene”
“Capitano, Meda, Akim, vi supplico”
“Valerio ha ragione. Una vita è in pericolo” risponde Akim “MA, la consegna dal vaso porterebbe a conseguenze catastrofiche”
“Sentite, so che sembra strano quello che sto per dire ma, io amo Roberta. Nonostante tutte le mie avventure sessuali precedenti, attuali e future, io amo quella ragazza e non posso permettermi di perderla” Valerio, supplichevole
“Ti daremo una mano” dice Meda “Ma non ti lasceremo andare solo”
“Ma scherziamo?” fa indignata Pandora “Non possiamo consegnare il vaso a quei maniaci omicidi”
“Rapimento e riscatto” dice il capitano “Zena, puoi contattare Char?”
“Sì”
“Allora fallo” rivolto a Pandora “Cercavamo un pretesto per andare a stanarli. Questa è l’occasione giusta. Valerio porterà il resto del vaso da Antineo. Sarà il nostro cavallo di troia”
“E’ un trucco vecchio”
“Farò da esca” annuisce Valerio
“E, mentre Antineo & Co. Saranno distratti, noi agiremo” dice Meda
“La finiremo, in un modo o nell’altro” commenta Per verso Pandora
“Finirà male”
“No, perché ci saremo noi con Valerio” risponde Amy
La sera del giorno dopo, Zena comunica alla squadra che il suo incontro con Char ha avuto successo “Troppi favori senza ricambi incominciano a pesare” commenta Zena “Ho promesso a Charon un giusto tributo una volta finito con questa faccenda”
“Quanto ci costerà?” chiede Meda
“Me”
“Cosa?” fa Valerio stupito e preoccupato “Non ti darò in pasto al traghettatore come merce di scambio per chissà quali cose”
“Rilassati Valerio. Lo dovrò aiutare con il suo ‘lavoro’ per un po'’. Tutto qui”
“niente favori sessuali?” chiede Valerio
“No. Gli farò da mozzo per un po'’” sorride
“E per il resto?” chiede Valerio
“Dovremmo giocare d’astuzia” risponde Per poggiando sul tavolo una custodia di cuoio e aprendola. Dentro una daga in acciaio lucente con incise delle rune. L’elsa raffigura un pegaso. Per afferra la lama e la ripone in un fodero che poi si assicura al fianco “Sarà come tornare ai vecchi tempi”
“E’ la tua spada?” chiede Pandora
“Già. E’ quella che ho usato per uccidere Medusa” risponde Per
Amy sta smontando quello che sembra un fucile tattico, stile cecchino “Carabine, 5.56mm, M4. E’ letale fino a 200 mt. Ma, con l’estensione, riesce a raggiungere anche i 300 mt” spiega Amy. Poi fa vedere due caricatori “30 proiettili. Per l’occasione sono stati consacrati ad Amon Ra da un sacerdote di fiducia” dice indicando Akim “Una volta che i Wraith si libereranno nell’aria, sarà come sparare ad anatre in uno stagno. Non che io l’abbia mai fatto”
“Io ho quello che mi serve” dice Pandora mostrando la sua falce
“Anche io” dice Mea mostrando le sue catene
“Io? Che arma uso?”
“Sai usare una pistola?” chiede Amy
“Me la cavo”
“Ok” porge una pistola automatica in un fodero “Sig Sauer 9mm. Proiettili punta cava. Anche loro sono stati consacrati”
“Valerio” Zena abbraccia il figlio ritrovato e gli fa scivolare nella tasca interna della giacca la piuma dell’angelo “Se ti trovi davanti Lilith, non esitare ad usarla”
Valerio annuisce
“Ok gente” dice il capitano “Muoviamo il culo”
E, sulla sponda del fiume nebbioso, la figura di una barca si profila. Sulla riva erbosa, una figura statuaria, attende immobile che la nave attracchi “Ma tu guarda” dice il capitano riconoscendo la nuova arrivata “Mi chiedevo dove u fossi finita”
“In giro” risponde Steno seria. Poi, guardando il resto del gruppo ben armato “Sembra vi stiate preparando ad una guerra”
Per adocchia lo zaino che Steno ha poggiato sull’erba “Che hai lì dentro?”
“Il mio contributo a questa guerra” sorride Steno
La barca attracca “Capitano, mio capitano” saluta Zena rivolta a Charon
“Dovrò cominciare a pensare di andare in pensione” commenta Charon gettando la cima a Zeno “Però: non scherzavi quando dicevi che avevi un esercito da imbarcare”
“Grazie per aver accettato. Chiedo il permesso di salire a bordo”
“Permesso accordato” accetta Charon
Valerio fissa il buio attorno a sé. La nave di Charon è stata avvolta da una spessa nebbia. Prende ad oscillare, l’odore di salmastro aumenta. Insieme a qualcos’altro. Forse pese avariato? Qualcuno scivola al suo fianco. Riconosce il profumo di Pandora “So che non è un bel momento, con Roberta in mano a quei pazzi..”
