Perdition City
di
mudcrawler
genere
etero
11 ottobre, 2093
ore 11:23
Esco dal bar salutando la ragazza che mi ha appena dato il suo numero, vuole vedermi stasera. Ci sarebbe voluto coraggio per dirle di no, non tanto per la sua bellezza ma perché avrei attirato attenzioni indesiderate: nessuno rifiuta un incontro oggi, si rischia una denuncia.
Solo in questa strada si trovano 7 ‘cabine dell’amore’, dove chiunque può entrare e soddisfare i propri desideri con la ragazza che vi trova dentro. Oppure talvolta è un ottimo modo per non attirare le attenzioni di cui parlavo. Vengo fermato da una donna sulla quarantina, mi mette in mano un volantino, ‘orgia aperta in Piazza Leonardo’, faccio l’errore d’istinto di rispondere ‘no grazie’ e vengo guardato come se fossi un criminale; aggiusto il tiro spiegando che ho già un appuntamento per stasera, mi allontano ma sento gli occhi della donna su di me.
我肏, 肏你祖宗十八代
Decido quindi di entrare in una cabina per dissimulare.
“Ciao, sono Gloria, cosa vuoi fare oggi insieme?”
Non ci ho nemmeno pensato, volevo solo nascondermi, ora però non posso uscire, non prima che questa ventenne abbia compiuto il suo lavoro. Peccato che io non ne abbia nessuna voglia.
-Hai una specialità?-è la domanda più gettonata.
“Certo, bocca e culo.”
-Sono un po’ di fretta, facciamo solo bocca.
“Molto volentieri!” risponde, mentre mi sbottona i pantaloni e abbassa i boxer.
Mentre Marta (o era Laura? no no, Marta) si mette all’opera ripenso alla sera passata, alle tre di notte a parlare con una ragazza di Milano su un sito… ‘proibito’. Mentre ripenso ai discorsi sento la lingua di Carla giocare e saettare per poi iniziare un su e giù furioso con tutta la testa, sembra più un esercizio da palestra che un atto sessuale.
Dice di chiamarsi Luna, abbiamo parlato online per sei ore continuate; sembrava di essere tornati indietro nel tempo, parlavamo come due persone normali senza che nessuno dei due dovesse nascondere le sue intenzioni proibite. Intanto Sonia (o si chiamava Marta?) mentre continua il lavoro di bocca fa versi orgasmici che pare la stiano prendendo in nove mentre io ogni tanto devo ricordarmi di emettere qualche suono fintissimo per dissimulare il mio completo disinteresse verso questo abominio fellatorio. Non so bene come faccio ma riesco a finirle addosso; lei con fare “sexy” si spalma tutto e mi sorride. Mi rivesto, le porgo i 150 renminbi e torno in strada. La donna è ancora lì a distribuire volantini, mi guarda e sorride, la mia tattica ha funzionato. Grazie, Sandra.
ore 12:34
Finisco il pranzo in fretta e cerco non pensare, fra cinque ore mi incontrerò con Luna e il mio cervello sta già volando. La tv si spegnerà tra una ventina di minuti, questa è l’ora quotidiana di pubblicità obbligatoria, meglio che aspetti che finisca prima di rimettermi al lavoro. Sopporto la pubblicità dell’ennesima edizione del ‘Grande Fratello’, di cabine speciali con ragazze di tutto il mondo, di orge pubbliche in Piazza Duomo e di ogni tipo possibile di alcolico. Mi rollo una sigaretta e faccio finta di metterci un po’ dell’eroina sintetica che passa lo stato; odio quella merda, la lascio cadere per terra sperando che nessuno mi stia guardando dalle telecamere condominiali, accendo e lascio che le immagini scorrano sullo schermo. Come sempre gli ultimi 10 minuti di trasmissioni sono occupati da una scena porno, in questo caso due ragazze probabilmente appena maggiorenni che vengono usate da un gruppo di una decina di uomini di ogni forma e colore.
Neanche trenta secondi dopo la fine delle trasmissioni mi suona il campanello. mi trovo di fronte la vicina, Abby, completamente nuda che mi sorride.
