L'avvocatessa - cap 27

di
genere
saffico

Grazie all'interessamento di Carla, avevo ottenuto un appuntamento con Bianca, una giovane arredatrice con la quale volevo sistemare la dependance della villa di Tommaso. Avevo già chiamato una ditta di pulizie perchè la villetta era chiusa da troppo tempo, ma una volta tolte le ragnatele, m'ero accorta che non c'era un solo mobile che mi piacesse. Chiesi così consiglio alla mia amica Carla, la quale m'indirizzò direttamente da Bianca, la quale aveva già lavorato per lei, sistemando alcune camere del suo appartamento.
Arrivai alla dependance con un leggero anticipo rispetto all'appuntamento, che era stato fissato per le dieci, al sol scopo di vedere se c'era qualcosa che mi era sfuggito, e che avrei potuto mantenere, ma dopo un veloce giro, scoprii che era davvero tutto troppo orrendo per rimanere in quella casa.
Bianca arrivò puntualissima, e fui subito colpita dalla sua incredibile bellezza, tale che mi chiesi se era reale. I suoi lineamenti del viso erano a dir poco perfetti, messi ancora più in risalto da un trucco leggero, ma visibile e contornati da una cascata di lunghi capelli biondi leggermente mossi.
Il fisico poi non era da meno, fasciato da un tubino nero molto elegante, che quasi faceva da contrasto con un bolero grigio lasciato aperto.
“Sono Bianca Russini e lei dev'essere Monica Faziole, la prossima signora Soleri.” mi disse porgendomi la mano.
“Sì però se va bene diamoci del tu e chiamiamoci per nome.” le risposi stringendogliela quasi emozionata per aver solo toccato una simile dea.
“Certo che mi va bene, non sai come odio certe formalità, ora però guardiamo insieme, se non ricordo male hai detto che non vuoi tenere nulla.”
La dependance era composta da quattro stanze più i servizi, e con Bianca ci soffermammo a lungo in ognuna di loro, stabilendo molto velocemente come sarebbe dovuta diventare. La sintonia fu immediata, e non solo perchè entrambe amavamo uno stile minimalista, più votato alla praticità che altro.
Alla fine lei s'accomodò su una poltrona, mentre io mi sistemai sul divano, per definire i particolari.
“Posso chiederti a cosa ti serve questo posto ? Insomma vivrai nella villa e questo sembra davvero un di più senza senso.” mi domandò dopo aver poggiato i suoi appunti.
“Per scopare.” le risposi senza pensare, pentendomi un attimo dopo per quello che m'era uscito dalla bocca “Anche se ad esser sincera ho un ufficio che in realtà è più un’alcova che altro.”
“Però viva la sincerità.” mi disse alzandosi dalla poltrone e sedendosi vicino a me “In effetti questo posto è perfetto per il sesso, spero non solo con uomini.”
“Non vedo perchè porsi dei limiti.” le risposi accarezzandole la guancia per poi poggiare la mano sulla sua gamba ancora coperta.
“In effetti è stupido perdere delle occasioni.” ribatté Bianca aprendo leggermente le cosce.
A quel punto non potei che cercare le sue labbra con le mie, trovandole aperte di quel tanto che basta per far sfiorare le lingue, mentre la mano scivolava dentro la gonna sino ad arrivare alle mutandine.
Lei rispose abbassandomi il vestito scoprendo così il seno, per poi succhiarmi i capezzoli, che divennero subito turgidi. Per favorire i suoi giochi di bocca, mi misi a cavalcioni sulle sue gambe, trovandomi presto le chiappe coperte solo dalle sue mani.
“Alzati voglio spogliarti.” le dissi dopo essermi messa in piedi ad aver fatto cadere il mio vestito per terra, rimanendo così col solo perizoma.
Lei si tolse il bolerino prima d'alzarsi e darmi le spalle, permettendomi così d'abbassare la zip del suo tubino, che raggiunse il mio sul pavimento. Subito dopo le sganciai il reggiseno, e le mie mani si lanciarono sulle sue tette, coprendole con i palmi mentre le dita giocherellavano con i capezzoli.
Quando lei si girò ci baciammo a lungo, stringendoci l'un l'altra forse come due adolescenti, ma ben sapendo che non ci saremmo comportate come tali. Bianca infatti mi spinse sul divano quasi facendomi cadere sopra, per poi mettersi questa volta lei a cavalcioni su di me e offrendomi il suo bel seno, che succhiai avidamente, e le mie mani afferrarono le sue chiappe quasi per strizzarle.
Quasi non mi capacitavo di come una donna così bella potesse far sesso con una come me, che pur tirata a lucido ero poco più che banale.
“Sdraiati, voglio vederti godere.” mi disse all'improvviso spingendomi ancor di più sul divano.
Le mie spalle non fecero quasi in tempo a sentire la pelle del divano, che lei mi sfilò il perizoma per poi tuffarsi fra le mie gambe, ed iniziare a leccarmi come una forsennata ogni angolo del mio sesso.
Quando poi le sue labbra scivolarono intorno al mio buchetto, non riuscii più in alcun modo a trattenermi, e mi misi quasi ad urlare per il piacere.
