Cartomanzia - 18a parte - il prezzo della liberazione e pensieri vari
di
zorrogatto
genere
dominazione
«Fortuna che ho aspettato! Ho idea che con questo barbone avvinazzato ci sarà da divertirsi!
E poi, riprendendo da dietro all’angolo della torre, invece che dal cespuglio là in fondo, mettendo la sensibilità del microfono al massimo, sto registrando anche ciò che dicono!
Ahahahah: adesso stanno mercanteggiando: il barbone vuole baciarla in bocca e la troia non vuole e gli offre qualunque altra cosa, piuttosto che non fare quello!
Ah, bene: si son messi d’accordo, alla fine, ahahaha! La puttana si farà liberare, si farà baciare dal barbone e poi gli farà un pompino… Per rifarsi la bocca, probabilmente! Gghghghgh!
Eheheheh: quel pallone gonfiato e pieno di spocchia di Dido dovrà abbassare le penne, quando gli avrò fatto vedere cosa ho ripreso stasera!
E son sicuro che quella mezza lesbica di Martina, dalle mie riprese otterrà un film davvero buono…»
«Ohhhhhhhhhhhh…» Che sollievo!!! Il barbone le aveva liberato il polso sinistro e lei, subito, aveva tirato per disincastrare le manette dalla ringhiera e poter, alla fine, dare sollievo ai muscoli doloranti delle spalle.
Mentre muoveva lentamente le le spalle per riacquistare la mobilità delle articolazioni, si inginocchiò esausta, avvertendo appena il collo della bottiglia che la penetrava per un istante più profondamente, prima di strisciare sui mattoni e scivolarle fuori da sola -per il cambio di posizione- tintinnando e rotolando poi fino al bordo della mattonata, passando sotto la ringhiera e perdendosi infine, rimbalzando sugli scogli lì sotto.
Poi si rialzò, aiutata cavallerescamente dal barbone e l’uomo avvicinò il viso a quello di lei per riscuotere il suo premio.
«Ma davvero non vuoi invece un bel pompino… o mettermelo dentro, invece del bacio?» Laura cercava in tutte le maniere di evitare l’esperienza disgustosa di essere baciata da quella bocca puzzolente…
«Beh, signora… se proprio ci tiene… -la donna cominciò ad esultare, dentro di sé-… sì… un pompino mi farebbe piacere… -Laura sorrideva a trentadue denti!-… dopo il bacio, ovviamente» “Oh, noooooo!!!”
Capitolò: si fece forza e cercò di non pensare al vomitevole mix di odori del vinaccio, dei denti guasti e della pessima digestione, tutti insieme; l’uomo appoggiò le labbra screpolate e riarse sulle sue e infine, con timidezza, provò a spingerci in mezzo la punta della lingua.
Poi, incoraggiato dalla passività di lei, le spinse tutta la lingua in bocca, cercando e stuzzicando la sua che, come un serpente risvegliato, cominciò a muoversi e finì per duellare con quella dell’uomo.
Laura non sentiva più il pessimo alito dell’uomo e sì stupì di scoprire quanto fosse abile a baciare e… e scoprì che si stava eccitando.
Quando l’uomo si staccò, ormai soddisfatto e con un timidissimo sorriso, rimase quasi delusa che avesse già finito di baciarla.
Però non gli disse niente e si inginocchiò per fare il pompino ormai promesso; sbottonò la patta dei pantaloni ampi e macchiati, sostenuti da un pezzo di spago come cintura, poi frugò nei boxer logori e… estrasse un bell’arnese! La cosa che più la stupì, però, era che a parte un leggero sentore di orina, il membro dell’uomo era pulito, molto più di quello dei ragazzotti di prima, quantomeno: si dedicò con sollevato impegno alla fellatio e la torbida situazione, accumulata da tutte le inedite esperienze della serata, la fece nuovamente eccitare: «Ma cosa mi sta succedendo? Cosa sto diventando???’
Il membro del clochard, stimolato dalle sue leccate e succhiate, era diventato graniticamente duro, con ogni singola vena in rilievo e Laura capì che il semplice spompinarlo non le sarebbe bastato: «Per favore… mettimelo!» lo implorò, abbandonando il bocchino ed alzandosi in piedi.