“Sei impegnato, ti disturbo?”
-No, dimmi pure.
“Stavamo girando un video con un ragazzo per candidarci per un reality ma ci siamo resi conto che non riusciamo ad ottenere le inquadrature che vorremmo, ti va di darci una mano?”
叫你生孩子没屁股眼
-Sì certo, non c’è problema.
La seguo e chiudo la porta dietro di me. entriamo nel suo appartamento e, in mezzo al salotto, c’è un ragazzo con tutte le grazie al vento che mi vede e sorride, “Grazie mille, ci salvi la vita!”.
吃屎
-Nessun problema, mi fa piacere dare una mano.
Abby mi mette in mano una mini-camera collegata al megaschermo sulla parete, “Cerca di fare molti primi piani, sia anatomici che delle facce.”
Lei si piega a 90 sul tavolo del salotto e lui le si avvicina da dietro, io prendo la camera e mi metto di fianco, sperando che tutto questo duri il meno possibile. Il tipo mi fa segno di riprendere il volto di lei, le faccio un primo piano mentre fa un sorriso che subito dopo diventa una smorfia e poi esplode in un urlo: il tipo se l’è inculata senza troppi complimenti, dentro fino in fondo nel giro di due secondi. È un simpaticone. Li riprendo mentre ci danno dentro, non capisco se a lei piaccia o meno. Mi allontano mentre lei si tocca il seno e sorride in camera, vado dietro e faccio qualche ripresa ginecologica, il tutto continua per cinque minuti fino a quando lui non sta per esplodere, lei gli si mette sotto e si fa schizzare completamente, poi guardano in camera insieme e salutano. Cut.
“Grazie mille, posso offrirti… qualcosa, come ricompensa?” dice lei, rendendo chiaro il suo riferirsi al suo corpo.
-Purtroppo devo lavorare, un altro giorno volentieri però.
Appoggio la camera sul tavolo, saluto lui, faccio per baciare sulla guancia lei poi mi rendo conto dell’errore e le metto la lingua in bocca, il saluto più comune. Mi giro ed esco dall’appartamento.
ore 16:46
Tre minuti dopo aver acceso la macchina sono già bloccato nel traffico. Macchine volanti stocazzo, traffico e smog sono andati solo peggiorando, la differenza è che oggi sembra non interessare più a nessuno. La razza umana si è rassegnata alla sua trista mediocrità e sembra solo attendere la propria fine.
Passo il monumento ai caduti nella guerra dell’85 e penso a come sia cambiato tutto in questi anni; gli attentati separatisti nell’83 hanno distrutto mezza città, lasciato il Duomo in macerie, bruciato Parco Sempione, massacrato le strade e lasciato un baratro al posto di Porta Romana, poi sono arrivati i cinesi ed hanno iniziato a ricostruire tutto. Almeno qualcuno l’ha fatto.
Passo due posti di blocco (solo due, è una buona giornata), non trovano nulla e gli dico che sto andando ad incontrare una ragazza, non ci sono problemi.
La vista della città mi lascia sempre stupefatto. Non c’è un solo cartellone pubblicitario che non abbia una donna o un uomo nudi, le insegne delle case di compagnia sono enormi esseri luminosi che attirano fiumi continui di persone, dove un tempo sorgeva il cinema in Piazzale Lodi ora c’è un enorme schermo che trasmette porno 24 ore su 24. Del resto anche le annunciatrici del telegiornale ormai danno le notizie nude: è meno ridicolo e meno provocante che non con addosso gli striminziti vestiti che usavano.
Passo il baratro di Porta Romana e parcheggio in una via secondaria a 5 numeri dal civico di Luna. Ora inizio ad agitarmi. Sono le 17:26 quando suono il suo citofono.
Mi apre la porta una ragazza sui 30 anni, si guarda attorno circospetta e mi fa segno di entrare. Il sito dove ci siamo conosciuti, “Parlami”, non è ben visto dal governo che sta facendo di tutto per chiuderlo e questo tipo di incontri sono una delle cose più clandestine che si possano fare oggi. Sia io che Luna sappiamo il pericolo che stiamo correndo; un incontro così può finire da un momento all’altro, basta un vicino impiccione, il suono sbagliato e in un attimo ti ritrovi gli sbirri in casa, pronti a ‘rieducarti’ come un neo-eroinomane zombie.