Valerio si volta verso di lei e la bacia, con trasporto, le mani che cercano le zip della sua blusa. Si spogliano al buio in maniera frenetica. Nudi, Valerio che entra dentro di lei e comincia a stantuffare come un animale. A pochi passi, Meda e per, abbracciati l’uno all’altra, baciandosi “Dovevam farlo anche noi” mormora all’orecchio del capitano
“Lo faremo al ritorno” risponde lui
“Sei fiducioso in un nostro ritorno?”
“Sì”
Valerio ci da’ dentro, il sesso in fiamme. Spinge, spinge, spinge. E Pandora che mugugna, affonda le unghie nella sua schiena, le gambe che lo immobilizzano contro di lei “Sfondami Vale” ansima lei “Scopami e fammi godere”
E sulla tolda, a fianco di Charon che scruta il muro nebbioso, Zena “Funzionerà?”
“Deve funzionare”
“Cosa accadrà se interverrà anche Tetis?”
“Un problema alla volta”
“Quanto manca per arrivare all’isola?”
Charon indica davanti a loro, dove la nebbia incomincia a diradarsi. La sagoma di una colonna nera che sembra bucare il cielo “La colonna di Ecate”
“Ma, abbiamo lasciato la città da neanche dieci minuti” fa stupita Zena
Lui sorride “Il vantaggio di essere Caronte”
E Valerio che ansima sul petto di Pandora, felice della scopata, della sudata, della spermata “E’ un viaggio senza speranza, vero?”
“Cerchiamo di essere postivi, mio focoso amante” risponde Pandora
X- Resa dei conti
Valerio rema fino ad una riva rocciosa, sotto lo sguardo attento di due wraith. Sopra, stagliato contro una massa di nubi nere, volteggia l’Sh90, minaccioso mostro di acciaio con il suo carico letale di armi. Alla guida, la figura con la maschera di teschio dietro cui si cela, a detta di Per, la regina delle Puttane: Lilith.
Valerio giunge sulla riva di roccia. Con un balzo tocca la superficie scivolosa della scogliera. In quell’attimo, come se aspettasse un segnale, il grosso elicottero inclina il muso verso il baso e.. Due scie di fuoco dai porta missili, comete assassine che tagliano l’aria “No” urla Valerio prima di essere colpito da dietro con qualcosa di pesante. Prima di perdere i sensi, la barca di Char scompare in un globo rosso arancio, spargendo detriti nel raggio duecento metri.
Poi, inesorabile e con pacata lentezza, il Gatling sotto la fusoliere, comincia a vomitare una pioggia di piombo rovente verso i detriti galleggianti sull’acqua. Soddisfatta di quello che ha fatto, fa virare l’Sh90 e lo punta verso l’isola. Ora, potevano procedere con il loro piano.
“Porca trottola” esclama Amy “Ha funzionato”
“Per ora” risponde Steno “Non fosse stato per Akim”
Debitamente occultati, grazie all’aiuto di Akim, si era creato un’illusione della barca con loro a bordo, mentre il vero team era debitamente occultato e invisibile a qualche centinaio di metri di distanza “E dopo gli effetti speciali..” Meda finisce di prepararsi, allacciando la zip della muta da sub fin sotto il collo
“Akim, fino a quando riesci a resistere?” chiede Per
“Mezz’ora, più o meno. La magia dell’occhio di Amon Ra ha i suoi limiti” risponde Akim
“Allora, è meglio sbrigarci” dice Steno
“Ehi, sta succedendo qualcosa” avverte Zena attirando l’attenzione. Indica dei punti bianchi che risalgono la scogliera nord
Amy afferra il binocolo e lo punta verso il punto indicato. Uomini dalla carnagione pallida, nudi, eccetto un perizoma, armati di corte lance e spade: “Chi cazzo sono?”
