Africa

di
genere
etero

-Per come la vedo io, una donna o ragazza per essere bella deve esserlo quando si sveglia alla mattina. Se ha bisogno di trucco, tacchi, vestiti scollati o orecchini sberluccicanti vuol dire che non è davvero bella.
“Ma se siete voi uomini a volere tacchi e trucco!”
-Io no di certo, anzi, mi fanno un po’ ridere.
“Perché?”
-Perché sono fatti apposta per apparire e farsi guardare ma allo stesso tempo alterano la tua apparenza. Come dire ‘guardate quanto sarei bella se fossi così’.
“A molti uomini piace, le donne lo fanno anche per questo.”
-Tutti liberi di fare quello che si vuole, non giudico, a me non piace.
“È quasi femminista. Sei un femminista?”
-Proprio no.
“Quindi sei un maschilista?”
-Neanche lontanamente, sono misantropo, non faccio distinzioni di razza, lingua, sesso o religione, mi fanno schifo tutti indistintamente. Ogni tanto degli individui si salvano ma non fa nessuna differenza se sono uomini, donne, vie di mezzo o che altro, è il cervello a rendere umane le persone, non i genitali.
“‘Vie di mezzo’ è un po’ offensivo, non trovi?”
-È un modo come un altro di dire le cose, se sei in pace con te stesso non ti offendi per una cazzata del genere.
“Però risulti un tantino brutale, lo sai?”
-Lo so. E tu ti chiami Africa.
“Secondo nome!”
-Quindi ce n’è anche uno normale?
“Sì ma vuoi mettere?”
Prende il bicchiere e beve un sorso di Long Island. Io mi affido al mio White Russian.

“Quindi io ti sto sulle palle perché sono venuta truccata e con i tacchi?”
-Avrei preferito senza, è un modo di barare ma non ti sei truccata pesante e i tacchi sono bassi, per questa volta passi- le dico sorridendo.
“E vuoi dirmi che tu non ti sei vestito bene per uscire con me oggi?”
-Sono vestito come mi vesto normalmente, non ho alcun interesse ad “attirare prede”, come dicono alcuni. Io sono quello che sono, se ti piace bene, se no sconosciuti come prima e abbiamo solo perso un paio d’ore.
“Lo sai vero che rischiamo di stare qui fino a notte a parlare e bere e poi non concludiamo niente?”
-Sarà stata una serata molto più interessante di altre finite a scopare pensando agli impegni del giorno dopo.
“Tu non sei come altri con cui sono uscita, vero?”
-E tu ti chiami Africa. Comunque dipende da com’erano gli altri con cui sei uscita. Mi piace pensare di essere diverso dalla media ma ogni volta che lo faccio mi sento arrogante e quindi torno a sentirmi nella media.
“Media maschile?”
-No, media umana. L’arroganza è una delle poche cose in cui uomini e donne sono effettivamente uguali.
“Non credi che siamo uguali?”
-No, sono fermamente convinto che siamo diversi, che non vuol dire in nessun modo che qualcuno sia meglio e qualcuno sia peggio, vuole solo dire che siamo diversi, fisicamente e mentalmente. Siamo uguali nei diritti e siamo uguali nei doveri; o quantomeno dovremmo esserlo.
“Però poi ti piacciono i giochi di sottomissione a letto.”
-Perché, come giustamente hai detto, sono giochi. E comunque non sempre, dipende da chi ho di fronte, non lo farei con chiunque.

