Tre 2 - terza parte
di
Y
genere
voyeur
I gemiti li sento già all’ingresso di casa.
Quelli di K li riconosco subito per ovvie ragioni e mica ci vogliono i supersensi per capire che è con X e soprattutto con mia sorella.
Chiudo la porta cercando di essere il più silenziosa possibile e mi levo le scarpe. Avranno pensato che avendo due esami sarei mancata per tutto il pomeriggio e invece il secondo è stato rinviato, quindi eccomi qui a un passo da un’orgia tra ventenni in calore.
So che non è corretto, che dovrei farmi i fatti miei, che con K c’è un accordo di piena libertà, che una delle partecipanti è Y, ma io la scena non voglio perdermela, anche solo per levarmi la curiosità di vedere cosa fanno e come lo fanno.
Come una ladra e in punta di piedi mi dirigo verso la stanza del peccato che, considerato il caldo atroce, ha la porta spalancata.
Devo stare attenta a non farmi beccare, sia per non metterli in imbarazzo che per godere un minimo dello spettacolo.
Fortuna che di fronte alla camera, in corridoio, c’è uno specchio. Uno specchio che riflette un’immagine che non dimenticherò mai.
K e Y si stanno leccando a vicenda, un 69 da manuale in cui entrambe si aiutano con le dita. X è in piedi sopra di loro, sul letto, e si masturba.
Mi fa impressione vedere la mia sorellina fare questa cosa, soprattutto perché la invidio.
Le ragazze sono così prese che neanche si accorgono che il ragazzo le ha appena cosparse di sperma.
Il cuore mi batte all’impazzata, sono tentata di irrompere e chiedere di partecipare ma non sono così perversa. Un’ultima occhiata alla schiena di mia sorella, visto che è lei che sta sopra, bagnata di seme e decido di tornare sui miei passi e andarmene.
Resterei per assistere ai loro orgasmi, ma ho paura che X, considerato che ha goduto e quindi è tornato in sé, possa scoprimi.
Con il fuoco tra le gambe, indosso di nuovo le scarpe ed esco di casa senza fare il ben che minimo rumore.
Ora il problema è cosa fare, sono arrapatissima e gli slip sono un lago. Non mi va di andare in giro così, devo sfogarmi in qualche maniera.
Mi dirigo in giardino. Una rapida occhiata e sembra che nessuno del vicinato sia affacciato, quindi non perdo tempo, infilo una mano sotto la gonna e dentro le mutande e in meno di un minuto mi finisco per bene.
Uno dei miei costumi è steso ad asciugare, quindi mi spoglio rapidamente e indosso la parte di sotto.
Nuotare mi farà bene, allenterà ancora di più lo stato di euforia in cui verso.
Chissà come reagiranno i tre quando mi vedranno qui in piscina.
Voglio che sappiano che so, solo questo.
Quelli di K li riconosco subito per ovvie ragioni e mica ci vogliono i supersensi per capire che è con X e soprattutto con mia sorella.
Chiudo la porta cercando di essere il più silenziosa possibile e mi levo le scarpe. Avranno pensato che avendo due esami sarei mancata per tutto il pomeriggio e invece il secondo è stato rinviato, quindi eccomi qui a un passo da un’orgia tra ventenni in calore.
So che non è corretto, che dovrei farmi i fatti miei, che con K c’è un accordo di piena libertà, che una delle partecipanti è Y, ma io la scena non voglio perdermela, anche solo per levarmi la curiosità di vedere cosa fanno e come lo fanno.
Come una ladra e in punta di piedi mi dirigo verso la stanza del peccato che, considerato il caldo atroce, ha la porta spalancata.
Devo stare attenta a non farmi beccare, sia per non metterli in imbarazzo che per godere un minimo dello spettacolo.
Fortuna che di fronte alla camera, in corridoio, c’è uno specchio. Uno specchio che riflette un’immagine che non dimenticherò mai.
K e Y si stanno leccando a vicenda, un 69 da manuale in cui entrambe si aiutano con le dita. X è in piedi sopra di loro, sul letto, e si masturba.
Mi fa impressione vedere la mia sorellina fare questa cosa, soprattutto perché la invidio.
Le ragazze sono così prese che neanche si accorgono che il ragazzo le ha appena cosparse di sperma.
Il cuore mi batte all’impazzata, sono tentata di irrompere e chiedere di partecipare ma non sono così perversa. Un’ultima occhiata alla schiena di mia sorella, visto che è lei che sta sopra, bagnata di seme e decido di tornare sui miei passi e andarmene.
Resterei per assistere ai loro orgasmi, ma ho paura che X, considerato che ha goduto e quindi è tornato in sé, possa scoprimi.
Con il fuoco tra le gambe, indosso di nuovo le scarpe ed esco di casa senza fare il ben che minimo rumore.
Ora il problema è cosa fare, sono arrapatissima e gli slip sono un lago. Non mi va di andare in giro così, devo sfogarmi in qualche maniera.
Mi dirigo in giardino. Una rapida occhiata e sembra che nessuno del vicinato sia affacciato, quindi non perdo tempo, infilo una mano sotto la gonna e dentro le mutande e in meno di un minuto mi finisco per bene.
Uno dei miei costumi è steso ad asciugare, quindi mi spoglio rapidamente e indosso la parte di sotto.
Nuotare mi farà bene, allenterà ancora di più lo stato di euforia in cui verso.
Chissà come reagiranno i tre quando mi vedranno qui in piscina.
Voglio che sappiano che so, solo questo.
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