“Il terzo incomodo è appena arrivato” commenta Steno “E’ meglio sbrigarci”
“Il terzo incomodo?” fa Amy
“Tetis” risponde Per “Ci sarà da divertirci”
Valerio ha freddo. La testa gli gira e sembra di avere in testa un concerto heavy metal. Qualcuno lo sta chiamando piangendo. Focalizza davanti a sé e si accorge di essere incatenato a pancia in giù su una superficie di pietra. Il volto rigato dalle lacrime, davanti a sé ha Roberta, nuda e legata anche lei a pancia in sotto. Le braccia, cme le sue, sono in avanti, incatenate. Le loro dita si sfiorano. Anche lui nudo, piegato a 90 su quel grottesco altare “Roberta”
“Valerio.. Ti prego.. Portami via..” la sua pelle è solcata da graffi. Piccole chiazze rosse macchiano la pietra davanti a lei “Ti prego”
“Rimani calma Piccola” sorride Valerio “Presto ce ne torniamo a casa”
“Non illudere la tua donna, Stalimbeni” la voce antipatica di Antineo gli fa prudere il culo. E la sua faccia appare nel campo visivo di lui, sorridente “Sei rimasto solo, giornalista del cazzo”
“In un modo o nell’altro, Antineo, la pagherai cara” minaccia Valerio
“Sì, certo” scoppia a ridere. Afferra la nuca di Roberta, lei cerca di divincolarsi “E’ proprio una puledra indomabile. Ha il fuoco dentro. Capisco perché ti piace sbattertela” avvicina il viso a quello della ragazza “Ha un culo fantastico. Nonostante sia stato rotto più di una volta, offre quella certa freschezza da verginella perduta” inspira profondamente “L’ho sfondata parecchie volte. Davanti, dietro. E fa pompini divini” ride ancora “Anche il mio amico si è divertito” Una creatura grottesca dalla pelle grigia e squamosa, appare nel campo visivo di Valerio. Si appollaia sopra Roberta, fa saettare una lingua da alien sul volto della ragazza, che prende a gridare e piangere. La creatura ha denti irti come chiodi, mani e piedi muniti d’artigli e una coda tozza che frusta l’aria “Questo è il mio amico Calibos”
“Sei il primo sacerdote di Lilith” dice Valerio con disgusto
“Sì, mi conosci” Valerio adocchia il sesso di Calibos, un’escrescenza ossea irta di punte che si appoggia nel solco di Roberta “L’ho assaggiata anche io” fa saettare la lingua “Ha una fica gustosa” preme di più il pene tra il culo, facendo sussultare Roberta “Me la volevo scopare ma, se lo avessi fatto, avrebbe fatto la fine di tutte le altre” Valerio sposta lo sguardo verso sinistra e, con orrore, si accorge dei corpi straziati di giovani fanciulle distese sulla pietra di un antico tempio. Le ragazze hanno il ventre squarciato, dalla vagina fino all’addome, segno di essere state stuprate da qualcosa di coriaceo e appuntito. Come il cazzo di Calibos.
Valerio distoglie lo sguardo inorridito e lo fissa in quello di Roberta “Mi spiace”
“Ecco, Valerio, adesso potrei prendermi un paio di soddisfazioni personali” Antineo scosta la sua tunica da sacerdote e sventola davanti alla sua faccia il suo grande pene dalla punta esposta “Per tutte quelle volte che mi hai fatto fare la figura da idiota davanti ai miei superiori”
“Ehi, no, che fai” Valerio cerca di divincolarsi “Cazzo fai, brutto schifoso” e intanto pensa = Dove cazzo sono finiti gli altri?=
Amy, Zena, Meda, Per, Steno, Pandora. Tutti sulle rocce nere dell’isola che si arrampicano dal lato sud. Sulla sommità, comodamente parcheggiato, il potente elicottero CH47, con il muso puntato verso il lato nord dell’isola. Gli uomini nudi hanno cercato di tendere un’imboscata ai wraith di Antineo ma, hanno miseramente fallito.
Pandora assiste alla decapitazione dell’ultimo degli assalitori =Illusi= pensa =Assaltare un gruppo del genere con arco e frecce=
Steno è all’opera. Piazza degli esplosivi alla fusoliera dell’elicottero e fa cenno agli altri di mettersi al riparo. Tempo dieci secondi e la parte sud dell’isola viene squassata dall’esplosione dell’elicottero che si trasforma in una palla di fuoco.
Antineo è riuscito ad inculare Valerio. Un colpo secco, potente. Il giornalista ha bestemmiato tutto quello che gli è venuto in mente. Antineo ha riso e goduto allo stesso tempo. “Figlio di una gran cagna!” urla Valerio
Antineo esce dal culo di Valerio pronto ad un altro colpo. L’esplosione lo distrae. Il CH47 viene avvolto da un globo infuocato giallo arancio, sollevato in aria e inclinato di lato, spargendo pezzi di metallo fuso tutt’intorno. L’urto fa rovesciare il mezzo che lo fa finire giù da un dirupo. Rumore di ferro contorto accompagnato da piccole esplosioni. Poi lo schianto sui scogli sottostanti e una nuova esplosione che mette fine al tutto “Merda!” grida arrabbiato. I Wraith s’involano nel cielo oscuro come uno sciame di api impazzite
Qualche secondo dopo, rumori d spari squarciano l’aria “Cosa succede? Cosa è stato?” chiede allarmato Calibos
“Ci hanno ingannati” sibila Maschera di Teschio “Non abbiamo distrutto nulla” qualcosa sibila nell’aria e la colpisce alla schiena. Urla e bestemmia, ma il dardo della balestra non è riuscita a penetrare la corazza della sua surplice. Si gira per ritrovarsi di fronte sua figlia Zena armata di balestra, su cui sta incoccando una punta di bambù “Ragazza sciocca” in un attimo e vicino a Zena e la colpisce con violenza facendola cadere all’indietro. La balestra cade di mano. Maschera di Teschio alza la gamba e la cala con violenza sull’arma, spezzandola “Irriconoscente ingrata. Osi alzare la mano su di me? Su colei che ti ha dato la vita?”
“Prima Tetis, ora loro” commenta Antineo e si volta a fissare Valerio “Tu lo sapevi?”
Valerio ride “Come ci si sente ad essere inculato, Antineo?”
“Calibos, occupati degli intrusi”
“Li massacro?”