“Andiamo di là” mi dice, la seguo in camera.
“Prima volta?”
-No, tu?
“No ma è da un po’ che non incontro. Vieni.”
Si mette sul letto, apre le gambe ma non leva gli slip, io lo so, lei lo sa ma la telecamera sul soffitto no. Mi sdraio su di lei, fingo di armeggiare in zona bassa e mi avvicino al suo orecchio.
-Ti ricordi di Lynch?
Sospira.
“Oh sì, di più.”
-La derivazione del multiverso dalla scatolina di “Mulholland drive”
“Oddio sì!”
-Le implicazioni socio-esistenziali di “Elephant man”.
“Dick Laurent!”
-Dick Laurent.
“Di più, ti prego.”
-“Il pendolo di Foucault!”.
Ognuno ha i suoi bisogni. Odio il sesso, sono arrivato ad odiarlo con tutto me stesso. Me l’hanno venduto e sbattuto in faccia fin da quando sono nato, hanno plasmato un’intera popolazione ad immagine di adolescenti erotomani che si pongono come unico quesito esistenziale “Chi scopo oggi?”. Luna è come me. Il nostro peccato perverso è la conversazione, il nostro crimine è il pensiero. Mentre parliamo di Truffaut sentiamo i vicini che ci danno dentro. Tutti i vicini. Cambiamo posizioni per la telecamera, scoppiamo anche a ridere per l’assurdità della situazione, poi ci perdiamo a ricordare l’arte, Stockhausen, Tom Waits, Montale, Pollock.
Quando esco da casa sua mi sento ringiovanito ed invecchiato allo stesso tempo. Esco dal portone e vengo passato da capo a piedi con lo sguardo da due agenti; sono di buon umore, non ho nessuna voglia di rischiare, faccio qualche passo ed entro in una cabina.
“Ciao, sono Marta, cosa vuoi fare?”
他妈的
Quello che vorrei fare costa troppo purtroppo, cara Gloria.
ore 11:23
Esco dal bar salutando la ragazza che mi ha appena dato il suo numero, vuole vedermi stasera. Ci sarebbe voluto coraggio per dirle di no, non tanto per la sua bellezza ma perché avrei attirato attenzioni indesiderate: nessuno rifiuta un incontro oggi, si rischia una denuncia.
Solo in questa strada si trovano 7 ‘cabine dell’amore’, dove chiunque può entrare e soddisfare i propri desideri con la ragazza che vi trova dentro. Oppure talvolta è un ottimo modo per non attirare le attenzioni di cui parlavo. Vengo fermato da una donna sulla quarantina, mi mette in mano un volantino, ‘orgia aperta in Piazza Leonardo’, faccio l’errore d’istinto di rispondere ‘no grazie’ e vengo guardato come se fossi un criminale; aggiusto il tiro spiegando che ho già un appuntamento per stasera, mi allontano ma sento gli occhi della donna su di me.
我肏, 肏你祖宗十八代
Decido quindi di entrare in una cabina per dissimulare.
“Ciao, sono Gloria, cosa vuoi fare oggi insieme?”
Non ci ho nemmeno pensato, volevo solo nascondermi, ora però non posso uscire, non prima che questa ventenne abbia compiuto il suo lavoro. Peccato che io non ne abbia nessuna voglia.
-Hai una specialità?-è la domanda più gettonata.
“Certo, bocca e culo.”
-Sono un po’ di fretta, facciamo solo bocca.
“Molto volentieri!” risponde, mentre mi sbottona i pantaloni e abbassa i boxer.
Mentre Marta (o era Laura? no no, Marta) si mette all’opera ripenso alla sera passata, alle tre di notte a parlare con una ragazza di Milano su un sito… ‘proibito’. Mentre ripenso ai discorsi sento la lingua di Carla giocare e saettare per poi iniziare un su e giù furioso con tutta la testa, sembra più un esercizio da palestra che un atto sessuale.