Si girò verso la ringhiera, si piegò un po' in avanti, afferrò l’uccello durissimo per far avvicinare l’uomo e se lo appoggiò sulla vulva; poi afferrò con le due mani la ringhiera e spinse indietro i fianchi, per infilarselo.
Forse un movimento sbagliato, forse una deliberata scelta del barbone, ma sentì la sua congestionata cappella forzarle lo sfintere e lui, afferrandola solidamente per i fianchi, sprofondò di colpo nel suo culo fino in fondo.
Dopo la prima fitta di improvviso e violento dolore, lei cominciò ad apprezzare, a godere del ritmo sostenuto con cui il barbone faceva sprofondare la sua virilità nel suo retto e cominciò a guaire di piacere.
Vito era entusiasta: aveva abbassato la cam all’altezza del selciato e, dal basso, aveva una stupenda inquadratura di quella potente inculata, alla faccia di Dido!
Era stata una nottata sconvolgente! Aveva dovuto ammettere, dietro le pressanti richieste di Vito, il suo favoloso amante, che mai in vita sua aveva goduto così tanto.
Lui l’aveva -anche se a posteriori, il bastardo!- rassicurata che era nascosto, ma che vedeva tutto ed era pronto ad intervenire, in caso di difficoltà; lei era dubbiosa, ma lui le aveva raccontato ogni cosa accaduta, mentre giocherellava con la sua fica eccitandola ancora parossisticamente, facendole rivivere ogni singolo istante e le aveva detto e ripetuto che era stata favolosa, eccitante al massimo, una vera regina dell’erotismo.
Si era sentita molto gratificata dal suo apprezzamento e quello che avevano fatto, dopo aver approfonditamente commentato l’eccitantissima serata, era stata la degna conclusione…
Era arrivata a casa ben dopo le quattro e, dopo una doccia rilassante si era a messa a letto quasi alle cinque del mattino, ma Giacomo dormiva tranquillo nel suo letto e lei in fondo, non doveva rispondere a nessuno delle sue azioni!
Sorridendo soddisfatta, si avvoltolò nel lenzuolo, prima di addormentarsi, appagata e serena.
Si sentiva sola, uffa!
Suo marito di nuovo in trasferta, due notti fuori e lei lì, da sola, come accadeva sempre più frequentemente…
Ammise con se stessa che Giulio lo sentiva sempre più lontano, assente, come perso in un mondo tutto suo, a rincorrere quella… quella CAZZO (oh, lo aveva detto!) di promozione e lei… beh lei si trovava in questa situazione strana, dove stava scoprendo, a tappe forzate, il sesso nel senso più ampio…
Si rendeva ormai conto che la sua vocina interna, che ogni volta le diceva «Noooo!! Non lo fare!!!», stava diventando sempre più flebile e col trascorrere del tempo stava abbandonando quelle imbarazzanti amnesie, per cui si ritrovava con fica e culo gonfi e dilatati, ma senza riuscire assolutamente a ricordare perché e, man mano era sempre più… presente quando le venivano queste disperate voglie di concedersi -concedersi a chiunque!- e godendo smodatamente sia per l’oscenità delle situazioni, sia per l’essere usata con tanto vigore e tanta efficacia.
Si stava rendendo vagamente conto che l’aver cominciato a frequentare Maestro Dido l’aveva… come dire? emancipata sessualmente… fatta crescere forse, ecco!
La cosa la imbarazzava meno di quanto pensasse fosse possibile ed anzi, un torbido piacere stava cominciando ad avvilupparla.
Stava cominciando a cambiare, a capire il rapporto con suo marito Giulio era a senso unico... nel senso che la sua assoluta devozione era ricambiata da una… una crosta di apparenza sempre più sottile e riflettendoci a mente fredda, con un certo distacco, si rendeva conto che… che come diceva uno stravagante vecchietto, che aveva conosciuto in villeggiatura coi suoi genitori, «tante briciole ti fanno capire se qualcuno lì ha mangiato… ed anche cosa!’; e lei cominciava a far caso a certe briciole che Giulio si lasciava indietro.
Era strano, ad esempio, che tornasse sempre da «massacraaaanti!« trasferte di lavoro con gli occhi allegri e l’aria rilassata ed anche, qualche volta, perfino abbronzato!
Considerando anche che Giulio aveva sempre meno voglia di stare con lei, cominciava a pensare che suo marito potesse avere un’altra o, quantomeno, che si inventasse momenti, periodi, da vivere lontano da lei…
Che avesse un’altra?