“Adesso mi dici la cosa peggiore che hai fatto in questi giochi.”
-Uhm, no. Però una volta sono stato legato a un letto per un pomeriggio intero; poi ho imparato ad usare meglio le parole “usami pure come un giocattolo”.
“E cosa ti è stato fatto in quel pomeriggio? Chi c’era?”
-Terzo grado eh. C’era una ragazza, è stato non più di tre anni fa, è iniziato per gioco, è continuato come gioco ma è finito diverse ore dopo; funzionava un po’ ad altalena, mi ‘torturava’ fino a quando poteva trattenersi e poi mi usava per sfogarsi, si è ripetuto il tutto qualche volta.
“Ma almeno ti ha fatto venire?”
-Sinceramente non mi importava, comunque sì, una volta alla fine.
“E il resto del tempo?”
-Cera bollente, mollette, morsi e unghie, intrusioni aliene in luoghi proibiti, vari momenti in cui la mia faccia le ha fatto da sedile… quel tipo di giochi, nulla di cruento.
“E questa è la peggiore?”
-Ahahahah, no. Proprio no. Tu invece che hai fatto di vergognoso con la tua libido?
“Non ero pronta per questo scambio.”
-Lo so. Io non ero pronto ad una ragazza di nome Africa.
“Ahahah! Beh comunque… niente di clamoroso, mi spiace deluderti.”
-Non puoi deludermi, non ho aspettative, non ti conosco.
“Ok, però… non sono mai stata legata a un letto né ci ho mai legato nessuno”
-Questo è un peccato.
Sorride.
“Possibile. Una volta sono stata con due ragazzi ma non mi è piaciuto, anche perché uno dei due era in imbarazzo per cui a un certo punto non ha più funzionato, si è seduto a guardare noi altri che giocavamo e si menava da solo.”
-Serata memorabile direi.
“Sì beh, non proprio. Almeno con l’altro mi sono divertita però poi si è comportato da stronzo per cui ho mollato pure lui a menarsi e me ne sono andata.”
-Da dove?
“Dalla palestra.”
-La trama si infittisce.
“Non l’avevo detto?”
-No. Cos’ha fatto di orrendo?
“Ha provato a… a entrare da dietro diciamo, senza chiedere il permesso.”
-Ahia.
“Esatto, e quando gli ho detto che non mi andava ha spinto di più dicendo ‘dai che poi ti piace’.
-Ahahah.
“A me non ha fatto ridere.”
-Immagino, scusami, non volevo offendere, è solo che è una delle frasi più ridicole di sempre; quindi che hai fatto?
“Sì lo so, ora me ne accorgo ma al momento non molto, sai… comunque ho scalciato e l’ho preso sulla coscia, si è buttato per terra e io me ne sono andata.”
-Ma com’è che eravate in palestra da soli?
“Era un istruttore e aveva già chiuso la palestra.”
-Capito.

“Beh comunque nulla di che, non è una gran storia di depravazione.”
-Ho sentito di peggio.
“Tipo?”
-Non ti arrendi mai eh. Ok, una volta ero in macchina con una ragazza e ci stavamo scaldando, mettiamola così. Mentre ci diamo da fare reciprocamente con le mani, si affianca un’altra macchina, cosa di cui non vado matto ma a quella ragazza piaceva per cui vabbè, per stavolta va così. Abbassa il finestrino una donna sui 45 che si mette a guardarci appoggiata alla portiera, poi mi fa segno di abbassare il finestrino e mi chiede se ci dessero fastidio; rispondiamo di no e intanto Carmen, la ragazza, passa a baciarmi in un punto molto sensibile, se mi spiego. Il marito della signora, almeno credo, intanto scende dalla macchina, apre la portiera alla signora la quale a sua volta apre le gambe e lo mette a lavorare di bocca.
“Ma quindi avete interagito?”
-In realtà no, noi siamo passati a darci dentro in macchina o attorno, loro non si sono mai mossi, lei dev’essere venuta un paio di volte guardandoci. A un certo punto mi ha chiesto se volessi finire anch’io nella bocca del suo schiavo, io ho guardato i riccioli e gli occhioni di Carmen, mi sono trattenuto dal ridere perché sarei stato molto maleducato e ho cordialmente rifiutato.
“Voleva che venissi in bocca al marito?”
-Suppongo fosse il loro gioco di sottomissione, è solo un altro esempio.
“Tu lo faresti?”
-Con degli sconosciuti mai, con persone di cui mi fido sono poche le cose che non farei.
“Ecco, cosa non faresti mai?”
-Qualsiasi cosa che coinvolga escrementi o vomito, qualsiasi cosa che lasci segni indelebili o che metta in pericolo qualcuno, non amo le cose con completi sconosciuti, tipo la signora in macchina, in genere non amo il pubblico ed essere guardato.
“Disse quello che fa il musicista.”
-Mon amour, giù per quella strada si arriva alla rovina, stiamo già parlando di argomenti delicati, perché vuoi complicarti la vita, Africa?
“Perché è un mio talento.”
-Se non sei ancora scappata da questo tavolo probabilmente hai ragione. Ora che mi hai chiesto il peggio del peggio e sai fin troppo di me siamo abbastanza sicuri che la serata finirà a bere e parlare fino a notte fonda e poi buonanotte.
“Ne manca alla buonanotte ancora. Vogliamo darcela a casa mia o tua?”

Pensa te, come al solito non avevo capito un cazzo. Ma del resto lei si chiamava Africa.


Sonja: "L'immoralità è soggettiva."
Boris: "Sì, ma la soggettività è oggettiva."
Sonja: "Non negli schemi percettivi razionali."
Boris: "La percezione è irrazionale, implica imminenza!"
Sonja: "Ma il giudizio di ogni sistema o relazione prioritaria dei fenomeni esiste in ogni contraddizione razionale o metafisica o almeno epistemologica, per concetti astratti ed empirici come esistere, o essere, o accadere nella cosa stessa o della cosa stessa!"
Boris: "Sì, questo è vero... anche io lo dico sempre."

Woody Allen, “Amore e Guerra”, 1975.
scritto il
2019-07-17
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