“Fai il tuo peggio” poi rivolto a Valerio “Ora” si estrae ancora il sesso e passa dietro a Roberta “Adesso guardi”
“Ce ne andiamo” dice Akim a Charon “Siamo troppi esposti”
“E loro?”
“Se la caveranno”
In mezzo alla tormenta di Wraith, Pandora, Meda e Per, sono indomiti guerrieri di epoche passate che falciano, tagliano, spezzano. I Wraith colpiti stridono e crollano a terra in nuvole di ossa polverizzate, teschi spezzati.
Inarrestabili quanto la loro determinazione. Nelle retrovie, Amy e Steno sparano a tutto quello che di ostile si muove.
Per è distratto per un attimo. Calibos gli è addosso feroce. Lo atterra, gli artigli che entrano nella pelle e graffiano. Meda elimina un paio di wraith e si avventa sulla creatura deforma, le catene mordono la carne sulla faccia del mostro. Per mena un fendente e colpisce Calibos all’addome.
La creatura rotola via, si acquatta, muove la coda, attende un nuovo attacco “Che onore” sibila “Avere di fronte l’eroe Perseo che uccise il kraken”
“L’onore lo riservo a chi se lo merita” risponde Per mettendosi in posizione di attacco/difesa
E CAlibos attacca con un sibilo. Per lo evita per un soffio ma non fa conto della coda che lo afferra per le gambe e lo sbilancia a terra. Sente il fiato della bestia, gli artigli che lacerano le vesti e il giubbotto antiproiettile al di sotto. Lui affonda la lama, Calibos urla, uno squarcio sul fianco destro lo fa arretrare “Non ho bisogno del bambù, Calibos. Questa spada è stata forgiata dagli Dei” lo punta verso CAlibos
“Ti farò a pezzi, eroi di questo cazzo” fa oscillare il pene osseo “E poi mi ciberò delle tue carni davanti a quella troia della tua principessa” ride sguaiato. Scatta verso Per, artigli snudati. Per non indietreggia e nemmeno devia. Attacca, scudo alzato, punta in avanti. Colto alla sprovvista, Calibos si ritrova con due spanne di acciaio nel petto, gli occhi sbarrati dalla sorpresa “Non fare promesse che non puoi mantenere” sibila rigirando la lama nel petto ed estraendo. Poi, con un movimento fluido del polso, gli recide la testa dal corpo.
Amy inquadra le catene che tengono imprigionati Roberta e Valerio. Tiro lungo da cecchino, centri perfetti. Prigionieri liberi. Si gira verso Steno e poi alza lo sguardo verso l’alto “Ha finito di piovere”
“Già” dice Steno facendo cadere a terra i caricatori vuoti
“Dov’è Pandora?” chiede Amy. Nella confusione dei wraith, la guerriera armata di falce, è scomparsa
Steno sposta lo sguardo verso il lato nord dell’isola. La vede là, a falce alzata, ingaggiare battaglia con Lilith.
“Andiamo da lei” dice Meda mettendosi a correre
“E noi?” chiede Amy
“Rimaniamo nelle retrovie e ci assicuriamo che i wraith siano terminati” risponde Steno
Zena è a terra sanguinante, numerosi taglia al volto e al petto, i vestiti laceri, il seno scoperto. Valerio al suo capezzale cerca di trascinarla via, mentre Pandora ingaggia una furiosa battaglia contro la Regina delle puttane.
“Valerio!” la voce allarmata di Roberta
Valerio sposta lo sguardo in tempo per avvertire un pugno sulla guancia che gli fa esplodere milioni di stelle nel cervello. Antineo lo afferra per le spalle, lo strattona, lo lancia a terra, prende a colpirlo con calci e pugni “Ti faccio a pezzi, rompi cazzi di uno scribacchino”
Pandora poco distante, tiene testa a fatica con Lilith. Maschera di Teschio riesce ad afferrare la falce e raggiungere Pandora con il sinistro. Gli artigli della sua surplice scava il tessuto delle vesti della Custode, affondando nella carne. La falce cade. Gli artigli tagliano l’aria. Pandora para e affonda, calci ruotati, pugni. La maschera di teschio vola via, rivelando un volto di donna, di un ‘antica bellezza, i lunghi capelli neri che fluiscono nel vento, simili a nere alghe.
Steno, al capezzale di Calibos, volta il corpo e conficca un’asta di bambù nel cuore corrotto della creatura. Il corpo si rattrappisce, sfrigola come cotto dal sole, poi si sgonfia e si riduce ad una poltiglia nerastra: “Saresti dovuto rimanere pietra” commenta afferrando la testa recisa e gettandola giù dalla scogliera
Roberta afferra una pietra e la cala con forza su Antineo ma, questi se ne accorge e afferra i polsi della ragazza prima ancora che riesca a colpirlo. Le molla un ceffone. Poi un altro. Valerio, rincoglionito da calci e pugni, trova la forza di alzarsi e caricare come una molla Antineo. I due finiscono a terra, rotolano, Antineo incassa un paio di pugni ma, riesce a scrollarsi di dosso il giornalista.