E poi, riprendendo da dietro all’angolo della torre, invece che dal cespuglio là in fondo, mettendo la sensibilità del microfono al massimo, sto registrando anche ciò che dicono!
Ahahahah: adesso stanno mercanteggiando: il barbone vuole baciarla in bocca e la troia non vuole e gli offre qualunque altra cosa, piuttosto che non fare quello!
Ah, bene: si son messi d’accordo, alla fine, ahahaha! La puttana si farà liberare, si farà baciare dal barbone e poi gli farà un pompino… Per rifarsi la bocca, probabilmente! Gghghghgh!
Eheheheh: quel pallone gonfiato e pieno di spocchia di Dido dovrà abbassare le penne, quando gli avrò fatto vedere cosa ho ripreso stasera!
E son sicuro che quella mezza lesbica di Martina, dalle mie riprese otterrà un film davvero buono…»
«Ohhhhhhhhhhhh…» Che sollievo!!! Il barbone le aveva liberato il polso sinistro e lei, subito, aveva tirato per disincastrare le manette dalla ringhiera e poter, alla fine, dare sollievo ai muscoli doloranti delle spalle.
Mentre muoveva lentamente le le spalle per riacquistare la mobilità delle articolazioni, si inginocchiò esausta, avvertendo appena il collo della bottiglia che la penetrava per un istante più profondamente, prima di strisciare sui mattoni e scivolarle fuori da sola -per il cambio di posizione- tintinnando e rotolando poi fino al bordo della mattonata, passando sotto la ringhiera e perdendosi infine, rimbalzando sugli scogli lì sotto.
Poi si rialzò, aiutata cavallerescamente dal barbone e l’uomo avvicinò il viso a quello di lei per riscuotere il suo premio.
«Ma davvero non vuoi invece un bel pompino… o mettermelo dentro, invece del bacio?» Laura cercava in tutte le maniere di evitare l’esperienza disgustosa di essere baciata da quella bocca puzzolente…
«Beh, signora… se proprio ci tiene… -la donna cominciò ad esultare, dentro di sé-… sì… un pompino mi farebbe piacere… -Laura sorrideva a trentadue denti!-… dopo il bacio, ovviamente» “Oh, noooooo!!!”
Capitolò: si fece forza e cercò di non pensare al vomitevole mix di odori del vinaccio, dei denti guasti e della pessima digestione, tutti insieme; l’uomo appoggiò le labbra screpolate e riarse sulle sue e infine, con timidezza, provò a spingerci in mezzo la punta della lingua.
Poi, incoraggiato dalla passività di lei, le spinse tutta la lingua in bocca, cercando e stuzzicando la sua che, come un serpente risvegliato, cominciò a muoversi e finì per duellare con quella dell’uomo.
Laura non sentiva più il pessimo alito dell’uomo e sì stupì di scoprire quanto fosse abile a baciare e… e scoprì che si stava eccitando.
Quando l’uomo si staccò, ormai soddisfatto e con un timidissimo sorriso, rimase quasi delusa che avesse già finito di baciarla.
Però non gli disse niente e si inginocchiò per fare il pompino ormai promesso; sbottonò la patta dei pantaloni ampi e macchiati, sostenuti da un pezzo di spago come cintura, poi frugò nei boxer logori e… estrasse un bell’arnese! La cosa che più la stupì, però, era che a parte un leggero sentore di orina, il membro dell’uomo era pulito, molto più di quello dei ragazzotti di prima, quantomeno: si dedicò con sollevato impegno alla fellatio e la torbida situazione, accumulata da tutte le inedite esperienze della serata, la fece nuovamente eccitare: «Ma cosa mi sta succedendo? Cosa sto diventando???’
Il membro del clochard, stimolato dalle sue leccate e succhiate, era diventato graniticamente duro, con ogni singola vena in rilievo e Laura capì che il semplice spompinarlo non le sarebbe bastato: «Per favore… mettimelo!» lo implorò, abbandonando il bocchino ed alzandosi in piedi.
Si girò verso la ringhiera, si piegò un po' in avanti, afferrò l’uccello durissimo per far avvicinare l’uomo e se lo appoggiò sulla vulva; poi afferrò con le due mani la ringhiera e spinse indietro i fianchi, per infilarselo.
