Amore, vienimi dentro
di
Y
genere
sentimentali
Oggi è l’ultimo giorno della mia penitenza di un mese.
Un mese in cui X mi ha obbligata a farmi scopare la bocca (bello), infilarmi una zucchina nel sedere (interessante), tenerla pelosa (odioso), mandarmi in giro ripiena di sperma (imbarazzante), fare pipì davanti a lui in doccia (uno schifo di cui non vi ho raccontato perché non ne vale la pena), filmarmi mentre mi scopava da dietro (banalissimo, ha pure cancellato il video davanti a me, come se mi fregasse qualcosa).
Domani sarò libera, avrò pagato per i miei peccati.
Ma ora no, devo fare quello che mi dice di fare.
Un po’ mi diverte, mi permette di saggiare i lati più bui del mio ragazzo.
Vederlo più aggressivo è eccitante, per certi versi.
Non capisco però questa qui: mi chiede di sfilarmi gli slip da sotto il vestitino mentre siamo in macchina per andare a mare.
Però eseguo. Sollevo il vestitino un attimo per mostrargli la mia bellissima striscetta nera.
Dopo mezz’ora di guida arriviamo alla spiaggia, la stessa dove mi hanno portato K e W.
Magari se c’è poca gente posso osare un topless, visto che ormai ci ho preso gusto.
Vado per prendere il costume nel borsone, quando X mi ferma.
“No, niente costume”
“Eh?”
“Ho detto niente costume. Se vuoi puoi tenere il vestitino tutto il giorno. Ma niente costume”.
Due reazioni uguali e contrarie.
La prima è di sbigottimento.
La seconda mi fa bagnare.
“Quindi dovrei stare sotto il sole tutto il giorno con il vestito oppure con la fica al vento? Ho capito bene?”
“Hai capito benissimo. Oppure nuda del tutto. Se indossi il pezzo di sopra non mi importa”
Stronzo. Le ho raccontato dello show di G e K in piscina.
E di quanto mi abbia infastidito.
Ora vuole mettermi in una situazione simile.
“Uh. Ok”
Arriviamo in spiaggia ed è come al solito meravigliosa. E semideserta. A 300 metri da noi c’è una coppia sui trenta, lei sta in topless. Poco più lontano due piacenti signore di mezz’età.
Il tempo di sistemare stuoie e ombrelloni e siamo beatamente sdraiati.
“Quindi hai deciso di tenere il vestito” nota X con un percettibile disappunto.
“Oh sì. Me ne hai dato facoltà”
Sbuffa e chiude gli occhi.
Io lancio uno sguardo a destra e sinistra.
La coppia è in acqua, le due donne ancora sdraiate.
Sollevo leggermente il gonnellino del vestitino e mi godo il sole diretto sul mio sesso.
E’ piacevole. Ma rischio di bruciarmi.
Non ricordo dove, ma ho letto che posso mettere la protezione almeno sul monte di venere. Con la vulva non voglio rischiare reazioni allergiche, quindi meglio evitare.
Tra eccitazione per l’imposizione e sudore sono bagnatissima e spalmarmi la crema mi fa andare ancora di più su di giri.
“Cosa fai?”
X ha aperto gli occhi e ha trovato la sua bella fidanzata ventenne che si massaggia il monte di venere sotto il sole di fine agosto in una spiaggia semideserta.
Gli sorrido e basta. Che è sufficiente per farlo avvicinare a me e farmi infilare la lingua in bocca.
“Me lo hai fatto diventare duro, stronzetta” mi sussurra all’orecchio.
“Poverino, non puoi alzarti con quel coso in tiro” lo canzono.
“Quanto sei eccitata?”
“Tanto” gli rispondo.
Con un gesto fulmineo abbassa il costume, e torna a sdraiarsi.
“Forza, cavalcami e fammi sborrare”
Ecco, questo mi va sul serio. Sarebbe la nostra prima esperienza all’aperto.
