Trasferta a Roma

di
genere
etero

Vado a Roma per un concorso e scelgo un ostello per risparmiare. La variegata burocrazia fatta di bollettini e marche da bollo mi è già costata parecchio, almeno sulla sistemazione ci risparmio un po’. Affronto il concorso ed è il classico circo all’italiana: ore ad aspettare il nulla senza mangiare e bere, prove farlocche e amenità varie. Il tutto mi causa una pia devozione verso le schiere angeliche degna di una bolla papale di scomunica.

Torno in ostello verso sera mogio mogio, vado in camera e indosso il mio marchio di fabbrica: joggers grigi e felpa con cappuccio della stessa colorazione. Scendo nella cucina comune e mi preparo da mangiare. Un grande classico della cucina saporita by Jonny: uova sode e riso basmati scondito. Penso che in un sanatorio mangino piatti di maggior sapore. Accendo i fornelli e seduta su uno sgabello c’è una ragazza molto carina. Capelli color rame con la frangetta, carnagione chiara e occhi azzurri azzurri. Vestiario curato, ma non volgare o eccessivo. Una bellezza straniera. Non è che abbia molta voglia di parlare, quindi lesso le uova, cucina il riso e comincio a mangiare. Lei intanto mangia una fetta di un rotolo dolce del supermercato e me ne offre un pezzo perché non riesce a finirlo. Parla un pochino l’italiano, comunque rifiuto perché non mangio dolci. Niente caffè, alcolici e sigarette. Quindi lo offre a una coppia, che era arrivata da poco, perché odia sprecare il cibo.

Cazzo, quel sorriso, quel garbo uniti a una bellezza semplice mi smuovono. Attacco bottone. “Hi, Lady, I am Jonny. What is your name? I appreciate your kindness” mi presento e le chiedo il nome, quindi comunico che il gesto mi ha colpito. “My name is Anastasia. S-sono insegnante di bambini” risponde metà in inglese e in italiano. Un nome da principessa per una principessa. E infatti è dell’est Europa, Ucraina per la precisione. “I am sorry, but you are stunning. You have a fine taste for perfume” mi complimento per la sua bellezza e per il gusto fine nello scegliere il profumo. Sa davvero di buono. Entrambi arrossiamo imbarazzati. Ma che minchia faccio: mi hanno fregato a un concorso e cerco di rimorchiare? “Thank you, you look so masculine” ribatte. Iniezione di autostima, il mio pene si desta un pochetto. Virile con barba incolta, tuta e felpa grigia e deodorante della Coop da 1 euro. Rido, rido, rido. Comunque, le chiedo di andare a bere qualcosa appena finiamo di cenare.

Salgo in camera, metto un paio di jeans e un maglione, scendo in atrio e ci rincontriamo. Usciamo e facciamo due passi verso il Colosseo. Magnifico. Foto di rito. Entriamo in un locale accanto al Colosseo, che ha l’aria di essere economico come un cono di caldarroste in autunno. Locale un po’ strano, perché ha delle tovaglie lunghe da ristorante sui tavoli. Magari ci fanno le apericene. Orrore!
Arriva una ragazza per l’ordinazione. “A Negroni for me” ordina Anastasia. “Fammi un succo di frutta alla mela” dico io. Dopo un paio di minuti arriva la nostra ordinazione. “You are so healthy” commenta la mia scelta salutistica. “Yes, I don’t drink or smoke” le rispondo circa il mio “odio” per i vizi. Lei si mette a ridere e nel frattempo sento qualcosa sul piede destro, poi sulla coscia e poi sull’inguine. Non ci credo? Mi sta facendo piedino sotto il tavolo. Jonny e le situazioni assurde. Lei beve il suo drink con un sorriso innocente, mentre col piede gioca con la mia erezione sotto i jeans. Va avanti per 10 minuti buoni, fino a quando non torna la ragazza per prendere i bicchieri vuoti. “All right?” fa la lavoratrice in accento romano. E goal! Anastasia sorpresa dalla cameriera mi dà una puntata nei coglioni, fortunatamente non troppo forte. Ma che bello! Smorfia di dolore dissimulata e dico di sì e che sarei andato a saldare il conto. La ragazza va via e Anastasia si accorge dell’incidente. “Sorry, Jonny. How are you?” chiede tra il preoccupato e il divertito. Dopo una devota invocazione alla Divinità, rispondo un poco convinto “I am ok” di circostanza. Mi alzo e vado a pagare. 30 euri per due drink con omaggio di palle in gola.

Chiedo per un bagno, ovviamente in fondo a destra. Controllo la situazione ed è tutto apposto. Le ho entrambe. Esco dal bagno e Anastasia mi prende a braccetto. “You are a gentleman” mi dice. Poi, usciti dal locale, si avvicina all’orecchio e sussurra “Sorry for the balls. I will suck you dry”. Io la prendo a me e la bacio. Non so che mi sia preso, ma lei ricambia decisamente. Facciamo la passeggiata del ritorno mano nella mano con qualche pausa per dei baci. Arriviamo così in ostello e la porto in camera mia. Chiudo la porta e la bacio. Lei si stacca, si inginocchia e mi abbassa i jeans. “Can I?” chiede civettuola. Io annuisco e mi massaggia lo scroto. “Sorry, Jonny” si scusa ancora. “You have a big package” afferma leccandosi le labbra. Ciao, erezione livello Super Sayan e lei se la ride. “I like squeezing big balls” dice lei strizzandomi le palle saldamente. E poi parte con un bel pompino. Si sta facendo perdonare davvero bene, magari tutte le botte nelle palle finissero così.

Dopo qualche minuto, la faccio alzare, la prendo in braccio e la porto a letto. La spoglio e emerge un reggiseno e un tanga azzurri coordinati. Un bel seno e un lato B di tutto rispetto. La bacio sul collo, le massaggio i fianchi e scendo giù verso l’inguine. Sposto le mutandine e inizio a leccare la vagina glabra. “You are gorgeous, Lady” dico praticamente alle grandi labbra. Lei sembra gradire, perché mugola di piacere. “I want to fuck you” dice imperiosa. Che fare principesco. Mi gira pancia all’aria. Io infilo il preservativo e la infilzo. Cazzo come si muove: ha un controllo del bacino pazzesco. Stiamo davvero godendo entrambi, perché lei gira gli occhi indietro come Broly di Dragon Ball. A un certo punto la giro, voglio condurre io i giochi. La posiziono supina, la bacio e ci do dentro. Non so per quanto sto andando avanti, ma credo di non avere più sangue nel corpo se non nel pene. Con le mani la tengo per i fianchi ben modellati e colpisco ritmicamente con il bacino. Che bello. Le palle piene ondeggiano avanti e indietro e le “massaggiano” la parte bassa dell’apertura. Io però non ce la faccio più. Sono abbastanza vicino al limite. “I want to cum on you face” sussurro. Ma che mi prende? L’ho detto davvero.

Anastasia sorride. Io mi sposto e tolgo il preservativo. Mi alzo e lei si mette in ginocchio ai piedi del letto. I giochi finali li conduce lei. Mi masturba l’asta e gioca con i miei coglioni più grossi che mai. Poi succede. Un getto di sperma le arriva sul seno e in viso. Lei con naturalezza lo raccoglie con le dita e se lo porta in bocca. Si ripulisce e mi ripulisce. Sei una donna di parola, Anastasia. Mi hai svuotato.

Un grazie sincero ai miei lettori per il supporto!
scritto il
2021-12-11
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