Forse un movimento sbagliato, forse una deliberata scelta del barbone, ma sentì la sua congestionata cappella forzarle lo sfintere e lui, afferrandola solidamente per i fianchi, sprofondò di colpo nel suo culo fino in fondo.
Dopo la prima fitta di improvviso e violento dolore, lei cominciò ad apprezzare, a godere del ritmo sostenuto con cui il barbone faceva sprofondare la sua virilità nel suo retto e cominciò a guaire di piacere.
Vito era entusiasta: aveva abbassato la cam all’altezza del selciato e, dal basso, aveva una stupenda inquadratura di quella potente inculata, alla faccia di Dido!
Era stata una nottata sconvolgente! Aveva dovuto ammettere, dietro le pressanti richieste di Vito, il suo favoloso amante, che mai in vita sua aveva goduto così tanto.
Lui l’aveva -anche se a posteriori, il bastardo!- rassicurata che era nascosto, ma che vedeva tutto ed era pronto ad intervenire, in caso di difficoltà; lei era dubbiosa, ma lui le aveva raccontato ogni cosa accaduta, mentre giocherellava con la sua fica eccitandola ancora parossisticamente, facendole rivivere ogni singolo istante e le aveva detto e ripetuto che era stata favolosa, eccitante al massimo, una vera regina dell’erotismo.
Si era sentita molto gratificata dal suo apprezzamento e quello che avevano fatto, dopo aver approfonditamente commentato l’eccitantissima serata, era stata la degna conclusione…
Era arrivata a casa ben dopo le quattro e, dopo una doccia rilassante si era a messa a letto quasi alle cinque del mattino, ma Giacomo dormiva tranquillo nel suo letto e lei in fondo, non doveva rispondere a nessuno delle sue azioni!
Sorridendo soddisfatta, si avvoltolò nel lenzuolo, prima di addormentarsi, appagata e serena.
Si sentiva sola, uffa!
Suo marito di nuovo in trasferta, due notti fuori e lei lì, da sola, come accadeva sempre più frequentemente…
Ammise con se stessa che Giulio lo sentiva sempre più lontano, assente, come perso in un mondo tutto suo, a rincorrere quella… quella CAZZO (oh, lo aveva detto!) di promozione e lei… beh lei si trovava in questa situazione strana, dove stava scoprendo, a tappe forzate, il sesso nel senso più ampio…
Si rendeva ormai conto che la sua vocina interna, che ogni volta le diceva «Noooo!! Non lo fare!!!», stava diventando sempre più flebile e col trascorrere del tempo stava abbandonando quelle imbarazzanti amnesie, per cui si ritrovava con fica e culo gonfi e dilatati, ma senza riuscire assolutamente a ricordare perché e, man mano era sempre più… presente quando le venivano queste disperate voglie di concedersi -concedersi a chiunque!- e godendo smodatamente sia per l’oscenità delle situazioni, sia per l’essere usata con tanto vigore e tanta efficacia.
Si stava rendendo vagamente conto che l’aver cominciato a frequentare Maestro Dido l’aveva… come dire? emancipata sessualmente… fatta crescere forse, ecco!
La cosa la imbarazzava meno di quanto pensasse fosse possibile ed anzi, un torbido piacere stava cominciando ad avvilupparla.
Stava cominciando a cambiare, a capire il rapporto con suo marito Giulio era a senso unico... nel senso che la sua assoluta devozione era ricambiata da una… una crosta di apparenza sempre più sottile e riflettendoci a mente fredda, con un certo distacco, si rendeva conto che… che come diceva uno stravagante vecchietto, che aveva conosciuto in villeggiatura coi suoi genitori, «tante briciole ti fanno capire se qualcuno lì ha mangiato… ed anche cosa!’; e lei cominciava a far caso a certe briciole che Giulio si lasciava indietro.
Era strano, ad esempio, che tornasse sempre da «massacraaaanti!« trasferte di lavoro con gli occhi allegri e l’aria rilassata ed anche, qualche volta, perfino abbronzato!
Considerando anche che Giulio aveva sempre meno voglia di stare con lei, cominciava a pensare che suo marito potesse avere un’altra o, quantomeno, che si inventasse momenti, periodi, da vivere lontano da lei…
Che avesse un’altra?
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