La coppia è ancora in acqua ma abbastanza lontana, e le signore sembrano del tutto ignare di quello che sta per succedere.
E io ho una voglia folle. Salgo a cavalcioni su di lui e con un solo movimento me lo metto dentro fino in fondo.
Lo sento caldo e duro e io sono un lago.
Sapete, sono molto brava nella cavalcata della valchiria. Sarà lo sport praticato, sarà attitudine innata.
Riesco a coordinare molto bene i movimenti del bacino con un piccolo trucco che ho imparato con l’esperienza. Stringere i muscoli della vagina intorno al cazzo di X.
Il tutto sia per far godere lui che me stessa.
Comincio subito con un ritmo deciso. Non c’è tempo per le smancerie, prima lo faccio schizzare e prima ci leviamo da una situazione imbarazzante.
Il punto è che pure io sono pronta a godere.
Lo guardo in volto mentre lo monto.
Mi appare così bello, così puro. Innocente anche in questa posa da master.
Sono una pazza scatenata, malata di sesso, sempre desiderosa di esperienze al limite, ma questo ragazzo lo amo. E’ dolce, gentile, premuroso. Sempre disponibile, ha messo noi davanti a qualsiasi cosa e io ho approfittato della sua bontà d’animo per placare la bestia che ho nel cuore.
Questi pensieri mi accendono ancora di più e mi spingono a colpi di bacino ancora più veloci e profondi.
La clito sfrega benissimo sul suo pube.
X grugnisce.
“Sto per venire”
“Anche io, amore. Vienimi dentro”
E proprio mentre il primo, caldo e violento schizzo di sperma colpisce le pareti della mia vagina, io godo.
Godiamo all’unisono.
Mi contraggo mentre sento il suo seme invadermi.
E’ estati allo stato puro, è amore e comunione.
Sento dei passi dietro di noi.
Mi volto abbastanza da capire che è la coppia che a una ventina di metri ci sta guardando.
Non mi importa proprio niente.
Sono felice.
Un mese in cui X mi ha obbligata a farmi scopare la bocca (bello), infilarmi una zucchina nel sedere (interessante), tenerla pelosa (odioso), mandarmi in giro ripiena di sperma (imbarazzante), fare pipì davanti a lui in doccia (uno schifo di cui non vi ho raccontato perché non ne vale la pena), filmarmi mentre mi scopava da dietro (banalissimo, ha pure cancellato il video davanti a me, come se mi fregasse qualcosa).
Domani sarò libera, avrò pagato per i miei peccati.
Ma ora no, devo fare quello che mi dice di fare.
Un po’ mi diverte, mi permette di saggiare i lati più bui del mio ragazzo.
Vederlo più aggressivo è eccitante, per certi versi.
Non capisco però questa qui: mi chiede di sfilarmi gli slip da sotto il vestitino mentre siamo in macchina per andare a mare.
Però eseguo. Sollevo il vestitino un attimo per mostrargli la mia bellissima striscetta nera.
Dopo mezz’ora di guida arriviamo alla spiaggia, la stessa dove mi hanno portato K e W.
Magari se c’è poca gente posso osare un topless, visto che ormai ci ho preso gusto.
Vado per prendere il costume nel borsone, quando X mi ferma.
“No, niente costume”
“Eh?”
“Ho detto niente costume. Se vuoi puoi tenere il vestitino tutto il giorno. Ma niente costume”.
Due reazioni uguali e contrarie.
La prima è di sbigottimento.
La seconda mi fa bagnare.
“Quindi dovrei stare sotto il sole tutto il giorno con il vestito oppure con la fica al vento? Ho capito bene?”
“Hai capito benissimo. Oppure nuda del tutto. Se indossi il pezzo di sopra non mi importa”
Stronzo. Le ho raccontato dello show di G e K in piscina.
E di quanto mi abbia infastidito.