Tre lame degli artigli affondano nel ventre di Pandora. Lei grida dal dolore e arretra. Il dolore sembra piombo fuso che le scorre nelle vene. Sangue a fiotti, Pandora che barcolla all’indietro, la vista che si annebbia. Cade in ginocchio ansante. Pensa sia la fine.
Lilith alza l’artiglio pronto a calare il colpo di grazia ma, una catena le si avvolge attorno al polso, impedendole di sferrare il colpo fatale.
Meda stringe e tira, mentre Per arriva sulla scena con un balzo poderoso, calando la spada verso Lilith.
La regina evita l’attacco, strattona la catena. Si prepara a combattere con i nuovi avversari “Antineo sbrigati!” urla
Antineo afferra la scatola assemblata e si dispone ad azionarla. Lì è dove tutto doveva finire. Lì, è dove tutto doveva ricominciare.
“Diventerò un Dio” ride “Un Dio sul nuovo Mondo che sta per nascere” ride ancora
“Ehi, Antineo” la voce di Roberta lo fa voltare furente, pronto a rompere l’osso del collo alla ragazza. Qualcosa lo colpisce al petto mozzandogli il respiro. Barcolla all’indietro boccheggiando, le mani portate al petto, lo sguardo fisso su una piuma rigida che va colorandosi di rosso “Anche gli Dei muoiono” ride Roberta indietreggiando di due passi. Si ferma ad osservare Antineo che crolla in ginocchio, le vene del volto che si fanno più vivide, come rami di un grottesco albero. La piuma affonda sempre di più, il sangue che cola da naso, orecchie, bocca, occhi “Vai all’inferno, Antineo. Per sempre”
“No ..” biascica cadendo all’indietro “Non può.. finire .. così ..”
Dall’alto, Valerio lo osserva indifferente “Eh no, finisce proprio così, stronzo” e Valerio decide di prendersi quell’ultima soddisfazione. Mentre Antineo spira lentamente tra atroci tormenti, gli piscia contro “Ecco, il mio ultimo saluto per te”
Si volta verso Roberta e i due si abbracciano “Ti amo, Valerio” piange
“Anche io” e rimangono così. Abbracciati gli uni agli altri, nudi.
Per cade a terra, lo scudo a pezzi, il petto squarciato dai poderosi artigli della regina delle puttane. Meda si regge il braccio sinistro ferito, la catena fusa nella sua pelle. Lilith, regina delle puttane, sovrasta i due guerrieri come trionfante “Pare che sia rimasta da sola” pronuncia sprezzante “Come si dice in questi casi? Se vuoi fare una cosa, fattela da sola” fa scattare gli artigli e si scaglia con velocità contro Per
Il guerriero alza la spada e para in una pioggia di scintille. Il sinistro artigliato entra nel fianco scoperto e affonda in profondità
La punta della catena rimasta intatta, affonda nella schiena di lilith. Urla, mentre scava attraverso il petto e fuoriesce al di sotto dello sterno. Per fa scivolare la lama della sua daga tra gli artigli, fino alla gola, sotto la mascella, fino al cervello. La regina delle puttana barcolla all’indietro, sanguinante, ansimante ma non intenzionata a mollare la presa “Staccherò le vostre teste e darò la vostra carcasse in pasto ai lupi” sputa sangue “Io sono Lilith, Regina delle Puttane” si strappa le vesti di dosso, rimanendo nuda davanti a loro. Il sangue cola sulle spalle, sulle tette, fino alla vagina. Una grottesca maschera di sangue che li sfida a combattere fino all’ultima goccia di vita. “Io regnerò su un trono fatto di ossa sul Mondo che sorgerà”
“Sarà contenta Tetis” ribatte Per
“Al diavolo Tetis. Lei è poca cosa in confronto a me”
“Ripetilo quando la vedrai” risponde Meda
“Quando sarà in ginocchio di fronte a me..”
“Madre” la voce flebile di Zena
Lilith si gira, pronta a colpire. La punta di un bambù nero penetra nel petto nudo. Un fiotto di sangue nero fuoriesce dalla sua bocca e dalla sua ferita. Lilith sbalordita vede la figlia, impugnare il bambù, probabilmente consacrato da qualche divinità superiore. “Tu.. Mia figlia..”
“Mi spiace madre ma, non posso permetterti di creare un Mondo a tua immagine e somiglianza” sentenzia Zena “E non posso permettere che tu possa far male ai miei amici”
“Zena” sputa sangue e allunga una mano “Piccola cara”
Zena si allontana, sostiene Per. Viene raggiunta da Valerio e Roberta. La lasciano lì, in ginocchio, sanguinante.
“Il vaso” dice Valerio porgendoglielo a Pandora
“Questo cosa deve sparire dal Mondo” commenta
“E’ finita?” chiede Roberta che ancora non si capacita della faccenda
“Sì” risponde Valerio “Vero?”
“Credo che possiamo mettere la parola fine a questo capitolo” annuisce Per “Adesso torniamo a casa a leccarci le ferite”
XI-In conclusione
Come accade spesso alla fine di ogni vicenda, il boccone amaro lascia una sgradevole sensazione. Il pericolo è stato scongiurato. Nemici potenti e pericolosi sono stati sconfitti. Ma, quanto tempo dovrà passare ancora prima che una nuova minaccia si ripresenti ancora alle porte?