“Così mi fai impazzire.” riuscii a dire a stento
Per tutta risposta Bianca m'infilò due dita dentro, una nella passera e l'altra nell'ano, ed iniziò quasi a scoparmi tale era la sua foga nel muovere le falangi.
“Girati voglio il tuo culo.”
Il suo non era un vero e proprio ordine, ma non ci pensai due volte e mi misi carponi aspettando le sue attenzioni, che non tardarono ad arrivare. Mi allargò le natiche con le mani per poi penetrarmi con la lingua, che riusciva a tenere tanto dura da poterla usare quasi come un piccolo pene. Provai a portarmi una mano sulla passera per poter godere anche da li, ma lei l'allontanò sostituendola poi con la sua.
“Devi godere solo di me.” mi disse facendo scivolare due dita nella fica.
Avendo compreso che con lei non c'era nulla da fare, ma soprattutto accettando il fatto che fosse lei a condurre il gioco, mi rilassai facendo lentamente travolgere dal piacere. Bianca riusciva ad alternare lingua e dita con estrema velocità, facendo sì che provassi sempre nuove sensazioni, ma allo stesso tempo non smise un attimo di stimolarmi in tutti i modi possibili sia il buchetto, che quel breve tratto di pelle che da li porta all'inizio della passera.
Un intenso orgasmo fu l'inevitabile conseguenza di tanto godimento, tanto che quasi mi dispiacque dovermi muovere per esser io quella che doveva donare piacere. L'intesa che era nata fu tale che non ci scambiammo neanche una parola, e Bianca si sdraiò sul divano pronta ad accogliere le mie attenzioni, che iniziarono sfilandole il perizoma per permettermi così di leccarle la passera, come aveva fatto prima lei con me. Usando quasi la stessa sequenza la mia lingua scivolò sul suo buchetto, facendole uscire quasi un urlo di piacere.
“Mi piace godere col culo.” mi disse senza vergognarsene in alcun modo “Peccato che gli uomini non sappiano darmi quel piacere che solo una donna sa far provare.”
Non le risposi ma mi bagnai il più possibile il medio prima di farlo scivolare nel suo retto, mentre la lingua ci girava intorno.
Bianca sussultò per poi iniziare a gemere senza sosta ad ogni movimento del mio dito, aumentando il volume quando torna a leccarle la fica.
“Ora sono io a volere il tuo culo, quindi girati e tienilo aperto.” le dissi alzandomi in piedi.
Lei si mise carponi e portò le mani sulle chiappe, per aprirle in attesa delle mie dita. Invece di sodomizzarla però preferii prima farle sentire per bene la lingua dentro il buchetto, ma ben presto fui io a non saper più resistere alla tentazione. Così le infilai indice e medio nella passera, facendo sì che le due dita si coprissero dei suoi umori, prima di farle entrare dalla porta posteriore.
Bianca s'irrigidì facendomi per un attimo credere d'averle fatto male, ma la smorfia di piacere che le disegnò il volto mi fece comprendere quando in realtà stava godendo. Volendole farla arrivare il prima possibile, ma anche con la maggior intensità possibile, all'apice del piacere, feci scivolare due dita dell'altra mano sulla sua passera, senza però mai entrarci dentro, ma limitandomi ad un lento e continuo massaggio della parte esterna. Non so il perchè, ma più Bianca godeva, più diventata bella ai miei occhi, e quasi mi dispiacque quando ebbe l'orgasmo, tanto che esitai non poco a togliermi da dietro di lei.
“Davvero non ti piacciono gli uomini ?” le chiesi quando si sedette vicino a me.
“Non è che non mi piacciono, diciamo che sono limitati. Una donna può non smettere mai di dare piacere, mentre loro una volta che vengono hanno dato. Poi a me piace usare il culo, e con loro le cose diventano quasi sempre troppo violente e finiscono col farmi male.”
Non potei che constatare quanta ragione ci fosse nel suo ragionamento, anche se era pur vero che Stefano mi faceva godere tantissimo anche quando mi sodomizzava con un certo vigore, ma del resto non ero come lei, se non altro perchè a me piaceva anche usare la fica e non poco.
“Sai che quasi mi dispiace di non avere qui nulla come un fallo ?” le dissi accarezzandole il viso “Però si potrebbe organizzare qualcosa quando avrai finito il tuo lavoro, e volendo si potrebbe invitare qualche mia amica.”
“Come quella gran troia di Carla ?” mi rispose ridendo “E non dirmi che non ci sei stata a letto perchè se la conosci te la fai.”
A quel punto fui io a mettermi a sorridere, perchè in effetti Carla era una gran maiala, e non lo dicevo solo io.
Visto che si stava facendo mezzogiorno invitai Bianca a pranzo, quindi ci rivestimmo con tutta calma, prima di prendere la sua macchina per andare in centro. Durante il pranzo discutemmo un po' di tutto, sesso compreso, per darci infine un appuntamento per la settimana seguente, quando sarebbero dovuti arrivare i primi mobili scelti per la dependance.
E in cuor mio sperai che oltre al lavoro ci sarebbe stato anche altro.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2021-10-27
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