Dice di chiamarsi Luna, abbiamo parlato online per sei ore continuate; sembrava di essere tornati indietro nel tempo, parlavamo come due persone normali senza che nessuno dei due dovesse nascondere le sue intenzioni proibite. Intanto Sonia (o si chiamava Marta?) mentre continua il lavoro di bocca fa versi orgasmici che pare la stiano prendendo in nove mentre io ogni tanto devo ricordarmi di emettere qualche suono fintissimo per dissimulare il mio completo disinteresse verso questo abominio fellatorio. Non so bene come faccio ma riesco a finirle addosso; lei con fare “sexy” si spalma tutto e mi sorride. Mi rivesto, le porgo i 150 renminbi e torno in strada. La donna è ancora lì a distribuire volantini, mi guarda e sorride, la mia tattica ha funzionato. Grazie, Sandra.
ore 12:34
Finisco il pranzo in fretta e cerco non pensare, fra cinque ore mi incontrerò con Luna e il mio cervello sta già volando. La tv si spegnerà tra una ventina di minuti, questa è l’ora quotidiana di pubblicità obbligatoria, meglio che aspetti che finisca prima di rimettermi al lavoro. Sopporto la pubblicità dell’ennesima edizione del ‘Grande Fratello’, di cabine speciali con ragazze di tutto il mondo, di orge pubbliche in Piazza Duomo e di ogni tipo possibile di alcolico. Mi rollo una sigaretta e faccio finta di metterci un po’ dell’eroina sintetica che passa lo stato; odio quella merda, la lascio cadere per terra sperando che nessuno mi stia guardando dalle telecamere condominiali, accendo e lascio che le immagini scorrano sullo schermo. Come sempre gli ultimi 10 minuti di trasmissioni sono occupati da una scena porno, in questo caso due ragazze probabilmente appena maggiorenni che vengono usate da un gruppo di una decina di uomini di ogni forma e colore.
Neanche trenta secondi dopo la fine delle trasmissioni mi suona il campanello. mi trovo di fronte la vicina, Abby, completamente nuda che mi sorride.
“Sei impegnato, ti disturbo?”
-No, dimmi pure.
“Stavamo girando un video con un ragazzo per candidarci per un reality ma ci siamo resi conto che non riusciamo ad ottenere le inquadrature che vorremmo, ti va di darci una mano?”
叫你生孩子没屁股眼
-Sì certo, non c’è problema.
La seguo e chiudo la porta dietro di me. entriamo nel suo appartamento e, in mezzo al salotto, c’è un ragazzo con tutte le grazie al vento che mi vede e sorride, “Grazie mille, ci salvi la vita!”.
吃屎
-Nessun problema, mi fa piacere dare una mano.
Abby mi mette in mano una mini-camera collegata al megaschermo sulla parete, “Cerca di fare molti primi piani, sia anatomici che delle facce.”
Lei si piega a 90 sul tavolo del salotto e lui le si avvicina da dietro, io prendo la camera e mi metto di fianco, sperando che tutto questo duri il meno possibile. Il tipo mi fa segno di riprendere il volto di lei, le faccio un primo piano mentre fa un sorriso che subito dopo diventa una smorfia e poi esplode in un urlo: il tipo se l’è inculata senza troppi complimenti, dentro fino in fondo nel giro di due secondi. È un simpaticone. Li riprendo mentre ci danno dentro, non capisco se a lei piaccia o meno. Mi allontano mentre lei si tocca il seno e sorride in camera, vado dietro e faccio qualche ripresa ginecologica, il tutto continua per cinque minuti fino a quando lui non sta per esplodere, lei gli si mette sotto e si fa schizzare completamente, poi guardano in camera insieme e salutano. Cut.
“Grazie mille, posso offrirti… qualcosa, come ricompensa?” dice lei, rendendo chiaro il suo riferirsi al suo corpo.
-Purtroppo devo lavorare, un altro giorno volentieri però.