Ora vuole mettermi in una situazione simile.
“Uh. Ok”
Arriviamo in spiaggia ed è come al solito meravigliosa. E semideserta. A 300 metri da noi c’è una coppia sui trenta, lei sta in topless. Poco più lontano due piacenti signore di mezz’età.
Il tempo di sistemare stuoie e ombrelloni e siamo beatamente sdraiati.
“Quindi hai deciso di tenere il vestito” nota X con un percettibile disappunto.
“Oh sì. Me ne hai dato facoltà”
Sbuffa e chiude gli occhi.
Io lancio uno sguardo a destra e sinistra.
La coppia è in acqua, le due donne ancora sdraiate.
Sollevo leggermente il gonnellino del vestitino e mi godo il sole diretto sul mio sesso.
E’ piacevole. Ma rischio di bruciarmi.
Non ricordo dove, ma ho letto che posso mettere la protezione almeno sul monte di venere. Con la vulva non voglio rischiare reazioni allergiche, quindi meglio evitare.
Tra eccitazione per l’imposizione e sudore sono bagnatissima e spalmarmi la crema mi fa andare ancora di più su di giri.
“Cosa fai?”
X ha aperto gli occhi e ha trovato la sua bella fidanzata ventenne che si massaggia il monte di venere sotto il sole di fine agosto in una spiaggia semideserta.
Gli sorrido e basta. Che è sufficiente per farlo avvicinare a me e farmi infilare la lingua in bocca.
“Me lo hai fatto diventare duro, stronzetta” mi sussurra all’orecchio.
“Poverino, non puoi alzarti con quel coso in tiro” lo canzono.
“Quanto sei eccitata?”
“Tanto” gli rispondo.
Con un gesto fulmineo abbassa il costume, e torna a sdraiarsi.
“Forza, cavalcami e fammi sborrare”
Ecco, questo mi va sul serio. Sarebbe la nostra prima esperienza all’aperto.
La coppia è ancora in acqua ma abbastanza lontana, e le signore sembrano del tutto ignare di quello che sta per succedere.
E io ho una voglia folle. Salgo a cavalcioni su di lui e con un solo movimento me lo metto dentro fino in fondo.
Lo sento caldo e duro e io sono un lago.
Sapete, sono molto brava nella cavalcata della valchiria. Sarà lo sport praticato, sarà attitudine innata.
Riesco a coordinare molto bene i movimenti del bacino con un piccolo trucco che ho imparato con l’esperienza. Stringere i muscoli della vagina intorno al cazzo di X.
Il tutto sia per far godere lui che me stessa.
Comincio subito con un ritmo deciso. Non c’è tempo per le smancerie, prima lo faccio schizzare e prima ci leviamo da una situazione imbarazzante.
Il punto è che pure io sono pronta a godere.
Lo guardo in volto mentre lo monto.
Mi appare così bello, così puro. Innocente anche in questa posa da master.
Sono una pazza scatenata, malata di sesso, sempre desiderosa di esperienze al limite, ma questo ragazzo lo amo. E’ dolce, gentile, premuroso. Sempre disponibile, ha messo noi davanti a qualsiasi cosa e io ho approfittato della sua bontà d’animo per placare la bestia che ho nel cuore.
Questi pensieri mi accendono ancora di più e mi spingono a colpi di bacino ancora più veloci e profondi.
La clito sfrega benissimo sul suo pube.
X grugnisce.
“Sto per venire”
“Anche io, amore. Vienimi dentro”
E proprio mentre il primo, caldo e violento schizzo di sperma colpisce le pareti della mia vagina, io godo.
Godiamo all’unisono.
Mi contraggo mentre sento il suo seme invadermi.
E’ estati allo stato puro, è amore e comunione.
Sento dei passi dietro di noi.
Mi volto abbastanza da capire che è la coppia che a una ventina di metri ci sta guardando.
Non mi importa proprio niente.
Sono felice.
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