Antiche immagini
di
Vandal
genere
poesie
I-Antiche immagini
Scorre acqua sotto il ponte Vecchio
Fogliame naviga sul Ticino
Verso rotte sconosciute
In balia del vento e del dolce navigare
Insegue correndo la barchetta di ramoscelli
Verso un viaggio di fantasia
Mentre lassù, stormi ordinati migrano
Verso lidi più caldi
E a rimirar i rami che affiorano
Simili a creature pietrificate
La nebbia che sale
E l’immagine di un vecchio curvo
Pescatore di un umida mattina d’autunno
Tutto attorno il Borgo è sospeso
Luci diafane come fuochi fatui
E gli spettri dei barcè emergono
Galleggiando nella nebbia
Una donna si affaccia ad una finestra
Ad osservare l’ennesimo amante
Che si allontana sull’acciottolato
Di seta leggera ella è vestita
Tra le dita una sigaretta di brace accesa
Guardo in alto
e vedo il borgo antico in collina
dal quale il vecchio contadino osserva
la grandezza della natura mai così colorata.
Pennellate di pittore comandate dal cuore e dall'anima
per deliziare gli occhi di noi umani
in quadri irregolari di gialloverde e sfumature di rosso di linee viticole
Sulla piatta pianura di campi arati e pieni di stoppie
dove i canti delle madri richiamano i figli a casa
dove i ricordi galleggiano nell'aria nebbiosa
mormorata tra i tavoli di un'osteria fumosa
tra carichi a briscola
e bestemmie lanciate sui tavoli
tra donne dal corpo generoso
che qualcuno ama tra lenzuola e trapunte
Io sento ancora cantare in dialetto
Le ninna nanna di pioggia sul tetto
E sotto il sole che fulmina i cortili
Le polverose corse di noi bambini
La voce di una madre che chiama dall’alto
La voglia di libertà di un cuore innocente
Lo sguardo di una bambina dall’altalena
Le mani della ragazza cresciuta tra i banchi
I primi amori sbocciati al parco
Quando la nebbia sale dal fiume
Pianura e collina
Curva sinuosa
Il fiume canta una melodia
Nel giorno d’Autunno, nel freddo inverno
Nello sbocciare di una primavera, nell’assolata estate
E il fiume che lento e pigro
Che scorre sotto il vecchio ponte
Ora tumultuoso tra le vecchie mura
Ad accarezzare le antiche rive
Saluta il pescatore che chino pesca
Gorgheggia attorno ai barcè
Indifferente sotto la faccia che lo sberleffa
In attesa di ingrossare con le nuove piene
Perdendosi, semplicemente,nel suo lungo viaggio
Al padre Po che insieme lo condurrà, verso l’agognato mare..
((Composta grazie anche alla collaborazione dell'amico celato Tristan))
Scorre acqua sotto il ponte Vecchio
Fogliame naviga sul Ticino
Verso rotte sconosciute
In balia del vento e del dolce navigare
Insegue correndo la barchetta di ramoscelli
Verso un viaggio di fantasia
Mentre lassù, stormi ordinati migrano
Verso lidi più caldi
E a rimirar i rami che affiorano
Simili a creature pietrificate
La nebbia che sale
E l’immagine di un vecchio curvo
Pescatore di un umida mattina d’autunno
Tutto attorno il Borgo è sospeso
Luci diafane come fuochi fatui
E gli spettri dei barcè emergono
Galleggiando nella nebbia
Una donna si affaccia ad una finestra
Ad osservare l’ennesimo amante
Che si allontana sull’acciottolato
Di seta leggera ella è vestita
Tra le dita una sigaretta di brace accesa
Guardo in alto
e vedo il borgo antico in collina
dal quale il vecchio contadino osserva
la grandezza della natura mai così colorata.
Pennellate di pittore comandate dal cuore e dall'anima
per deliziare gli occhi di noi umani
in quadri irregolari di gialloverde e sfumature di rosso di linee viticole
Sulla piatta pianura di campi arati e pieni di stoppie
dove i canti delle madri richiamano i figli a casa
dove i ricordi galleggiano nell'aria nebbiosa
mormorata tra i tavoli di un'osteria fumosa
tra carichi a briscola
e bestemmie lanciate sui tavoli
tra donne dal corpo generoso
che qualcuno ama tra lenzuola e trapunte
Io sento ancora cantare in dialetto
Le ninna nanna di pioggia sul tetto
E sotto il sole che fulmina i cortili
Le polverose corse di noi bambini
La voce di una madre che chiama dall’alto
La voglia di libertà di un cuore innocente
Lo sguardo di una bambina dall’altalena
Le mani della ragazza cresciuta tra i banchi
I primi amori sbocciati al parco
Quando la nebbia sale dal fiume
Pianura e collina
Curva sinuosa
Il fiume canta una melodia
Nel giorno d’Autunno, nel freddo inverno
Nello sbocciare di una primavera, nell’assolata estate
E il fiume che lento e pigro
Che scorre sotto il vecchio ponte
Ora tumultuoso tra le vecchie mura
Ad accarezzare le antiche rive
Saluta il pescatore che chino pesca
Gorgheggia attorno ai barcè
Indifferente sotto la faccia che lo sberleffa
In attesa di ingrossare con le nuove piene
Perdendosi, semplicemente,nel suo lungo viaggio
Al padre Po che insieme lo condurrà, verso l’agognato mare..
((Composta grazie anche alla collaborazione dell'amico celato Tristan))
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
E vedere la luce malata (seguito di Velo Rosso, velo Nero)racconto sucessivo
Strane storie
Commenti dei lettori al racconto erotico