Valerio che scopa Roberta, sensuale e quasi selvaggio. L’amore consumato con lentezza, il seme disperso fuori e dentro di lei. E Roberta che lo accoglie con gioia, assaporando i momenti come se fossero nuovi. Accogliendo quell’impetuoso amore che è Valerio.
Alla fine del quarto pompino della giornata, Roberta accoccolata sul petto di lui “Hai ancora intenzione di fare quella cosa?” chiede
“Di chiudere e andarmene lontano?” risponde Valerio “E’ un’idea ma, so che non servirebbe a nulla. E’ un retaggio che mi porto dietro da troppo tempo. Lo sappiamo tutti e due. Ci sarà occasione in cui non inciamperò in una altro caso sovrannaturale, che conoscerò dei o creature leggendarie”
“E ci finirai inevitabilmente a letto” sorride lei
“Smetterò”
“Non dire scemenze” ribatte Roberta “Sai che non accadrà mai”
“Ma se tu vuoi ..”
“Non voglio”
“Accetti un menage a tremila?”
Altra risata “Mi piace il sesso di gruppo. Poi se fatto con le persone a cui vuoi bene” gli accarezza il petto e scende più giù, verso il sesso “Ma la mia priorità sarai tu, ricordatelo”
“Cosa farai ora?” Valerio, seduto al tavolo del solito ‘Nido della fenice’, sorseggia un tè rosso dal sapore intenso come la terra da cui proviene. Ormai è diventato un abitudinario del posto e, si è assuefatto all’uso e consumo del tè che Akim gli fa assaggiare
“Me ne andrò in giro” risponde Zena alzando le spalle
“Ti ho appena ritrovata e vuoi già andartene?”
“Non sarà per sempre. Ho bisogno di cambiare aria per un po'’. Devo mettere insieme un po'’ di cose. E fare i conti con quello che ho fatto. Anche se malvagia, ho ucciso mia madre”
“Dove andrai?”
“Non so ma, cercherò di stare lontana dai guai” sorride “E mi raccomanderei che lo facessi anche tu, figliolo”
Zena sulla riva erbosa vicino al pontile, attende il solito passaggio che non tarda ad arrivare. La barca di Charon attracca silenziosa al pontile e, la figura dinoccolata del triste nocchiero, scende con l’immancabile lanterna legata sulla cima di un lungo bastone “Sai, dobbiamo smettere di vederci così” commenta lui
“Sono passata per un saluto” risponde Zena
“Te ne vai così?”
“Solo per un po'’. Devo mettere ordine ai miei pensieri”
Charon annuisce “Se hai bisogno di qualcosa, sai come trovarmi”
“Io sono un Dio. Non posso morire” Antineo lo ripete come una litania, in piedi, sulla tolda della Charon
“Col tempo apprenderai meglio che anche gli Dei muoiono” risponde Caronte accompagnandolo vicino alla murata della sua barca. Sotto, le acque limacciose dello Stige e i volti di coloro che sarebbero sempre esistiti nell’oblio, senza mai raggiungere le rive agognate dell’Ade. “Li vedi Antineo? Sono coloro che affogano nell’Eternità dello Stige. Che tendono le loro mani verso la mia chiglia nella speranza di essere tratti in salvo e raggiungere la riva opposta. Tale è l’agonia della non vita, che preferiscono il loro angolo di tormenti nell’Ade che rimanere a fluttuare sotto le acque scure dello Stige”
“Di loro poco importa”
“Sai, Antineo, quello che tu hai fatto in vita, le nefandezze che hai elargito.. Dovrebbero creare un Girone solo per te ma, credo che sia un privilegio troppo grande per te” di trasporto, afferra Antineo e lo getta fuoribordo “Questo è il tuo premio, Giovanni Antineo” e lo guarda mentre annaspa nelle acque scure, circondato da altri spettri lamentosi. Lo vede annaspare, aprire la bocca, affondare lentamente. E sorride Charon, mentre Antineo scompare tra i flutti, sommerso dalle acque nere dello Stige.
Tetis seduta sul suo trono di pietra. Osserva senza vedere, i suoi schiavi, spossati dai continui stupri a cui la regina li ha sottoposti. Nuda,la mano destra chiusa a pugno che sorregge il mente. La mano sinistra che si masturba la grande fica. I pensieri sono frammenti di uno specchio rotto molti anni prima. Fuori, l’albero dell’Odio ha fatto cadere un altro dei suoi frutti corrotti. Sola.
E ripensa a quando era una Dea servita e riverita, al fianco dell’amato Oceano e circondata dai suoi tremila figli. E si chiede come è potuto accadere una cosa del genere. Come è potuto accadere che una Dea così amata da tutti, si trasformasse in un mostro di tenebra, affamato di sesso e violenza?
Una figura in nero armata di falce si avvicina lentamente a lei. Tetis alza appena lo sguardo, aggrotta le sopracciglia, vedo lo scrigno nero che la ragazza porta sottobraccio “Cosa sei venuta a fare, Pandora?”