Appoggio la camera sul tavolo, saluto lui, faccio per baciare sulla guancia lei poi mi rendo conto dell’errore e le metto la lingua in bocca, il saluto più comune. Mi giro ed esco dall’appartamento.
ore 16:46
Tre minuti dopo aver acceso la macchina sono già bloccato nel traffico. Macchine volanti stocazzo, traffico e smog sono andati solo peggiorando, la differenza è che oggi sembra non interessare più a nessuno. La razza umana si è rassegnata alla sua trista mediocrità e sembra solo attendere la propria fine.
Passo il monumento ai caduti nella guerra dell’85 e penso a come sia cambiato tutto in questi anni; gli attentati separatisti nell’83 hanno distrutto mezza città, lasciato il Duomo in macerie, bruciato Parco Sempione, massacrato le strade e lasciato un baratro al posto di Porta Romana, poi sono arrivati i cinesi ed hanno iniziato a ricostruire tutto. Almeno qualcuno l’ha fatto.
Passo due posti di blocco (solo due, è una buona giornata), non trovano nulla e gli dico che sto andando ad incontrare una ragazza, non ci sono problemi.
La vista della città mi lascia sempre stupefatto. Non c’è un solo cartellone pubblicitario che non abbia una donna o un uomo nudi, le insegne delle case di compagnia sono enormi esseri luminosi che attirano fiumi continui di persone, dove un tempo sorgeva il cinema in Piazzale Lodi ora c’è un enorme schermo che trasmette porno 24 ore su 24. Del resto anche le annunciatrici del telegiornale ormai danno le notizie nude: è meno ridicolo e meno provocante che non con addosso gli striminziti vestiti che usavano.
Passo il baratro di Porta Romana e parcheggio in una via secondaria a 5 numeri dal civico di Luna. Ora inizio ad agitarmi. Sono le 17:26 quando suono il suo citofono.
Mi apre la porta una ragazza sui 30 anni, si guarda attorno circospetta e mi fa segno di entrare. Il sito dove ci siamo conosciuti, “Parlami”, non è ben visto dal governo che sta facendo di tutto per chiuderlo e questo tipo di incontri sono una delle cose più clandestine che si possano fare oggi. Sia io che Luna sappiamo il pericolo che stiamo correndo; un incontro così può finire da un momento all’altro, basta un vicino impiccione, il suono sbagliato e in un attimo ti ritrovi gli sbirri in casa, pronti a ‘rieducarti’ come un neo-eroinomane zombie.
“Andiamo di là” mi dice, la seguo in camera.
“Prima volta?”
-No, tu?
“No ma è da un po’ che non incontro. Vieni.”
Si mette sul letto, apre le gambe ma non leva gli slip, io lo so, lei lo sa ma la telecamera sul soffitto no. Mi sdraio su di lei, fingo di armeggiare in zona bassa e mi avvicino al suo orecchio.
-Ti ricordi di Lynch?
Sospira.
“Oh sì, di più.”
-La derivazione del multiverso dalla scatolina di “Mulholland drive”
“Oddio sì!”
-Le implicazioni socio-esistenziali di “Elephant man”.
“Dick Laurent!”
-Dick Laurent.
“Di più, ti prego.”
-“Il pendolo di Foucault!”.
Ognuno ha i suoi bisogni. Odio il sesso, sono arrivato ad odiarlo con tutto me stesso. Me l’hanno venduto e sbattuto in faccia fin da quando sono nato, hanno plasmato un’intera popolazione ad immagine di adolescenti erotomani che si pongono come unico quesito esistenziale “Chi scopo oggi?”. Luna è come me. Il nostro peccato perverso è la conversazione, il nostro crimine è il pensiero. Mentre parliamo di Truffaut sentiamo i vicini che ci danno dentro. Tutti i vicini. Cambiamo posizioni per la telecamera, scoppiamo anche a ridere per l’assurdità della situazione, poi ci perdiamo a ricordare l’arte, Stockhausen, Tom Waits, Montale, Pollock.
Quando esco da casa sua mi sento ringiovanito ed invecchiato allo stesso tempo. Esco dal portone e vengo passato da capo a piedi con lo sguardo da due agenti; sono di buon umore, non ho nessuna voglia di rischiare, faccio qualche passo ed entro in una cabina.
“Ciao, sono Marta, cosa vuoi fare?”
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