Extra

Quando sto sopra X e do gli ultimi colpi di bacino per raggiungere l’orgasmo.
Il mio, se succede anche a lui bene, ma il piacere che rincorro è prima di tutto per me.

Quando mi sta sopra, o mi prende da dietro, e un attimo prima di godere lo tira fuori e mi spruzza addosso.

Quando mi lecca tra le gambe, lento e meticoloso, e infila le dita dentro facendomi esplodere.

Quando glielo prendo in bocca e sento i fremiti che precedono l’eiaculazione.

Quando con K ci strusciamo le fiche a vicenda, un godimento difficile da raggiungere ma un senso di intimità e condivisione ugualmente appagante.

O quando ci tiriamo i capezzoli a vicenda, quasi a farci male.

Quando affondo la mia lingua in lei o le infilo dolcemente oggetti dentro.

Quando bacio X.
Quando bacio K.
Quando vedo X e K che si baciano e scopano tra loro.

Quando durante l’amore uso termini brutali: inculami, sborrami, fottimi.
Come se declamassi delle poesie.

In questi anni di nervi tesi, di malattia, di guerra, di stupida violenza l’unica maniera che concepisco per scappare e difendermi è fare sesso, pensare al sesso, scrivere di sesso, vivere di sesso.

Come una doccia rigenerante che mi monda dallo schifo che è il mondo nel 2022.

Venire per andar via.