“Sono venuta per concederti un dono” risponde Pandora “So che volevi lo scrigno per tua figlia”
“Sei qui per prenderti gioco di me?”
“Al contrario. Sono qui per offrirti una seconda possibilità. Ma, dovrai seguire le mie istruzioni se vuoi che vada a buon fine. O, altrimenti, quello che vedi rimarrà inalterato”
“Cosa devo fare?”
“Semplice” dice Pandora aprendo lo scrigno “Dovrai fare in modo che la tua attuale te, muoia” e un lampo di luce nera esplode dallo scrigno e avvolge sia Pandora che Tetis. Solo un attimo e, nel tempio di Tetis …
Tetis osserva la piuma del Caduto nell’astuccio di cuoio. La sua mente affastellata da mille pensieri. Sua figlia, sangue del suo sangue, innamorata del barcaiolo. Quel bellissimo barcaiolo dalla chioma fluente e gli occhi che sembrano un mare in tempesta. Quel barcaiolo dalla voce melodiosa e le braccia forti che lei vuole amare a tutti i costi.
E quel pensiero nato nella sua testa, di avere quel giovane tutto per sé. E desiderare il suo respiro, la sia pelle, il suo sesso dentro di sé. E quella gelosia nei confronti della figlia.
La mano che si tende verso la piuma “Fossi in te, non la toccherei” dice una voce che la fa sobbalzare e girare verso .. Verso una versione più cupa di sé stessa “MA che dico: io sono in te”
“Chi sei? Che stregoneria è mai questa?”
“Io sono te, cara Tetis, questo lo puoi intuire. Nessun trucco, nessun inganno”
“Come è possibile?”
“Io sono giunta qui dal futuro per avvertirti. Se userai quella piuma su tua figlia, precipiterai in un pozzo nero senza possibilità di riemergere. Perderai tua figlia, l’amore del barcaiolo, la stima del tuo sposo e dei tuoi altri figli. Diventerai un mostro odiato da tutti” e la vecchia Tetis racconta alla giovane Tetis quello che diventerà e cosa farà nei secoli a venire dopo aver ucciso Stige.
Alla fine, la giovane Tetis crolla su sé stessa e si mette a piangere “Non voglio diventare così”
“Lo so, è per questo che sono qui” dice la vecchia Tetis “Hai la possibilità di ricominciare da capo. Afferra la piuma” la vecchia aiuta la giovane ad impugnarla “E ora” la mano viene guidata e la punta della piuma penetra nel petto della vecchia Tetis
La giovane sussulta spaventata e arretra. Ma la vecchia la trattiene e sorride, mentre la piuma si tinge lentamente di rosso “Ricorda le mie parole e sii la Dea che tutti adorano” e, detto ciò, la vecchia Tetis spira tra le sue braccia
“Dunque, te ne andrai dove?” chiede Charon a Zena
“Ovunque mi porterà la strada”
“Se hai bisogno di aiuto, sai come trovarmi” risponde Charon
“Lo farò” gli gira le spalle e si allontana “Saluta Stige da parte mia”
A Golgotha Falls, Euriale apre la porta a Medusa “Che significa?”
“Che sei libera”
“Sul serio?”
“Hai bisogno di un invito scritto?”
“E’ successo qualcosa?”
“Antineo è morto. Lilith è morta. CAlibos è morto. Il vaso è stato recuperato. Il mondo è salvo, per ora”
“E mi lasci andare così”
“Sei in un Mondo nuovo. Un’altra vita sorella”
“Posso fare quello che voglio”
“Ci sono delle regole” raccomanda Euriale indicandosi gli occhi “Non pietrificare nessuno se non hai un valido motivo. Altrimenti.. “
“Mi ucciderai? O manderai il bel Perseo a staccarmi la testa?”
“No” si allontana “A te la scelta”
Medusa sospira “Sai, credo che rimarrò qui ancora per un po'’, sorella”
Meda e Per hanno appena finito di fare l’amore. Meda, soddisfatta, abbracciata nell’amore di Per, persa nei suoi occhi “E ora?” chiede Per
“Ora cosa?”
“Sei proprio sicuro di lasciarla lì?”
Meda fissa il famigerato Vaso di Pandora messo in bella vista sulla mensola del camino “Non possiamo distruggerlo, lo teniamo come soprammobile”
“Ma così, sotto gli occhi di tutti”
“Sai cosa diceva Chesterton? Per nascondere un albero, devi usare una foresta” sorride
“Questa citazione è stata presa da Poe”
“Sta bene”
“Sì”
“Hai avuto notizie da Pandora?”
“No, ma credo non sarà l’ultima volta che incroceremo la sua strada”
“Credi che..”
“Credo cosa?”
“Nulla” si baciano. Lei cerca il turgore del suo sesso “Mio prode guerriero”
E’ venuto il momento di spostarsi. Mesi a respirare sabbia e zanzare. Chiuso nella sua stanza d’albergo, mentre prepara i pochi bagagli che porterà con sé. Si sposterà più a sud tra le montagne, nel prossimo villaggio. Si ciberà di loro e si sposterà ancora. Un’ultima occhiata alla sua ennesima vittima, distesa tra le sudice lenzuola, il corpo trasformato in una statua d’oro.
L’uomo che fu Gianangelo, trasformato in una specie di re Mida dopo aver respirato la polvere d’oro di LAdone, sta per voltare pagina ancora una volta.
Esce tranquillamente, sapendo che nessuno gli darebbe la caccia. Gli ospiti dell’hotel dove ha vissuto nelle ultime settimane, sono stati trasformati in silenziosi dorati.
Fuori, una jeep lo sta attendendo. Mette in moto e si avvia lungo il villaggio ormai deserto.
Percorre diversi chilometri, su una strada polverosa, tra le dune. Il sole alto sembra dover bruciare tutto il fottuto pianeta. “Dove diavolo è finito Antineo?” chiede ad alta voce
Più avanti, un’auto in panne con il cofano alzato. Gianangelo sente un campanello d’allarme suonargli in testa, subito acuito quando vede un culo femminile con short minutissimi, sporgere dalla sommità di gambe da urlo.
Gianangelo sente il cazzo venirgli duro. Sorride e pregusta l’attimo in cui assaggerà quelli gran belle chiappe. La penetrerà a fondo, lasciandola senza fiato. E, poi, quando avrà finito di sollazzarsi, la trasformerà in una statua d’oro, assorbendo la sua energia.
Si ferma al lato della strada e scende: “Salve, bisogno di aiuto?” sfodera il suo sorriso più smagliante.
Una chioma rosso fuoco sembra incendiarsi alla luce del sole. Attraverso la coltre di sabbia sembra già avvolta d’oro. “Sì, ti stavo cercando” dice la rossa
Il sorriso si smorza, rimanendo tipo una smorfia “Prego?”
“Tu sei Gianangelo” ancheggia verso di lui. Una bellezza mozzafiato, tette grandi, bella oltre ogni immaginazione. E’ una sua impressione o vede delle fiamme che l’avvolgono?
“Chi sei tu?”
“Qualche mese fa tu hai ridotto in fin di vita il mio compagno, Akim. Lo hai rapito e portato nel giardino delle Esperidi, ricordi?”
“Chi diavolo sei tu? Fai parte di quel cazzo di gruppo che era con Salimbeni, vero?” le mani a palmi aperte verso la ragazza
“Antineo è morto. Credo che ora stia affogando nello Stige” gli arriva a due metri di distanza “Tu dovresti essere sepolto sotto il deserto”
Gianangelo scatta in avanti cercando di colpire la ragazza. Lei gli afferra il polso con morsa ferrea, facendogli male, gli occhi che divampano in un incendio “Vuoi trasformarmi in una statua?” stringe, il dolore è insopportabile, Gianangelo urla. Qualcosa si spezza. Lui cade in ginocchio nella polvere “Il tuo tocco non mi può fare nulla, Gianangelo” lei allunga una mano verso il suo petto e preme il palmo sulla pelle sudata “Ma il mio può farti male” rovente, il dolore si propaga attraverso muscoli e ossa, fino al cuore. Lui urla, mentre la pelle sfrigola e le ossa si spezzano. Gianangelo viene avvolto da un’energia rovente che gli manda in ebollizione il sangue e fondere le ossa “Le tue vittime ti attendono sulla riva dello Stige, Gianangelo. Quando le vedrai, dì loro che Shannen-Ra ti ha ucciso”
E, mentre Gianangelo si accartoccia a terra, ridotto ad un tizzone ardente, sopra il deserto del Sahara s’invola la sagoma inconfondibile di una fenice che scompare dentro il sole.
“Uh, non era il genere di posto dove passare una vacanza” commenta Roberta osservando il piccolo borgo di pescatori “Poi, quella villa.. Sembra l’Arkham Asylum”
“E’ mia per dieci anni” risponde Valerio scaricando le valige “Me lo ha dato in affitto uno degli Antichi..”
“Uno degli Antichi? Mi stai dicendo.. Quegli Antichi?”
“Sì.. Ma, non siamo obbligati a viverci. Il pub dell’isola è più confortevole”
“Valerio, ciao!” una ragazza riccia dai capelli rossi e dalle generose forme, corre incontro a Valerio e lo abbraccia, baciandolo con trasporto
“Agnes ..”
Roberta le lancia un’occhiataccia
“Tu devi essere Roberta” dice
“La sua ragazza”
Agnes bacia nella stessa maniera Roberta “Mi piace” sembra una ragazzina il giorno della festa “Ti trasferisci nel lugubre maniero oppure qui in ostello?”
“In ostello” annuisce Valerio
“Ottimo, così riprendiamo da dove ci eravamo lasciati” saluta e se ne va, correndo verso l’ostello
“Che energia”
“Gelosa?”
“Un po'’. Scopa bene?”
“Lo saprai” sorride Valerio
“Quindi, queste sono tutte sirene..” dice Roberta mentre si avviano all’ostello
= Fine =?
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